ArticlePDF Available

Il corpo oltre la tecnologia Educare al movimento

Authors:
  • Università Telematica Pegaso & Università Vanvitelli

Abstract

Sommario Il corpo umano è una manifestazione tangibile dell'essere, in tutte le sue dimensioni. Educare al movimen-to significa, pertanto, guidare l'individuo verso un'esplorazione attiva del proprio essere, e sensibilizzarlo a un'attenzione ai segnali che il corpo emette, migliorando la comprensione di sé e dell'ambiente. Tuttavia, la cultura contemporanea, segnata dall'uso pervasivo della tecnologia, promuove uno stile di vita sedentario e riduce le interazioni dirette, distanziando le persone dalla loro natura corporea intrinseca. In particolare, le nuove generazioni tendono a sviluppare identità più virtuali e simboliche, spesso scollegate dalla realtà fisica. Nonostante le evoluzioni tecnologiche, la natura corporea dell'essere umano rimane centrale, soprattutto durante le fasi evolutive. L'esplorazione del movimento aiuta i bambini a integrare il proprio corpo come parte essenziale del sé, sviluppando un senso di unità fondamentale per agire e interagire nel mondo soprattutto ove si fonde reale e virtuale. Questo richiede un'innovazione nell'educazione alla motricità, con una rinnovata attenzione all'integrazione tra corpo e mente. La metodologia Sincrony emerge come un approccio promet-tente, offrendo strumenti per ricollegare l'individuo alla sua dimensione corporea e rispondere efficacemen-te alle sfide moderne, specialmente per i bambini, enfatizzando l'importanza di una motricità consapevole e integrata.
Il corpo oltre la tecnologia
Educare al movimento
Arianna Fogliata1 e Mariapia Mazzella2
Sommario
Il corpo umano è una manifestazione tangibile dell’essere, in tutte le sue dimensioni. Educare al movimen-
to significa, pertanto, guidare l’individuo verso un’esplorazione attiva del proprio essere, e sensibilizzarlo a
un’attenzione ai segnali che il corpo emette, migliorando la comprensione di sé e dell’ambiente. Tuttavia, la
cultura contemporanea, segnata dall’uso pervasivo della tecnologia, promuove uno stile di vita sedentario e
riduce le interazioni dirette, distanziando le persone dalla loro natura corporea intrinseca. In particolare, le
nuove generazioni tendono a sviluppare identità più virtuali e simboliche, spesso scollegate dalla realtà fisica.
Nonostante le evoluzioni tecnologiche, la natura corporea dell’essere umano rimane centrale, soprattutto
durante le fasi evolutive. L’esplorazione del movimento aiuta i bambini a integrare il proprio corpo come parte
essenziale del sé, sviluppando un senso di unità fondamentale per agire e interagire nel mondo soprattutto
ove si fonde reale e virtuale. Questo richiede un’innovazione nell’educazione alla motricità, con una rinnovata
attenzione all’integrazione tra corpo e mente. La metodologia Sincrony emerge come un approccio promet-
tente, offrendo strumenti per ricollegare l’individuo alla sua dimensione corporea e rispondere efficacemen-
te alle sfide moderne, specialmente per i bambini, enfatizzando l’importanza di una motricità consapevole e
integrata.
Parole chiave
Embodied cognition, educazione motoria, metodo Sincrony, tecnologia, corporeità.
1 Università telematica Pegaso & Università Vanvitelli.
2 Università di Cassino e del Lazio Meridionale.
© Edizioni Centro Studi Erickson, Trento, 2024 — Corpo, Società, Educazione
Vol. 1, n. 1, luglio 2024
doi: 10.14605/CSE112401 — pp. 23-38
Corrispondenza: Arianna Fogliata — e-mail: fogliataarianna@gmail.com
The body beyond technology
Education Movement
Arianna Fogliata1 and Mariapia Mazzella2
Abstract
The human body is a tangible manifestation of being in all its dimensions. Educating about movement, there-
fore, means guiding the individual towards an active exploration of their own being, and sensitizing them to
the signals emitted by the body, thus enhancing self-understanding and environmental awareness. However,
contemporary culture, marked by pervasive technology use, promotes a sedentary lifestyle and reduces di-
rect interactions, distancing people from their intrinsic bodily nature. Particularly, newer generations tend to
develop more virtual and symbolic identities, often disconnected from physical reality. Despite technologi-
cal advancements, the corporeal nature of humans remains central, especially during developmental stages.
Movement exploration helps children to integrate their body as an essential part of themselves, developing
a fundamental sense of unity crucial for acting and interacting in the world where real and virtual converge.
This necessitates innovation in motor education, with renewed focus on the integration of body and mind.
The Sincrony methodology emerges as a promising approach, providing tools to reconnect the individual to
their bodily dimension and effectively respond to modern challenges, especially for children, emphasizing the
importance of conscious and integrated motor skills.
Keywords
Embodied cognition, motor education, sincrony method, technology, corporeality.
1 Università telematica Pegaso & Università Vanvitelli.
2 2Università di Cassino e del Lazio Meridionale.
© Edizioni Centro Studi Erickson, Trento, 2024 — Corpo, Società, Educazione
Vol. 1, Issue 1, July 2024
doi: 10.14605/CSE112401 — pp. 23-38
Correspondence: Arianna Fogliata — e-mail: fogliataarianna@gmail.com
25
Introduzione
Nel contesto culturale odierno, l’indagine sul ruolo e sulla significatività del
corpo umano si trova al centro di una trasformazione notevole, segnata dall’in-
tegrazione sempre più marcata tra l’essere umano e la tecnologia. Tale scenario,
di portata inedita, sollecita un’esplorazione ampia e interdisciplinare delle basi
storiche, filosofiche, psicologiche e pedagogiche che delineano il nostro rappor-
to con il corpo, per guidarci attraverso le complesse sfide introdotte dalla cosid-
detta era postumana. In questo post-umanesimo, forse prologo Nietzschiano
quindi, il corpo non è più inteso solo come entità biologica ma come ibrida, le
estensioni tecnologiche possono modificarne le funzioni e le capacità in carica
di un incremento perfomativo (Talovic e Aleksandar, 2020; Rignani, 2019; Tello,
2020). In questa concezione il corpo, trascurato da un lato e sopravalutato
dall’altro nell’esplicazione di prestazioni implementate, riflette oggi il tentativo
di superare la fragilità ontologica che ha tradizionalmente caratterizzato l’esse-
re umano. Attraverso la tecnologia, si cerca di trascendere i limiti fisici e di
reinventare l’essenza stessa dell’umanità, sfidando le concezioni tradizionali di
identità, abilità e condizione corporea (Vigna, 1996; Tuncel, 2020). Ma il corpo,
strumento costitutivo dell’umano non si è modificato con il trascorrere dei se-
coli, rimanendo caratterizzato da limite intrinseco che né è però opportunità
generando esso stesso condivisione, appartenenza e fornendo i tratti relaziona-
li atti alla crescita. Il bambino è il suo corpo e attraverso esso apprende a sotto-
lineare il ruolo essenziale del movimento che, negli anni scolastici, può essere
sostenuto dall’educazione fisica, che ne è a supporto, anche come sostegno ai
delicati processi di acquisizione della conoscenza, sia per lo sviluppo individua-
le ma anche come espressione dell’identità collettiva (Opdebeeck, 2014; Pareja,
2012; Correia Nascimento e Silva, 2018). Già Aristotele, con la sua interpretazio-
ne del movimento come manifestazione di potenzialità in atti concreti, gettò le
basi per una visione complessa dell’essere, in cui la dualità di mente e corpo era
concepita come una fusione inscindibile. Tale visione trovò una risonanza e
un’espansione sintomatica nel pensiero di Rousseau, per il quale l’educazione
fisica rappresentava un mezzo rilevante non solo per la salute fisica ma anche
come fulcro dello sviluppo morale e cognitivo dell’individuo (Aristotele, 350 a.c.;
Quintas, 2017). Il corpo, pertanto, si rivelò fin dagli albori come fulcro essenzia-
le nell’ambito dell’educazione, costituendo un ponte tra la dimensione fisica,
cognitiva e morale (Dias e Lima, 2012). La transazione successiva tra i fonda-
menti classici e illuministi collegò il movimento alla crescita fisica, cognitiva ma
anche morale, al XIX secolo, ha segnato un importante salto per la scienza pe-
dagogica grazie alle innovazioni di pensatori come F. Fröbel, M. Montessori e R.
