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Apparati decorativi ad affresco e stucco, in A. Zaccaria Ruggiu, Hierapolis di Frigia XII. Le abitazioni dell'insula 104

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Abstract and Figures

Il contributo presenta le pitture presenti nelle case dell’Insula 104, la Casa del Cortile Dorico, la Casa dei Capitelli Ionici e la Casa dell’Iscrizione Dipinta, databili su basi stratigrafiche tra la fine del V secolo e gli inizi del successivo. Cogliendo l’opportunità di studiare pitture ancora in situ, che possono essere globalmente valutate nel contesto dei loro contenitori architettonici, l’articolo intende contribuire alla discussione sulla funzione delle diverse aree della casa nelle diverse epoche e sul ruolo che in esse gioca la decorazione immobile, avanzando ipotesi costruite su base archeologica. Esso intende inoltre offrire elementi utili per una migliore definizione cronologica delle testimonianze di pittura parietale, necessaria in particolare per epoche per le quali i dati disponibili sono ancora piuttosto scarsi. Nelle tre case prese in esame gli schemi decorativi articolano colonnati su alte basi, arricchiti da marmi e incrostazioni dipinte: un sistema basato sull’allusione al valore simbolico delle tipologie architettoniche e dei materiali pregiati, la cui enorme diffusione sulla ‘lunga durata’ rende particolarmente utili indicazioni affidabili di livelli cronologici e di qualità. Le pitture sono state eseguite nello stesso lasso di tempo da parte di uno stesso gruppo di pittori. Questa fortunata circostanza apporta elementi significativi anche per la discussione relativa all’organizzazione del lavoro dei pittori, chiarendo le ragioni dell’uso differenziato degli schemi e degli ornati, dei colori e dei materiali, ragioni che possono più facilmente sfuggire ad un’analisi puramente formale. Possiamo infatti osservare come – in tre case vicine e dipinte nella stessa epoca - i pittori diversifichino i loro ‘prodotti’ per adeguarli ai contesti da decorare, a testimonianza del ruolo che - nel solco di una tradizione artigianale secolare – la pittura continua a giocare nella ideologia abitativa dell’età medio - e tardoimperiale. Un esempio di questo uso differenziato dei materiali e delle tecniche è offerto dalle decorazioni a rilievo presenti nella casa di più alto livello decorativo dell’insula 104, la Casa dell’Iscrizione Dipinta: con notevole padronanza tecnica, a partire da una miscela di calcite e aragonite destinata ad alleggerire il peso della complessa decorazione, si costruisce qui sia lo schema architettonico di base che i ricchi ornati vegetali che completano il rivestimento parietale.
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HIERAPOLIS DI FRIGIA
XII
ANNA PAO LA ZACCARIA RUG GIU
Con questo volume si presentano in modo esaustivo i risultati di un lungo progetto di ricerca sulle trasformazioni dello
spazio privato a Hierapolis di Frigia nel suo sviluppo completo, dall’età imperiale romana al periodo mediobizantino.
Gli aspetti relativi all’abitare sono strettamente connessi ai mutamenti dell’assetto urbanistico e rivelano in modo molto
chiaro i cambiamenti sociali che accompagnano gli sviluppi della città: in questa prospettiva il volume intende contribuire
alla ricostruzione storica delle fasi più importanti della città frigia.
In modo sistematico e completo viene analizzata l’insula 104, un quartiere residenziale posto tra il Teatro e il Santuario di
Apollo. Tre dimore signorili occupano l’isolato: la Casa del cortile dorico, la Casa dei capitelli ionici e la Casa dell’iscrizione
dipinta, sorte già in età imperiale ma con un’importante fase costruttiva nel periodo protobizantino. In questa fase, di
fine del V o inizi del VI sec. d.C., le abitazioni subiscono trasformazioni significative, in particolare nella organizzazione
planimetrica: i portici delle case di età imperiale sono riadattati ad ambienti chiusi o parzialmente chiusi come sale di
rappresentanza, cucine o vani di passaggio. Importanti interventi riguardano sia i piani pavimentali (opus sectile, opus
spicatum, tavelle in terracotta), che l’apparato decorativo con affreschi a motivi di carattere architettonico e modanature
in stucco.
Di grande interesse è la presentazione del contesto dell’epigrafe con la preghiera di Manasse, testo presente nella cd.
Bibbia dei Settanta, dipinto all’inizio del VI sec. d.C. sulle pareti di un piccolo vano della Casa dell’iscrizione dipinta.
La particolare collocazione di questo ambiente nella casa rende plausibile l’ipotesi che si tratti di una stanza destinata
esclusivamente alla preghiera, un unicum nel panorama delle città tardoantiche nell’area orientale dell’impero.
Le indagini archeologiche intraprese dall’Università di Venezia hanno evidenziato tutte le fasi di vita dell’isolato e la
pubblicazione vuole presentare in modo sistematico queste complesse vicende, attraverso l’analisi delle architetture e
delle funzioni degli spazi, degli apparati decorativi e dei reperti ceramici, degli arredi statuari e degli oggetti metallici, in
vetro, etc. In particolare, per la Casa dell’iscrizione dipinta i problemi di carattere storico-religioso posti dal testo della
preghiera di Manasse vengono affrontati in un’ampia sezione del libro.
Bu kitapta, Roma İmparatorluk Dönemi’nden Orta Çağ’a kadar olan tüm gelişimiyle, Phrygia Hierapolis’indeki özel yaşam
alanının dönüşümü üzerine uzun bir araştırma projesinin sonuçları kapsamlı bir şekilde sunulmaktadır. Yaşam alanlarıyla
ilgili konular kent planlamasındaki değişimlerle yakından ilişkilidir ve kentteki gelişmelere eşlik eden toplumsal
değişimleri çok açık bir şekilde ortaya koymaktadır: kitap bu bakış açısına göre, Phryg kentinin en önemli evrelerinin
tarihinin yeniden oluşturulmasına katkıda bulunmayı amaçlamaktadır.
Tiyatro ve Apollon Kutsal Alanı arasında yer alan bir konut alanı olan 104. insula, sistematik ve eksiksiz bir şekilde
incelenmiştir. Üç görkemli ev insulayı kaplamaktadır: İmparatorluk Çağı’nda ortaya çıkan ancak Proto-Bizans Dönemi’nde
önemli bir yapım aşamasına sahip olan, Dor Avlulu Ev, İon Sütun Başlıklı Ev ve Boyalı Yazıtlı Ev. Bu dönemde, İ.S. V. yüzyıl
sonları veya VI. yüzyıl başları, evler, özellikle plan organizasyonu açısından önemli dönüşümlere uğrarlar: İmparatorluk
Dönemi evlerinin portikoları, temsil salonları, mutfak veya geçit mekanları gibi kapalı veya kısmen kapalı alanlara
dönüştürülmüştür. Önemli müdahaleler, hem zemin döşemelerinde (opus sectile, opus spicatum, pişmiş toprak levhalar)
hem de mimari motiflere sahip fresklerde ve stukko silmelerde görülmektedir.
Boyalı Yazıtlı Ev’in küçük bir odasının duvarlarına İ.S. VI. yüzyıl başlarında boyayla yazılmış Yetmiş İncili’nde (Septuaginta)
yer alan Manasse Duası epigrafi kontekstinin sunulması çok ilgi çeken bir konudur. Bu odanın evdeki özel konumu, sadece
duaya ayrılmış bir mekan olduğu varsayımını makul kılmaktadır ve imparatorluğun doğu bölgesindeki Geç Antik Dönem
kentlerinin panoramasında bir unicumdur.
Venedik Üniversitesi tarafından yapılan arkeolojik araştırmalarda insuladaki yaşamın tüm evreleri ortaya çıkartılmıştır
ve bu kitapta karmaşık olaylar, mimarinin, mekanların işlevlerinin, bezemelerinin, keramik buluntularının, heykeltraşi
süslemelerinin, metal ve cam objelerinin analizi yoluyla sistematik bir şekilde sunulmaktadır. Özellikle, Boyalı Yazıtlı
Ev’deki Manasse Duası metninin tarihi-dinî özellikleri kitabın büyük bir bölümünde ele alınmıştır.
HIER APOLIS DI FRIGIA XII
LE ABITAZIONI DELLINSULA
104
A HIERAPOLIS DI FRIGIA
A CURA D I
ANNAPAOLA ZACCARIA RUGGIU
zerobooksonline.com
Le abitazioni deLLinsula 104
a HierapoLis di Frigia
HIERAPOLIS DI FRIGIA
XII
Hierapolis Kazısı
MAIER - Missione Archeologica Italiana a Hierapolis
HİERAPOLİS KAZISI
Missione Archeologica Italiana a Hierapolis di Frigia
Collana:
Hierapolis di Frigia
Ricerche, scavi e restauri
diretta da Francesco D’Andria e Grazia Semeraro
La presente pubblicazione è stata realizzata con il contributo nanziario
del MIUR e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia per il Progetto “L’architettura privata come
elemento di modellazione degli spazi della città nel paesaggio urbano di Hierapolis di Frigia”
(PRIN - Progetti di Rilevante Interesse Nazionale, 2010).
Hierapolis Kazısı
MAIER - Missione Archeologica Italiana a Hierapolis
HIERAPOLIS DI FRIGIA
XII
Le abitazioni deLLinsula 104
a HierapoLis di Frigia
a cura di
annapaoLa zaccaria ruggiu
Produzione e Distribuzione
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Hierapolis di Frigia
XII
Le abitazioni dell’insula 104 a Hierapolis di Frigia
Annapaola Zaccaria Ruggiu
© 2019 Ege Yayınları & Francesco D’Andria
ISBN 978-605-9680-92-9
Editore Certicato No: 14641
Redazione
Maria Piera Caggia, Tommaso Ismaelli
Copertina
Casa dell’iscrizione dipinta, stanza con la preghiera di Manasse: ricostruzione virtuale
(Massimo Limoncelli)
Graca
Zero Prod. Ltd.
Stampa
12. Matbaa
Nato Caddesi 14/1 Seyrantepe, Kağıthane / Istanbul - Turkey
Tel: +90 (212) 281 2580 Fax: +90 (212) 283 7925
Stampa Certicato No: 33094
T.C.
KÜLTÜR ve TURİZM BAKAN LIĞI
Indice
Presentazione (Francesco D’Andria) ................................................................................................................................................................................ IX
Önsöz (Francesco D’Andria) .................................................................................................................................................................................................. XIII
Introduzione (Annapaola Zaccaria Ruggiu) .................................................................................................................................................................. 1
L’insula 104 nella topograa urbana ...................................................................................................................................................................... 1
Storia degli scavi ............................................................................................................................................................................................................................ 4
Piano dell’opera ............................................................................................................................................................................................................................ 11
Metodologie di indagine ..................................................................................................................................................................................................... 12
Interventi di restauro ............................................................................................................................................................................................................... 16
Ringraziamenti ............................................................................................................................................................................................................................... 17
Sigle degli autori ........................................................................................................................................................................................................................................ 19
Referenze fotograche .......................................................................................................................................................................................................................... 20
Tabella di corrispondenze dei numeri dei vani ........................................................................................................................................................ 21
PARTE I – LE CASE. ANALISI DELLO SPAZIO ARCHITETTONICO DALL’ETÀ
IMPERIALE ALL’ETÀ MEDIOBIZANTINA
Premessa (Annapaola Zaccaria Ruggiu) ....................................................................................................................................................................... 25
La Casa deL CortiLe doriCo (Annapaola Zaccaria Ruggiu) ................................................................................................................ 35
Descrizione ........................................................................................................................................................................................................................................ 35
Fasi cronologiche e costruttive .................................................................................................................................................................................... 51
Situazione stratigraca ......................................................................................................................................................................................................... 55
La Casa dei CaPiteLLi ioniCi (Raffaella Bortolin) ............................................................................................................................................. 61
Descrizione ........................................................................................................................................................................................................................................ 62
Fasi cronologiche e costruttive .................................................................................................................................................................................... 91
Situazione stratigraca ......................................................................................................................................................................................................... 95
La Casa deLLisCrizione diPinta (Annapaola Zaccaria Ruggiu) ..................................................................................................... 99
Descrizione .................................................................................................................................................................................................................................... 102
Fasi cronologiche e costruttive ................................................................................................................................................................................ 127
Aspetti di carattere generale, problemi interpretativi .................................................................................................................... 128
area soPra La Casa deLLisCrizione diPinta. abitazione rustiCa e fieniLe
(fine Vii-Viii seC. d.C.) (Annapaola Zaccaria Ruggiu) ..................................................................................................... 133
Le abitazioni dell’insula 104 a Hierapolis di Frigia
VI
abitazioni deL iX-Xi seCoLo (Annapaola Zaccaria Ruggiu) .......................................................................................................... 137
Casa mediobizantina occidentale .......................................................................................................................................................................... 139
Quartiere abitativo mediobizantino orientale ......................................................................................................................................... 143
PARTE II – I MODI DEL COSTRUIRE DELLE CASE PROTOBIZANTINE
teCniChe murarie (Raffaella Bortolin) ...................................................................................................................................................................... 151
PaVimentazioni (Raffaella Bortolin) .............................................................................................................................................................................. 203
materiaLi da Costruzione (Raffaella Bortolin) ............................................................................................................................................ 231
PARTE III – SISTEMI DECORATIVI DELLE CASE PROTOBIZANTINE
aPParati deCoratiVi ad affresCo e stuCCo (Irene Bragantini) ................................................................................................... 247
GLi intonaCi diPinti e GLi stuCChi daGLi strati di CroLLo deLLe abitazioni
(Alessandra Canazza) ........................................................................................................................................................................................................ 283
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 292
GLi eLementi arChitettoniCi e di riVestimento (Raffaella Bortolin) .................................................................................. 311
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 313
PARTE IV – I MATERIALI CERAMICI DELLA CASA DELL’ISCRIZIONE DIPINTA NEL
CONTESTO GENERALE DELLE ABITAZIONI DELLINSULA
iL VaseLLame di età Protobizantina: CLassi, forme e Produzioni (Luana Toniolo) ........................................... 351
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 399
Facies CeramiChe di transizione: Le CosiddetteDark ages (Luana Toniolo) ................................................... 415
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 429
iL VaseLLame dei Contesti mediobizantini: forme e Produzioni (Luana Toniolo) ............................................... 435
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 445
“iL VaseLLame deL ViCino è semPre Più riCCo”: forme e Produzioni daLLa Casa dei CaPiteLLi
ioniCi e daLLa Casa deL CortiLe doriCo (Luana Toniolo) ................................................................................................... 451
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 458
aPPendiCe: Contesti CeramiCi seLezionati daLLa Casa deL CortiLe doriCo e daLLa Casa
dei CaPiteLLi ioniCi (Luana Toniolo) ............................................................................................................................................................... 463
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 478
kitchen stories”: daL menù Protobizantino aLLa CuCina mediobizantina (Luana Toniolo) ............... 487
CataLoGo deGLi imPasti (Luana Toniolo) ............................................................................................................................................................... 501
Casa deLLisCrizione diPinta: dati quantitatiVi (Luana Toniolo) .......................................................................................... 505
PARTE V – SCULTURE, METALLI, VETRI, GEMME, SIGILLI
sCuLture e arredi in marmo (Alessandra Canazza) .................................................................................................................................. 535
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 551
metaLLi (Elisa Grassi) .................................................................................................................................................................................................................. 577
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 585
Indice VII
i Vetri daLLa Casa deLLisCrizione diPinta (Erika Cappelletto) ................................................................................................ 595
Catalogo ............................................................................................................................................................................................................................................ 612
Gemme (Bruna Nardelli) ............................................................................................................................................................................................................... 629
dissiGiLLare e siGiLLare a hieraPoLis. una bulla PLumbea e un aneLLo siGiLLo
bizantini (Claudia Perassi) ........................................................................................................................................................................................ 635
PARTE VI – APPROFONDIMENTI STORICO-RELIGIOSI
Les Courants reLiGieuX en asie mineure (iVe-Viie s.) (Sylvain Destephen) ............................................................. 655
L’isCrizione diPinta Con La Preghiera Di Manasse (Tullia Ritti) ............................................................................................... 667
La Preghiera Di Manasse neLLa tradizione deLLe Chiese Cristiane. Per uniPotesi suLLa
destinazione duso deLLa stanza deLLa PreGhiera (Nicoletta Brocca) .............................................................. 683
PARTE VII – RESTAURI, PROGETTI DI COPERTURA
the materiaLs and methods used in the ConserVation of deCoration eLements and
smaLL finds (Mehmet Uğuryol) ........................................................................................................................................................................... 699
iL restauro VirtuaLe dei sistemi deCoratiVi e Lo studio riCostruttiVo deLLinsula
(Massimo Limoncelli) ........................................................................................................................................................................................................ 723
iL ProGetto deLLa CoPertura Per La Protezione e La museaLizzazione deLLinsula 104
(Paolo Mighetto) ..................................................................................................................................................................................................................... 749
abbreViazioni bibLioGrafiChe ............................................................................................................................................................................................. 759
Presentazione
Con il volume dedicato alle case dell’insula 104, il dodicesimo della collana, si va accelerando il
ritmo delle pubblicazioni dedicate alle attività della Missione Archeologica Italiana a Hierapolis
di Frigia (MAIER); in quest’anno ha visto la luce, nella stessa serie, anche il libro di Lorenzo
Campagna, dedicato al Ninfeo dei Tritoni. Stanno inoltre per andare in stampa le monograe
di Massimo Limoncelli, sulle ricostruzioni virtuali 3D, e di Tullia Ritti e Giuseppe Scardozzi
sulle iscrizioni nel contesto della Necropoli Nord, mentre sono in preparazione la miscellanea
relativa alle attività 2012-2015, e i volumi di Sara Bozza sull’ordine ionico a Hierapolis e di
Rasmus Brandt sulla Necropoli Est. La presente monograa rappresenta il risultato nale di un
impegnativo progetto di ricerca, coordinato da Annapaola Zaccaria Ruggiu che, a partire dal
1989, ha guidato l’equipe dell’Università Cà Foscari di Venezia nelle indagini su questa parte
così signicativa dell’antica città, all’interno di una vivace interazione con gruppi di ricerca
provenienti da altre Università italiane (Salento, Politecnico di Torino, Cattolica di Milano,
Roma-La Sapienza, Napoli Federico II, Messina) e straniere (Istanbul, Oslo, Bordeaux), oltre
che dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Alcuni aspetti particolari erano già stati anticipati
in presentazioni preliminari ed in articoli, ma questo volume offre nalmente una lettura
complessiva dello scavo di quasi l’intera insula 104, che ha portato alla luce tre abitazioni: Casa
del cortile dorico, Casa dei capitelli ionici, Casa dell’iscrizione dipinta. Ora l’opera dedicata
all’architettura domestica costituisce una signicativa novità nel programma delle pubblicazioni
su Hierapolis, che hanno riguardato prevalentemente gli edici pubblici della città, studiati in
particolare nei loro caratteri architettonici e processi costruttivi, all’interno delle dinamiche di
formazione dei paesaggi urbani.
Non poteva darsi scelta migliore nel proporre ad Annapaola Zaccaria Ruggiu di studiare
l’architettura privata a Hierapolis, un tema da lei costantemente coltivato sino dagli anni lontani
in cui, all’interno dell’equipe diretta da Antonio Frova, avevamo lavorato insieme nei cantieri di
Luni e, più di recente, un tema sviluppato dal gruppo da lei diretto a Pompei, punto ineludibile
di riferimento delle ricerche sulla casa in età romana (Vedi ora “Rileggere Pompei IV”, Roma
2017). La sua attenzione, peraltro, accanto alle ricerche sul campo, si è rivolta a tematiche di
più ampio respiro, come i rapporti tra pubblico e privato secondo le fonti giuridico-letterarie e
la documentazione archeologica, (“Spazio privato e spazio pubblico nella città romana”, edito
nel 1995 nella Collection de l’École française de Rome), e il banchetto aristocratico nel contesto
della casa romana di età arcaica (2003), dove l’indagine si è allargata al mondo etrusco-italico.
