November 2018
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Cittadini e tecnologia per sviluppare un'identità di territorio che guarda al futuro Per anni il concetto di Smart City è rimasto legato alla visione "futuristica" di una città completamente immersa nella tecnologia (quello che oggi si chiama "Internet of Things"): molti sensori e dispositivi elettronici pensati per monitorare, analizzare e prevedere il contesto urbano. Immediatamente il pensiero si focalizza sui temi principali, più chiacchierati, che da anni sono gli obiettivi mai affrontati davvero in modo radicale in molte città italiane: la riduzione dell'inquinamento, lo sviluppo di una mobilità sostenibile, la produzione e la gestione dell'energia elettrica a livello locale, una migliorata capacità nella raccolta e nella gestione dei rifiuti in un'ottica sempre più improntata al riciclo e un Ambiente Urbano in cui gli stessi edifici "sostenibili" (che in ottica Smart City possiamo definire Smart Buildings) contengono impianti gestibili dal telefonino e da pannelli di controllo. L'idea di Smart City ha coinciso per anni con l'idea di "Città Tecnologica", tralasciando completamente il vero elemento fondamentale della città: il cittadino, la persona che abita e fa vivere l'Ambiente Urbano e che tramite azioni e relazioni lo modifica e lo trasforma nel tempo. Ma si è andati oltre: da quando esiste questo concetto di "città intelligente", si è pensato di mettere da parte l'uomo come persona attiva e fattiva del luogo che abita, mettendo al centro dell'attenzione la tecnologia. Sensori, telecamere, dispositivi per la ricarica di veicoli, hot spot wifi, isole e info point digitali, sistemi di car e bike sharing sono solo alcuni dei sistemi digitali impiantati nelle nostre città: sistemi graditissimi dai turisti più evoluti, ma meno dai nostri cittadini italiani che ad oggi non sono stati dotati di strumenti per creare una mentalità digitale e tanto meno una competenza necessaria all'uso. Ma c'è di più, solo in rari casi si è pensato di capire se tali sistemi smart fossero davvero necessari agli utilizzatori, o se non potessero essere modificati e migliorati per adattarli meglio all'Ambiente Urbano in cui venivano inseriti. Molto spesso infatti, si tratta di progetti "trapiantati" da altre città europee, perché in tali Ambienti Urbani hanno riscosso successo, ma nessuno si è mai