Steiner. Pionieri del pensiero educativo che introdussero l’idea pionieristica che
l’apprendimento potesse avvenire, in modo più efficace, attraverso il movimen-
Il corpo oltre la tecnologia
26
to e-o il gioco, radicando profondamente l’educazione all’esperienza vissuta e al
concetto di corpo come cardine dell’apprendimento. Questi pensatori, pur par-
tendo da premesse differenti infatti, riconoscevano e affermavano il valore in-
trinseco dell’azione e del corpo nell’esperienza diretta e percettiva, eleggendoli
a veicoli primari di conoscenza, anticipando, per certi versi, le moderne teorie
sull’apprendimento esperienziale (Montessori, 1912; Frobel e Froebel, 2003;
Steiner, 2009). Dewey, riformista, ha ulteriormente espanso questo orizzonte,
enfatizzando l’importanza dell’esperienza e dell’interazione attiva del corpo con
e nell’ambiente per il processo educativo. Per questo autore l’educazione non si
limitava di fatto a trasmettere conoscenze ma doveva essenzialmente equipag-
giare l’individuo con tutte quelle competenze atte a contribuire a un mondo in
perpetuo cambiamento. Nella sua visione l’adattabilità, la curiosità e il pensiero
critico erano competenze chiave, che il movimento prima e l’educazione fisica
poi avrebbe potuto e dovuto stimolare (Dewey, 1938; Moreira Chaves e Simoes,
2017). Negli anni ’50 e ’60 dall’attività di ricerca di studiosi quali Le Boulch,
Aucouturier e Lapierre hanno introdotto importanti contributi, sebbene ognuno
dalla propria prospettiva teorica, riguardo l’idea di inscindibilità di corpo e men-
te e della conseguente concezione educativa della corporeità come integrazione
di aspetti cognitivi, affettivi e relazionali (Le Boulch, 1971; Aucouturier, 1984;
Lapierre, 2001). Nel corso del XX secolo, il dibattito sull’educazione e sullo svi-
luppo umano si è arricchito di nuove prospettive, pensatori e discipline che
hanno ulteriormente posto il corpo al centro della riflessione didattico-pedago-
gica. Da L. Vygotsky, che enfatizzava l’interazione sociale, come motore dello
sviluppo cognitivo, a J. Piaget, che identificava nell’azione fisica una chiave
fondamentale del processo di apprendimento nei bambini, emerge un quadro in
cui il movimento si configura come elemento essenziale non solo per lo sviluppo
cognitivo ma anche per quello sociale ed espressivo dell’individuo (Piaget, 1952;
Vygotsky, 1978; Biesta et al., 2010; Azevedo e Gonçalves, 2007). Da queste rifles-
sioni nacquero critiche ai sistemi educativi tradizionali degli anni ’60 e ’70,
portate da pensatori come P. Freire e I. Illich. Anche le neuroscienze con i con-
tributi di A. Damasio e O. Sacks, hanno ulteriormente accentuato l’importanza
dell’esperienza corporea e l’importanza del suo insegnamento sottolineando la
necessità di riformare i metodi educativi tradizionali. Il corpo, quindi, non solo
come fondamento per l’apprendimento, ma anche nella formazione dell’identi-
tà personale e della coscienza (Rodríguez, 2023). Successivamente con l’emer-
gere delle teorie sull’autopoiesi di F. Varela e H. Maturana, il corpo è stato ele-
vato a protagonista attivo nella costruzione della realtà, evidenziando una reci-
proca interdipendenza tra l’individuo e l’ambiente che lo circonda. Questa
concezione ha trovato eco nelle metodologie educative proposte da L. Malaguz-
zi e E. Pikler, le quali hanno promosso il movimento spontaneo e attento ai ritmi
personali come strumento di crescita, ribadendo il ruolo del corpo come fonda-
Corpo, Società, Educazione — Vol. 1, n. 1, luglio 2024
27
mentale nell’educazione dei minori per l’espletamento dei processi d’integrazio-
ne cognitivo-emotivi (Rodriguez et al., 2019). Questa ampia concettualizzazione
del ruolo del corpo nel secolo scorso ha trovato ulteriore proseguo nel pensiero
contemporaneo, figure come R. Braidotti e D. Haraway che hanno approfondito
la ri-concettualizzazione del corpo, accentuando la sua interconnessione con la
tecnologia e la biopolitica, discutendo come i confini tra umano, non umano e
tecnologico si stiano sfumando, influenzando profondamente la nostra compren-
sione dell’identità e del corpo (Van Ingen, 2016; Rodríguez, 2022; Van der Zaag,
2016). Quest’ultime riflessioni contendono le tradizionali concezioni di corpo e
identità umana, sollecitando una profonda riflessione, poiché ove gli scenari
appaiono mutevoli, il corpo inevitabilmente, tende a trasformarsi, acquisendo
nuovi significati. Il futuro appare quindi demarcato da possibili ibridazioni e
nuove forme di esistenza che vanno ben valutate soprattutto nelle fasi di cresci-
ta (Dansac, 2023). I cambiamenti repentini che hanno portato all’attuale era,
infatti, hanno teso verso una distorsione delle modalità di sperimentazione fisi-
ca tra bambino e mondo, intaccando alla base il concetto di apprendimento fin
oggi teorizzato. Dall’ essere un corpo attraverso il quale conoscere, all’avere un
corpo da implementare (Oliveira, 2014). La presenza massiva di schermi, di di-
spositivi digitali e tecnologici hanno ulteriormente reso spesso frammentata
l’esperienza corporea, alterandola. Ergo si teorizza la necessità di aggiornare e
ripensare gli approcci pedagogici esistenti in funzione dell’evidenza: la vita quo-
tidiana è sempre più sedentaria, le occasioni di conoscenza diretta e sensoriale
del mondo tendono a diminuire, mentre aumenta l’utilizzo delle tecnologie di-
gitali, frammentando le esperienze e sottolineando l’esigenza di implementare
un corpo adeguato alle nuove realtà (Bissonnette, 2016). Tale mutamento, è
massivamente evidente nelle fasi di crescita di bambini e adolescenti, e potreb-
be compromettere oltre l’acquisizione delle abilità motorie, anche lo sviluppo di
competenze cognitive e sociali indispensabili da sempre sottolineate e delineate
dalle menti brillanti che ci hanno preceduto (Garcia e Merino, 2012; 2020; Stanley
Jones e Cliff, 2014). La riduzione delle attività motorie spontanee, unita a una
diminuzione delle interazioni fisiche con l’ambiente, potrebbe compromettere
lo sviluppo integrale dell’individuo, poiché il corpo umano, nella sua dimensione
di movimento, è veicolo di esperienza sensoriale, apprendimento cognitivo e
interazione sociale (Hillman Erickson e Kramer, 2008). In questo contesto quin-
di, il corpo assume una duplice valenza: da un lato, dimenticato nella veste di
sperimentatore degli effetti di uno stile di vita sempre più immobile e mediato
tecnologicamente; dall’altro, elemento unico per contrapporsi a tali tendenze,
