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Abstract

Pubblicazione finale del progetto G.ECO.Valdaso. L’Accordo Agroambientale d’Area e la misura 16.2 del PSR Regione Marche; Metodi di gestione delle erbe infestanti: gestione sostenibile del sottofilare; Tecniche disponibili; Il progetto pilota: tecniche di gestione sostenibile del sottofila: Aspetti fisiologici, Aspetti produttivi e qualitativi, Aspetti legati alla fertilità del suolo, Aspetti eco sistemici: la biodiversità, La conservazione e il sequestro del carbonio nell’agroecosistema, Aspetti economici; Linee operative per gli agricoltori; Controllo di avversità fitosanitarie emergenti; Azioni divulgative. - [Final report of the project "Eco-compatible management of the Valdaso agriculture", in the framework of RDP M. 16.2 “Pilot projects for the development of new products, practices, processes and technologies” related to the Valdaso Agri-Environmental Agreement. Pilot project on orchard floor management practices in the tree row; pest management; carbon balance]
Comune di Altidona
Gestione
ecocompatibile
dell'Agricoltura
della Valdaso
G.ECO.VALDASO
PSR Marche 2014-2020
M16.2.A - Sostegno a progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie - FA 2A
Accordo Agroambientale d’Area per la tutela delle acque media e bassa Valdaso
ID DOMANDA 21330
Pubblicazione a cura di
Francesca Massetani
Giorgio Murri
Davide Neri
Lista degli autori del materiale pubblicato:
Luca Amadio
Matteo Cattalani
Marida Corradetti
Federico De Angelis
Lucrezia D’Ortenzio
Nunzio Isidoro
Fabio Lancianese
Lucia Landi
Sarah Makau
Valeria Mancini
Md Jebu Mia
Elga Monaci
Sergio Murolo
Giorgio Murri
Davide Neri
Roberto Pennacchioni
Paola Riolo
Gianfranco Romanazzi
Sara Ruschioni
Veronica Sargenti
Università Politecnica delle Marche
Dipartimento di Scienze Agrarie,
Alimentari ed Ambientali D3A
Via Brecce Bianche, 10,
Monte Dago, 60131 Ancona
Tel. Prof. D. Neri 071.2204431
Tel. Nucleo Didattico 071.2204935
www.univpm.it
d.neri@staff.unvpm.it
Dip.d3a@univpm.it
Francesca Massetani
Jacopo Facchi
H.O.R.T. Soc. Coop.
Via Cardeto, 70
60121 Ancona
Tel. 071.9300228
www.hort.it - info@hort.it
Nicola Lucci Dottore Agronomo Facilitatore
dell’Accordo Agroambientale d’Area
Sandro Nardi
A.S.S.A.M. Agenzia Servizi Settore
Agroalimentare Marche
Partner del progetto
http://www.valdasoaccordoagroambientale.it
Soggetto promotore: Comune di Altidona
Largo Municipale 1, 63016 Altidona (FM) Tel. 0734.936353
www.altidona.net - lavoripubblici@altidona.net
Sindaco: Giuliana Porrà (dal 2018); Enrico Lanciotti (al 2018)
Università politecnica delle Marche (UNIVPM) Dipartimento di Scienze Agrarie,
Alimentari ed Ambientali D3A
Via Brecce Bianche, 10, Monte Dago, 60131 Ancona Tel. Prof. D. Neri 071.2204431 - Nucleo Didattico 071.2204935
www.univpm.it - d.neri@staff.univpm.it - dip.d3a@univpm.it
Responsabile Scientifico del Progetto: Prof. Nunzio Isidoro
H.O.R.T. Horticulture Oriented to Recreation and Technique Soc. Coop. (HORT)
Via Cardeto, 70, 60121 Ancona - Tel. 071.9300228
www.hort.it - info@hort.it
Az. Agr. Carboni Matteo
via Molino, 2 63851 Ortezzano (FM)
Az. Agr. Geminiani Pio
via Moglie, 16 - 63034 Montalto Marche (AP)
Az. Agr. Scendoni Giovanni
via Aso, 68 - 63851 Ortezzano (FM)
Az. Agr. Vagnoni Gianfranco
via Moglie, 19 63028 Montalto Marche (AP)
Comune di Altidona
Gestione ecocompatibile
dell'Agricoltura della Valdaso
G.ECO.VALDASO
PSR Marche 2014-2020
M16.2.A - Sostegno a progetti pilota e per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie - FA 2A
Accordo Agroambientale d’Area per la tutela delle acque media e bassa Valdaso
http://www.valdasoaccordoagroambientale.it
ID DOMANDA 2133
1
Le aziende agricole partner
Az. Agr. Vagnoni Gianfranco (Montalto delle Marche)
Azienda in parte collinare e in parte
pianeggiante con impianti realizzati a partire
dal 2000 di melo, pesco (pesche, nettarine,
platicarpe) e susino. Da anni viene praticato
l’inerbimento permanente. Per la gestione del
sottofila si ricorre all’impiego del trincino con
spazzola pettinatrice e in alcuni periodi si è
ricorso anche all’uso del diserbo chimico.
Az. Agr. Geminiani Pio (Montalto delle Marche)
Azienda in parte collinare e in parte
pianeggiante con impianti realizzati a partire
dal 2000 di melo e pesco (pesche, nettarine,
platicarpe) e susino. Da 20 anni l’azienda
pratica l’inerbimento permanente, con
l’impiego di una mini-fresa orizzontale per il
sotto-fila nei primi due anni d’impianto seguito
da pulizia primaverile con zappetta; in seguito
si ricorre alla trincia con spazzola pettinatrice.
Az. Agr. Scendoni Giovanni (Ortezzano)
Fruttiferi coltivati: pesco (pesca e nettarina),
susino, albicocco, melo. L’azienda pratica
l’inerbimento, ad eccezione dei primi due
anni in appezzamenti innestati su Ishtara
dove si interviene con la rippatura. Per la
gestione del sotto-fila si opera con una mini
fresa a primavera per interrare il concime e
un’applicazione di diserbo nel periodo estivo.
Az. Agr. Carboni Matteo (Ortezzano)
Fruttiferi coltivati: Pesco (pesca e nettarina),
Susino, Albicocco. La gestione sotto-fila
avviene con fresa orizzontale a metà marzo;
è stato utilizzato anche il disco, per interrare
sostanza organica. Il diserbo non viene
abitualmente utilizzato.
2
L’Accordo Agroambientale d’Area e la
misura 16.2 del PSR Regione Marche
Gli Accordi Agroambientali d’Area (AAA) sono volti a
garantire un approccio territoriale integrato per la
mitigazione di specifiche criticità ambientali, attraverso
il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati e gli
impegni sottoscritti su base volontaria dagli
imprenditori agricoli di un’area territoriale, a fronte di
misure di compensazioni finanziate dal Programma di
Sviluppo Rurale (PSR).
La Valdaso, area vocata delle Marche storicamente più
importante per le colture specializzate ortofrutticole, è
stata interessata dal precedente Accordo
Agroambientale d’Area per la tutela delle acque e dei
suoli da fitofarmaci e nitrati - Area Valdaso (PSR 2007-
2013), relativo alle colture frutticole, con l’adesione di
circa 100 aziende agricole che hanno adottato su base
volontaria un disciplinare di produzione integrata
avanzata molto restrittivo, basato sull’impiego diffuso
del metodo della confusione sessuale per il controllo
dei fitofagi. Questo approccio ha portato ad una forte
riduzione dell’impiego degli insetticidi e ha avuto
importanti ricadute sul territorio con effetti ambientali
e sulla salute degli operatori, suscitando interesse
anche a livello europeo. Il minore impiego di
fitofarmaci ha per contro favorito lo sviluppo di insetti
dannosi un tempo secondari con possibile riduzione di
produttività delle principali colture frutticole,
richiedendo l’individuazione di adeguate soluzioni.
Il nuovo AAA per la tutela delle acque media e bassa
Valdaso (PSR 2014-2020) di cui il Comune di Altidona
è promotore, coinvolge il territorio di 13 comuni per
3
una superficie di oltre 9000 ha, ca. 5000 ha dei quali
ricadono in Zona Vulnerabile da Nitrati (ZVN).
