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Preliminary study of tourists’ preferences in a Costa Rican wildlife sanctuary

Authors:
  • Eticoscienza
  • Associazione ETICOSCIENZA
Preprints and early-stage research may not have been peer reviewed yet.

Abstract

In the ecotourism context, more and more attention is paid to the choices and preferences of visitors. Zoological structures such as zoos, sanctuaries, rescue centers and nature reserves, often characterized by conservation programs, need to bring together their experiential offer with the interests and demands of the people who visit their facilities. In the present study we had analyzed visitors’ preferences after the guided tour inside Kids Saving the Rainforest wildlife sanctuary (Costa Rica). In particular, tourists were interviewed about their preferences regarding their favorite animal species among those hosted at KSTR and which was the feature that most impressed them. The results showed that there were no significant gender or age differences on people's choices. Mammals (79.87%) were preferred over birds (20.13%) and the most appreciated species was the sloth (35.57%), in addition to some non-human primates (spider monkeys, 14.09% and squirrel monkeys, 13.42%). Instead the most mentioned features were “cuteness” (25.73%), “movements” (19.85%) and “colour” (12.50%). The topic analyzed in the present study is very important both from a sociologial and touristic point of view. We discuss our findings together with previous studies and we show our hypothesis about the influence of mass media on human perception of wildlife. Moreover, we deepen the conservation issue related to visitors’ preferences, as very often the financial efforts of environmental protection focus more on charismatic species, putting the less attractive in the background, without taking into account the real ecological relevance.
TITLE
Preliminary study of tourists’ preferences in a Costa Rican wildlife sanctuary
Studio preliminare sulle preferenze dei turisti in un santuario di fauna selvatica in Costa
Rica
AUTHORS
Chiara Grasso1 and Christian Lenzi1
1 Associazione ETICOSCIENZA, Turin, Italy
ABSTRACT
In the ecotourism context, more and more attention is paid to the choices and
preferences of visitors. Zoological structures such as zoos, sanctuaries, rescue centers and
nature reserves, often characterized by conservation programs, need to bring together their
experiential offer with the interests and demands of the people who visit their facilities.
In the present study we had analyzed visitors’ preferences after the guided tour
inside Kids Saving the Rainforest wildlife sanctuary (Costa Rica). In particular, tourists
were interviewed about their preferences regarding their favorite animal species among
those hosted at KSTR and which was the feature that most impressed them.
The results showed that there were no significant gender or age differences on
people's choices. Mammals (79.87%) were preferred over birds (20.13%) and the most
appreciated species was the sloth (35.57%), in addition to some non-human primates
(spider monkeys, 14.09% and squirrel monkeys, 13.42%). Instead the most mentioned
features were “cuteness” (25.73%), “movements” (19.85%) and “colour” (12.50%).
The topic analyzed in the present study is very important both from a sociologial
and touristic point of view. We discuss our findings together with previous studies and we
show our hypothesis about the influence of mass media on human perception of wildlife.
Moreover, we deepen the conservation issue related to visitors’ preferences, as very often
the financial efforts of environmental protection focus more on charismatic species, putting
the less attractive in the background, without taking into account the real ecological
relevance.
KEYWORDS
animal preference; human attitude; wildlife sanctuary; Kids Saving the Rainforest
ABSTRACT
In ambito turistico sempre di più si pone l’attenzione sulle scelte e le preferenze dei
visitatori. Le strutture zoologiche come zoo, santuari, centri di recupero e riserve naturali,
spesso caratterizzate da programmi di conservazione, hanno la necessità di far incontrare la
loro offerta esperienziale con gli interessi e le richieste delle persone che visitano i loro
centri.
Nel presente studio abbiamo analizzato le preferenze dei visitatori dopo il tour
all’interno del santuario di fauna selvatica Kids Saving the Rainforest in Costa Rica. In
particolare è stato chiesto ai turisti quali fossero le loro preferenze rispetto alla specie
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animale preferita tra quelle ospitate al KSTR e quale fosse la caratteristica che
maggiormente li aveva impressionati.
I risultati hanno evidenziato come non vi fossero differenze significative di genere o
età sulle scelte delle persone. I mammiferi (79,87%) sono stati preferiti rispetto agli uccelli
(20,13%) e la specie maggiormente apprezzata è stata il bradipo (35,57%), oltre ad alcuni
primati non umani (scimmie ragno, 14,09% e scimmie scoiattolo, 13,42%). Invece le
caratteristiche maggiormente menzionate sono state “cuteness” (25,73%), “movements”
(19,85%) e “colour” (12,50%).
Il tema analizzato nel presente studio è molto importante sia dal punto di vista
sociologico che da quello turistico. Abbiamo discusso i nostri risultati in relazione alle
ricerche già presenti in letteratura e abbiamo mostrato la nostra ipotesi circa l’influenza dei
mass media sulla percezione umana della fauna selvatica. Inoltre, abbiamo approfondito il
tema conservazionistico relativo alle preferenze dei visitatori, dato che spesso gli sforzi
finanziari di tutela ambientale si concentrano maggiormente su specie più carismatiche
mettendo in secondo piano le meno attraenti, senza tener conto della reale importanza
ecologica.
