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JOURNAL of SUSTAINABLE DESIGN
Eco Web Town
Rivista semestrale on line | Online Six-monthly Journal ISSN 2039-2656
Edizione Spin Off SUT - Sustainable Urban Transformation
#
EWT/EcoWebTown
Rivista semestrale on line | Online Six-monthly Journal
ISSN: 2039-2656
Comitato editoriale
Caporedattore
Segretaria di redazione
Coordinatore redazionale
Traduzioni
I/2021 pubblicato l’11 ottobre 2021
http://www.ecowebtown.it/n_23/
# 23
Mediterraneo. Macrocosmi locali nel globale
PRIMO PIANO. PROSPETTIVE PER IL MEDITERRANEO
Mediterraneo Arkhi-Pelagos. (Mare Principale | Arcipelago)
Mediterraneo. Manifesto per una svolta
Il Corridoio Meridiano
I porti del Mediterraneo
Il respiro della città
Mediterranean matters. Tre prospettive per un’agenda comune
Lampedusa, l’isola che unisce il Mediterraneo
TEMI PUNTUALI
La dimensione urbana delle “blue energy”
La dimensione informale del pensare mediterraneo
Il disegno del paesaggio costiero della Maremma
Call for paper:
NARRAZIONI MEDITERRANEE
La via Istmica Sibari-Lao
Only by Water
EChOWAYS. Eco-musei lungo le rotte dei Fenici
Strade e percorsi culturali, architetture e paesaggi nel sud Europa
Tradizione insediativa e infrastrutture a grande scala tra le due sponde del
Mediterraneo: un primo rapporto
La Via della seta 5.0
Percorsi di resilienza. La rigenerazione dei territori fragili tra la costa
mediterranea e le aree interne
| Alberto Clementi
| Mosè Ricci
| Marco Minniti
| Gaetano Fontana
| Rosario Pavia
| P. Barbieri, A. Fiorelli,
A. Lanzetta
| Anna Laura Palazzo
| Giuseppe Roma
| Federica Di Pietrantonio
| Paola Scala
| A. Crudeli, M. Manicone
| Fabrizia Berlingieri
| P. Cannavò, M. Zupi
| M. Ferretti, A. Barone
| P. Mellano, M. Crotti
| G. Canella, P. Mellano
| F. Moraci, D. Passarelli,
C. Fazia, D. Bellamacina,
A. Bartucciotto, M. F. Errigo
| C. Ravagnan, D D’Uva,
C. Amato, G. Bevilacqua,
O. Gunaydin
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INDICE
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Andata e Ritorno. La Via dell’arcipelago pontino
nell’architettura mediterranea
Paesaggi regionali. Il Delta del Po tra visioni di sviluppo sostenibile e
paradigmi territoriali
MATERIALI DIDATTICI
Tessiture Sociali. Strategie di inclusione urbana
RECENSIONI
L’insostenibile sofferenza della periferia. Le periferie napoletane dagli anni
’50 ad oggi, di Filippo Barbera
Recensione a cura di Paolo Colarossi
Terraneo. Di Marino Amodio e Vincenzo Del Vecchio. Ceci n’est pas un revoir
(questa non è una recensione)
Te st o di Ma r i a P on e
| Francesca Rossi
| Concetta Tavoletta
| C. Mariano, M. Marino
| Francesco Alberti
| M. Russo, A. Attademo,
M. Castigliano,
M.G. Errico, F. Garzilli,
B. Pagano, M. Pizzicato
| F. Bilò, D. Potenza,
M. di Venosa
| D. Potenza, F. Bilò,
M. di Venosa,
G. Costantini
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147
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EcoWebTown Journal of Sustainable Design
Rivista semestrale on line | Online Six-monthly Journal
Le nuove sfide del Progetto Urbano nell’era della crisi climatica1
Il ruolo della conoscenza e della integrazione disciplinare
Carmela Mariano, Marsia Marino
Parole chiave (IT): Rigenerazione urbana ecologica, Progetto Urbano, innalzamento del
livello del mare
Parole chiave (EN): Ecological urban regeneration, Urban Project, sea level rise
Abstract (IT):
L’innalzamento del livello del mare rappresenta uno degli effetti più impattanti dei cambiamenti
climatici sul territorio, con particolare riferimento all’area mediterranea.