attraverso la riattivazione della sua capacità intrinseca di muoversi, percepire e
interagire (Katzmarzyk, 2010). Riportare il corpo ad essere baluardo dell’educa-
zione e dell’apprendimento potrebbe essere sostanziale per preservare la salute
fisica e promuovere uno sviluppo equilibrato (Tomporowski et al., 2008). Per-
Il corpo oltre la tecnologia
28
tanto, è dal corpo che si potrebbe ripartire, valorizzandolo come fulcro dell’e-
sperienza educativa (Smith, 2021). Questa disamina si propone di evidenziare la
necessità di riportare il corpo alla sua essenza, sottolineando il ruolo fondamen-
tale dell’educazione motoria come strumento privilegiato per incoraggiare la
pratica fisica nei giovani. È il contesto, che rende manifesta l’impellente neces-
sità di investigare e implementare approcci pedagogici innovativi che privilegino
il movimento intenzionale, la coordinazione fine e l’interazione consapevole con
l’ambiente materiale. Questi approcci sono intesi a favorire un ampliamento
delle capacità umane che siano radicati nell’essenza stessa dell’essere, anziché
basarsi su acquisizioni esterna. Inoltre, il concetto di un ‘corpo postumano’
presuppone che tale entità abbia raggiunto una completa maturazione e una
profonda connessione con la propria interiorità. Allo stesso modo, il fruttuoso
impiego delle tecnologie dipende essenzialmente dalla nostra capacità di utiliz-
zarle con una consapevolezza acuta. In assenza di tale preparazione e consape-
volezza, il tentativo di superare i limiti naturali mediante l’adozione di ausili
tecnologici si rivelerebbe non solo vano, ma potenzialmente dannoso, assimila-
bile al forzare un veicolo di piccola cilindrata a prestazioni ben oltre i propri li-
miti progettuali (Ricci Moreno e Cozzani, 2023). Solo quindi lavorando nel
corpo e col corpo, si potrebbe abilitare l’individuo a navigare con discernimento
nel tessuto sempre più complesso delle società contemporanee, facendo della
tecnologia un alleato senza però perdere di vista l’essenzialità dell’esperienza
umana, radicata nella corporeità e nella relazionalità diretta, per vivere una vita
equilibrata e pienamente realizzata (Best, 2010).
Tecnologia e identità corporea
Il termine embodiment è un termine introdotto in filosofia della mente per
superare il dualismo cartesiano che sosteneva la separazione di una sostanza
tangibile, il corpo, rex extensa, da una non-tangibile, la mente, rex cogitans, e
tale processo, condizione di base del nostro essere-nel-mondo, ci ha portato, nel
corso dell’evoluzione, allo sviluppo della coscienza che abbiamo del nostro
corpo. Una soluzione ragionevole è quella di assumere che l’embodiment sia
una condizione necessaria per il darsi della consapevolezza corporea. Galla-
gher e Zahavi affermano che è semplicemente un dato di fatto che siamo incarnati,
che le nostre azioni e percezioni dipendono dal fatto che siamo dotati di un corpo, e
che la cognizione prende forma grazie alla nostra esistenza corporea (Gallagher e
Zahavi, 2008). La consapevolezza del proprio corpo, propriocezione, insieme
all’apprendimento delle abilità motorie, consente al bambino di sviluppare
altresì l’autocontrollo su diversi livelli: motorio, percettivo e cognitivo (Sab-
badini, 2005). Questo processo implica una maggiore capacità di organizzare
Corpo, Società, Educazione — Vol. 1, n. 1, luglio 2024
29
il proprio corpo, pianificare e controllare i movimenti, integrare le varie parti
corporee, sviluppare abilità visuo-spaziali ed esprimere emozioni attraverso il
corpo (Ayres e Muratori, 2012). Attraverso l’integrazione sensoriale, le espe-
rienze corporee e l’acquisizione di competenze motorie, cognitive, comunica-
tive, linguistiche ed emotive, il bambino costruisce una rappresentazione del
proprio Sé corporeo. Daniel Stern, focalizzandosi sull’aspetto interpersonale,
ha identificato diverse dimensioni del Sé all’interno della complessa organiz-
zazione psichica umana, concependo il Sé come un’organizzazione soggettiva
delle esperienze personali che coinvolge il corpo, le emozioni e le intenzioni,
e lo considera un principio guida dello sviluppo. Questa rappresentazione, che
comprende la propriocezione, non è statica ma si modifica costantemente in
base agli input sensoriali e ai modelli interni (Tsakiris, 2010). Come sottolinea
ugualmente Schilder, la rappresentazione del Sé corporeo cambia continuamente
in relazione alle circostanze emotive dell’individuo (Schilder, 1992). Ergo l’impiego
delle tecnologie e il mutamento culturale esercitando un’influenza profonda
sul corpo contribuiscono altresì alla formazione del Sé. Questi elementi, ormai
sono divenuti una costante nell’ambiente in cui dimoriamo, permeano la nostra
quotidianità con ineluttabile assiduità. Il pericolo in cui possiamo incorrere
risiede nel distacco delle tecnologie e dei mutamenti culturali dallo scopo
per cui sono stati originariamente concepiti: la produttività e la crescita. Non
possiamo permettere che esse influenzino negativamente il benessere psico-
fisico, poiché ciò comporterebbe un fallimento nell’adempimento della loro
finalità primaria. Sfortunatamente, l’uso è sempre più pervasivo e precoce,
videogiochi e smartphone, unitamente alle piattaforme virtuali di comunicazio-
ne, stanno esercitando un impatto considerevole sullo sviluppo psicocorporeo
individuale. Le conseguenze di questo fenomeno, sia positive che negative, non
sono ancora completamente comprese. Diversi fattori indicano nondimeno
la necessità di prestare attenzione e cautela, poiché esistono rischi potenziali
da valutare. Innanzitutto, c’è un aspetto quantitativo che potrebbe disturbare
l’equilibrato sviluppo del Sé corporeo e portare a possibili problemi di salute.
L’uso intensivo delle tecnologie digitali, specialmente dei videogiochi e della
messaggistica, promuove l’uso della motricità fine e la velocità esecutiva,
riducendo contemporaneamente l’impiego di movimenti più lenti e ampi, im-
portanti per l’elaborazione delle esperienze. Inoltre, la velocità richiesta dalle
tecnologie può stimolare l’asse dello stress, con possibili effetti negativi a breve
e lungo termine come disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, ansia
ed eccitazione. Tuttavia, è particolarmente importante considerare gli aspetti
qualitativi di queste esperienze e i loro effetti a lungo termine. La sostituzione
delle relazioni reali, corporee ed emotive con quelle virtuali, specialmente du-
rante l’età evolutiva, potrebbe compromettere lo sviluppo relazionale, emotivo
e corporeo essenziale nelle prime fasi della vita.
