Le vette dei Monti Sibillini si innalzano tra nebulose caligini al centro degli Appennini. Antiche leggende abitano quelle creste elevate e le profonde vallate che segnano questa porzione della terra d'Italia: una Grotta, situata sulla cima del Monte Sibilla, è dedicata al nome di un oracolo sibillino, per secoli destinazione di avventurosi viaggi effettuati da visitatori provenienti da ogni parte d'Europa; ad alcuni chilometri di distanza, il Lago di Pilato, annidato all'interno del circo glaciale del Monte Vettore, attendeva invece maghi e negromanti, in cerca di un luogo acconcio alla consacrazione di libri magici. Leggende che abbiamo avuto modo di investigare in modo esaustivo nella serie di articoli "Sibilla Appenninica - Il Mistero e la Leggenda", con la quale abbiamo fornito informazioni estremamente dettagliate sull'intera tradizione leggendaria.
In questo articolo intendiamo invece affrontare un diverso aspetto della tradizione leggendaria che è connessa al Lago di Pilato: affronteremo infatti la questione della forma del Lago attraverso i secoli.
Si tratta di una questione particolarmente spinosa. Perché il sinistro, affascinante Lago che possiamo osservare oggi non è affatto un singolo Lago: esso è infatti costituito da due Laghi separati, e anche di dimensioni particolarmente limitate. Sono così piccoli che, in tempi di cambiamento climatico e riscaldamento globale, essi tendono a svanire del tutto durante le torride estati che si verificano tra le creste dei Monti Sibillini con frequenza sempre crescente: un effetto che è reso ancora più critico dalla scarsa quantità di nevi che è solita cadere su quelle stesse vette nel corso degli attuali inverni, un tempo significativamente più rigidi, che oggi insistono su questi territori, presso i quali è possibile registrare temperature medie in crescita lungo tutto il corso dell'anno. Dunque, è un fatto indiscutibile che i Laghi oggi risultino essere sostanzialmente due, mentre un tempo esisteva fondamentalmente un singolo Lago, così come rappresentato nello straordinario manoscritto quattrocentesco che riporta il racconto del gentiluomo provenzale Antoine de la Sale.
Cosa è accaduto? E perché? Si è trattato di un processo sviluppatosi nei secoli, forse a causa del cambiamento climatico? Oppure, in qualche specifico momento del tempo si è verificato un evento particolare? Iniziamo a investigare in profondità questa peculiare vicenda. Perché le risposte possibili non sono affatto univoche, con un ruolo centrale che parrebbe essere stato giocato dal diciannovesimo secolo, un'epoca nella quale eventi particolarmente significativi potrebbero essersi verificati. Con il supporto delle fonti e delle cartografie storiche, e facendo uso di informazioni nuove e mai pubblicate in precedenza, saremo in grado di confrontarci con maggiore efficacia con questa particolare materia, non sufficientemente analizzata in passato.
Un Lago, due Laghi e, infine, nel contesto di un mutamento climatico in rapido avanzamento, nessun Lago. Una spettacolare cavalcata attraverso i secoli, in cerca della vera forma del Lago di Pilato.
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Michele SanvicoAuthor contentAll figure content in this area was uploaded by Michele Sanvico
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