KEYWORDS
preferenza di specie; attitudine umana; santuario fauna selvatica; Kids Saving the
Rainforest
INTRODUCTION
Turismo e preferenze dei visitatori
Tourism and visitors’ preferences
Nell’ambito del turismo le opinioni dei visitatori nei vari luoghi di attrazione
possono essere molto importanti. Nel caso specifico dei parchi o riserve naturali e delle
strutture zoologiche, il pensiero delle persone può aiutare a sviluppare strategie di gestione
che possano aumentare la soddisfazione dei visitatori e facilitare il raggiungimento degli
obiettivi di tutela delle specie (Lucas, 1980; Semeniuk et al., 2008). Nonostante ciò, in
alcuni casi le scelte dei turisti sembrano limitare i programmi di conservazione della natura,
poiché la loro voglia di vedere animali sposta il business verso i centri privati, non garanti
di reali fini conservazionistici, come accade in Africa (Lindsey et al., 2009). In altri casi, la
preferenza per determinate specie di animali (come i grandi mammiferi) porta il mercato
del turismo a concentrarsi principalmente su questi animali, mettendo in secondo piano
specie meno carismatiche o che economicamente sono poco interessanti, con potenziali
effetti negativi dal punto di vista della conservazione (Okello et al., 2008). In generale,
quindi, si può dire che le preferenze delle persone, ad esempio quelle legate alle specie
animali, possono avere importanti implicazioni per il turismo dal punto di vista gestionale
(Kaltenborn et al., 2006).
In uno studio condotto da Shani e Pizam (2009) sono stati analizzati alcuni aspetti
riguardanti la visione dei turisti rispetto all’uso degli animali come attrazioni turistiche. I
risultati hanno mostrato come in generale le persone abbiano a cuore il benessere animale,
giustifichino la presenza degli animali in cattività per scopi concreti come la conservazione
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e affermino che gli animali stanno meglio rispetto al passato grazie alla spinta dell’opinione
pubblica (Shani & Pizam, 2009).
Le esperienze con gli animali durante un viaggio possono provocare effetti benefici
in termini psicologici, emozionali e fisici (Curtin, 2005; Curtin, 2008; Curtin, 2010).
Inoltre, possono avere potenziali effetti a medio e lungo termine sui turisti, andando ad
influenzare la loro attitudine e consapevolezza verso temi ambientali. Secondo una ricerca
(2011) ci sono quattro livelli di risposte rispetto alla memoria di un’esperienza di turismo
con animali, che coinvolgono le sensazioni, le emozioni, le riflessioni e i comportamenti
(Ballantyne et al., 2011). In uno studio di Curtin (2010) è stato chiesto ai turisti quali
fossero i loro incontri e ricordi più memorabili con gli animali. Dalle risposte, i fattori
determinati sono stati: il carisma della specie, la spontaneità, il vedere qualcosa per la prima
volta e il grado di prossimità (Curtin, 2010). L’interesse verso gli animali può sfociare, a
volte, nel desiderio di stare il più vicino possibile e di interagire direttamente con loro. In
questo senso, le persone sembrano incarnare una visione romantica, ma tipicamente
antropomorfa, del regno animale (Curtin, 2005).
Attitudine umana rispetto alla fauna selvatica
Human attitude toward wildlife
La preferenza umana verso determinate specie o caratteristiche degli animali può
essere influenzata da diversi fattori, come i mass media (ad esempio i film e i cartoni
animati, Grasso et al., 2020, e i social network, Lenzi et al., 2020). In generale, una delle
variabili determinanti può essere l’età, come documentato dalla ricerca di Borgi e Cirulli
(2015). In questo studio è stata analizzata la preferenza per le specie animali nei bambini tra
i 3 e i 6 anni riscontrando interessanti risultati. In particolare è stato osservato come i
bambini preferiscano maggiormente gli animali domestici e i mammiferi superiori, mentre
manifestano maggiore ripugnanza per gli invertebrati (Borgi & Cirulli, 2015).