All’interno dell’AAA, la superficie coltivata supera i
1000 ha (103 aziende), di cui nel 2021 ca. 800 (77
aziende) sono soggetti agli impegni dell’accordo sulla
base delle linee di lotta integrata avanzata (Mis. 10) e
ca. 250 (262 aziende) secondo i disciplinari di
agricoltura biologica (Mis. 11). A livello produttivo ca.
316 ha sono interessati da frutteti, 326 da vigneti, 293
da seminativi, 87 da colture ortive, 41 da oliveti. Le
azioni collettive previste sono volte alla prevenzione e
riduzione dell'inquinamento delle acque e alla
protezione dell'ambiente e dell’ecosistema del tratto
medio e basso del fiume Aso, contrastando la
contaminazione del suolo e delle falde acquifere
dovuta ad agenti chimici.
4
Nel 2017, con la misura 16.2.A del PSR, attivata
nell’ambito dell’AAA a sostegno di progetti per lo
sviluppo di nuove pratiche, è stato finanziato il
progetto pilota G.ECO.VALDASO - Gestione
ecocompatibile dell'Agricoltura della Valdaso,
sviluppato per proporre innovazioni complementari
alle finalità dell’AAA in modo da rafforzarne l’efficacia
e rispondere a esigenze di innovazione nate dalla
realizzazione del precedente Accordo e dalle relative
problematiche evidenziate, alle istanze di maggiore
sensibilità per il rispetto ambientale e della salute della
cittadinanza, alle richieste di un minore impiego di
prodotti chimici. In particolare, esso è stato finalizzato
allo sviluppo e alla valutazione della sostenibilità
ambientale ed economica delle seguenti pratiche:
Applicazione di metodi di gestione delle erbe
infestanti alternativi all’impiego del diserbo chimico
e atti a migliorare l’efficienza d’uso dell’acqua;
Implementazione di tecniche a basso impatto
ambientale per il controllo di avversità fitosanitarie
emergenti nelle colture ortofrutticole;
Implementazione di sistemi di gestione colturale in
grado di migliorare la conservazione e il sequestro
del carbonio e il bilancio energetico
dell’agroecosistema.
5
Metodi di gestione delle erbe
infestanti: gestione sostenibile del
sottofilare
Francesca Massetani, Md Jebu Mia, Giorgio Murri, Davide Neri
Le istanze di un minore impiego di prodotti chimici,
manifestate negli anni dalla cittadinanza, associate
all’assenza dell’obbligo di inerbimento totale dei
frutteti nel nuovo AAA della media e bassa Valdaso,
hanno reso interessante e necessaria la ricerca di nuovi
approcci per la gestione del suolo, per l’applicazione
di metodi alternativi e più eco-compatibili rispetto al
diserbo chimico.
Le strategie di gestione del cotico erboso nelle colture
permanenti sono indispensabili per mantenere livelli
produttivi accettabili e contenere il consumo di
nutrienti e acqua per l’irrigazione, rispondendo anche
all’esigenza di adattare le coltivazioni ai cambiamenti
climatici (es. aumento delle temperature).
Le pratiche di gestione delle piante infestanti nei
frutteti della Valdaso vedono ormai diffusamente
applicato l’inerbimento permanente dell’interfilare,
gestito con sfalci periodici, così da offrire protezione
fisica al terreno e agevolare il transito dei mezzi.
Strategie diverse possono essere applicate per la
gestione del sotto-fila: la porzione di suolo interessata
dal filare delle piante da frutto e l’area
immediatamente adiacente. Infatti, le piante coltivate
(es. melo), per via di un apparato radicale poco denso,
possono risultare poco competitive nei confronti delle
piante erbacee presenti, rendendo necessario ridurre
la densità di quest’ultime.
6
Tecniche disponibili
I sistemi di gestione delle malerbe nel sottofila hanno
visto in passato un approccio antagonistico che
prevedeva la rimozione totale della copertura vegetale
al di sotto delle chiome arboree, ottenendo terreno
nudo per una striscia larga da 0,6 a 2 m, con risvolti
dannosi per il mantenimento della biodiversità
vegetale e microbica (che beneficia del microambiente
creato dalla presenza di vegetazione), ma anche di
qualità e integrità del suolo, per l’esposizione a
fenomeni erosivi e a lisciviazione.
Tecniche eradicanti
La rimozione della copertura vegetale può essere
ottenuta con mezzi meccanici, con il controllo termico
(intervento da ripetere nel tempo con temperature di
60° C - 70° C ottenute mediante fiamme, vapore o
schiume calde, tali da danneggiare le cellule senza
bruciare le piante; efficaci su piante erette a foglia
larga alte fino a 5 cm), con sistemi a pressione
(attrezzature costose che applicano un getto d’acqua
in pressione in grado di rompere le erbacee e le loro
radici fino a qualche centimetro di profondità), con la
pacciamatura o con l’applicazione di diserbo chimico.
7
La lavorazione meccanica, evoluta dai tradizionali
interventi con zappe manuali non più economicamente
sostenibili se non per singoli interventi nelle vicinanze
dei fusti di giovani piante, viene attuata per mezzo di
una mini fresa orizzontale (dotata di piccole zappe)
interceppo o di dischi scalzanti e rincalzanti. Essa ha il
beneficio di areare il terreno e rendere disponibili
elementi nutritivi promuovendo la decomposizione
della sostanza organica, ma riducendo così la qualità
del terreno nel tempo, intesa in termini di nutrienti
disponibili, struttura, biodiversità e capacità di
ritenzione idrica; inoltre, distrugge le radici delle
piante da frutto presenti nello strato superficiale, può
stimolare la crescita di polloni con alcuni portinnesti e
può portare alla formazione della suola di lavorazione.
Con la pacciamatura, si realizza una copertura con
materiali organici (es. paglia, corteccia tritata,
segatura, carta) o sintetici (fogli plastici) che sopprime
le erbacee ai primi stadi di sviluppo mentre non è
efficace su cotico erboso già instaurato; essa conserva
l’umidità e mitiga le variazioni di temperatura nel
terreno con effetti positivi anche sulle sue proprietà
chimico-fisiche.
L’uso dei diserbanti si basa sull’azione di blocco delle
funzioni metaboliche vitali della vegetazione
spontanea producendo una rapida essicazione delle
piante erbacee sulle quali vengono irrorati; esso è
ampiamente diffuso per la facilità e rapidità di
applicazione, gli effetti persistenti e i costi contenuti;
tuttavia, se ripetuto nel tempo, può contribuire allo
sviluppo e all’evoluzione di specie erbacee resistenti e
lasciare residui chimici nel suolo con possibile
contaminazione delle falde.
8
Tecniche non eradicanti
Altre tecniche meno invasive e aggressive prevedono
la gestione della copertura vegetale, che non viene
eliminata ma contribuisce all’integrazione ecologica
tra diverse forme di vita, intervenendo con mezzi
meccanici per la lavorazione minima, oppure con un
approccio integrato di sfalcio, trinciatura e sfibratura
delle erbe infestanti o infine con il mantenimento di
una pacciamatura viva, realizzata con specie vegetali
scelte. La scelta della tecnica di gestione appropriata
risulta di cruciale importanza per ottimali risultati
produttivi e qualitativi e per la sostenibilità del frutteto.
La lavorazione minima può essere applicata con lama
sarchiatrice che opera orizzontalmente contenendo la
crescita della vegetazione spontanea attraverso il
taglio delle radici a 3-5 cm di profondità con un
disturbo minimo del terreno che non viene rivoltato o
mescolato; o con moderne stelle sarchiatrici a dita
(finger weeder), che presenta due ruote stellate, una
anteriore verticale in acciaio che rompe la crosta del
terreno e rimuove le erbacee lungo la striscia lavorata
9
e una orizzontale in gomma che elimina le erbe fra i
tronchi, operando un disturbo minimo del terreno,
maggiormente efficace con erbacee giovani e in
terreno non pesanti e privi di scheletro.
