L'alimentazione supplementare è uno strumento diffuso per la gestione delle popolazioni di uccelli necrofagi, sia obbligati (avvoltoi) che facoltativi (e.g. nibbi). Nonostante i vantaggi, ad esempio nelle prime fasi di una reintroduzione, la letteratura evidenzia alcune criticità di questa prassi, suggerendo di modulare l'apporto di cibo (quantità, frequenza) in relazione a fattori ambientali, alla fenologia e in stretta relazione alla specie target (specialmente quando esistano comunità di necrofagi composte da diverse specie). Il monitoraggio dell'uso dei punti di alimentazione artificiale è pertanto propedeutico alla valutazione della loro efficacia e del loro utilizzo da parte delle specie target sia in termini generali che in riferimento alle differenze individuali o tra le diverse coorti (sesso, età), rispetto al ciclo biologico e in relazione al successo riproduttivo. Nella Riserva Naturale Orientata Monte Velino, sin dalle prime fasi della reintroduzione del grifone (Gyps fulvus Hablizl, 1783), è stato allestito un punto di alimentazione supplementare (o carnaio) per favorire l'insediamento e minimizzare la dispersione degli avvoltoi rilasciati dal 1994 al 2002 (93 individui donati dal Governo Spagnolo, in media 10 avvoltoi liberati ogni anno). L'obiettivo di questo monitoraggio, di cui vengono esposti alcuni risultati preliminari e che è parte di una ricerca più ampia, è quello di valutare, anche in combinazione con altri metodi di studio, la dinamica di utilizzo del carnaio da parte dei grifoni e le differenze nell'utilizzo su base individuale, stagionale e rispetto al ciclo biologico. Lo scopo ultimo del monitoraggio è quindi quello di definire il pattern ottimale di somministrazione dell'alimentazione suppletiva per massimizzare i vantaggi di questa pratica gestionale e renderla nel complesso più efficiente e mirata, valutando altresì da una prospettiva gestionale ed etica l'opportunità e l'utilità dell'alimentazione artificiale. Il grifone (Gyps fulvus) nell'Appennino: differenze individuali nell'utilizzo del punto di alimentazione supplementare RISULTATI In 33 mesi il punto di alimentazione è stato allestito 274 volte, 8,3/mese (5-11; DS ±1,29), con un apporto ponderale medio pari a 2,26 q.li/mese (13,5-34,8; DS ±0,62). L'86% dei carnai allestiti (N=237) è stato monitorato con una fototrappola idonea alla lettura degli anelli e l'89% dei carnai monitorati (N=212) è stato frequentato dai grifoni. Dei 109 avvoltoi inanellati nel periodo di studio 9 (8.25%) sono stati avvistati in altre aree (Francia, Spagna e Calabria). Al carnaio sono stati avvistati 99 dei 109 grifoni inanellati, e in 204 carnai (96%) sui 212 monitorati e frequentati dai grifoni, sono stati identificati 130 grifoni con anelli colorati, compresi individui provenienti dall'estero (Spagna, Francia, Croazia, Portogallo), dalla Calabria e dal Friuli. In media sono stati identificati 9,2 grifoni marcati per ogni carnaio allestito (0-29; DS ± 6,7). La frequenza di osservazione media (±ds) dei grifoni marcati, evidenzia un uso relativamente limitato del carnaio da parte della maggior parte degli individui: Fo corr = 18% (±21); Fo= 15 (±13) (figura 1-A, B). Inoltre, la relazione tra numero di carnai potenzialmente disponibili e frequenza di osservazione del punto di alimentazione su base individuale (Fo corr e Fo) suggerisce come per un numero di carnai disponibile simile, la frequenza di osservazione sia decisamente variabile tra gli individui (figura 2-A,B). Tale relazione è graficamente evidente indipendentemente dalla quantità di carnai disponibile considerata. CONCLUSIONI Sebbene l'analisi delle differenze individuali nell'utilizzo del carnaio sia ancora in una fase preliminare, sono evidenti forti disparità di utilizzo del punto di alimentazione da parte dei diversi grifoni. Queste differenze, oltre a riferirsi potenzialmente a strategie di alimentazione individuali differenti, indipendenti da altri fattori (cosa singolare per una specie fortemente gregaria) potrebbero dipendere da altre cause come: • lo status riproduttivo, • l'età e la suscettibilità alla dispersione, • il luogo d'origine degli individui, • il sesso, • la stagione e l'anno, • la distanza tra il carnaio e il sito riproduttivo o il roost abituale, • lo stato nutrizionale degli individui e la quantità di cibo fornito. Tali elementi verranno considerati successivamente, includendo nel campione anche gli ulteriori rilievi in corso. MATERIALI E METODI Il punto di alimentazione supplementare, ubicato nella RNO Monte Velino in Comune di Magliano de'Marsi (AQ), viene monitorato con una fototrappola dal 2010. Tuttavia, poiché solo dal 2014 è stato possibile avviare un ampio progetto di marcatura dei grifoni con anelli colorati (oltre 120 individui inanellati dal 2014 al 2016 a cui si sommano individui stranieri già dotati di analoghe marcature), i risultati presentati si riferiscono all'osservazione e riconoscimento dei grifoni al carnaio da agosto 2014 ad aprile 2017. Per ogni allestimento del punto di alimentazione sono state analizzate le immagini scattate (anche >100/allestimento) dalla fototrappola e sono state identificate le sigle degli anelli colorati, registrando in un data base la presenza dei singoli individui. In questo modo è stata calcolata la frequenza di osservazione (Fo) al carnaio di ogni grifone marcato. Poiché i grifoni sono stati inanellati nel corso di tre anni, la frequenza di osservazione è stata poi corretta per ogni avvoltoio sulla base della data di inanellamento (Fo corr) e riportata in percentuale come Fo/numero carnai potenzialmente frequentabili (i.e. allestiti successivamente all'inanellamento di un determinato individuo). Figura 1A Figura 1B Figura 2B Figura 2A BIBLIOGRAFIA-Michael O. C., 2016-Vultures, their Evolution, Ecology and Conservation;-Puddu G. et al., 2016-I carnai per la conservazione dei rapaci, Gazzetta ambiente.