9. Comunità artigianali, riutilizzo di edifici dismessi ed entrepreneurial discovery. Alcuni casi emersi dalla realtà napoletana "di M. Patrizia Vittoria" 9.1 Introduzione Sulle capacità di aggregazione degli imprenditori-artigiani della regione, si è diffusamente parlato, nel corso di questo volume (Storlazzi, Napolitano 2019; Acconcia et al, 2019; Napolitano, D'Avino, 2019), anche evidenziando
... [Show full abstract] la necessità, non solo nell'interesse della singola impresa quanto del suo contesto territoriale, di proteggere e consolidare le aggregazioni stesse. A ben vedere, quindi, il dibattito sulle possibilità evolutive del settore locale conduce verso la necessità di consolidare le capacità di "fare rete", ovvero, di saper individuare partner con cui cooperare per avviare attività innovative. In altre parole, il "fare comunità", ovvero, il semplice aggregarsi, in maniera informale per condividere spazi, usi e consuetudini del posto, dovrebbe essere spinto verso il "fare rete", ovvero, collaborare per attivare processi innovativi e per far sì che l'artigianato assolva deliberatamente alla funzione di risorsa strategica per lo sviluppo locale. E', invero, proprio sulle specificità dei comportamenti relazionali e sui possibili risultati che le diverse modalità di interazione sociale possano produrre a vantaggio dei singoli attori, dei gruppi/network, o di comunità più ampie, che il presente contributo vorrebbe soffermare l'attenzione. In particolare, il lavoro propone alcune testimonianze, tratte dalla realtà napoletana, in forza delle quali raccogliere qualche elemento utile alla discussione. Le testimonianze riguardano il caso di alcuni gruppi civici nati dalla spinta per il recupero di alcuni spazi 'eccedenti' del centro storico napoletano, per lo più antichi conventi oggi privi della loro funzione originaria. Nei gruppi promotori delle iniziative si è stabilito un forte senso di condivisione, sancito, in alcuni casi, dall'ideale politico ed anche dal valore