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Fondazione Scuola di Governo Locale Giandomenico Romagnosi
Presidente: Paolo Graziano.
Responsabile Scientifico dei Quaderni: Paolo Graziano.
Comitato di Redazione: Tiziana Alti, Franco Osculati, Gianluca Pietra,
Raffaella Procaccini, Andrea Zatti, Sabrina Spaghi.
Immagine di copertina: Andrea Vaccari, A7design.
______________________
Quaderno Romagnosi 1/2023, giugno 2023.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e
opportunità.
Autori: Emanuele Cusa, Marta Cusa, Paolo Graziano, Edoardo Slerca,
Andrea Zatti.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
1
INDICE
1. Le comunità energetiche: un profilo giuridico ................................... 3
di Emanuele Cusa
1.1. Premessa .......................................................................................... 3
1.2. Le ragioni della promozione pubblica delle comunità energetiche ...... 4
1.3. Le fonti giuridiche italiane delle comunità energetiche rinnovabili ...... 5
1.4. I requisiti legali delle comunità energetiche rinnovabili ..................... 6
1.5. Il modello organizzativo ideale delle comunità energetiche rinnovabili 9
1.6. Le comunità energetiche rinnovabili nella Regione Lombardia .......... 11
1.7. Le comunità energetiche come imprese potenzialmente sussidiarie,
sostenibili e solidali ............................................................................... 12
2. Le comunità energetiche: il contesto pavese ................................... 14
di Marta Cusa
2.1. Premessa ........................................................................................ 14
2.2. Sfide e opportunità: i risultati di un questionario online ................... 14
2.3. Le iniziative nel contesto pavese ..................................................... 29
2.4. Il punto di vista degli attori locali ..................................................... 34
3. Quale futuro per le comunità energetiche rinnovabili nel contesto
pavese? .............................................................................................. 40
di Marta Cusa, Paolo Graziano, Edoardo Slerca, Andrea Zatti
ALLEGATI ........................................................................................... 42
1. Informazioni aggiuntive iniziative mappate ......................................... 42
2. Schede intervista ................................................................................ 50
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
2
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese:
sfide e opportunità
Autori
1
:
Emanuele Cusa, Marta Cusa, Paolo Graziano,
Edoardo Slerca, Andrea Zatti
1
Emanuele Cusa è Professore associato di Diritto commerciale nel Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali
e Diritto per l'Economia dell'Università di Milano-Bicocca e membro del Comitato Scientifico della Fondazione
Romagnosi http://www.fondazioneromagnosi.it/emanuele-cusa-comitato-scientifico.php
Marta Cusa è laureata magistrale in Economia presso l’Università degli Studi di Padova, diplomata con Master di
II livello presso la Scuola Galileiana di Studi Superiori e collaboratrice della Fondazione Romagnosi.
Paolo Graziano è Professore ordinario presso l’Università degli Studi di Padova e Presidente della Fondazione
Romagnosi http://www.fondazioneromagnosi.it/paolo-graziano.php
Edoardo Slerca è ricercatore presso la Scuola universitaria professionale della svizzera italiana (SUPSI) e
Consigliere di Amministrazione della Fondazione Romagnosi http://www.fondazioneromagnosi.it/edoardo-
slerca-cda.php
Andrea Zatti è Docente di Finanza Pubblica Europea e di Politiche Pubbliche e ambiente presso il Dipartimento
di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia, Consigliere di Amministrazione della Fondazione
Romagnosi http://www.fondazioneromagnosi.it/andrea-zatti-cda.php
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
3
1. Le comunità energetiche: un profilo giuridico.
di Emanuele Cusa
1.1. Premessa.
Oggetto del presente capitolo sono i tratti caratterizzanti una comunità
energetica secondo il diritto italiano vigente.
Le comunità energetiche sono assai di moda in tutto il mondo
2
e,
secondo alcuni, il loro prototipo va fatto risalire alla Società per
l’Illuminazione Elettrica in Chiavenna società cooperativa, fondata nel 1894
e tuttora esistente
3
.
Delle comunità energetiche costituite in Italia tra la fine del XIX e la
prima metà del XX secolo ne rimangono trentuno (le cosiddette cooperative
elettriche storiche)
4
, tutte collocate nell’arco alpino, dopo che nel 1962 il
nostro Stato le decimò con la nazionalizzazione della produzione di energia
elettrica e con la contestuale costituzione dell’Ente nazionale per l’energia
elettrica (ENEL), tollerando la continuazione di imprese elettriche esercitate
da periferiche comunità di utenti in forma di cooperativa.
Oggi le comunità energetiche sono non più solo tollerate, ma addirittura
convintamente favorite dal settore pubblico, come dimostrano le recenti
(febbraio 2023) dichiarazioni del Ministro dell'ambiente e della sicurezza
energetica italiano, secondo il quale, nei prossimi anni, grazie a una serie di
incentivi, potrebbero essere costituite in Italia quindicimila comunità
energetiche
5
.
Se ciò accadrà, sarà una delle più positive conseguenze del cambio di
paradigma intervenuto nelle politiche energetiche dell’Unione europea; in
effetti, essa – dal 2015
6
e, soprattutto, con il Clean Energy Package (grazie al
quale si è riformato l’intero diritto unionale dell’energia tra il 2018 e il 2019) –
ha immaginato che i consumatori energetici domestici (comprensivi degli
2
Si leggano le seguenti pubblicazioni di International Renewable Energy Agency (IRENA, organizzazione
intergovernativa costituita nel 2011 per promuovere l’energia rinnovabile nel mondo), reperibili entrambe in
www.irena.org: Global Renewables Outlook: Energy transformation 2050, Abu Dhabi, 2020, 203; Innovation
landscape brief: Community-ownership models, Abu Dhabi, 2020.
3
Cfr. www.siec-chiavenna.it.
4
Cfr. Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (di seguito ARERA), delibera 24 marzo 2022, n.
116/2022/R/eel.
5
Cfr. www.ansa.it.
6
Cfr. Commissione europea, Comunicazione del 15 luglio 2015 [COM(2015) 339 final], intitolata Un “new deal”
per i consumatori di energia.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
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imprenditori di piccole dimensioni), qualora diventino in modo singolo o
associato anche produttori di energia (cioè prosumers, corrispondente alla
crasi dei termini producer e consumer) da fonti rinnovabili, non solo
consentiranno una produzione energetica più decentralizzata
7
, ma
contribuiranno anche alla riduzione a zero, entro il 2050, delle emissioni nette
di gas a effetto serra.
Il Clean Energy Package introduce nell’ordinamento dell’Unione europea
due forme di comunità energetiche, capaci di aggregare prosumers energetici:
(i) la comunità di energia rinnovabile, regolata nella direttiva 2018/2001/UE
(di seguito CER, anche nell’accezione italiana di comunità energetica
rinnovabile); (ii) la comunità energetica dei cittadini, regolata nella direttiva
2019/944/UE (di seguito CEC e, assieme alle CER, CE).
1.2. Le ragioni della promozione pubblica delle comunità energetiche.
Secondo il legislatore unionale (così come risulta dai considerando
delle direttive 2018/2001/UE e 2019/944/UE, da cui sono tratte le parti
virgolettate di questo capoverso) le CE meritano di essere regolate e
promosse dagli Stati membri dell’Unione, poiché apportano (operando già
in Europa qualche migliaio di imprese sussumibili nei due modelli unionali
di CE) e apporteranno i seguenti sette vantaggi al mercato energetico
europeo: (i) rispondono «ai bisogni e alle aspettative dei cittadini riguardo alle fonti
energetiche, ai servizi e alla partecipazione locale» e consentono loro di prendere
parte direttamente non solo «alla produzione, al consumo o alla condivisione
dell’energia», ma anche «al mercato dell’energia elettrica»; (ii) sono chiamate a
diventare strumenti efficaci di collaborazione tra pubblico e privato nel
settore dell’energia, ottenendosi così sia un «notevole valore aggiunto in termini
di accettazione delle energie rinnovabili a livello locale», sia «l’accesso a capitali privati
aggiuntivi»; (iii) sono capaci di «aumentare l’efficienza energetica delle famiglie e di
7
Secondo la ricerca condotta da CE Deft, The potential of energy citizens in the European Union, 2016 (reperibile
in www.cedelft.eu), gli energy citizens (corrispondenti, nella ricerca appena citata, alle persone fisiche, agli enti
pubblici e alle imprese con meno di 50 dipendenti) che produrranno energia elettrica dovrebbero passare da 12
milioni nel 2015 a 264 milioni nel 2050 (pari a circa la metà della popolazione dell’Unione in quest’ultima data)
e dovrebbero soddisfare il 45% della domanda di energia nell’Unione nel 2050; sempre nel 2050 il 37%
dell’energia elettrica prodotta da energy citizens dovrebbe provenire da enti di diritto privato (tra cui le cooperative
elettriche) che avranno sviluppato progetti energetici collettivi e circa la metà delle famiglie dell’Unione europea
potrebbe produrre energia elettrica individualmente o collettivamente. Invece, nella relazione della Commissione
europea, intitolata Progressi riguardo alla competitività delle tecnologie per l'energia pulita e datata 26 ottobre
2021{COM(2021) 950 final} (reperibile in https://eur-lex.europa.eu), 22, si riporta che nel 2021 v’erano
nell’Unione «almeno due milioni di cittadini europei … impegnati collettivamente in oltre 8.400 comunità
energetiche che dal 2000 hanno realizzato come minimo 13.000 progetti».
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
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contribuire a combattere la povertà energetica mediante la riduzione dei consumi e delle
tariffe di fornitura»; (iv) garantiscono la pluralità e il polimorfismo degli
imprenditori energetici; (v) hanno un «impatto positivo sullo sviluppo a livello
regionale e locale, sulle prospettive di esportazione, sulla coesione sociale e sulla creazione
di posti di lavoro» a livello locale; (vi) hanno caratteristiche funzionali e
strutturali tali da «favorire la diffusione delle nuove tecnologie e di nuovi modi di
consumo, tra cui le reti di distribuzione intelligenti e la gestione della domanda, in maniera
integrata»; (vii) sono sinergiche con «lo sviluppo delle tecnologie decentrate per la
produzione e lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili a condizioni non discriminatorie»
e non ostacolano «il finanziamento degli investimenti nelle infrastrutture».
1.3. Le fonti giuridiche italiane delle comunità energetiche rinnovabili.
Nel prosieguo mi occuperò soltanto delle CER, dovendo essere
agevolato in vario modo solo questo modello di CE dagli Stati membri
dell’Unione europea; dunque, le CER dovrebbero diventare di gran lunga la
forma più diffusa di CE non solo in Italia ma anche in Europa
8
.
L’Italia recepì provvisoriamente la disciplina unionale sulle CER con
l’art. 42-bis del decreto legge n. 162 del 2019, poi attuato con la delibera
ARERA del 4 agosto 2020, n. 318 e con il decreto del Ministro della
transizione ecologica (oggi diventato Ministro dell'ambiente e della sicurezza
energetica; tale Ministro e il relativo dicastero saranno di seguito
denominati MASE). Questa normativa provvisoria – grazie alla quale sono
state accreditate dall’autorità pubblica chiamata a verificare il rispetto dei
requisiti per l’incentivazione delle CER (cioè dal Gestore dei Servizi
Energetici s.p.a., di seguito GSE
9
) pochissime CER
10
– verrà completamente
sostituita con la piena entrata in vigore della disciplina definitiva italiana
sulle CER, costituita dalle seguenti quattro fonti normative:
8
Sul recepimento negli Stati membri della disciplina unionale delle CER cfr. Rescoop.EU, Enabling frameworks
for Renewable Energy Communities. Report on good practices, dicembre 2022 (reperibile in www.rescoop.eu),
mentre per una mappa aggiornata delle comunità energetiche europee (alcune delle quali non sono rispettose delle
definizioni legali di CER e di CEC) si consulti https://energy-communities-repository.ec.europa.eu/energy-
communities/energy-communities-map_en.
9
Il GSE richiede per l’accreditamento delle CER l’osservanza delle Regole tecniche per l’accesso al servizio di
valorizzazione e incentivazione dell’energia elettrica condivisa (reperibili in www.gse.it), ovviamente attuative
della disciplina sovraordinata specificata nel testo; da segnalare che la versione del 4 aprile 2022 di queste Regole
illustra i requisiti per l’accreditamento della CER tenendo conto già del decreto legislativo n. 199 del 2021.
10
Al 31 dicembre 2022 erano state accreditate dal GSE solamente 21 CER con 160 clienti finali come membri,
come risulta da GSE, Energia e clima in Italia. Rapporto trimestrale Q4/2022, maggio 2023 (reperibile in
www.gse.it), 45 s. Esistono però molte altre CER già costituite ma non ancora accreditate. Sull’energia da fonti
rinnovabili prodotta nei comuni italiani cfr. Legambiente, Comuni rinnovabili 2023 (reperibile in
www.legambiente.it).
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
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(i) il decreto legislativo n. 199 del 2021;
(ii) la delibera ARERA del 27 dicembre 2022, n. 727, il cui allegato
corrisponde al Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD);
(iii) il prossimo decreto MASE riguardante anche gli incentivi
riservati alle CER;
(iv) le prossime regole operative del GSE, sulle quali si è appena
conclusa una consultazione aperta dal GSE.
A questa disciplina comune delle CER, in corso di definizione, si è già
affiancata una loro disciplina speciale, oggi contenuta in alcuni decreti
legge approvati a partire dal 2022, volti a prevedere alcune deroghe
giustificate sulla base del soggetto promotore di queste CER (il Ministero
dell’interno, il Ministero della giustizia, il Ministero della difesa, le autorità
di sistema portuale o i loro concessionari, l’Agenzia del demanio).
1.4. I requisiti legali delle comunità energetiche rinnovabili.
La disciplina comune delle CER contiene una serie di requisiti che
possono essere bipartiti a seconda che la CER intenda o non intenda
beneficiare massimamente degli incentivi ad essa riservati.
Agli incentivi statali che qualsiasi CER può ambire di ricevere si
aggiungono quelli, sempre statali, riconoscibili alle CER costituite in comuni
con popolazione inferiore a 5.000 abitanti (in favore delle quali sono stanziati
appositi fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e quelli regionali o
provinciali (sulla base di specifiche norme regionali o provinciali).
La disciplina degli incentivi statali previsti per le CER è contenuta nel già
ricordato prossimo decreto MASE.
Le CER, durante la loro esistenza in forma incentivata, hanno come
interlocutore il GSE, sia per il loro accreditamento e il loro successivo
monitoraggio, sia per l’ottenimento degli incentivi statali.
La CER è tenuta a osservare i seguenti sette requisiti, tutti contenuti nel
decreto legislativo n. 199 del 2021 (da cui sono tratte le parti di seguito
virgolettate):
(i) deve avere come obiettivo principale «quello di fornire benefici ambientali,
economici o sociali a livello di comunità ai suoi soci o membri o alle aree locali
in cui opera la comunità e non quello di realizzare profitti finanziari»; di
conseguenza, una CER non può essere un ente lucrativo (come è
una s.r.l.), anche se può distribuire utili tra i propri membri in
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
7
modo secondario (come può fare una cooperativa a mutualità
prevalente);
(ii) deve essere un autonomo soggetto giuridico (cioè distinto dai propri
membri e con un patrimonio di cui la legge non fissa l’ammontare
minimo) esercente un’impresa energetica, dovendo almeno
produrre energia da fonti rinnovabili non fossili (cioè da «energia
eolica, solare, termico e fotovoltaico, e geotermica, energia dell'ambiente, energia
mareomotrice, del moto ondoso e altre forme di energia marina, energia idraulica,
biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas»); è
ragionevole prevedere che, nella maggior parte dei casi, la CER
produrrà energia elettrica convertendo energia solare mediante
pannelli fotovoltaici
11
; la CER può affiancare alla necessaria
produzione di energia da fonti rinnovabili altre attività, come
«interventi integrati di domotica, interventi di efficienza energetica, nonché offrire
servizi di ricarica dei veicoli elettrici ai propri membri»;
(iii) i suoi membri con diritto di voto possono essere soltanto «persone
fisiche, PMI
12
, enti territoriali e autorità locali, ivi incluse le amministrazioni
comunali, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, quelli del terzo settore
e di protezione ambientale nonché le amministrazioni locali contenute nell'elenco
delle amministrazioni pubbliche divulgato dall'Istituto Nazionale di Statistica»;
da notare che il legislatore italiano consente a una o più «pubbliche
amministrazioni» di controllare le CER, nel senso che tali soggetti
pubblici possono essere legittimati a esercitare la maggioranza dei
diritti di voto nelle CER;
(iv) deve almeno avere la «disponibilità» e il «controllo» (non è pertanto
necessaria la proprietà) dell’impianto o degli impianti di produzione
di energia da fonti rinnovabili; il che consente anche a grandi
imprenditori energetici di fornire propri impianti alla CER, affinché
questa produca energia da fonti rinnovabili;
11
Questo in ragione principalmente delle caratteristiche dei territori in cui saranno costruiti gli impianti di
produzione da fonti rinnovabili. Ad esempio in Germania ci si chiede se le CER produrranno energia elettrica
principalmente sfruttando l’energia eolica.