Lo sfalcio può essere messo in atto con un attrezzo
falciante interceppo: trinciatrice o disco
decespugliatore o diserbatrice con rotore a fili. La
trinciatrice può essere abbinata ad una spazzola
pettinatrice con setole flessibili in propilene montata
orizzontalmente in grado di allettare l’erba anche
quando è alta o molto vicina al ceppo senza
danneggiarlo, e radunarla davanti agli organi
meccanici di taglio, che in sequenza recidono gli steli
e lo triturano. Il materiale vegetale sminuzzato al di
sopra della superficie ha un effetto pacciamante e
reintegra la biomassa e la sostanza organica e i
nutrienti presenti nel suolo e offre protezione
dall’erosione.
Le pacciamature vive sono costituite da piante erbacee
che crescono lungo il filare; esse possono ridurre la
lisciviazione dei nutrienti, soprattutto nitrati, e
sequestrare carbonio e azoto, contrastare l’erosione
del suolo, favorire la produzione di sostanza organica
e offrire un ambiente ospitale per insetti utili. La scelta
di specie poco competitive (es. fragolina di bosco) in
abbinamento a periodici interventi di gestione
meccanica è fondamentale per prevenire la perdita di
produzione.
10
Il progetto pilota: tecniche di gestione
sostenibile del sottofila
Nelle specifiche condizioni operative di campo della
Valdaso sono state applicate due strategie non
eradicanti di controllo meccanico delle infestanti del
sotto-fila in un meleto (fusetto di 3 anni, cv. Crimson
Crisp; innestata su portinnesto M9, con sesto
d’impianto 4x1 m in terreno argilloso) e in un pescheto
(palmetta libera di 3 anni cv. Royal Sweet su
portinnesto GF677 con sesto d’impianto 4x3 m in
terreno con tessitura franco sabbiosa-argillosa), al fine
di valutarne e validarne l’efficacia e la compatibilità
con le esigenze produttive e gli effetti sulla qualità del
sistema frutteto.
Le tecniche non eradicanti sono state messe a
confronto per due anni col diserbo chimico in
sostituzione del quale vengono proposte. Nel terzo
anno sono state comparate ad un’altra strategia di
controllo delle infestanti di tipo eradicante, la fresatura
meccanica.
11
Tecniche eradicanti
Diserbo chimico: 2 applicazioni
di glifosate (4 l/ha applicato in
miscela 1/100 l di acqua)
durante la stagione vegetativa
usando una lancia irroratrice
localizzata e schermata.
Lavorazione meccanica:
fresino meccanico interceppo
applicato nel terzo anno di
progetto in sostituzione del
diserbo chimico.
Tecniche non eradicanti
Sfalcio integrato:
interventi ripetuti con
testa trinciante
laterale inter-ceppo
abbinata a spazzola
pettinatrice.
Lavorazione integrata:
combinazione di un primo
intervento con lama sarchiatrice
e successivi interventi di sfalcio
integrato. La lavorazione non è
stata applicata in modo
esclusivo, per limitare eventuali
effetti dannosi sulla crescita
delle radici e sul suolo.
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Aspetti fisiologici
Referenti attività: Davide Neri, Giorgio Murri UNIVPM; Francesca Massetani - HORT
Parametri fisiologici che indicano il funzionamento
della pianta come i tassi di fotosintesi netta, di
traspirazione e di conduttanza stomatica e la
concentrazione intercellulare di disossido di carbonio
(CO2) sono stati misurati nei primi due anni, in piena
estate, senza mostrare differenze significative tra i tipi
di gestione applicati al suolo. Questo risultato porta a
ritenere che la striscia di terreno nuda mantenuta dal
diserbo non induca un reale vantaggio fisiologico alle
piante da frutto, che si mostrano capaci di mantenere
le proprie funzioni agli stessi livelli anche in presenza
di terreno inerbito.
Inoltre, non sono stati riscontrati effetti significativi
sulla crescita degli alberi misurata in termini di
incremento dell’area della sezione del tronco. Sebbene
le piante di melo abbiano mostrato uno sviluppo
leggermente maggiore nei filari diserbati, le piante di
pesco, più vigorose grazie alla presenza del
portinnesto GF677, non hanno mostrato di risentire
della presenza o meno di copertura vegetale
potenzialmente competitiva.
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Aspetti produttivi e qualitativi
Referenti attività: Davide Neri, Giorgio Murri -UNIVPM; Francesca Massetani -HORT
La produzione media di frutti raccolti è stata solo in
parte influenzata dalla tecnica di gestione del suolo,
mostrando delle tendenze nel melo, ma senza mai
arrivare a livelli di differenze significative dal punto di
vista statistico, attestando pertanto dei rendimenti
produttivi comparabili tra loro e l’assenza di effetti
negativi conseguenti alle strategie di gestione
integrata del sotto-fila. Nel pesco, produzioni maggiori
sono state riscontrate in piante con filare diserbato nel
primo anno e nel terzo anno con lavorazione
eradicante (fresa) in confronto allo sfalcio, mentre
livelli intermedi e non significativamente differenti
sono stati ottenuti con la lavorazione integrata. In
entrambi i frutteti, nel secondo anno di applicazione la
produzione è incrementata rispetto all’anno
precedente in misura tendenzialmente maggiore nel
caso della gestione integrata.
14
La qualità dei frutti è stata in parte influenzata nel
melo, che a fronte di frutti più grandi nel caso del
diserbo, ha mostrato nei filari con gestione non
eradicante un maggiore livello di durezza della polpa
che potrebbe incontrare positivamente i gusti dei
consumatori. Una polpa più dura è stata riscontrata
anche nelle pesche in caso di lavorazione integrata e
diserbo, rispetto allo sfalcio integrato. Frutti
tendenzialmente più dolci (maggiore contenuto in
solidi solubili) sono stati ottenuti in piante gestite con
sfalcio integrato, sia di melo sia di pesco.
I risultati produttivi portano a ritenere che la presenza
della copertura vegetale, mantenuta viva ma sotto
controllo con le tecniche meccaniche prese in esame,
non necessariamente comporti una compromissione
della funzionalità e delle rese della coltura, placando
così un timore che generalmente giustifica il suo
abbattimento totale mediante diserbo.
15
Aspetti legati alla fertilità del suolo
Referente attività: Elga Monaci UNIVPM
Per valutare l’influenza della gestione del suolo sugli
indicatori della fertilità e sul potenziale rischio di
lisciviazione dei nitrati, i suoli sono stati campionati a
2 profondità (0-20 cm e 20-40 cm), analizzati a inizio,
metà e fine di due stagioni produttive e sottoposti a
determinazione del contenuto di sostanza organica e
azoto; inoltre, mediante lisimetri a suzione, sono state
raccolte le acque di percolazione per determinarne il
contenuto in nitrati. Nel corso di 2 anni, un periodo
comunque breve rispetto ai cicli seguiti dai parametri
del suolo, la gestione del sottofila non ha avuto effetti
significativi sul contenuto di sostanza organica,
maggiore nel meleto, caratterizzato da un maggiore
livello di copertura vegetale, di azoto totale,
minerale ed organico, presenti maggiormente negli
strati superiori del terreno. Tuttavia, l’azoto nitrico,
aumentato nel mese di aprile probabilmente a seguito
delle concimazioni, è risultando inferiore nelle aree
diserbate e la concentrazione di nitrati nella soluzione
è stata maggiore nel suolo diserbato a profondità
maggiore (45 cm), forse a causa di un maggiore
dilavamento del suolo nudo. La gestione integrata è
sembrata perciò capace di mitigare la lisciviazione dei
nitrati, grazie alla loro immobilizzazione nei vegetali
presenti, senza alterare la disponibilità dei nutrienti.
Questo aspetto può agevolare una accurata gestione
di un elemento cruciale per le piante come l’azoto
minerale, necessaria per evitare il rischio di
contaminazione ambientale soprattutto in inverno,
quando le piante non lo assorbono.