La preferenza per le specie animali sembra essere un aspetto che si mantiene
praticamente invariato sia dal punto di vista culturale che geografico (Marešová et al.,
2009). In generale, le persone preferiscono i grandi mammiferi e i grandi uccelli rispetto ad
altri taxa di piccole dimensioni (Kellert, 1989). Secondo uno studio di Moss e Esson (2010)
i visitatori degli zoo passano più tempo di fronte alle installazioni dei mammiferi rispetto
agli altri gruppi tassonomici (Moss & Esson, 2010). Un’altra ricerca ha mostrato come i
visitatori degli zoo, sia adulti che bambini, siano più interessati ad animali di grandi
dimensioni rispetto a quelli più piccoli (Ward et al., 1998). Questo succede anche nel
turismo, infatti i visitatori stranieri preferiscono gli animali di dimensioni maggiori (come
grandi erbivori e grandi carnivori) quando visitano posti esotici (Lindsey et al., 2009;
Maciejewski & Kerley, 2014). Cosa diversa accade invece per le persone locali, che sono
maggiormente interessate a piante, uccelli, animali poco conosciuti o difficili da vedere
(Lindsey et al., 2009). Quindi, ad esempio, se da una parte i famosi “big five” Africani
agisce da specie bandiera attraendo i turisti e portandoli ad avvicinarsi al tema della
conservazione della natura, dall’altra parte i tour operator e le guide dovrebbero spostare
l’attenzione su animali che sono altrettanto, o di più, importanti a livello ecologico
(Lindsey et al., 2009; Di Minin et al., 2013). Uno studio condotto da Verissimo e
collaboratori (2009) ha evidenziato come le specie bandiera, nel caso specifico uccelli,
possono essere utilizzate in maniera efficace per promuovere campagne di crowdfunding ai
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turisti. E’ stato riscontrato che uno dei fattori più importanti per attirare l’attenzione delle
persone sia il valore conservazionistico della specie, oltre alle caratteristiche fisiche
(Verissimo et al., 2009). Contrariamente a questi risultati, Colléony e colleghi (2017) hanno
riscontrato come nei turisti a cui viene richiesta una donazione per la conservazione di
alcune specie animali vi sia una preferenza per le specie più carismatiche rispetto a quelle
seriamente a rischio d’estinzione (Colléony et al., 2017).
L’attitudine verso le specie animali è un tema importante non solo per i turisti ma
anche per le comunità locali. Secondo uno studio di de Pinho e colleghi (2014) le
popolazioni agropastorali non industrializzate in Kenya hanno una generale preferenza per i
grandi mammiferi esteticamente più attrattivi (come giraffe, gazzelle, antilopi) mentre
mostrano una certe ripugnanza per animali come iene, bufali ed elefanti. In maniera
interessante gli autori affermano come l’esposizione a quest’ultime specie possa rendere
più positiva la percezione umana verso di loro. Appare quindi necessario, dal punto di vista
turistico e gestionale, il coinvolgimento delle popolazioni locali per facilitare il
raggiungimento degli obiettivi conservazionistici (de Pinho et al., 2014).
Le caratteristiche più attrattive per gli esseri umani possono essere varie. Ad
esempio, è stato documentato come rispetto alle preferenze nelle specie animali le persone
possano essere particolarmente attratte dai colori intensi e brillanti (Stokes, 2006). In un
interessante studio condotto in Australia (2000) è stato chiesto a 790 persone di menzionare
il loro animale preferito e di dire il perché. Dai risultati è emerso che le persone
preferiscano maggiormente gli animali da compagnia o quelli a loro più familiari (come
koala e delfini). Le caratteristiche più apprezzate sono la bellezza, l’intelligenza e le grandi
dimensioni, mentre le ragioni per cui alcune specie non vengono apprezzate sono la loro
pericolosità verso l’Uomo e la poca attrattività (Woods, 2000). Di nuovo, queste preferenze
applicate al mondo del turismo possono avere notevoli implicazioni dal punto di vista della
conservazione, facendo anche riflettere su quali siano gli interessi principali per le persone
in ambito ecologico e di tutela delle specie.
Kids Saving the Rainforest: un caso studio
Kids Saving the Rainforest: a case study
Appare evidente come in molti casi il turismo e la conservazione delle specie
animali siano, nel bene e nel male, strettamente legati.
Oggi, esempi di importanti azioni di conservazione condotte da persone che partecipano ad
associazioni o progetti ambientali sono diffusi in tutto il mondo. In particolare, anche il
ruolo dei bambini o adolescenti nella conservazione (come recentemente dimostrato da
Greta Thunberg, la giovane svedese “in sciopero” contro i cambiamenti climatici) può
portare all'attivismo. È il caso di Kids Saving the Rainforest (KSTR), caratterizzato da una
storia in cui due bambine iniziarono a promuovere la conservazione della natura (Battisti et
al., 2018).
Janine Licare-Andrews aveva 9 anni quando, insieme a sua madre e alla sua amica
Aislin Livingstone, iniziò il suo progetto con l’obiettivo di creare qualcosa di importante
per l'ambiente, vendendo sassolini dipinti ai margini di una strada a Manuel Antonio (Costa
Rica). Lo scopo, fin dalle origini (1999), è stato raccogliere fondi per aiutare a proteggere le
foreste pluviali locali e la fauna selvatica in via di estinzione.
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Oggi Kids Saving the Rainforest è un'organizzazione non governativa senza scopo
di lucro con sede a Quepos, a 7 km dal Parco Nazionale di Manuel Antonio (Costa Rica).
