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Guida introduttiva al genere
Cortinarius
in Europa
Federico Calledda • Emanuele Campo
Marco Floriani • Riccardo Mazza
Guida introduttiva al genere
Cortinarius
in Europa
Federico Calledda • Emanuele Campo
Marco Floriani • Riccardo Mazza
Guida introduttiva al genere
Cortinarius
in Europa
ISBN ----
Prima edizione
© 2021 Edizioni Osiride [414]
ino@edizioniosiride.i - www.edizioniosiride.i
© 2021 esi Federico Caedda, Emanuee Campo,
arco Foriani e iccardo azza
© 2021 avoe a coori iccardo azza
Tui i dirii riservai. Nessuna pare di quesa pubbicazione può essere riprodoa
o disribuia con quasiasi mezzo senza ’auorizzazione scria de’ediore.
Illustrazioni
coperina Cortinarius elegantissimus
ronespizio Cortinarius sodagnitus
dorso Cortinarius bibulus
IV di coperina Cortinarius cinnabarinus
Sommario
Prefazione ...............................................................................................................
Ringraziamenti .........................................................................................................
Introduzione ............................................................................................................
Perché queso ibro? ............................................................................................
Sruura de’opera ...........................................................................................
Area eoraca e scea dee specie ....................................................................
Nomencaura ...................................................................................................
Descrizioni e iconoraa ....................................................................................
Il genere Cortinarius ...............................................................................................
Cenni sorici suo sudio de enere Cortinarius ...................................................
Descrizione e deimiazione de enere ................................................................
Sisemaica inraenerica ...................................................................................
Ecooia e disribuzione .....................................................................................
Commesibiià e ossicià ..................................................................................
Lo studio del genere Cortinarius ...............................................................................
accoa e seezione dei esempari ....................................................................
Descrizione dee raccoe ...................................................................................
Fooraa .........................................................................................................
eazioni macrochimiche .....................................................................................
Caraeri microscopici ........................................................................................
Chiavi di deerminazione ....................................................................................
Proezione dei unhi e de’ambiene ..................................................................
Associazionismo e approondimeno ...................................................................
5
Guida illustrata alle specie considerate .....................................................................
Come eere a uida .......................................................................................
Chiave di orienameno ai sooeneri e ai principai ruppi ...................................
Sooenere Cortinarius .....................................................................................
Sooenere Rozites ..........................................................................................
Sooenere Leprocybe ......................................................................................
Sooenere Dermocybe ....................................................................................
Sooenere Telamonia ......................................................................................
Sooenere Phlegmacium .................................................................................
Sooenere Myxacium .....................................................................................
Glossario essenziale ...............................................................................................
Bibliograa ...........................................................................................................
Indice dei taxa .......................................................................................................
6
Prefazione
Tra i appassionai di icooia pochi unhi hanno a ama di essere ‘dicii’ quano i
corinari, proaonisi di queso ibro.
Coorai, eeani, quasi mai appeibii, aora invece eai, e soprauo numerosi. Tan-
o numerosi da ar rienere i enere Cortinarius uno dei più vasi non soo ra i unhi, ma in
ui campi dee scienze naurai, con diverse miiaia di specie ià descrie a iveo mon-
diae e are che venono coninuamene ad aiunersi, soprauo razie a’avveno dea
eneica.
In un momeno ne quae o sudio dei corinari, come peraro queo di ui i unhi, è
sempre più eao a doppio o con e indaini di ipo moecoare, porebbe parere anacro-
nisica a pubbicazione di un’opera divuaiva su’aromeno, ano più se basaa in modo
preponderane su’osservazione dei caraeri ‘da campo‘.
In eei, però, come requenemene ribadio anche in conesi scienici, i moderni
sudi oeneici poiano su basi raii se non sono corroborai da soide basi di conoscenza
anche morooica dei oranismi sudiai, e in queso senso aermiamo decisamene ’im-
poranza per i icooo di sapersi orienare, peromeno a randi inee, nea supeacene
diversià presenaa da quesi unhi.
Ecco quindi che i obieivi perseuii da quesa uida, concreizzaasi nei uimi cin-
que anni, ma concepia parecchio empo prima, ci paiono imporani oi come aora: orni-
re a chi conosce soo sommariamene i corinari un aie compendio ramie i quae enare
di ricondurre e proprie raccoe a ruppo di apparenenza, e in diversi casi anche a una
sinoa specie; inore, proporre spuni d’indaine araverso una bibioraa seezionaa e
per quano possibie aiornaa ae conoscenze auai.
Non spea a noi eencare i prei di queso avoro, pur condando in una sua posiiva
accoienza da pare dei appassionai. Siamo invece consapevoi dei suoi imii: ’escusione
di quache specie imporane, da noi a momeno insucienemene compresa; ’adozione
di una sisemaica non aderene ae più receni indaini oeneiche, ma supporaa da
immediaezza e praicià; sicuramene quache ineviabie errore, de quae ci assumiamo a
responsabiià.
Se ai errori non saranno poi così numerosi o dobbiamo soprauo ai amici che hanno
acceao di rieere ineramene ’opera aiuandoci a miiorara: Aessandro Fellin,
assimo Tasselli, Aessandro Valdagni.
A oro va aiuno i nome di Gemma Vacchelli Mazza (-), che non ha
pouo vedere i compimeno de’opera ma soo apprezzara no a una ase avanzaa di
redazione.
Aa sua indeebie memoria i ibro è dedicao.
gli Autori
7
Ringraziamenti
L’idea di queso ibro è saa concepia ormai dieci anni orsono, e ha quindi preso orma
a parire da ; in queso periodo sono moe e persone che a vario ioo ’hanno resa
possibie e, spesso inconsapevomene, hanno conribuio a miiorara.
In primo uoo Eena Sei di Edizioni Osiride, che ha vouo sosenere un’iniziaiva si-
curamene inedia e oriinae, ma anche per queso piena di inconie. La rande iberà
accordaaci nea scriura e ne’imposazione de voume ci ha permesso di poraro a com-
pimeno senza condizionameni di sora.
In merio ae specie iusrae, non pochi sono cooro che hanno messo a disposizione a
personae esperienza riuardo ad aspei assonomici, nomencaurai e di ara naura, aiu-
andoci aresì a seezionare e specie essenziai da raare. Voiamo per queso rinraziare
Andrea Aiardi, ené-Chares Azéma (†), Geores Becker (†), Francesco Beù, André Bi-
daud, Fabrizio Boccardo, Gianuii Boerio, enao Brozu, aeo Carbone, arco Carabia,
Bruno Ceo (†), obero Cipoone, Giovanni Consiio, arco Conu, Guiaume Eyssar-
ier, Aessandro Fein, onica Fonanari, Niccoò Forin, Georey Kibby, Kare Liimaainen,
Livio Lorenzon, arco e assimo anovani, osana aziero, Jacques eo, einhard
oser (†), Bruno Paoei(†), Emiio Pini, Imre imóczi, assimo Tassei, Aessia Tai,
ario Torei, Gianni Turrini, Aessandro Vadani, Gemma Vacchei azza (†), Ader Zuc-
cherei.
Approondire i enere Cortinarius sinica consuare una moe di oni bibiorache
avoa di dicie rierimeno. Da queso puno di visa ci hanno ornio imporane suppor-
o Jean-iche Beaner, Francesco Beù, arco Bianchi, Jean-Louis Cheype, Bain Dima,
Ursua Peinner, Kar Soop, Aredo Vizzini, Jean-Jacques Wuibau.