16
Aspetti eco sistemici: la biodiversità
Referente attività: Jacopo Facchi - HORT
Nella gestione del frutteto, oltre al raggiungimento di
risultati produttivi ottimali crescono l’importanza e la
necessità di mantenere un sufficiente livello di
biodiversità, vitale per favorire un ambiente benefico
nell’ecosistema frutteto e diversificare la natura dei
residui vegetali che interagiscono con le radici,
mitigando così possibili effetti tossici. La biodiversità
vegetale di solito è concentrata principalmente
nell’inerbimento inter-fila, attraverso la sua gestione
dinamica in modo da garantire una crescita sana delle
piante coltivate e raccolti ottimali. Le coperture vegetali
createsi in un frutteto risentono della pressione
antropica e variano nella loro composizione floristica
nell’arco della stagione vegetativa anche in funzione
delle operazioni colturali eseguite.
Prima di ciascun intervento di gestione del sottofila è
stata rilevata la composizione floristica delle specie
vegetali presenti nell’inerbimento di aree campione
(superficie 10 m2), stimandone anche il grado di
copertura vegetale.
In tre anni di osservazione sono state individuate
complessivamente 61 specie erbacee appartenenti a
22 famiglie botaniche con abbondanza di quelle a ciclo
annuale. Le specie presenti contemporaneamente in
ciascun periodo di osservazione, sempre minori nei
mesi centrali dell’estate, sono ridotte anche della metà
nel caso del diserbo, le perenni in particolare, fino ad
azzerarsi a fine agosto. È risultata abbondante la
perenne dente di leone (
Taraxacum officinale
Weber),
in particolare con gli interventi di sfalcio integrato; con
17
lavorazione integrata è abbondante il grespino
comune (
Sonchus oleraceus
L.) e con diserbo la
veronica comune (Veronica persica Poir.). Il giavone
(
Echinochloa crus-galli
(L.) Beauv., Poaceae,),
graminacea aggressiva per l’altezza che può
raggiungere (oltre 50 cm), è stata particolarmente
presente nei mesi di giugno e luglio, più abbondante
nei filari diserbati. il trifoglio bianco (
Trifolium repens
L.) era abbondante nell'area interfilare insieme a
graminacee perenni.
*rispetto al diserbo chimico
La copertura vegetale ha raggiunto il 100% durante i
mesi estivi nelle parcelle non diserbate, offrendo
perciò protezione al suolo; mentre in quelle diserbate
la copertura ha subìto due forti riduzioni
successivamente alle applicazioni, lasciando il terreno
nudo per almeno un mese e con copertura inferiore al
50% per ulteriori 2 mesi, senza mai recuperare i livelli
degli altri trattamenti, esponendo perciò il terreno a
maggiore rischio di erosione. Con l’applicazione della
fresatura, si assiste solo ad un lieve recupero delle
specie rilevate e del grado di copertura rispetto al
diserbo chimico.
n. di specie presenti
contemporaneamente*
n. di specie
complessivo*
Copertura
vegetale*
Sfalcio
integrato
+ 89,7
+55
+85 %
Lavorazione
integrata
+ 76,6
+35
+87%
Dente di leone (
Taraxacum
officinale)
Giavone
(Echinochloa crus-galli)
18
La conservazione e il sequestro del carbonio
nell’agroecosistema
Referenti attività: Davide Neri, Giorgio Murri UNIVPM; Francesca Massetani - HORT
Il corteggio floristico preservato, crescendo produce
quantitativi di biomassa che vengono restituiti al
terreno come fonte di rigenerazione della sostanza
organica. Per stimare il sequestro del carbonio nei
sistemi di gestione del sotto-fila, è stata pesata la
biomassa prodotta dalla crescita dell’inerbimento
prelevando il materiale erbaceo presente in aree
campione, prima dell’applicazione degli interventi di
gestione.
I sistemi non diserbati hanno prodotto mediamente dai
6 (pesco) ai 9 (melo) g/m2 di sostanza secca per giorno
a inizio estate; nel diserbato la produzione di sostanza
secca è stata considerevolmente minore e mai
superiore ai livelli minimi delle altre tecniche applicate,
con un forte abbattimento degli apporti di nuova
sostanza organica al terreno.
Considerando l’incremento di biossido di carbonio
(CO2) riscontrato nell’atmosfera (+30 % nel 2018
rispetto al 1958) e il basso livello di sostanza organica
nei terreni italiani (1-2%), ogni azione in grado di
sequestrare carbonio nel sistema frutteto può offrire un
positivo servizio ecosistemico.
Bilancio generale
del carbonio
Sostanza
fresca
Sostanza
secca
Anidride
carbonica
sequestrata
Carbonio
4
1
1,65
0,45
Biomassa (sostanza secca)
Sistemi non eradicanti
(sfalcio integrato e lavorazione integrata)
+ 59,5 %
rispetto al diserbo chimico
19
Aspetti economici
Referenti attività: Giorgio Murri UNIVPM; Francesca Massetani - HORT
Sul bilancio economico del sistema di gestione del
sottofila incide fortemente il numero di interventi
necessari all’anno. Questo è maggiore nel caso degli
interventi meccanici (da 5 a 7, rispetto ai 2 interventi
sufficienti per il diserbo chimico) ed è influenzato
dall’andamento stagionale che determina il ritmo di
ricrescita delle erbacee sfalciate e la necessità di
ripetere gli interventi per ridurre la possibile
competizione per l’acqua. I costi vengono tuttavia
compensati da contributi pubblici (PSR) previsti
all’interno dell’Accordo Agroambientale d’Area per il
mantenimento dell’inerbimento permanente e il
rispetto di pratiche di agricoltura integrata. Inoltre, la
crescente richiesta di frutti privi di residui chimici da
parte dei consumatori può conferire un ottimo
vantaggio commerciale alla frutta ottenuta con sistemi
che non prevedono l’uso di diserbo chimico.
Numero di
interventi
Tempo di
lavorazione (h/ha)
Costo
annuale
(€/ha/anno)
2018
Diserbo chimico
2
2.5
147,5
Lavorazione
integrata
Lama sarchiatrice
1
1.5
340
Trincino +
spazzola
4
2.8
Sfalcio integrato
5
2.8
375
2019
Diserbo chimico
2
1.7
105,5
Lavorazione
integrata
Lama sarchiatrice
1
1.4
417,5
Trincino +
spazzola
5
2.8
Sfalcio integrato
7
2.8
531,3
20
Linee operative per gli agricoltori
Il diserbo chimico si conferma la tecnica più efficace
nell’annientare la crescita della vegetazione, ma
proprio per tale capacità comporta la perdita di
biodiversità e di biomassa e dei relativi benefici effetti
sull’agroecosistema. La lavorazione meccanica
eradicante presenta analoghi punti critici pur senza
comportare il rilascio di principi attivi nell’ambiente.
Il mantenimento di biodiversità, biomassa, copertura e
protezione del suolo ha effetti sulla salute del suolo e
sulla sostenibilità a lungo termine, portando a
superare il concetto della completa eliminazione delle
erbe sottofila e ridimensionando lo svantaggio di dover
eseguire ppassaggi meccanici nel frutteto nei sistemi
che non prevedono l’eradicazione delle erbacee.
Una gestione integrata che prevede la combinazione
di sfalcio e interventi meccanici minimi, a lieve disturbo
del terreno, abbinata ad un’accurata scelta di periodo
e frequenza degli interventi in relazione all’andamento
stagionale, permette di operare efficacemente il
controllo della competizione nei confronti della coltura
e al contempo conferire alla gestione dell’inerbimento
una funzione più ampia di regolazione dell’agro-
ecosistema senza compromettere i risultati produttivi.
A tal fine, la disponibilità in azienda di più attrezzature
permette di compiere il lavoro migliore in funzione
delle condizioni stagionali e della tempestività
d’intervento richiesta, con una possibile ottimizzazione
dei costi.
