Nell'introduzione di La mente cosciente David Chalmers distingue due diversi problemi inerenti lo studio della coscienza: l'Easy problem, che comprende tutte quelle spiegazioni della coscienza e dei meccanismi neurali ad essa relati che si basano sui principi della fisica classica, ma che non riescono a dar ragione dell'esperienza soggettiva della coscienza (coscienza fenomenica); l'Hard problem,
... [Show full abstract] che è relativo alla spiegazione degli aspetti qualitativi e soggettivi dell'esperienza cosciente, che sfuggono ad un'analisi fisicalista e materialista. Questo paper inizia con la descrizione di tre modelli della coscienza fondati sui presupposti della fisica classica, e cioè il modello proposto da Antonio Damasio, quello di Gerald Edelman e Giulio Tononi ed, infine, il modello proposto da Francisco Varela. Questi modelli sembrano collocarsi su un continuum localizzazionista: il modello di Damasio cerca di individuare gli specifici siti neurali nei quali è collocata la coscienza, quello di Edelman vede la coscienza come un processo globale coinvolgente tutto il cervello e, infine, il modello di Varela considera la coscienza come una qualità distribuita in tutto l'organismo, in particolare nella sua interazione con l'ambiente. Terminata l'analisi dei modelli "classici", si passa poi all'analisi dei modelli quantistici della coscienza, basati su presupposti diversi da quelli della fisica classica. Applicando come criteri di selezione dei modelli quantistici la loro falsificabilità sperimentale e la loro compatibilità con le caratteristiche dei sistemi biologici, si è giunti a selezionare, ai fini della verifica sperimentale, due soli modelli, quello proposto da Luigi Fantappié e quello di Chris King. E' da notare che questi due modelli hanno la peculiarità di unire la meccanica quantistica con la relatività ristretta.