Grazie a questa consolidata esperienza, è giunta a compimento l’opera sulle domus della città
frigia, studiate, con un approccio globale, nelle relazioni con l’assetto urbano, nelle strutture
architettoniche in cui si organizzano gli spazi pubblici e privati delle singole abitazioni, nelle
tecniche costruttive (Raffaella Bortolin) ed inne nelle presentazione sistematica dei reperti
(Alessandra Canazza, Elisa Grassi, Erika Cappelletto; le gemme ed i sigilli sono stati studiati
da Bruna Nardelli e Claudia Perassi), con un’attenzione particolare per la ceramica (Luana
Toniolo). L’apparato decorativo delle stanze di rappresentanza, che si dispiega nelle superci
affrescate e in quelle con stucchi a rilievo, è stata oggetto dell’indagine di Irene Bragantini,
che ne ha evidenziato, con la sua riconosciuta competenza, le connessioni con gli altri contesti
Le abitazioni dell’insula 104 a Hierapolis di Frigia
X
microasiatici, in particolare con Efeso. In una delle case dell’insula la straordinaria scoperta
dell’iscrizione dipinta sulle pareti, recante il testo in greco della Preghiera di Manasse,
ha sollevato numerose questioni, per le sue implicazioni con la storia religiosa della prima
età bizantina. Insieme alla presentazione del testo epigraco (Tullia Ritti), il tema spinoso
della destinazione del piccolo vano in cui l’iscrizione fu rinvenuta, è stato affrontato da
Nicoletta Brocca, con una interessante proposta, che non mancherà di dare origine a nuove
discussioni, mentre Sylvain Destephen ha tracciato un quadro generale sulle correnti religiose
e sulle controversie teologiche che agitarono in questo periodo le comunità cristiane dell’Asia
Minore.
I capitoli conclusivi del volume sono dedicati ai problemi della conservazione e del restauro
(Mehmet Uğuryol), alle ricostruzioni virtuali in 3D di Massimo Limoncelli ed all’innovativo
Progetto di copertura dell’intero isolato, elaborato da Paolo Mighetto, sulla base della pluriennale
esperienza ierapolitana, forgiata in particolare nel cantiere del Teatro. Il Progetto, dopo
l’approvazione del Koruma Kurulu di Aydın, attende ora di essere realizzato; la nuova Direttrice
della MAIER, Grazia Semeraro, è attivamente impegnata per ottenere il nanziamento da
parte delle Istituzioni turche, al ne di poter aprire al pubblico questo straordinario complesso,
garantendo allo stesso tempo la conservazione in situ degli eccezionali apparati decorativi (in
particolare gli affreschi, la stessa iscrizione dipinta di Manasse, i mosaici ed i pavimenti in opus
sectile).
Il volume sull’insula 104 presenta dunque numerosi motivi di interesse e mette a disposizione
degli studiosi una mole impressionante di dati sulla trasformazione delle città romane in età
bizantina: a questo tema hanno portato nuova linfa i più recenti scavi ed i ritrovamenti effettuati
dalle equipes della PAÜ (Università di Pamukkale a Denizli) a Laodicea, sotto la direzione
di Celal Şimşek, ed a Tripolis sul Meandro, sotto la guida di Bahadır Duman. Anche se in
questi due centri le indagini hanno sinora privilegiato i monumenti pubblici, tuttavia le ricerche
iniziate nei contesti abitativi fanno già intravedere sostanziali sviluppi. Quest’anno sono stati
pubblicati, dalla Ege Yayınları, gli Atti del Colloquio organizzato nel 2015 a Laodicea da Celal
Şimşek e da Turhan Kaçar (“The Lykos Valley and Neighbourhood in Late Antiquity”), in un
volume che rappresenta un riferimento ineludibile per queste ricerche.
Lo scavo stratigraco dell’insula 104 ha permesso inoltre di distinguere, con notevole
precisione, le fasi di trasformazione delle case di età imperiale nel periodo bizantino. Ciò è
stato possibile grazie allo studio accurato delle ceramiche, non solo quelle, meglio conosciute,
della fase protobizantina, ma anche i materiali delle fasi (“Dark Ages”) di transizione alla fase
mediobizantina. Di quest’ ultimo periodo, generalmente riferito a processi di ruralizzazione e
decadimento dell’impianto urbano, va emergendo ora una nuova lettura, proposta da chi scrive
nel volume di studi in onore di Alessandra Guiglia Guidobaldi, in corso di stampa. Tra i secoli
IX e XI Hierapolis infatti sembra riacquistare, dopo la profonda crisi seguita al terremoto del VII
sec., una struttura complessa, interpretabile secondo il modello della agro-town, in cui i prodotti
agricoli del territorio vengono lavorati negli impianti produttivi della città. Come mostra anche
la intensa ristrutturazione abitativa riscontrata nell’insula 104, in tutta l’area urbana è stato
possibile rilevare la presenza di costruzioni riferibili alla fase mediobizantina, che si estendono
anche al quartiere sviluppatosi, nell’area fuori le mura, intorno al Santuario di San Filippo.
La tta presenza inoltre dei trapeta per la produzione dell’olio attesta per questo periodo una
crescita economica ed una riorganizzazione radicale dell’assetto sociale ed insediativo.
Ora che sono concluse le attività dirette da Annapaola Ruggiu Zaccaria, le indagini
sull’insula 104 proseguono con un gruppo dell’Università di Firenze diretto da Ilaria Romeo,
con l’obiettivo di completarne lo scavo che, certamente, offrirà nuovi dati all’interpretazione di
questa zona centrale di Hierapolis.
Presentazione XI
In tutte le fasi della sua attività, la MAIER ha potuto contare sul sostegno e la indispensabile
collaborazione del Ministero della Cultura di Turchia, attraverso la Direzione Generale dei Beni
Culturali e dei Musei; il nostro ringraziamento va a tutto il personale della sede centrale e locale,
in particolare al Direttore dell’Ufcio Scavi, Melik Ayaz, alla vice-Direttrice, Nihal Metin ed
al Direttore del Museo di Denizli, Hasan Hüseyin Baysal, sempre pronto a facilitare il nostro
lavoro, insieme a tutta la squadra del suo ufcio. Sui cantieri di scavo e di restauro si sono
creati e rafforzati, con il tempo, sentimenti di stima e di amicizia con gli operai, gli ustalar ed
i restauratori turchi, coordinati efcacemente da Kadir Özel; a tutti va il mio ringraziamento,
anche a nome degli altri membri della MAIER.
Come Missione ufciale del nostro Ministero degli Esteri il riferimento all’Ambasciata
Italiana ad Ankara è stato in questi anni ineludibile; per il sostegno e l’interesse sempre
manifestato verso il nostro lavoro da parte di tutto il personale, desidero ringraziare Sua
Eccellenza l’Ambasciatore Luigi Mattiolo.
Nell’allestimento dei volumi di questa serie, sempre ci ha assistito il supporto amichevole
ed efcace di Ahmet Boratav, direttore della Ege Yayınları, e di Hülya Tokmak, nel paziente
lavoro di composizione dei testi e delle immagini; per la grande qualità nella traduzione dei
testi dall’italiano in turco, abbiamo potuto sempre contare sulla competenza e sui consigli
di Nalan Fırat, da lungo tempo al nostro anco. Alla redazione del volume hanno assicurato
l’insostituibile supporto della loro esperienza, consolidatasi nel lavoro su tante opere già
realizzate, Piera Caggia, Tommaso Ismaelli e Sara Bozza.
Il 19 settembre scorso si è svolta a Hierapolis la cerimonia di apertura del Ploutonion, a
conclusione dei restauri che è stato possibile realizzare grazie alla sponsorizzazione della Fiat-
Tofaş Türk Otomobil Fabrikası e della Vehbi Koç Vakfı; sono stati realizzati il percorso di visita
attraverso il Santuario, con i pannelli esplicativi, il restauro integrativo del Theatron, posto
sopra l’ingresso alla grotta, l’anastilosi parziale del Portico Ionico e del basamento del sacello
in cui era custodita la statua colossale in marmo, alta più di tre metri, del dio Hades. Grazie
alla collaborazione con la Ditta italiana Digitarca, che ha realizzato i rilievi laser dei frammenti
scultorei e il restauro integrativo digitale, la Naturstone di Afyon, che possiede la tecnologia e
il robot stampante 3D, ha prodotto le copie in marmo del complesso statuario composto dalle
statue di Hades seduto in trono, di Cerbero e di due serpenti, che sono state ricollocate nella
posizione originaria all’interno del sacello posto al centro nell’area sacra. Alla inaugurazione
hanno partecipato Cengiz Eroldu, CEO della Fiat-Tofaş ed una nutrita rappresentanza della
stampa nazionale turca, che ha offerto ampia risonanza all’evento. Insieme a tutti i membri della
MAIER, desidero esprimere a Cengiz Eroldu i più fervidi ringraziamenti per la considerazione
e l’amichevole supporto assicurato alle nostre attività.
Con la realizzazione del Progetto di restauro al Ploutonion si conclude la mia partecipazione
ufciale ai lavori della Missione, ora diretta da Grazia Semeraro, alla quale auguro di sviluppare,
ulteriormente e con successo, le attività scientiche avviate in questi anni. Desidero inne
rivolgere un caldo e commosso ringraziamento a İlber Ortaylı, il quale, in un articolo apparso
su Hürriyet del 26 agosto scorso, ha voluto ricordare, con parole di grande amicizia, il mio
impegno nel lavoro a Hierapolis e il mio amore per la Turchia.
Lecce, 4 novembre 2018 Francesco D’Andria
Università del Salento
Önsöz
Dizinin onikinci yayını 104. insulaya ayrılan kitapla, İtalyan Arkeoloji Heyeti’nin (MAIER)
Phrygia Hierapolisi’ndeki çalışmalarına ayrılan yayınların temposu hızlandı; bu yıl Lorenzo
Campagna’nın Triton Nymphaeumu kitabı da gün ışığına çıktı. Ayrıca, 2012-2015 yılları çalış-
maları kitabı, Sara Bozza’nın Hierapolis’te Ion Düzeni ve Rasmus Brandt’ın Doğu Nekropolis
kitapları yayına hazırlanırken, Massimo Limoncelli’nin Üç Boyutlu Sanal Rekonstrüksiyon ve
Tullia Ritti ile Giuseppe Scardozzi’nin Kuzey Nekropolis Yazıtları yayın aşamasındadır. Eli-
nizdeki monogra 1989 yılından itibaren, Annapaola Zaccaria Ruggiu tarafından yönetilen Ve-
nedik Cà Foscari Üniversitesi’nden bir ekibin antik kentin bu önemli bölümünde diğer İtalyan
(Salento, Torino Politeknik, Milano Katolik, Roma-La Sapienza, Napoli Federico II, Messina)
ve yabancı üniversiteler (İstanbul, Oslo, Bordeaux) ile Ulusal Araştırma Konseyi’nden gelen
araştırma gruplarıyla canlı bir etkileşimle yürüttüğü araştırmaların nihai sonucudur. Konuyla
ilgili makaleler ve ön raporlar daha önceden yayınlanmıştı, ancak bu kitapta üç adet konutun
(Dor Avlulu Ev, İon Sütun Başlıklı Ev, Boyalı Yazıtlı Ev) gün ışığına çıkartıldığı 104. insula
kazılarıyla ilgili tüm bilgiler sunulmaktadır. Konut mimarisine adanmış bu çalışma Hierapolis
yayın programındaki önemli bir değişikliğe işaret etmektedir, daha önceki yayınlar kent peyza-
jını oluşturan dinamikler içinde mimari özellikleri ve inşa süreçleriyle kentin kamu yapılarına
ayrılmıştı.
Antonio Frova tarafından yönetilen ekiple Luni’de birlikte çalıştığımız, uzun yıllardır geliş-
tirdiği bir konu olan ve daha yakın zamanda Roma Dönemi evleri için kaçınılmaz referans nok-
tası olan Pompei’deki çalışmayı (Bkz “Rileggere Pompei IV”, Roma 2017) yürüten Annapaola
Zaccaria Ruggiu’ya Hierapolis özel mimarisini inceleme önerisini yapmaktan daha iyi bir seçe-
nek olamazdı. Arazideki çalışmalarının yanı sıra, hukuki-edebi kaynaklar ve arkeolojik veriler
ışığında kamu ile özel arasındaki ilişkiler (“Spazio privato e spazio pubblico nella città romana”,
ed. 1995 in Collection de l’École française de Rome) ve Etrüsk-İtalik dünyada araştırmaların
genişletildiği Arkaik Dönem’de Roma evleri kontekstinde aristokrat ziyafet (2003) gibi daha
geniş soluklu konulara yönelmiştir.
Bu güçlü deneyim sayesinde, kentle ilişkiler, konutların kamusal ve özel alanlarının düzen-
lendiği mimari yapılar, yapım teknikleri (Raffaelle Bortolin) ve son olarak eserlerin sistematik
sunumunun yer aldığı (Alessandra Canazza, Elisa Grassi, Erika Cappelletto; gemmalar ve -
hürler Bruna Nardelli ve Claudia Perassi, özellikle keramikler Luana Toniolo tarafından büyük
bir dikkatle incelendi) Phrygia kentinin domusları hakkındaki küresel bir yaklaşımla yürütülen
çalışma tamamlandı. Temsil odalarının süsleme ögeleri, freskli yüzeyler ve kabartmalı stukolar,
tanınmış yetkinliğiyle başta Ephesos olmak üzere diğer Küçük Asya kontekstleriyle bağlantı
kuran Irene Bragantini tarafından incelenmiştir. Insulanın evlerinden birinde duvarlara boyayla
yazılmış Manasse Duası’nın yunanca metninin olağanüstü keş, Erken Bizans Dönemi’nin dini
tarihine yansımalarıyla ilgili çok sayıda soruyu ortaya çıkarmıştır. Epigrak metnin sunumuyla
birlikte (Tullia Ritti), yazıtın bulunduğu küçük mekanın kullanımı konusu, çalışmayı gerçek-
leştiren Nicoletta Brocca tarafından yapılan ilginç bir öneriyle yeni tartışmaları başlatacaktır.
Sylvain Destephen ise, bu dönemde Küçük Asya’nın Hristiyan topluluklarını harekete geçiren
dini akımlar ve teolojik kir ayrılıklarının genel çerçevesini çizmiştir.
Le abitazioni dell’insula 104 a Hierapolis di Frigia
XIV
Kitabın son bölümleri konservasyon ve restorasyon sorunlarına (Mehmet Uğuryol), Massimo
Limoncelli’nin üç boyutlu sanal rekonstrüksiyonlarına ve özellikle Tiyatro şantiyesiyle güçle-
nen uzun yıllara dayanan Hierapolis tecrübesinin ışığında Paolo Mighetto tarafından hazırlanan
çatı örtüsünün yenilikçi projesine ayrılmıştır. Proje, Aydın Koruma Kurulu’nun onayından sonra
artık hayata geçirilmeyi bekliyor; yeni MAIER başkanı Grazia Semeraro, bu olağanüstü komp-
leksi kamuya açabilmek, aynı zamanda sıradışı bezeme unsurlarının (özellikle freskler, Manasse
boyalı yazıtı, mozaikler ve opus sectile döşemeler) in situ korunmasını sağlamak için Türk ku-
rumlarından fon temininde aktif olarak çalışmaktadır.
104. insula hakkındaki kitap, çok sayıda dikkat çekici konuyu ele almakta ve Roma kentinin
Bizans Dönemi’nde geçirdiği dönüşümler hakkında araştırmacılara ilginç veriler sunmaktadır:
PAÜ (Denizli Pamukkale Üniversitesi) ekipleri tarafından Celal Şimşek yönetiminde Laodi-
keia’da ve Bahadır Duman başkanlığında Maiandros Tripolisi’nde gerçekleştirilen son kazılar
ve buluntular bu konuya yeni bir kaynak sağladı. Bu sene Ege Yayınları tarafından yayınlanan,
2015 yılında Celal Şimşek ve Turhan Kaçar tarafından Laodikeia’da düzenlenen kollokyumun
(“The Lykos Valley and Neighbourhood in Late Antiquity”) sonuçları son derece önemli bir
referans oluşturmuştur.
104. insulanın stratigrak kazısı, evlerin İmparatorluk Çağı’ndan Bizans Dönemi’ne geçir-
diği dönüşüm dönemlerinin kesin bir şekilde belirlenmesini sağladı. Bu, yalnızca iyi bir şekil-
de bilinen Proto Bizans Dönemi’ne ait olan değil, aynı zamanda Orta Bizans Dönemi’ne geçi-
şi sağlayan evrelere (“Dark Ages”) ait keramiklerin de titiz bir şekilde incelenmesi sayesinde
mümkün oldu. Kırsallaşma ve kent yerleşiminde gerilemenin gerçekleştiği bu son dönemle ilgili
olarak, yayın aşamasında olan Alessandra Guiglia Guidobaldi onuruna hazırlanan kitapta yazar
tarafından yeni bir okuma yapılmıştır. IX ve XI. yüzyıllar arasında Hierapolis’te, VII. yüzyıl
depremini takiben yaşanan derin krizden sonra, bölgenin tarım ürünlerinin kentin üretim tesis-
lerinde işlendiği, agro-town modeline göre yorumlanabilen karmaşık bir yapı ortaya çıkmıştır.
104. insulada karşımıza çıkan yoğun yapılaşmanın gösterdiği gibi tüm kent yerleşiminde hatta
surların dışında Aziz Philippus Kutsal Alanı’nın etrafında Orta Bizans Dönemi’ne ait inşaatleri
görmek mümkündür. Bu dönemdeki ekonomik büyüme, sosyal ve yerleşim yapısının radikal bir
şekilde yeniden örgütlenmesi, zeytinyağı üretimi için kurulan yağhanelerin yoğun mevcudiye-
tiyle belgelenmektedir.
Annapaola Ruggiu Zaccaria yönetiminde yürütülen araştırmalar tamamlandı, şimdi 104.
insuladaki çalışmalar Floransa Üniversitesi’nden Ilaria Romeo tarafından yönetilen bir grup ta-
rafından, Hierapolis’in merkezindeki yerleşimin yorumlaması için yeni verilerin elde edileceği
kazıların tamamlanması amacıyla devam etmektedir.
MAIER’in faaliyetlerinin tüm aşamaları, Türk Kültür Bakanlığı Kültür Varlıkları ve Müzeler
Genel Müdürlüğü’nün vazgeçilmez işbirliğiyle gerçekleşmiştir; merkez ve yerel oslerin tüm
personeline, özellikle Kazılar Şubesi Müdürü Melik Ayaz’a, Müdür Yardımcısı Nihal Metin’e
ve Denizli Müzesi Müdürü Hasan Hüseyin Baysal’a tüm çalışanlarıyla birlikte çalışmalarımızı
kolaylaştırdıkları için teşekkür ederiz. Kazı ve restorasyon alanlarında, Kadir Özel tarafından
etkin bir şekilde koordine edilen Türk işçileri, ustalar ve restoratörlerle zamanla saygınlık ve
dostluk duyguları yaratılmış ve güçlendirilmiştir; kendim ve MAIER’in diğer üyeleri adına her-
kese teşekkür etmek istiyorum.
Dışişleri Bakanlığımızın resmi heyeti olarak, tüm bu yıllar boyunca Ankara’daki İtalyan
Büyükelçiliğine yapılan atıf kaçınılmaz olmuştur; tüm çalışanlar tarafından her zaman çalışma-
larımıza gösterilen ilgi ve destek için, Ekselansları Büyükelçi Luigi Mattiolo’ya teşekkür etmek
isterim.
Bu dizinin kitaplarının hazırlanmasında, Ege Yayınları yöneticisi Ahmet Boratav arkadaş-
ça ve etkili desteğiyle, Hülya Tokmak metinlerin ve resimlerin düzenlenmesinde bıkmadan
Önsöz XV
usanmadan yürüttüğü çalışmasıyla her zaman bize yardımcı oldular; İtalyancadan Türkçeye
zorlu metinlerin tercümesindeki yüksek kalitesine, yetkinliğine ve tavsiyelerine her zaman gü-
ven duyduğumuz uzun yıllardır yanımızda olan Nalan Fırat’a teşekkür ederim. Şimdiye kadar
çok sayıdaki kitabın yayına hazırlanması, deneyimlerinin vazgeçilemez desteğiyle gerçekleşen
Piera Caggia, Tommaso Ismaelli ve Sara Bozza’ya teşekkür etmek isterim.