21
Controllo di avversità fitosanitarie
emergenti
Referenti attività: Paola Riolo, Gianfranco Romanazzi UNIVPM
Tra le avversità emergenti, alcune malattie causate da
fitoplasmi si sono dimostrate in grado di provocare
serie compromissioni ad importanti settori
dell’agricoltura italiana. La presenza di numerosi
insetti vettori, che per nutrirsi succhiano la linfa
floematica delle piante e alimentandosi possono
comportare la trasmissione dei fitoplasmi da piante
infette, rende difficile il contrasto alla diffusione in
pieno campo delle relative malattie, accentuandone la
pericolosità.
Nelle drupacee, il fitoplasma principale è il
Candidatus Phytoplasma prunorum”
, associato al
giallume europeo delle drupacee (European Stone
Fruit Yellows, ESFY) identificato anche in specie di
Prunus
spontanee.
Nel corso del progetto, sono state individuate piante
affette da giallumi di albicocco, pesco e susino e
prelevati dei campioni da sottoporre ad analisi
molecolare degli agenti causali, indispensabile per
identificare le fonti di inoculo e mettere a punto
appropriate forme di lotta. I campioni di pesco sono
risultati infetti da
Candidatus Phytoplasma
solani,
agente di Legno nero su vite, malattia di carattere
ambientale legata alla presenza di specie erbacee (es.
ortica, convolvolo); quelli di albicocco e susino da
Candidatus P. pruni
, agente del giallume europeo
delle drupacee.
22
Inoltre, è stata condotta un’indagine per conoscere la
composizione e la densità della popolazione degli
psillidi (Superfamiglia
Psylloidea
) e studiare la
dinamica della popolazione di questi insetti vettori o
candidati vettori, in un susineto affetto da
Ca. P.
prunorum’
e in un’area adiacente abbandonata con
presenza di prugnolo (
Prunus spinosa
), specie spesso
presente ai bordi dei frutteti, dove la malattia risulta
latente. Nel 2019 sono stati catturati e identificati 54
individui appartenenti a 10 specie di psillidi,
rinvenendo
Cacopsylla pruni
(18), unico vettore
naturale noto di ‘Ca. P. prunorum’, e
Trioza alacris
(20)
quali specie più abbondanti. Quasi tutte le specie
identificate risultano associate a piante spontanee.
Nella stagione di campionamento, le catture di
C.
pruni
su susino, avvenute principalmente (75%) in
trappole basse (1 m dal suolo), sono avvenute solo nel
mese di marzo, mentre su prugnolo sono avvenute
anche a giugno e luglio, evidenziando la necessità di
gestire razionalmente anche gli esemplari di prugnolo
che possono rappresentare un serbatoio di inoculo per
il fitoplasma ed ospitare gli insetti vettori. Le
informazioni sulla dinamica della popolazione di
questi insetti costituiscono un fondamentale supporto
alle decisioni per l’applicazione di strategie di controllo
a basso impatto ambientale.
23
Infine, sono stati individuati i frutti infetti da marciume
bruno delle drupacee in campo e/o in post-raccolta,
da sottoporre a isolamento degli agenti causali e
identificazione molecolare. I campioni di ciliegie,
albicocche, pesche e nettarine prelevati in 3 aziende
sono risultati infetti soprattutto da
Monilinia laxa
(72),
più aggressiva in fioritura,
Monilinia fructicola
(29), più
virulenta sui frutti, sia in campo sia in post-raccolta, e
svernante come mummie, e
Monilinia fructigena
(7).
L’identificazione delle
Moniliniae
si rivela utile poiché
possono avere una diversa sensibilità ai principali
fungicidi influenzando le strategie di protezione.
24
Azioni divulgative
Gli Agricoltori della Valdaso incontrano il Prof.
Granatstein della Washington State University
Ospite: prof. David Granatstein - Washington
State University
Innovazione strategica in Val d'Aso
Prova nel frutteto per la gestione del
sottofila e della chioma dell'albero
Ospite: prof. Stefano Musacchi -
Washington State University
Webinar: Coperture del frutteto e gestione
della fertilità
Ospiti: Markus Kelderer e Thomas Holtz -
Laimburg Research Center
La registrazione dell’evento è disponiile al link
https://www.youtube.com/watch?v=4K-xqP_w_wU
Farminar: Giornata Dimostrativa in Campo
con dirette e filmati
La registrazione dell’evento è disponiile al
link
https://www.youtube.com/watch?v=rdz_XxmICwY
La Frutta della Valdaso Buona e Sostenibile
Evento conclusivo di presentazione delle
attività del progetto e dei relativi risultati.
La registrazione dell’evento è disponiile al
link
https://www.youtube.com/watch?v=q1WsZ-oFJlE
17 maggio 2018
4-5 aprile 2019
04 giugno 2020
19 giugno 2021
16 luglio 2021
25
Poster
presentati all’evento divulgativo conclusivo
La Frutta della Valdaso Buona e
Sostenibile
Altidona - 16 luglio 2021
G. Murri, Md J. Mia, L. Amadio, D. Neri Università Politecnica delle Marche - Dip. di Scienze Agrarie, Alimentari edAmbientali (D3A), Ancona
F. Massetani, J. Facchi Horticulture Oriented to Recreation and Technique Soc. Coop., Ancona – Info@hort.it COMUNE DI ALTIDONA
MACCHINE PER LA GESTIONE DEL SOTTOFILA
NON ESISTE LA MACCHINA MIGLIORE
ma la disponibilità di più attrezzi in azienda
permette di compiere il lavoro migliore, in
funzione delle condizioni stagionali e della
tempestività d’intervento richiesta.
Dal terreno nudo all’inerbimento controllato
Fresino Dischi scalzanti -
rincalzanti
Lama sarchiatrice Stella
sarchiatrice a
dita
Trincia con spazzola pettinatrice
Spollonatore a fili
Pacciamatura viva
Gestione integrata dell’inerbimento
Formato da
zappette
montate su rullo
orizzontale,
permette una
lavorazione
superficiale con
rimozione
pressoché totale
delle erbe
È di facile
impiego
Attrezzature a movimento attivo Attrezzature a movimento passivo
Operano una lavorazione
superficiale con rivoltamento del
terreno lasciandolo abbastanza
grossolano, con un controllo
dell’erba che dura più a lungo
rispetto al fresino.
Possono essere anche a
movimento passivo
Scorrendo parallela al terreno,
contiene la crescita della
vegetazione spontanea
tagliando le
radici a una
profondità di
circa 5 cm.
Èadatta per terreni friabili
L’efficacia è influenzata dalle
condizioni meteo post-lavorazione
Presenta limiti con erba alta
Possibile lieve suola
di lavorazione
Minore formazione di
una suola
di lavorazione rispetto
al fresino
Limiti in caso di terreno
molto compatto
Bassa
Velocità di
avanzamento
Possibile
suola di lavorazione
Il terreno
risulta analogo ad
un letto di semina
Dotata di dischi
dentati che muovono
il terreno in modo
superficiale.
Macchina veloce
Ottima pulizia
intorno al tronco.
Velocità media
Possibile
raccolta di coltura
consociata
Gestione con lama in
caso di piante
stolonifere
La spazzola, ruotando in avanti, alletta l’erba con le setole
flessibili anche quando l’erba è alta o vicina al
ceppo e la raduna davanti agli
organi di taglio
Si ringraziano le Aziende Agricole Geminiani Pio e Vagnoni Gianfranco di Montalto delle Marche per aver ospitato le prove dimostrative
E nell’interfila?
Arieggiatore interfilare
Progetto finanziato dal PSR Marche – Sottomisura 16.2 – Accordo Agroambientale d’Area della Valdaso
Modelli sostenibili di gestione del frutteto
Sostenibilità ecosistemica
Produzione
Qualità
Copertura del suolo
Conclusioni: sostenibilità su più fronti
Nuove prospettive: la pacciamatura viva
Sostenibilità aziendale
Biodiversità
Aspetti economici
Biomassa
I sistemi non diserbati hanno permesso di raggiungere livelli vicini ai 6 (pesco )
e 9 (melo) g/m2di sostanza secca prodotta mediamente per giorno ad inizio estate..