12
Cioè piccole o medie imprese, secondo i parametri dimensionali stabiliti dall’Unione europea con la
raccomandazione 2003/361/CE della Commissione europea; non può però essere membro della CER la PMI che
abbia come attività almeno principale «la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile»; su quest’ultimo
aspetto, in modo più razionale e chiaro del legislatore statale, l’art. 18-bis, secondo comma, lett. c), legge Provincia
autonoma di Trento n. 20 del 2012 (più volte modificata) stabilisce che possono far parte della CER solamente le
«imprese per le quali il settore energetico non costituisce ambito esclusivo o principale dell'attività economica»;
quest’ultima disposizione potrebbe però essere ritenuta incostituzionale (tenuto conto del precedente costituito da
Corte cost., 23 marzo 2023, n. 48, reperibile in www.cortecostituzionale.it) nella parte in cui consente l’ingresso
nella CER solo alle piccole e non anche alle medie imprese.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
8
(v) i membri della CER devono essere situati nel territorio dei comuni
ove sono ubicati gli impianti di produzione dell’energia sotto la
disponibilità della CER
13
;
(vi) deve avere una struttura che consenta liberamente l’ingresso nella
CER e l’uscita dalla medesima;
(vii) deve utilizzare l'energia autoprodotta «prioritariamente per l'autoconsumo
istantaneo in sito
14
ovvero per la condivisione con i membri della comunità».
Dei requisiti sopra elencati meritano un approfondimento quello relativo
all’energia autoprodotta e condivisa prioritariamente con i membri della CER,
essendo il presupposto per il pagamento, da parte del GSE, del seguente
incentivo pubblico, spettante per vent’anni a qualsiasi CER di diritto comune:
la tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa.
Può accedere a tale tariffa solo la CER che abbia «gli impianti a fonti rinnovabili
che hanno singolarmente una potenza non superiore a 1 MW» ed è incentivata soltanto la
«quota di energia condivisa da impianti e utenze di consumo connesse sotto la stessa cabina
primaria».
Affinché l’energia condivisa sia incentivata, basta che la relativa
condivisione sia virtuale (come è stato precisato da ultimo nel TIAD); ciò
significa che alla CER, per ottenere l’incentivo in parola dal GSE, occorre
rendicontare, su base oraria, la quantità di energia autoprodotta e quella
autoconsumata, quand’anche tutta l’energia autoprodotta fosse venduta a
terzi dalla CER (o dal proprietario dell’impianto) e tutta l’energia consumata
dalla CER e/o dai suoi membri fosse acquistata da soggetti diversi dalla CER;
l’incentivo in parola è infatti calcolato solo sulla quantità di energia
virtualmente consumata che sia uguale o inferiore alla quantità di energia
autoprodotta o, detto altrimenti, l’incentivo è computato sul valore minimo (su
base oraria) tra l’energia elettrica effettivamente immessa in rete e l’energia
elettrica prelevata dai punti di connessione rilevanti per la configurazione della
CER.
Ma, allora, per ottenere più incentivo pubblico possibile, il
dimensionamento ottimale di una CER è quello che massimizza la quantità di
13
La localizzazione dei membri e degli impianti della CER determina effetti diretti sull’organizzazione della CER
come soggetto giuridico e come azienda. Per tale localizzazione si fa riferimento al POD (point of delivery, punto
di fornitura), cioè al punto dove l’impianto di produzione o il contatore del consumatore (nel nostro caso membro
della CER) si connettono alla rete italiana di distribuzione. Tale rete è divisa in zone di mercato (7: Nord, Centro-
Nord, Centro-Sud, Sud, Calabria, Sicilia e Sardegna), a loro volte suddivise in cabine primarie (circa 2.200), a loro
volta suddivise in cabine secondarie (circa 448.000).
14
Cioè consumata dalla CER o dai suoi membri nel momento in cui sia prodotta; si pensi, tanto per esemplificare,
alla possibilità che un membro della CER gestisca una scuola e con la produzione dell’energia autoprodotta dalla
CER sia coperto istantaneamente il fabbisogno energetico di tale scuola.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
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energia condivisa; sicché, in fase di studio di fattibilità della CER, occorre
individuare la capacità tecnica disponibile degli impianti di produzione, la
relativa producibilità dei medesimi su base oraria e la domanda aggregata di
energia su base oraria da parte dei membri della CER.
1.5. Il modello organizzativo ideale delle comunità energetiche
rinnovabili.
La disciplina statale delle CER non è molto chiara e lascia pertanto spazio
a numerose incertezze circa i vincoli da rispettare nel costituire e nel gestire
una CER.
Tra queste incertezze – comunque da risolvere rispettando la gerarchia
delle fonti giuridiche e dunque facendo prevalere il diritto dell’Unione sul
diritto italiano di recepimento – segnalo, a mo’ di esempio, vuoi il supposto
necessario carattere democratico della CER
15
, vuoi il contenuto negoziale
minimale del contratto tra CER e proprietario dell’impianto di produzione che
garantisca in favore della CER la «disponibilità» e il «controllo» di tale impianto.
Di seguito mi soffermo su due delle principali questioni che interessano
a chi voglia costituire una CER: quali sono i possibili modelli organizzativi
offerti dal diritto privato italiano che siano compatibili con i requisiti della
CER? V’è ne uno ideale che, rispettando i molti vincoli legali, sia capace di
rispondere ai molteplici interessi dei membri della CER?
Nello scegliere il modello della CER occorre rammentare che questa
organizzazione è sempre qualificabile come un imprenditore energetico
(quand’anche esternalizzasse molte delle proprie attività economiche) e che la
sua capacità di offrire significativi «benefici ambientali, economici o sociali» ai propri
membri e/o alle proprie comunità di riferimento presuppone una produzione
energetica non bassa (come invece è accaduto per le prime CER costituite in
Italia, con configurazioni normalmente sotto i 20 kW di potenza, di solito in
forma di associazione non riconosciuta, di modo da ridurre al minimo le spese
di costituzione e di gestione della CER).
Segnalo poi che la CER può avere non solo uno spazio di azione assai
ristretto (come quelle costituite fino al 2022, la cui operatività era circoscritta
15
Certamente non richiesto, quando la CER sia controllata da amministrazioni pubbliche, come consente
espressamente il decreto legislativo n. 199 del 2021. A favore del requisito indicato nel testo ricordo E. Cusa,
Sviluppo sostenibile, cittadinanza attiva e comunità energetiche, in Rivista ODC, 1/2020 (reperibile in
www.rivistaodc.eu), 95 s., il quale basa il suo ragionamento sul considerando 71 della direttiva 2018/2001/UE:
«le comunità di energia rinnovabile dovrebbero poter mantenere la propria autonomia dai singoli membri e dagli
altri attori di mercato tradizionali che partecipano alla comunità in qualità di membri o azionisti, o che cooperano
con altri mezzi, come gli investimenti».
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
10
dalla cabina secondaria cui dovevano collegarsi sia l’impianto di produzione
sia i POD di tutti i membri della CER) o assai ampio (potendo oggi la CER
riguardare clienti finali e produttori con punti di connessione ubicati in una
zona di mercato), ma anche una produzione energetica incentivata molto
elevata (potendo gestire un numero illimitato di impianti con potenza unitaria
non superiore a 1 MW).
Come ho sostenuto in altro luogo in base del diritto unionale
16
e tenuto
conto del fatto che la disciplina italiana di recepimento costituisce perlopiù un
calco del diritto unionale, ribadisco che la forma ideale per costituire e gestire
una CER – formata solo da consumatori energetici o anche da prosumers
energetici, solo da soggetti privati o anche da enti pubblici – sia la società
cooperativa a mutualità prevalente (cioè rispettosa degli artt. 2513-2514
codice civile), cui si può aggiungere la qualifica giuridica di società benefit e/o
di impresa sociale; questa organizzazione, infatti, gode almeno dei seguenti
otto vantaggi: (i) è necessariamente imprenditoriale e democratica; (ii) permette
la partecipazione certa di soggetti di diritto pubblico come soci
17
; (iii) non può
perseguire in via principale lo scopo lucrativo; (iv) non si limita a preferire i
soci ai terzi nell’offrire i propri beni e/o servizi energetici ma anche destina in
prevalenza ai soci la sua produzione; (v) può diventare un efficace veicolo per
raccogliere capitale di rischio e di debito, investito non seguendo mere logiche
speculative; (vi) gode di particolari regole (assenti nelle altre forme d’impresa)
per facilitare il rispetto della doverosa apertura della CER in entrata e in uscita
(si pensi, a tacer d’altro, al capitale sociale variabile); (vii) è controllata da un
dicastero (il Ministero delle imprese e del made in Italy) specializzato nel
vigilare e nel promuovere la reale partecipazione dei soci alla vita del relativo
ente (potendo così affiancarsi al GSE nel monitoraggio dei requisiti richiesti
alle CER per godere degli incentivi pubblici); (viii) ultimo, ma non meno
importante, il patrimonio della cooperativa non è appropriabile dai suoi
membri (nemmeno quando la stessa dovesse sciogliersi).
La CER in forma cooperativa, allora, potrebbe diventare un progetto di
energia comunitaria, avendosi dell’energia prodotta in una comunità (intesa
come territorio), da una comunità (intesa come ente produttore governato da
una collettività), per una comunità (intesa come una collettività stabilmente
16
E. Cusa, Sviluppo sostenibile, cit., 108 ss.
17
Rammento, in particolare, il settimo comma dell’art. 4 del Testo unico in materia di società a partecipazione
pubblica, il quale stabilisce che le amministrazioni pubbliche sono legittimate a entrare in società con personalità
giuridica (quali sono le cooperative) «aventi per oggetto sociale prevalente … la produzione di energia da fonti
rinnovabili».
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
11
legata a un territorio)
18
; il che consentirebbe di ottenere tre significativi
obbiettivi: (i) la creazione di una comunità territoriale e non invece una mera
comunità di interessi; (ii) il rafforzamento delle stesse attività economiche della
CER (fissando stabilmente un legame tra la produzione di beni e servizi e i
relativi beneficiari, mettendo così le basi del successo delle CER non solo in
territori periferici ma anche in aree urbane); (iii) la facilitazione della
transizione energetica (dall’energia da fonti fossili all’energia da fonti
rinnovabili), la quale non è solo tecnologica e politica, ma è anche sociale,
comportamentale e culturale.
1.6. Le comunità energetiche rinnovabili nella Regione Lombardia.
Ormai molte Regioni hanno concepito specifiche discipline per favorire
la presenza delle CER (non invece delle CEC) nei loro territori
19
.
Una delle discipline regionali più interessanti in materia è certamente
quella lombarda, attualmente costituita dalla legge regionale n. 2 del 2022,
per ora attuata con quattro deliberazioni della Giunta regionale: (i) la n.
6270/2022 (grazie alla quale è stata approvata un’iniziativa di sostegno alla
costituzione delle CER, cui possono partecipare solamente i Comuni
lombardi, nella forma di manifestazione d’interesse per la presentazione di
progetti di CER, a sua volta attuata con il decreto n. 11097 del 2022,
approvato dalla Direzione Generale Enti Locali, Montagna e Piccoli
Comuni); (ii) la n. 7239/2022 (grazie alla quale è stata individuata l’Agenzia
Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti, di seguito ARIA, come l’ente del
sistema regionale che svolgerà le funzioni della Comunità Energetica
Regionale Lombarda, di seguito CERL, prevista dall’art. 3 della predetta
legge); (iii) la n. 7461/2022 (con la quale è stato prorogato sino al 30 aprile
2023 il termine per la presentazione dei progetti di CER di cui alla
manifestazione di interesse sopra specificata); (iv) la n. 181/2023 (con la
18
Tenuto conto del fatto che la CER può svolgere, anche in via principale, attività ulteriori a quella necessaria di
produzione di energia da fonti rinnovabile, questa organizzazione imprenditoriale può essere multisettoriale; il che
facilita la sua diffusione specialmente nelle aree interne del nostro Paese, molte delle quali sono ad alto rischio di
irreversibile spopolamento. In effetti, in alcuni casi, il solo esercizio di attività energetiche potrebbe pregiudicare
la sostenibilità economica del relativo progetto energetico comunitario, mentre in altri casi le stesse attività
energetiche potrebbero garantire un flusso finanziario adeguato a sostenere altre attività (meno redditizie o
addirittura non economiche, ma) ritenute necessarie per lo sviluppo sostenibile della relativa popolazione
beneficiaria. Come esempi di CER multisettoriali in forma di cooperativa, volte a promuovere un determinato
territorio, si ricordano le CER in forma di cooperativa che sono state costituite nel 2023 nel territorio della
Provincia autonoma di Trento.
19
Sul punto cfr. Politecnico Milano, Electricity Market Report 2022 (reperibile in www.energystrategy.it), 327
ss., aggiornato al settembre 2022, e Nextville, Comunità energetiche. La guida (reperibile in www.nextville.it),
13 s., aggiornato al marzo 2023.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
12
quale è stato da ultimo prorogato sino al 31 maggio 2023 il termine sopra
indicato).
Nei prossimi mesi, dunque, vi sarà certamente un significativo
incremento di CER promosse dai Comuni lombardi, se è vero che al 30
settembre 2022 v’erano solamente 7 configurazioni di autoconsumo diffuso,
tra CER e autoconsumi collettivi, accreditate dal GSE
20
. Tale incremento
avverrà anche in ragione del fatto che le proposte di CER, prossimamente
selezionate dagli uffici regionali, potranno godere non solo del supporto
tecnico (e del successivo monitoraggio) della CERL, ma anche di una
dotazione finanziaria complessiva pari a euro 20.000.000, suddivisi nel
bilancio regionale in euro 10.000.000 sull’annualità 2023 ed euro
10.000.000 sull’annualità 2024.
1.7. Le comunità energetiche come imprese potenzialmente
sussidiarie, sostenibili e solidali.
Nella disciplina italiana delle CER il ruolo promozionale delle
amministrazioni pubbliche è parecchio significativo, sia erogando generosi
flussi finanziari, sia facilitando in vario modo la loro costituzione, sia
entrando nella compagine della CER, sia (addirittura) potendo controllare
la stessa CER.
Questa promozione, quando avviene mediante supporti tecnici e
finanziari regionali, può essere subordinata al rispetto di requisiti
aggiuntivi a quelli statali, volti ad alzare il tasso di meritevolezza del
beneficiario di tali supporti.
Uno degli esempi più significativi in proposito è ancora offerto dalla
Regione Lombardia, la quale richiede alle CER – interessate a essere
selezionate sulla base del sopra ricordato avviso scaduto il 31 maggio 2023
– di avere anche dei tratti solidaristici, non imposti dalla disciplina statale
21
.