Fiat-Tofaş Türk Otomobil Fabrikası ve Vehbi Koç Vakfı’nın sponsorluğuyla mümkün olan
restorasyon çalışmalarının ardından 19 Eylül’de Ploutonion’un açılış töreni Hierapolis’te
gerçekleşti; Kutsal Alan’ın gezi güzergahı, bilgi panoları, mağaranın girişinin üstünde bulunan
Theatron’un bütünleştirici restorasyonu, Ion Portikosu’nun ve yaklaşık üç metre yüksekliğindeki
mermer Hades heykelinin yeraldığı kutsal mekanın kısmi anastylosisi gerçekleştirildi. İtalyan
Digitarca rmasının işbirliği sayesinde heykel parçalarının lazer çizimi ve tamamlayıcı sayısal
restorasyonu gerçekleştirildi. Üç boyutlu yazıcı robot teknolojisine sahip Afyon Naturstone
rması tarafından tahtta oturan Hades, Kerberos ve iki yılandan oluşan kutsal alan heykellerinin
mermer kopyaları hazırlandı, kutsal alanın ortasındaki kutsal mekandaki orijinal yerlerine
yerleştirildi. Açılış törenine Fiat-Tofaş CEO’su Cengiz Eroldu ve etkinliğin geniş yankısını
sağlayan Türk basınının seçkin temsilcileri katıldı. MAIER’in tüm üyeleriyle birlikte, Cengiz
Eroldu’ya, faaliyetlerimize gösterdiği özen ve dostça destek için en içten teşekkürlerimizi
sunarım.
Ploutonion’daki restorasyon projesinin hayata geçirilmesiyle, şimdi Grazia Semeraro’nun
yönettiği Heyet’in çalışmalarına resmi katılımım sona eriyor ve bu yıllarda başlatılan bilimsel
çalışmaların artarak başarılı bir şekilde geliştirilmesini temenni ediyorum. Son olarak, 26
Ağustos tarihli Hürriyet gazetesinde yayınlanan bir makalede, Hierapolis’teki çalışmalardaki
kararlılığımı ve Türkiye’ye olan sevgimi hatırlatan İlber Ortaylı’ya sıcak ve içten teşekkürlerimi
sunmak isterim.
Lecce, 4 Kasım 2018 Francesco D’Andria
Salento Üniversitesi
Apparati decorativi ad affresco e stucco*
Casa del cortile dorico
Le pitture della sala 11590
L’ambiente, a pianta rettangolare allungata (11,10 x 4,60 m) occupa l’angolo nord-est della
casa. Il livello del pavimento non è uniforme, e distingue una parte anteriore (‘anticamera’), di
maggiori dimensioni e pavimentata con tavelloni di terracotta, collocata a un livello inferiore di
30 cm rispetto alla parte più interna dell’ambiente (‘sala’), pavimentata mediante elementi late-
rizi accuratamente disposti a spina di pesce entro strisce larghe circa 1 m ciascuna. L’ambiente
ha due diversi ingressi: esso è infatti accessibile direttamente dallo stenopos 18 mediante la
porta ubicata all’estremità della lunga parete nord, cosicché l’accesso alla sala “non coinvolge
le attività della quotidianità domestica”591; un secondo accesso è volto verso l’interno della casa,
tramite la porta 1344, dotata di un complesso sistema di chiusura e collocata nella parete sud592,
alla ne di un percorso che attraversava tutta la struttura a partire dal vestibolo aperto sullo ste-
nopos 19. Come di consueto, questi percorsi dovevano servire a distribuire secondo direttrici
diverse quanti avevano accesso all’ambiente, segnalando differenze di livello sociale o di oc-
casioni di ospitalità: considerate le ridotte dimensioni della struttura, si potrebbe infatti pensare
che l’ambiente rivestisse sia la funzione di sala per udienze che di triclinio593. Nel nostro caso,
ci troviamo di fronte al mantenimento di percorsi che risalgono a fasi edilizie precedenti: all’e-
poca in cui è stata stesa la pittura il peristilio aveva infatti già in parte mutato la sua funzione,
e il percorso ‘di rappresentanza’ che possiamo ipotizzare a partire dallo stenopos 19 non aveva
evidentemente più lo stesso signicato.
Anche se le due porte nelle pareti nord e sud risalgono probabilmente ad una fase precedente
a quella in cui l’ambiente è stato decorato, esse sono comunque ‘in fase’ con la decorazione;
così è anche per la porta di accesso al piccolo ambiente 12, testimonianza del perdurare di un
collegamento diretto tra un ambiente di rappresentanza di maggiori dimensioni e uno di di-
mensioni minori (‘cubicolo’), ad esso funzionalmente collegato, secondo percorsi interni alle
case di alta committenza che caratterizzano l’architettura domestica a partire dalla tarda età
repubblicana594.
* Sono molto grata ad Annapaola Zaccaria Ruggiu per avermi invitato a studiare le pitture messe in luce nel corso degli scavi
dell’Università Ca’ Foscari da lei diretti. Ringrazio Francesco D’Andria, Direttore della Missione Archeologica Italiana a
Hierapolis, e tutti coloro che ne fanno parte, per la calorosa accoglienza riservatami nell’agosto 2012 nella missione e sui loro
scavi.
590 zaccaria ruggiu 2005 e 2007a, 221-232; zaccaria ruggiu 2012, 422-424 e 2014, 210-211 (sala 11); rautMan 2008, 155,
nota 26; uytterhoeVen 2014a, 429-430.
591 zaccaria ruggiu 2005, 322; in generale su questo aspetto polci 2003, 83-85.
592 Esso è analogo a quello che nella Casa dell’iscrizione dipinta (infra, 261-262) protegge l’accesso alla biblioteca 44 dal
cortile 40.
593 elliS 2004, 39; Özgenel 2007, 252-253.
594 Cfr. zaccaria ruggiu 2001.
Irene Bragantini
248
La planimetria dell’ambiente, i rapporti dimensionali e la differenza dei livelli pavimentali,
suggeriscono un uso ‘bipartito’ dell’ambiente, destinato a enfatizzare le attività svolte nella par-
te più interna, secondo un modello frequentemente attestato nelle case tardoantiche595: questo
diverso uso è messo in evidenza dal mutamento degli apparati decorativi che - testimoniando
del perdurare in quest’epoca di una tradizione che risale alla cultura abitativa tardorepubblicana
- sottolineano la differenza tra ‘anticamera’ e ‘sala’.
La pittura parietale presenta un colonnato aggettante, poggiante su plinti e su basi a tre tori, al
quale fa da sfondo un articolato rivestimento a nti marmi policromi che occupa i pannelli dello
zoccolo e della zona mediana (gg. 260, 585).
Non abbiamo informazioni sul modo in cui
la decorazione proseguisse nella zona superiore
della parete, a eccezione di una fascia alta cm 8,
conservata per un brevissimo tratto nell’angolo
nord-est, a circa 175 cm di altezza596 (g. 261).
Gli elementi di base della decorazione distin-
guono quindi una sorta di anticamera (la parte
occidentale, nella quale si trovano gli accessi da
nord e da sud, dallo stenopos 18 e dal cortile 10,
che aveva preso il posto del peristilio) e una sala
più interna, nel tratto orientale dell’ambiente. Il
passaggio tra le due parti è sottolineato da un
pannello bipartito, in corrispondenza del cam-
bio di livello del pavimento.
Parete nord
- Tratto ovest (corrispondente all’anticamera)
A sinistra della porta di accesso dallo stenopos 18, sul muro 1392, vi sono solo resti di pittura
che si arrestano all’altezza dello stipite ligneo della porta. La porta (successivamente tamponata
mediante una muratura in grossi blocchi di pietra) è inquadrata tra due larghe fasce a fondo bian-
co che intendono simulare due lesene, nella quale larghe pennellate nere delineano degli ornati
595 Özgenel 2007, 253; 265-269: a più riprese l’A. evidenzia la molteplicità dei diversi casi, condizionati dalle situazioni concrete
(topograche, economiche, sociali), attraverso i quali è però possibile cogliere delle tendenze ricorrenti.
596 Come nota Zaccaria Ruggiu (zaccaria ruggiu 2014, 211), “proprio in corrispondenza di questa sala, nel X sec. sono stati
operati ingenti lavori di spianamento e di trasporto di macerie, di sistemazione dell’area per costruire abitazioni, attività che
hanno quasi del tutto cancellato ogni traccia della parte sommitale dei crolli e ci hanno privato della documentazione del
modulo superiore degli affreschi, del completamento di colonne e capitelli, oltre che del piano superiore della casa”.
Fig. 260 Casa del cortile dorico, sala 11, fotopiano della parete nord.
Fig. 261 Casa del cortile dorico, sala 11, angolo
nord-est.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 249
circolari (g. 262).
La porta verso il vestibolo 10 ha stipiti dipin-
ti a fondo bianco, con gruppi di fasce trasversa-
li di colore grigio-nero che sono da intendersi
come una corsiva imitazione di un marmo bian-
co con venature grigie597. A destra della porta di
accesso dallo stenopos 18, sul muro 185, lo zoc-
colo presenta un pannello di marmo bianco con
screziature grigie (in realtà una breccia?) tra due
pannelli più stretti, di marmo nero con venatu-
re grigie, tutti inquadrati tra coppie di colonne.
Tra zoccolo e zona mediana corre qui, come in
tutto il resto dell’ambiente, una bassa fascia che
imita un marmo bianco sul quale sono solo ac-
cennate mediante radi tratti ondulati delle vena-
ture in grigio. Nella zona mediana il centro di questo tratto di parete è evidenziato da una compli-
cata incrostazione: entro una tabella romboidale di marmo nero con screziature verdi si trova una
losanga bianca con bordo a onde correnti, al centro della quale era un medaglione a fondo nero,
scarsamente conservato e incorniciato da una cornice a fasce di colore azzurro, giallo e bianco
(g. 263)598. Alla base della composizione, due larghi cassettoni triangolari di risulta, rossi con
bordi bianchi e giallo599. Il complesso dell’incrostazione è racchiuso entro un bordo che imita
una cornice formata da lastre di marmo nero con venature verdi; sottili linee angolari bianche
suggeriscono qui, come in tutti gli altri pannelli della sala, i punti di giuntura tra le lastre, indicati
talvolta anche a metà delle lastre stesse (g. 264)600.
A ciascun lato del pannello con incrostazione romboidale si trova un altro pannello che pre-
senta una larga lastra che con ricchezza di colori imita l’alabastro orito di Hierapolis601 ed è
incorniciata da una fascia di marmo rosso violaceo602 con venature verdi603.
597 zaccaria ruggiu 2014, 211, g. 6, considera invece il motivo forse derivato dalle incannucciate delle pitture di giardino.
Anche rautMan 2008, 156, parla di un ‘diagonal latticework’.
598 Terminazioni a onde correnti deniscono un medaglione circolare dipinto nell’edicio termale CG di Sardis, datato per
motivi stilistici a età protobizantina: hanfMann, waldBauM 1975, 163-165, nota 31 e gg. 428-429. Un pannello del mosaico
del triclinio 3 della casa di Peristerias a Stobi, realizzato tra la ne del IV e l’inizio del V sec., presenta una losanga bianca
con bordo a onde correnti, al centro della quale è un medaglione incorniciato da fasce; la losanga è racchiusa entro una tabella
romboidale a fondo scuro (geraSiMoVSka 2009 a, g. 70 a e 2009 b, 402). Lo stesso motivo denisce un complicato pannello
con incrostazione in ĆurčiĆ 2002, g. 6. ziMMerMann 2010b, 617 avvicina le analoghe terminazioni dei pannelli policromi
dipinti nel coenatorium B dell’insula 1 di Efeso (con datazione agli inizi del IV sec. d.C.) alle anse dei grandi vassoi argentei,
piuttosto che al motivo di derivazione architettonica delle onde correnti; cfr. inoltre ziMMerMann, ladStÄtter 2010, 172, g.
359. Inne, una lastra romboidale con foro centrale in rosso antico gura tra gli elementi di rivestimento parietale in marmo
rinvenuti nel corso degli scavi dell’Agorà Nord di Hierapolis (1997-1998), variamente attribuiti alla fase di II o di VI sec.:
kAdioğlu 2007, g. 3.
599 Uno scomparto contenente una losanga a fondo scuro e campi di risulta triangolari a fondo bianco, alternato a pannelli dipinti
a nto marmo, è presente nella prima fase decorativa del peristilio B6 (= P13) della Casa di Poseidon o Casa 1 a Zeugma,
con pitture a nto marmo: Önal 2012, 128-131; BarBet 2005, 56-71, gg. 26-35, tavv. VII-VIII. Nella Casa 4 dello stesso
sito un pannello con lo stesso motivo è sulla parete ovest (M39), Casa 4, ambiente E1 (P 49): Önal 2012, 180, g. 212;
BarBet 2005, 171-172, gg. 110-111. Sul motivo, cfr. inoltre rautMan 2008, 155, nota 25 (“vertical lozenges”) e BarBet
2013a, 73, g. 10 (“losanges dressés”).
600 BarBet 2013a, 71, g. 10 (cfr. anche supra, nota 599) considera invece queste linee come linee di guida. Esempi ben
conservati di motivi simili, come quello presente nella Basilica Episcopale di Stobi (diMitroVa 2012, 22), suggeriscono però
che l’intento sia quello di rappresentare le giunzioni delle lastre.
601 Scardozzi 2012a, 578-582; cfr. inoltre i contributi in iSMaelli, Scardozzi 2016.
602 Si tratta dello stesso colore analizzato da Mazzocchin, zaccaria ruggiu 2012, g. 4, campione n. 13.
603 In corrispondenza di questo ortostato le colonne sembrano rappresentate in visione frontale.
Fig. 262 Casa del cortile dorico, sala 11, parete nord,
tratto ovest: pittura dello stipite della porta,
successivamente tamponata.
Irene Bragantini
250
In corrispondenza del cam-
bio di livello del pavimento in-
contriamo una sorta di plinto,
formato da una fascia bianca
bordata a sinistra da una lastri-
na di marmo nero con venature
verdi. Al di sopra prosegue lo
zoccolo a nto marmo, for-
mato da tre lastre bianche di
diversa larghezza, bordate a
destra da una lastrina nera con
venature verdi604. Sul fondo
bianco, le venature che imita-
no il marmo sono invece rese
mediante fasce oblique grigio
scuro e linee nere, disposte in
modo da alternare decorativa-
mente l’andamento delle ve-
nature, che richiamano, accen-
tuandone l’effetto, quelle del
marmo proconnesio; inoltre,
grosse ‘macchie’ circolari ot-
tenute schiacciando sulla pare-
te il pennello intinto di grigio
devono simulare l’aspetto del
marmo (gg. 260, 265).
A destra, una lastrina nera
con venature verdi corrispon-
de a quella che borda a sini-
stra la fascia bianca da cui
prende avvio la decorazione.
Una bassa fascia bianca con
rare venature verticali marca
il passaggio alla zona mediana
bipartita da un pannello (più
stretto) in marmo chiaro vena-
to di grigio e da uno in alaba-
stro. La fascia che riquadra i
pannelli è a fondo nero, ornata
da ‘gemme’ di colore granata,
racchiuse entro castoni a bordo
frastagliato il cui colore giallo
deve richiamare quello dell’o-
ro605; dalle gemme si dipartono
604 Le lastrine di marmo nero bordano quindi a destra e a sinistra, a due diverse altezze (plinto e zoccolo), le lastre di marmo
chiaro, sottolineando e armonizzando il cambio di livello del pavimento.
605 Pennellate di colore più chiaro suggeriscono la supercie convessa della gemma.
Fig. 263 Casa del cortile dorico, sala 11, parete nord, tratto ovest:
anticamera, tratto centrale.
Fig. 264 Casa del cortile dorico, sala 11, parete nord, tratto est: linee
bianche suggeriscono la giuntura tra le lastre dipinte a nto marmo.
Fig. 265
Casa del
cortile dorico,
sala 11, parete
nord, tratto
est: nello
zoccolo grosse
‘macchie’
grigie
simulano
l’aspetto del
marmo.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 251
orizzontalmente calici oreali bianchi completati da pennellate di colore azzurro. Col pennello
intinto di bianco sono inne realizzati sul fondo nero punti disposti in circolo in modo da creare
uno schematico ornato oreale (g. 265).
- Tratto est
Ciascuno dei tre scomparti dipinti in questo tratto dell’ambiente presenta nello zoccolo una
lastra centrale di marmo bianco venato606, tra due lastrine di marmo nero con venature grigie607.
Il pannello centrale della zona mediana è in alabastro bordato da una fascia in marmo nero le
cui venature sembrano riprendere quelle del marmo greco scritto608. I due pannelli laterali sono
invece rispettivamente neri con venature grigie (quello di sinistra) e azzurro (quello di destra)609,
gli uni e gli altri bordati da una fascia ad alabastro. L’altezza maggiore alla quale è conservata la
pittura in questo tratto dell’ambiente permette di riconoscere che i punti di giuntura delle lastre
sono indicati anche nelle lastre che incorniciano verticalmente i pannelli610.
‘Davanti’ al rivestimento a lastre di marmo la pittura nge un inquadramento architettoni-
co, formato da colonne scanalate poggianti su plinti quadrati e basi di marmo bianco, deline-
ati da spesse e piatte pennellate nere; pennellate corsive di colore grigio-azzurro indicano le
zone in ombra del partito architettonico, segnalando anche in questi particolari la persistenza di
una pratica artigianale di lontana ascendenza, che per mezzo del colore accentua l’illusionismo
dell’inquadramento architettonico. Anche il piano di posa di questo colonnato segue il dislivello
pavimentale: nella parte interna della sala le colonne sono quindi dipinte a un livello più alto.
Esse presentano alla base collarini con ornati triangolari e vegetali; spesse fasce verticali grigio-
azzurre indicano le parti in ombra delle scanalature, che si immaginano illuminate da una fonte
di luce proveniente da destra611. Ad altezze variabili le fasce grigio-azzurre presentano una sorta
di ‘unghiatura’, un allargamento della zona in ombra che forma una specie di mensola612.
Sottili linee trasversali a zig zag dipinte in rosso purpureo davanti alle colonne sono state
interpretate come veli613.
606 Come nello scomparto bipartito, le venature sono rese mediante fasce trasversali grigie, linee sovrapposte di colore nero di
diversa ampiezza e grosse ‘macchie’ grigie, che vogliono richiamare l’aspetto di un marmo bianco venato.
607 In questa parte della sala si nota maggior cura nella resa dello zoccolo.
608 Cfr. zaccaria ruggiu 2014, 210. Sull’identicazione di cave di greco scritto nei dintorni di Efeso, cfr. attanaSio et alii 2012
e i contributi in iSMaelli, Scardozzi 2016.
609 Il colore di fondo di questo pannello, riquadrato da linee nere e diviso verticalmente da una sottile striscia pure nera, suggerisce
una variazione nei materiali richiamati dalla decorazione, che non sembra qui voler alludere al marmo.
610 La presenza di queste sottili linee nere anche in questo pannello, in cui non vi è necessità di scompartire geometricamente
la decorazione, suggerisce che queste indichino la giunzione dei pannelli anche in quei casi in cui – come quello in BarBet
2013a, 71, g. 10 – esse possono avere la funzione di linee di guida.
611 La porta di accesso all’ambiente dallo stenopos 18 si trova invece a sinistra: non credo sia necessario immaginare l’esistenza
di una nestra sulla destra, considerato che scarsa attenzione viene qui dedicata al tentativo di richiamare nella pittura
l’incidenza delle fonti di luce reali dell’ambiente. Il capitello di nestra presente in zaccaria ruggiu 2007a, g. 11, non
può essere addotto a sostegno di questa ipotesi, in quanto nell’ultima fase della casa l’ambiente è stato adibito a deposito di
materiali diversi: zaccaria ruggiu 2007a, 221.