Il corpo oltre la tecnologia
30
Educazione motoria come possibile sostegno per l’Embodied Cognition
La tecnologia, quindi, pur offrendo vantaggi innegabili in termini di accessibi-
lità all’informazione e alla comunicazione, per come viene spesso utilizzata, sta
contribuendo a creare una realtà in cui il movimento fisico e la propriocezione,
soprattutto, hanno assunto un ruolo secondario. Se tale fatto può essere negativo
in età adulta può essere nocivo nelle fasi di crescita. Il risultato infatti potrebbe
essere un pericoloso allontanamento dall’esperienza corporea e dalla cognizione
incarnata, che rappresenta il processo attraverso il quale il corpo partecipa atti-
vamente alla costruzione della conoscenza e dell’esperienza umana (Gibbs, 2006;
Rodríguez Fernández-Balboa e Murros, 2019). Le teorie dell’embodied cognition
sottolineano come il nostro pensiero, la nostra conoscenza e la nostra interazione
con il mondo siano profondamente radicati nelle nostre esperienze corporee, non
digitali (Shapiro, 2019). In questo scenario, l’educazione motoria, si configura come
una disciplina potenzialmente rilevante per permettere agli individui, soprattutto
in età scolare, il mantenimento di una relazione il più possibilmente equilibrata
con il proprio corpo e il proprio movimento, non come esperienza meramente
accessoria, ma centrale e implicata nel processo di conoscenza (Ceciliani, 2018;
Shapiro, 2011). In questo quadro concettuale, anche alcune evidenze provenienti
dalle neuroscienze educative rivelano come l’attività fisica non solo, sia beneficiaria,
ma anche promotrice dello sviluppo di strutture neurali essenziali per l’elaborazio-
ne cognitiva, migliorando funzioni quali attenzione, memoria di lavoro e capacità
esecutive, soprattutto nei soggetti in età evolutiva (Becker, McClellan e Reed, 2019).
Inoltre, ulteriori ricerche hanno evidenziato il potenziale dell’educazione motoria
nel promuovere l’apprendimento scolastico, indicando come questa possa influen-
zare positivamente non solo le prestazioni accademiche ma anche il rapporto degli
studenti con l’ambito scolastico e il loro stato di benessere psicosociale (Fedewa
e Ahn, 2011). L’assimilazione dell’educazione motoria nel curriculum scolastico
emerge, quindi, come una strategia fondamentale per favorire un approccio attivo
alla vita e sostenere lo sviluppo complessivo degli studenti. Adottando metodo-
logie didattiche incentrate sul movimento, gli insegnanti hanno l’opportunità di
stimolare gli allievi verso una maggiore esplorazione e interazione con l’ambiente,
sfruttando la propensione innata all’attività fisica per arricchire l’esperienza edu-
cativa e promuovere la socializzazione (Poitras et al., 2016).
Educazione fisica innovativa: metodologia Sincrony integrazione tra corpo
e mente
L’integrazione della metodologia Sincrony nell’ambito dell’educazione mo-
toria rappresenta un’evoluzione possibile e arricchente nell’approccio pedago-
Corpo, Società, Educazione — Vol. 1, n. 1, luglio 2024
31
gico, collegando all’atto pratico la teoria dell’embodied cognition con la pratica
educativa motoria (De Bernardi, 2008). Questo approccio, infatti, non solo
ribadisce il ruolo dominante del movimento nell’apprendimento, ma enfatizza
anche la necessità di un’esperienza diretta del corpo nell’ambiente e il bisogno
di consapevolezza del corpo nell’azione. L’applicazione pratica di questo modello
educativo si manifesta attraverso metodi didattici che promuovono l’attenzione,
la propriocezione, la visione periferica e l’analisi profonda dei movimenti cor-
porei, creando un ambiente di apprendimento dinamico, interattivo e mirato
(Renshaw et al., 2010; Wang, 2012). La metodologia Sincrony, quindi, si distingue
per il suo approccio contemporaneo all’educazione fisica, che va oltre la sem-
plice esecuzione meccanica dei movimenti o alla performance, per abbracciare
un apprendimento insito nella percezione e nell’esperienza diretta. Questo
metodo, come evidenziato dalle ricerche di Ackerley e colleghi (2022) e Repetto
e colleghi (2021), sottolinea l’importanza della consapevolezza propriocettiva
nell’esecuzione dei gesti, offrendo ai praticanti strumenti per comprendere non
solo come, ma perché i movimenti vengono eseguiti in un certo modo. Aiutan-
do così una riconnessione tra la mente, sempre più utilizzata e il corpo sempre
meno ascoltato. Questo aspetto è fondamentale non solo per la riscoperta di
una sfera attentiva posta sul propriocettivo come luogo d’essere, ma anche per
riposizionarci rispetto a un’armonia fisica, psico-cognitiva e biologica al fine di
generare armonia, indispensabile per la sana crescita. Armonia, dal greco, signi-
fica aderire, unire, collegare ed è questo che, attraverso esercizi motori speci-
ficatamente studiati, Sincrony permette di fare sia, tra i vari segmenti corporei
in movimento, sia tra cognizione e corpo (Ambretti, Desideri e Fogliata, 2023).
Tale integrazione fa sì che le componenti somatiche e quelle più prettamente
cognitive si incontrino nel corpo unitario, ed è questo che genera e prelude al
senso del Sé, dell’unità che sta alla base della coordinazione e di questa armonia
corporea (Louven, 1997). All’interno dell’era postumana, quindi, il metodo Sin-
crony si posiziona come un bastione innovativo contro l’alienazione dal proprio
corpo, che la pervasività tecnologica può spesso causare, se male integrata o
abusata soprattutto nelle fasi evolutive. Questo approccio, fornendo strumenti
pratici funge da amplificatore dei benefici che l’attività motoria può garantire
sui giovani contrastando l’analfabetismo motorio a più livelli. Ad esempio, l’e-
videnza scientifica che associa la pratica del multitasking a un deterioramento
della capacità di attenzione e, a un aumento della fatica visiva, segnala un cam-
panello d’allarme che può essere gestito e mitigato da lavori corporei strutturati
per aumentare la capacità di visione periferica e di attenzione diffusa ad essa
correlata (Loh e Kanai, 2016; Sheppard e Wolffsohn, 2018). Similmente, anche
la compromissione della propriocezione e l’alterazione del pattern respiratorio
dovute a uno stile di vita sedentario possono essere mitigate attraverso strate-
gie e allenamenti corporei mirati. (Proske e Gandevia, 2012; Ma et al., 2017; De
Il corpo oltre la tecnologia
32
Berdardi et al., 2024). Inoltre l’enfasi su una rieducazione alla propriocezione
e a un pattern respiratorio consapevole, non solo risponde alle necessità fisica
d’integrazione, ma apre anche a una connessione più intima e consapevole con
il proprio Sé, indispensabile per la sana crescita (Casolo e Mari, 2014). Questo,
permette di combattere lo squilibrio e la frammentazione tipiche dell’esperienza
contemporanea, nella speranza di riportare l’individuo a una percezione di Sé
come entità unica e integrata, capace di interagire armonicamente con il mondo
circostante. Affrontare la sfida di mantenere un senso di umanità attraverso la
radicalizzazione di sensi nel corpo, come mezzo per riappropriarsi dell’esperienza
umana autentica, arricchendo la vita quotidiana con una maggiore presenza e
consapevolezza, del qui e dell’adesso. Ciò comporta uno sforzo, verso approcci
educativi mirati a un’esplorazione profonda della sensorialità, della percezione
spaziale, della coordinazione e dell’equilibrio, viste non solo come abilità mo-
torie ma come vie per accedere a una comprensione più integrata di noi stessi
e dell’ambiente che ci circonda. Attraverso questo processo, la tecnologia viene
riconfigurata da dominante a strumentale, una risorsa tra molte all’interno del
vasto repertorio dell’esperienza umana. L’obiettivo non è rifiutare la tecnolo-
gia, ma riscoprire e valorizzare le capacità umane che essa non può replicare
o sostituire, e utilizzarla in modo che le supporti e le arricchisca, piuttosto di
atrofizzarle (Halioua et al., 2022).