Siamo inore rai a quani ci hanno permesso di sperimenare nea didaica acuni
spuni che hanno poi rovao poso ne ibro, o che ci hanno dao supporo oisico durane
escursioni e soiorni micooici in varie ocaià iaiane ed europee. Ne merio, rinraziamo
Caudio Aneini, Enrico Bizio, enao Brozu, arco Donini, auri Lahi, Fabio Padovan,
Esa Piazzi Danzi, ia Ossi Ceo (†), Juhani uosaainen (†), Nicoa Sia, Franco Soiu,
Jukka Vauras.
I ià ciai Aessandro Fein, assimo Tassei e Aessandro Vadani si sono presai a un
meicooso avoro di rieura e conroo dea pubbicazione, che ceramene razie a oro
vede a uce in una orma moo più correa. A Luciana Eccher va a nosra raiudine per
’ospiaià e i supporo oeri in occasione dei inconri preparaivi de ibro.
In concusione, un senimeno paricoare di raiudine va a ui i auori, remoi e
receni, che hanno consacrao e oro enerie ao sudio de enere Cortinarius, producendo
una moe di eeraura che, per quano a voe conraddioria e di dicie inerpreazione,
non ha ao che accrescere i nosro ineresse per quesi unhi.
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Lo studio del genere Cortinarius
Lo studio dei funghi del genere Cortinarius è soggetto ai medesimi criteri applicabili alla
gran parte dei funghi a lamelle. Non ci dilungheremo pertanto su questo tema, sofferman-
doci piuttosto su alcuni aspetti forse poco noti al principiante e su talune particolarità del
nostro genere. Inoltre, verranno forniti spunti per un corretto utilizzo del libro.
Raccolta e selezione degli esemplari
Il genere Cortinarius è, per tradizione, considerato tra i gruppi di funghi “difcili”, per una
serie di motivazioni che includono l’elevato numero di specie, l’incostanza di molti caratte-
ri, nonché la complessità e contraddittorietà della letteratura. È pertanto raccomandabile,
quando si affronta lo studio dei cortinari per la prima volta, selezionare raccolte che siano
rappresentative e che permettano di osservare ogni elemento utile al riconoscimento delle
specie.
Si consiglia pertanto di privilegiare raccolte costituite da più esemplari in diversi stadi di
sviluppo: carpofori molto giovani (che consentiranno di osservare sia il colore d’esordio delle
lamelle, prima della maturazione delle spore, sia la presenza, distribuzione e colorazione dei
veli su cappello e gambo), medio-giovani, medi, medio-adulti e completamente sviluppati,
al ne di apprezzare ogni cambiamento di forma, dimensione e colore, pressoché inevitabile
in relazione a ciascuna fase di accrescimento del fungo. Dal momento che, in relazione a
una data specie, non sempre è possibile disporre di una quantità idonea di materiale fresco,
si raccomanda allo studioso, con ricerche più accurate, di reperire almeno tre esemplari in
altrettante fasi di sviluppo: giovane, medio, maturo.
Descrizione delle raccolte
Come per ogni macromicete, anche riguardo a un cortinario la buona norma (troppo
spesso disattesa) è quella di stilare una descrizione la più obiettiva possibile, che comprenda
ogni carattere o particolare rilevabile con i nostri sensi, cercando di evitare di farsi inuen-
zare dalla letteratura o da nozioni pregresse. Il procedimento ottimale sarebbe quello di
stendere una prima descrizione sul luogo di raccolta, almeno per annotare i tratti essenziali
del fungo, utilizzando – come detto – più esemplari in differenti stadi di sviluppo e una fonte
di illuminazione idonea (luce naturale diffusa). Gli stessi esemplari saranno quindi esaminati
in relazione a tutte le caratteristiche che potrebbero non essere più apprezzabili una volta
distolti dal loro habitat naturale (certi odori, sapori e colori possono infatti svanire o alterarsi
con il tempo, così come taluni veli, o loro residui, potrebbero perdersi in parte o del tutto
con il trasporto del materiale). Ciò in previsione del fatto di non poter descrivere in modo
dettagliato i reperti fungini una volta giunti in altra sede. Occorre inoltre, in un secondo
tempo, procedere con una descrizione vera e propria della raccolta, annotando qualsiasi ele-
mento morfologico e cromatico presente sugli stessi reperti, e compiendo le altre operazioni
necessarie ad una disamina esaustiva (nuovi test olfattivi e gustativi, descrizione dei colori
22
Lo studio del genere Cortinarius
servendosi di appositi codici cromatici, reazioni macrochimiche, osservazioni microscopiche
e altro ancora).
Non essendo sempre possibile trovare il tempo e le condizioni idonee per stilare una
descrizione completa, si rende necessario operare delle scelte. In ogni caso, ciò che deve es-
sere fatto è quel minimo di osservazione e descrizione che consenta di disporre di sufcienti
dati per affrontare le consultazione delle chiavi e la trattazione iconograco-descrittiva, e
avvicinarsi il più possibile al riconoscimento della specie in esame. In sintesi, si considerino i
seguenti parametri:
– le colorazioni primitive delle lamelle (individuare all’interno della raccolta l’e-
semplare più giovane), asportandone delicatamente il velo parziale (quasi sempre
una cortina), se ancora sotteso al margine del cappello;
– le colorazioni dei veli o dei loro residui (molto importanti per l’identicazione
soprattutto di molte Telamonia);
– la presenza di colorazioni o riessi lilla, viola o blu (spesso evanescenti) sulle
superci esterne e nelle compagini del carpoforo; se in apparenza assenti, questi
potranno essere apprezzati variando l’incidenza della luce naturale riessa sulla
supercie desiderata;
– la presenza di odori particolari; al di là di possibili ‘etichettature’ degli stessi odo-
ri, la cosa fondamentale da considerare è quella di odorare una data parte fungina
con la massima concentrazione e in assenza di possibili fonti ‘inquinanti’; le chiavi
e le descrizioni citeranno, all’occorrenza, vari tipi di odore, le cui denizioni do-
vrebbero risultare comprensibili a tutti, riferendosi a entità biologiche o inanima-
te scelte fra quelle più comuni o conosciute;
– le caratteristiche dell’habitat e le piante presenti nella stazione di raccolta. Per
annotare le principali o più numerose piante arboree (ed eventualmente erbacee)
si rende necessaria una certa preparazione, che consenta al determinatore di rico-
noscere le più citate essenze vegetali (partner micorrizici). Per un approccio alla
conoscenza delle piante più importanti e diffuse potrà essere utile la consultazio-
ne di un idoneo manuale.
Fotograa
A integrazione o in sostituzione di una descrizione, chi studia i funghi provvede spesso a
fotografare le raccolte personali, al ne di immortalarne i reperti.
Le tecniche di ripresa sono variegate e ognuna di esse presenta vantaggi e svantaggi: ad
esempio, se la fotograa in habitat consente di ritrarre gli esemplari nelle condizioni ottimali
al momento della raccolta, le fotograe eseguite in una sede ‘asettica’ o ‘di laboratorio’
possono esaltare, anche meglio di quelle in ambiente, alcuni particolari di difcile osserva-
zione, soprattutto nelle specie più minute. Anche l’utilizzo della luce naturale, piuttosto che
del ash, vede fronti contrapposti fra gli appassionati di fotograa: se lo spettro luminoso
del ash è sicuramente più costante, si deve riconoscere che la luce in ambiente consente di
ottenere risultati più facilmente confrontabili con la percezione che l’occhio umano ha dei
colori, in particolare nella gamma dei verdi e dei blu. In denitiva il nostro suggerimento è
quello di adottare sempre la medesima tecnica prescelta, in modo da ottenere uno schedario
fotograco utilizzabile anche per confronti tra raccolte diverse.