612 Elementi simili compaiono nel portico dorico della Via di Frontino: cfr. iSMaelli 2009, g. 219.
613 zaccaria ruggiu 2014, 210-211. Motivi simili nel coenatorium dell’insula H1 a Efeso e nell’ambiente 6 dell’edicio MMS
a Sardis sono interpretati come rafgurazione delle venature del marmo: Strocka 1977, 31; rautMan 2008, 151-152. Per
l’interpretazione del motivo, sottolineiamo che a Efeso esso è presente solo sulla parete ovest, di fondo, del coenatorium (la
pittura della parete sud, che presenta lo stesso elemento, è una ripresa della decorazione ora descritta, successiva ad alcune
modiche strutturali dell’ambiente: Strocka 1977, 32, g. 41); a Hierapolis invece il motivo, presente su questa parete,
manca su quella di fondo (est), nella quale struttura e decorazione suggeriscono di riconoscere lo spazio più rappresentativo
dell’ambiente.
Irene Bragantini
252
Parete est (gg. 266, 584)
Il muro 90 presenta uno schema a tre pannelli, disegnato per porre in risalto il pannello cen-
trale: più stretto e con una decorazione più complessa, esso si differenzia dai pannelli laterali,
che richiamano invece quella ‘ad incrostazione’ della parete nord.
Lo zoccolo ripropone il partito del tratto contiguo della parete nord ora descritto, a lastre
bianche venate racchiuse tra lastre nere con venature grigie. Sul marmo bianco, pennellate so-
vradipinte giallo e marrone chiaro dimostrano la maggiore cura con cui è stata decorata questa
parte dell’ambiente.
Il pannello centrale della zona mediana presenta un’incrostazione romboidale che richiama
una lastra di marmo nero venato, incorniciata da fasce bianche e gialle. Al centro della lastra
romboidale è un quadro con cornice gialla racchiuso tra due supporti in forma di delni diver-
genti. Entro il quadro sono stati riconosciuti alcuni elementi che rimandano a una rappresenta-
zione paesistica con edici614. Cassettoni triangolari rossi615, bordati ancora da fasce bianche e
gialle, occupano i campi di risulta. Il pannello centrale è racchiuso entro una cornice nera ornata
da gemme ovali incastonate di colore granata alternate a tabelle rettangolari, forse a imitazione
di lastrine vitree, come sembrerebbero indicare resti di colore azzurro. Tra gemme e lastrine sono
calici oreali bianchi completati da pennellate di colore giallo, azzurro e verde.
I pannelli laterali sono occupati ciascuno da una grande lastra di alabastro, incorniciata da
una fascia in marmo nero screziato di bianco. Nel pannello di sinistra, ‘giocano’ con i colori
del marmo tre gurazioni rapidamente schizzate nello stesso rosso violaceo usato per rendere
le venature: una danzatrice, una scena erotica con coppia su letto e una pantera, espressione
dell’abilità dell’artigiano e della sua padronanza nell’uso dei colori e della tecnica pittorica616
(g. 267).
614 zaccaria ruggiu 2007a, g. 12 b.
615 In quello di sinistra è rapidamente schizzata in bianco una testa femminile di prolo a sinistra: zaccaria ruggiu 2007a,
g. 12 a.
616 zaccaria ruggiu 2014, 211. Due piccoli animali un roditore e un topo, rapidamente disegnati - si nascondono e sono a
prima vista indistinguibili dalle venature del marmo nella pittura che orna uno dei pilastri della Basilica Episcopale di Stobi
nella sua ultima fase decorativa: diMitroVa 2012, 30-31: anche in questo caso si può riconoscere un intento ‘narrativo’, in
quanto il più grande dei due animali sembra in posizione di attacco.
Fig. 266
Casa del cortile
dorico, sala 11,
parete est, parte
centrale: colonne
ornate nella
parte inferiore
da collarini con
ornati geometrici
e vegetali.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 253
‘Davanti’ al rivestimento
a lastre prosegue l’inquadra-
mento architettonico già de-
scritto per la parete nord, qui
con colori più decisi e con una
maggiore cura nella resa dei
particolari. Le colonne sono
ornate alla base da collari-
ni diversamente decorati, da
una fascia con la di triangoli
quelle a sinistra, da una fascia
con tralcio vegetale quelle a
destra. La resa dei plinti sembra suggerire una visione frontale delle colonne che inquadrano il
pannello centrale617.
Parete sud
Il muro 190 conserva solo un breve
tratto di pittura con basi di colonna e
qualche scarso resto, sufciente a dimo-
strare che la decorazione doveva ripren-
dere quella dell’antistante parete nord.
In alcuni tratti è possibile riconoscere
una resa assai poco accurata dei parti-
colari, inferiore a quanto attestato sulle
altre pareti conservate (g. 268).
Gli stipiti della porta di accesso dal
cortile sono dipinti a fondo bianco con gruppi di linee trasversali di colore grigio-nero a imita-
zione di un marmo venato, confermando che la decorazione conservata è in fase con la sistema-
zione planimetrica messa in luce dallo scavo618. Lo stato di conservazione della pittura permette
di riconoscere che in corrispondenza del fermo della soglia la pittura si arrestava e si andava a
poggiare sull’intelaiatura lignea della porta, che doveva raggiungere i 20 cm di spessore.
La pittura copre e abolisce un incasso presente nello stipite ovest, relativo a un precedente
sistema di chiusura della porta; nel tratto est del fermo della soglia è ancora conservato parte del
montante verticale di ferro che doveva bloccare la porta dal lato del cortile.
Parete ovest
Anche il muro 162 conserva solo pochi resti di pittura, nell’angolo sud-ovest e nel tratto nord
della parete. Lo zoccolo propone anche qui il motivo di una lastra rettangolare di marmo bianco
venato tra due lastre più piccole di marmo scuro.
Frammenti di intonaco a fondo bianco con motivi oreali delineati in verde e in marrone
rinvenuti in crollo, che conservano le impronte di una incannucciata, sono da attribuire alla
617 Anche in alcuni ortostati della parete nord sembra potersi riscontrare questa circostanza, ma il sistema non sembra
coerentemente perseguito.
618 Le stesse considerazioni valgono per la porta con soglia di accesso al cubicolo 12 (zaccaria ruggiu 2007a, 215), il che
peraltro non esclude che queste aperture siano state realizzate in una fase precedente a quella alla quale appartengono le
pitture.
Fig. 267 Casa del cortile dorico, sala 11, parete est, tratto nord: con lo stesso
colore usato per rendere le venature del marmo sono schizzate una
pantera, una gura danzante e una coppia sulla kline.
Fig. 268 Casa del cortile dorico, sala 11, parete sud: la qualità
della pittura appare inferiore a quella conservata sulle
altre pareti.
Irene Bragantini
254
decorazione del softto, non sappiamo se in fase con
le pitture conservate in parete (g. 269)619.
La gamma dei colori sembra comunque diversa e
non è quindi da escludere che il softto risalga a un
precedente intervento decorativo. Sulla base di alcu-
ni frammenti è possibile ricostruire un motivo a rete
formato da tralci vegetali delineati in verde con ‘nodi’
dello stesso colore nei punti di incontro evidenziati da
cerchi rosso scuro; altri frammenti conservano tral-
ci e ghirlande tese di colore rosso scuro e verde620.
Nessun frammento conserva comunque elementi che
possano suggerire una particolare scansione o ‘inqua-
dratura’ dei motivi vegetali, che dobbiamo dunque
immaginare coprissero in maniera omogenea l’intera
supercie a fondo bianco, probabilmente combinan-
do in una alternanza regolare il motivo vegetale racchiuso entro il cerchio rosso con la ‘rete’ di
ghirlande tese di colore verde e rosso scuro. Composizioni di questo tipo si prestano facilmente
a coprire superci unitarie, e si ritrovano quindi frequentemente usate, in pittura o in mosaico,
per coprire softti o pavimenti621.
Note di tecnica
Le pitture sono state restaurate622 e non è possibile riconoscere in parete la composizione de-
gli strati preparatori: se ne può solo misurare lo spessore, piuttosto basso (circa 2 cm); in alcuni
punti dove il sottilissimo strato di colore lascia apparire quello sottostante, sono evidenti nella
preparazione in gran quantità piccoli ciottoli neri misti a granuli di marmo e di calcare623.
La tecnica di stesura della pittura appare come una tecnica mista, a ‘mezzo fresco’624: il
colore bianco della losanga della parete nord è dato ‘a corpo’ sul fondo nero. Constatiamo la
stessa situazione per il nto alabastro che fa da cornice al pannello nero dell’anticamera, i cui
colori sono stesi sul fondo nero del pannello.
Tra i metodi, anch’essi di lunga tradizione, usati dagli artigiani per realizzare la pittura parie-
tale, si riconoscono in un paio di casi sulla parete nord le impronte della battuta di un cordoncino
impresso verticalmente sull’intonaco per segnare linee di guida. Una larga linea di guida dipinta
in rosso, una sorta di ‘sinopia’, si trova al centro della parete nord. Una linea verticale dipinta in
nero indica la metà (circa) del pannello azzurro che conclude la parete nord.
619 Per i frammenti rinvenuti negli strati di crollo cfr. canazza, fedele, infra, 294-296, g. 292.6-9. I frammenti sono stati
rinvenuti nella US 532, che copriva il pavimento dell’ambiente. Un frammento con la stessa decorazione, rinvenuto nel
crollo del cubicolo 12 (canazza, fedele, infra, 296, g. 292.10) deve essere attribuito alla giunzione tra parete e softto. La
decorazione è stata stesa mediante l’ausilio di linee di guida parallele incise, riscontrabili sul frammento a destra nella stessa
gura, con lo stesso numero di catalogo, 10.
620 zaccaria ruggiu 2007a, 226-227, g. 16a.
621 BarBet 2004, 32, g. 15, n. 2: si tratta di composizioni denite a doppia quadrettatura, dritta e obliqua.
622 zaccaria ruggiu 2012, 421, nota 5.
623 La composizione degli strati di preparazione degli intonaci è stata analizzata in alcuni campioni dalla contigua e coeva Casa
dell’iscrizione dipinta: Mazzocchin, zaccaria ruggiu 2012, 443 descrivono “uno spesso strato prepara torio costituito da
calcite…che doveva contenere anche bre vegetali, e …uno strato di malta livellata in su percie e costituita da calce e da
frammenti di rocce silicee”; cfr. inoltre zaccaria ruggiu 2012, 423.
624 Cfr. Mazzocchin, zaccaria ruggiu 2012, 447-448: nei campioni analizzati dalla Casa dell’iscrizione dipinta la tecnica è stata
riconosciuta nelle sovraddipinture di colore bianco.
Fig. 269 Casa del cortile dorico, sala 11,
frammento di softto dipinto.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 255
Lo stato di conservazione della supercie dipinta e la tecnica di stesura del colore, dato in
alcuni punti ‘a corpo’, permettono di riconoscere la larghezza dei diversi pennelli usati dall’ar-
tigiano, che varia da 0,5 cm (nei particolari dei delni sulla parete est o in quelli di alcune ve-
nature) a 1 cm (il colore grigio-azzurro di plinti e basi) a 2 cm (le striature trasversali grigie che
imitano le venature del marmo proconnesio).
La natura dei pigmenti usati può essere dedotta dal confronto con i campioni di intonaco dalla
Casa dell’iscrizione dipinta, che presentano gli stessi toni di colore: dalle analisi condotte risulta
“l’uso di terre e di pigmenti di basso costo come il nerofumo per i neri, l’ematite e le ocre rosse
per i rossi, i silicati e la calcite per i bianchi, le terre verdi (glauconite) e il blu egizio variamente
mescolati per realizzare i verdi e gli azzurri. Come legante veniva usata calcite mescolata a do-
lomite, calcite e gesso”625.
Nel tratto centrale dell’ambiente, all’altezza della quinta colonna da sinistra, la parete nord
presenta alla base uno spanciamento, sopra il quale è stata realizzata la pittura, senza regola-
rizzare la supercie muraria; lo stesso avviene nell’angolo sud-est dell’ambiente. Altri segni di
una scarsa cura nella stesura della decorazione - o piuttosto, del venir meno dell’interesse a una
relazione coerente tra l’architettura costruita e quella dipinta che aveva caratterizzato la pittura
dei secoli precedenti, interessata ad accrescere con tutti i mezzi il valore illusionistico dell’ar-
chitettura dipinta - si riconoscono nel fatto che nell’angolo nord-est la base della colonna e la
cornice dell’ortostato ‘girano’ sulle due pareti, mentre nell’angolo sud-est è realizzata ‘a metà’
tra le due pareti la sola base della colonna 626: allo stato attuale degli studi non possiamo trarre
conclusioni di nessun tipo da queste circostanze, la cui interpretazione deve essere proposta su
una più ampia base di confronti tratti da situazioni simili.
Interpretazione e confronti
Siamo qui di fronte a un sistema architettonico abbastanza semplice, ravvivato con l’aiuto di
una policromia molto accesa. Il colore costruisce infatti in maniera rapida, ma di grande effetto,
l’ossatura architettonica della decorazione, anche se l’osservazione di dettaglio mostra che non
vi è interesse a una vera resa illusionistica dell’architettura dipinta, come è ben evidente dal fatto
che basi e plinti delle colonne e le colonne stesse, alle quali è afdata la resa plastica dell’in-
sieme, sono resi in maniera piuttosto ‘piatta’. Ma il ruolo principale nella ornamentazione della
sala sembra afdato alle variate decorazioni che occupano il centro dei pannelli, caratteristica
questa che costituisce la particolarità delle pitture di questa casa rispetto a quelle delle altre due
case appresso esaminate.
La pittura crea per chi entra nell’ambiente una zona di accesso (anticamera), nella quale si
aprono le due porte di ingresso - dalla strada e dalla casa, evidentemente destinate a percorsi
di diversa natura - e una zona più interna, con pavimento leggermente rialzato e non disturbata
da aperture di porte627. Un elemento di maggiore spicco (un pannello con incrostazione) marca
il centro dei rispettivi tratti di parete sia nell’‘anticamera’ (parete nord, tratto ovest), che nella
‘sala’ (parete nord, tratto est e parete est). La distinzione tra una parte anteriore e una più riposta
(‘anticamera’ e ‘sala’) è comunque da intendersi in modo convenzionale: non è chiaro infatti in
625 zaccaria ruggiu 2012, 423; Mazzochin, zaccaria ruggiu 2012.
626 Riscontriamo la stessa situazione nel coenatorium dell’insula 1 a Efeso (Strocka 1977, g. 16) e nell’ambiente 6 della casa
MMS a Sardis: rautMan 2008, 151. Lo scarso interesse a una resa coerente dello schema architettonico porta a escludere che
si tratti di un espediente per accrescere l’effetto illusionistico dell’architettura dipinta, come è frequente nella decorazione
domestica tardorepubblicana, ma anche nelle ‘scenograe architettoniche’ delle tombe di età ellenistica: cfr. gli esempi
raccolti in BaldaSSarre 1998, 132.
627 Come sopra specicato, non abbiamo informazioni sulla presenza di nestre in questa parte della stanza, circostanza che
potrebbe essere eventualmente ‘indiziata’ dalla resa della fonte di luce sulle pitture della parete nord come proveniente dal
lato destro della parete.
Irene Bragantini
256
concreto quale attività sociali potessero svolgersi nella parte più riposta, di pianta quadrata, della
sala, che appare comunque come la zona principale, alla quale è stata riservata la decorazione più
importante. Come codicato da una lunga tradizione architettonica e decorativa, che in quest’e-
poca continua a caratterizzare la cultura abitativa della società romana, la decorazione parietale
si adegua e si conforma all’allestimento planimetrico, la cui funzione contribuisce a enfatizzare
e a ‘comunicare’ a quanti si trovano a vivere l’ambiente.
L’analisi planimetrica e decorativa della sala suggerisce che essa sia destinata a ricevere un
pubblico che vi accedeva direttamente dalla strada, occupandone la vasta parte anteriore, mentre
il fondo dell’ambiente doveva essere destinato al dominus, eventualmente accompagnato da un
numero assai ristretto di personaggi, come si desume dalle ridotte dimensioni di questa parte
dell’ambiente. Accessi e dimensioni possono suggerire che l’ambiente fosse destinato a sala ‘di
udienza’628, nella quale dobbiamo immaginare che il dominus ‘interagisse’ con il pubblico in una
posizione enfatizzata dalla maggior altezza del pavimento629. È possibile ipotizzare - anche in
considerazione dei limiti ‘sici’ della casa (inserita nella maglia urbanistica della città, con que-
sta sala essa occupa l’angolo nord-est dell’insula) - che la maggiore altezza del pavimento possa
in qualche modo svolgere una funzione simile a quella che in residenze di maggiori dimensioni
svolgono le absidi, elemento fondamentale nelle residenze di epoca tardoantica, come dimostra-
no gli esempi in cui stanze di ricevimento a pianta rettangolare sono state trasformate in ambienti
absidati630. Anche il collegamento diretto con la strada della casa favorirebbe un’interpretazione
della sala come sala ‘da udienza’631.
Rimane da chiarire l’uso - nella parte più interna della sala, che riteniamo destinata al domi-
nus - di una pavimentazione a elementi laterizi, che trova confronto con quelle destinate nella
stessa insula a ambienti di servizio632: è possibile che questa pavimentazione fosse occasio-
nalmente coperta con tappeti, in modo da adeguarla alle funzioni ipotizzate per l’ambiente633.
Pavimenti in lastre di terracotta entro ambienti che - per impianto planimetrico e decorazione
parietale - devono essere considerati di alto livello, sono comunque attestati anche altrove634.
Particolarmente interessanti per i numerosi punti di contatto che offrono con l’ambiente 11 sono
628 Cfr. anche Bowden 2011, 281-282: pur non escludendo che l’abside del palazzo con triconco di Butrinto, larga 4,7 m, avesse
potuto accogliere uno stibadium, questi la ritiene troppo stretta come sala da banchetto e ne suppone piuttosto un uso come
sala ‘di udienza’. rautMan 2008, 156, ritiene invece adatta ad accogliere uno stibadium un’abside di m 3,6 di larghezza;
anche Morvillez (MorVillez 1996, in part. 137 e 158), analizzando gli ambienti – di pianta rettangolare o absidata - destinati
ad accogliere uno stibadium, ritiene sufciente, per gli ambienti di dimensioni più ridotte, una larghezza di poco superiore ai
tre metri.
629 Cfr. gli esempi raccolti in Bowden 2011, 281. A Butrinto il triconco è aggiunto intorno al primo quarto del V sec. (Bowden
2011, 291), solo una ventina d’anni dopo l’esecuzione di un’altra modica planimetrica, a dimostrazione della rapidità con
cui i domini recepiscono innovazioni planimetriche o rituali e ad esse adattano le loro residenze, ulteriore indicazione della
importante funzione sociale che le residenze stesse continuano ad assolvere in quest’epoca. Rituali simili sono ricostruiti da
rautMan 2008, 155-158 e 2011, 19-20 per la Sardis di età tardoantica.
630 Cfr. Özgenel 2007, 255-259, o gli ambienti di Sardis citati da rautMan 2008, 155.
631 Accessi diretti dalla strada a sale che – come questa – per planimetria e decorazione possono essere identicate come sale di
ricevimento, caratterizzano diversi esempi di case tardoantiche: cfr. Bowden 2011, 282.
632 Si tratta dello stesso tipo di pavimentazione dell’ambiente 9, interpretato come deposito (zaccaria ruggiu 2007a, 219 e
g. 9 (con didascalia errata?), nonché del cortile di ingresso 40 della Casa dell’iscrizione dipinta.
633 Non è necessario ricordare che Hierapolis, come Laodicea, è ricordata nelle fonti come centro di lavorazione della lana,
produzione nella quale giocavano un ruolo importante le acque calde delle numerose sorgenti, in grado di ssare i colori:
StraBo XIII, 4, 14 (ritti 1985, 16, n. 15). Si ricordi inoltre che ‘le corporazioni locali maggiormente attestate appaiono
collegate con la manifattura di prodotti tessili’ (ritti 1995), e che la produzione tessile ‘costituiva il settore economicamente
più importante della città (guizzi, Miranda de Martino, ritti 2012, 648). Anche Sardis era celebre per la sua produzione
tessile: rautMan 2011, 24.