COMUNE DI ALTIDONA
Oltre a ottenere buone produzioni cresce la necessità di preservare la salute dell’ecosistema. A questo può contribuire il sistema di gestione per il controllo delle malerbe nel sotto-filare
Elevati livelli di diversificazione sono vitali per un ambiente eterogeneo e benefico nell’ecosistema
frutteto.
La presenza della copertura vegetale mantenuta viva, ma sotto controllo con le tecniche meccaniche utilizzate, non ha compromesso la funzionalità e le
rese della coltura, annullando i principali motivi che ne giustificano l’abbattimento mediante diserbo, aprendo prospettive per il rafforzamento del
numero di specie erbacee commensali, la copertura vegetale totale e la produzione di biomassa, dando alla gestione dell’inerbimento il significato più
ampio di regolazione della cenosi dell’agro-ecosistema. I risultati vanno considerati in un’ottica globale di lungo termine sull’impatto ambientale e sugli
effetti ecosistemici attribuibili alle attività agricole, ridimensionando lo svantaggio di dover eseguire più passaggi meccanici nel frutteto. La crescente
richiesta di frutti privi di residui chimici da parte dei consumatori può conferire un ottimo vantaggio commerciale alla frutta ottenuta con questi sistemi.
Il terreno del sottofila non è risultato coperto dalla vegetazione in modo omogeneo: all’uscita dall’inverno
(marzo- aprile) il terreno aveva una copertura vegetale tra il 70% e l’80 %, per raggiungere il 100% durante i mesi
estivi nelle parcelle non diserbate, mentre in quelle diserbate la copertura ha subito due forti riduzioni successivamente alle
applicazioni, senza mai raggiungere i livelli degli altri trattamenti, esponendo il terreno a maggiore rischio di erosione.
I valori di produzione hanno
mostrato differenze non
significative attestando
pertanto dei rendimenti
produttivi comparabili tra i
trattamenti.
I principali parametri qualitativi (contenuto in zuccheri e consistenza
della polpa) hanno mostrato valori statisticamente comparabili tra i
trattamenti. Per il pesco, la pezzatura dei frutti si è distribuita tra le
classi commerciali in maniera comparabile con una prevalenza delle
classi di maggiore pezzatura (AA e AAA), e in particolare
un’incidenza prossima al 38% per la classe AA
Sul bilancio economico incide fortemente il numero di interventi necessari all’anno. Questo è
maggiore nel caso degli interventi meccanici (da 5 a 7, rispetto ai 2 interventi sufficienti per il
diserbo chimico). I costi vengono tuttavia compensati da contributi pubblici (PSR) previsti per il
rispetto di pratiche di agricoltura integrata
D. Neri , G. Murri, Md J. Mia, L. Amadio Università Politecnica delle Marche - Dip. di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali (D3A), Ancona
F. Massetani, J. Facchi Horticulture Oriented to Recreation and Technique Soc. Coop., Ancona – info@hort.it
Sistemi di
gestione a confronto
Gestione dell’inerbimento
Trattamenti alternativi al diserbo chimico per valutarne efficacia e
compatibilità con le esigenze produttive.
2 anni di misurazioni
in un pescheto (cv. RoyalSweet,
innestata su GF677 con sesto d’impianto 4x3)
e in un meleto (cv. Crimson Crisp
innestata su M9, con sesto d’impianto 4x1)
Diserbo
chimico
Glifosate irrorato con
lancia schermata, base
del tronco protetta
Intervento con lama
sarchiatrice
integrato con sfalci
Lavorazione con
lama sarchiatrice
Sfalci mensili con spazzola
pettinatrice combinata con
trinciatrice
Sfalcio con trincino + spazzola
pettinatrice
La scelta di particolari specie vegetali, tappezzanti e/o con apparato radicale
superficiale o poco competitivo, da insediare lungo il filare, offre la possibilità di
creare una copertura continua durante l’anno, che ostacola la crescita di altre
specie più invasive. Alcune di queste specie si prestano ad essere usate per altri
scopi, alimentari (ad esempio la fragolina di bosco) o officinali.
0
5
10
15
20
25
30
35
Diserbo chimico Lavorazione
integrata
Sfalcio integrato
Produzione di frutti (kg/albero)
Pesco Melo Sono state censite da 34 a 41 specie
botaniche diverse (appartenenti a 16
famiglie) durante l’anno. Il numero di specie
presenti contemporaneamente sul terreno
diserbato può essere più che dimezzato
rispetto alle parcelle non diserbate.
In estate, nel diserbato
abbonda il giavone, una
graminacea annuale,
alta anche 50 cm.
La produzione di biomassa è risultata
considerevolmente minore nelle
parcelle diserbate e decisamente
trascurabile nei periodi successivi
all’applicazione dell’erbicida, non ha
superato mai i livelli minimi raggiunti
dagli altri due trattamenti: esso ha
efficacia nell’inibire la crescita delle
malerbe ma abbatte gli apporti di
nuova sostanza organica al terreno.
Si ringraziano le Aziende Agricole Geminiani Pio e Vagnoni Gianfranco di Montalto delle Marche per aver ospitato le prove dimostrativeProgetto finanziato dal PSR Marche – Sottomisura 16.2 – Accordo Agroambientale d’Area della Valdaso
Echinochloa
crus-galli)
Diserbo Sfalcio integrato
Diserbo Sfalcio integrato
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APPROCCIO COLLABORATIVO
ALLA SOSTENIBILITA’
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IMPATTO DELLA GESTIONE DEL SUOLO SULL’AZOTO E SUL CARBONIO
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La presenza dell’inerbimento
e la sua gestione meccanica
(«SFALCIO») promuove la
fertilità dei suoli agricoli
FAVORENDO l’ACCUMULO
di biomassa vegetale e di
SOSTANZA ORGANICA
Il contenuto di
AZOTO TOTALE
aumenta
all’aumentare
della sostanza
organica
Variazione della % DI SOSTANZA
ORGANICA (20 cm) misurata durante i
2 anni di sperimentazione
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CONCLUSIONI – Dai dati raccolti è emerso che il sottofila a g estione meccanica («sf alcio») tende a increme ntare maggiormente i l contenuto di
sostanza organica e di azo to totale rispetto al sott ofila a gestione chimica (« diserbo») e, allo stesso te mpo, a ridurre la lisciviazion e dei nitrati negli strati più
profondi del suolo, preve nendo la contamina zione delle acque. Ne i frutteti irrigui che operan o in zone vulnerabili ai nitrati , l’inerbimento sembra, q uindi, una
buona pratica, sosteni bile e utile a promuovere la fertilità dei suoli se nza ridurre la resa prod uttiva.