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Il genere Cortinarius in Europa
Reazioni macrochimiche
Lo studio dei cortinari non può prescindere dall’impiego di alcuni reagenti chimici, che
è possibile procurarsi con una certa facilità e che consentono in molti casi di confermare o
smentire delle ipotesi di identicazione in modo rapido e agevole. Il corredo del cortinariolo-
go deve quindi necessariamente includere:
– idrossido di potassio (KOH) con concentrazione del 20-30 %: è il reagente fonda-
mentale nello studio dei cortinari, in particolare per il sottogenere Phlegmacium.
La reazione della potassa sulla carne o sulle superci del cappello e del gambo
può fornire informazioni talora risolutive ai ni dell’identicazione di numerose
specie; pensiamo ad esempio alla reazione gialla o bruna con bordo giallo dei
Phlegmacium della sez. Variecolores, oppure alle vivaci reazioni rosa-rosse di
Cortinarius dibaphus, C. sodagnitus e C. aureopulverulentus. La reazione al KOH
viene per contro denita negativa o non signicativa quando non provoca alcun
cambiamento cromatico o dà luogo a tenui colorazioni giallastre, brunastre o in-
distinte;
– idrossido di sodio (NaOH) alla medesima concentrazione: è un reattivo di scarso
utilizzo, giudicato equivalente al KOH;
– reagente di Lugol e reagente di Melzer: trovano un utile impiego per la delimita-
zione, in seno al sottogenere Phlegmacium, nel gruppo dei Purpurascentes e degli
Scauri, nei quali la carne si colora di rosso vinoso;
– tintura di guaiaco: utile per l’identicazione di alcune specie, che possono forni-
re reazioni colorate: a titolo di esempio, blu nella carne di Cortinarius dibaphus
e C. spadicellus; blu-verde in C. balteatoalbus e C. claricolor; verde energico in
C.balteatocumatilis; giallo cromo in C. aureopulverulentus;
– solfato ferroso (FeSO4) in soluzione acquosa: valido per l’identicazione di alcu-
ne specie che possono produrre reazioni, di solito, sui toni del verde; per esempio
verde nella carne di Cortinarius callisteus e C. odorifer; verde tendente all’oliva
in C.cinnamomeoluteus; grigio-bruno-olivastro in C. corrosus;
– fenolo in soluzione acquosa al 3 %: numerose specie di diversi sottogeneri reagi-
scono con colorazioni variabili; ad esempio, rosso vinoso in Cortinariusbalteatus,
C.caesiocanescens e C.largus; giallo con alone porpora in C.elatior; violaceo
fusco in C.orellanus; brunastro in C.variecolor e C.salor.
– cloruro ferrico (FeCl
3) in soluzione acquosa: questo preparato, noto come rea-
gente di Pöder (o come reagente di Høiland, in una sua variante addizionata con
acido cloridrico), viene utilizzato in un semplice test che permette di vericare
l’esistenza di orellanina (la tossina che caratterizza la velenosità potenzialmente
mortale dei già citati Cortinarius orellanus e C. orellanoides); in presenza di orel-
lanina si ha dunque una reazione di colore violaceo (di notevole interesse in cam-
po tossicologico), che può essere riscontrata tanto sulla carne del fungo, quanto
su estratti acquosi (cfr. Fontanari, 2008).
Le reazioni chimiche vengono di regola testate semplicemente applicando una goccia del
reagente sulla supercie interessata (cuticola del cappello, carne, velo, lamelle, micelio) e
valutando l’eventuale cangiamento (reazione positiva), istantaneo o apprezzabile nel giro di
qualche minuto.
24
Lo studio del genere Cortinarius
È di tutta evidenza come le reazioni chimiche non vadano sperimentate per mera curio-
sità: esse assumono un signicato particolare quando sono menzionate in una chiave, per
separare specie o gruppi di specie, oppure qualora vengano indicate come diagnostiche in
determinati casi. Sottolineiamo ciò in quanto è concreto il rischio di sopravvalutare una o più
macroreazioni, che in alcuni gruppi tassonomici si ripetono in modo monotono e quindi nulla
aggiungono riguardo all’identicazione della specie.
Per una più ampia panoramica delle reazioni macrochimiche utilizzate nello studio dei
cortinari rimandiamo a Consiglio & al. (2003-2012 [6]).
Caratteri microscopici
Lo studio della microscopia nel genere Cortinarius riveste una notevole importanza e
rivela caratteri determinanti sia per il riconoscimento delle singole specie, sia per la delimi-
tazione delle sezioni.
Poiché il presente volume propone un approccio al genere basato prevalentemente sui
caratteri macromorfologici e macrochimici, una trattazione approfondita degli aspetti legati
alla microscopia esula dai nostri scopi. Tuttavia, l’osservazione delle spore dei cortinari non
pone particolari difcoltà e ci sentiamo quindi di raccomandarla vivamente al determinatore,
unitamente a una loro misurazione accurata.
Le spore saranno se possibile prelevate da residui della cortina sul gambo o, in alternati-
va, dalle lamelle di un esemplare ben sviluppato, al ne di poter osservare spore già mature.
L’osservazione potrà essere effettuata in acqua oppure, nel caso di materiale essiccato,
in KOH al 5 % o ancora utilizzando il reagente di Melzer; quest’ultimo consentirà di rilevare
anche l’eventuale reazione destrinoide, carattere del quale in tempi recenti è stata posta in
rilievo l’utilità, come già avvenuto per altri generi di funghi ocrosporei (ad esempio Hebe-
loma). L’osservatore avrà cura di misurare un buon numero di spore (non meno di 20) per
ciascuna raccolta, al ne di determinare la gamma di variabilità delle dimensioni. Oltre alla
misurazione, saranno rilevanti forma e ornamentazione della supercie.
Diversità di dimensioni, forma e ornamentazione sporale nel genere Cortinarius
1. C. vibratilis. 2. C. ochrophyllus. 3. C. claricolor. 4. C. callisteus. 5. C. caesiocorti-
natus. 6.C.conicus. 7.C.anomalus. 8. C. helvelloides. 9. C. praestans. 10.C.trivialis.
11.C.pseudoglaucopus. 12.C.scaurus. 13.C.velicopia. 14.C.violilamellatus. 15.C.vari-
us. 16.C.croceoconus.
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Sottogenere Dermocybe
Questo gruppo di cortinari, che secondo gli studi più moderni comprende circa 35 specie
in Europa, è stato trattato da diverse scuole tassonomiche con ranghi differenti, assumen-
do anche la dignità di genere autonomo; le trattazioni più moderne tendono a considerarlo
semplicemente una sezione del sottogenere Cortinarius; in questa sede, per ragioni pratiche,
preferiamo continuare a separare le Dermocybe a livello sottogenerico.