634 geraSiMoVSka 2009b presenta diversi esempi di ambienti di rappresentanza tardoimperiali nei quali la zona di fondo
(e principale) dell’ambiente, provvista o meno di abside, presenta pavimenti in lastre di pietra, mentre la parte anteriore è
pavimentata a mosaico o in opus sectile: anche in questo caso si potrebbe ipotizzare che i pavimenti non decorati fossero
coperti quando necessario da tappeti.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 257
due contesti abitativi tardoimperiali da Sardis: si tratta delle strutture note come settore MMS e
settore MMS/S, collocate l’una di fronte all’altra, ai due lati della via presente in questo settore
della città635, confrontabili sia per l’insieme dello schema decorativo che per singoli elementi di
dettaglio, nonché per la possibilità di ipotizzare il funzionamento del sistema valutando insieme
aspetti planimetrici e decorativi. L’ambiente 6 del settore MMS presenta - al di sopra di uno
zoccolo a nto marmo nel quale le lastre ‘di proconnesio’ sembrano rese in maniera del tutto
simile a quelle della sala 11 - uno schema a colonne su basi, dietro le quali i pannelli ripropon-
gono una parete a incrostazioni; qui come a Hierapolis, i singoli particolari architettonici sono
resi mediante spesse linee scure636. Al confronto tra le decorazioni si accompagna un possibile
confronto funzionale, in quanto anche l’ambiente 6, nonostante la complessità delle sue decora-
zioni, aveva un pavimento a lastre di terracotta637.
Altrettanto interessante è il confronto con l’ambiente D del settore MMS/S, la cui destina-
zione tricliniare è attestata dal rinvenimento nell’anticamera di una tavola marmorea in forma
di sigma638. L’anticamera era pavimentata a lastre di marmo bianco e grigio accuratamente di-
sposte; la parte principale dell’ambiente, quella occidentale, era sopraelevata di 12 cm rispetto
all’anticamera: a una fascia con pavimento ad opus sectile che fungeva da soglia faceva seguito
la pavimentazione a lastre di terracotta (successivamente in parte sostituite da lastre in marmo):
considerati i materiali utilizzati nel resto dell’ambiente è assai probabile che la pavimentazione
in terracotta della parte sopraelevata e di minori dimensioni non rimanesse in vista quando la sala
era destinata al ricevimento degli ospiti. Inoltre, come nella nostra sala 11, l’accesso all’ambien-
te D avveniva direttamente dalla strada, con la mediazione dell’ampio vestibolo E, pavimentato
a lastre di marmo e probabilmente accessibile tramite gradini dalla strada, dotato di una vasca-
fontana. La funzione rappresentativa di questo ambiente è evidenziata dal fatto che qui si è tro-
vata l’unica pittura con gure umane di grandi dimensioni nota sino ad ora da Sardis639. Anche il
soggetto rafgurato (una gura femminile che con il gesto delle mani aperte sembra accogliere
i visitatori) rafforza il messaggio espresso dall’architettura e sottolinea la funzione di questa
parte del complesso: essa può essere infatti identicata come una ‘waiting servant’, cioè come
una di quelle gure che ‘tematizzano’ l’ospitalità del dominus attraverso la rappresentazione del
personale della casa640, presenti anche in un ambiente recentemente pubblicato da Antandros641.
Un confronto particolarmente vicino sembra potersi istituire anche con le pitture dell’ambien-
te (4) della casa dell’acropoli ad Efeso, datate tra il tardo IV e il V sec.642. La stessa cronologia
è indicata per un ambiente nei pressi del teatro643, che condivide con le pitture qui esaminate
sia le elaborate decorazioni al centro dei pannelli che i bordi ornati da motivi che richiamano le
gemme644.
635 Alle denominazioni indicate dagli scavatori, Özgenel sostituisce rispettivamente quella di “Late Roman Town House” per il
settore MMS, e quella di “Twelve Room House” per il settore MMS/S: Özgenel 2007, 256-257, 261.
636 rautMan 2008, con datazione agli inizi del V sec.; cfr. anche rouSSeau 2014, 195-197, g. 6.
637 rautMan 2008, 147. La stessa situazione nel settore indicato come ‘Field 55’: rautMan 2008, 155.
638 Cfr. greenewalt, rautMan 1998, 484-485, gg. 9-10, 12; rautMan 2011, 20. L’ambiente ha una lunghezza totale di 10 m
ed è largo 5,25 m; l’anticamera è lunga 5,55 m, la sala 3 m: a questa lunghezza va aggiunta quella della soglia in opus sectile,
lunga 1,43 m, anch’essa sopraelevata rispetto al resto dell’ambiente. Particolarmente interessanti sono le pitture, purtroppo
assai mal conservate: esse presentano uno zoccolo a nto marmo (lastre gialle incorniciate da fasce verdi) sormontato da una
zona mediana che – come nella nostra sala - presenta uno schema architettonico davanti a uno sfondo dipinto a nto marmo.
Le pitture dell’ambiente D sono datate al V sec.-inizi del VI: cfr. rautMan 2008, 155, tav. 18; rouSSeau 2014, 196, g. 7.
639 greenewalt, rautMan 1998, 482-484, gg. 9-11; rautMan 2011, 20; rouSSeau 2014, 196.
640 dunBaBin 2003.
641 polat 2014, 235-237, tavv. LXXII-LXXIII, gg. 3-6.
642 ziMMerMann 2010 b, 623-624; ziMMerMann, ladStÄtter 2010, 170, gg. 354-355.
643 ziMMerMann 2010 b, 625-627, gg. 9-11; ziMMerMann, ladStÄtter 2010, 172, gg. 358-359.
644 Più semplicate, ma inseribili negli stessi schemi di costruzione della decorazione, risultano le pitture distaccate dalle parti
Irene Bragantini
258
Assai signicativo risulta inne il confronto con la parete di un ambiente absidato di una casa
di Salonicco, ora esposta nel Museo della cultura bizantina della città: il confronto riguarda sia
lo schema della decorazione (un colonnato articola la scansione in pannelli, che alternano grandi
ortostati a nto marmo a pannelli con complicate incrostazioni entro lastre romboidali) che alcu-
ni degli elementi dell’ornato645.
Datazione
La fortunata situazione di rinvenimento delle pitture impone che la proposta di datazione si
fondi sui dati di cronologia offerta dall’analisi globale del contesto messo in luce dallo scavo
- che è stato ragionevolmente collocato alla prima metà del VI sec.646 - lasciando da parte va-
lutazioni di natura stilistica, tanto più perché non disponiamo ancora per quest’epoca di criteri
afdabili per una datazione su tale base delle pitture parietali647.
Rispetto a decorazioni coeve, più corsive, queste pitture si segnalano per la maggiore cura
e qualità dell’esecuzione e per l’intento di richiamare i dettagli dei marmi imitati, sia nelle loro
caratteristiche siche che nella loro disposizione in parete: infatti, come sulle pareti realmente
rivestite da lastre di marmo, i pannelli che riprendono l’aspetto di marmi più pregiati sono col-
locati nella zona mediana e di maggior impatto visivo della parete. Come a Sardis e, ancora, in
linea con le caratteristiche di una tradizione artigianale secolare, che vede il colore e la pittura
‘giocare’ per imitare la resa e gli effetti di altri materiali e di altre tecniche di rivestimento648, il
‘nto marmo’ delle pareti si immagina così ulteriormente impreziosito dai pannelli che occupa-
no una posizione preminente al centro delle pareti.
Casa dei capitelli ionici
Le pitture dell’esedra 28649
La casa, aperta sullo stenopos 18 tramite un largo vestibolo (37) con soglia monolitica di
calcare650, conserva in questo ambiente pitture del tutto simili a quelle della sala 11 della Casa
del cortile dorico; la parte superiore delle pareti non è però qui conservata, e pertanto sulle pareti
nord ed est sono leggibili solo lo zoccolo e parte della zona mediana. Nello zoccolo pannelli a
fondo bianco, attraversati da strisce diagonali grigie, si alternano a pannelli a fondo nero, mentre
inferiori delle pareti del monastero di Apollo a Bawit, ora al Museo Copto del Cairo, inv. 8438: cfr. Van loon 2014, 196-197,
g. 16.2 (con datazione al VI-VIII sec.).
645 Si tratta della parete illustrata in ĆurčiĆ 2002, g. 6, citata supra, nota 9; cfr. inoltre rautMan 2008, nota 39: anche in questo
ambiente, con pavimento a mosaico policromo (aSiMakopoulou-atzaka 1998, 258-258, tav. 179, XLI), la parte interna è
sopraelevata rispetto al resto della sala, con un gradino in marmo che sottolinea il dislivello.
646 zaccaria ruggiu 2007a, 218-219; zaccaria ruggiu 2012, 423. cottica 2007a, 259-260, riferisce all’orizzonte cronologico
I (ne V-VII sec. d.C., che caratterizza gli interventi edilizi più tardi attestati nei limitati saggi che si sono potuti condurre
sotto i livelli pavimentali) la messa in opera del pavimento dell’ambiente, che è ‘in fase’ con la stesura delle pitture. In
particolare, la collocazione cronologica può essere denita sulla base dei materiali provenienti dalle US 573 e 574, messe in
luce in un saggio praticato al di sotto del pavimento in lastre di terracotta della sala, che rimandano a un orizzonte cronologico
di V-VI sec. All’inizio del VI si data una moneta di Anastasio (512-517) rinvenuta nel saggio praticato sotto il pavimento
del cubicolo 13: zaccaria ruggiu 2007a, 218 nota 13 e 31. Pitture e pavimentazioni sono state realizzate in fase: le pitture
poggiano sulla pavimentazione (zaccaria ruggiu 2007a, 228), il che comunque non esclude che i pavimenti possano essere
relativi a una precedente fase edilizia. I materiali rinvenuti e la loro natura suggeriscono una fase edilizia successiva ad un
evento sismico: zaccaria ruggiu 2007a, 229.
647 Dati utili per lo studio della pittura parietale in età medio e tardoimperiale, in specie nelle province orientali, sono ora
disponibili in diversi contributi raccolti in ziMMerMann 2014.
648 Mulliez 2014.
649 zaccaria ruggiu 2012, 423-431.
650 d’andria 2001, 113.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 259
Nello zoccolo del muro 1221 sono stret-
ti scomparti a fondo bianco, sui quali linee
oblique grigio scuro simulano le venature
del marmo. Tra gli scomparti sono larghi
pannelli neri, davanti ai quali poggiano le
basi di due colonne, una delle quali rappre-
sentata a prolo incavato (scozia) (g. 271).
Della zona mediana è leggibile solo parte
dell’attacco.
Parete est (g. 272)
Si conserva solo la pittura del tratto a
nord della porta che pone in comunicazione l’esedra con l’annesso ambiente 27 (muro 1238)651.
Lo zoccolo ha pannelli a nto marmo bianco; nella zona mediana sono due pannelli a nto alaba-
stro inquadrati tra colonne scanalate bianche con collarino vegetale. La colonna nel tratto nord,
anch’essa con collarino vegetale di base e scanalature sul fusto, ‘gira’ tra le due pareti contigue
(g. 273).
651 La porta è stata successivamente murata ‘con una parete di piccoli blocchi di calcare intonacati di bianco’: zaccaria ruggiu
2012, 429.
nella zona mediana sono ortostati a nto marmo. ‘Davanti’ alla parete, che si immagina rivestita
da lastre di marmo, è rappresentato un colonnato marmoreo. Lo schema di base della decora-
zione è dunque identico nelle due case, tra loro confrontabili anche per l’uso dei colori e per il
modo in cui sono realizzati i singoli particolari, come la rappresentazione delle colonne ‘a metà’
tra due pareti contigue, i plinti e le basi delle colonne prolati da spesse linee nere e grigie, i
collarini vegetali che ornano le colonne stesse: ne possiamo concludere che le due decorazioni
sono contemporanee e realizzate dallo stesso gruppo di pittori.
Parete nord (g. 270)
Fig. 270
Casa dei capitelli ionici,
esedra 28, parete nord:
disegno delle pitture.
Fig. 271
Casa dei capitelli ionici,
esedra 28, parete nord:
la base della colonna.
Fig. 272
Casa dei capitelli ionici,
esedra 28, parete est:
disegno delle pitture.
Irene Bragantini
260
I resti di una lesena dipinta sottolineavano la
porta di collegamento con l’ambiente 27, porta
con la quale la pittura è ‘in fase’, come indica il
fatto che essa ricopre anche lo stipite nord dell’in-
gresso.
Come si vedrà più oltre, a questo stesso siste-
ma decorativo si rifanno anche le pitture conser-
vate nella contigua Casa dell’iscrizione dipinta,
che una serie di particolari indica come realizzate
con tutta probabilità nello stesso torno di tempo e
dallo stesso gruppo di pittori. Osservando la pla-
nimetria delle due case, si nota però che la biblio-
teca 44 e la ‘stanza della preghiera’ 45 vengono
ad occupare in parte il percorso che, dal vestibolo
37, doveva condurre verso la zona sud della Casa
dei capitelli ionici; anche la posizione della parete
est della biblioteca - allineata con la corrispondente parete del vestibolo 37 - non sembra casuale,
ma scelta per sfruttare al massimo lo spazio a disposizione, senza ‘bloccare’ completamente i
percorsi interni della casa contigua. Dal vestibolo 37 si accedeva infatti all’esedra 28, le cui fun-
zioni ‘di rappresentanza’ (che sembrano doversi ricavare - oltre che dall’osservazione della pla-
nimetria - dalla decorazione parietale e pavimentale dell’ambiente) devono essere state limitate
dalle modiche planimetriche intervenute nella Casa dell’iscrizione dipinta. Possiamo ipotizzare
che queste modiche siano contemporanee o solo di poco successive al momento in cui l’esedra
28 aveva ricevuto la sua decorazione pavimentale e parietale: essa è infatti strettamente afne a
quelle della Casa dell’iscrizione dipinta, che devono quindi essere state eseguite in stretta con-
sonanza con quelle della casa di cui qui ci occupiamo.
La funzione di rappresentanza dell’ambiente (seppur ‘ridimensionato’ rispetto a precedenti
sistemazioni?) nella fase di età protobizantina risulta anche dalla sua relazione con il contiguo
spazio scoperto a sud (30) - pavimentato da lastre di marmo e dotato di una vasca-fontana652 -
sul quale l’esedra si apre mediante una soglia in opus sectile653 che con un leggero dislivello
enfatizzava questo accesso.
La pavimentazione ad opus sectile dell’esedra - confrontabile con quella dell’esedra 41 della
Casa dell’iscrizione dipinta - presenta al centro un incasso circolare bordato da lastrine di marmo
bianco destinato all’inserimento di un elemento non conservato, asportato in antico654. Non è più
possibile ipotizzare un percorso di accesso all’esedra dallo stenopos 19: precedenti interventi di
scavo realizzati in quest’area, dove ora sono riconoscibili gli ambienti 33 e 36 delle cosiddette
“piccole terme”655, non consentono infatti di fare alcuna ipotesi al riguardo.
Note di tecnica
Sulla parete est si riconoscono linee di guida nettamente incise con una punta, sia per
delimitare lo zoccolo che per realizzare la larga fascia nera che incornicia i pannelli a nto
alabastro.
652 zaccaria ruggiu 2012, 430, g. 18.
653 cottica 2004, 97-98.
654 cottica 2004, 98, tav. XLa.
655 Cfr. zaccaria ruggiu, supra, 4.
Fig. 273 Casa dei capitelli ionici, esedra 28, parete
est, tratto nord: la colonna con collarino
vegetale ‘gira’ sulla parete contigua. Sono
visibili anche le linee di guida incise.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 261
Sala 26
La sala, con pavimento in opus sectile656, conserva uno zoccolo rivestito da lastre di marmo
ssate alla parete da grappe in ferro, ulteriore elemento che accomuna la decorazione di questa
casa a quella della Casa dell’iscrizione dipinta657. Al di sopra dello zoccolo si conserva il solo
strato di preparazione dell’intonaco parietale, ma sappiamo che la stanza ‘era riccamente deco-
rata da modanature in stucco, imitanti lesene e capitellini’, alcuni dei quali anche completati in
colore658.
Osservazioni conclusive
La casa, ‘grande e lussuosa residenza signorile’659, deve aver mantenuto anche nelle sue
fasi di età tardoimperiale un alto livello decorativo, come risulta in particolare dagli scarsi
resti conservati nell’ambiente 26, che consentono di ricostruire una decorazione parietale
articolata su una scansione architettonica realizzata non con la sola pittura ma con l’aiuto di
elementi in rilievo, come nella Casa dell’iscrizione dipinta. Bisogna inne ricordare che, oltre
a quelli qui citati, la casa conserva altri due pavimenti ad opus sectile, nell’ambiente16 e nel
peristilio 20660.
Casa dell’iscrizione dipinta
Le decorazioni della sala della biblioteca 44661
L’ambiente è accessibile dalla corte di ingresso 40 mediante una larga apertura con soglia in
due blocchi monolitici 1504 presente su uno dei lati brevi (ovest)662; esso è inoltre collegato a
due ambienti sul lato nord: la sala 43, dotata di un altro ingresso sul lato ovest, e la piccola stanza
con l’iscrizione dipinta 45, della quale costituisce invece l’unico accesso663.
A pianta rettangolare e scandito da un arco di cui si conservano i pilastri di imposta, all’am-
biente è stata attribuita la funzione di biblioteca, per la presenza di nicchie nelle pareti nord, est
e sud664. Il pavimento, in lastre di terracotta, presenta un dislivello di 30 cm circa: un gradino in
marmo sottolinea il passaggio alla parte interna, posta ad un livello più alto.
Lo stato di conservazione del rivestimento parietale lascia molte incertezze sulla costruzione
del complesso sistema decorativo, basato sugli stessi elementi presenti nelle sale delle conti-
gue Case del cortile dorico e dei capitelli ionici. Il sistema a nto marmo scandito da elementi
architettonici presente in quelle case è però qui arricchito in maniera sostanziale, in quanto le
656 cottica 2004, 94-97; zaccaria ruggiu 2007a, 232-233, gg. 20, 22 (ambiente 26).
657 Cfr. infra, 266-267, esedra 41. Il rivestimento parietale è parzialmente visibile in zaccaria ruggiu 2007a, g. 22.
658 cottica 2004, 96. Per la decorazione di questo ambiente e di quello numero 17 cfr. inoltre il contributo di canazza (infra,
299-306), che sulla base dei frammenti rinvenuti durante lo scavo restituisce una decorazione a nto marmo, da collocare
evidentemente nella zona mediana, probabilmente articolata per mezzo di cornici in stucco, anche completate dal colore: cfr.
canazza, fedele, infra, g. 295. 24, 26. Il frammento ibid., g. 295.21, viene correttamente accostato a quelli rinvenuti nella
Casa dell’iscrizione dipinta, infra, 298.
659 zaccaria ruggiu 2007a, 233.
660 zaccaria ruggiu 2007a, 232-233, g. 21 (sala 16).
661 zaccaria ruggiu 2012, 436-440.
662 La soglia è analoga a quella che, nella Casa del cortile dorico, protegge l’accesso alla sala 11 da sud: cfr. supra, 47-49.
663 Per i mutati percorsi all’interno della Casa dei capitelli ionici ai quali dà luogo la creazione di questi due ambienti, biblioteca
e stanza della preghiera, cfr. supra, 127-128.
664 Nicchie destinate a contenere libri sono attestate a Sardis (rautMan 2008, 153, con l’ipotesi che - in analogia a quanto
avviene con l’iscrizione nella stanza 45 - la porta lignea dell’ambiente fosse dipinta come il resto della stanza).
Irene Bragantini
262
architetture non sono come di consueto dipinte, ma realizzate a rilievo, a testimonianza dell’alto
impegno decorativo profuso in questa sala; a rilievo sono anche i larghi pannelli che occupano
la zona mediana, inquadrati tra i pilastri e le lesene665. Lo stato di conservazione rende difcile
‘visualizzare’ compiutamente la complessità di questa decorazione, caratterizzata - oltre che
dagli elementi architettonici a rilievo - da pesanti cornici rilevate, che meglio si apprezzano nei
frammenti rinvenuti in crollo nella vicina esedra 41666: l’alto livello di questa committenza risul-
ta del resto ben chiaro dall’analisi del contesto667.
Parete nord668
La pittura è conservata in modo assai ineguale, dal
momento che essa è crollata in corrispondenza delle due
estremità della parete, nel tratto a ovest della porta verso
l’ambiente 43 (muro 1330) e nel tratto a est della stanza
con la preghiera 45 (muro 1261).
