May 2015
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Scopo di questo contributo è osservare la funzione seminale della censura nella street creativity e gli spostamenti dei confini tra lecito e illecito nei complessi rapporti tra censorship e creatività nell’ambiente urbano. Sono prese in considerazione tutte le produzioni iconografiche eseguite nello spazio pubblico, commissionate e non commissionate, qualunque siano i supporti prescelti e le tecniche di esecuzione, e prescindendo da ogni giudizio estetico e artistico. Lo studio è basato su pezzi osservati in varie città d’Italia, Francia, Germania e Inghilterra nel 2014. Si prendono in considerazione la loro precisa collocazione, i motivi raffigurati e/o espressi e le motivazioni dei loro autori, quando sono note. Vari tipi di censura spingono i doers a esprimersi per strada: anzitutto la regolamentazione dell’occupazione visiva dell’ambiente urbano, le ingiunzioni e i divieti che emanano dai media autorizzati a occupare tale ambiente. I doers denunziano inoltre le menzogne delle autorità politiche, tramite rappresentazione delle verità censurate o azioni di artivism. All’origine del gesto espressivo di strada si trovano inoltre l’impulso trasgressivo, la volontà di comunicare con la gente e, soggiacente, la consapevolezza della caducità della vita.