La presenza
dell’INERBIMENTO
CONTRASTA la
LISCIVIAZIONE DEI
NITRATI e la
CONTAMINAZIONE
delle acque superficiali
e di falda trattenendo
nella zona esplorata
dalle radici l’azoto
nitrico
I numeri alla base
dell’agricoltura in Europa
milioni di agricoltori
del territorio dell’UE
(quasi mezza Europa)
milioni di consumatori
dell’acqua pulita che è destinato
all’agricoltura
vive in
zone rurali
Responsabili
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possibilità di formare vantaggiose
relazioni mutualistiche
maggiore resistenza agli
stress abiotici e biotici
migliore efficienza di assorbimento
e traslocazione dei nutritivi
migliore qualità
organolettica della
produzione
Un suolo agricolo FERTILE è un suolo capace di sostenere la produzione agricola, di promuovere la
qualità delle acque (superficiali e profonde) e dell'aria, di sostenere la biodiversità e di aumentare la
disponibilità degli elementi nutritivi alle colture
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L’AZOTO TOTALE è per il 90%
AZOTO ORGANICO che
viene MINERALIZZATO e
reso DISPONIBILE PER LE
PIANTE durante la stagione
produttiva
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6#.2(047 CHLE;F:LG<=LDG? Marcone et al., 2010. Candidatus 62/.(,0#%&# ,"+$("+&7 .2- @#+%#0 #N-$. () *+"(,-#$ %.($- )"+'. /-00(1%: #$ (B-"B'-1454 60#$. 6#.2(047 >; ECF:C>=<L4? Miñarro et al., 2016. S#$A'A#.- '$%-@. B-@.("% () #,,0- ,"(0')-"#.'($ '$ T(".21-%. I,#'$4 I,"'$N-"60+%7 HECF: C;L9? Peccoud et al., 2018. J )"#&-1("U )(" -% .'&#.'$N .2- -))-@.% () %-V+-$.'#0 "-,"(A+@.'B- 3#""'-"%: '&,0-&-$.#.'($ +%'$N K#/-%'#$
&(A-0% 1'.2 )'-0A A#.# )"(& @"/,.'@ %,-@'-%4 *B(0+.'($7D;ECCF:;H9<=;HC;? Steffek et al., 2012. W'%."'3+.'($ () OCandidatus 62/.(,0#%&# ,"+$("+&P#$A '.% B-@.(" Cacopsylla pruni '$ *+"(,-#$ )"+'.XN"(1'$N #"-#%: # "-B'-14 *66Y K+00-.'$7 L;E;F:C>C=;9;? Tedeschi et al., 2002. 6(,+0#.'($ A/$#&'@% () Cacopsylla melanoneura EM(&(,.-"#: 6%/00'A#-F7 # B-@.(" () #,,0- ,"(0')-"#.'($ ,2/.(,0#%&# '$ $(".21-%.-"$ Z.#0/454 *@($4
*$.(&(07 >HE<F:HLL=HHC? Thébaud G., 2005. *.+A- A+ A[B-0(,,-&-$.%,#.'(=.-&,("-0 A\+$- &#0#A'- ."#$%&'%- ,#" B-@.-+" -$ '$.[N"#$. &(A[0'%#.'($ %.#.'%.'V+- -. -Q,["'&-$.#.'($: @#% A- 0\*I]^ E*+"(,-#$ %.($- )"+'. /-00(1%FEW(@.("#0 A'%%-".#.'($7 _@(0- $#.'($#0- %+,["'-+"- #N"($(&'V+- E`($.,-00'-"FF CDG ,,4
MONILIOSI E FITOPLASMOSI, DUE IMPORTANTI MALATTIE DELLE DRUPACEE IN VALDASO
Gianfranco Romanazzi, Lucia Landi, Sergio Murolo, Valeria Mancini, Sarah Makau
, Lucrezia D’Ortenzio, Nicola Lucci*, Sandro Nardi**
Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali, Università Politecnica delle Marche, Ancona (AN); *Agronomo Libero Professionista,
Fermo (FM); **Servizio Fitosanitario Regionale, ASSAM, Regione Marche, Osimo Stazione (AN) e-mail g.romanazzi@univpm.it
AB
CD
Sintomi di fitoplasmosi su albicocco (A),
susino (B) e pesco (C, D)
Riferimenti bibliografici
De Miccolis Angelini R.M., Romanazzi G., Pollastro S.,Rotolo C., FaretraF., Landi L., 2019. New high-quality draft genome of the brown rot fungal pathogen Monilinia fructicola. Genome Biology and Evolution 11, 2850-2855
Landi L., De Miccolis Angelini R.M., Pollastro S., Abate D., Faretra F., Romanazzi G., 2018. Genome sequence of the brown rot fungal pathogen Monilinia fructigena. BMC Research Notes 11, 758
Landi L., Pollastro S.,Rotolo C., Romanazzi G., FaretraF., De Miccolis Angelini R.M., 2020. Draft genomic resources for the brown rot fungal pathogen Monilinia laxa. Molecular Plant-Microbe Interactions 33, 145-148
Mancini V., Landi L., Chieti F., Morini S., Lucci N., Romanazzi G., 2018. First survey on Moniliniae affecting stone fruits in Marche region. Proc. XXIV SIPaVMeeting, Ancona, 125.
Murolo S., Mancini V., Pizzichini L., Talevi S., Nardi S., Lucci N., Romanazzi G., 2018. Molecular identification of ‘Candidatus Phytoplasma prunorum and ‘Candidatus Phytoplasma solani’ associated to stone fruit yellows in Marche region. Proc. XXIV S SIPaVMeeting , Ancona, 139.
Attività svolte
Indagine nei frutteti,
individuazione delle piante
infette, prelievo dei
campioni ed analisi
molecolare degli agenti
causali
Risultati
I campioni di pesco sono
risultati infetti da
Candidatus
Phytoplasma
solani, agente di Legno nero
su vite, malattia di carattere
ambientale legata alla
presenza di specie erbacee
(es. ortica, convolvolo. Su
albicocco e susino è stato
identificato Ca
. P. pruni,
agente del giallume europeo
delle drupacee
Attività svolte
Indagine nei frutteti,
individuazione dei frutti
infetti in campo e/o in
postraccolta, isolamento
degli agenti causali e
successiva identificazione
molecolare
Risultati
I 118 campioni di ciliegie,
albicocche, pesche e
nettarine prelevati dalla
aziende Scendoni, Mazzoni
e Acciarri sono risultati
infetti soprattutto da
Monilinia laxa (72),
Monilinia fructicola (29) e
Monilinia fructigena (7)
M.
M.
fructigena M.
M.
fructicola
M.
M.
polystroma M. laxa
31
Articoli tecnico-divulgativi
pubblicati sulla Rivista di Frutticoltura edita da Edagricole
https://rivistafrutticoltura.edagricole.it/rivista-di-frutticoltura/
Mia J., Massetani F., Facchi J., Amadio L., Murri G., Neri D., 2020, Gestione
sostenibile del sottofila nel meleto in Valdaso, Frutticoltura LXXXIV n.2:35-39
ISSN:0016-2310
Mia M.J., Massetani F., Monaci E., Facchi J., Amadio L., Lancianese F., Murri G.,
Neri, D., 2021, Sfalcio e lavorazioni per la gestione sostenibile del cotico
erboso. Frutticoltura LXXXV n.6:34-39 ISSN:0016-2310
Ulteriori pubblicazioni realizzate nell’ambito
del progetto
Amadio L., 2020. Sostenibilità della frutticoltura in Valdaso. Tesi di Laurea
UNIVPM. http://hdl.handle.net/20.500.12075/6424
Lancianese F., 2020. Dinamiche dell’azoto e rischio lisciviazione nitrati in un
pescheto della Valdaso (area ZVN). Tesi di Laurea UNIVPM.
http://hdl.handle.net/20.500.12075/6186
Mancini V., Landi L., Chieti F., Morini S., Lucci N., Romanazzi G., 2018. First
survey on
Moniliniae
affecting stone fruits in Marche region. Atti XXIV SIPaV
Meeting, Ancona, 125
https://link.springer.com/content/pdf/10.1007/s42161-018-0130-y.pdf
Mancini, V., Makau, S., Landi L., Romanazzi, G., 2021. Survey on
Monilinia
affecting stone fruits in the Marche region, Central-eastern Italy. V International
Symposium on Postharvest Pathology, Liegi, Belgium, 19-24 May 2019. Acta
Horticulturae 1325, 91-96 doi 10.17660/ActaHortic.2021.1325.15.
Mia M.J., 2021, Alternative orchard floor management practices in the tree row.
Tesi di dottorato UNIVPM. http://hdl.handle.net/11566/290842
Mia M.J., Massetani F., Murri G., Facchi J., Monaci E., Amadio L., Neri D., 2020.