Le facce del pilastro 1367 - probabile sostegno di un
arco669 - che si trova a circa metà parete sono rivestite da
un rilievo in ‘stucco’670 scanalato. Nel breve tratto con-
servato tra la porta di comunicazione con l’ambiente 43
e il pilastro (muro 1402) si trova una lesena rilevata su
alta base modanata con specchiatura centrale. La base
della lesena termina in linea con la cornice a rilievo -
della quale si conservano quasi solo le linee di guida
tracciate per applicarla in parete671 - che divide zoccolo
e zona mediana; nello zoccolo sono due pannelli, uno a nto marmo nero e uno a nto marmo
rosso purpureo, separati da una linea di guida incisa. La zona mediana conserva un ortostato a
fondo nero. Nel tratto compreso tra il pilastro e la porta verso la stanza della preghiera, lo zoc-
colo presenta un pannello a nto granito, che termina con una cornice rilevata (due rilevature
seguite da una scozia e da un listello), sulla quale poggiano le volute che sorreggono plinto e
base della lesena che inquadra la porta verso la stanza della preghiera (g. 274).
Si conservano anche minime tracce di un ortostato a nto marmo nero. A destra della porta verso
la stanza di Manasse, lo scavo ha portato alla luce un pannello modanato concluso da una cornice in
stucco analogo a quelli - conservati quasi solo in tracce – sulla antistante parete sud.
665 Come risulta dalle analisi effettuate, la decorazione a rilievo non è realizzata in stucco ma con una miscela di calcite e
aragonite, destinata ad alleggerire il peso del rivestimento: Mazzochin, zaccaria ruggiu 2012, 450; per brevità useremo
la denizione di stucco tra virgolette (‘stucco’) per segnalare questa importante caratteristica della decorazione, sulla quale
cfr. anche infra, 267-268.
666 Cfr. infra, 266-267.
667 Cfr. zaccaria ruggiu, supra, 119-123.
668 Per valutare la consistenza delle pitture conservate si rimanda al lavoro di restauro virtuale curato da Massimo Limoncelli,
infra, 741-743.
669 Cfr. supra, 119.
670 Cfr. nota 665.
671 La cornice gira anche in angolo, proseguendo sulla contigua faccia est dello stipite nord della biblioteca. Le altre facce dello
stipite nord erano decorate come segue: la faccia ovest era rivestita di ‘stucco’ bianco che simula una lesena con scanalature
di diversa ampiezza, più larghe quelle esterne e più strette quelle interne, mentre sulla faccia sud sembrano tutte della stessa
larghezza.
Fig. 274 Casa dell’iscrizione dipinta,
sala 44, parete nord, tratto est:
cornice modanata che conclude
lo zoccolo e base della lesena che
inquadra la porta verso la stanza
della preghiera 45.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 263
Parete est
Troppo poco si conserva per capire se e come anche su questa parete (muri 1337 e 1394)
si combinassero ornati dipinti e a rilievo; nell’angolo sud-est si conserva solo lo zoccolo con
pannello a nto marmo bianco con venature indicate da linee oblique in due toni di grigio. Lo
zoccolo è denito da una serie di cornici orizzontali dipinte in nero sul fondo bianco; sulle corni-
ci posa la base della lesena, con ampia scanalatura centrale sottolineata in colore più scuro, che
prosegue ‘in angolo’ sulla contigua parete sud. Tra zoccolo e zona mediana è una predella a nto
marmo chiaro ancheggiata da uno stretto pannello nero. Nella zona mediana è un pannello a
nto marmo nero con venature grigie (g. 155a-c).
Parete sud
Anche la decorazione di questa parete (muro 1311) è scandita in due tratti dal pilastro 1388
che sorreggeva l’arco. L’articolazione della decorazione sembra però diversa, e non si ricono-
scono qui le lesene a rilievo su basi che sulla parete antistante costituivano l’inquadramento
architettonico delle porte, conferendo maggiore importanza al lato nord della sala672.
672 Come si è visto, la porta 1426 verso la sala 43 era inquadrata da due lesene su alta base (conservata solo quella di destra),
mentre quella verso la stanza con l’iscrizione 45 era inquadrata dalla lesena su base a volute, che doveva probabilmente
trovarsi anche a destra della porta.
Fig. 275 Casa dell’iscrizione dipinta, sala 44, parete sud, tratto est: rilievo ricostruttivo della decorazione parietale.
Fig. 276 Casa dell’iscrizione dipinta, sala 44, parete sud, tratto est: resti della decorazione parietale.
Probabile
pannello
blu scuro
lacunoso.
Pannelli a
rilievo in
stucco.
Al posto di
quello che
c'è scritto.
Irene Bragantini
264
Nel tratto a est del pilastro lo zoccolo presenta pannelli a nto marmo di diverso colore e
andamento: il primo pannello è a fondo bianco con venature indicate da linee orizzontali grigio
chiaro e grigio scuro; seguono tre pannelli di marmo screziato nero, tra i quali sono due pannelli
a nto alabastro. Linee incise a punta deniscono i pannelli. La predella è dipinta alle estremità
e a rilievo nella zona centrale, come è indicato dai resti chiaramente conservati in parete, che ne
indicano anche l’altezza. Al di sopra, inquadrato tra due basse lastre a nto marmo nero, il centro
della parete è occupato da un’altra fascia dipinta in rosso.
La zona mediana doveva essere occupata dai pannelli a rilievo, oggi quasi completamente
crollati. I resti conservati sembrano indicare che nel tratto est della parete sud erano due larghi
pannelli, a lato dei quali erano due lesene: tra pannelli e lesene, una fascia ribassata intonacata di
nero fa da cornice (gg. 275-276).
Nel tratto di parete contiguo al pilastro, in corrispondenza della lesena su volute della parete
antistante, la struttura della decorazione cambia ed è nuovamente afdata alla sola pittura, che
prosegue anche sulla faccia contigua, est, del pilastro. Lo stacco nella struttura decorativa è
segnato da un elemento architettonico dipinto (una lesena?), che sembra riconoscibile alla base
della parete. Nello zoccolo è un grande pannello che riprende due lastre appaiate di marmo
bianco, disposte in parete in modo che le venature nere e grigie abbiano andamento simmetrico.
Nella predella è una lastra di alabastro e la lesena con ampia scanalatura centrale che conclude
questo tratto di parete. La zona mediana, tra due strette fasce nere, è formata da un largo pannello
bianco con complicate venature rese in grigio e in nero.
Le tre facce del pilastro addossato alla parete sud sono dunque decorate diversamente. La fac-
cia est prosegue la pittura del tratto contiguo di parete: nello zoccolo è un pannello a nto marmo
bianco con righe orizzontali grigio chiaro e grigio scuro che indicano le venature, la predella
presenta uno stretto pannello nero ancheggiato da una ‘tabella’ a nto alabastro, mentre nella
zona mediana è un pannello a nto marmo a fondo scuro con fascia laterale nera. La faccia nord
e la faccia ovest dello stesso pilastro sono invece rivestite di ‘stucco’ bianco con scanalature,
come sulla parete antistante673.
A ovest del pilastro, la decorazione della parete sud è in pessimo stato di conservazione.
Anche in questo tratto anteriore della sala essa doveva però proseguire con gli stessi elementi del
tratto orientale, alternando pittura e elementi a rilievo: in particolare cornici nettamente rilevate
marcavano lo stacco tra zoccolo e zona mediana, e le lesene pure rilevate erano ancheggiate da
fasce e lastre a nto marmo, la cui ricca policromia caratterizzava l’ambiente.
Il resto della decorazione di questo tratto di parete è troppo mal conservato per poter ricono-
scere la decorazione dipinta. Linee di guida orizzontali profondamente incise e resti di colore
rosso e nero dimostrano però che essa doveva proseguire qui con lo stesso sistema.
Purtroppo lo stato di conservazione dei diversi tratti di parete non consente di comprendere
nel dettaglio l’articolazione complessiva della decorazione della sala: sembra però che alla di-
versità planimetrica tra le due pareti antistanti, nord e sud – la prima provvista di due porte, la
seconda priva di aperture - corrisponda una diversa articolazione della decorazione, almeno nel
primo tratto, più esterno, della sala, con una maggiore enfasi sulla parete nord.
E’ ancora da segnalare la circostanza - inconsueta nella decorazione parietale romana - che
le due pareti che si fronteggiano, la nord e la sud, non hanno lo stesso tipo di rivestimento; in
particolare, le lesene a rilievo che sulla parete nord inquadrano la porta di accesso alla stanza con
673 Tra i materiali rinvenuti nello scavo del 2012 negli strati di crollo che riempivano l’esedra 41 vi sono anche frammenti di
una lesena scanalata in marmo, spessa 2 cm e allisciata sul retro, che sulla faccia presentava scanalature di diversa larghezza,
una riempita da cornice piatta, l’altra da una cornice arrotondata, riproponendo lo stesso ornato dei pilastri in ‘stucco’ della
biblioteca 44.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 265
la preghiera dipinta 45 - assenti nella parete antistante - sembrano destinate a conferire a questa
parte dell’ambiente maggiore importanza nell’economia della decorazione.
Ma sono soprattutto i frammenti rinvenuti in crollo che segnalano la ricchezza e l’impegno
profusi in questa sala e la differenziano dalle sale delle case contigue, alle quali la avvicina la de-
corazione dipinta. Lo scavo ha infatti restituito la decorazione dell’arco che divide in due settori
la sala: si tratta di “una o più corone di foglie d’olivo, o di ghirlande, in stucco bianco applicate
su un disco dipinto di colore giallo oro”674, alla quale può essere associato il disco baccellato
nello stesso materiale, che conserva resti di colore azzurro675. Di questa decorazione facevano
parte anche alcuni frammenti che mostrano un cerchio azzurro, sul quale si conserva l’impronta
di un altro elemento circolare, di diametro minore676; al centro dei due cerchi concentrici si trova
un piccolo incavo quadrangolare. Non è facile decidere se tale incavo fosse destinato a ssare
un elemento decorativo centrale677, o se esso dovesse ssare alla parete l’elemento circolare di
dimensioni minori che ha lasciato la sua impronta sul disco azzurro, o - ancora - se tale incas-
so sia invece servito ad alloggiare un chiodo utilizzato per realizzare elementi di guida per la
stesura della decorazione (per il centro di questo foro passa comunque una linea di guida oriz-
zontale che sembra ottenuta con una battuta di cordoncino). La complessità dell’allestimento
decorativo e la frammentarietà della conservazione di questi delicati materiali (elemento con
cerchio azzurro centrale, disco baccellato e ghirlanda in stucco678) non facilitano la ricostruzione
del modo in cui essi potessero essere assemblati. Considerate le tracce di lavorazione presenti,
potremmo proporre che l’elemento circolare con cerchio azzurro (cat. 33) non fosse in vista,
ma servisse solo di base alla corona (cat. 59), al centro della quale collocherei il disco baccel-
lato (cat. 58). Questa ricostruzione appare compatibile con la documentazione di scavo (g.
296.33a): il cerchio azzurro potrebbe corrispondere alla sistemazione del disco baccellato che
doveva essere dipinto nello stesso colore, mentre le tracce bianche con andamento circolare ri-
conoscibili intorno al cerchio azzurro potrebbero rappresentare le impronte lasciate dalla corona
di stucco, al cui posizionamento potrebbe essere riferibile anche l’incisione circolare visibile in
alto nell’immagine. In questo modo si potrebbero anche spiegare i resti di colore giallo (questo
è infatti il colore sul quale spicca la corona bianca) pure visibili nella documentazione di scavo
(g. 296.33b).
I frammenti conservano comunque importanti elementi di un’altra decorazione parietale
‘polimaterica’, ulteriore dimostrazione del fatto che la decorazione della biblioteca trova il suo
posto accanto ad altre testimonianze contemporanee di pari livello di area microasiatica679. È
anche interessante evidenziare la continuità di una tradizione artigianale secolare e l’abilità dei
plasticatori, in grado di manipolare e adattare la composizione del loro materiale per adattarlo
alle esigenze di un nuovo repertorio e di nuovi schemi decorativi.
Per completare la descrizione delle pitture dell’ambiente rimandiamo al contributo di
Canazza, Fedele infra, che descrive i più signicativi tra numerosi frammenti rinvenuti in crollo
nell’ambiente, relativi sia alla zona superiore delle pareti che al softto e all’arco che divide-
va l’ambiente: tra questi segnaliamo i frammenti in gg. 297.40; 298.43, 48, che presentano
fasce di divisione a fondo giallo ornate da schematiche palmette, e quelli in g. 297.34-36.
Questi ultimi presentano un motivo che ha una lunga tradizione nella pittura parietale dei secoli
674 zaccaria ruggiu 2012, 438: UUSS 906, 906/1, 907, 907/1. Cfr. anche il contributo di canazza, fedele, infra, 307, g.
300.59.
675 Cfr. canazza, fedele, infra, 307, g. 300.58.
676 zaccaria ruggiu 2012, g. 34 c; cfr. inoltre canazza, fedele, infra, 301, g. 296.33a-b.
677 zaccaria ruggiu 2012, didascalia a g. 34 c, ipotizza una tessera di mosaico.
678 Cfr. le note 674-677.
679 L’elemento ‘polimaterico’ di queste decorazioni è messo in rilievo da rouSSeau 2014, 195-197.
Irene Bragantini
266
precedenti: sul fondo nero sono dipinti ‘tappeti’ gialli bordati da ‘borchie’680 grigio-bianche,
dipinti come se fossero ‘appesi per gli angoli’681.
La decorazione della fontana 39
Ancora più rivelatore del notevole livello delle decorazioni parietali attestate nella casa - e,
più in generale, del particolare livello di questo contesto - è il piccolo spazio con fontana che si
trova all’ingresso della casa dallo stenopos 18682. Ampi lacerti della decorazione a nto marmo
sono stati rinvenuti in crollo nei pressi della fontana (scavo 2011)683: del tutto analoghi a quelli
rinvenuti, pure in crollo, nell’esedra 41, essi si segnalano per complessità e impegno decorativo.
Alla decorazione dipinta si accompagnava anche in questo ambiente quella a rilievo di stuc-
co: alcuni frammenti permettono infatti di ricostruire un rivestimento parietale formato da or-
tostati a nto marmo separati da linee incise, ‘davanti’ ai quali è realizzata una ricca e pesante
ghirlanda in stucco684.
Un’altra grande ghirlanda in stucco, recuperata quasi intera nel corso dello scavo685, introdu-
ceva alla più complessa decorazione della sala 44, caratterizzata anch’essa da una ricca decora-
zione in stucco, e completava la policroma e ‘polimaterica’ decorazione della fontana, che conte-
neva anche elementi in marmo e in breccia686. I frammenti rinvenuti in crollo sono caratterizzati
dall’importanza accordata alle cornici a rilievo: il loro stato di conservazione, assai migliore dei
resti conservati in situ sulle pareti della sala 44 che hanno quasi completamente perduto l’aggetto
delle cornici, permette di ricostruire come gli stessi elementi scandissero i piani orizzontali nella
grande sala, visualizzando l’importanza accordata in questi ambienti alla decorazione realizzata
plasticamente.
Le decorazioni dell’esedra 41
Anche le articolate cornici modanate e i pannelli dipinti a imitazione di marmi policromi
qui rinvenuti, in miglior stato di conservazione, nel corso dello scavo del 2012687, si rivelano di
grande interesse, sia per valutare nel suo insieme l’alto impegno decorativo della casa, che per
680 canazza, fedele, infra, 301, g. 297.34-35. Il trattamento del colore, che sfuma dal bianco al grigio, richiama elementi
metallici in rilievo. Cfr. zaccaria ruggiu 2012, g. 34 b, per altri frammenti simili, in colore rosso.
681 Il motivo compare sulle pareti di Pompei a partire dalla metà del I sec. d.C., normalmente in case con decorazioni di buon
livello: cfr. ad esempio il tablino della casa VI 2, 16: PPM VI, 211-214 (V. Sampaolo). A giudicare dalla gura, infra, g.
297.34, 35 sembra però che si tratti invece di un motivo ‘a conchiglia’: in questo caso forte sarebbe la suggestione che questa
decorazione possa essere assegnata alle nicchie presenti nell’ambiente.
682 Cfr. zaccaria ruggiu, supra, 108-110.
683 Che anche il cortile fosse dipinto con lo stesso sistema a nti marmi risulta anche dai minimi resti di preparazione ancora
conservati sulla parete est, con basse fasce con linee trasversali incise a punta. Più difcilmente collocabili sono altri
frammenti di pittura, il cui isolato rinvenimento non consente di ipotizzarne l’ubicazione originaria: si veda ad esempio, nel
contributo di canazza, fedele, infra, 305, il frammento in g. 299.54, che presenta una ghirlanda con parti in luce e in ombra.
684 canazza, fedele, infra, 307-308, g. 301.60. La curva della ghirlanda suggerisce che all’atto del rinvenimento il frammento
fosse capovolto rispetto alla sua collocazione originaria: dobbiamo comunque ipotizzare una decorazione di grande impegno,
comprendente una zona (mediana?) articolata da ghirlande in stucco immaginate ‘davanti’ agli ortostati (ricordiamo per
chiarezza, e solo come richiamo generico a un diffuso schema decorativo, il celebre esempio delle pareti della Casa di Livia:
rizzo 1936, 41-43, tavv. B, IV).
685 canazza, fedele, infra, 308, g. 301.61. I frammenti con le ghirlande a rilievo rinvenuti in crollo davanti alla fontana
attestano certamente la loro collocazione originaria, dal momento che se ne conservano tratti molto estesi, il che non sarebbe
stato possibile se il delicato materiale si fosse trovato qui in giacitura secondaria.
686 Sulla fronte della vasca era una lastra di marmo, mentre una colonnina anch’essa in marmo (breccia?) reggeva forse una
piccola tettoia (che proteggeva anche l’acqua nella vasca?): cfr. zaccaria ruggiu, supra, 108-109.
687 Cfr. supra, in questa pagina.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 267
ricostruire la complessa decorazione della sala 44. L’esedra 41 conserva in situ sulle pareti nord,
est688 e ovest (muri 1444, 1380 e 1508) scarsissimi resti della decorazione parietale: essi sono
infatti quasi completamente crollati, forse anche a causa del loro notevole peso. Unitamente ai
frammenti rinvenuti negli strati di crollo689, tali resti testimoniano che in questo ambiente la de-
corazione parietale proponeva schemi simili a quelli della sala della biblioteca 44, con una zona
mediana che conteneva pannelli a nto marmo690 scanditi da pesanti cornici modanate in stucco
con andamento orizzontale. Qui lo zoccolo, solo in parte conservato sulla parete ovest, non era
però dipinto, ma costituito da lastre in marmo grigio (proconnesio?), e si raccorda con una fascia
leggermente incavata alla zona mediana, della quale si conserva solo lo strato di preparazione
(g. 144). Linee di guida profondamente incise sull’intonaco ci consentono di ricostruire uno
schema con ortostati a nto marmo; come nella sala 11 della Casa del cortile dorico (g. 264), le
tracce che dovevano servire di guida ai pittori indicavano anche, agli angoli, la giunzione tra le
lastre che si immaginavano incorniciare gli ortostati691.
Altri resti dello strato di preparazione, non facilmente interpretabili, sono sulla parete est, a
destra della porta verso la sala 43692: essi sembrano rimandare a uno zoccolo e una predella con
linee incise, ma le incrostazioni non permettono di riconoscere se vi fossero colori.
La tecnica con cui è stata stesa la decorazione è la stessa della sala della biblioteca, come
risulta dal fatto che essa è crollata rivelando anche in questo ambiente strati di preparazione
privi di quelle tracce di lavorazione che ci si potrebbe attendere, per facilitare l’aderenza alla
parete dei pesanti ornati. Resta da chiedersi se questa circostanza sia dovuta al fatto che il par-
ticolare materiale in cui è stata eseguita la decorazione a rilievo (che doveva essere costituito
da una miscela di calcite e aragonite, come nella sala 44) abbia reso superui particolari proce-
dimenti tecnici (quali picchiettature o incisioni) per assicurare l’aderenza del rivestimento alla
parete693. Frammenti di un capitello694 in stucco con decorazione vegetale rinvenuti nello stesso
ambiente segnalano il probabile completamento con questi elementi della parte alta della parete.