Attualmente ospita un centro di recupero e un santuario per la fauna selvatica aperto al
pubblico, anche il numero di visitatori è strettamente regolato. Si tratta di una struttura
privata, supportata quasi esclusivamente da donazioni o entrate relative ai turisti che
visitano il centro. Chip Braman, comproprietario di Kids Saving the Rainforest, ha
dichiarato che “circa il 90% delle entrate annuali proviene dai programmi di volontariato e
tour turistici” (Braman, 2017). KSTR ha molti progetti gemelli e membri in tutto il mondo,
tra cui Pakistan, Turchia, Hong Kong, India, Europa, America Centrale, Canada e Stati
Uniti (Cline & Van Leuvan, 2009).
La missione della struttura è:
“to protect the diverse wildlife of Costa Rica’s Pacific Coast by rehabilitating wildlife,
conducting original scientific research, training volunteers, and promoting conservation
and reforestation.“ (https://www.kidssavingtherainforest.org/ )
Le varie attività di ricerca realizzate all'interno del santuario o del centro di recupero
sono svolte in collaborazione con Università ed enti esterni (Orkin et al., 2018). Ad
esempio, KSTR ha collaborato per sviluppare un ponte di corda utilizzato dalle specie di
primati del Costa Rica (Martìn, 2012). In questo progetto, scale primordiali sono state
testate tra il 2006 e il 2012, seguite dai ponti di corda utilizzati dal 2008 al 2015. C’è stata
un’evoluzione metodologica dalla scala al modello di corda (Lindshield, 2016).
Inoltre, KSTR offre possibilità di formazione e addestramento per diversi tipi di beneficiari,
dagli studenti di veterinaria ai vigili del fuoco locali (Hurlock et al., 2017).
Obiettivi della ricerca
Aims of the research
Gli obiettivi del presente studio sono quelli di indagare la preferenza dei visitatori
rispetto alle specie animali presenti all’interno del santuario di KSTR e alle caratteristiche
(comportamentali ed estetiche) più apprezzate. Per questo 142 turisti sono stati intervistati
dopo un’ora di tour guidato all’interno della struttura. I dati sono stati analizzati utilizzando
un approccio qualitativo e sono stati discussi alla luce del materiale presente in letteratura
scientifica, evidenziando le conseguenti implicazioni dal punto di vista sociologico,
turistico e conservazionistico.
Ipotesi
Hypotheses
L’ipotesi è che i visitatori del KSTR possano avere preferenze per determinate
specie rispetto ad altre tra quelle ospitate nel santuario di fauna selvatica. Stando alla
letteratura scientifica pubblicata finora, le persone dovrebbero preferire le specie di
mammiferi rispetto agli uccelli. Inoltre, sempre in base agli studi precedenti, le motivazioni
delle scelte dei turisti dovrebbero essere maggiormente di tipo estetico o antropomorfe più
che a tratti tipici della loro eco-etologia.
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Site of the study
Luogo dello studio
Lo studio è stato condotto all’interno del santuario per la fauna selvatica di KSTR
(Quepos, Costa Rica) nel periodo tra giugno e agosto 2018.
Sono stati intervistati i visitatori dopo il tour guidato di un’ora all’interno del santuario. A
condurre le interviste è stato sempre lo stesso operatore che rimaneva a debita distanza dai
rispondenti fino al termine della compilazione, senza influenzare in nessun modo le
risposte.
Per il presente studio tutti gli animali ospitati all’interno del KSTR venivano
presentati e descritti sempre dalla stessa guida, in modo da non influenzare le scelte dei
rispondenti. Per l’intero periodo di raccolta dati tutte le installazioni (e conseguentemente
tutte le specie) erano visibili ai turisti che hanno visitato il centro. A ciascuna specie veniva
dedicato lo stesso periodo di tempo nel tour, con una breve spiegazione circa le sue
caratteristiche eco-etologiche e il racconto di qualche aneddoto divertente ed interessante.
Le specie presenti nel santuario di KSTR al momento dello studio sono riportate in
tab.1. Le uniche specie esotiche (non native del Costa Rica) sono la scimmia marmoset
(Callitrix jacchus) e il tamarino di Geoffroy (Saguinus geoffroyi).
Tab.1. Le specie presenti nel santuario di KSTR al momento dello studio.
Mammiferi Uccelli
Atelles geoffroyi Amazona auropalliata
Bradypus variegatus Amazona autumnalis
Callitrix jacchus Amazona farinosa
Cebus capucinus Ara macao
Choloepus hoffmanni Buteo platypterus
Nasua narica Pionus senilis
Potos flavus Pseudastur albicollis
Saguinus geoffroyi Psittacara finschi
Saimiri oerstedii
Il luogo selezionato per le interviste, fornito di tavoli e sedie, era il locale in cui i
visitatori terminavano il tour e ricevevano uno snack prima di lasciare il centro.
Interviews and surveys
Interviste e questionari
Secondo il regolamento interno della struttura, per motivi di sicurezza e di
benessere animale, era data la possibilità di prendere parte al tour del santuario solo ad un
numero ristretto di persone giornalmente (previa prenotazione). Per mezzo di alcune
osservazioni preliminari e della verifica dei registri di presenza nel periodo estivo è stata
valutata un’affluenza media giornaliera pari a 16 visitatori.