In ogni caso, stante questo rilevante supporto pubblico, si ha buon
gioco ad affermare che la CER sia un nuovo modello di collaborazione
pubblico-privato per la transizione ecologica
22
, mentre appare forzato
20
Come è riportato in GSE, Energia e clima in Italia, cit., 45.
21
Secondo l’allegato del citato decreto n. 11097 del 2022, una CER, per poter passare la selezione sulla base della
manifestazione di interesse già rammentata, deve prevedere non solo un «reinvestimento dei benefici economici
in servizi alla collettività», ma anche la «distribuzione degli incentivi a soggetti in condizioni di povertà energetica
e/o vulnerabilità».
22
C. Mari, Le comunità energetiche: un nuovo modello di collaborazione pubblico-privato per la transizione
ecologica, in Fedaralismi.it, 2 novembre 2022 (reperibile in www. www.federalismi.it).
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
13
assimilare le CER alle «comunità di lavoratori o utenti» di cui all’art. 43
Cost.
23
.
Certamente, la CER – in ragione dei suoi tratti organizzativi e funzionali
che affasciano molti, teorici e pratici – ha le potenzialità per diventare un
diffuso strumento di sussidiarietà orizzontale
24
, così implementando
l’ultimo comma dell’art. 118 Cost.
Vedremo se ciò accadrà nei prossimi anni e se le CER italiane ed
europee contribuiranno veramente ad avere un’Unione europea più
sostenibile e solidale.
23
Come invece argomenta T. Favaro, Pubblico, privato e collettivo: la transizione ecologica tra società e
comunità, in Dialoghi dir. econ., aprile 2022, (reperibile in www.dirittobancario.it).
24
Dello stesso avviso è Corte cost., 23 marzo 2023, n. 48, cit., la quale sottolinea come «tanto il legislatore europeo,
quanto quello italiano, esprimano un marcato favor nei confronti delle CER, quali strumenti, ispirati al principio
di sussidiarietà orizzontale, finalizzati alla produzione di energia da fonti rinnovabili e alla riduzione del consumo
di energia da fonti tradizionali».
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
14
2. Le Comunità energetiche: il contesto pavese.
di Marta Cusa
2.1. Premessa.
In questo capitolo si illustra la conoscenza, la diffusione, le sfide e le
opportunità offerte dalle CER nel territorio della provincia di Pavia.
In particolare, nel paragrafo 2.2 sono illustrati i risultati di un
questionario somministrato a tutti i Comuni della provincia per studiare il
livello di conoscenza, di implementazione e le difficoltà riscontrate in merito
alle CER. Nel paragrafo 2.3 viene presentata la mappatura delle iniziative
in atto nel territorio, riportando sinteticamente le caratteristiche di
ciascuna e le principali differenze. Infine, nel paragrafo 2.4 si illustrano le
esperienze al momento di maggiore interesse, per ragioni diverse, che sono
state approfondite con specifiche interviste agli attori rilevanti.
2.2. Sfide e opportunità: i risultati di un questionario online.
Il questionario è stato somministrato telematicamente e le risposte
sono state raccolte nel periodo 29 marzo - 28 aprile 2023.
I Comuni che hanno risposto sono 47 su un totale di 186 (Figura 1).
Di questi, solo 1 è di un referente per un’Unione di Comuni
25
; le rimanenti
riguardano invece singoli Comuni. In totale, il 26% dei Comuni pavesi ha
partecipato all’indagine. Inoltre, si segnala che i rispondenti sono per più
della metà Sindaci, Sindaci vicari o Vicesindaci (25), una piccola parte sono
invece Assessori (4), un’altra, dirigenti e responsabili (8) ed infine un’ultima
è composta da impiegati di vario tipo e consulenti esterni (10). In aggiunta,
si segnala che il campione è piuttosto rappresentativo della distribuzione
territoriale dei comuni, con il 28% dei comuni della Lomellina ad aver
risposto (17 Comuni), il 26% di quelli dell’Oltrepò (18 Comuni e 1 Unione
di Comuni) e il 22% del Pavese (11 Comuni). Anche rispetto al numero di
abitanti degli enti di appartenenza dei rispondenti, il campione risulta
piuttosto rappresentativo, con tassi di partecipazione crescenti
25
Unione dei Comuni Lombarda dell’Oltrepò Centrale (Comuni di Corvino San Quirico, Mornico Losana e Oliva
Gessi). Si sottolinea che la risposta di questo ente è stata considerata come singola risposta e non come tre (una
per ciascun Comune) e che quando nel resto del testo ci si riferisce ai Comuni è incluso anche questo ente.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
15
all’aumentare della numerosità della classe. Ha risposto, infatti, il 23% dei
comuni con una popolazione fino a 999 abitanti, il 24% dei comuni con una
popolazione dai 1.000 ai 4.999 abitanti e il 29% dei comuni con una
popolazione superiore a 5.000 abitanti, ad eccezione delle 3 città maggiori
(Pavia, Vigevano e Voghera) che hanno partecipato tutte all’indagine
(Tabella 1). Pertanto, i risultati qui riportati si riferiscono a enti distribuiti
nel territorio in modo simile alla totalità dei comuni pavesi e con una
numerosità di abitanti comparabile.
Bag
15
35
10
34
11
23
19
40
38
17
42
26
44
43
12
33
16
9
6
32
18
36
13
28
5
31
22
27
24
37
46
4
30
2
20
8
7
21
45
29
25
41
14
47
3
39
Figura 1. Mappa dei rispondenti al questionario.
1=Bagnaria, 2=Breme, 3=Bressana Bottarone,
4=Broni; 5=Castello D'Agogna, 6=Cava Manara,
7=Chignolo Po, 8=Corteolona e Genzone, 9=Cura
Carpignano, 10=Filighera, 11=Fortunago,
12=Frascarolo, 13=Godiasco Salice Terme,
14=Lomello, 15=Mede, 16=Menconico,
17=Montebello della Battaglia, 18=Monticelli
Pavese, 19=Mortara, 20=Pavia, 21=Pinarolo Po,
22=Pizzale, 23=Portalbera, 24=Rea, 25=Retorbido,
26=Rivanazzano Terme, 27=Rognano,
28=Romagnese, 29=Rosasco, 30=San Cipriano Po,
31=San Zenone al Po, 32=Sannazzaro de'
Burgondi, 33=Silvano Pietra, 34=Sommo,
35=Torre Beretti e Castellaro, 36=Torricella
Verzate, 37=Travacò Siccomario, 38=Trovo,
39=Unione dei Comuni lombarda dell'Oltrepò
centrale, 40=Valle Lomellina, 41=Velezzo
Lomellina, 42=Vigevano, 43=Villanova d'Ardenghi,
44=Voghera, 45=Zeccone, 46=Zerbo, 47=Zinasco
1
Nota: il numero associato a ciascun Comune fa unicamente
riferimento all’ordine alfabetico dei Comuni rispondenti.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
16
Tabella 1. Tasso di partecipazione al questionario totale, per area e per numerosità di abitanti.
Tasso di partecipazione totale
26%
Tasso di partecipazione per
area
Lomellina
28%
Oltrepò
26%
Pavese
22%
Tasso di partecipazione per
numerosità di abitanti
0-999
23%
1.000-4.999
24%
5.000+
29%
Pavia, Vigevano, Voghera
100%
L’analisi che qui si riporta è in primo luogo di tipo verticale, ovvero
riguarda i risultati emersi domanda per domanda e, in secondo luogo, di
tipo orizzontale, riguardando cioè l’associazione tra risposte di domande
diverse. Inoltre, si sono analizzate le differenze di risposta sia tra Lomellina,
Oltrepò e Pavese, sia tra le quattro classi di numerosità di abitanti. In
aggiunta, per i comuni dell’Oltrepò è stato osservato se vi fossero differenze
in base all’altitudine dell’ente, basandosi su una suddivisione in tre classi:
pianeggiante, pianeggiante-collinare e collinare-montuoso
26
. Si evidenzia
che tra i rispondenti della Lomellina vi sono quote maggiori di comuni nelle
classi con più elevata numerosità di abitanti. I risultati di maggiore
interesse dello studio di eterogeneità sono riportati in corrispondenza
dell’analisi verticale e si segnala, infine, che le varie domande sono indicate
in corsivo in modo da facilitare la lettura.
Cominciando con l’analisi verticale, 38 rispondenti del campione in
analisi dichiarano di conoscere le CER, corrispondenti all’81% del totale.
Tra chi ha risposto negativamente, tale risposta potrebbe essere dovuta
principalmente alla non competenza in materia: sono infatti 5 su 9 i
rispondenti non Sindaci, di cui 1 tecnico, 2 impiegati, 1 ufficiale d’anagrafe
e 1 responsabile. Si evidenzia, inoltre, che tra chi ha risposto dopo la
proroga della scadenza del questionario vi è una quota maggiore di soggetti
che dichiarano di non conoscerle, pari a 4 su 8.
26
Alla prima classe appartengono: Rea, San Cipriano Po, Portalbera, Pinarolo Po, Bressana Bottarone, Pizzale e
Silvano Pietra (altitudine 63-83 metri). Alla seconda: Broni, Voghera, Montebello della Battaglia, Rivanazzano
Terme, Torricella Verzate e Retorbido (altitudine 88-169 metri). Alla terza ed ultima: Godiasco Salice Terme,
Unione dei Comuni lombarda dell’Oltrepò centrale, Bagnaria, Fortunago, Romagnese e Menconico (altitudine
196-728 metri).
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
17
Tra i fini principali individuati per le CER (Figura 2), la riduzione dei
“costi energetici della propria collettività di riferimento”
27
risulta il
principale, scelto, assieme al più ad altri due, dall’87% dei rispondenti. Il
secondo obiettivo selezionato è l’aumento della “produzione di energia da
fonti rinnovabili”, indicato dal 63% del campione, seguito dal “favorire il
senso di comunità”, scelto dal 45%. Il “creare isole energetiche meno
dipendenti dalla trasmissione centrale”, il “combattere la povertà
energetica” e il “risparmiare energia”, sono scelti via via da un numero
inferiore di persone, con quest’ultimo selezionato da solo 4 soggetti. Emerge
quindi che l’elemento economico è quello maggiormente sentito, seguito da
quello ambientale ed infine da quello sociale.
Questo ordine di preferenza resta pressoché invariato andando a vedere
separatamente le tre aree della provincia. Le uniche differenze che si
segnalano sono una quota maggiore di risposte per la povertà energetica in
Lomellina (indicata da 5
28
rispondenti su 14) e che delle 4 risposte per il
risparmio energetico 3
29
sono in Oltrepò e 1
30
nel Pavese. Vi sono invece
interessanti differenze tra le finalità principali individuate e la classe per
numero di abitanti del comune (Figura 3). I costi costituiscono la
motivazione principale per ciascuna classe, con una quota maggiore per i
27
Si riporta in virgolettato il testo delle risposte al questionario.
28
Mede, Torre Beretti e Castellaro, Travacò Siccomario, Velezzo Lomellina e Vigevano (gli altri ad indicarla, non
della Lomellina, sono Broni e Filighera).
29
Bagnaria, Fortunago e Rea.
30
Trovo.
87%
63%
45%
32%
18%
11%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
costi rinnovabili comunità indipendenza povertà
energetica
risparmio
energetico
Figura 2. Finalità principali attribuite alle CER (possibilità di selezionare al più 3
risposte).
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
18
comuni grandi (sia per la classe 5.000+, che per quella con i tre comuni
maggiori), ma solo la prima e la seconda classe riflettono l’ordinamento
complessivo. Le “rinnovabili”, infatti, hanno un peso significativo solo per i
comuni piccoli (classi 0-999 e 1.000-4.999); la “comunità” ha un peso
maggiore nei comuni grandi (escluse le 3 maggiori città); mentre
l’“indipendenza” è particolarmente sentita dai 3 comuni maggiori.
I contenuti principali della normativa sulle CER sono conosciuti da
circa la metà delle amministrazioni a un livello medio-basso (2 su una scala
di 4), dal 34% a un livello medio-alto (3), dal 17% a un livello basso/nullo
(1) e solo 1 rispondente dichiara un livello alto/massimo (4).
Si riscontrano rilevanti differenze sia tra aree (Figura 4) che tra classi di
numerosità (Figura 5). La Lomellina risulta l’area con una maggiore
conoscenza, con quote via via crescenti di enti all’aumentare del livello e
con circa la metà con un livello medio-alto; il Pavese risulta, invece, quella
con i livelli minori, con quote via via decrescenti e con circa la metà con un
livello basso. Si rileva inoltre che la quota di chi ha una conoscenza medio-
alta o alta è maggiore nelle due classi di comuni con un numero più alto di
abitanti.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0-999 1.000-4.999 5.000+ Pavia, Vigevano, Voghera
costi rinnovabili comunità indipendenza povertà energetica risparmio energetico
Figura 3. Finalità principali attribuite alle CER per numerosità di abitanti del comune.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
19
Inoltre, sempre a riguardo della conoscenza delle CER nel campione,
emerge che la maggior parte dei rispondenti, il 62%, è a conoscenza della
possibilità per i Comuni di essere promotori delle CER senza diventarne
membri. Tuttavia, rimane non trascurabile la quota di chi invece non lo
sapeva, pari al 38%.
Dall’ analisi dell’eterogeneità per area e per numero di abitanti delle
risposte a questa domanda vi sono somiglianze con i risultati della domanda
precedente. Da un lato, emerge che la Lomellina e le aree ad altitudini
maggiori dell’Oltrepò (quella pianeggiante-collinare e quella collinare-
montana) sono maggiormente a conoscenza di questa informazione, con
percentuali maggiori del Pavese rispettivamente di 16 e 12 punti percentuali
(rispettivamente 71% e 67% contro il 55% del Pavese). Dall’altro, questa
informazione è conosciuta più frequentemente tra i comuni più grandi
rispetto a quelli più piccoli. Infatti, i comuni con una popolazione superiore
a 5.000 abitanti e le tre città maggiori hanno rispettivamente percentuali di
conoscenza pari all’83% e al 100%, contro il 58% e il 53% dei comuni con
rispettivamente fino a 999 abitanti e da 1.000 a 4.999.
Continuando con l’analisi verticale, l’interesse dichiarato per la
costituzione di una CER è per la quota maggiore del campione al livello
massimo, 4 in una scala da 1 a 4, e le quote sono via via crescenti
all’aumentare del livello di interesse (Figura 6).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Lomellina Oltrepò Pavese
1=basso/nullo 2=medio-basso
3=medio-alto 4=massimo
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0-999 1.000-4.999 5.000+ Pavia,
Vigevano,
Voghera
1=basso/nullo 2=medio-basso
3=medio-alto 4=massimo
Figura 5. Livello di conoscenza dei contenuti principali
della normativa CER per numerosità di abitanti.
Figura 4. Livello di conoscenza dei contenuti
principali della normativa CER per area.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
20
Si rileva un interesse minore nei comuni del Pavese, dove la quota
maggioritaria non è quella dei rispondenti “4”, bensì quella, a pari merito,
dei rispondenti “3” o “2” (Figura 7). Inoltre, considerando i comuni
dell’Oltrepò in classi diverse in base alla loro altitudine, si riscontra che
sono quelli ad altitudini più elevate ad avere un interesse maggiore. Nella
classe ad altitudine più elevata, infatti, il 50% dei rispondenti indica “4” e
il rimanente 50% “3”. Inoltre, si rileva un interesse crescente all’aumentare
della numerosità di abitanti del comune (senza contare l’ultima classe
costituita dai tre maggiori). Al crescere della numerosità della classe vi è
infatti una quota via via maggiore di rispondenti “4” e una inferiore di
rispondenti “1”, “2” e “3” (Figura 8).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Lomellina Oltrepò Pavese
1 2 3 4
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0-999 1.000-4.999 5.000+ Pavia,
Vigevano,
Voghera
1234
Figura 6. Livello di interesse, su una scala da 1 a 4, per la costituzione di una CER.