Educazione fisica interdisciplinare
Nel contesto dell’attuale, era postmoderna, l’idea di un’umanità potenziata
attraverso la tecnologia solleva interrogativi fondamentali riguardo le caratte-
ristiche dell’essere umano e l’importanza della sua vulnerabilità. Mentre le pro-
spettive di Rendtorff e Kemp (1998) e la Dichiarazione di Barcellona sottolineano
la vulnerabilità come elemento costitutivo dell’uomo, la crescente enfasi sul po-
tenziamento e sull’autonomia attraverso mezzi tecnologici pone in evidenza una
tensione fondamentale tra l’accettazione della condizione umana e il desiderio
di trascenderla l’importanza del corpo non solo come mezzo di esplorazione e
apprendimento, ma come fondamento dell’essere nel mondo e nella relazione.
Winnicott individuava nello sviluppo corporeo corretto il punto di partenza per
lo sviluppo dell’Io. Per lo studioso per arrivare all’interdipendenza, (necessaria
per un sano sviluppo) ogni individuo deve raggiungere tre obiettivi, ovvero l’inte-
grazione delle diverse parti di sé, la personalizzazione, attraverso cui il bambino
esperisce il suo corpo e da ciò progredisce sentire e creare la relazione d’oggetto,
che permette di distinguere la realtà interna dalla realtà esterna. Dunque, oggi
anche in psicologia si comincia a parlare di Sistemi Integrati vuol dire fare rife-
rimento sia alla necessità di integrazione tra le discipline, sia alla necessità di
Corpo, Società, Educazione — Vol. 1, n. 1, luglio 2024
33
guardare alla persona nella sua interezza. Oggi non ha più senso parlare di duali-
smo, poiché la persona è una, intera, e non suddividibile in aspetti che non sono
separati tra di loro. Medicina e neuroscienze, stanno oggi scoprendo sempre di
più dati che dimostrano in modo inequivocabile questa tesi. Inoltre,
di fronte alle pressioni per un corpo senza limiti, perfezionato e costantemente
esibito, emerge il rischio di una disconnessione dai processi naturali di crescita e
sviluppo, nonché di un’erosione dell’accettazione della propria umanità. Il valore
dell’educazione corporea, in una visione multidisciplinare, pertanto, trascende
la mera fisicità, invitando a considerare il corpo come luogo di sapere, di espe-
rienza e di relazione autentica con sé stessi e con il mondo esterno. In questo
quadro, la pedagogia deve affrontare la sfida di integrare la consapevolezza del
corpo e la sua vulnerabilità come risorse educative, promuovendo un modello
di apprendimento che valorizzi il pensiero incarnato e il riconoscimento della
propria interdipendenza.
Possiamo parlare di evoluzione?
Nella riflessione finale di questa esplorazione multidisciplinare sul e nel corpo,
emerge una questione fondamentale: stiamo realmente assistendo a un processo
evolutivo? O stiamo semplicemente osservando una trasformazione nella maniera
in cui percepiamo e utilizziamo il nostro corpo a causa dell’influenza crescente
della tecnologia? Sicuramente la tecnologia può essere uno strumento potente per
il progresso, ma è importante utilizzarla in modo responsabile e bilanciato, inte-
grandola in uno stile di vita sano che includa anche l’educazione al movimento,
le interazioni sociali e momenti di pausa e riflessione. L’uso eccessivo della tec-
nologia, specialmente quando comporta lunghe sessioni di sedentarietà davanti
a schermi, può influenzare negativamente lo schema corporeo. La mancanza di
movimento e attività fisica può portare a una perdita di propriocezione e a una
diminuzione della capacità di agire e di sentire. L’umanità, si vuole ricordare, ha
sempre trovato nel corpo non solo un limite funzionale, ma anche una fonte di
conoscenza e di connessione con il mondo. Il corpo, in quanto tale, conserva
una saggezza intrinseca che risiede nella sua capacità di percepire, di muoversi,
e di interagire con l’ambiente in modi che la tecnologia non può completamente
replicare o sostituire. Per di più la resistenza del corpo ai cambiamenti imposti
dalla rapidità delle innovazioni tecnologiche solleva il quesito se ciò rappresenti
un segnale che le nostre radici biologiche e le necessità evolutive siano aspetti che
dovremmo cercare di comprendere e rispettare, piuttosto che superare. In questo
contesto, l’educazione al movimento e la riconnessione con la corporeità possono
giocare, secondo gli autori, un ruolo nel bilanciare le interazioni tra tecnologia
e corpo. Nel valutare poi, tali interazioni, è essenziale considerare l’importanza
Il corpo oltre la tecnologia
34
delle fasi evolutive nella crescita umana. Queste fasi, che rappresentano momenti
salienti nella formazione fisica, cognitiva ed emotiva, vanno accolte, tutelate e
preservate. La pedagogia, quindi, e l’educazione motoria poi, hanno forse oggi
il compito, non solo di integrare le nuove tecnologie in modo responsabile, ma
anche di garantire che la centralità del corpo non venga perduta. Educare al
movimento in questo senso non significa solo sviluppare abilità fisiche, ma an-
che promuovere una comprensione più profonda di come il corpo umano possa
servire da ponte tra la conoscenza innata e quella acquisita, tra la realtà interiore
e quella esteriore. Secondo gli autori quindi, la sfida non è tanto quella di supe-
rare i limiti del corpo attraverso la tecnologia, ma di comprendere e valorizzare
il corpo come una fondamentale componente dell’essere umano, essenziale per
la nostra interazione autentica con il mondo, nonostante la tecnologia. Forse,
più che evolvere cambiando la natura del nostro corpo, dovremmo aspirare a
evolvere nel modo in cui viviamo con e nel nostro corpo, riconoscendo e rispet-
tando la sua complessità e centralità nella nostra esistenza. Questo, secondo gli
autori, implica un rinnovato impegno nel promuovere pratiche educative, come
il metodo Sincrony, che rispettino e valorizzino la corporeità nell’esperienza
umana, essenziale non solo per la crescita evolutiva individuale, ma anche per il
benessere collettivo nella società.
Bibliografia
Ackerley R., Samain-Aupic L. e Ribot-Ciscar E.
(2022), Passive proprioceptive training alters
the sensitivity of muscle spindles to imposed
movements. «eNeuro», vol. 9, n. 1. https://
dx.doi.org/10.1523/ENEURO.0249-21.2021
Ayres A.J. e Muratori F. (a cura di) (2012), Il bam-
bino e l’integrazione sensoriale. Le sfide na-
scoste della sensorialità, Roma, Giovanni Fio-
riti Editore. ISBN 978-8895930381
Ambretti A., Desideri G. e Fogliata A. (2023),
Praxeology, inclusion, and teaching: A field
study, «Journal of Inclusive Methodology and
Technology in Learning and Teaching», vol. 3,
n. 4, pp. 1-11.
Ambretti A., Fogliata A. e Martiniello L. (2023),
Impact of centering in physical education on
adolescents: A transdisciplinary approach to
well-being, «APA Journal of Inclusive Metho-
dology and Technology in Learning and Tea-
ching», vol. 3, n. 4, pp. 1-9.
Ardizzone P. (2008), ICT e didattica dell’educazio-
ne motoria. In P. Ardizzone e P.C. Rivoltella (a
cura d), Media e tecnologie per la didattica,
Milano, Vita e Pensiero, pp. 218-223.
Aslaiev T.S. e Aslaiev, S.T. (2023), The influence of
physical culture on self-esteem. https://dx.doi.
org/10.58351/230119.2023.56.32.003
Aucouturier B. (1984), La pratique psychomotrice.
Reéducation et thérapie. Doin, Paris. Trad.it.
La pratica psicomotoria. Rieducazione e tera-
pia, Armando Editore, Roma, 1986.
Azevedo A.A. de e Gonçalves A.S. (2007), Re-
flexões acerca do papel da re-significação
do corpo pela educação física escolar, face
ao estereótipo de corpo ideal construído
na contemporaneidade, «Conexões», vol.
5, n. 1. https://dx.doi.org/10.20396/CONEX.