Il presente studio ha coinvolto complessivamente 142 visitatori del santuario. Il
metodo di campionamento utilizzato è il judgement sampling (conosciuto anche come
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purposeful sampling, Marshall, 1996), in quanto ci è sembrato il più adatto per i nostri
scopi e per effettuare un’analisi qualitativa. I rispondenti sono stati attivamente selezionati
e, per essere inseriti nel campione, dovevano soddisfare i seguenti requisiti:
a) essere turisti stranieri in visita nel Costa Rica
b) non avere alcuna esperienza pregressa con le specie presenti nel santuario, nemmeno con
osservazioni in natura
c) aver seguito un percorso formativo diverso da quello naturalistico e possedere
un’occupazione non collegata al mondo animale.
Questo metodo di campionamento ci ha permesso di limitare l’influenza di alcune
varabili relative al costrutto sociale (tra cui la caratterizzazione professionale o la
partecipazione ad altre attività zoologiche simili) e di far emergere maggiormente altri
fattori, come il ruolo dei mass media e le preferenze individuali.
La raccolta dati è stata svolta mediante l’utilizzo di:
a) breve intervista orale, individuale e conoscitiva, della durata di 10 minuti
b) questionario pre-impostato scritto e anonimo
Durante l’intervista orale sono state fatte ai partecipanti alcune domande generali
circa il loro gradimento per il tour appena svolto, la loro percezione in generale sulle specie
animali e la possibile influenza su tale percezione data dai mass media, quali TV, film, libri,
cartoni animati e social network.
Per quanto riguarda il questionario scritto, invece, le informazioni richieste ai turisti
erano le seguenti: 1) “età”, 2) “genere”, 3) “qual è il tuo animale preferito all’interno di
KSTR?”, 4) “sapresti dire perché? Quale caratteristica ti ha impressionato di più?”
(modello del questionario in Appendice 1).
Oltre che agli adulti, è stato possibile sottoporre il questionario anche ai minori
grazie alla presenza e al permesso dei propri genitori. Per effettuare il questionario è stata
chiesta l’autorizzazione al KSTR e non è stato necessario sottoporre il presente studio
all’attenzione di una particolare Commissione etica.
Tutti le risposte contenute nei questionari sono state riportate in un file digitale
tramite il programma Microsoft Excel. Durante le analisi dei dati sono state calcolate
solamente le frequenze delle varie risposte, ciò ha permesso che non fosse necessario
l’utilizzo di software per l’elaborazione statistica.
Le risposte dei visitatori sono state divise in macro-categorie per facilitare l’analisi,
la presentazione e la discussione dei risultati. Per quel che riguarda le specie preferite le
scelte dei turisti sono state divise utilizzando i nomi comuni degli animali, accorpando
alcune specie (es. bradipo e pappagallo). E’ stato invece necessario separare la specie Ara
macao dalle altre di pappagalli in quanto l’unico esemplare ospitato, di nome Bouche, era
collocato in un’istallazione in solitaria e viene spesso presentato ai turisti come la mascotte
del centro. Le categorie utilizzate sono le seguenti: bradipo, scimmia ragno, scimmia
scoiattolo, scimmia cappuccina, tucano, pappagallo ara, pappagallo, scimmia marmoset,
cercoletto, poiana bianca, coati, tamarino calvo e poiana alilarghe.
In maniera simile, anche per le caratteristiche degli animali le risposte dei visitatori
al KSTR sono state divise in macro-categorie, accorpando le varie motivazioni a seconda
del concetto o della parola chiave utilizzata. Le categorie per i tratti preferiti sono le
seguenti: “cuteness” (tenerezza), “movement” (movimento), “colour” (colore), “intelligent”
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(intelligente), “different” (differente), “beautiful” (bello), “calm” (calmo), “sound” (suono),
“human-like” (umano), “personality” (personalità), “lovely” (amabile), “friendly”
(amichevole), “powerful” (potente), “fun” (divertimento).
Sia per la preferenza di specie che per le motivazioni, sono state escluse tutte le
risposte non leggibili o senza un reale significato concettuale.
RESULTS
Dati demografici del campione
Demographics
Il campione di visitatori del KSTR preso in considerazione per il presente studio è
composto da 92 femmine (64,79%), 49 maschi (34,51%) più una persona che non ha
dichiarato il proprio genere (0,70%). Per quanto riguarda l’età: 32 sono bambini tra i 5 e i
12 anni (22,53%), 33 sono ragazzi tra i 13 e i 18 anni (23,24%), 31 persone hanno tra i 19 e
i 34 anni (21,83%), 29 hanno tra i 35 e i 49 anni (20,42%), 10 hanno tra i 50 e i 64 anni
(7,04%), 4 persone sono over 65 (2,82%) e 3 persone non hanno detto la propria età
(2,11%).
