Silvano Candotto’s scientific contributions

The Mediterranean Shag Gulosus aristotelis desmarestii is a conservation priority seabird endemic to the Mediterranean and Black Seas that is considered a valuable sentinel of marine ecosystem health. however, knowledge of its population size and dynamics in the Adriatic Sea is limited. here, the majority of the population breeds in Croatia, with a high proportion of birds migrating northwards to the Gulf of Trieste and Venice Lagoon during the non-breeding period. To bridge this knowledge gap, a first coordinated census was undertaken in 2020 and 2021 in the Adriatic region (Italy, Slovenia and Croatia), which supports 20-33% of the total non-breeding Mediterranean subspecies population. In 2020 a total of 4,993 birds were counted while in 2021 the count was 4,871. Italy hosted the largest number of birds (x = 3,040), followed by Croatia (x = 951) and Slovenia (x = 941), with most of the birds (c. 69%) roosting on mussel farms. To fully comprehend the non-breeding population dynamics, we conducted an estimation of the 13-year (2010-2022) population trend in the Gulf of Trieste. During this period, the population strongly declined (–44.7%) for reasons yet to be identified. In 2012-2014, a population fluctuation coincided with an exceptionally wet winter and spring at the Croatian breeding colonies. It is possible that changes in migration strategy, such as new migratory routes, by this partial migrant may have partially offset the decline of birds in the Gulf of Trieste, as the Venice Lagoon population increased during the same period. Overall, the Adriatic population appears to be declining and yet subject to dynamic changes in its non-breeding distribution. To fully comprehend the reasons behind this trend, further research of both breeding and non-breeding populations is necessary.

In the last decade, there has been a remarkable increase in the number of scientific publications on the ecology of the golden jackal Canis aureus , whereas information on its reproductive biology is still scanty, and the basic reproductive parameters of the species are not yet fully understood. In 2021, we began a research project in North-Eastern Italy, where the golden jackal is strictly protected under the National Law, to investigate the species behavioural ecology and reproductive biology at the den site, as a key element for defining conservation measures. Within this project, we documented allosuckling behaviour, possibly related to the breeding of two females within the same social unit, with den sharing and communal nursing of the cubs. Our observations open new scenarios and raise questions on the reproductive biology and social organisation of the golden jackal, stimulating further topics for research.

In this paper are reported three new localities of Zeuneriana marmorata (Fieber, 1853), located in two different coast areas in Friuli Venezia Giulia Region. On June 2014 the species was found at the Isonzo mouth, near the village of Fossalon di Grado. On July 2016 Zeuneriana marmorata was discovered in two localities of Marano Lagoon, in the Stella delta and in an area located between Cormor and Muzzanella river. At the present time the known populations of this rare species live in four areas, three in Italy (Marano Lagoon, Isonzo mouth, Lisert near Monfalcone) and one in Slovenia (Ljubljansko Barje near Lubjana). In Italy Zeuneriana marmorata lives in wet meadows and reed-lands, which are periodically flooded and whose vegetation is prevalently constituted by Phragmites australis, Juncus sp. and Carex sp.; in Italian sites located along the Adriatic coast, the species can tolerate a low salinity. The species do not live in sites, which are flooded for long periods during the good season. Zeuneriana marmorata is an endangered species, due to its rarity, its restricted ecological requirements and the vulnerability of its habitat. One of the Italian sites (Lisert) needs urgently interventions to restoring and conserving the wet habitats suitable for this species.