Quest’ultimo elemento, come la presenza dello zoccolo in marmo, avvicina la decorazione di
questo ambiente a quella della sala 26 della Casa dei capitelli ionici695.
Note di tecnica
Le analisi condotte su campioni di frammenti dei rivestimenti parietali della sala 44 hanno
dato risultati assai signicativi, caratterizzando i materiali di origine locale presenti nell’intona-
co e i pigmenti usati (nero-fumo, ocre, gluconite) ed evidenziando la presenza di blu egizio696. È
stato inoltre possibile riconoscere una importante particolarità tecnica: mentre gli ornati a rilievo
688 Sulla parete est si riconosce un pannello con imitazione di marmo numidico e fascia laterale nera.
689 Cfr. canazza, fedele, infra, 308, g. 302.62, 63, 65, 67 e 68.
690 Uno tra i frammenti rinvenuti in scavo presenta un ortostato a fondo verde (a imitazione del serpentino) ed uno a imitazione
di un marmo nero screziato da venature grigie, separati da una linea profondamente incisa.
691 Non è escluso che, oltre alle linee di guida incise sulla preparazione dell’intonaco, fossero indicati - come in una sorta di
‘sinopia’ - i colori che dovevano esservi stesi: in un lacerto degli strati di preparazione si riconosce infatti una fascia di colore
azzurro che inquadra un pannello a nto marmo con venature scure su fondo chiaro.
692 Una bassa fascia orizzontale, individuata da linee incise e scandita da coppie di linee verticali che dovevano servire a
realizzare uno stretto listello in altro colore diverso, sembrano rimandare a uno zoccolo sormontato da una predella con lastre
orizzontali separate da strette fasce.
693 Cfr. ad esempio quanto testimoniato a Bulla Regia: BarBet 2013b, 103-105, gg. 130-132.
694 Cfr. canazza, fedele, infra, 308, g. 302.64. Per un altro frammento di dimensioni minori, forse ancora di capitello, cfr.
canazza, fedele, infra, 308, g. 302.66. I frammenti non sono stati analizzati e non se ne può quindi indicare la composizione.
695 Cfr. supra, 261.
696 Mazzocchin, zaccaria ruggiu 2012, 446-447 e 450, gg. 4, n. 10; 7 b.
Irene Bragantini
268
sono realizzati nella stessa
calcite usata nella stesura
dell’intonaco, gli elementi
architettonici a rilievo sono
realizzati con una miscela di
calcite e aragonite, evidente-
mente con lo scopo di dimi-
nuire il peso della complessa
struttura decorativa697. Tale
composizione si riette nel
colore di questi elementi,
che li distingue dall’accesa
tonalità di bianco in cui sono
realizzati gli ornati vegetali
rinvenuti in crollo nella sala
44 e nella fontana del cortile 39698.
Le numerose linee di guida incise nella preparazione dimostrano la cura con cui è stata ese-
guita la complessa decorazione di questi ambienti (g. 277).
Osservazioni conclusive
Una stessa, impegnativa decorazione parietale, eseguita in un’unica fase, accomunava la se-
quenza di ambienti costituita dal cortile con fontana 39, dall’esedra 41 e dalla biblioteca 44,
proponendo a quanti entravano in questo settore del complesso, dopo aver superato la ‘barriera’
presente sul lato ovest del cortile 40, un percorso ottico che dobbiamo interpretare anche come
legame funzionale.
Nel resto della casa inne resti di intonaco sono anche sul muro 1295 (parete ovest di 46,
probabilmente una cisterna), nonché sui due muri 1517 e 1521 (intonaco a fondo bianco con
fascia rossa).
Confronti
La decorazione della sala 44 appare caratterizzata dalla complementarità tra decorazione di-
pinta e decorazione a rilievo. Non si tratta qui del ruolo che la decorazione a rilievo, normalmen-
te eseguita in stucco, riveste nella scansione della parete: la tradizione artigianale romana afda
infatti allo stucco il compito di sottolineare (o mascherare) il passaggio tra le diverse zone della
parete699, o l’articolazione di lunette o softti o la decorazione dei softti stessi. Nella sala 44 - e,
a quanto è dato ricostruire dai frammenti rinvenuti in crollo, anche nell’esedra 41 - la decorazio-
ne a rilievo gioca invece un ruolo preponderante. Essa infatti ‘costruisce’ e realizza lo schema
architettonico che articola e scandisce la decorazione parietale, solitamente eseguito con la sola
pittura, ai cui mezzi illusionistici è normalmente afdato il compito di ‘ngere’ le architetture
che disegnano gli spazi gurativi dei vari ambienti.
697 Mazzocchin, zaccaria ruggiu 2012, 450.
698 Per le ricche ghirlande in stucco provenienti da questa sala e dall’area della fontana 39, cfr. canazza, fedele, infra, 307-308,
gg. 300.59; 301.60-61.
699 Le cornici di stucco coprono sovente lo stacco tra le diverse ‘giornate di lavoro’.
Fig. 277 Casa dell’iscrizione dipinta, sala 44, parete sud, tratto ovest: linee di
guida di incise e cornice a rilievo, quasi completamente crollata.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 269
In area microasiatica700, altri contesti di diversa cronologia – databili a partire dalla media età
imperiale – possono essere portati a confronto per questa particolare tecnica decorativa701.
A Zeugma, le pareti dell’ambiente A 14 della Casa 1 presentano nella zona mediana una
struttura a pannelli rettangolari a rilievo di stucco, inquadrati tra semplici fasce ribassate di
colore rosso702. Più complicata è la decorazione in stucco dell’ambiente B9 della Casa 4 dello
stesso sito, costituita da una zona mediana con pannelli inquadrati tra cornici a rilievo, conclu-
sa superiormente da un fregio a esagoni in stucco703. Le decorazioni di questa casa, distrutta
intorno alla metà del III sec., sono datate su base stilistica tra la ne del II e gli inizi del III
sec. d.C.704. L’ambiente P37, ancora nella Casa 1 o di Poseidon, presenta inne un decoro che
alterna pannelli e scomparti in stucco inquadrati da cornici modanate e sottolineate in rosso, al
di sopra del quale è un fregio a girali705.
A Efeso lo stucco ‘modella’ i pannelli bianchi della zona mediana e la semplice cornice rossa
che li riquadra in un ambiente termale datato – come gran parte delle decorazioni dell’insula 2 –
al secondo quarto del III sec.706. Una variazione più complessa della stessa tecnica decorativa è
presente in un ambiente ‘rappresentativo’ aperto sul peristilio in un’altra casa della stessa insula,
datato anch’esso al secondo quarto del III sec.707: i pannelli bianchi in stucco della zona mediana
sono riquadrati entro due cornici prolate pure in stucco, tra le quali è una fascia ribassata dipin-
ta a nto marmo in colore giallo e rosso.
In stucco è realizzata anche una delle pareti della Casa Romana di Stobi, che presenta pan-
nelli lisci delimitati da semplici cornici rilevate in stucco e divisi da lesene scanalate in rilievo
poggianti su una base continua: in questo caso però la decorazione si trova ad un livello più
alto (parte dall’altezza degli occhi) e al di sotto vi è semplice intonaco rosso708. Nella stessa
Stobi, nella cd. Episcopal Residence, all’inizio del V sec. uno degli ambienti fu provvisto di
un’abside e le pareti ricevettero una importante decorazione a rilievo di stucco completata dal
colore709.
700 Per l’area occidentale si vedano invece gli esempi da Bulla Regia citati a nota 104 (BarBet 2013b, 103-105, gg. 130-132,
Casa di Nettuno e Antrite: al di sopra di un plinto unitario la zona mediana alterna ortostati a stretti ‘pannelli’; una serie di
incisioni con diverso andamento negli strati preparatori deve facilitare l’adesione in parete della decorazione). L’adozione
di questa decorazione, tentativamente datata alla metà del II sec. d.C., è assimilata ai fenomeni di ‘conservatorismo’ che
prolungano ben al di là dell’età tardorepubblicana l’uso di sistemi decorativi a rilievo di stucco. Cfr. anche BarBet 2013b,
205, g. 292 (Thysdrus, Casa delle Maschere: nella zona mediana si alternano pannelli e scomparti racchiusi entro cornici
modanate).
701 Nelle pubblicazioni appresso citate il materiale viene sempre indicato come stucco: dal momento però che non vengono
riportate analisi sulla composizione del materiale usato, non è da escludere che in alcuni casi si possa trattare – come nel
nostro caso – di materiali diversi dal gesso. Di un materiale a prevalente base di calce parlano C. Allag e N. Blanc a proposito
di un importante lotto di frammenti in stucco da Palmira: allag, Blanc, parlaSca 2010, 201.
702 L’ambiente corrisponde a quello indicato come P38 della Casa di Poseidon in BarBet 2005, 125, gg. 75-77; Önal 2012, 98
g. 83. L’ambiente, scavato nella roccia, presenta un mosaico con Satiro e Ninfa (Satyros Antiope). Nella pubblicazione del
2005 si sottolinea che mancano elementi per la datazione, ma una cronologia anteriore alla metà del III secolo è generalmente
accolta per le decorazioni di questo sito.
703 In BarBet 2005, 71-73, gg. 36-37, l’ambiente è indicato come ambiente P27; Önal 2012, 134, g. 140.
704 aBadie-reynal 2012, 201-207. Una datazione al III sec. è proposta in BarBet et alii 2012, 73.
705 BarBet 2005, 120, gg. 71-74.
706 Si tratta della decorazione presente in uno degli ambienti termali della Casa 1: ziMMerMann 2010a, 116, tav. 392, g. 8,
ambiente SR 3. Si veda anche l’ambiente 25 della Casa 5 della stessa insula: Strocka 1977, 118-119, gg. 270-274.
707 Casa 2, ambiente SR 17: ziMMerMann 2010a, tav. 395, g. 2.
708 geraSiMoVSka 2009 a, g. 33: ‘later wall decoration’.
709 geraSiMoVSka 2009 b, 401-402, g. 9: la decorazione è costituita da “pilasters and pilaster-capitals, with friezes of meanders
and astragal over them. The arches and wreaths were decorated with acanthus leaves and bunch of grapes, doves, deers etc.
The pilasters were embossed or wrapped up in leaves. The stucco-decoration was coloured in ochre, blue, violet, pink, green,
white and brown colour”.
Irene Bragantini
270
Più vicino all’esempio ierapolitano sia per la cronologia che per il ruolo svolto dalla deco-
razione a rilievo in unione con il colore appare un ambiente absidato di Sardis, dove pilastri in
stucco scandiscono la decorazione dipinta dell’abside nella fase di V sec.710.
Abbandonando l’area microasiatica, particolarmente signicativo si presenta il caso della
residenza tardobizantina a Salamina di Cipro nota come Huilerie, nella quale è stata rinvenuta
una sala absidata con ricco rivestimento parietale a rilievo di stucco, che disegna un complesso
schema architettonico711. L’esame approfondito di questa decorazione ha dimostrato il diverso
metodo della posa in opera delle parti di cui essa si compone: sul fondo picchiettato della pa-
rete, dalla quale fuoriuscivano ‘caviglie’ in legno di ginepro, alcuni elementi erano colati entro
‘casseforme’, pure in legno. A questa serie appartengono i pilastri che scandiscono la parete,
ornati da larghe scanalature poco rilevate712, molto simili a quelle presenti sulle facce nord e
sud dei pilastri della sala 44, che potrebbero dunque essere state realizzate con la stessa tecnica.
Altri elementi, preformati, erano invece inseriti in parete dopo quelli realizzati in situ. Anche a
Salamina inoltre alcuni tra i pilastri angolari che scandiscono la parete sono sopraelevati di 60
cm rispetto al piano di calpestio, come sulla parete nord della sala 44713.
Una diversa funzione dello stucco è testimoniata nel complesso e ‘polimaterico’ rivestimento
parietale rinvenuto negli ambienti A e A’ della Maison aux consoles di Apamea di Siria e attri-
buito alla ricostruzione successiva ai terremoti del 526 e 528714. Lo scavo dei due ambienti – una
sala di ricevimento (A’) collocata nell’asse centrale di uno dei lati corti del peristilio, preceduta
da una ampia sala (A) con funzioni di accesso e di passaggio ad altri ambienti ha restituito
anche frammenti di gure animali ‘ritagliate’, piuttosto che modellate, nello stucco. Esse erano
probabilmente destinate a completare un tralcio animato (‘peopled scroll’) realizzato in opus
sectile715. Come sottolinea l’editrice, lo stucco ha qui la funzione di ‘sostituto’ del marmo, del
quale si cerca di riprendere tecnica e aspetto, diversamente da quanto accade nella ricca e com-
plessa decorazione abilmente modellata nel ‘lucente’ stucco bianco rinvenuta nella sala 44 e nel
cortile 39716.
Questi esempi dimostrano il ruolo importante che la decorazione ‘plastica’ a rilievo gioca in
età bizantina in queste aree dell’impero: si tratta infatti sempre di ambienti che per planimetria
e decorazione si collocano ai livelli più alti dei contesti nei quali sono inseriti, permettendoci
quindi di valutare anche per questa via l’impegno decorativo profuso in questa casa.
710 Si tratta dell’ambiente O del complesso nel settore MMS/S: greenewalt, rautMan 2000, 651; rautMan 2008, 156-157,
g. 8; rouSSeau 2014, 195-197. Il complesso (cfr. anche supra, 247-258, sala 11) può essere addotto a confronto per la
Casa dell’iscrizione dipinta anche per la presenza, nella stanza di accesso dalla strada, di una vasca (fontana?) angolare:
greenewalt, rautMan 2000, 646-647, gg. 2-3; rautMan 2011, 19-20, g. 12.
711 argoud, callot, helly 1980, 6-7; 27-28; callot 1980. C’è da chiedersi se, anche a Salamina, l’intervallo di due metri tra
un pilastro e l’altro non fosse riempito (come nello spazio di uguale dimensione occupato a Hierapolis da due pannelli tra due
lesene) da pannelli o lesene che – privi di decorazione – potrebbero non essere stati riconosciuti nel corso dello studio: callot
1980, 344, afferma infatti che manca qualunque elemento per ricostruirne la decorazione.
712 callot 1980, g. 24a. A Salamina i pilastri sorreggevano capitelli corinzi, pure in stucco. Per gli elementi di capitelli in
stucco rinvenuti nel corso del saggi del 2012 nell’esedra 41, cfr. infra, 307-309.
713 callot 1980, 344, nota 19, ipotizza che ciò possa essere dovuto all’esistenza in questo punto di qualche apprestamento del
quale non si sia conservata traccia. rouX 1993, 197-198 (con datazione al 460-490).
714 Balty 2004. La sala A si apre con tre porte - la centrale più ampia - sul peristilio. Un arco a tutto sesto dipinto a fondo bianco,
con busti maschili coronati e racchiusi entro medaglioni, divide la sala A da quella A’, il cui pavimento si trova a una quota
di poco superiore a quella di A.
715 Cfr. in particolare Balty 2004, 166, 172 e gg. 14-20: la supercie degli elementi è priva di qualunque accenno di plasticità,
mentre linee incise nello stucco suggeriscono l’effetto di un rilievo in marmo.
716 Cfr. supra, 261-266.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 271
I rivestimenti parietali nelle abitazioni dell’insula
I contesti dipinti delle case dell’insula 104 presentati nelle pagine precedenti costituiscono
per motivi diversi testimonianze di fondamentale importanza per la ricostruzione dell’ideologia
domestica tardoantica.
Il primo motivo di interesse è costituito dal fatto che essi sono venuti alla luce nel corso di
scavi stratigraci accuratamente condotti, e che questi scavi hanno interessato l’insieme delle
singole unità abitative. Le stratigrae hanno restituito buone quantità di materiali, che offrono
capisaldi cronologici indispensabili per epoche per le quali non disponiamo ancora di un am-
pio spettro di dati afdabili, consentendo di collocare le pitture delle case dell’insula 104 in
un orizzonte cronologico di prima età bizantina (ne V-inizi VI sec. d.C.)717. Lo studio delle
pitture di Hierapolis contribuisce dunque a fare chiarezza nel contrastato panorama della pit-
tura parietale di età medio e tardoimperiale, offrendo un contributo particolarmente utile per le
province orientali dell’impero: infatti, a causa della frequente assenza di dati di contesto, queste
testimonianze sono spesso di difcile datazione, e no ad epoca assai recente il tentativo di rico-
struire un quadro di insieme cozzava contro notizie insufcienti o addirittura in contraddizione
tra loro718.
Altrettanto importante è il fatto che le pitture qui esaminate siano state rinvenute in situ, cir-
costanza che consente di valutarle nel loro contenitore architettonico, sia a livello di singola uni-
tà abitativa, che a livello della più ampia unità costituita dall’insula. Inoltre, l’analisi globale del
contesto, tesa a ricostruire il modo in cui le singole modiche planimetriche danno luogo a nuovi
percorsi all’interno della casa, e l’osservazione di come la decorazione si inserisca all’interno di
questi processi, consentono di avanzare ipotesi archeologicamente costruite sulla funzione delle
diverse aree della casa e sul ruolo che in esse gioca la decorazione immobile, parietale e pavi-
mentale, evitando il rischio di circolarità che viene talvolta imputato a queste ricostruzioni719.
Nella vivace discussione sulla funzione della casa nella società tardoantica, nella quale un
ruolo importante giocano strutture messe in luce nel corso di vecchi scavi, dai quali non è sempre
possibile ricavare dati utili a una ricostruzione diacronica della vita delle strutture stesse, i con-
testi scavati con procedure stratigrache afdabili esprimono un forte potenziale di conoscenza:
documentando variazioni di percorsi planimetrici e decorazioni, essi restituiscono infatti una
visione dinamica della vita della casa, che non viene ridotta e appiattita sulle fasi più ‘appari-
scenti’, come invece sovente avviene per gli scavi di più vecchia data720.
I rinvenimenti dell’insula 104 consentono dunque di ricostruire il modo in cui - in età medio-
e tardoimperiale - architettura e decorazione interagiscono per disegnare lo spazio sociale della
casa721. Se alcuni autori722 ritengono che in quest’epoca le accentuate differenziazioni sociali,
717 Cfr. zaccaria ruggiu 2012; zaccaria ruggiu 2014, 215-216.
718 La situazione, particolarmente sfavorevole per le decorazioni di quest’epoca provenienti dalle province orientali, sta mutando
rapidamente, proprio per queste aree e queste cronologie, grazie al contributo di nuovi studi e ricerche, fra i quali si segnalano
quelli pubblicati in ziMMerMann 2014.
719 BoweS 2010, 61. L’A. propone una visione (iper?)critica del più diffuso modello interpretativo della casa romana di alto
livello di età tardoantica, fortemente orientato in senso sociale: in particolare, riuta la lettura di quanti attribuiscono
all’‘osservatore virtuale’ della società romana una rafnata consapevolezza gurativa, in grado di riconoscere il valore dei
segni simbolici (in primis l’assialità e la frontalità) nati nel linguaggio dell’arte ‘ufciale’, nel quale essi erano destinati a
rendere immediatamente riconoscibile la gura dell’imperatore anche nei contesti gurativi affollati di personaggi, come le
colonne coclidi.
720 Bowden 2011, 277-278.
721 uytterhoeVen 2014a, in particolare 429-431. Il ruolo degli apparati decorativi – mobili e immobili –“dans la constitution du
statut social de la maison” nelle fonti giuridiche è messo in rilievo da duBouloz 2011, 83-87.
722 Cfr. ad esempio polci 2003, 83; Bowden 2011, 277, 281; uytterhoeVen 2011, 310-312. Testimonianze letterarie e
testimonianze archeologiche dello svolgimento di questi rituali sociali in epoca tardoantica, con particolare riferimento – a
causa della natura delle fonti a disposizione – a committenze di altissimo livello, sono esaminate da Ė. Morvillez (MorVillez
Irene Bragantini
272
unite alla crescente importanza della relazione tra patroni e clientes, abbiano afdato alla casa e
alla sua strutturazione planimetrica e decorativa un ruolo addirittura maggiore rispetto a quanto
avveniva nei secoli precedenti, dobbiamo ricordare che queste necessità sociali hanno dato for-
ma alla casa romana di alto livello sin dall’età tardorepubblicana: sin da quell’epoca infatti pos-
siamo seguire come i pittori traducano gurativamente in schemi, ornati e colori le esigenze so-
ciali dei committenti, articolando e combinando gli elementi del loro repertorio con gli stereotipi
presenti nell’immaginario sociale. Questi contesti ierapolitani ci consentono di osservare come
l’operato dei pittori qui attivi si inserisca entro la cornice di una tradizione secolare, che afda
alla casa romana appartenente a personaggi eminenti della comunità civica (quali, per diversi
motivi, dobbiamo ritenere coloro che abitano queste insulae centrali) il compito di contribuire a
denire l’immagine sociale del proprietario.