Le strategie di adattamento rappresentano un approccio complementare alla mitigazione al fine di
perpetrare uno sviluppo urbano sostenibile e resiliente delle città costiere.
In questo senso, le amministrazioni locali, accanto alla definizione di vision strategiche, individuano
nella procedura del Progetto Urbano lo strumento più idoneo per rispondere alle nuove sfide della
contemporaneità.
Il contributo evidenzia la necessità, per i policy maker, di incentivare la costruzione di banche dati
complete ed esaustive per una puntuale valutazione della vulnerabilità dei territori ai diversi impatti
dei cambiamenti climatici come azione preliminare ad interventi progettuali site specific.
Abstract (EN):
The sea level rise phenomenon represents one of the most impacting effects of climate change on
the territory, with particular reference to the Mediterranean area.
Adaptation strategies embody a complementary approach to mitigation in order to perpetuate
sustainable and resilient urban development of coastal cities.
Therefore, local administrations identify the procedure of the Urban Project as the most suitable tool
to respond to the new challenges of contemporary cities, alongside the definition of a strategic vision.
For these reasons, the contribution highlights the need to encourage policymakers in building
complete and exhaustive databases for an accurate assessment of the vulnerability to the various
impacts of climate change as a preliminary action to site-specific project interventions.
L’innalzamento del livello dei mari quale fattore di rischio per le città costiere del
mediterraneo
Il quinto Rapporto IPCC del 2013 (AR5, 2013) rappresenta lo stato attuale delle conoscenze sui
cambiamenti climatici e sui loro potenziali impatti ambientali e socioeconomici (è attualmente in
corso la stesura del sesto Rapporto) ed evidenzia come il fenomeno dell’innalzamento del livello dei
mari rappresenti uno degli effetti più impattanti sul territorio.
Senza voler entrare in tecnicismi, le proiezioni globali al 2100 variano tra 53 e 97 cm secondo l’AR5
(2013) e tra 50 e 140 cm secondo Rahmstorf (2007).
Un ulteriore dato allarmante evidenzia che, anche se l’emissione di gas serra dovesse diminuire,
sarebbe comunque previsto un innalzamento del livello del mare tra 28 e 61 cm per lo stesso
periodo.
152
In questo scenario si registrerà un impatto importante lungo le coste che potrebbe causare una
probabile migrazione interna dell’erosione costiera, aumentando in modo significativo anche il
rischio di alluvioni, soprattutto in caso di eventi estremi (Mariano, Marino, 2019a).
A tale proposito un interessante studio dal titolo Mediterranean UNESCO World Heritage at risk from
coastal flooding and erosion due to sea-level rise (Reimann, L., Vafeidis, A.T., Brown, S., Hinkel, J.,
Tol R.S.J., 2018), pubblicato sulla rivista Nature Communications, richiama l’attenzione sui siti
UNESCO situati nelle zone costiere del Mediterraneo più esposte al rischio inondazione causato
dall’innalzamento del livello del mare, ponendo l’accento sul rischio di perdita non solo a livello
materiale, ma anche sul piano dell’identità culturale dei popoli.
La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel
1972, prevede, infatti, la redazione di liste di beni, naturali e culturali, che appartengono a tutte le
popolazioni del mondo, al di là dei territori nei quali essi sono collocati.
L'elenco del patrimonio mondiale del 2018 comprende un totale di 1092 siti del patrimonio culturale e
naturale, in base al loro eccezionale valore universale; oltre il 77% di questi siti sono culturali e una grande
parte di questi è collocata nelle aree costiere, in linea con le tendenze insediative tradizionali della civiltà
umana. Sebbene il cambiamento climatico sia stato universalmente riconosciuto come una minaccia, non
sono molti gli studi che esplorano potenziali opzioni di adattamento per queste aree.