Rispetto all’ipotesi iniziale, i risultati del presente studio hanno confermato quanto
predetto. Di seguito i dati ricavati dai visitatori del KSTR verranno presentati in maniera
qualitativa e descrittiva.
Intervista orale
Oral interview
Le interviste sono state prettamente conoscitive ed hanno permesso di raccogliere
informazioni generali, utili alla discussione del tema, ma non sono state analizzate in
maniera standardizzata. Il tasso di apprezzamento del tour è stato piuttosto elevato (pari
all’83%). A tutti i rispondenti è stato chiesto il ruolo svolto dai mass media rispetto alla loro
percezione delle specie animali. In linea di massima è stata osservata una differenza tra i
visitatori più giovani rispetto a quelli più avanti con l’età riguardo all’impatto dei mass
media, con i primi più propensi all’uso di sistemi moderni (come i social network) e i
secondi più orientati su quelli tradizionali (come la TV).
Preferenza di specie
Species preference
I risultati sono riportati integralmente nella tabella (tab.2). Non sono state
riscontrate differenze legate al genere o all’età per la scelta della specie preferita. La
categoria che è stata menzionata più volte è quella del bradipo con il 35,37% delle
preferenze.
Tab.2 Le preferenze dei turisti rispetto alle specie ospitate al KSTR.
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Capuchin Monkey
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Marmoset
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Coati
Tamarin Monkey
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Preferenza della caratteristica animale
Animal characteristic preference
I risultati sono riportati integralmente nella tabella (tab.3). Non sono state
riscontrate differenze legate al genere o all’età per la scelta della caratteristica animale
preferita. La categoria che è stata menzionata più volte è quella della “cuteness” con il
25,73% delle preferenze.
Tab.3. Le preferenze dei turisti rispetto alle caratteristiche delle varie specie.
Wildlife variable Frequency Gender Age
Characteristic Total Female Male Unknown 5-12 13-18 19-34 35-49 50-64 65-100 Unknown
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DISCUSSIONE
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Dai risultati dello studio che ha coinvolto i visitatori del Kids Saving the Rainforest
si possono trarre utili considerazioni riguardo le preferenze dei turisti e le loro attitudini
verso la fauna selvatica. In generale l’ipotesi formulata per il presente studio è stata
confermata. Come predetto precedentemente da Serpell, gli esseri umani tendono a
preferire quelle specie animali più docili, più facili da antropomorfizzare e con le quali può
essere più immediato instaurare una relazione (Serpell, 1986). In particolare nel presente
studio si è osservato come la maggior parte dei turisti abbia manifestato una preferenza
verso “specie bandiera” del Costa Rica come bradipi (35,57%) e primati non umani
(scimmie ragno, 14,09%, scimmie scoiattolo, 13,42%, e scimmie cappuccine, 9,39%). È
evidente come i visitatori, tra gli animali ospitati al KSTR, abbiano preferito maggiormente
le specie di mammiferi (79,87%) rispetto a quelli di uccelli (20,13%). Questi risultati sono
in accordo con quanto documentato precedentemente in letteratura (Moss & Esson, 2010) e
sembra possa essere dovuto alla maggiore vicinanza evolutiva che vi è tra Homo sapiens e
gli altri mammiferi rispetto ad altre classi di animali.
Da questi dati emerge l’idea che i visitatori del KSTR siano particolarmente attratti
e affascinati dalle specie più carismatiche rispetto ad altre. In generale non abbiamo
riscontrato differenze rilevanti legate al genere o all’età per la preferenza rispetto alle
specie. Precedentemente è stato documentato in letteratura come l’attitudine umana verso
gli animali possa essere influenzata da diversi fattori tra cui l’educazione, l’età, il genere e
l’occupazione (Prokop, 2008). I risultati del presente studio sono però in disaccordo con
questi dati. Infatti, anche nel caso della motivazione sulla preferenza della specie, non
abbiamo riscontrato differenze rilevanti legate al genere o all’età.
Con la presente ricerca abbiamo inoltre voluto indagare quali caratteristiche
animali, estetiche e comportamentali, venissero maggiormente apprezzate dai turisti del
santuario. Dalle risposte dei visitatori è emerso come le categorie più frequentemente
menzionate sono: “cuteness” (25,73%), “movement” (19,85%), “colour” (12,50%),
“intelligent” (11,76%) e “different” (11,03%).
In generale, quindi, i motivi per apprezzare determinate specie spesso sono diversi
dalle reali caratteristiche eco-etologiche specie specifiche dell’animale. Come già
documentato precedentemente in letteratura, il concetto di “cuteness” è sempre molto
importante quando si studia l’attitudine umana verso le specie domestiche o la fauna
selvatica. Infatti, lo stesso è stato valutato principalmente nell’ambito dei social media
(Clarke et al., 2019) in uno studio condotto su video messi sul web in cui i protagonisti
sono lemuri umanizzati. Gli utenti online commentano questi video citando spesso il
termine “cute” e manifestando il desiderio di possedere uno di questi animali come pet,
sottostimando le loro necessità legate al benessere animale e il loro stato di conservazione.