Se da un punto di vista chimico è la presenza di pigmenti antrachinonici a caratterizzare
questo raggruppamento, macroscopicamente le Dermocybe possono essere riconosciute per
le colorazioni vivaci (gialle, aranciate, rosse) presenti almeno sulle lamelle, ma più frequen-
temente sull’intero carpoforo, per il portamento più o meno collibioide (in qualche caso ino-
ciboide) e per le superci del tutto asciutte, spesso quasi feltrate e in genere prive di igrofa-
neità. Rispetto a questo quadro fanno eccezione C. chrysolitus e le entità afni (Dermocybe
sfagnicole con colorazioni prevalentemente olivastre), mentre tra le specie di altri gruppi che
potrebbero essere confuse con le Dermocybe vanno menzionati in particolare C. gentilis (41)
e C. cinnabarinus (29), oltre ovviamente alle Leprocybe – trattate nelle pagine precedenti –
che esibiscono un portamento in genere un po’ più robusto.
Carattere essenziale per la distinzione delle diverse specie sono le colorazioni delle la-
melle nei carpofori giovani, che devono quindi essere raccolti e osservati con grande atten-
zione. In questo modo le specie qui illustrate possono essere così suddivise:
Lamelle
giallo vivo
Lamelle
giallo olivastro
Lamelle
arancio
Lamelle rosso vivo,
rosso sangue
14-18
C. croceus
C. cinnamomeoluteus
C. bataillei
C. croceoconus
C. uliginosus
19-20
C. olivaceofuscus
C. chrysolitus
21-24
C. cinnamomeus
C. malicorius
C. sommerfeltii
C. lignicola
25-28
C. sanguineus
C. purpureus
C. semisanguineus
C. pseudofervidus
(cfr. C. cinnabarinus)
Chiave D. Sottogenere Dermocybe
Nel caso non si trovasse in questa chiave una corrispondenza convincente, si valutino
anche le specie del sottogenere Leprocybe (pag. 36), che comprende cortinari con colo-
razioni analoghe ma tendenzialmente con portamento più robusto, tricolomoide. Si con-
frontino altresì le specie di Telamonia trattate nella chiave T1 (pag. 62), con possibilità di
colorazioni vivaci almeno in parte.
1. Lamelle nel fungo giovane di colore intensamente rosso sangue, o perlomeno rosso con
riessi aranciati ................................................................................................ 2
× Lamelle nel fungo giovane gialle, giallo-olivastre o arancio, ma non rosse ............... 6
2. Carpofori interamente di colore rosso, anche su cappello e gambo ......................... 3
× Colorazioni rosse localizzate nelle lamelle ed eventualmente nel velo .................... 4
47
Guida illustrata alle specie considerate
3. Carpofori interamente di colore rosso sangue; cuticola con aspetto da brilloso a fel-
trato, scarsamente igrofana.
Cortinarius sanguineus (25)
[Taxa afni: C.puniceus, C.vitiosus, C.mirandus]
× Carpofori interamente rosso-aranciati o color cinabro; cuticola del tutto liscia e spicca-
tamente igrofana.
cfr. Cortinarius cinnabarinus (29) (sottogenere Telamonia)
4. Presenza sul gambo e spesso anche al margine del cappello di un evidente velo rosso
brilloso.
Cortinarius purpureus (26)
× Assenza di velo rosso sul gambo ......................................................................... 5
5. Lamelle di colore intensamente rosso sangue, contrastanti con il gambo chiaro e il cap-
pello giallo-olivastro.
Cortinarius semisanguineus (27)
[Taxa afni: C.ominosus, C.cruentiphyllus, C.tinctorum]
× Lamelle di colore rosso tendente all’arancione ferruginoso, cappello bruno-aranciato,
bruno-giallastro.
Cortinarius pseudofervidus (28)
6. Lamelle nel fungo giovane di colore prevalentemente giallo, eventualmente con riessi
o toni olivastri .................................................................................................. 7
× Lamelle nel fungo giovane da aranciate a color cannella vivace ............................ 13
7. Carpofori interamente di colore giallo, anche sul cappello; crescita in associazione con
salici, sia in ambienti ripariali che in zona alpina.
Cortinarius cinnamomeoluteus (15)
× Carpofori con colorazioni più scure, brune od olivastre, almeno sul cappello ........... 8
8. Presenza di colorazioni francamente olivastre almeno sul cappello, spesso anche nelle
lamelle del fungo giovane .................................................................................. 9
× Colorazioni olivastre assenti o meno evidenti, limitate al cappello ....................... 10
9. Fungo con colorazioni olivacee dominanti sul cappello e sulle lamelle, tipicamente cre-
scente tra gli sfagni in ambienti di torbiera; portamento spesso molto slanciato.
Cortinarius chrysolitus (20)
[Taxa afni: C.huronensis, C.davemallochii]
× Fungo con cappello bruno-olivastro e lamelle gialle con riessi oliva, associato a latifo-
glie in ambienti non particolarmente umidi; portamento più tozzo e carnoso.
Cortinarius olivaceofuscus (19)
10. Cappello con toni rosso laterizio e presenza di velo rosso sul gambo, almeno nei giovani
esemplari; crescita in associazione con salici.
Cortinarius uliginosus (18)
× Carpofori con colorazioni rosse meno vistose ..................................................... 11
48
Sottogenere Dermocybe
11. Gambo decorato da un velo a bande bruno-olivastre solitamente ben evidenti; presen-
za alla base del gambo di una colorazione aranciata più o meno estesa.
Cortinarius bataillei (16)
× Velo meno vistoso o di colore diverso ................................................................ 12
12. Carpofori con cappello convesso, di colore prevalentemente brunastro, anche discre-
tamente carnosi; gambo giallastro, senza decorazioni evidenti; specie molto frequente
nei boschi di peccio, anche su suoli non particolarmente umidi.
Cortinarius croceus (14)
[Taxa afni: C.holoxanthus, C.aureifolius]
× Carpofori con cappello spesso conico e quindi con umbone acuto, con portamento esile
e slanciato; gambo spesso con tracce di velo arancio-rossastro; specie rara, tipicamente
crescente tra gli sfagni in ambienti molto umidi.
Cortinarius croceoconus (17)
13. Carne con tonalità olivastre ben evidenti, margine del cappello arancione vivace negli
esemplari giovani e ben conservati.
Cortinarius malicorius (22)
× Carne gialla o giallastra, eventualmente con toni verdi oliva appena accennati; margine
del cappello non decisamente aranciato ............................................................ 14
14. Cappello con zonature concentriche più scure, lamelle di un colore arancione-bruno
non particolarmente vivace.
Cortinarius sommerfeltii (23)
× Cappello privo di zonature concentriche, lamelle di colore arancio vivace negli esem-
plari giovani ................................................................................................... 15
15. Fungo di colore arancio-brunastro o cannella in ogni sua parte, con velo da giallo a
brunastro, non molto contrastante sulla supercie del gambo.
Cortinarius cinnamomeus (21)
[Taxa afni: C.cinnamomeobadius, C.eleonorae]
× Presenza di un velo rossastro sul gambo; crescita tipicamente su legno degradato di
abete bianco.
Cortinarius lignicola (24)
14. Cortinarius croceus (Schaeff.) Gray
≡ Agaricus cinnamomeus var. (d) croceus Schaeff., nom. sanct. — Dermocybe crocea
(Schaeff.) Mos.