Figura 8. Livello di interesse per la costituzione di una
CER per numerosità di abitanti.
Figura 7. Livello di interesse per la costituzione
di una CER per area.
4%
23%
32%
40%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
1=basso/nullo 2=medio-basso 3=medio-alto 4=massimo
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
21
Emerge poi che circa la metà del campione dichiara di non aver attivato
iniziative di informazione/conoscenza sulle CER, il 36% le ha attivate, pari
a 17 comuni
31
, mentre il 13% non sa.
La quota dei “sì” aumenta in Lomellina (7 Comuni su 17) e in Oltrepò
(8 su 19) (Figura 9), soprattutto per i comuni alle altitudini maggiori (4 su
6). Inoltre, si registra una quota maggiore nella classe dei comuni più
piccoli, pari a più del 40%, e in quella dei più grandi (ma non quella dei tre
comuni maggiori), con la metà dei rispondenti (Figura 10).
Rispetto all’intenzione di costituire o promuovere (eventualmente
assieme ad altri Comuni) una o più CER nel biennio 2023-2024, circa la
metà riporta “sì”
32
, la rimanente parte risponde “non so”
33
e solo in due casi
è indicato “no”
34
(Figura 11).
31
Bagnaria, Broni, Chignolo Po, Fortunago, Menconico, Monticelli Pavese, Mortara, Portalbera, Romagnese,
Sannazzaro de’ Burgondi, Silvano Pietra, Sommo, Torre Beretti e Castellaro, Torricella Verzate, Travacò
Siccomario, Valle Lomellina e Vigevano. Questi sono riportati anche nella mappatura al paragrafo 2.3.
32
Bressana Bottarone, Broni, Castello D'Agogna, Cava Manara, Chignolo Po, Filighera, Fortunago, Godiasco
Salice Terme, Lomello, Menconico, Monticelli Pavese, Mortara, Portalbera, Rognano, San Zenone al Po,
Sannazzaro de' Burgondi, Silvano Pietra, Sommo, Torre Beretti e Castellaro, Travacò Siccomario, Valle
Lomellina, Vigevano, Voghera, Zinasco.
33
Bagnaria, Breme, Corteolona e Genzone, Cura Carpignano, Frascarolo, Mede, Montebello della Battaglia, Pavia,
Pinarolo Po, Rea, Retorbido, Rivanazzano Terme, Romagnese, Rosasco, Torricella Verzate, Trovo, Unione dei
Comuni lombarda dell'Oltrepò centrale, Velezzo Lomellina, Villanova d'Ardenghi, Zeccone, Zerbo.
34
Pizzale e San Cipriano Po.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Lomellina Oltrepò Pavese
No Non so Sì
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0-999 1.000-4.999 5.000+ Pavia,
Vigevano,
Voghera
No Non so Sì
Figura 10. Iniziative di informazione sulle CER per
numero di abitanti.
Figura 9. Iniziative di informazione sulle CER
per area.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
22
La quota dei “sì” è maggiore in Lomellina (11 su 17) e nei gruppi di
comuni con numero di abitanti maggiore (5.000+ e Pavia, Vigevano e
Voghera, rispettivamente 4 su 6 e 2 su 3) (Figure 12 e 13). I 2 “no” sono di
due comuni pianeggianti dell’Oltrepò, entrambi con meno di 1.000 abitanti.
Si evidenzia, tuttavia, che le quote significative di “Non so” rendono meno
nette le eterogeneità tra gruppi riportate.
Si rileva inoltre che, tra chi ha intenzione di costituire o promuovere
almeno una CER nel biennio 2023-2024, la maggior parte ha già individuato
nel proprio territorio sia le aree pubbliche o private, sia i propri immobili, in
cui potrebbero essere installati gli impianti di produzione di energia da fonti
rinnovabili, rispettivamente il 79% e l’88% del campione. Su un totale di 24
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Lomellina Oltrepò Pavese
No Non so Sì
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0-999 1.000-4.999 5.000+ Pavia,
Vigevano,
Voghera
No Non so Sì
4%
45% 51%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
No Non so Sì
Figura 11. Intenzione di costituire o promuovere (eventualmente
assieme ad altri Comuni) una o più CER nel biennio 2023-2024.
Figura 13. Intenzione di promuovere/costituire una o più
CER nel 2023-2024 per numerosità di abitanti.
Figura 12. Intenzione di promuovere/costituire
una o più CER nel 2023-2024 per area.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
23
Comuni, solo 1 ha indicato di “non sapere” per entrambe le risposte e 4 di
“no” per la prima (2 nel Pavese, 1 in Oltrepò e 1 in Lomellina) e solo 2 di
questi (1 nel Pavese e 1 in Lomellina) anche per la seconda.
Rispetto alla partecipazione al bando di Regione Lombardia
35
, invece,
tra i rispondenti solo una piccola quota, pari al 15%, dichiara che il proprio
ente di riferimento parteciperà
36
. La maggior parte, pari al 55%, dichiara
invece di non sapere
37
ed è il 30% a rispondere di no
38
.
Si evidenzia che tra chi ha espresso l’intenzione di partecipare al bando
nessun comune è del Pavese. Dei 7 totali intenzionati, infatti, 3 sono in
Oltrepò (e nessuno di questi nell’area pianeggiante) e 4 in Lomellina. In
aggiunta, tali Comuni sono relativamente di più nei gruppi con una
numerosità maggiore: sono 2 su 3 infatti tra Pavia, Voghera e Vigevano, 2
su 6 nella classe 5.000+, 2 su 19 in quella 1.000-4.999 ed infine solo 1 su
19 in quella 0-999. La metà dei “non so”, 13 su 26, è invece nel gruppo di
comuni più piccoli, mentre vi è una quota maggiore di “no” in Oltrepò –
concentrati nell’area pianeggiante – e nei comuni con 1000-4.999 abitanti
(Figure 14 e 15).
35
Si veda paragrafo 1.6.
36
Broni, Menconico, Mortara, Sommo, Valle Lomellina, Vigevano, Voghera.
37
Bagnaria, Bressana Bottarone, Cava Manara, Chignolo Po, Corteolona e Genzone, Filighera, Fortunago,
Frascarolo, Godiasco Salice Terme, Lomello, Mede, Monticelli Pavese, Pavia, Portalbera, Retorbido, Rognano,
Romagnese, Rosasco, San Zenone al Po, Sannazzaro de' Burgondi, Torre Beretti e Castellaro, Torricella Verzate,
Travacò Siccomario, Velezzo Lomellina, Villanova d'Ardenghi, Zerbo.
38
Breme, Castello D'Agogna, Cura Carpignano, Montebello della Battaglia, Pinarolo Po, Pizzale, Rea,
Rivanazzano Terme, San Cipriano Po, Silvano Pietra, Trovo, Unione dei Comuni lombarda dell'Oltrepò centrale,
Zeccone, Zinasco.
Figura 14. Partecipazione al bando di Regione
Lombardia per area.
Figura 15. Partecipazione al bando di Regione
Lombardia per numerosità di abitanti.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Lomellina Oltrepò Pavese
No Non so Sì
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0-999 1.000-4.999 5.000+ Pavia,
Vigevano,
Voghera
No Non so Sì
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
24
Tra i 14 che hanno dichiarato che il proprio Comune non parteciperà
al bando, la maggior parte (9) ha riportato almeno una motivazione
ascrivibile alla mancanza di tempo/personale o di aver dato priorità ad
altro
39
, 2 hanno indicato la mancanza di competenze
40
, 1 la mancanza di
siti dove poter realizzare le opere
41
, 1 la non necessità di costruire un
impianto fotovoltaico
42
, 1 la mancanza di coordinamento
43
, 1 l’incertezza
normativa
44
e 1 la mancanza d’interesse dimostrata da Sindaco e
Assessori
45
.
Dal questionario emerge poi che il principale ostacolo/limite alla
costituzione della CER indicato dai rispondenti consiste nell’iter burocratico
e nei costi di attivazione, problemi scelti dal 72% del campione. Seguono la
mancanza di conoscenze, selezionata dal 62%, la limitazione degli incentivi
ai soli impianti nuovi, dal 43%, e, come ultimo, l’esclusione dei soggetti con
attività principale nel settore elettrico, selezionata da un solo soggetto
(Figura 16).
39
Breme, Castello D’Agogna, Cura Carpignano, Rea, Rivanazzano Terme, San Cipriano Po, Silvano Pietra, Trovo
e Zeccone. Nello specifico, essi hanno riportato rispettivamente le seguenti motivazioni: “abbiamo dato priorità
ad altri lavori”, “Al momento il Comune è impegnato a completare un progetto di efficientamento energetico degli
edifici pubblici con fonti rinnovabili in scadenza nello stesso periodo”, “personale comunale insufficiente”, “la
nostra attuale struttura tecnica non può supportare ulteriori adempimenti rispetto ai progetti già in essere”, “non
abbiamo studiato possibili scenari di aggregazione e la struttura dell’ufficio tecnico ha difficoltà a gestire già il
lavoro per le opere di riferimento al PNRR per l’anno 2023”, “non siamo pronti per il progetto”, “per mancanza
di tempo”, “tempistiche ridotte rispetto alla forza lavoro disponibile nell’Ente” e “tempistiche ristrette”.
40
Pinarolo Po e Zeccone.
41
Pizzale.
42
Zinasco.
43
Unione dei Comuni Lombarda dell’Oltrepò Centrale.
44
Cura Carpignano.
45
Montebello della Battaglia.
72%
62%
43%
2%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Iter burocratico e
costi di attivazione
mancanza
conoscenze
limitazione incentivi
a impianti nuovi
esclusione sogg. con
att. principale
settore elettrico
Figura 16. Principali ostacoli/limiti alla costituzione di una CER (erano possibili
più risposte).
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
25
Questo ordinamento è quello che si presenta anche considerando
separatamente la Lomellina e l’Oltrepò, mentre nel Pavese predomina tra le
difficoltà la mancanza di conoscenze, scelta da circa l’80% del sottogruppo
(Figura 17). Inoltre, in Oltrepò, la quota maggiore rispetto alle altre aree per
l’iter e i costi di attivazione è spinta soprattutto dai comuni di pianura e di
collina-montagna. Infine, si segnala che la problematicità dell’iter e dei costi
è sentita in maniera minore dal gruppo di comuni con più di 5.000 abitanti
(escluse le tre città maggiori); quella degli incentivi per i soli impianti nuovi
soprattutto invece dai comuni con più di 5.000 abitanti (incluse questa
volta le tre città maggiori) e, per ultimo, che la mancanza di conoscenze è
individuata da una quota minore dei comuni più piccoli (Figura 18).
Infine, emerge dall’analisi verticale che ben l’83% del campione pensa
che sarebbe una buona idea che la Provincia di Pavia si attivasse per
favorire la diffusione di informazioni sulle CER e per facilitarne la
costituzione. Solo in un caso è stato indicato di “no”
46
, mentre il restante
15% dichiara di “non sapere”.
Nel campione si segnala che la maggior parte degli enti ha impianti di
produzione di energia da fonti rinnovabili già operativi nel proprio territorio,
ben il 72% (pari a 34 enti); solo 1 rispondente non sa e il rimanente 26%
invece non ne ha.
46
Vigevano. Le motivazioni sono emerse dall’intervista con il suo Sindaco e la relativa proposta sul possibile
ruolo che la Provincia potrebbe avere è illustrata al paragrafo 2.4.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0-999 1.000-4.999 5.000+ Pavia,
Vigevano,
Voghera
iter e costi conoscenze
impianti nuovi sogg mercato elettrico
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Lomellina Oltrepò Pavese
iter e costi conoscenze
impianti nuovi sogg mercato elettrico
Figura 18. Principali ostacoli/limiti alla costituzione di
una CER per numerosità di abitanti.
Figura 17. Principali ostacoli/limiti alla
costituzione di una CER per area.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
26
Chi invece ha una mappatura di questi impianti è una quota minore,
pari al 30%, mentre è la maggior parte, il 55%, a non averla, il 15%
rimanente invece non sa. Queste quote sono simili nelle tre aree, mentre
riflettono la distribuzione solamente delle prime due classi di popolosità dei
comuni. Nella terza, infatti, nessuno riporta di averla, mentre nell’ultima 2
su 3.
Infine, emerge che una quota maggioritaria, pari al 55%, prevede di
realizzare nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili o di
potenziare quelli in suo possesso; il 13% invece non è intenzionata e il
rimanente 32% non sa. Si segnalano percentuali maggiori di “sì” in
Lomellina e Oltrepò, mentre nel Pavese predominano i “non so”. Non vi sono,
invece, particolari differenze tra classi di numerosità di abitanti.
In estrema sintesi, rileva evidenziare che dall’analisi dell’eterogeneità
tra aree e tra classi di numerosità di abitanti, si può individuare un trend
in comune nelle varie domande: sono tendenzialmente i comuni della
Lomellina e dell’Oltrepò – soprattutto alle altitudini maggiori – e quelli con
almeno 5.000 abitanti a dimostrare una maggiore conoscenza e interesse
delle CER sotto vari aspetti. Infatti, gli enti con queste caratteristiche
presentano tendenzialmente sia livelli maggiori d’interesse, che quote più
elevate di chi ha attivato iniziative (meno per chi ha più di 5.000 abitanti) e
di chi è intenzionato a costituirne almeno una, ma anche è più probabile
che partecipino al bando regionale, vogliano aumentare gli impianti a fonti
rinnovabili (meno per chi con più di 5.000 abitanti) e abbiano alti livelli di
conoscenza delle CER.
Passando all’analisi orizzontale e cominciando dalla variabile
probabilmente di maggiore interesse – l’intenzione di promuovere/costituire
una CER nel biennio 2023-2024 – si rileva un’associazione positiva sia con
il livello di conoscenza, che con la presenza di rinnovabili, della loro
mappatura e dell’intenzione di aumentarle sul territorio, che, infine, con il
considerare la CER uno strumento per favorire il senso di comunità. Ciò
significa che gli enti intenzionati a promuovere/costituire le CER, rispetto
a quelli che ancora non sanno, hanno più frequentemente valori maggiori o
positivi per le variabili indicate. Infatti, tra chi dichiara questa intenzione
vi è un maggiore livello di conoscenza dei contenuti principali della
normativa e una quota maggiore di soggetti consapevoli della non necessità
di diventarne parte pur promuovendola. Inoltre, tra loro vi è anche una
quota minore di soggetti che segnala la mancanza di conoscenze tra i
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
27
problemi principali alla sua costruzione, il 54% contro il 76% di chi invece
non sa se la promuoverà/costituirà (Figura 19).
Inoltre, rispetto alla presenza di impianti a fonte rinnovabile, della loro
mappatura e dell’intenzione di realizzarne di nuovi, si evidenza la quota
maggiore di Comuni ‘con mappatura’ tra quelli intenzionati a
costituire/promuovere almeno una CER tra il 2023 e il 2024: i Comuni con
la mappatura sono infatti il 46% di quelli intenzionati e solo il 14% di quelli
che non sanno. Infine, la maggioranza di chi dichiara un interesse alto per
le CER (3 o 4) pur non sapendo se le promuoverà/costituirà nel biennio
2023-2024 (10 Comuni in totale
47
) è costituita da Comuni dell’Oltrepò (7).
Dall’analisi orizzontale sono emerse associazioni di possibile interesse
anche per le risposte alle seguenti domande: l’aver attivato iniziative, la
partecipazione al bando regionale, le problematiche riscontrate e l’utilità del
supporto della Provincia.
Rispetto all’aver attivato iniziative, risulta che tutti i Comuni che le
hanno attivate hanno anche già individuato sia le aree pubbliche o private
che i propri immobili dove potrebbero essere installati impianti di
produzione di energia da fonti rinnovabili, al servizio di una o più CER.