V5I1.8637980
Becker J.B., McClellan M.L. e Reed B.G. (2019), Sex
differences, gender and addiction, «Journal
Corpo, Società, Educazione — Vol. 1, n. 1, luglio 2024
35
of Neuroscience Research», vol. 95, nn.1-2,
pp. 136-147. https://doi.org/10.1002/jnr.23963
Best J.R. (2010), Effects of physical activity on
children’s executive function: Contributions
of experimental research on aerobic exerci-
se, «Developmental Review», vol. 30, n. 4, pp.
331-351. https://doi.org/10.1016/j.dr.2010.08.001
Biesta G. (2010), Ranciere, public education and
the taming of democracy. Educational philo-
sophy and theory, vol. 42, nn. 5-6. https://doi.
org/10.1111/j.1469-5812.2010.00694.x
Bissonnette S. (2016), The Sedentary Society: Un-
derstanding the impact of physical inactivity
on public health, Springer.
Braidotti R. (2013), The Posthuman, Cambridge,
UK, Polity Press.
Casolo F. e Mari G. (2014), Pedagogia del movi-
mento e corporeità, Milano, Vita e Pensiero.
Ceciliani A. (2018), From the embodied co-
gnition to the embodied education in the
physical and sports sciences, https://dx.doi.
org/10.6092/ISSN.1825-8670/8424
Ceciliani A. (2018), Embodied cognition and physi-
cal education: A new perspective for teaching,
«Journal of Physical Education Research»,
vol. 5, n. 2, pp.1-12.
Cheung P., Cheung T.T. e Hall K. (2019), Screens
and teens: The impact of screen time on
physical health, Amsterdam, Elsevier.
Cheung W.C. (2019), Merging motor and cognitive
development, «Palaestra», vol. 33, n. 3.
Correia E., Nascimento W.R.S. e Silva V.A. (2018),
Contextualização das abordagens do currícu-
lo de educação física para uma reflexão a re-
speito do corpo no contexto cultural. https://
dx.doi.org/10.29380/2018.12.13.07
Damasio A. (1994), Descartes’ error: Emotion,
reason, and the human brain, New York, NY,
Putnam.
Dansac Y. (2023), When the «spiritual» expe-
rience is felt through and within the body:
Somatic pedagogy and identity transforma-
tion in Morbihan, «Anthropologica», vol. 65,
n. 1. https://dx.doi.org/10.18357/anthropologi-
ca65120232600
De Bernardi (2008), Sincrony: educare al movi-
mento, Milano, Red Edizioni.
De Bernardi F., Fogliata A e Garassino A. (2024),
Multifunctional role of the diaphragm: Bio-
mechanical analysis and new perspectives, «
MOJ Sports Medicine», vol. 7, n. 1, pp. 9-13.
DOI: 10.15406/mojsm.2024.07.00155
Dewey J. (1938), Experience and Education, New
York, NY, Macmillan.
Dias M. e Lima R.M. (2012), Cognitive stimula-
tion through physical activities in elderly
women: Examining an intervention propo-
sal. «Revista Brasileira de Geriatria e Ge-
rontologia». https://doi.org/10.1590/S1809-
98232012000200015
Fedewa A.L. e Ahn S. (2011), The effects of physi-
cal activity and physical fitness on children’s
achievement and cognitive outcomes: a me-
ta-analysis, «Research Quarterly for Exercise
and Sport», vol. 82, n. 3, pp. 521-535. https://
doi.org/10.1080/02701367.2011.10599785.
Frobel F. e Froebel F. (2003), Pedagogics of the
Kindergarten: Ideas Concerning the Play and
Playthings of the Child (illustrated, revised
ed.), Forest Grove, Oregon, University Press
of the Pacific.
Gallagher S. e Zahavi D. (2008), The phenomeno-
logical mind: An introduction to philosophy
of mind and cognitive science (2nd ed. ), New
York, NY, Routledge.
García V. e Merino M. (2012), Research, deve-
lopment, and firm growth: Empirical evi-
dence from European top R&D spending
firms, «Research Policy», vol. 41, n. 6, pp.
1084-1092. https://doi.org/10.1016/j.re-
spol.2012.03.017
García V. e Merino M. (2020), Motor, play and
special needs in primary education, «ESHPA
– Education, Sport, Health and Physical Acti-
vity», vol. 4, n. 3, pp. 340-348. doi: http://doi.
org/10.5281/zenodo.411825
Geng Da, Xingli Zhang e Jiannong Shi. (2015),
The development of fine motor skills and
its relation to cognitive development in
young children. https://dx.doi.org/10.3724/
SP.J.1042.2015.00261.
Gibbs R.W. (2006), Embodiment and cognitive
science, Cambridge, UK, Cambridge Univer-
sity Press.
Il corpo oltre la tecnologia
36
Gracía D. e Álvaro J. (2006), Le abilità psicomoto-
rie come alternativa per rivendicare l’impor-
tanza del corpo e del movimento per lo svi-
luppo umano, «Gioco Pedagogico», vol. 2, n.
11. https://doi.org/10.17227/ludica.num11-7660
Halioua R., Wyssen A., Iff S., Karrer Y., Seifritz E.,
Quednow B.B. e Claussen M.C. (2022), Asso-
ciation between muscle dysmorphia psycho-
pathology and binge eating in a large at-risk
cohort of men and women, «Journal of Ea-
ting Disorders», vol. 10, n. 1, p. 109.
Haraway D. (1991), Simians, cyborgs, and women:
The reinvention of nature, New York, NY,
Routledge.
Hillman C.H., Erickson K.I. e Kramer A.F. (2008),
Be smart, exercise your heart: Exercise effects
on brain and cognition, «Nature Reviews
Neuroscience», vol. 9, n. 1, pp. 58-65. https://
doi.org/10.1038/nrn2298.
Katzmarzyk P. (2010), Physical activity, sedentary
behavior, and health: Paradigm paralysis or
paradigm shift?, «Diabetes», vol. 59, n. 11, pp.
2717-2725.
Lapierre A. (2001), Dalla psicomotricità relaziona-
le all’analisi corporea della relazione, Roma,
Armando Editore. (Original work published
2001). ISBN: 9788883581717
Le Boulch J. (1971), Vers une science du mouve-
ment humain. Introdution à la psychocineti-
que, ESF, Paris. Trad. it. Verso una scienza del
movimento umano. Introduzione alla psicoci-
netica, Armando Editore: Roma, 1975.
Leão Urrego L. (2007), Apuntes sobre la enseñan-
za de la historia de la educación física: su arti-
culación con la sociología y la epistemología
en la formación de educadores corporales,
https://dx.doi.org/10.17227/LUDICA.NUM12-
7670
Loh K.K. e Kanai R. (2016), How has the internet
reshaped human cognition?, «Neuroscienti-
st», vol. 22, n. 5, pp. 506-520.
LouvenA. (1997), Il linguaggio del corpo, Feltrinelli,
Milano.
Ma X., Yue Z.Q., Gong, Z.Q., Zhang H., Duan N.Y.,
Shi Y.T., Wei G.X. e Li Y. F. (2017), The effect
of diaphragmatic breathing on attention:
Negative affect and stress in healthy adults,
«Frontiers in Psychology», vol. 8, n. 874.
Maturana H.R. e Varela F.J. (1980), Autopoiesis
and cognition: The realization of the living,
Dordrecht, Reidel Publishing Company.
Montessori M. (1912), The Montessori Method,
New York, NY, Frederick A. Stokes Company.
Moreira W.W., Chaves A.D. e Simões, R. (2017),
Corporeidade: uma base epistemológica para
a ação da Educação Física, «Corporeity: An
Epistemological Basis for Physical Education
Action».