= Dermocybe cinnamomeolutea var. porphyreovelata Mos. — Cortinarius thiersii Ammirati &
A.H. Sm. — Cortinarius norvegicus Høil. — Cortinarius polaris Høil. — Cortinarius sylvae-
norvegicae Høil. — Cortinarius pseudoanthracinus Reumaux
Cappello 2-5 cm, da emisferico a convesso, quindi disteso, di forma abbastanza regolare; cu-
ticola asciutta, feltrata, olivastra o più o meno fulva. Lamelle mediamente tte, di un giallo
vivace o giallo oro, via via color cannella, inne rugginose con la maturazione delle spore.
Gambo 3-8 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, giallo, spesso con diffusi residui velari concolori o bruni.
49
Guida illustrata alle specie considerate
Carne giallognola. Odore e sapore non particolari. Spore 7,4-9,4 × 4,4-5,6 µm, ellittiche, con
verruche non molto pronunciate. Habitat: boschi umidi di conifere, per lo più sotto Picea su
suolo muscoso, in terreno non troppo umido, spesso anche in tratti erbosi aperti.
Osservazioni: è una delle Dermocybe più comuni nelle zone di montagna, riconoscibile (nelle
forme più classiche) per il portamento collibioide, le lamelle di una luminosa tinta dorata
negli esemplari giovani e l’assenza di colorazioni eclatanti nel velo. Tra le specie simili va
menzionato in primo luogo C. cinnamomeoluteus(15) (associato però a salici), diverso per
il cappello con toni gialli più pronunciati, per le spore più lunghe e il portamento di regola
più slanciato. Estendendo il confronto alle specie con velo colorato, elenchiamo: C. batail-
lei(16), caratterizzato dalla presenza di colori arancio fuoco alla base del gambo, anche in-
ternamente; C. croceoconus(17), distinto per la presenza di brillosità velari arancio-rosse
sul gambo e per la forma sempre conica del cappello; C. aureifolius Peck, specie americana
rinvenuta in pochissime occasioni in Europa, riconoscibile per i residui velari brunicci sul gam-
bo e le lamelle di un giallo quasi aranciato; quest’ultima specie può essere identicata con
facilità al microscopio, avendo spore quasi cilindriche (forma inusuale nell’ambito delle altre
Dermocybe qui illustrate). Citiamo anche C. holoxanthus (Mos. & I. Gruber) Nezdojm., re-
centemente segnalato da Fellin & al. (2020) per l’Italia, tra i taxa confondibili con C.cro-
ceus. ⧫Una recente revisione delle Dermocybe europee è stata condotta, con il conforto
delle analisi genetiche, da Bidaud & al. (1990-2017 [24]): da tale studio è emersa una
variabilità sorprendente di C.croceus: il cospicuo elenco di sinonimi qui riportati è ripreso
proprio da quest’opera e include addirittura aspetti con colorazioni del tutto devianti da
quello più classico della specie. Inoltre, vengono proposte alcune specie molto somiglianti
sul piano macroscopico (per esempio C.incognitus Ammirati & A.H. Sm.), allo stato attuale
di malagevole differenziazione.
15. Cortinarius cinnamomeoluteus P.D. Orton
≡ Dermocybe cinnamomeolutea (P.D. Orton) Mos.
= Dermocybe saligna Mos. & Gerw. Keller
Cappello 2-4 cm, in principio conicheggiante, quindi convesso, inne più o
meno disteso, con forma regolare e umbone persistente; cuticola asciutta, liscia o appena
brilloso-feltrata, da giallo a giallo-oliva, piuttosto vivace, con l’età talvolta decisamente
più scura. Lamelle tte, subconcolori al cappello, poi di un tono cannella, rugginose con la
maturazione delle spore. Gambo 3-7,5 × 0,3-0,7 cm, cilindraceo, paglierino o giallo, come il
velo. Carne giallastra. Odore e sapore trascurabili. Spore 8,7-11 × 5,2-6,6 µm, lungamente
ellittiche, verrucose. Habitat: in probabile associazione con diverse specie di Salix, dai boschi
igroli a bassa quota no agli ambienti di saliceto subalpino e alpino, sempre con un buon
tasso di umidità; poco comune.
Osservazioni: specie valutata in modo difforme da vari autori e la cui corretta interpreta-
zione è stata ben chiarita da Høiland (1983); una recente iconograa, molto signicativa,
è proposta in Brandrud & al. (1990-2014 [5]). La crescita in associazione con salici e le
colorazioni gialle diffuse sull’intero sporoforo (per quanto non siano da escludere anche in
questa specie colorazioni più cariche, con l’età) sembrano essere due indizi importanti per la
sua identicazione e distinzione rispetto a C. croceus(14), con il quale può essere confuso.
Da sottolineare, inoltre, per C.cinnamomeoluteus, le dimensioni sporali tra le più grandi per
il sottogenere Dermocybe.
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Sottogenere Telamonia
Moënne-Locc. & Reumaux, dal portamento più boletoide, cappello bruno-violaceo, spesso
con il centro dissociato in squame, e spore più larghe.
77. Cortinarius brunneotinctus
Niskanen, Liimat., Ammirati, André Paul & Lebeuf
= Cortinarius muricinus Fr. s. Bidaud & al.
Cappello 4-9 cm, da subgloboso a piano-convesso, feltrato, non igrofano, di una tinta viola-
azzurra più o meno uniforme e accentuata, virante, in età, al bruno-ferruginoso o al rosso
mattone a partire dal centro; supercie rivestita da un tto velo sericeo lilla che, negli esem-
plari adulti, permane sotto forma di sottili placche biancastre, sparse. Di norma il margine, a
lungo involuto e raramente spianato, mantiene le tinte violette d’esordio. Lamelle tte, sub-
concolori al cappello, talora bluastre come in C.cyanites, poi su toni bruni dominanti e con
lo eroso, concolore. Gambo 7-12 × 1-2,5 cm, claviforme, viola chiaro, rivestito da un velo
sericeo, lillacino, che lascia, sulla metà inferiore, diversi residui occosi; per manipolazione
questi residui, al pari della supercie del gambo, assumono tinte ferruginose. Carne compat-
ta, violetta, biancastra alla base. Odore più o meno rafanoide, ma distintamente mielato,
per qualche secondo, al taglio; sapore insignicante. Spore 7-8,5 (-9) × 5,5-6 µm, da ovoidi
a ovato-ellissoidi, con verruche medie e isolate. Habitat: in piccoli gruppi, in boschi umidi di
conifere (Picea, Abies, Pinus), talvolta anche misti con Fagus.
Osservazioni: questa specie descritta dal Canada (Niskanen, Liimatainen & al., 2012)
e recentemente segnalata per la Francia (Armada, 2020) è stata da noi osservata in diver-
se località del Nord-Est Italia, identicandola come C.simulatus P.D. Orton. Quest’ultima
specie è probabilmente afne a C. brunneotinctus, e lo studio genetico del typus potrebbe
chiarirne denitivamente l’identità. La specie qui descritta, interpretata da Bidaud & al.
(1990-2017 [15]) come C.muricinus, può essere inquadrata grazie all’iniziale copertura di
un velo sericeo, lillacino, in seguito alla scomparsa del quale la supercie pileica si presenta
feltrata, di un violetto-azzurro anche intenso, per volgere presto a tonalità bruno-rossastre,
sia spontaneamente sia per manipolazione; completano il quadro identicativo il caratteri-
stico odore e le spore di forma ovoidale. Le specie più vicine, con le quali può anche condivi-
dere l’habitat, sono C.camphoratus (67) e C.alboviolaceus (68): in queste specie, tuttavia,
la tinta violetta di fondo è sempre molto più tenue, il portamento è diverso, il cappello non
è feltrato e le spore hanno forma e dimensioni diverse. Inne, C.camphoratus emana un
caratteristico odore di buccia di patata, mentre C.alboviolaceus è pressoché inodore. Consi-
derato il fatto che C.brunneotinctus è, a nostro giudizio, poco confondibile con altre specie,
riteniamo che le scarse segnalazioni siano dovute in primo luogo a una sua effettiva rarità.