Integrated Weed Management in High Density Fruit Orchards, Agronomy 2020,
10(10):1492, ISSN 2073-4395 https://doi.org/10.3390/agronomy10101492
https://doi.org/10.3390/agronomy10101492
Mia M.J., Massetani F., Murri G., Neri D., 2020. Sustainable alternatives to
chemicals for weed control in the orchard a review, Horticultural Science,
47:1-12 ISSN 1805-9333 https://doi.org/10.17221/29/2019-HORTSCI
Mia M.J., Monaci E., Murri G., Massetani F., Facchi J., Neri D., 2020. Soil
Nitrogen and Weed Biodiversity: An Assessment under Two Orchard Floor
Management Practices in a Nitrogen Vulnerable Zone in Italy Horticulturae
2020, 6(4), 96 https://doi.org/10.3390/horticulturae6040096
Murolo S., Mancini V., Pizzichini L., Talevi S., Nardi S., Lucci N., Romanazzi G.,
2018. Molecular identification of ‘
Candidatus
Phytoplasma prunorum’ and
Candidatus
Phytoplasma solani associated to stone fruit yellows in Marche
region. Atti XXIV S SIPaV Meeting, Ancona, 139
https://link.springer.com/content/pdf/10.1007/s42161-018-0130-y.pdf
Sargenti V., 2020. Indagini su psillidi vettori di fitoplasmi in un susineto della
Valle dell'Aso (Regione Marche)”. Tesi di Laurea UNIVPM
http://hdl.handle.net/20.500.12075/4948
Indice
Le aziende agricole partner .............................................................................. 1
L’Accordo Agroambientale d’Area e la misura 16.2 del PSR Regione Marche .. 2
Metodi di gestione delle erbe infestanti: gestione sostenibile del sottofilare .... 5
Tecniche disponibili ................................................................................... 6
Il progetto pilota: tecniche di gestione sostenibile del sottofila .................. 10
Aspetti fisiologici ..................................................................................... 12
Aspetti produttivi e qualitativi .................................................................. 13
Aspetti legati alla fertilità del suolo .......................................................... 15
Aspetti eco sistemici: la biodiversità ......................................................... 16
La conservazione e il sequestro del carbonio nell’agroecosistema ............. 18
Aspetti economici .................................................................................... 19
Linee operative per gli agricoltori ............................................................. 20
Controllo di avversità fitosanitarie emergenti ............................................... 21
Azioni divulgative ....................................................................................... 24
Poster ........................................................................................................ 25
Macchine per la gestione del sottofila ...................................................... 26
Modelli sostenibili di gestione del frutteto................................................. 27
Impatto della gestione del suolo sull’azoto e sul carbonio ......................... 28
Insetti vettori di fitoplasmi delle drupacee ................................................ 29
Moniliosi e fitoplasmosi, due importanti malattie delle drupacee in Valdaso
.............................................................................................................. 30
Articoli tecnico-divulgativi ........................................................................... 31
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Nowadays, understory vegetation along the tree row is considered a vital source of agroecosystem services and functional biodiversity improvement in the fruit orchard. Hence, current orchard floor management systems encourage practicing a more sustainable approach that supports vegetation cover rather than keeping bare soil herbicide use, or tillage. A two-year field trial was conducted using two different ground management techniques; integrated mowing (mower and brush or disc) and herbicide (glyphosate) in two commercial apple and peach orchards in a nitrogen vulnerable zone (NVZ) of the Marche region, Italy. This study aimed to evaluate the effects of these practices on soil N status, weed abundance, percent of soil cover, and dry weed biomass production. Weed management systems had no significant effect on soil organic matter and N availability; however, an improvement was noticed under integrated mowing when compared to the one treated with herbicides. Integrated mowing had a significant effect on species richness, soil coverage, and weed biomass production, which was approximately 2-times higher than in the herbicide-treated plots. The overall results showed that integrated mowing maintained a balance in the soil N status of both orchards, while supporting above-ground weed biodiversity and soil protection.
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Despite the productivity, achieving long-term sustainability and maintaining plant biodiversity have become the pivotal goals in orchard floor management, especially along tree rows. Thus, the paradigm of eradicating weeds in the tree row using chemical herbicide or repeated soil tillage needs to be substituted with more sustainable alternatives. This study was conducted in two commercial apple and peach orchards in Marche region (Italy). Two integrated mechanical approaches, integrated mowing (mower and brush or disc) and integrated tillage (blade weeder and integrated mowing), were compared with the standard herbicide system in a 2-year trial. Weed species diversity, soil coverage, and weed biomass production, including, gas exchange parameters, trunk cross-sectional area (TCSA), fruit yield and quality were measured. Overall, both integrated practices demonstrated approximately 82%, 91% and 113% more species diversity, soil coverage, and weed biomass production, respectively, than herbicide systems. No significant differences were found in terms of tree gas exchange parameters, growth and fruit yield. However, a few fruit quality parameters such as fruit firmness, soluble solids content (SSC) and dry matter content responded positively to the integrated practices. These results suggest that the integrated mechanical approaches of weed management increased orchard biodiversity, and had no adverse effects on tree growth, fruit yield, and quality. The average costs per hectare associated with chemical weed control were 66.5% and 72% lower, respectively, compared to integrated tillage and integrated mowing. However, the government subsidies provided to the orchardists to encourage sustainable management practices were able to offset such additional costs.
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This review is designed to address various alternative weed-control practices and their possibilities in the fruit orchard in terms of sustainability. Correct weed management and maintenance of adequate orchard biodiversity are crucial for sustainable orchard soil management. The key is to practice an alternative weed-management approach (single or integrated) rather than to use possibly harmful chemicals only. Integration of modern equipment with a shallow tillage system can provide effective weed control in tree rows, including optimised tree performance and soil biodiversity. Living mulch suppresses weeds and enhances orchard biodiversity, while selection of less competitive and less pest-attracting species is crucial. Plastic covers offer long-term weed control, but additional nutrient amendments are required to maintain the balanced fertility of the soil. Wood chip mulch is suggested where the materials are available on or near the farm, and where there is lower incidence of perennial weeds. High pressure water and robotic systems are still in their infancy for fruit orchards, and required more research to confirm their efficiency.
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Suolo inerbito invece del diserbo chimico per incrementare la biodiversità; La composizione floristica del cotico; biomassa prodotta dall'inerbimento; disponibilità di azoto; produzione di frutti; sostenibilità su più fronti; la sostanza organica e il contenuto di azoto. Il progetto Domino (CoreOrganic) - [This study was conducted in commercial peach orchard in Marche region (Italy). Two integrated mechanical approaches were applied to propose sustainable alternatives to the paradigm of eradicating weeds in the tree row using chemical herbicide or repeated soil tillage.]
Gestione sostenibile del sottofila nel meleto in Valdaso
  • J Mia
  • F Massetani
  • J Facchi
  • L Amadio
  • G Murri
  • D Neri
Mia J., Massetani F., Facchi J., Amadio L., Murri G., Neri D., 2020, Gestione sostenibile del sottofila nel meleto in Valdaso, Frutticoltura LXXXIV n.2:35-39 ISSN:0016-2310
Sostenibilità della frutticoltura in Valdaso
  • L Amadio
Amadio L., 2020. Sostenibilità della frutticoltura in Valdaso. Tesi di Laurea UNIVPM. http://hdl.handle.net/20.500.12075/6424
Dinamiche dell'azoto e rischio lisciviazione nitrati in un pescheto della Valdaso (area ZVN)
  • F Lancianese
Lancianese F., 2020. Dinamiche dell'azoto e rischio lisciviazione nitrati in un pescheto della Valdaso (area ZVN). Tesi di Laurea UNIVPM. http://hdl.handle.net/20.500.12075/6186
First survey on Moniliniae affecting stone fruits in Marche region
  • V Mancini
  • L Landi
  • F Chieti
  • S Morini
  • N Lucci
  • G Romanazzi
Mancini V., Landi L., Chieti F., Morini S., Lucci N., Romanazzi G., 2018. First survey on Moniliniae affecting stone fruits in Marche region. Atti XXIV SIPaV Meeting, Ancona, 125
Survey on Monilinia affecting stone fruits in the Marche region, Central-eastern Italy
  • V Mancini
  • S Makau
  • L Landi
  • G Romanazzi
Mancini, V., Makau, S., Landi L., Romanazzi, G., 2021. Survey on Monilinia affecting stone fruits in the Marche region, Central-eastern Italy. V International Symposium on Postharvest Pathology, Liegi, Belgium, 19-24 May 2019. Acta Horticulturae 1325, 91-96 doi 10.17660/ActaHortic.2021.1325.15.
Alternative orchard floor management practices in the tree row
  • M J Mia
Mia M.J., 2021, Alternative orchard floor management practices in the tree row. Tesi di dottorato UNIVPM. http://hdl.handle.net/11566/290842