Inoltre, gli standard di protezione variano notevolmente tra i Paesi del Mediterraneo a causa delle differenze
socioeconomiche tra la parte settentrionale, orientale e meridionale. Lo studio Reimann et. al (2018),
cataloga i siti UNESCO situati nel Mediterraneo, mostrando anche la schematizzazione, tramite segmenti di
diverso colore, delle previsioni al 2100 dell’innalzamento del livello del mare.
Secondo lo studio, in Italia i principali siti esposti al rischio inondazioni causate dal SLR sono: la città
di Venezia e in generale tutta l’area lagunare, Piazza del Duomo a Pisa, Vicenza e le ville Palladiane
del Veneto, il centro storico di Napoli, Ferrara, il Delta del Po, i monumenti paleocristiani di Ravenna
(città oggetto di approfondimento in questo contributo), Portovenere nelle Cinque Terre, Torre
Annunziata (NA), la Costiera Amalfitana e Cilentana con il Parco Nazionale del Cilento e il Vallo di
Diano, l’area archeologia di Paestum (SA), la Certosa di Padula (SA).
Oltre a questo, se si considera poi, che in Europa circa 86.000.000 di persone (il 19% della
popolazione) vivono entro i 10 Km dalla costa (ivi), che nell’area mediterranea la percentuale sale
al 75%, e che l’Italia, con i suoi 7500 Km di costa, registra valori di concentrazione demografica che
si aggirano intorno al 70%, (Antonioli, et al, 2016), si comprende il connotato di estrema fragilità di
quelli che possiamo definire territori sublimi, nel significato etimologico del termine che, dal latino
sub limen (sotto la soglia, sotto il limite), fa riferimento, in questo contesto, al limite della costa, limite
fisico tra terra e mare inteso come componente che determina il passaggio, la transizione tra il
paesaggio presente e quello futuro di territori che sono di fatto sospesi perché interessati da un
fenomeno di rischio potenziale e, quindi, a rischio di perdita.
Lo studio di Antonioli et. al (2016) annovera, tra l’altro, oltre all’area della laguna veneta, la città di
Ravenna tra le trentatrè aree in territorio italiano maggiormente esposte al rischio sea level rise.
Rigenerazione ecologica integrata per un adattamento resiliente
Alla luce delle tematiche esposte, le autrici, tramite un approccio induttivo adottato nell’ambito della
Ricerca del Dipartimento PDTA “Strategie di rigenerazione urbana per territori climate proof.
Strumenti e metodi per la valutazione della vulnerabilità e per l'individuazione di tattiche di resilienza
degli ambiti urbani costieri soggetti a sea level rise” (Responsabile scientifico Prof.ssa Carmen
Mariano) e delle attività del Dottorato di ricerca PDTA, hanno proposto la concettualizzazione di tre
macro-strategie di resilienza urbana (Mariano, Marino 2019b):
§ Difesa: l’approccio ingegneristico-ambientale
§ Adattamento: l’approccio ecologico integrato
§ Ricollocazione: i migranti della crisi climatica
153
Il presente contributo ha l’obiettivo di approfondire la strategia di “Adattamento” al fine di comprendere
in che modo il ricorso alla procedura del Progetto Urbano possa rappresentare la scelta più idonea per
la rigenerazione ecologica delle aree esposte a rischio sea level rise (SLR).
Le azioni e le strategie di adattamento, infatti, rappresentano un approccio complementare alla
mitigazione che implica la capacità della popolazione di continuare a vivere il proprio habitat apportando
adeguamenti atti a ridurre al minimo l'impatto delle inondazioni e che prevedono pratiche di rigenerazione
urbana dei territori compromessi (Boateng, 2008) in grado di perpetrare lo sviluppo urbano in un’ottica
di sostenibilità e resilienza (Salata, Giaimo, 2016).
A questo proposito, dal 2009, IUCN2 ha promosso il ricorso all’approccio EbA (Ecosistem Based
Approach) in materia di adattamento urbano ai cambiamenti climatici che consiste nell’adottare soluzioni
nature based per fronteggiare gli impatti dei cambiamenti climatici sulle persone e sul loro habitat.