78. Cortinarius evernius (Fr.) Fr.
≡ Agaricus evernius Fr., nom. sanct.
= Cortinarius scutulatus (Fr.) Fr. s. Mos.
Cappello 3-8 cm, campanulato o più o meno emisferico da giovane, poi aper-
to con forma irregolare e basso umbone ottuso. Supercie igrofana, talvolta lacerata in pic-
cole squamule, brillosa, dapprima di un viola più o meno distinto, anche scuro, poi castana
con riessi porporini; ocra-giallastra con tempo asciutto; margine a lungo convesso, spesso
ondulato, con vistosi residui di velo bianco. Lamelle piuttosto spaziate, bruno-violacee poi
brune, ma con riessi purpurei; lo più o meno accidentato, più chiaro. Gambo 5-13 × 0,7-
113
Guida illustrata alle specie considerate
78.
C.evernius
79.
C.cagei
80.
C.kauffmanianus
114
Sottogenere Telamonia
1,5 cm, slanciato, cilindraceo, di solito con base rastremata; violetto in particolare nel tratto
inferiore e ricoperto su tutta la lunghezza da una densa brillosità, alla quale si sovrappone
uno spesso velo biancastro che origina, oltre a delle bande disposte a zig-zag, una zona anu-
lare non sempre denita. Carne ocracea nel cappello, ma di una tinta violacea nel gambo
che si intensica in direzione della base. Odore quasi nullo oppure intensamente rafanoide;
sapore non particolare. Spore 9,5-11 × 5,3-6,5 µm, da ellissoidi a subamigdaliformi, con
verruche di medie dimensioni. Habitat: in piccoli gruppi, spesso di 2-3 esemplari connati, in
foreste mature di Picea, umide e muscose.
Osservazioni: è una delle Telamonia nella quale i colori blu-violacei su lamelle e gambo sono
sempre evidenti, almeno in gioventù; di buona taglia, si caratterizza per il cappello bruno-
rossastro molto igrofano, il gambo di norma attenuato in basso che, sezionato, mostra una
tinta viola intensa, in particolare verso la base. Il velo bianco, appariscente, riveste il gambo
lacerandosi in bande non sempre distinte né complete. C. imbutus Fr., specie presente nelle
peccete umide, somiglia a C.evernius, ma se ne differenzia per la carne del gambo colorata di
violetto solo all’apice, l’odore fra il terroso e il rafanoide e le spore più piccole. C. tortuosus
(Fr.) Fr., anch’esso con la carne di colore violetto connato alla sola sommità del gambo, ha
portamento più gracile, velo meno abbondante, lamelle bruno-rossicce prive di toni violacei
e spore più piccole. C. agathosmus(74) può avere una silhouette simile a C.evernius ma,
oltre a essere provvisto di un velo membranoso, esala un odore dolciastro di frutta fermen-
tata. ⧫Le Telamonia del gruppo di C. evernius (sez. Bicolores) sono state oggetto di un
recente approfondimento da parte di Liimatainen & al. (2017); tra le diverse, interessanti
conclusioni che emergono da questa pubblicazione, va segnalata la probabile sinonimia con
C. scutulatus (perlomeno nell’interpretazione di Moser), tradizionalmente considerato di-
stinto da C. evernius per le colorazioni blu-viola più pronunciate e il forte odore rafanoide.
79. Cortinarius cagei Melot
= Cortinarius bicolor Cooke, nom. illeg.
Cappello 2-4 cm, all’inizio conico-campanulato, poi largamente campanula-
to con umbone ottuso; supercie igrofana, di un bel colore bruno-rossastro,
impallidente al giallo paglierino per disidratazione; margine a lungo convesso, con breve
striatura e sempre chiaro per la presenza di una densa brillosità di origine velare. Lamelle
subrade, ocracee, con vaghi riessi violacei, in seguito rugginose con lo più chiaro. Gambo
4-8 × 0,4-0,8 cm, cilindrico con base attenuata, di un vivace colore azzurro-violetto, che per-
mane nella parte bassa, sbiancando invece nella porzione sommitale. Il velo, bianco e fugace,
non lascia che poche occosità sparse e indistinte sul gambo. Carne ocracea nel cappello,
violacea nel gambo. Odore rafanoide, sapore trascurabile. Spore 8-9,2 × 5,5-6 µm, ellissoi-
di o subamigdaliformi, con verrucosità più marcata all’apice. Habitat: gregario o cespitoso,
presso diverse latifoglie (Carpinus, Corylus, Fagus).
Osservazioni: specie ben caratterizzata e, già sul campo, di relativa agevole identicazione,
in virtù della crescita presso latifoglie e il portamento tipico da Duracini (cappello campanu-
lato e gambo attenuato alla base, subradicante), afancato da tinte viola-azzurrate che in-
teressano l’intera supercie stipitale. Escludendo pertanto tutti i Duracini ai quali mancano
colorazioni violette così marcate, l’unica specie che ne condivide il portamento è C. evernius
(78), diverso però per la presenza di un denso velo biancastro sul gambo che si dissocia in
bande, il cappello bruno castano, spianato nello stadio adulto e la crescita in peccete umide.
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185. Cortinarius veraprilis
Chevassut, Rob. Henry & G. Riousset
Cappello 5-10 cm, da emisferico a convesso, ben presto pianeggiante ma
con margine a lungo involuto; cuticola poco viscida e soltanto nelle fasi iniziali sericea, quasi
glassata a tempo secco, dapprima di un colore blu sporco, grigio-blu o grigio con riessi
violetti, in seguito invasa da tinte ocra-rugginose (al margine, tuttavia, possono permanere
tracce dei primitivi cromatismi), e ricoperta da placche di velo ocra-bruno. Lamelle uncinate,
mediamente tte, di colore blu inchiostro, poi grigio bluastre, inne sfumate di ocra-ruggine;
lo più chiaro. Gambo 4-8 × 1-2,5 cm, di regola corto, obeso e svasato verso l’apice, mol-
to carnoso, con bulbo ingrossato e marginatura incostante; subconcolore al cappello, ocra-
giallastro nella porzione basale. Carne consistente, chiara, con sfumature blu nel gambo,
ocracea nel bulbo. Odore e sapore trascurabili. KOH bruno chiaro, non signicativo, tanto
sul cappello quanto nella carne. Spore 9,2-10,5 × 5,4-6,5 µm, da amigdaliformi a ellittiche,
alcune con papilla piuttosto pronunciata, ornate da numerose piccole verruche. Habitat: in
primavera, tipicamente nei mesi di marzo e aprile, in ambiente mediterraneo, di solito presso
Quercus ilex su substrato calcareo.
Osservazioni: taxon pressoché inconfondibile sul campo per la crescita nei mesi primaverili
in ambiente mediterraneo, il portamento tricolomoide e tarchiato, nonché per le lamelle di
un blu profondo all’esordio.