Nóbrega T.P. (2005), What is the place of the body
in education? Notes on knowledge, cognitive
processes and curriculum, «Education & So-
ciety», vol. 26, n. 91, pp. 647-667. https://dx.doi.
org/10.1590/S0101-73302005000200015.
Oliveira V.J.M. de. (2014), Infância líquida, crianças
traduzidas, identidades híbridas: reflexões
sobre a educação física na educação de
crianças, «Conexões», vol. 12, n. 3, pp. 48-63.
https://dx.doi.org/10.20396/CONEX.V12I3.2162
Opdebeeck H. (2014), Posthumanism. A critical
essay, « Etica & Politica / Ethics & Politics»,
vol. 16, n. 2, pp. 1056-1078. https://dx.doi.org/1
0.1080/21692327.2014.965924
Piaget J. (1952), The origins of intelligence in
children, New York, NY, International Univer-
sities Press.
Poitras V.J., Gray C.E., Borghese M.M., Carson V.,
Chaput J.P., Janssen I., Katzmarzyk P.T., Pate
R.R., Connor Gorber S., Kho M.E., Sampson
M. e Tremblay M.S. (2016), Systematic review
of the relationships between objectively me-
asured physical activity and health indicators
in school-aged children and youth, «Applied
Physiology, Nutrition, and Metabolism», vol.
41, n. 6 (Suppl. 3), pp. 197-239. https://doi.
org/10.1139/apnm-2015-0663
Proske U. e Gandevia S.C. (2012), The propriocep-
tive senses: Their roles in signaling body sha-
pe, body position and movement, and muscle
force, «Physiological Reviews», vol. 92, n. 4,
pp.1651-1697.
Quintas A. (2017), Illustrated empiricism and the
birth of modern bodily pedagogy, pp.109-111.
Corpo, Società, Educazione — Vol. 1, n. 1, luglio 2024
37
Renshaw I., Chow J., Davids K. e Hammond J.
(2010), A constraints-led perspective to un-
derstanding skill acquisition and game play: A
basis for integration of motor learning theo-
ry and physical education praxis?, «Physical
Education and Sport Pedagogy», vol. 15, n. 2,
pp.117-137.
Repetto C., Mathias B., Weichselbaum O. e Mace-
donia M. (2021), Visual recognition of words
learned with gestures induces motor reso-
nance in the forearm muscles, «Scientific
Reports», vol. 11, n.1. https://dx.doi.org/10.1038/
s41598-021-96792-9
Ricci F., Casson Moreno V. e Cozzani V. (2023),
Natech accidents triggered by heat wa-
ves, «Safety», vol. 9, n. 2, 33. https://dx.doi.
org/10.3390/safety9020033
Rignani O. (2019), Between the Middle Ages, the
contemporary, and the future: (Towards) a
trans-post-humanist body, «Journal of Lite-
rature and Art Studies», vol. 9, n. 10. https://
dx.doi.org/10.17265/2159-5313/2019.10.004
Rodríguez H.M. (2023), Personas, conciencia cor-
poral e identidad personal en Kant. https://
dx.doi.org/10.5209/kant.88493
Rodríguez A. (2022), Review of Rosi Braidotti’s.
Posthuman feminism, «Journal of Emer-
ging Trends in Educational Research and
Policy Studies», vol. 32, n. 2. https://dx.doi.
org/10.55613/jeet.v32i2.118
Rodríguez, A., Fernández-Balboa, J.-M. E Muros B.
(2019), The role of physical education in the
promotion of embodied cognition, «Journal
of Sport and Health Research», vol.11, n. 2,
pp. 201-212.
Rodríguez A., Riaño M.A., García, P.G., Marin C. e
Sarría Martínez de Mendivil Í. (2019), Image
classification methods applied in immersive
environments for fine motor skills training
in early education. https://dx.doi.org/10.9781/
ijimai.2019.10.004
Sacks O. (1985), The man who mistook his wife
for a hat and other clinical tales, New York,
NY, Summit Books.
Sabbadini L. (2005), La disprassia in età evolutiva:
criteri di valutazione ed intervento. Volume
12, Springer. ISBN 978-88-470-0328-6
Schilder A. (1992), Auditor independence:
A real issue?, «Business Ethics: A Eu-
ropean Review», vol. 1, n. 4. https://doi.
org/10.1111/j.1467-8608.1992.tb00221.x
Shapiro L. (2011), Embodied cognition, New York,
NY, Routledge.
Shapiro L. e Stolz S.A. (2019), Embodied co-
gnition and its significance for educa-
tion, «Theory and Research in Educa-
tion», vol. 17, n. 1, pp. 19-39. https://doi.
org/10.1177/1477878518822149.
Sheppard A.L. e Wolffsohn J.S. (2018), Digital eye
strain: Prevalence, measurement and amelio-
ration, «BMJ Open Ophthalmology», vol. 3,
n. 1, e000146.
Smith J. (2021), Body-centered education: Redi-
scovering the role of the body in learning,
«Journal of Educational Psychology», vol.
115, n. 3, pp. 456-468. https://doi.org/10.1037/
edu0000123
Stanley R.M., Jones R.A. e Cliff D.P. (2016), Incre-
asing physical activity among young children
from disadvantaged communities: study
protocol of a group randomised controlled
effectiveness trial, «BMC Public Health», vol.
16, n.1095. https://doi.org/10.1186/s12889-016-
3743-0
Steiner R. (2009), Common sense Volume 1. An
introduction to the pedagogy and didactics
of the Waldorf School (3rd ed. ), Anthropo-
sophic Press.
Strom K. (2017), Research on the impact of
technology on policing strategy in the 21st
Century. Final Report. (Document Number:
251140). https://dx.doi.org/10.57161/r2023-03-
04
Tsakiris M. (2010), My body in the brain: A neu-
rocognitive model of body-ownership,
«Neuropsychologia», 48, n. 3, pp. 703-712.
https://doi.org/10.1016/j.neuropsycholo-
gia.2009.09.034
Talovic A. (2020), Towards the posthuman here
and now: Posthumanism as a philosophy
of our time, «KULT_online», vol. 61 (April).
https://doi.org/10.22029/ko.2020.1028
Tello C. (2020). Posthumanismo. Contornos de
una herramienta epistemológica (I), «Actio-
Il corpo oltre la tecnologia
38
nova», vol. 4, n.19. https://dx.doi.org/10.15366/
actionova2020.4.019
Tomporowski P.D., Davis C.L., Miller P.H. e Naglie-
ri J.A. (2008), Exercise and children’s intelli-
gence, cognition, and academic achievement.
«Educational Psychology Review», vol. 20, n.
2, pp.111-131. https://doi.org/10.1007/s10648-
007-9057-0.
Tuncel Y. (2020), Philosophical Posthumanism,
«Philosophical Posthumanism», Bloomsbu-
ry Academic, pp. 85-102. https://dx.doi.
org/10.5040/9781474236829.ch-005.
Pareja I. D. (2012), Teoría y práctica de la educa-
ción física, «Theory and Practice of Physical
Education».
Van der Zaag A.C. (2016), On posthuman subjec-
tivity, «Feminist Review», vol. 113, n. 1, pp.
60-76. https://dx.doi.org/10.1080/17530350.2
015.1040436
Van Ingen M. (2016), Beyond the nature/culture
divide? The contradictions of Rosi Braidotti’s,
«The Posthuman. Critical Horizons», vol. 17,
n. 2, pp. 260-277. https://dx.doi.org/10.1080/14
767430.2016.1211371.
Vayer P. (1971), L’enfant face au monde: A l’âge des
apprentissages scolaires, Paris, Doin. Trad.it.,
Educazione psicomotoria nell’età scolastica,
Armando Editore, Roma, 1974.