L’approccio EbA consiste nel ricorso alla biodiversità e ai servizi ecosistemici come parte di una
strategia di adattamento globale (IUCN, 2020) e «integra la conoscenza scientifica delle relazioni
ecologiche nell’ambito di un complesso quadro di aspetti sociali e politici e di valori, verso l’obiettivo
generale della protezione dell’integrità degli ecosistemi in una prospettiva di lungo termine»
(Grumbine, 1994).
Nella sostanza l'EbA si concentra sui benefici che gli esseri umani traggono dalla biodiversità e dai
servizi ecosistemici e su come questi benefici possano essere utilizzati per far fronte ai cambiamenti
climatici. Di conseguenza, l'EbA è un concetto incentrato sulle persone, ma che riconosce che la
resilienza umana dipende in modo critico dall'integrità degli ecosistemi (Scavone, 2014). Tuttavia, la
salute dell'ecosistema da sola non garantisce la resilienza umana, quindi l'EbA è implementato al
meglio come elemento integrato di una più ampia strategia di adattamento. Gli approcci includono,
ad esempio, il ripristino degli habitat costieri, l'agroforestazione, la gestione integrata delle risorse
idriche, la diversificazione dei mezzi di sussistenza e gli interventi di gestione forestale sostenibile
che utilizzano la natura per ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici (CBD, 1992; Magaudda,
D’Ascanio, Muccitelli, Palazzo, 2020).
Un ulteriore passo in avanti rispetto al concetto di EbA è quello di Eco-DRR “Ecosystem-based Disaster
Risk Reduction” che si concentra sulla minimizzazione degli impatti di eventi calamitosi, migliorando la
capacità delle persone di gestire al meglio le situazioni critiche (tsunami, inondazioni, terremoti, cicloni).
A differenza dell’EbA, l'Eco-DRR affronta anche eventi rischiosi che non sono strettamente collegati al
cambiamento climatico o alla sua variabilità.
In questo contesto di riferimento, le «azioni fortemente lungimiranti volte alla valorizzazione, al ripristino
o alla creazione di paesaggi», e di “Gestione dei paesaggi”, «azioni volte, in una prospettiva di sviluppo
sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni
provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali» (Convenzione Europea del
Paesaggio, 2000), inducono ad accostare ai temi della pianificazione urbanistica, quelli più strettamente
legati alla progettazione urbana, alle tecnologie sostenibili e viceversa.
In questo senso la dimensione meta-progettuale del Progetto Urbano, lo configura come la
metodologia più idonea ad intervenire in contesti degradati dagli effetti dei cambiamenti climatici in
generale e del SLR in particolare. Il progetto urbano è in grado di accogliere ed indirizzare una
successione di contributi nel lungo periodo, una procedura che, proprio per la sua natura (Sola
Morales, 1989), presenta, infatti, gradi di flessibilità in grado di adattare la progettazione degli spazi
urbani alla richiesta di nuovo welfare urbano.
Nello specifico, due elementi diventano veri e propri parametri progettuali e di ricomposizione
armonica delle scale d’intervento:
§ lo spazio pubblico, inteso come connettivo tra le architetture, elemento che rappresenta il filo
conduttore del progetto, che lo riporta, a prescindere dalla sua estensione, alla scala umana;
§ il tempo, un tempo lungo «del quale il progetto urbano non può prevedere il mutare delle
esigenze» (Ferretti, Mariano, 2014), che conferma la necessità del ricorso alla procedura
flessibile del Progetto urbano.
154
Ravenna: città resiliente, adattiva e antifragile
In questo contesto di riferimento, emblematico è il caso della regione Emilia-Romagna e del comune
di Ravenna in particolare.
La nuova Legge Urbanistica Regionale n°24/2017 Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del
territorio, infatti, si muove verso precisi obiettivi:
§ aumentare l’attrattività e la vivibilità delle città tramite politiche di rigenerazione urbana e il
potenziamento dei servizi e delle funzioni strategiche, finalizzate al perseguimento della qualità
ambientale e della resilienza ai cambiamenti climatici;
§ contenere il consumo di suolo;
§ accrescere la competitività del sistema regionale tramite la semplificazione e la maggiore
flessibilità dei contenuti del sistema dei piani attraverso meccanismi procedurali adeguati ai
tempi di decisione delle imprese e alle risorse della Pubblica Amministrazione.