Rispetto alla partecipazione al bando, vi è una quota minore tra chi
parteciperà ad indicare l’iter e i costi tra i problemi principali nella
costituzione di una CER, rispetto a chi “non sa” se parteciperà e soprattutto
47
Bagnaria, Cura Carpignano, Pinarolo Po, Rea, Rivanazzano Terme, Romagnese, Torricella Verzate, Unione dei
Comuni lombarda dell'Oltrepò centrale, Velezzo Lomellina, Zeccone.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
No Non so Sì
iter e costi conoscenze impianti nuovi sogg mercato elettrico
Figura 19. Principali ostacoli/limiti alla costruzione di una CER in base all’intenzione di
costituire/promuoverne almeno una nel biennio 2023-2024.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
28
a chi riporta di “no”. In aggiunta, tutti i partecipanti indicano un interesse
massimo e 6 su 7 hanno già attivato iniziative.
Rispetto alle problematiche riscontrate, risulta un’associazione
positiva tra l’aver scelto la limitazione dell’incentivo ai soli impianti nuovi e
la disponibilità di impianti a fonti rinnovabili già operativi nel proprio
territorio.
Infine, con riguardo all’utilità del supporto provinciale, tra chi indica
che non sa se la Provincia possa essere di supporto per la diffusione delle
CER, vi sono quote maggiori di soggetti sia che hanno dichiarato di non
sapere se le costituiranno (71% contro il 45% dell’intero campione), sia che
non erano a conoscenza della possibilità dell’ente di promuoverle senza
diventarne membro (86% contro 38%); quindi di enti con tendenzialmente
minore interesse e conoscenza a riguardo.
In conclusione, dall’analisi del questionario è emerso che chi è
intenzionato a costituire/promuovere una CER, più frequentemente degli
altri, considera rilevante il contributo di questo strumento nel favorire il
senso di comunità, ha livelli di conoscenza elevati ed anche impianti
rinnovabili, la loro mappatura e l’intenzione di aumentarli (oltre ad essere
maggiormente interessato, ad aver attivato iniziative e a voler partecipare
al bando regionale). Inoltre, gli intenzionati rappresentano una quota
maggiore dei Comuni sia in Lomellina e in Oltrepò (soprattutto alle
altitudini maggiori), sia nelle classi di Comuni con più di 5.000 abitanti.
Inoltre, si evidenzia che i problemi più significativi segnalati riguardano al
primo posto l’iter e i costi di attivazione e al secondo la mancanza di
conoscenze, che risulta invece la difficoltà principale per i Comuni del
Pavese.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
29
2.3. Le iniziative nel contesto pavese.
Qui si riporta la mappatura effettuata delle iniziative legate alle CER
in provincia di Pavia. La fonte principale è il quotidiano La Provincia Pavese,
di cui è stata condotta una rassegna stampa da inizio gennaio a fine aprile
2023. In aggiunta, si sono consultati anche siti e canali YouTube
d’informazione locale e pagine Facebook specifiche.
Nella mappa che segue (Figura 20) i simboli diversi permettono di
differenziare la tipologia di ente coinvolta nel processo di realizzazione della
CER, distinguendo tra Comune, Parrocchia e privato. I colori, invece,
indicano il diverso stadio di avanzamento, dalla fase preliminare, a quella
di realizzazione, a, infine, quella di costituzione, così come precisato in
legenda.
In totale, si sono rilevate 37 realtà che si sono attivate in vario modo
nel processo di costituzione di una o più CER. Di queste, 34 sono Comuni,
2 sono Parrocchie e 1 è un privato. Si segnala che vi sono 2 Comuni
48
dove
sono attive ben 2 diverse iniziative di CER. Inoltre, sempre tra i Comuni, 9
sono stati aggiunti grazie al questionario (segnati in blu), includendo quelli
che avevano indicato di aver attivato iniziative, ma che non erano stati
mappati. Sono 8, invece, quelli che si sono attivati, ma che non hanno
risposto al questionario.
Si evidenzia, coerentemente a quanto già emerso dal questionario, che
vi è una quota maggiore di realtà collocate in Lomellina, sia in valore
assoluto, 16, che relativamente all’area, essendo pari a 1 su 4 dei Comuni
totali. In aggiunta, anche in questo caso in linea ai risultati presentati
precedentemente, tra le realtà mappate in Oltrepò, la maggior parte, 8 su
10, (ma anche relativamente alla classe di altitudine, essendo il 17% contro
il 7% dei comuni pianeggianti) non sono in pianura. Infine, si sottolinea che
vi è una quota maggiore di comuni con iniziative all’aumentare della
numerosità degli abitanti. Rispetto, infatti, alle quattro classi descritte nel
paragrafo 2.1, è il 67% di quella dei tre comuni maggiori ad essere mappato
(2 su 3), il 33% di quella di 5.000+ abitanti (7 su 21), il 18% di quella 1.000-
4.999 (14 su 78) ed infine il 13% di quella dei comuni più piccoli (11 su 84).
48
Broni e Torre Beretti e Castellaro.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
30
Di seguito, infine, si riportano (Tabella 2) le informazioni sintetiche per
ciascuna realtà mappata. Esse sono elencate in ordine alfabetico per
ciascuna categoria, accompagnate dai numeri segnati nella mappa, e sono
indicate in corsivo quelle che saranno poi approfondite con le interviste del
paragrafo 2.4.
Negli Allegati, è disponibile la Tabella con le informazioni più
dettagliate, incluse le fonti utilizzate.
Figura 20. Mappatura delle iniziative relative alle CER in provincia di Pavia.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
1
2
1
TIPO ENTE
Comune privato Parrocchia
costituita
STADIO DI AVANZAMENTO
In fase di
realizzazione
In fase
preliminare
iniziative da questionario
Nota: la numerazione fa riferimento all’ordine alfabetico rispettivamente dei Comuni, delle Parrocchie e dei
privati.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
31
Tabella 2. Informazioni sintetiche per ciascuna realtà mappata.
Nome ente
Informazioni sintetiche
1.Bagnaria
Iniziative di informazione/conoscenza (da
questionario)
2. Borgarello
Incontro su CER organizzato da lista (poi eletta)
3. Breme
Valutazione delle proposte di CER
4. Broni
Approvazione del Consiglio Comunale del progetto
di 2 CER, patrocinato dalla Provincia, e possibilità
di altre se ulteriore interesse dalla cittadinanza
5. Chignolo Po
Iniziative di informazione/conoscenza (da
questionario)
6. Costa De’ Nobili
Approvazione atto d’indirizzo per la creazione della
CER (modello ANPCI)
7. Dorno
Avviato pratiche per costituzione a partire da 2
impianti già presenti
8. Fortunago
Valutazione
9. Garlasco
Costituzione associazione da Consigliere di
minoranza per creazione CER
10. Giussago
Costituzione Commissione per valutazione CER
proposta dalla minoranza
11. Gravellona
Lomellina
Manifestazione d’interesse
12. Inverno e
Monteleone
CER costituita con modello ANPCI
13. Mede
Approvazione mozione di minoranza su promozione
e pubblicità CER
14. Menconico
Iniziative di informazione/conoscenza (da
questionario)
15. Miradolo
Terme
CER costituita con modello ANPCI
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
32
Nome ente
Informazioni Sintetiche
16. Monticelli
Pavese
Iniziative di informazione/conoscenza (da
questionario)
17. Mortara
Interesse per la costituzione di una CER e attesa
bandi per finanziamento impianti
18. Parona
Intenzione sancita da votazione Consiglio Comunale
19. Portalbera
Iniziative di informazione/conoscenza (da
questionario)
20. Rivanazzano
Terme
Creazione associazione e incontri di informazione
21. Romagnese
Iniziative di informazione/conoscenza (da
questionario)
22. Sannazzaro de’
Burgondi
Raccolta adesioni per la compartecipazione
all’installazione di nuovi impianti fotovoltaici per
consorzio CER, installazione impianti su edifici
pubblici e possibile supporto Assolombarda
23. Sant’Angelo
Lomellina
Intenzione e accordo preliminare con impresa di
pannelli e possibilità che sia con Rosasco
24. Santa Cristina
e Bissone
Manifestazione d’interesse e volontà di partecipare
al bando della Regione
25. Silvano Pietra
Iniziative di informazione/conoscenza (da
questionario)
26. Sommo
Manifestazione d’interesse
27. Torre Beretti e
Castellaro
1° CER costituita (ancora normativa cabina
secondaria) e un’altra in costituzione
28. Torre d’Isola
Form manifestazione d’interesse
29. Torricella
Verzate
Iniziative di informazione/conoscenza (da
questionario)
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
33
Nome ente
Informazioni Sintetiche
30. Travacò
Siccomario
Iniziative di informazione/conoscenza (da
questionario)
31. Tromello
Processo per costituzione CER assieme alla
riqualificazione energetica
32. Valle
Lomellina
CER costituita (modello ANPCI)
33. Vigevano
Manifestazione d’interesse e protocollo d’intesa con
Assolombarda
34. Voghera
Approvazione Consiglio Comunale progetto CER,
con supporto ASM Voghera, su tetti Comunali e
della Casa di riposo Pezzani e volontà di rispondere
alla manifestazione d’interesse regionale
35. Parrocchia
Mirabello
Interesse
36. Parrocchia SS.
Salvatore
Studio di fattibilità e impatto sociale del progetto
37. Comunità
Mulino di Suardi
CER in fase di costituzione, probabilmente con il
Comune e supporto Fondazione Cariplo
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
34
2.4. Il punto di vista degli attori locali.
A partire dalla mappatura effettuata, sono state individuate le realtà di
maggiore interesse per le peculiarità delle loro iniziative di CER. Esse sono:
i Comuni di Vigevano, Torre Beretti e Castellaro, Broni e Voghera; la
Parrocchia del SS. Salvatore e la Comunità Mulino di Suardi. Le loro
esperienze sono state approfondite con specifiche interviste semi-
strutturate, svolte in presenza, telefonicamente e in un caso per iscritto. Le
domande erano le medesime per tutti i soggetti, con l’aggiunta di almeno
una ciascuno, volta ad approfondire l’elemento che contraddistingueva la
loro iniziativa dalle altre. Si riportano qui, per ognuna, i motivi della loro
selezione e i contenuti principali dell’intervista, mentre si rimanda agli
Allegati per le schede intervista dettagliate. Alla fine, sono illustrati alcuni
elementi in comune alle varie esperienze, sottolineando quello che risulta
accumunarle tutte, ed è presentata una proposta, emersa dalle interviste,
circa il ruolo della Provincia.
Infine, sono riportate due iniziative che potrebbero contribuire
all’ulteriore diffusione delle CER nel territorio pavese: il modello di CER
ANPCI e il progetto di studio di GAL Risorsa Lomellina. Anch’esse sono state
approfondite con ulteriori interviste, di cui si riportano i contenuti
principali in chiusura del paragrafo.
Comune di Vigevano
Il Comune di Vigevano è stato individuato per la peculiare
collaborazione con Assolombarda nella realizzazione del progetto. Il
Comune, infatti, è l’unico della provincia e tra i primi della regione a
sperimentare una partnership con l’associazione di imprese per la
costituzione di CER. La collaborazione prevede una consulenza tecnica
gratuita da parte dell’associazione, motivata dalla volontà di supportare le
proprie imprese associate e dalla condivisione della filosofia alla base
dell’iniziativa, dove è messa al centro l’“auto-sostenibilità” del progetto. Ciò
significa che la CER deve essere economicamente solida,
indipendentemente dalla presenza o meno di sussidi pubblici. Per questo
motivo, i fondi regionali, ai quali comunque è probabile che si faccia
domanda, non sono imprescindibili per l’avvio del progetto.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
35
In questo caso, la motivazione che emerge è principalmente di tipo
politico, in quanto le CER sono viste come strumento a favore dello sviluppo
della Smart City, punto chiave del programma di mandato del Sindaco.
Comune di Torre Beretti e Castellaro
Questo Comune è stato scelto perché è il primo della provincia ad aver
costituito una CER (fine 2022). Dall’ intervista con il consulente ambientale
è emerso che il ruolo di apripista in questo ambito è stato reso possibile
dalla forte motivazione dello stesso, prima, e dell’amministrazione
comunale, poi. Motivazione soprattutto di tipo ambientale, ma anche legata
al possibile contributo della CER al contrasto dello spopolamento del
territorio, fornendo vantaggi diretti a chi sceglie di restare. In aggiunta, ha
rivestito un ruolo importante il fatto di avere già a disposizione un impianto
fotovoltaico di proprietà comunale, compatibile con i requisiti richiesti, e il
supporto della società di consulenza selezionata (ènostra).
Attualmente vi è quindi la CER costituita, “CER Lomellina”, formata da
20 associati, in cui si sottolinea che il Comune ha solo le vesti di promotore
e non di membro e dove il 20% degli introiti andranno al contrasto della
povertà energetica. Il nome sottende la possibilità, soprattutto per il futuro,
di superare i confini comunali e infatti, una volta che sarà definitivo il
decreto attuativo, questa CER potrebbe ampliarsi ulteriormente. Infine, è
prevista la costituzione di una seconda CER, a supporto principalmente del
distretto commerciale, che si baserebbe su due impianti, anch’essi
comunali, uno già posato ma non ancora allacciato e l’altro da realizzarsi
con fondi regionali.
Comunità Mulino di Suardi
La Comunità Mulino di Suardi è stata selezionata in quanto unico ente
privato mappato in fase di costituzione di una CER. La Comunità Suardi (o
Cooperativa sociale famiglia Ottolini) è una cooperativa sociale che dal 2006
si prende cura di minori stranieri non accompagnati e di minori e giovani
adulti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Nel loro caso, ha
giocato un ruolo fondamentale nell’avviare il processo di costituzione la
forte motivazione del Presidente, sia per gli aspetti ambientali che per quelli
sociali legati alla volontà di apportare benefici alla comunità comunale che
è stata molto di supporto negli anni. In aggiunta, l’ottenimento di un
finanziamento da parte della Fondazione Cariplo sui temi della sostenibilità
ha permesso di ricevere un utile supporto consulenziale e di investire in un
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
36
impianto fotovoltaico di dimensioni maggiori rispetto a quanto sarebbe stato
altrimenti possibile. Inoltre, è probabile che del progetto CER farà parte
anche il Comune, con il proprio impianto già esistente e con quello che
realizzerebbe qualora riuscisse ad ottenere i fondi messi a disposizione con
il bando di Regione Lombardia.
Parrocchia del SS. Salvatore
La Parrocchia del SS. Salvatore è stata individuata perché è la prima
ad essersi attivata sul tema e al momento l’unica in provincia a trovarsi ad
uno stadio progettuale avanzato. Essa, infatti, ha già effettuato uno studio
di impatto sociale e di fattibilità. La motivazione principale che l’ha portata
ad attivarsi per costituire una CER è associata al ruolo che questa potrebbe
avere nel rafforzare la comunità, in particolare per l’aiuto che potrebbe
offrire per soddisfare i bisogni essenziali, di tutti, di servizi energetici.
Questo strumento è stato molto supportato dalla Chiesa e dalle sue Agenzie,
soprattutto a partire dalla Settimana sociale di Taranto del 2021. Inoltre,
anche il Comitato famiglie (che si occupa di sostenere le famiglie nei loro
bisogni, tra cui quelli legati alle utenze) è stato rilevante nell’accrescere
questa volontà, perché ha reso ancor più evidente il contributo che potrebbe
apportare per garantire il benessere di tutti.
Per la realizzazione del progetto gioca un ruolo importante l’impresa sociale
Fratello Sole, la quale si è occupata dello studio di fattibilità. La realtà del
territorio parrocchiale risulta ottimale per i vari bisogni presenti, che si
bilancerebbero, domandando energia in momenti differenti della giornata.
Il Parroco ha dichiarato l’obiettivo per inizio 2024 di cominciare la CER e
per il periodo autunnale di avviare gli incontri di informazione,
fondamentali per la creazione di comunità. Inoltre, è emerso che egli ha
suggerito alla Parrocchia di Mirabello, interessata al progetto, di farsi
supportare anch’essa da Fratello Sole, con l’obiettivo di creare poi più
facilmente sinergie e di aiutarsi nell’avanzamento dei progetti.