Vigna C. (1996), Sostanza e relazione. L’idea di
persona, Milano, Vita e Pensiero, pp. 175-203.
Vygotsky L.S. (1978), Mind in society: The deve-
lopment of higher psychological processes,
Cambridge, MA, Harvard University Press.
Wang J. (2012), Connecting theory to practice: Ef-
fective ways of teaching motor learning course
for undergraduate physical education students,
«International Journal of Physical Education,
Fitness and Sports», vol. 1, n. 4, pp. 22-27.
Corpo, Società, Educazione — Vol. 1, n. 1, luglio 2024
ResearchGate has not been able to resolve any citations for this publication.
Article
Full-text available
This study explores the complex role of the diaphragm, traditionally considered essential in respiratory physiology, expanding understanding of its multifunctionality. Beyond respiratory mechanics, the diaphragm contributes to postural stabilization, lumbar support, and regulation of intra-abdominal pressure (IAP). By analyzing the diaphragm's eccentric contraction, we introduce two innovative concepts: "Diaphragm Antagonist Muscles" (DAM) and "Centration". DAM represents an evolution of the abdominal belt concept, integrating the pelvic floor and lower posterior trunk muscles. This muscular synergy is vital for respiratory dynamics and functions such as posture and integrity of the musculoskeletal, pressure, and postural systems. Centration, proposed as a conscious modulation skill of IAP, activates a neurophysiological interaction between the diaphragm, lower posterior trunk muscles, and the pelvic floor, revealing new implications of the diaphragm in sports, health, and kinesiological contexts.
Article
Full-text available
Dans le Morbihan, un département français situé en Bretagne, les pratiques qui visent à la découverte de « soi » par l’intermédiaire des mégalithes locaux sont nombreuses. Les dispositifs que ces pratiques fournissent sont censés permettre au pratiquant de développer de nouvelles relations entre « soi et soi » et entre « soi et l’Autre », en utilisant son corps et ses sens comme des facteurs essentiels à une transformation identitaire. Au sein de ces pratiques, les acteurs sont invités à s’investir dans un parcours d’apprentissage sensoriel et à cultiver leur attention corporelle en se concentrant sur leur corps et leurs sensations, au moment de s’approcher des mégalithes et de les toucher. Dans cet article, j’analyse les processus d’apprentissage somatique et de transformation identitaire mis en place au sein de ces pratiques. Plus précisément, je m’arrête sur les trois éléments qui rendent compte de l’efficacité des pratiques et qui construisent le vécu des acteurs : l’apprentissage progressif d’un langage sensoriel, l’interprétation des imaginaires somatiques et l’exécution des techniques corporelles. Mes réflexions théorisées sur ces éléments mettent en exergue les mécanismes qui font de ces pratiques des espaces-temps où les expériences de nature « spirituelle » se manifestent comme des expériences somatiques.
Article
Full-text available
À travers cet article, je souhaite vous présenter une approche pédagogique où le corps est le point nodal de l’expérience dans le domaine de l’accompagnement à l’intime. Le point de départ est un questionnement autour du corps qui m’amène ensuite à vous partager une partie du processus d’incorporation de l’éducation somatique tel que je l’ai vécu, pour ensuite l’adapter à ma pratique d’accompagnatrice à l’intime, aujourd’hui ouverte à un large public, et plus spécifiquement à des femmes en situation de handicap. Il s’agit donc ici de partager comment ma relation au corps a d’une part influencé mon rapport à soi et à l’autre, d’autre part transformé ma conception de l’accompagnement à l’intime, tant dans ma relation avec les personnes accompagnées qu’au niveau de la formation proposée aux équipes pluridisciplinaires.
Article
Full-text available
Natech accidents have an increasing relevance due to the growing number of such events and to their severe consequences. Climate change and global warming are intensifying the occurrence and the magnitude of climate-related natural events, further increasing the risk of cascading sequences triggered by natural disasters impacting industrial installations. The present study focuses on Natech triggered by heat waves. The features of this specific category of Natech events were investigated by past accident analysis, collecting an extended dataset of past events. The dataset analysis allowed the identification of the key factors that characterize these accident scenarios, such as the direct causes, the technological scenario that occurred, the substance categories, and the equipment items more frequently involved. The main direct cause of accidents resulted in an internal pressure increase, exceeding equipment design limits. Fire scenarios represent the most important category of technological scenarios that occurred. Besides equipment items handling liquid and gaseous hydrocarbons, waste storage and processing systems also resulted frequently in accidents, due to the self-decomposition and self-ignition phenomena. The analysis of past accidents also allowed identifying some lessons learned, useful to identify specific actions aimed at preventing and/or mitigating the possible occurrence of these accident scenarios.
Article
Full-text available
Critiques to the universal condition of the human have defied the boundaries of the body and what is meant to be considered as “normal” or “neutral”, prompting the-so-called posthuman turn. This book, written by Rosi Braidotti, elaborates on the thought that “mainstream posthuman scholarship has neglected femist theory” (p. 2), postulating feminist theory as not only a contributor, but also as a precursor of the posthuman turn. Braidotti aims at offering a more sophisticated analysis of the reframing of the human as an embodied and embedded “heterogeneous assemblage” (p. 6), that understands the prismic nature of feminism and builds on a multiple stanpoints emergent from the birth of ecofeminism, feminist studies of technoscience, LGBTQ+ theories, black feminisms, decolonial feminisms, and Indigenous feminisms and that recognises such complexity within the structural socio-economic dynamics and upcoming environmental challenges that shape the subject.
Article
Full-text available
Plain English summary Muscle dysmorphia is a mental disorder in which those affected are constantly preoccupied with being insufficiently muscular. Although there is initial evidence that binge eating may play a role in the clinical presentation of muscle dysmorphia (MD), this has not been investigated. In addition, MD has rarely been studied in women. We conducted a study involving 5905 men (n = 422) and women (n = 5483) using self-report questionnaires to examine the association between binge eating and symptoms of MD. We found that symptoms of MD and binge eating are positively associated. According to our model, two-thirds of women and one-quarter of men at-risk for MD exhibit binge eating. Binge eating episodes should therefore form part of the clinical assessment of MD.
Article
Full-text available
According to theories of Embodied Cognition, memory for words is related to sensorimotor experiences collected during learning. At a neural level, words encoded with self-performed gestures are represented in distributed sensorimotor networks that resonate during word recognition. Here, we ask whether muscles involved in gesture execution also resonate during word recognition. Native German speakers encoded words by reading them (baseline condition) or by reading them in tandem with picture observation, gesture observation, or gesture observation and execution. Surface electromyogram (EMG) activity from both arms was recorded during the word recognition task and responses were detected using eye-tracking. The recognition of words encoded with self-performed gestures coincided with an increase in arm muscle EMG activity compared to the recognition of words learned under other conditions. This finding suggests that sensorimotor networks resonate into the periphery and provides new evidence for a strongly embodied view of recognition memory.
Article
En este trabajo exploraré un concepto de persona en Kant basado en dos rasgos: la unidad de la conciencia y la conciencia de la identidad numérica del cuerpo propio en el tiempo. El motivo para elegir estos rasgos se debe a que tomo como punto de partida la noción de persona de la psicología racional que aparece en la premisa mayor del tercer paralogismo (A361). Me centraré en el segundo rasgo con el fin de mostrar que desde Kant es posible pensar al cuerpo no meramente como objeto, sino como sujeto, i.e., que la conciencia corporal es conciencia de uno mismo. Esto lo explicaré a partir de lo que denominaré la tesis de la corporalidad. Para desarrollar esta tesis me basaré en pasajes de la obra de Kant, así como en consideraciones contemporáneas de conciencia corporal, específicamente la inmunidad al error por falsa identificación.