In questo senso, l’Art. 31 della sopramenzionata legge, sottolinea con forza la dimensione strategica
del nuovo PUG che sarà poi attuato attraverso “Accordi operativi”, che sostituiranno POC e PUA e
che regoleranno nel dettaglio gli interventi da realizzare.
Il comune di Ravenna sta attualmente lavorando alla redazione del nuovo Piano Urbanistico
Generale sulla base del documento strategico “Il Piano delle azioni consapevoli e integrate” (2019),
che prevede la definizione di 5 obiettivi:
§ Obiettivo 1 | Ravenna città resiliente, adattiva e antifragile;
§ Obiettivo 2 | Ravenna città dell’agricoltura sostenibile;
§ Obiettivo 3 | Ravenna città internazionale, interconnessa e accessibile;
§ Obiettivo 4 | Ravenna città-mosaico, multifunzionale e creativa;
§ Obiettivo 5 | Ravenna città rigenerata, abitabile, accogliente e sicura
Per ognuno di questi obiettivi vengono definiti Lineamenti strategici e azioni progettuali.
Il documento strategico definisce quattro progetti urbani-guida (per il progetto PG3 è stato già indetto
un concorso di progettazione volto alla definizione di un Progetto Urbano con lo scopo di creare un
Hub Intermodale della Stazione Ferroviaria di Ravenna, intesa come cerniera urbana tra città storica
e darsena di città) (figg. 1 e 2):
§ PG1: il canale Candiano per integrare città, porto e mare;
§ PG2: lo spessore dinamico del litorale;
§ PG3: la metro-ferrovia delle risorse storico-archeologico e ambientali;
§ PG4: la grande corona verde della città costruita.
Per quanto attiene all’obiettivo n. 1 del Piano strategico, il Progetto PG2 è quello che maggiormente
si riferisce alla necessità di rendere la città resiliente alle inondazioni causate dall’innalzamento del
livello del mare e, quindi, oggetto di approfondimento in questo contributo.
Il Progetto-guida in questione (figg. 3 e 4) individua l’esigenza di un’azione integrata per adattare il
territorio ad una molteplicità di rischi e salvaguardare e valorizzare le eccellenze naturalistiche
sottoposte a maggiore pressione antropica (Comune di Ravenna, 2019).
In tal senso il documento strategico definisce tre progetti strutturanti, per i quali vengono definiti degli
obiettivi specifici, sulla base dei quali realizzare un unico Progetto Urbano in linea con i principi
espressi nel paragrafo precedente:
1. Fascia costiera
§ Creazione di un “Parco marittimo” lungo tutto il litorale con ripascimento degli arenili e
ricostituzione dei sistemi dunali e vegetazionali compromessi, attraverso interventi di
rinaturazione e riforestazione;
§ Interventi di protezione della costa dall’erosione attraverso sistemi di ingegneria naturalistica;
§ Riqualificazione ambientale e funzionale delle aree agricole interessate dai fenomeni di
ingressione marina con interventi di forestazione e/o agricoltura compatibile;
155
§ Valorizzazione ambientale di fiumi e torrenti, attraverso il potenziamento dei percorsi ciclo-
pedonali esistenti e la connessione con le stazioni della metro-ferrovia.
2. Porto canale
§ Potenziamento e razionalizzazione del servizio di traghettamento Marina di Ravenna – Porto
Corsini, al fine di fluidificare le connessioni litoranee con particolare attenzione al sistema delle
ciclovie;
§ Potenziamento del Terminal crocieristico (eventuale nuovo molo, stazione marittima, dragaggio
fondali);
§ Riqualificazione del bacino pescherecci e/o dell’ambito dell’ex mercato del pesce.
3. Reti della mobilità
§ Ripensamento e razionalizzazione dell’accessibilità attraverso parcheggi modali e
potenziamento della rete ciclopedonale e del trasporto pubblico locale eco sostenibile anche
attraverso sistemi di bike sharing.