Comune di Broni
Il Comune di Broni è stato selezionato in quanto risulta l’unico
Comune, a nostra conoscenza, il cui progetto di CER è stato patrocinato
dalla Provincia. Inoltre, l’iniziativa ha raccolto un forte interesse nei
cittadini, portando alla creazione di ben due CER. Nell’intervista è stato
spiegato che il ruolo del patrocinio, essendo non a titolo oneroso, è stato
quello di avallare la proposta dell’amministrazione comunale dimostrando
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
37
il proprio sostegno. Inoltre, è emerso il contributo fondamentale del
consulente nel risolvere le incertezze dei cittadini, il problema principale
riscontrato dall’amministrazione. In aggiunta, hanno giocato un ruolo
chiave anche il materiale informativo distribuito agli incontri e reso
accessibile dal sito internet, la mail dedicata a cui inviare le domande al
consulente dopo gli incontri informativi e la formazione di un dipendente
comunale, anch’egli così disponibile per il supporto diretto ai cittadini
interessati.
Si segnala che in una delle due CER è prevista l’inclusione di alcuni
inquilini delle case comunali, mentre nell’altra vi saranno alcuni proprietari
di capannoni del parco logistico, i quali metteranno a disposizione parte
dell’energia generata dagli impianti che installeranno sui loro tetti. Il
Comune, oltre alla veste di promotore, nel loro caso, entrerà a far parte di
entrambe le CER, mettendo a disposizione anche i propri impianti. Infine,
il Sindaco ha manifestato l’intenzione di partecipare al bando di Regione
Lombardia e ha prospettato la possibilità di costituire altre CER nel proprio
territorio, per il forte interesse riscontrato e l’impossibilità di includere tutti
gli intenzionati già nelle prime due.
Comune di Voghera
La realtà del Comune di Voghera è stata individuata per il
coinvolgimento di ASM Voghera nel processo di creazione della CER.
Dall’intervista è emerso il ruolo fondamentale di ASM nell’elaborazione della
proposta per rispondere alla manifestazione d’interesse di Regione
Lombardia. Il Comune è infatti intenzionato a partecipare a tale bando, il
quale rappresenta una significativa opportunità per la realizzazione di
impianti fotovoltaici su edifici di proprietà comunale, i quali sarebbero a
fondamento della CER da costituire.
Ad oggi il progetto riguarda il Comune di Voghera e l’Azienda di Servizi
alla Persona Carlo Pezzani, ma successivamente potrebbe essere estesa
anche ad altri soggetti privati. Le motivazioni principali emerse sono di tipo
ambientale e di contrasto alla povertà energetica. Inoltre, la Sindaca
auspica per il futuro la creazione di una rete composta dalle CER del
territorio, per diffondere i benefici economici e ambientali in un’area più
vasta.
Nel complesso, dalle interviste si rileva soprattutto una difficoltà di tipo
normativo, seguono poi quelle di tipo burocratico e in ambito comunicativo.
Al primo problema, si fronteggia tendenzialmente aspettando, al fine di
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
38
evitare di compromettersi possibili benefici. Per il secondo e il terzo sembra
invece determinante il supporto di un soggetto esterno.
A tal proposito, si evidenzia, infatti, che, tutte le realtà intervistate,
nonostante le numerose differenze, sono accumunate da questo elemento.
Per Vigevano, c’è Assolombarda e un energy manager, per Torre Beretti un
consulente ambientale e la società ènostra, per la Comunità di Suardi
Fondazione Cariplo, per la Parrocchia del SS. Salvatore l’impresa sociale
Fratello Sole, per il Comune di Broni un consulente e per Voghera ASM
Voghera.
Inoltre, si segnala la proposta emersa durante le interviste
(espressamente dal Comune di Vigevano e in parte da quello di Torre
Beretti), con riguardo al possibile ruolo della Provincia di Pavia per
supportare la diffusione delle CER nel territorio: la Provincia potrebbe
dotarsi di un’apposita struttura a sostegno soprattutto delle iniziative dei
Comuni più piccoli, fornendo loro la consulenza necessaria.
Modello ANPCI
ANPCI, l’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia, i cui associati
sono principalmente Comuni con meno di 5.000 abitanti, ha proposto un
proprio modello di CER, applicandolo già in numerosi comuni, tra cui alcuni
della provincia. Sono infatti circa 130 le CER in fase di costituzione o già
costituite in Italia secondo la forma suggerita, di cui circa 70 già costituite.
Nel territorio Pavese, in particolare, i Comuni che stanno seguendo
l’impostazione proposta sono Miradolo Terme, Inverno e Monteleone, ma
anche Costa De’ Nobili e Valle Lomellina.
Il modello di CER elaborato si caratterizza essenzialmente per la forma
molto semplice e flessibile. La CER, infatti, assume la forma giuridica
dell’associazione non riconosciuta e in linea di massima si propende per
evitare investimenti compiuti dalla CER stessa, lasciandoli in capo ai singoli
associati. In questo modo si rende più facile e meno rischioso per gli
aderenti l’ingresso e soprattutto la libera uscita degli stessi. Il procedimento
proposto prevede la costituzione della CER con inizialmente solo due soci,
tendenzialmente il Comune e ANPCI, l’approvazione di un regolamento
interno una volta definiti maggiormente i dettagli (dimensionamento e
composizione) e solo in seguito l’ingresso degli altri associati, così da
semplificare le procedure. ANPCI, tramite la sua società interamente
controllata, ANPCI Servizi srl, si propone di supportare gratuitamente i
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
39
Comuni nel percorso giuridico-amministrativo fino alla costituzione formale
e alla stesura del regolamento. Attualmente, si sta attendendo la normativa
definitiva prima di procedere con i successivi passaggi.
Progetto del GAL Risorsa Lomellina
Il GAL (Gruppo d’Azione Locale) Risorsa Lomellina, assieme ad altri due
GAL, GAL Oltrepò Pavese e GAL Terre del Po, ha elaborato il progetto
“CERchiamo Energia”. I dettagli sono ancora in fase di definizione, ma
riguarderà lo studio e l’elaborazione di diversi modelli possibili di CER per
il territorio. L’obiettivo è quello di definire diverse forme di CER, in modo
che queste si adattino alle peculiarità del contesto, in particolare, tenendo
conto delle fonti energetiche disponibili e delle esigenze dei consumatori
locali. Le tempistiche previste per il progetto sono di circa nove mesi e vi
sarà, al termine della ricerca che si prospetta per la fine dell’anno, un
momento di condivisione dei risultati.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
40
3. Quale futuro per le comunità energetiche rinnovabili nel contesto
pavese?
di Marta Cusa, Paolo Graziano, Edoardo Slerca, Andrea Zatti.
La logica sottesa allo sviluppo di comunità energetiche rinnovabili è al
contempo ambiziosa e complessa: si basa su una normativa stratificata e
in continuo divenire, persegue obiettivi plurimi e non sempre concordanti
tra loro, presuppone la creazione di un soggetto giuridico autonomo,
valorizza la logica comunitaria e solidaristica (non solo come comunità di
interessi dei singoli), spinge a collaborazioni strutturate tra attori pubblici
e privati (con un fondamentale ruolo di stimolo e guida da parte dei primi).
Alla luce di tale quadro complesso, non deve sorprendere che sino ad ora la
diffusione delle CER sia stata ridotta e limitata a una casistica poco più che
aneddotica: una circostanza che rende particolarmente importanti iniziative
di accompagnamento e diffusione che ne possano compiutamente
dispiegare le potenzialità.
L’analisi effettuata nello specifico contesto della provincia di Pavia
mette in luce l’interesse diffuso dei Comuni intervistati per questa
opportunità innovativa di generazione, consumo e condivisione di energia
rinnovabile: un interesse, tuttavia, non sempre omogeneo e guidato da
adeguate consapevolezza e conoscenza. Dalla ricerca sono emerse infatti
differenze nella attenzione verso le CER, sia tra le tre aree provinciali, sia
tra le varie classi dimensionali dei comuni. Come illustrato, infatti, con i
risultati del questionario e con le realtà mappate, le iniziative di CER e
l’intenzione di costituirle sono più frequenti in Lomellina e nell’alto Oltrepò,
così come nei comuni con un maggior numero di abitanti. L’intenzione e
l’attenzione verso la promozione delle CER sono risultate positivamente
influenzate da tre principali fattori: la conoscenza dello strumento, la
presenza di rinnovabili sul territorio (o comunque la loro adeguata
mappatura e prospettiva di potenziamento) e la considerazione delle CER
come strumento di creazione di senso di ‘comunità’.
Dal punto di vista delle iniziative già innescate, a diversi livelli di
sviluppo, l’indagine ha evidenziato come nel territorio provinciale
predominino nettamente quelle promosse dai Comuni, con due sole realtà
parrocchiali e un soggetto privato ad essersi attivati. Ciò mostra un chiaro
protagonismo comunale, che potrebbe essere ulteriormente potenziato da
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) nel contesto pavese: sfide e opportunità
41
iniziative mirate da parte di altri soggetti istituzionali sovraordinati,
soprattutto se rivolte ai Comuni di dimensione più ridotta.
Sotto il profilo dei fini principali, l’analisi ha permesso di rilevare come,
in termini generali, la CER sia percepita innanzitutto come strumento per
ridurre i costi energetici e per sviluppare la produzione da fonti rinnovabili.
Si tratta, ovvero, delle due motivazioni più immediate e dirette, mentre
meno attenzione viene rivolta ad obiettivi più articolati (ma anche più
profondi) come: il favorire il senso di Comunità, il creare isole energetiche
meno dipendenti dalla trasmissione centrale, la riduzione della povertà
energetica, la lotta allo spopolamento e il risparmio energetico. È
auspicabile, da questo punto di vista, che la maturazione dei processi porti
ad una maggiore ampiezza di vedute, che permetta di valorizzare appieno la
valenza plurima dello strumento in termini economici, ambientali, sociali e
di governance democratica.
Le risposte al questionario e la mappatura diretta hanno posto
l’attenzione su due principali fattori di freno: l’iter istitutivo complesso,
costoso e non ancora del tutto certo e la mancanza di conoscenze e
competenze adeguate. Se, soprattutto dal primo punto di vista, è
certamente auspicabile un intervento dall’alto di stabilizzazione e
sistematizzazione del quadro normativo-disciplinare, dal secondo, è messo
in evidenza il ruolo chiave di soggetti esterni, in grado di fornire un
contributo in termini di alfabetizzazione, avviamento e affiancamento
rispetto ad un percorso, come si è già detto, multiforme e ancora poco
esplorato in profondità. Ecco allora richiamate ripetutamente le esperienze
positive di supporto da parte di consulenti e società private, di
Assolombarda per il Comune Vigevano, di ASM per il Comune di Voghera o
della Provincia di Pavia per il Comune di Broni, così come il ruolo giocato
da ANPCI o da parte dei GAL Lomellina e Oltrepò per guidare diverse
iniziative in corso, con particolare riferimento a Comuni di piccole
dimensioni ove la mancanza di competenze e la difficoltà a gestire iter
complessi possono risultare particolarmente penalizzanti. Emerge infine
l’auspicio da parte di diversi Comuni intervistati di un intervento di
supporto da parte della Provincia di Pavia, attraverso l’istituzione di
un’apposita struttura che accompagni, in particolar modo, i Comuni più
piccoli, fornendo loro la consulenza necessaria.
42
ALLEGATI
1. Informazioni aggiuntive iniziative mappate.
Tabella 3. Informazioni aggiuntive iniziative mappate (le informazioni si riportano in ordine cronologico
decrescente e i soggetti in ordine alfabetico per ciascuna tipologia).
SOGGETTO
INFORMAZIONI DETTAGLIATE
FONTE
Comune di
Borgarello
19/4: conferenza a ingresso libero organizzata dalla lista
Progetto Civico. Alla tavola rotonda, moderata da Alessandro
Leona, partecipano Damiano Grassi, tecnico di ricerca
dell’Università di Pavia, Gianandrea Nicolai, coordinatore
SEquS, Roberto Cersosimo, fondatore Core Energy.
La
Provincia
Pavese (di
seguito
PP), in
data 19/4
Comune di
Breme
Valutazione proposte di CER che arrivano e dopo prima
scrematura si confronteranno con i rappresentanti delle
società proponenti.
N.B. Loro al momento non hanno pannelli, perché il Municipio
è in area sottoposta a vincoli della soprintendenza. Un anno
fa, progetto che includeva anche pannelli, approvato, ma non
finanziato dalla Regione.
PP, 13/1
Comune di
Broni
27/4: Consiglio Comunale in cui approvata la formale
adesione al progetto CER. La Broni Cer 1 avrà una potenza
prevista di 474 kilowatt e potrebbe già essere esecutiva perché
è formata da produttori di energia che hanno già a
disposizione gli impianti fotovoltaici e che in futuro potrebbero
essere potenziati con i contributi regionali e PNRR. La Broni
Cer 2, con potenza stimata di circa 900 kilowatt, sarà formata
da produttori di energia che hanno dato la disponibilità
all’installazione di impianti. Il Comune ha programmato
l’installazione sulle coperture del PalaBrera e della palestra di
piazza Italia, mentre hanno messo a disposizione i loro tetti o
altri spazi la Fondazione Cella, le logistiche del parco di
Cascina Monache e la società Ambiente&Risorse. Il consulente
del Comune, Silvano Bozzo, ha spiegato che oltre ai contributi
del PNRR per la realizzazione dei nuovi impianti, vi saranno
anche gli utili derivanti dalla vendita dell’energia in più non
autoconsumata dalla comunità. Complessivamente il
vantaggio economico per gli aderenti è stimato con uno sconto
in bolletta di più del 31%. Vi è stato il voto contrario dei gruppi
di minoranza CambiAMO Broni e Juventus, motivato dalla
comunicazione non chiara (riguardo al fatto che non vi
saranno sconti direttamente in bolletta) e dal fatto che i
principali fruitori saranno le logistiche e i grandi insediamenti.
Si sono raccolte circa 300 adesioni al progetto di CER e questo
ha portato a scegliere di costituirne ben 2. Le adesioni
riguardano 260 famiglie e 35 tra esercizi pubblici, attività
produttive e associazioni. Vi è inoltre l’intenzione durante
l’estate di organizzare altri incontri per eventualmente crearne
di altre se vi fosse l’interesse della cittadinanza. Entrambi i
progetti di CER saranno candidati al bando della Regione e, in
caso di successo, oltre ai finanziamenti dedicati avrebbero
anche punteggi per accedere ai fondi del PNRR. Il Comune
provvederà a mettere in rete gli impianti di proprietà esistenti
e ad installarne di nuovi, vi saranno poi quelli di privati ed
infine anche le società proprietarie dei capannoni del parco
PP,31/3;
24/3;
22/3;
15/3;
23/2
Comune
Broni e
documenti
salvati
radiogold.i
t
Utilitalia
43
logistico che metteranno a disposizione parte delle coperture.
L’obiettivo è quello di produrre energia in surplus da
redistribuire a livello locale (invece di immetterla in rete) a
costi inferiori. In aggiunta, sono previsti benefici anche per i
residenti di alloggi di edilizia residenziale pubblica.
21/3: Annunciato all’ultimo incontro che le logistiche del
parco di località Cascina Monache aderiranno. Ora sarà
formalizzato un accordo con cui loro cederanno una parte
dell’energia prodotta alla CER. Le logistiche hanno già
installato impianti sulle coperture dei capannoni, ma con i
contributi che dovrebbero arrivare dai bandi potrebbero
potenziarli ulteriormente. Interesse anche di Comuni vicini. Vi
era un indirizzo mail specifico per invio moduli, ma anche per
domande.
Al 22/3 la previsione per l’avvio della CER è attorno a
settembre-ottobre.