Questo deve far riflettere su quanto possa essere pericolosa la percezione umana
verso la fauna selvatica accostata al concetto di “cuteness”. I risultati del presente studio
sono in accordo con quanto documentato precedentemente in ambito turistico in un lavoro
pubblicato da Woods nel 2000. L’autrice ha mostrato come determinate specie più
carismatiche erano preferite per motivi estetici e per la loro intelligenza mentre altre non
erano apprezzate principalmente per il pericolo di far del male agli esseri umani. Infine,
all’interno del suo articolo Woods ricorda come dal punto di vista del management turistico
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è fondamentale tener conto della percezione umana rispetto alle caratteristiche reali degli
animali (Woods, 2000).
Stando a quanto osservato, le preferenze dei visitatori del KSTR verso alcune specie
rispetto ad altre potrebbero essere legate alla naturale preferenza umana verso gli animali
più “simili a noi” e più “teneri”. Tale ipotesi è stata già ampiamente discussa in altri
contesti, come quelli relativi ai mass media (Grasso et al., 2020, Lenzi et al., 2020) ma
potrebbe essere applicata in modo appropriato anche per spiegare le preferenze dei turisti.
Sarah Batt (2009) sostiene che esiste una chiara relazione tra somiglianza e preferenza, e
ciò suggerisce che gli esseri umani siano predisposti ad apprezzare le specie sulla base di
tratti bio-comportamentali condivisi con noi umani (Batt, 2009).
In questo contesto è importante porre l’attenzione sul concetto di antropomorfismo
che, in un certo senso, sta cambiando il contesto sociale della moderna conservazione della
fauna selvatica (Manfredo et al., 2020). e, in relazione alla preferenza delle persone verso le
specie più carismatiche, è un tema studiato da tempo nelle strutture zoologiche (Skibins et
al., 2017). Ad esempio, gli scienziati hanno documentato come quei vertebrati che sono
filogeneticamente più vicini agli esseri umani (o fisicamente più “teneri”) tendono a
ricevere maggiore attenzione per la conservazione (Martín-Forés et al., 2013). Una
comprensione di questa barriera neotenica offre maggiori possibilità di aggirarla: potrebbe
non essere possibile romperla, ma questo fenomeno può essere modificato dalla
consapevolezza scientifica della sua esistenza e da un'alterazione della percezione pubblica
sul mondo animale che sia più inclusiva anche per gli animali che non sono considerati
“pucciosi” (Estren, 2012)
Implicazioni sociologiche e turistiche
Sociologial and touristic implications
I risultati del presente studio possono generare riflessioni e discussioni in
vari ambiti. Dal punto di vista sociologico, le attitudini umane verso le specie animali sono
costrutti sociali, ovvero sono socialmente condizionate e costruire da un sistema culturale
che ha plasmato, ad esempio attraverso la letteratura, i film o il percorso scolastico, la
nostra percezione sul mondo animale. Dalle brevi interviste orali condotte ai visitatori del
KSTR è emerso il ruolo fondamentale dei mass media rispetto alle preferenze sugli animali.
Come documentato in letteratura (Lenzi et al., 2020, Grasso et al., 2020) i mass media
possono influenzare attivamente la percezione delle persone sulle specie animali. Ne è un
esempio internet con le varie “app social”, che ricopre un ruolo centrale nel costrutto
sociale dei più giovani.
Nell’ambito delle strutture zoologiche, gli atteggiamenti umani nei
confronti delle diverse specie animali differiscono a seconda delle disposizioni psicologiche
delle persone, delle condizioni biosemiotiche, delle connotazioni culturali e dei significati
simbolici (Mäekivi & Maran, 2016).
Ma lo studio dell’attitudine umana verso gli animali può essere utile anche da un
punto di vista prettamente turistico e conservazionistico. È stato documentato, infatti, che il
potere del turismo nella tutela delle specie e dell’ambiente. Secondo uno studio (2016)
l’ecoturismo agisce positivamente sulla conservazione di tantissime specie a rischio nel
mondo. Ad esempio, le entrate nei parchi naturali servono a pagare di stipendi dei ranger
che possono operare per ridurre il bracconaggio (Buckley et al., 2016).
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Nel settore turistico, come in tutte le attività commerciali, è fondamentale che
l’offerta soddisfi la domanda dei clienti. Il rischio è, quindi, che i centri di recupero e i
santuari possano privilegiare la cura di determinate specie rispetto ad altre solo per le loro
caratteristiche estetiche e per il loro carisma.
Sarebbe utile da una parte utilizzare le attitudini delle persone sulla fauna selvatica per
assecondare il più possibile le loro preferenze per migliorare l’esperienza turistica. D’altra
parte, sarebbe importante spostare l’attenzione su specie meno considerate ma altrettanto
(se non di più) importanti ecologicamente, attraverso ad esempio l’educazione ambientale
proposta nei tour guidati e nel materiale divulgativo.