186. Cortinarius purpurascens Fr.
= Cortinarius eumarginatus Bidaud, Carteret & Reumaux
Cappello 4-11 (-15) cm, da emisferico a convesso, quindi espanso, di colore
variabile dal grigio-bruno al grigio-bluastro, no al marrone-fulvo; supercie
viscida, brillosa, con piccole macchie di umidità presenti soprattutto verso il margine e, nel-
la medesima area perimarginale, spesso con un alone igrofano più scuro della tinta di fondo.
Lamelle uncinate, piuttosto tte, violette o grigio-blu, in seguito sempre più brune. Gambo
4-8 × 1-2 cm, con bulbo più o meno marginato; sericeo, blu-viola, presto scolorito. Velo re-
siduo blu-violetto al margine del bulbo. Carne compatta, pallida con sfumature concolori al
gambo, più frequenti in prossimità del suo apice. Si osserva un peculiare viraggio al porpora-
violetto, esaltato dallo stronio e che interessa anche la supercie del gambo e le lamelle.
Odore forte, mielato, sollecitando in particolare la supercie del gambo; sapore non signi-
cativo. KOH negativo in ogni parte; reazione con il reagente di Lugol caratteristicamente
rosso-porpora. Spore 7,9-8,9 × 4,6-5,2 µm, da ellittiche a amigdaliformi, molto verrucose.
Habitat: dalla tarda estate all’autunno inoltrato, in boschi freschi di latifoglie e conifere, su
terreno ricco di sostanza organica, ma non necessariamente calcareo.
Osservazioni: in base a recenti studi genetici (Saar & al., 2014) si è potuto constatare
come, in Europa, esistano cinque specie nella sez. Purpurascentes, accomunate da caratteri
macromorfologici quali il viraggio delle superci al porpora-violetto per manipolazione o
stronamento, l’odore mielato e la reazione positiva della carne con il reagente di Lugol.
C.purpurascens, oltre che per tali caratteristiche, si distingue per le dimensioni sporali sensi-
bilmente inferiori rispetto ai taxa vicini. C.subpurpurascens (Batsch) J.Kickxf. (=C.purpu-
rascens var. largusoides Rob. Henry) si presenta pressoché privo di toni violetti sul cappello,
con gambo clavato o tutt’al più con bulbo arrotondato (di rado spigoloso), spore più larghe e
crescita presso latifoglie (quercia, faggio), di preferenza su terreno acido.
227
Sottogenere Phlegmacium
187. Cortinarius porphyropus (Alb. & Schwein.) Fr.
≡ Agaricus porphyropus Alb. & Schwein.
= Cortinarius porphyropus var. porphyrophorus Reumaux
Cappello 3-7 cm, da emisferico a convesso, quindi espanso con margine a lun-
go involuto; grigio chiaro con sfumature incostanti malva-violette, poi grigio tortora, crema-
grigio-bruno. Supercie viscida all’esordio, con presenza di brille innate e macchie o zone
igrofane più scure. Lamelle uncinate, non molto tte, di colore grigio-violetto o blu-viola
più o meno intenso, via via sempre più grigio-brunastre. Gambo 4-12 × 1-1,5 cm, slanciato,
186.
C.purpurascens
187.
C.porphyropus
228
Guida illustrata alle specie considerate
cilindraceo o appena clavato; supercie un po’ sericea, dapprima subconcolore alle lamelle,
scolorente al grigio chiaro con l’età, con rade tracce di velo biancastro. Carne tenera, pallida,
con manifeste tonalità viola nel cappello e nel tratto superiore del gambo. Viraggio evidente
al color porpora-viola, che interessa anche la supercie del gambo e le lamelle. Odore mie-
lato, ben percepibile per stronamento soprattutto della supercie dello stipite; sapore non
indicativo. KOH negativo in ogni parte; reazione con il reagente di Lugol caratteristicamen-
te rosso-porpora. Spore 8,4-9,5 × 5,3-6,1 µm, ellittiche, distintamente verrucose. Habitat:
dall’estate all’autunno, negli ambienti di bordura o lungo sentieri, in boschi freschi di Betula,
su terreno umido o meno; non molto comune.
Osservazioni: specie dall’aspetto piuttosto anonimo che, nel suo insieme, può rievocare
qualche entità del sottogenere Telamonia e perno specie del sottogenere Myxacium; non-
dimeno, un’adeguata analisi dei succitati caratteri ne consentono un relativo, agevole rico-
noscimento. Il taxon più vicino è senza dubbio C.subporphyropus Pilát, che ne condivide il
viraggio e le colorazioni complessive, quantunque si discosti per il cappello con toni violacei,
le dimensioni più contenute, la presenza incostante di un bulbo basale e la crescita in boschi
caldi di latifoglie, in terreni tendenzialmente acidi (Saar & al., 2014). C.anomalus(61) e
i taxa a esso afni presentano portamento e colorazioni quasi sovrapponibili a C.porphyro-
pus, ma sono caratterizzati da supercie pileica pressoché asciutta, assenza di viraggio e,
invece, presenza di velo bianco-giallognolo sul gambo, nonché odore differente. Le specie del
sottogenere Myxacium avrebbero, in primo luogo, supercie del gambo più o meno viscida.
188. Cortinarius atrovirens Kalchbr. subsp. atrovirens
Cappello 5-10 (-14) cm, da emisferico a convesso, inne appianato, intera-
mente giallo-verde o verde-nerastro (nelle forme intermedie, anche tutto
verde oliva), via via sempre più marrone scuro, quasi nero, a partire dal cen-
tro; supercie viscida, rivestita da ni brille nerastre, anche associate a placche di questo
stesso colore. Lamelle uncinate, assai tte, giallo zolfo con riessi olivacei; lo più chiaro, di
norma integro. Gambo 3-10 × 1-2 cm, tozzo e robusto, subconcolore alle lamelle, con ten-
denza, in età, a imbrunire a partire dalla base; bulbo più o meno marginato e micelio basale
giallo zolfo. Carne soda, di colore giallo vivo nel tratto inferiore e nella zona subcorticale
del gambo, più chiara altrove. Odore abbastanza intenso, speziato, come di pepe nero; sa-
pore non particolare. KOH bruno-nero sulla cuticola del cappello, verde marcio nella carne.
Spore 9,2-10,8 × 5,7-6,5 µm, da amigdaliformi a subpapillate, ornate di verruche grossolane.
Habitat: cresce dalla ne dell’estate all’autunno inoltrato, in boschi freschi e umidi di conife-
re, soprattutto di Abies alba (con minore frequenza presso Fagus), su terreno calcareo; negli
ultimi anni è stato trovato, seppur di rado, anche in querco-carpineti termoli.
Osservazioni: le raccolte con lamelle violette all’esordio e associate a latifoglie termole
sono ascritte alla subsp. ionochlorus(189), un tempo considerata specie a sé stante. C.odo-
ratus(190), in alcune forme molto carnose, può ricordare C.atrovirens, sebbene presenti
carne quasi bianca e un forte odore di ori d’arancio. C.avovirens(204), pur potendo con-
dividere l’habitat della specie descritta, ha cappello con tonalità più chiare, mediamente
giallo-brunastre, e carne di un pallido colore giallognolo; inoltre, al taglio, emana un forte
odore farinaceo. C.xanthochlorus(208), specie tipica dei cerreti con substrato subacido,
esibisce una supercie pileica più asciutta, con tinte verdi diffuse solo nello stadio giovanile
e carne con tinte gialle meno vivide.