(Fig. 1) I quattro progetti-guida
definiti dal Documento strategico
2019. Fonte: Documento
strategico 2019 “Il piano delle
azioni consapevoli e
integrate”.
156
(Fig. 2) Unione dei quattro progetti-guida definiti dal Documento strategico 2019. Fonte: Documento strategico 2019
“Il piano delle azioni consapevoli e integrate”.
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(Fig. 3) Schema di assetto preliminare riferito al progetto guida PG2. Fonte: Documento strategico 2019 “Il piano
delle azioni consapevoli e integrate”.
158
(Fig. 4) I tre progetti strutturanti costituenti il progetto guida PG2. Fonte: Documento strategico 2019 “Il piano delle
azioni consapevoli e integrate”.
159
(Fig. 5) Relazione tra le aree esposte a rischio SLR al 2030 e prescrizioni del Piano Strutturale Comunale (PSC)
attualmente vigente. Area target di Marina di Ravenna. (Elaborazione grafica di Marsia Marino 2020).
160
(Fig. 6) Relazione tra le aree esposte a rischio SLR al 2050 e prescrizioni del Piano Strutturale Comunale (PSC)
attualmente vigente. Area target di Marina di Ravenna. (Elaborazione grafica di Marsia Marino 2020).
161
(Fig. 7) Relazione tra le aree esposte a rischio SLR al 2100 e prescrizioni del Piano Strutturale Comunale (PSC)
attualmente vigente. Area target di Marina di Ravenna. (Elaborazione grafica di Marsia Marino 2020).
162
Tuttavia, pur avendo delineato uno schema di assetto preliminare che tiene conto del dinamismo del
litorale, l’analisi del Piano locale attualmente vigente fa emergere una sostanziale carenza nel quadro
conoscitivo del territorio rispetto alle previsioni dell’innalzamento del livello del mare e l’assenza di elaborati
tematici che mettano in relazione le aree a rischio con le previsioni del piano urbanistico comunale
Ad oggi, infatti, tra gli elaborati grafici del quadro conoscitivo del PSC (Piano Strutturale Comunale) di
Ravenna, al punto B.3.1, vengono catalogate le Carte dei rischi di origine naturale, tra le quali compaiono
quelle relative alla subsidenza e alla erosione costiera, ma non viene fatto riferimento al contributo del
progressivo innalzamento del livello del mare, informazione che sarebbe necessaria alla concretizzazione
degli obiettivi emersi nel Progetto-guida PG2 presentato del documento strategico.
A tale proposito, le autrici, con la collaborazione del Laboratorio di Modellistica Climatica ed Impatti
dell’ENEA, hanno proposto un’azione preliminare a quella di definizione degli interventi progettuali, ovvero
un’integrazione del quadro conoscitivo del Piano urbanistico locale con mappe del rischio al SLR per
orizzonti temporali (2030, 2050 e 2100), applicate all’area target di Marina di Ravenna (figg. 5, 6, 7),
compresa nel progetto PG2 Lo spessore dinamico del litorale (Mariano, Marino, Pisacane, Sannino, 2021),
aventi ad oggetto la perimetrazione delle aree del tessuto urbano interessate dal rischio inondazione.
Partendo dalle inedite proiezioni di innalzamento del livello del mare alla scala locale, specificatamente
riferite all’area di Ravenna, fornite da Laboratorio di Modellistica Climatica ed Impatti dell’ENEA (2 cm al
2030, 17 cm al 2050, 68 cm al 2100), la sperimentazione ha fatto emergere una progressiva
compromissione, nell’arco temporale identificato, delle componenti sistemiche ricomprese nel sistema
ambientale e dei valori storico-culturali (dal 7% al 2030, al 24% al 2050, fino al 47% al 2100), insediativo-
morfologico (dal 0% al 2030, 3% al 2050, 35% al 2100) e delle infrastrutture e dotazioni territoriali (dal 0%
al 2030, 0% al 2050, 100% al 2100).
