Nel corso delle ultime due decadi, il panorama internazionale si è caratterizzato per emergenti a-simmetrie di sviluppo sostenibile, declinati in target economici, sociali e ambientali, che inducono i decision maker ad adottare approcci innovativi al fine di rispondere ad esse con maggiore efficacia ed efficienza. Il progressivo raggiungimento di tali traguardi, considerati benchmark di riferimento, coinvolgono tutti i gruppi portatori di interessi specifici (cosiddetti stakeholder) che, a vari livelli e con diversi ruoli (istituzioni, enti, operatori, università, centri di ricerca, associazioni, cittadini), gravitano anche nell’orbita del cultural heritage e, secondo forme differenti, contribuiscono alla co-creazione, diffusione e trattenimento di valore culturale, sociale, ed economico (Symbola, 2023). A tal proposito, i cambiamenti in atto negli assetti e nei contesti risultano intrinsecamente connessi e si caratterizzano quali componenti core di sviluppo sostenibile, evidenziando, sia una crescente attitudine di enti/imprese ad ibridarsi in partnership pubblico-private, sia a relazionarsi con altri interlocutori, secondo logiche del tipo many-to-many (Gummesson, 2012). Questo approccio evidenza diverse modalità attraverso cui si instaurano quei collegamenti che costituiscono, in primis, un potente meccanismo dialogico, consentendo itinerari di apprendimento in grado di influenzare aspettative ed esigenze di singoli e gruppi. Inoltre, il bouquet di pratiche potenzialmente attuabili attiva percorsi di compartecipazione, considerata la vicendevole influenza del comportamento dei suddetti soggetti in termini di contributo apportato. Detto orientamento appare ancora più rilevante in ambito museale, in coerenza con quanto definito da ICOM nel 2022, specie nella parte definitoria che si sottolinea di seguito […] “istituzioni permanenti senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettuano ricerche, collezionano, conservano, interpretano ed espongono il patrimonio materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”. In questo perimetro, i rapporti che gli attrattori museali sono chiamati ad intessere, specie con gli stakeholder del territorio nel quale insistono, implicano l’adozione di modelli manageriali orientati all’innovazione sociale, utili ad incrementare l’interesse di questi ultimi verso lo sviluppo di legami longevi, con dinamiche e meccanismi che si declinano su un duplice binario: consapevolezza e coesione organizzativa interna; consolidamento e sviluppo di relazioni esterne. Gli eventi pandemici recenti, e le sfide imposte dal post-Covid, hanno confermato i trend precedenti, rappresentando occasioni, spontanee o forzate, di ripensamento delle scelte dei decisori dei suddetti attrattori, richiedendo un approccio audience-centered (Bifulco, Tregua, 2022). Sulla base di tali presupposti di scenario, il presente focus indaga la profilazione degli utenti del MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), analizzando longitudinalmente gli effetti diretti o indiretti generati dall’interazione tra di essi nell’arco cronologico 2016-2023, corrispondente ai due mandati della direzione generale del Museo (ex-riforma Franceschini). Tale obiettivo è perseguito attraverso una metodologia qualitativa, misurata da una gap analysis della percezione che i diversi portatori di interessi hanno manifestato in merito alle traiettorie strategiche poste in essere dalla governance museale declinata secondo tre driver (identità, immagine, reputazione), articolati in specifici item di approfondimento in termini di stakeholder engagement