10/3: pubblicazione moduli di adesione e manifestazione
d’interesse da compilare entro fine marzo.
7-13-17-21/3: 7/3 incontro con amministratori di condominio
e case Aler per installazione nuovi pannelli fotovoltaici da
mettere in rete e presentazione adesione a società sportive
locali; 13/3 (c’erano una settantina di partecipanti) e 21/3
residenti; 17/3 attività produttive (es. parco logistico). Grande
partecipazione.
Il Comune, in veste di promotore, mette a disposizione sia
impianti fotovoltaici già esistenti (es. scuole elementari) che
spazi pubblici dove installarne di nuovi (oltre a informazione
attori potenzialmente interessati).
Patrocinio della Provincia.
13/11: possibilità di partecipazione al progetto ASM Voghera.
La Broni-Stradella dice che potrebbe offrire eventualmente
supporto e consulenza.
Comune di
Castello
d’Agogna
27/4: il Sindaco uscente William Grivel ha tra gli obiettivi nel
possibile prossimo mandato la costituzione di una CER.
PP, 27/4
Comune di
Costa de’
Nobili
Approvazione del Consiglio Comunale dell’atto d’indirizzo sulle
CER e partecipazione al bando di Regione Lombardia.
ANPCI
Comune di
Dorno
11: Avviato le pratiche per costituire CER a partire dai 2
impianti pubblici presenti (40 kwatt tot, realizzati con
contributo a fondo perduto regionale di 120.000€).
YouTube
Comune di
Fortunago
13/11: Accenno, legato a Broni. “stiamo pensando ai pannelli
fotovoltaici e siamo pronti a creare una rete che ci permetta di
coprire il fabbisogno locale”.
Utilitalia -
Comune di
Garlasco
8/3: Consigliere di minoranza Spialtini ha creato
l’associazione “Trova ecologia” per creare una CER. Al
momento una decina di persone. Apertura anche a enti come
per es. una casa di riposo.
PP, 8/3;
20/2
Comune di
Giussago
23/3: formalizzazione costituzione commissione specifica, con
indicazione dei nomi dei componenti: Sindaco (o un suo
delegato) in veste di Presidente, 3 Consiglieri di maggioranza
(Lorenzo Collivasone, Alberto Lodroni, Sebastiano Curti) e da
2 esponenti dell’opposizione (Matteo Castoldi, Giuseppe
Fassina). La Commissione potrà udire esperti nelle materie
d’interesse e resterà in carica per la durata del mandato
consiliare salvo non finisca anticipatamente il lavoro di
propria competenza.
PP, 23/4;
19/3;
28/2;
25/1
Mozione
(salvata)
massimos
ambati.it
44
25/2: incontro tra rappresentanti opposizione e
amministrazione per mettere a punto i dettagli. Volontà di
costituirla, ma cautela da parte del Sindaco perché complesso.
25/1: Mozione gruppo minoranza (“Io amo Giussago”), con
progetto specifico votata all’unanimità dal Consiglio
Comunale. Sindaco vuole coinvolgere aziende locali per
generarla. Probabile creazione Commissione a riguardo.
Incontro lista candidato Sindaco (poi non eletto) su CER con
prof. PoliMI.
Comune di
Gravellona
Lomellina
Già una decina di adesioni ufficiali, ma tante altre richieste.
Avviso sul sito del Comune con cui si invita la comunità a
partecipare (form da compilare entro 28/2).
Il Comune ha già installato pannelli solari (un impianto sul
tetto della palestra e ne ha già immaginato un altro su dei
terreni, soprattutto se l’idea di CER prenderà piede) e alcune
associazioni si sono dette disponibili per ulteriori installazioni.
Devono chiarire con la società che gestisce l’energia quali i
punti di accesso ai quali si possono appoggiare i cittadini.
22/11: affidamento diretto del servizio di supporto per la
progettazione di una CER a “We Project”.
PP, 13/2;
31/1
Sito
Comune
Comune di
Inverno e
Monteleone
CER costituita: delibera del Consiglio Comunale di
approvazione dell’atto costitutivo e dello statuto. Già attribuito
il codice fiscale ed è pertanto operativa. Una volta che la
normativa sarà definitiva, si procederà con le iniziative per
avere il maggior numero di membri. Partecipazione al bando
di Regione Lombardia.
Sottolineato soprattutto l’aspetto sociale della CER. Il
Vicesindaco, Enrico Vignati, è il Presidente di ANPCI e aveva
invitato negli scorsi mesi i Comuni ad un incontro in cui i
tecnici di ANPCI Servizi hanno presentato il progetto.
Progetto
per bando
Regione;
PP, 7/5
Comune di
Mede
Approvazione mozione di minoranza (Consiglieri di minoranza
e Presidente del Consiglio Comunale, mentre astensione
maggioranza Sindaco) su promozione creazione CER,
soprattutto a favore di chi a rischio povertà energetica. Inoltre,
il Comune dovrebbe favorire la diffusione delle informazioni
grazie a uno sportello o centro informazioni. L’Assessore ai
LLPP ha reso noto che il Comune si è già attivato per valutare
gli impianti per la produzione di energia e la creazione della
CER. Intenzione di posizionarli sugli edifici evitando a terra.
PP, 26/3
Comune di
Miradolo
Terme
CER costituita: delibera del Consiglio Comunale di
approvazione dell’atto costitutivo e dello statuto. Una volta che
la normativa sarà definitiva, si procederà con le iniziative per
avere il maggior numero di membri. Partecipazione al bando
di Regione Lombardia.
14/4: incontro organizzato dall’amministrazione comunale in
cui presentato progetto della CER dell’Anpci (Associazione
Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani).
Progetto
per bando
Regione
PP, 31/3
Comune di
Mortara
21/4: Nelle linee guida della variante al PGT vi è la volontà di
facilitare la nascita di una CER per favorire l’indipendenza
energetica della città.
19/2: Al lavoro per costituire una CER. Al momento il Comune
non ha impianti fotovoltaici, ma sta attendendo i bandi,
regionali e statali.
PP, 21/4;
19/2
Comune di
Parona
4/4: Consiglio Comunale votato il punto all’ordine del giorno
che sancisce l’intenzione dell’amministrazione comunale di
organizzare una CER. Progetto da 67.000 €, che porterà sul
tetto del palazzo comunale un impianto fotovoltaico e una
batteria di accumulo. I lavori sono già stati assegnati e nel giro
PP, 4/4
45
di poco il Municipio sarà indipendente dal punto di vista
energetico.
Comune di
Rivanazzano
Terme
12/4: idea di CER sostenuta da Consigliere Comunale Luigi
Gatti, Presidente dell’associazione nata proprio per arrivare a
questo obiettivo. L’associazione ha già organizzato altri
incontri informativi che hanno avuto particolare seguito.
13/4: nuovo incontro con anche Giulio Ferla, ricercatore al
Politecnico di Milano, 2 tesisti dello stesso Dipartimento e altri
due dell’Università di Pavia. Obiettivo di coinvolgere
attivamente la cittadinanza e molti li hanno contattati per
ulteriori informazioni.
16/11: incontro di “Insieme per Rivanazzano” con Massimo De
Rosa (Consigliere Regionale) e Elio Grossi (Consigliere
Provinciale e Sindaco Santa Cristina).
PP, 12/4
Facebook
Comune di
Sannazzaro
de’ Burgondi
All’interno di un quadro d’interventi di efficientamento
energetico (efficientamento illuminazione pubblica, autonomia
energetica con pannelli solari Palazzetto dello Sport con
batterie). Stanno attendendo il decreto-legge e intanto
raccolgono adesioni private e di eventuali aziende di chi
intende compartecipare con il Comune in un piano che
prevede il posizionamento sui tetti dei necessari pannelli solari
per dar vita ad un sistema consortile per la creazione,
consumo e eventuale vendita dell’energia inutilizzata. Intanto,
anche per poter compartecipare alla futura CER, sta per
posizionare con gradualità i pannelli solari sui palazzi
pubblici.
Intenzione: costituzione comunità energetica, anche con il
supporto di Assolombarda (su modello del progetto a
Vigevano). Potrebbe partire dall’impianto fotovoltaico al
palazzetto dello sport.
PP, 19/4;
16/1
Comune di
Sant’Angelo
Lomellina
16/4: accordo preliminare stretto a Roma dal Sindaco. La
comunità potrebbe allargarsi anche a Rosasco, paese vicino.
Venerdì a Roma, nella sede della Fondazione Luigi Einaudi, di
cui Grossi è referente della Lombardia, c’è stato un incontro
con un’azienda di Pescara. “I tempi sono stretti, o si fa ora
oppure perdiamo un’occasione d’oro. Non siamo certamente i
primi, ma non vogliamo essere neppure gli ultimi”. Con
l’azienda hanno analizzato tutte le aree di proprietà comunale
per poi installare i pannelli. Oltre a un campo di c. 2 ettari,
hanno voluto analizzare anche tutti i tetti dei locali comunali
(il tetto del Municipio ce li ha già). Il Sindaco di Rosasco si dice
interessato e che parteciperà all’incontro con il Sindaco di
Sant’Angelo a Milano il 28/4.
PP, 16/4
Comune di
Santa
Cristina e
Bissone
14/4: incontro pubblico per spiegare il progetto e sondare il
terreno sulle possibili adesioni. Il Sindaco ha deciso infatti di
avviare la costituzione della CER favorendo l’installazione di
pannelli solari sui tetti di edifici pubblici o privati, obiettivo da
raggiungere anche con contributi ai cittadini per incentivare
l’installazione.
9/4: Il Comune ha deciso di costituire una CER. Modulo di
manifestazione d’interesse reperibile negli uffici con consegna
entro il 27/4 perché entro il 30/4 il progetto sarà inviato alla
Regione per l’approvazione definitiva e per il finanziamento
delle opere indicate sui moduli di ciascun cittadino.
16/11: Intrapreso progetto di costituzione CER e
partecipazione incontro Rivanazzano.
PP, 14/4;
9/4
Utilitalia –
(13/11)
Comune di
Sommo
3/11/22: pubblicazione modulo per manifestazione
d’interesse; 15/11/22 termine per presentare il proprio
comunica
city.net)
46
modulo prorogato a 26/11 per consentire di partecipare anche
a chi ha richiesto chiarimenti.
28/9/22: “La Comunità energetica a trazione pubblica”:
incontro con perito industriale rivolto a tutta la cittadinanza,
organizzato dal Comune. Anticipato che dopo un mese
pubblicato modulo per manifestazione d’interesse.
comunica
city.net)
https://co
municacit
y.net/
Comune di
Torre Beretti
e Castellaro
CER COSTITUITA:
26 famiglie, pannello fotovoltaico 20 kwatt (19,38 kWp) del
centro sportivo, risparmi in bolletta fino al 20% (pari a 200-
300 €). Qui applicata normativa di transizione che prevede il
limite della cabina secondaria. Si poteva scegliere tra 16
famiglie e 2 attività commerciali oppure 25 famiglie: il Comune
scelto la seconda opzione per intenzione di coinvolgerle nel
distretto del commercio dove intenzione di installare nuovo
impianto fotovoltaico grazie a finanziamenti regionali.
Supporto ènostra: 7/9 incontro pubblico per introdurre il
tema ai cittadini e dal giorno dopo manifestazioni d’interesse
allo sportello informativo. La scadenza per comunicarle era il
21/9 e le ha raccolte ènostra per conto del Comune.
Comune e neonata associazione firmata la convenzione che
disciplina il programma d’interventi. Il responsabile del
servizio tecnico comunale seguirà in concreto lo sviluppo del
progetto. L’associazione comprende cittadini, attività
commerciali, piccole e medie imprese; ogni famiglia ha
acconsentito a versare 20 € per le spese per la nascita
associazione che avrà anche un cc.
CER IN COSTITUZIONE:
Progetto di due nuovi pannelli sul tetto del Municipio, 15 kw
ciascuno (fase affidamento al 14/9, probabilmente allacciato
quando sarà vigente la normativa definitiva che amplia i
confini alla cabina primaria permettendo a tutti i cittadini
interessati di partecipare). Si allacceranno alla seconda cabina
elettrica, più vicina al palazzo comunale, e a cui dovrebbero
allacciarsi altre 25 famiglie.
Lo stesso faranno a Castellaro De’ Giorgi (altro nucleo
comunale).
PP, 25/2
Sito
ènostra,
14/9
Comune di
Torre D’Isola
9/3: form online da compilare pubblicato sul sito istituzionale
sull’interesse a partecipare alla CER.
torredisola
.pv.it
Comune di
Tromello
11/4: procede l’iter per la CER. La Giunta ha approvato
l’accordo con la Centrale unica di committenza di Garlasco per
lo svolgimento della procedura di gara riguardante il
partenariato pubblico-privato per la gestione delle utenze
energetiche del Comune, in particolare per edifici pubblici e
illuminazione (e appalto per realizzazione dell’asilo nido,
finanziato con fondi PNRR).
23/2/23: presentazione CER del Sindaco con Green Wolf
(modello CERL, con PPP (Partenariato Pubblico Privato, con
cui gran parte del finanziamento è sul privato), rivolto a
cittadini, ma anche imprese e cittadini comuni limitrofi.
2/11: Inizio 2022 si erano cominciati a mobilitare per far
fronte al caro bollette con avvio procedimento per costituire
CER (sembrerebbe con Green Wolf). La società che ha vinto
oltre a creare la CER si è proposta di riqualificare
energeticamente tutti gli edifici comunali e l’illuminazione
pubblica. Partecipazione a 3 bandi: uno per la riqualificazione
energetica degli edifici, uno per quella dell’illuminazione e uno
per lo smaltimento dell’amianto del cimitero e installazione del
fotovoltaico (che farà parte della CER). Al momento ottenuto:
bando cimitero per il quale già aggiudicata la gara (bando
PP, 11/4;
4/11
FB
Cambiame
nti per
Tromello
Youtube
47
regionale per sostituzione dell’amianto per alleggerire la spesa
del PPP); bando riqualificazione energetica con progetto scuola
infanzia energia quasi 0; in attesa della graduatoria del bando
per l’illuminazione (l’avvio del procedimento da parte di
Regione previsto per 1/23).
Comune di
Valle
Lomellina
29/4: approvazione della Giunta dello studio di fattibilità. Da
questo emerge che il costo degli impianti per la CER (1,44
milioni €) sarà finanziato dalla Regione (nel caso
dell’ottenimento del contributo) e che i ricavi di lungo periodo
saranno 312.000 € fra risparmi diretti (247.000) e incentivi
(65.000). Il progetto, affidato a una società bergamasca,
contiene finalità, tempistiche e criteri per la presentazione di
una CER. Nello specifico, lo studio di fattibilità tecnico-
economica specifica i passaggi per il potenziamento energetico
di edifici comunali indirizzato alla creazione della CER.
Obiettivo ambientale ed economico.
26/4: costituzione CER “Valle Lomellina” con approvazione
atto costitutivo e statuto dal Consiglio Comunale.
12/4: approvato il progetto esecutivo di dettaglio per la
fornitura e l’installazione dell’impianto sul tetto della palestra
scolastica. Installazione sarà eseguita da Enel X Italia e da qui
partirà la CER, cui stanno lavorando da alcuni mesi.
24/3: da primo incontro per costituzione CER gli
amministratori comunali e i tecnici hanno spiegato che una
ditta installerà pannelli fotovoltaici per c. 20 KW sul tetto della
palestra.
16/3: incontro informativo sulla CER con ingegnere società
AERE.
21/12: Già valutato con Enel quante famiglie potranno
beneficiarne: quasi tutti gli abitanti di Valle, circa 2.000
persone, in quanto allacciati all’unica cabina primaria.
Esempio da Torre Beretti.
10: Arrivo per fine ottobre primo pannello, di 3 kW, in Piazza
Resistenza, accanto al Municipio, in sostituzione di una
vecchia copertura in amianto. Obiettivo entro primavera 25 kw
da mettere sul tetto della scuola media, progetto già finanziato
con fondi ministeriali (PNRR). Intenzione di utilizzare energia
prodotta per esigenze di scuole medie, elementari e Municipio
e cedendo il resto alla cittadinanza tramite la formula della
comunità energetica.