Nel 2001 e 2002 in provincia di Gorizia (loc. Isola della Cona, Riserva Naturale Regionale Foce dell?Isonzo) due giovani maschi di volpe sono stati marcati con radiocollari, al fine di raccogliere dati sulla loro dispersione. L?area di studio, di circa 20 km², presenta zone boscose, boscaglie golenali, prati umidi, canneti e barene, inserite, comunque, in un territorio soggetto ad agricoltura intensiva. Gli animali sono stati seguiti per 12 ore/notte nella prima fase e successivamente per 12 ore/settimana, suddivise in 3 turni tali da coprire l?intero arco della notte. La posizione è stata rilevata ogni 20 min. Il primo individuo (M1) è stato seguito dal 15.11.01 al 10.12.01 per 140 ore; il secondo (M2) dal 14.06.02 al 22.03.03 per 580 ore; la dispersione è iniziata il 17.11.01 per M1 e il 10.11.02 per M2. Entrambi hanno attraversato il fiume Isonzo, in un tratto ampio 145 m, in direzione Sud/Est, raggiungendo una zona agricola. In seguito non hanno mostrato la tendenza a tornare indietro, probabilmente a causa della presenza di un maschio territoriale. Durante il giorno non si sono verificati spostamenti apprezzabili. La massima area coperta per notte (metodo del Minimo Poligono Convesso) è stata di 10,7 km² per M1 (settima notte) e di 5,1 km² per M2 (diciassettesima notte). I punti più distanti raggiunti in linea d?aria rispetto a quello di attraversamento del fiume sono stati di 9,2 km per M1 e di 9,9 km per M2. La direzione e alcune delle traiettorie percorse sono risultate sovrapponibili per i due individui. Le convergenze di eventi che emergono dai risultati, raccolti a distanza di un anno, suggeriscono una certa obbligatorietà nei percorsi che potrebbe essere dovuta sia alla struttura territoriale che alla densità della popolazione di volpi (stimata tramite conteggio delle tane attive in 10-12 individui in periodo primaverile e in 27-30 individui in periodo autunnale). Si ipotizza una certa stabilità dei territori degli individui residenti, che emerge anche dall?uso di alcuni siti di riposo diurno comuni per M1 e M2 e dal continuo vagare di M2 in un?ampia area, anche 3 mesi dopo la dispersione. Il lavoro è stato svolto in collaborazione con la Stazione Biologica ?Isola della Cona? (SBIC) e con la Cooperativa Ecothema. Si ringraziano tutti i volontari che hanno reso possibile la raccolta dati.

L'oca selvatica Anser anser è stata reintrodotta nei ripristini ambientali dell'Isola della Cona (Staranzano -Gorizia) tra il 1990 e il 1995 con lo scopo di formare una colonia nidificante che svolgesse un ruolo ecologico nel mantenimento di praterie umide e fungesse anche da attrazione di soggetti in migrazione (Utmar e Perco 1995; Perco et al. 1998). Come previsto, alla popolazione residente attualmente si aggregano nei mesi invernali e durante la migrazione pre-riproduttiva oche provenienti da altre zone, prevalentemente originari delle aree dell'Europa centrale. Dopo un periodo iniziale di scarso successo riproduttivo, nullo in alcuni anni (Utmar in Parodi 1999), si è verificato dal '99 un netto incremento della popolazione nidificante. La stessa tendenza positiva è stata rilevata per gli stormi che utilizzano la Riserva naturale in inverno. Area di studio: L'Isola della Cona è situata nella parte centrale della Riserva Naturale della Foce dell'Isonzo, ed è caratterizzata da una porzione di territorio agricolo (circa 50 ha), restaurato come zona umida. Il rimodellamento ed il riallagamento del sito hanno avuto luogo in due riprese, nel 1989-90 (circa 30 ha) e nel 1999 (altri 20 ha). Il primo intervento consiste nella creazione di uno stagno con canneti, bosco, isolotti e 6.5 ha di prati umidi con filari di tifa. Il secondo consiste in 15 ha di praterie rase, semiallagate e stagni temporanei. L'area è attrezzata con un percorso schermato ed attrezzato per i visitatori. Materiali e metodi: Le oche sono state monitorate con cadenza mensile e nel periodo riproduttivo con cadenza almeno bisettimanale. Per valutare la consistenza della popolazione locale sono stati considerati i censimenti nel periodo marzo-giugno; al fine di evitare il disturbo non sono stati cercati i nidi ma si è preferito effettuare conteggi diretti dei pulli. Il periodo di studio va dal 1999 al 2004. Nella primavera del 2004 sono stati marcati con anelli colorati 49 soggetti (11 adulti e 38 pulli). L'abbondanza della popolazione svernante è stata determinata con i conteggi massimi dei mesi di dicembre e gennaio, dall'inverno 95/96 a quello del 04/05.