A livello conservazionistico, come documentato in precedenza (Okello et al., 2008),
il fatto che l’opinione pubblica dedichi particolare attenzione solamente verso le specie più
carismatiche (prevalentemente i mammiferi su tutti) può portare a conseguenze dannose per
la tutela delle specie meno apprezzate. In generale i turisti sono più propensi a sostenere
economicamente i programmi di tutela della biodiversità che riguardano specie più
conosciute o esteticamente più belle, mettendo in secondo piano le specie con uno stato di
conservazione peggiore ma esteticamente meno belle oppure poco conosciute (Colléony et
al., 2017). Per questo motivo il rischio è che gli Enti predisposti alla tutela della natura
continuino a finanziare la salvaguardia di determinate specie rispetto ad altre non tanto per
il valore conservazionistico di per sè, ma per fini puramente commerciali e di marketing.
Risulta fondamentale quindi, come già espresso da altri autori (Lindsey et al., 2009; Di
Minin et al., 2013) che le agenzie di viaggio, i tour operator e le guide turistiche mostrino
maggiore attenzione su determinati temi.
Nell’ambito del turismo con animali e in particolare nel caso dei santuari di fauna
selvatica spesso si assiste ad un trattamento poco etico nei confronti degli animali. In alcuni
casi, infatti, le strutture turistiche sono disposte a tutto per di attrarre i turisti, anche a
discapito del benessere degli animali. È bene sottolineare, quindi, che il rispetto
dell’individuo e la tutela delle specie non devono mai essere messe in secondo piano
rispetto agli interessi economici.
Future ricerche
Further research
I dati emersi dal presente studio possono essere utilizzati in vari ambiti: da quello
turistico, a quello zoo-antropologico e sociologico, fino a alla biologia della conservazione.
Il santuario di fauna selvatica Kids Saving the Rainforest rappresenta un’ottima struttura
per studiare le preferenze dei visitatori rispetto agli animali ospitati nelle strutture
zoologiche. Potrebbe essere interessante effettuare un test anche prima dell’inizio del tour.
Esso potrebbe costituire un ulteriore step per verificare se un dato percorso turistico porti a
una diversa consapevolezza della necessità di tutelare non solo le specie animali
esteticamente apprezzabili ma anche quelle utili e significative per l’ecosistema.
Sarebbe fondamentale realizzare studi simili a questo anche in centri che si trovano
in altri Paesi o che magari presentano un approccio diverso tra turista e animale (ad
esempio viene consentita l’interazione diretta con gli animali ospitati). Inoltre potrebbe
essere interessante valutare se vi sono effettive differenze tra i visitatori di un centro
turistico con animali in base alla loro provenienza (se sono residenti in quello Stato o se
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sono turisti stranieri). In questo senso ulteriori studi potrebbero offrire interessanti spunti di
riflessione su questo tema ancora poco studiato.
CONCLUSIONI
CONCLUSIONS
In accordo con quanto documentato precedentemente in letteratura, i visitatori del
santuario per la fauna selvatica KSTR hanno mostrato una preferenza i mammiferi e in
generale per le specie locali e più carismatiche come i bradipi e i primati non umani. Tra i
tratti che vengono maggiormente apprezzati vi sono caratteristiche come la “cuteness”,
“movement” e il “colour”.
Questi risultati sono interessanti per approfondire la conoscenza sulle attitudini
umana verso la fauna selvatica in ambito turistico e non solo. Inoltre devono far riflettere
dal punto di vista conservazionistico poiché il rischio che si continuino gli sforzi di tutela
ambientale verso le specie più apprezzate dalle persone, a discapito dei taxa che
necessiterebbero maggiormente di attenzioni. Riprendendo lo studio di Woods (2000), gli
studi sulle preferenze dei turisti per le specie animali potrebbero essere importanti per
diversi motivi:
1) capire cosa piace ai turisti può essere importante per attirare la loro attenzione in
determinati contesti;
2) capire perché alcune specie non vengono apprezzate e migliorare i programmi di
educazione;
3) capire cosa piace ai turisti rispetto alle caratteristiche degli animali può aiutare nello
sponsorizzare al meglio le specie poco apprezzate;
4) capire quali specie siano preferite può essere fondamentale nella pianificazione e nel
management turistico di determinate aree geografiche;
5) i centri turistici possono sfruttare le preferenze dei turisti per le loro campagne di
marketing.
RINGRAZIAMENTI
ACKNOWLEDGEMENTS
Per la realizzazione del presente studio si ringrazia il proprietario del santuario e
tesoriere del KSTR, Chip Braman, per il suo supporto nel nostro lavoro. Ringraziamo
inoltre tutto lo staff del santuario per il loro instancabile impegno nella salvaguardia della
fauna selvatica del Costa Rica.
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Appendice 1. Modello del questionario scritto utilizzato per il presente studio.
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