229
Sottogenere Phlegmacium
189. Cortinarius atrovirens subsp. ionochlorus
(Maire) Vizzini & Gasparini
≡ Cortinarius ionochlorus Maire
Cappello 4-8 (-12) cm, da emisferico a convesso, poi piano, tutt’al più un po’ concavo negli
esemplari vetusti, interamente sui toni del giallo-verde, oppure verde-nerastro sfumato di
bruno-oliva soprattutto verso il centro; cuticola viscida, segnata da ni brille di un verde
molto scuro, quasi nero. Lamelle abbastanza tte, uncinate, da viola-lilla intenso a grigio-lil-
la, progressivamente sempre più rugginose; lo seghettato. Gambo 4-7 × 1-1,5 cm, da tozzo
e robusto a esile e slanciato, munito di bulbo con marginatura anche evidente; supercie di
colore giallo-verde più o meno chiaro. Velo, al margine del bulbo, e micelio basale sfoggiano
un bel colore giallo zolfo. Carne di un giallo vivace, con componenti verdognole nel bulbo
e nella zona marginale del gambo, più chiara altrove. Odore speziato non molto intenso,
che ricorda il pepe nero; sapore mite. KOH bruno-nero sul cappello (tuttavia incostante),
verde oliva nella carne. Spore 9,4-10,7 × 5,8-6,6 µm, da amigdaliformi a subpapillate, gros-
solanamente verrucose. Habitat: in autunno, in boschi termoli presso querce caducifoglie e
sempreverdi, su terreno calcareo; per nostra esperienza risulta alquanto comune, nel mese di
novembre, nelle leccete costiere dell’Italia mediterranea.
Osservazioni: è una delle entità più appariscenti e spettacolari del sottogenere Phlegma-
cium, in virtù del contrasto di colori, creato dal verde del cappello, dal viola delle lamelle
e dal giallo del gambo. Considerato uno dei ‘classici’ cortinari mediterranei, esso, di rado,
viene rinvenuto anche nelle regioni dell’arco alpino, ma soltanto in presenza di querce. ⧫La
coincidenza delle sequenze ITS di questa entità con quelle della subsp. atrovirens ha com-
portato il declassamento del taxon qui descritto al rango di sottospecie. Alcuni micologi (ad
esempio Garnica & al., 2016) considerano comunque le due entità come ‘specie morfolo-
giche’ indistinguibili sotto il prolo genetico.
190. Cortinarius odoratus (Mos.) Mos.
≡ Phlegmacium odoratum Mos.
= Cortinarius joguetii Melot
Cappello 3-12 cm, da emisferico a convesso, poi piano inne un po’ depres-
so, brilloso, nel complesso sui toni del verde (giallo-verde, verde oliva, verde-nerastro), a
volte con piccoli residui velari, appressati al centro, di un bruno molto scuro. Lamelle varia-
bili da un vivace giallo-verde, al verde muschio, talvolta con una sfumatura violacea verso
il margine del cappello, più di rado completamente viola. Gambo 4-9 × 1-2 cm, slanciato
oppure tozzo, bulboso-marginato, giallo-verdastro con estese sfumature violette; velo al
margine del bulbo e micelio basale hanno grosso modo la medesima colorazione stipitale.
Carne pressoché bianca, giallo-verde nel bulbo, spesso, in giovani basidiomi, soffusa di viola
nella porzione superiore del gambo. Odore molto forte, dolciastro, simile a ori d’arancio,
paragonabile altresì a quello di Hebeloma sacchariolens. KOH bruno o bruno-olivaceo sul
cappello, virante al marrone-violaceo in pochi minuti; negativo nella carne. Spore 9,7-10,9 ×
5,3-6,4 µm, da amigdaliformi a citriformi, rivestite di grossolane verruche. Habitat: in autun-
no, in boschi misti di latifoglie con presenza di Ostrya, Quercus e Fagus, su suolo calcareo;
poco comune.
Osservazioni: nonostante l’odore eclatante di ori d’arancio, questa specie non sempre ri-
sulta di facile identicazione, a causa della variabilità del portamento e dei colori: la nostra
231
Sottogenere Phlegmacium
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Bibliograa
La seguente bibliograa, certamente non esaustiva per quanto riguarda il genere Cortinarius,
raccoglie tutte le fonti esplicitamente citate nei capitoli precedenti. Per le più diffuse opere
articolate in più volumi si è optato, nel testo, per un richiamo all’intera opera seguito da un
riferimento numerico alla specica parte. Ad esempio, con Bidaud & al. (1990-2017 [13])
si fa riferimento alla tredicesima parte (Pars XIII) dell’“Atlas des Cortinaires” francese.
Ammirati, J.F., Hughes, K.W., Liimatainen, K., Niskanen, T. & Matheny, P.B.
(2013) – Cortinarius hesleri from eastern North America and related species from Europe and
western North America. Botany 91: 91-98.
Ariyawansa, H.A., [...] Niskanen, T., [...] Kytövuori, I., [...] Liimatainen, K.
& al. (2015) – Fungal diversity notes 111-252 — taxonomic and phylogenetic contributions
to fungal taxa. Fungal Diversity 75: 27-274.
Armada, F. (2020) – Notes sur quelques espèces du Puy-de-Dôme récoltées lors de la session
mycologique FMBDS/FAMM 2019. Bull. mycol. bot. Dauphiné-Savoie 60 (239): 15-26.
Arnold, N. (1993) – Morphologisch-anatomische und chemische Untersuchungen an der Un-
tergattung Telamonia (Cortinarius, Agaricales). Libri Botanici 7. IHW-Verlag, Eching. 213 pp.
Ballarà, J., Cadiñanos Aguirre, J.A., Calzada, A., Campos, J.C., Escànez, L.,
Esteve-Raventós, F., Fernández-Sasia, R., Gutiérrez, C., Hernanz, J., Ma-
cau, N., Mahiques, R., Mateos, A., Meléndez, A., Moreno, G., Ortega, A.,
Palazón, F., Pérez, A., Pérez-De-Gregorio, M.A., Reyes, J.D., Salom, J.C.,
Santamaría, N., Serrano, S., Suárez, E., Suárez Santiago, V.N., Vila, J.
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nini, D. & Antonini, M. – Il genere Cortinarius in Italia. Parte prima. AMB, Centro Studi
Micologici, Trento.
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Una guida indirizzata
a tutti gli appassionati
del genere Cortinarius,
utile per chi voglia disporre
in un singolo volume
di un compendio
dedicato al più vasto
tra i generi di macromiceti.
Circa 230 tra le specie
più rappresentative del genere
descritte in dettaglio
e illustrate con tavole a colori
Introduzione allo studio
macro- e microscopico
del genere
Chiavi dicotomiche
e schemi di orientamento
per il riconoscimento
dei sottogeneri
e delle specie più diffuse
Più di 300 ulteriori specie
citate nelle osservazioni
Federico Calledda
micologo e divulgatore,
si dedica soprattutto allo studio
dei generi Cortinarius e Lactariuss.l.
Emanuele Campo
studioso di macromiceti,
con particolare riguardo
ai generi Cortinarius e Russula
e al micobiota artico-alpino.
Marco Floriani
studioso di micologia,
divulgatore e docente
in questa disciplina,
coordina il progetto di censimento
dei macromiceti
della provincia di Trento.
Riccardo Mazza
micologo, divulgatore e illustratore,
si dedica con particolare interesse
al genere Cortinarius.