Con la stessa forza dei secoli precedenti, la decorazione della casa rappresenta un aspet-
to importante di un codice culturale condiviso, nel quale status e funzione degli ambienti e
le attività sociali ai quali essi sono destinati contribuiscono a ‘dare forma’ alla decorazione.
Questi aspetti risultano con ancor maggiore chiarezza quando come nei casi qui esaminati
l’articolazione della decorazione parietale si basa su schemi di natura architettonica e privi di
gurazioni, ma non per questo privi di valori semantici, ben ricostruibili in un tentativo di rico-
struzione globale del sistema decorativo della casa: è infatti il linguaggio dell’architettura che
queste decorazioni esprimono, un linguaggio comune a tante altre residenze di epoca medio e
tardoimperiale723.
Anche per questa via rileviamo quindi importanti fenomeni di continuità: gli schemi di natura
architettonica hanno infatti sempre rivestito un ruolo importante nello strutturare la decorazio-
ne della casa della società romana, in particolare in quelle epoche in cui, per motivi diversi, la
decorazione gurata ha giocato un ruolo ‘secondario’. Come la ricostruzione di Schneider ha
ben dimostrato724, nel nuovo sistema decorativo delle residenze di media e tarda età imperiale, il
referente architettonico continua dunque a giocare un ruolo assai signicativo per disegnare gli
spazi dell’abitare e del ricevere. In questo sistema, l’imitazione dipinta dei rivestimenti parietali
in marmo o in altri materiali - che riveste un ruolo così importante nelle pitture dell’insula 104 -
non va considerata, sempre e comunque, come sostituto ‘a basso costo’ di materiali pregiati che
per motivi economici o sociali non si fosse in grado di esibire725.
2007). Una costituzione di Valentiniano I del 364 (citata in cracco ruggini 1989, 253, nota 140), diretta al governatore della
Lucania e dei Bruzii, “ammonito dal tenere i processi secessu domus”, ci informa sulla tendenza di alcuni personaggi ad
adibire residenze private a funzioni pubbliche, una tendenza che nella società romana ha illustri precedenti, come risulta dalla
lettura del noto passo di Vitruvio VI 5, 1-2 (coarelli 1989). Per la situazione a Sardis in epoca tardoantica, cfr. rautMan
2008; rautMan 2011, 17-20, che cita anch’egli la condizione testimoniata dal passo vitruviano. Di una ‘trasformazione di
vasta portata nelle esigenze delle classi benestanti le quali…non sembrano più interessate all’esibizione di ricchezza…e
adottano nella sfera privata uno stile apparentemente più dimesso’ parla invece Bonini (Bonini 2006, 199), che indica nel
VI sec. l’epoca in cui “sembra venire progressivamente meno il valore rappresentativo attribuito alla dimora signorile”.
723 Tra le pubblicazioni recenti cfr. ad es. Mitchell 2011, 241-242, gg. 7,12; 7,20, tav. 10: le pareti del lungo vestibolo
(ambiente 18) della domus che precede il palazzo con triconco di Butrinto, nella fase costruttiva datata al III sec., presentano
uno schema con colonne illusionistiche di colore rosso (a imitazione del pordo?) poggianti su uno stilobate a semplici
pannelli policromi a imitazione del marmo. Come precisato dagli scavatori (Bowden et alii 2011, 14-16), non essendosi
potuti raggiungere i livelli di fondazione, le cronologie proposte si basano sui rapporti stratigraci tra le strutture delle fasi
precedenti e successive, associate a depositi datati e su considerazioni di natura stilistica.
724 Schneider 1983, 53-55.
725 Di un “widespread taste for marble decoration” parla anche rautMan 2011, 19. Contra greenhalgh 2012, 67: l’A. ritiene
che le lastre di marmo potessero essere difcilmente riusate e ipotizza un ruolo ‘sostitutivo’ delle pitture a nto marmo,
interpretando in questo senso anche evidenze di buon livello (‘well-appointed’) come quella della Casa del cortile dorico,
anche per il ruolo crescente assunto dallo stucco, talvolta con componenti marmorei.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 273
Lo stato degli studi non ci consente ancora di esaminare in maniera più articolata e approfon-
dita come funzionino, nei diversi contesti e nelle diverse epoche, le decorazioni parietali a nto
marmo, frequentemente attestate in Asia Minore726: possiamo però già affermare che - combi-
nandosi con gli schemi di natura architettonica - l’imitazione marmorea o il ‘nto opus sectile’,
con riferimento al marmo e al valore simbolico dei materiali, costituiscono l’elemento in base
al quale si articola il sistema decorativo della casa, come avviene nelle case dell’insula 104727.
Tutto ciò avviene a partire da una fase cronologica e da contesti che è ancora difcile po-
ter individuare con una certa sicurezza, ma alcune notazioni si possono nondimeno proporre.
Intorno alla metà del I sec. d.C., i rivestimenti parietali delle residenze imperiali testimoniano di
una scelta decisa in favore di un lusso dei materiali che committenze di livelli sociali più bassi
non possono eguagliare, come ben dimostrano i ritrovamenti della domus del Gianicolo’ o le
decorazioni della Domus Aurea728. In quest’ultima residenza, gli spazi destinati all’imperatore -
collocati spesso al centro dei diversi tratti del complesso - hanno pareti rivestite in marmo o in
mosaico, limitando i rivestimenti dipinti alle sole volte, mentre le pareti dipinte caratterizzano
le aree di servizio o di collegamento. A partire da quest’epoca, si va quindi riducendo il ruolo
esclusivo che la pittura parietale gurata - e in essa in particolare l’elemento mitologico, potente
denitore di ruoli e ambientazioni - aveva giocato nelle case dei decenni immediatamente prece-
denti, mentre fanno la loro comparsa altri sistemi decorativi: tra questi, seguendo ove possibile
il modello delle committenze imperiali, un ruolo crescente avranno i rivestimenti parietali basati
sull’uso di materiali pregiati729. Nell’intento di riprendere un modello al quale per motivi eco-
nomici e sociali non potevano evidentemente avere accesso, contesti pompeiani di livello medio
o basso presentano ora pitture che imitano il materiale e il taglio delle lastre di un opus sectile
parietale730: per queste ben identicabili committenze della prima età imperiale possiamo quindi
effettivamente ipotizzare che la pittura a nto marmo giochi un ruolo di ‘sostituto’ di rivestimen-
ti parietali pregiati.
In età medio e tardoimperiale la situazione sembra invece mutata, come ben dimostra un
esempio tra tutti, la villa di Piazza Armerina731. Nel percorso ormai secolare di questi schemi
decorativi, notiamo come essi mantengano l’allusione alla preziosità del materiale, integrata
ora in un nuovo sistema decorativo, un sistema ‘astratto’, che trova (ancora una volta!) nel
referente architettonico gli elementi che compongono il discorso gurativo, e la citazione del
linguaggio dell’architettura monumentale, che rappresenta il mondo della civiltà urbana (in que-
ste società, il mondo della civiltà tout court) riprende il suo ruolo nell’articolazione del sistema
decorativo della casa. Il rivestimento marmoreo, in marmo o in pittura, diventa quindi parte
integrante del mutato discorso gurativo svolto nella casa e contribuisce a segnalare l’uso degli
726 Ai confronti discussi nelle pagine precedenti si deve aggiungere la vasta casistica di questo tipo di decorazioni presentata in
ziMMerMann 2014. Cfr. inoltre le pitture a nto marmo da Aphrodisias citate in Berenfeld 2009, 222, nota 77.
727 Sulla documentazione relativa all’Italia nella media età imperiale, cfr. carriVe 2014 (“aucune peinture domestique à haute
imitation de marbre n’étant documentée, dans l’état actuel de nos connaissances, dans le courant du IIe s., on peut placer
ce décor dans les premières décennies du IIIe s. A partir du début du IIIe s., les hauts revêtements de marbre commencent
timidement à céder la place à des imitations, peu documentées jusqu’à cette date dans les décors domestiques de la capitale”).
Per la documentazione della Cisalpina tra III e IV sec. cfr. inoltre SalVadori 2012, 268-270. Mols e Moormann datano ad
età tetrarchica i primi esempi di imitazione di opus sectile a grandi lastre di area urbana, con esempi anche nel V sec.: MolS,
MoorMann 2010, 472.
728 filippi 2005; MeyBooM, MoorMann 2013.
729 Cfr. il noto esempio ercolanese della Casa del Rilievo di Telefo: guidoBaldi 2006, 232-256.
730 Un buon esempio di questi livelli qualitativi è offerto dall’ambiente 11 dalla Casa I 9, 12 a Pompei: cfr. PPM II, 164-171 (I.
Bragantini). Uno zoccolo che imita accuratamente un rivestimento in opus sectile è però presente anche nel tablino della Casa
della Caccia antica, una casa di alto livello decorata nell’ultimo decennio di vita della città: alliSon, Sear 2002; altri esempi
contemporanei in Van de liefVoort 2012, gg. 10b-12. Cfr. inoltre Blanc, eriStoV 2012, 98-99.
731 Cfr. i contributi sulla villa riuniti in ziMMerMann 2014.
Irene Bragantini
274
spazi, riprendendo con intenzionale fedel-
l’aspetto dei marmi ‘imitati’732 e la loro
diversa disposizione in parete, con i marmi
bianchi dello zoccolo via via sostituiti da
marmi colorati nelle zone di maggior im-
patto visivo.
Di questa nuova situazione, ormai ge-
neralizzata, possediamo un numero vastis-
simo di testimonianze in tutto l’impero733,
per le quali non è però agevole proporre
cronologie sulla sola base stilistica, al di
fuori di contesti archeologici afdabili.
Marcate differenze di livello (economico o
sociale) delle committenze, o l’impossibili-
tà di situare nei percorsi interni alla casa le singole evidenze (impedendo di valutarne la funzione
in relazione ai contesti di provenienza), possono infatti
dare come risultato pitture di qualità molto diversa, ren-
dendo difcile anche per questi motivi una valutazione
stilistica.
Non è però solo la ripresa di uno schema architet-
tonico o di un sistema decorativo a nto marmo quello
che queste decorazioni propongono. Come risulta evi-
dente soprattutto dall’esempio di Sardis734, in quest’e-
poca le pitture di più alto livello decorativo sono carat-
terizzate da un ‘gioco di scambi’ che trae ispirazione
da una molteplicità di tecniche e materiali diversi, con
la volontà di proporre l’aspetto di diversi tipi di rive-
stimenti parietali, grazie a un sapiente uso delle possi-
bilità offerte dalla pittura e dal colore. Gli esempi più
antichi di questi sistemi decorativi tardoimperiali si ri-
scontrano a Efeso già dal secondo quarto del III sec.735.
A ben guardare, è però anche questa una caratteristica
di lunghissima data della decorazione dipinta736, e sarà
forse più utile considerarla come uno tra i mezzi che la
pittura, con più facilità di altre tecniche artistiche, può
mettere in campo, e che la rendono quanto mai adatta a
disegnare gli spazi abitativi della cultura antica.
I committenti delle case dell’insula 104 e i pitto-
ri che per loro lavorano partecipano di una ideologia
732 Sull’imitazione dei marmi nella pittura di età tardorepubblicana, con particolare interesse per le pratiche artigianali, cfr.
Mulliez 2014.
733 Cfr. supra, note 726-727. Tra le pitture pubblicate, particolarmente utile si rivela il confronto con quelle da contesti abitativi
di Sardis presentati da rautMan 2008, 154-158, tavv.18-19 e rouSSeau 2014, 195-197, per le quali viene proposta una
datazione al V-inizi del VI sec.
734 Cfr. supra, nota 710, e rautMan 2008.
735 Cfr. ziMMerMann 2010a, 455 e nota 62, tav. 397, 36.
736 Come è ben noto, il ‘gioco illusionistico’ di scambi e trasposizioni tra tecniche e materiali diversi caratterizza già la cultura
artistica di età ellenistica, come dimostra l’esempio ‘principe’ della tomba di Lefkadia: petSaS 1966.
Fig. 278 Casa dell’iscrizione dipinta, sala 44, parete sud,
tratto est: angolo tra parete e pilastro.
Fig. 279 Casa dell’iscrizione dipinta, sala 44,
parete sud, tratto est: lesena su base
a molteplici modanature.
Apparati decorativi ad affresco e stucco 275
domestica che consente loro di dar vita a un pro-
gramma decorativo coerente, basato su uno stesso
schema: un colonnato sullo sfondo di una parete
rivestita da lastre di marmi policromi. Da segna-
lare non è solo il fatto che nelle tre case viene
adottato lo stesso schema, peraltro molto comune
in quest’epoca737. Uguale è anche l’esecuzione
di singoli particolari decorativi: si confronti ad
esempio la resa degli elementi architettonici (plin-
ti e basi delle colonne) mediante spesse linee nere
(gg. 278-279) o quella delle venature del marmo
mediante fasce trasversali grigio più chiaro e gri-
gio più scuro (gg. 280-281) o i collarini vegeta-
li che ornano le colonne stesse (gg. 266, 281).
Uguali sono anche i colori usati per denire i vari
particolari, che ad un’analisi macroscopica appa-
iono gli stessi nelle tre case738. Considerazioni sia
tecniche che stilistiche suggeriscono quindi che le
pitture siano contemporanee e opera degli stessi
gruppi di pittori739. Anche lo studio dei pavimenti
in opus sectile presenti nella Casa dei capitelli io-
nici e nella Casa dell’iscrizione dipinta dimostra
la ‘contiguità produttiva’ tra queste case740.
Tra i molti motivi di interesse di questi contesti
dipinti possiamo dunque annoverare anche il fatto
che essi contribuiscano alla discussione relativa
all’organizzazione del lavoro dei pittori, gettando
luce su un periodo per il quale le testimonianze
sono particolarmente scarse.
Anche se per tre sole case, è questo infatti
uno dei non molti casi in cui possiamo conoscere
come uno stesso gruppo di artigiani distribuisca
e diversichi schemi, colori e materiali per ade-
guarli alle commissioni ricevute, permettendoci
di riconoscere la complessa funzione di denizio-
ne degli spazi che la decorazione immobile conti-
nua ad assolvere nella cultura abitativa della società romana. Il recente riesame dei rivestimenti
parietali dell’insula 2 di Efeso costituisce a questo riguardo un esempio particolarmente felice741.
Lo studio ha messo in rilievo come in età medioimperiale funzioni questo sistema decorativo,
737 Volendo fare un paragone con le situazioni note da epoche precedenti, dovremmo segnalare il fatto che le tre case contigue
adottino pitture sostanzialmente identiche, invece di variare schemi e motivi, come è consueto nei secoli precedenti, quando
committenti e pittori sembrano rifuggire dal proporre decorazioni ‘uguali’: cfr. Bragantini 2004, 134, nota 18.
738 Analisi chimiche sui colori sono state condotte solo per la Casa dell’iscrizione dipinta (cfr. 273.274).
739 zaccaria ruggiu 2012, 429, ipotizza la presenza a Hierapolis di ateliers di pittori ‘specializzati in pitture che imitano
strutture architettoniche e marmi colorati’. L’ipotesi di una bottega di pittori itineranti, operanti tra la Tarraconese e la Gallia,
è proposta in BarBet 2007 (con la bibliograa precedente); per brevi considerazioni su ofcine locali di pittori in Britannia
v. henig 2012, 118-119.
740 Cfr. cottica 2004, che sottolinea anche la generale, alta qualità dei pavimenti in opus sectile dell’insula.
741 ziMMerMann 2002, 2005 e 2010a.
Fig. 280 Casa del cortile dorico, sala 11, parete nord,
tratto est: fasce trasversali in diversi toni di
grigio rendono le venature del marmo.
Fig. 281 Casa del cortile dorico, sala 11, angolo
nord-est: plinto e base della colonna resi
con spesse linee nere.
Irene Bragantini
276
nel quale giocano un ruolo fondamentale i rimandi interni alle singole unità abitative: nello
spazio della singola casa è infatti più agevole per artigiani e committenti proporre (e, per noi,
riconoscere?) ‘gerarchie’ e ‘scale di valori’ tra i diversi ambienti o le diverse aree, in un percorso
ottico costruito diversicando le tecniche e i materiali della decorazione immobile. Esaminando
la distribuzione dei sistemi decorativi adottati in una stessa fase nelle case dell’insula742, è pos-
sibile vericare come l’analisi globale di un sistema decorativo consenta di ricostruirne il fun-
zionamento, chiarendo le ragioni dell’uso differenziato degli schemi e degli ornati eseguiti da
uno stesso gruppo di pittori, ragioni che possono più facilmente sfuggire ad un’analisi puramente
formale. Pitture che a causa della loro diversità sembrerebbero assai distanti cronologicamente,
si rivelano invece contemporanee e attribuibili a una stessa ofcina, e le diverse realizzazioni
trovano ragione nella diversa destinazione degli ambienti, e in questo sistema si inserisce la pre-
senza di ambienti rivestiti da lastre di marmo o a ‘nto marmo’.
Ma un’altra considerazione è possibile a partire da questi contesti: essi spingono infatti a
riettere su come nel corso dei secoli deve essere venuto mutando lo statuto della pittura pa-
rietale, con particolare riguardo a quella di ambito domestico. La ‘lunga durata’ degli schemi
decorativi e in particolare di quelli di natura architettonica, un fenomeno sconosciuto ai secoli
precedenti, che ne avevano invece conosciuto un incessante mutare, e il ruolo assai diverso che
in questo mutato panorama avrà assunto la pittura gurata - che appare ora soprattutto destinata
a specici programmi di maggiore impegno decorativo, come quelli legati alla tematizzazione
dell’ospitalità del dominus e del lusso che egli è in grado di offrire ai suoi ospiti743 - avranno
infatti contribuito ad approfondire quel solco tra artisti e artigiani testimoniato dal noto passo
dell’Editto di Diocleziano che ssa diversi compensi per le giornate di lavoro dei pittori, parie-
tarii e imaginarii 744.
Un aspetto importante della riguadagnata importanza dell’elemento architettonico nel siste-
ma decorativo della casa può essere riconosciuto anche nel ruolo crescente giocato dalla deco-
razione a rilievo di stucco, che, riservata nei secoli precedenti soprattutto alle parti più alte delle
pareti, ‘scende’ ora andando ad occupare un posto importante nella scansione della zona media-
na. Quanto attestato negli ambienti più importanti della Casa dell’iscrizione dipinta è preceduto
da altri esempi, in particolare di area microasiatica, che si collocano a partire dal III sec.745.
All’accresciuta importanza degli elementi a rilievo, ben testimoniata dalla casa sopra citata, si
accompagna una notevole padronanza tecnica, che consente di realizzare i motivi architetto-
nici o vegetali a rilievo a partire non dal gesso, ma dalla calcite, o da una miscela di calcite e
aragonite746.
Come in tutte le analisi di questo tipo, è anche necessario cercare di ricostruire, sulla base
della documentazione archeologica raccolta, livelli ‘afdabili’ di qualità, grazie ai quali sia pos-
sibile far parlare le decorazioni in una ricostruzione che si sforzi di superare il livello meramente
descrittivo. Anche per questo aspetto le pitture dell’insula 104 rivestono un ruolo importante: il
fortunato rinvenimento di un contesto così signicativo come quello venuto in luce nella Casa
dell’iscrizione dipinta ci assicura infatti che siamo di fronte a esempi di alto livello qualitati-
vo, una considerazione suggerita anche dall’ubicazione delle case in uno dei quartieri centrali
della città747.
742 ziMMerMann 2002, g. 46.
743 Cfr. dunBaBin 2003.
744