PP, 29/4;
12/4;
24/3;
16/3;
13/1;
21/12
YouTube
Comune di
Vigevano
Avviso pubblico di manifestazione d’interesse (pubblicato nel
sito il 14/2); termine 15/4. Per il momento si pensa di
sfruttare il palasport di v. Gravellona (per comunità frazione
Piccolini) e la piscina di v. S. Maria (anche attività produttive
e case popolari). Il personale ha analizzato i dati per verificare
i propri edifici comunali, mentre Assolombarda fornirà lo
studio di fattibilità. Per essere sostenibile bisogno di vendere
corrente che produce. Sull’onda dei corsi sul risparmio
energetico.
Delibera GC 291/2022: indirizzo favorevole a promozione,
costituzione sul territorio comunale di CER.
23/11/22: protocollo con Assolombarda: sistemi di
autoconsumo & stoccaggio. Possibilità di futuri altri impianti.
Assolombarda interessata per minori costi per i propri iscritti.
Sembrerebbe che così la progettazione non comporti costi per
il Comune. Assolombarda nell’ambito della collaborazione
mette a disposizione proprie competenze, esperienze imprese
associate e in particolare quelle della Milano Smart City
https://w
ww.comu
ne.vigevan
o.pv.it/
PP, 15/2
https://w
ww.inform
atorevigev
anese.it
PP, 24/11
e
protocollo
48
Alliance (network imprese innovative che promuove
collaborazione pubblico-privato). Primo patto regionale.
Comune di
Voghera
27/4 ore 21.00: Consiglio Comunale (seconda convocazione
per 29/4) in cui anche discussione della manifestazione
d’interesse per la costituzione della CER e approvazione di una
convenzione. Il progetto, presentato dall’Assessore Carlo
Gabba (con delega anche alla Smart City), riguarda pannelli
fotovoltaici da realizzare sui tetti di edifici di proprietà del
Comune (scuole e palestre) e della casa di riposo Pezzani.
Accelerazione motivata dalla volontà di partecipare al bando
di Regione Lombardia in scadenza a fine maggio. Il direttore di
ASM Maurizio Cuzzoli spiega che è lo stesso Comune a
realizzare l’impianto, chiedendo il finanziamento per la sua
realizzazione e che (avendo ricevuto finanziamenti esterni per
realizzarlo), oltre a cedere l’energia prodotta, il doppio ricavo
finanzierà bonus sociali e interventi utili alla città. L’obiettivo
è il risparmio in bolletta dell’energia, in particolare quelle della
casa di riposo, sotto pressione con i bilanci. Dato che con
questo progetto si raggiungerebbe già il MW di produzione
(limite massimo per le CER), la CER non è ulteriormente
espandibile. Questo elemento ha acceso il dibattito e ha
portato l’opposizione ad astenersi dalla votazione nonostante
ritenga importante la costituzione della prima CER nel
Comune. Inoltre, si è aggiunta l’accusa di Legambiente Oltrepò
di aver lasciato fuori aziende e privati cittadini e vi è stata la
loro richiesta di un percorso partecipato e trasparente sul
modello di Broni, da realizzarsi prima della scadenza del
bando. ASM non esclude in futuro altre CER, come previsto
dal Piano industriale 2023-2025, che le prevede con aziende e
privati, dando precedenza a progetti dove vi è la
massimizzazione del profitto per i componenti stessi. Inoltre,
viene detto che la CER proposta con la Pezzani potrà essere
allargata in una seconda fase con l’aggiunta di altri impianti.
8/4/23: si parla ancora del progetto con ASM con particolare
attenzione alle categorie disagiate che hanno maggiormente
risentito dell’aumento delle bollette.
9/11/22: Assemblea di ASM (Voghera) ha deliberato
all’unanimità (Comuni soci) il Progetto delle CER (“Comunità
energetica locale”) rivolto a Voghera e altri Comuni dell’Oltrepò
(sarà proposta a tutti i Comuni del territorio). Obiettivo prima
CER Oltrepò. N.B. non può costituirla direttamente perché
gestore che vende energia, ma sì supporto, come già sta
facendo per gli impianti fotovoltaici. Volontà della Sindaca di
rispondere così alla manifestazione d’interesse di Regione
Lombardia. Si sta individuando l’area, ma entro la fine del
2022 nascerà il primo parco, cui ne seguiranno altri nel 2023.
Ogni parco c. 1 MW potenza. Si inizierà alimentando Comune,
scuole e ospedale. Il progetto si implementerà nel 2023. Aree
sono quelle dismesse di proprietà del Comune o capannoni
pertinenti. Accompagnati da una delle più importanti società
di consulenza energetica a livello nazionale che segue altri
progetti sul tema. Progetto forse legato a Broni e Fortunago.
PP, 30/4;
22/4;
23/2
https://ra
diogold.it
/
oltrepolom
bardo
Parrocchia
Mirabello
Il Parroco è interessato e ha contattato Don Franco Tassone
(Parrocchia SS. Salvatore), che a sua volta gli ha suggerito di
contattare l’impresa sociale “Fratello Sole” per farsi assistere,
come hanno fatto loro. In questo modo si potrebbero creare
utili sinergie e supporto.
Don
Franco
Tassone
(intervista)
Parrocchia
SS. Salvatore
Interesse a costituirla e supporto dell’impresa sociale “Fratello
Sole”. Realizzato studio di fattibilità e impatto sociale. Si pensa
Don
Franco
49
di cominciare con l’inizio dell’anno nuovo e si aspetta la
normativa definitiva. In autunno bisognerà strutturare degli
incontri con le varie realtà.
Tassone
(intervista)
Comunità
Mulino di
Suardi
Vinto il bando di Fondazione Cariplo. Con questo sia fondi per
comprare l’impianto (40.000€ che coprono il 60% dei costi
totali), che consulenza specifica. Ad oggi, bloccati i materiali,
ma impianto non ancora installato perché suggerito di
aspettare la normativa definitiva. Molto probabile che anche il
Comune, che si è detto interessato, parteciperà alla CER, con
possibilità di fornire il proprio impianto (32 kwp picco).
Due impianti per tot 85,415 kwh/anno (picchi di 20,75 kWp e
24,9 kWp). Idea che surplus sia ceduto gratuitamente a un
certo numero di famiglie e imprese che aderiranno alla CER
(c. 50). Si prospetta la fine dei lavori entro metà 2023.
Giovanni
Vescovi
(intervista)
PP, 19/10
50
2. Schede intervista.
Tabella 4. Domande comuni a tutti gli intervistati (per ciascuno, poi, vi sono state le domande specifiche
aggiuntive).
1. MOTIVAZIONE
Qual è stata la motivazione principale che vi ha spinti ad attivarvi per realizzare
la CER?
2. CHI/COSA
SUPPORTO
Chi e che cosa vi è stato ed è di supporto nel processo di realizzazione?
3. DIFFICOLTÀ
Quali sono state e quali sono le difficoltà principali che riscontrate?
4. RIDUZIONE
DIFFICOLTÀ
Vi siete fatti un’idea di come si potrebbero risolvere o quantomeno ridurre queste
difficoltà?
Quali enti potrebbero contribuire?
La Provincia che ruolo potrebbe avere?
5. PRESENTE
& FUTURO
A che punto siete con la realizzazione della CER?
Quali sono le prospettive per il futuro?
51
Tabella 5. Scheda intervista Comune di Vigevano: Sindaco, 18/4/23.
1. MOTIVAZIONE
Politica: coerenza con il proprio programma di mandato, dove attenzione
all’innovazione per lo sviluppo della Smart City. È stato creato, infatti, un Comitato
sul “Digital and Green”, con Maffè e Noci tra gli altri, proprio per supportare
l’implementazione di questo aspetto del programma di mandato, anche perché a
supporto di questi temi sono concentrate ingenti risorse, tra cui quelle del PNRR.
2. CHI/COSA SUPPORTO
Assolombarda: consulenza tecnica gratuita, in particolare per l’identificazione degli
edifici su cui installare gli impianti (in base a chi vorrà diventare co-producer e alle
zone che possono essere più interessanti per i possibili fruitori), in particolare
tramite la Milano Smart City Alliance. Loro avevano già cominciato con Città
Metropolitana, poi (a giugno) proposto al Comune una partnership, sicuramente la
prima in provincia di Pavia, ma forse anche in Lombardia; l’accordo è stato poi
sottoscritto a settembre. Loro hanno interesse a promuovere le CER perché ne
condividono la filosofia (come emerso fin dalle interlocuzioni informali di giugno) e
poi eventualmente le loro imprese potrebbero partecipare alle future gare.
Modello replicabile su Comuni medio-grandi: loro ora stanno un po’ testando il
progetto, anche il protocollo d’intesa è molto generico per questo motivo.
Energy Manager: esterno al Comune.
3. DIFFICOLTÀ
1) Normativa: es. Solo con la recente delibera di ARERA si è chiarita l’estensione
alla cabina primaria;
2) Comunicazione: soprattutto quella rivolta ai cittadini, perché le imprese hanno
già risposto dimostrando la presenza del tessuto imprenditoriale. Sono infatti circa
una decina ad aver manifestato interesse. Inoltre, 2) comunque dipendente da 1):
è necessario, infatti, prima sapere cosa comunicare.
3) Costruzione percorso e reperimento dati: i Comuni hanno infatti competenze di
tipo giuridico-burocratico, es. come fare la convenzione, ma hanno maggiore
difficoltà sul come costruire il percorso di realizzazione, anche dal punto di vista
tecnologico-infrastrutturale. In aggiunta, vi è la mancanza di cultura e
consapevolezza dell’importanza dei dati e conseguente difficoltà a reperire quelli
rilevanti per le analisi. Infine, risulta difficile anche trovare gli esperti negli ambiti
necessari.
52
4. RIDUZIONE DIFFICOLTÀ
1) Aspettare;
2) La stanno gestendo loro;
3) Partnership con Assolombarda e supporto professionista esterno. In aggiunta,
valorizzazione di uno studio già fatto sui consumi degli edifici pubblici nel periodo
di aumento dei costi dell’energia volto a cercare di risparmiare.
Provincia: al momento non competenze – lui la conosce da dentro: è stato
Consigliere Provinciale – dovrebbe dotarsi di struttura dedicata. Lui risposto “No”
al questionario pensando al suo Comune, ma potrebbe invece, attraverso apposita
struttura, essere di supporto ai Comuni più piccoli. Tuttavia, dovrebbe
innanzitutto attivarsi lei sfruttando i propri edifici, ma viste le difficoltà
probabilmente ad oggi non è fattibile.
5. PRESENTE & FUTURO
“Autosostenibilità”: “ha le gambe per camminare, non che si sostiene solo perché c’è
un contributo pubblico”. Deve infatti essere un progetto sostenibile dal punto di vista
economico, indipendentemente dall’eventuale sussidio di Regione Lombardia. Il
rischio è che se no, finiti gli incentivi, non continui e che quindi gli sforzi non
portino a nulla.
Già identificati possibili loro immobili. Loro intendono trarne vantaggio e
soprattutto il loro impianto potrebbe fare da volano al progetto.
Il termine della manifestazione d’interesse è solo indicativo, per incentivare le
persone a partecipare, di fatto sempre aperta.
Due incontri in quella data (18/4), uno alle imprese e l’altro ai cittadini.
Vedere se riescono a partecipare alla manifestazione d’interesse di Regione, ma non
determinante per la realizzazione perché il loro obiettivo è che il progetto sia
autosostenibile.
La povertà energetica è tenuta in considerazione, anche perché prevista nel bando.
Nello specifico, si pensa a coinvolgere la zona piscine vicino alle case popolari
oppure a basarsi sull’ISEE. Resta comunque a fondamento l’elemento
dell’autosostenibilità e per questo motivo si coinvolgeranno quelle persone che sono
comunque in grado di pagare le bollette.
Obiettivo nell’anno di costituire la comunità e dopo si occuperanno della parte
operativa.
53
Tabella 6. Scheda intervista Comune di Torre Beretti e Castellaro: consulente ambientale, 27/4/23.
1. MOTIVAZIONE
Ambientale e sociale soprattutto: tante motivazioni, ambientale – dipendere il meno
possibile dalle fonti fossili – ma anche economico – piccolo supporto economico –
e sociale – riaggregare i cittadini. In aggiunta, ulteriore elemento che vale per Torre
Beretti in quanto piccolo Comune, che consiste nell’essere una possibile strategia
di contro esodo.
2. CHI/COSA SUPPORTO
L’intervistato stesso: consulente ambientale, già Sindaco e da sempre interessato
di ecologia e ambiente (è stato inoltre Vicepresidente di una società che si occupa
di rifiuti). Si è in primo luogo informato e poi ha sottoposto all’amministrazione
comunale la proposta. Prima è stato necessario capire come funzionava, poi quali
potevano essere i vantaggi ed infine come metterla in piedi. Lui consulente pagato
in un secondo tempo, proposto per interesse a prescindere.
Società di consulenza del settore (ènostra) che sta aiutando nei vari passaggi, non
ultimi quelli burocratici, che stanno affrontando anche in questi giorni.
3. DIFFICOLTÀ
Tipo burocratico prettamente: il coinvolgimento della cittadinanza, infatti, è stato
più facile di quel che pensavano, grazie all’inaspettato riscontro mediatico (in
particolare, un articolo pubblicato su un quotidiano nazionale e lui ospite in una
trasmissione su Rai1). Difficile perché proprio tra i primissimi. Es. iscrizione
dell’associazione “Comunità energetica Lomellina” al RUNTS (Registro Unico
Nazionale del Terzo Settore), dove problemi per via di un articolo dello statuto.
Difficoltà condivisa con altri soggetti e si stava parlando proprio in quei giorni con
il consulente di ènostra della possibilità di contribuire ad esercitare pressione per
apportare i cambiamenti necessari. “Essere anche in questo caso gli apripista”. Non
sa ancora come, ma se serve lo faranno.
All’inizio vi è stata la difficoltà, poi superata, di far comprendere la bontà del
progetto all’amministrazione comunale, proprio perché tra i primissimi a muoversi
in questo tipo di iniziativa.
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4. RIDUZIONE DIFFICOLTÀ
UE: ritorni il decreto approvato; Stato: metta in attuazione il prima possibile;
società private: anche il loro ruolo è altrettanto importante. es. ramo di Enel che
si occupa degli allacciamenti, se li facesse più rapidamente apporterebbe
sicuramente un contributo positivo; ènostra: consulenza; sua disponibilità a
contribuire a diffonderle, anche andando a parlare in varie sedi.
Provincia: sicuramente potrebbe essere di supporto. Ora ancora difficile da
definire, ma riscontra nell’attuale amministrazione provinciale grande attenzione
alle iniziative di aggregazione sul territorio e portare un'unica voce di più Comuni
con gli stessi problemi può avere più forza.
5. PRESENTE & FUTURO
ORA: CER costituita. 20 associati, che dovrebbero raddoppiare con il nuovo
decreto (infatti hanno potuto partecipare solo una parte dei soggetti che avevano
pre-aderito, solo quelli sotto la stessa cabina secondaria dell’impianto fotovoltaico).
Loro avevano degli elementi vantaggiosi che permettevano già di partire: impianto
fotovoltaico di proprietà del Comune e che il Comune era disposto a conferire alla
CER e che rispettava i requisiti.
“Le Cer sono progetti di medio lungo periodo”: se uno pensa di avere un beneficio
immediato sì, ma piccolo, ma questo sarà costante nel tempo. Anche il nome dà
l’idea dell’ambizione di andare oltre i confini del comune.
Aspetti solidaristici: accordo con il Comune (che andava premiato visto che metteva
e metterà a disposizione propri impianti) che prevede che gli sarà dato il 20% del