Riflessioni conclusive
Il risultato di questa attività di sperimentazione evidenzia la necessità, da parte degli organi preposti al
governo del territorio, di operare una definizione spaziale delle vulnerabilità dei territori preliminare
all’elaborazione di strategie resilienti ai fenomeni connessi al climate change, facendo ricorso alle tecniche
innovative del remote sensing e ai Sistemi informativi geografici (GIS), supportando e incentivando la
costruzione di banche dati complete ed esaustive.
Strategie in grado di mettere a sistema i temi della “integrazione”, in termini di scale e tempi degli interventi,
delle modalità di azione sulle componenti sociali, economiche e fisiche dei territori, dei soggetti coinvolti nel
processo (Masboungi, Mangin, 2009); della “interdisciplinarietà”, urbanistica, tecnologica, economica,
sociale, ingegneristica etc; della “transcalarità” del rischio e della risposta urbanistica, dalla scala vasta a
quella urbana e locale, nella prospettiva di una pianificazione climate-proof (Musco, Magni, 2014), in grado
di «affrontare con approccio sistemico le radici complesse delle dinamiche ambientali e territoriali, di
produrre conoscenza e comprensione adeguate alle realtà territoriali e delle loro tendenze evolutive, di
proporre visioni olistiche dei problemi da affrontare, di avanzare ipotesi progettuali capaci di anticipare gli
eventi e di conferire alla mano pubblica un ruolo pro-attivo» (Gambino, 2010).
Questa elaborazione costituisce un primo risultato della ricerca sulla base del quale si sta procedendo,
nelle fasi successive, con una lettura per classi di vulnerabilità degli ambiti territoriali interessati dal rischio
inondazione (suddivise per livelli di rischio) in grado di orientare le azioni prioritarie di intervento.
Tale lettura, sovrapposta e interrelata con una successiva indagine di tipo qualitativo, articolata per sistemi
di componenti (sistema paesaggistico-ambientale e dei valori storico culturali, sistema insediativo
morfologico, sistema relazionale e delle dotazioni territoriali), potrà consentire, da un lato di prefigurare
eventuali revisioni delle previsioni dello strumento urbanistico, dall’altro di individuare categorie di intervento
differenziate in relazione alla natura delle componenti interessate dal perimetro di rischio inondazione e
articolate secondo le tre macro-strategie individuate (difesa, adattamento e ricollocazione),
concettualizzate nel percorso di ricerca attraverso un percorso metodologico induttivo, a partire dal dibattito
163
e dalla disamina di alcune significative esperienze di pianificazione e progettazione condotte in ambito
italiano ed europeo e individuate quali best practices.
Le azioni progettuali che l’attività di ricerca in corso promuove, sono improntate in un’ottica di rigenerazione
ecologica dei territori interessati dal fenomeno di rischio, anche attraverso operazioni di modellazione del
suolo che possono diventare la matrice di nuovi assetti urbani e la definizione di progetti alla piccola scala,
diffusi capillarmente, che implicano anche, nel caso di azioni di difesa, un ripensamento dell’infrastruttura
idraulica oltre il suo ruolo eminentemente tecnico basato su un approccio esclusivamente tecnico-
ingegneristico, in una prospettiva di convivenza dello spazio abitato con le acque piuttosto che di
resistenza, laddove l’acqua in molti casi può rappresentare un valore aggiunto e l’occasione di
rigenerazione dello spazio pubblico urbano.
Note
1. La redazione del contributo è frutto della elaborazione congiunta delle autrici. Tuttavia, la stesura del paragrafo 1 è da
attribuire a Marsia Marino, del paragrafo 2 a Carmela Mariano, mentre l’elaborazione dei paragrafi 3 e 4 è comune alle
autrici.
2. Unione di organizzazioni governative e società civile composta da oltre 1400 organizzazioni e 17.000 esperti .
Riferimenti bibliografici
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JOURNAL of SUSTAINABLE DESIGN
Eco Web Town
Rivista semestrale on line | Online Six-monthly Journal
Edizione Spin Off SUT - Sustainable Urban Transformation
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ISSN 2039-2656
I/2021 11 ottobre 2021
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