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SIBILLA APPENNINICA, IL MISTERO E LA LEGGENDA - IL PURGATORIO DI SAN PATRIZIO, UNA FONTE COMUNE PER GUERRIN MESCHINO E ANTOINE DE LA SALE?

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Il mistero del Monte Sibilla, in Italia, è un enigma antico e ancora inspiegato. La montagna innalza il proprio picco tra l'Umbria e le Marche. La grotta sulla cima è stata oggetto di visite, per secoli, da parte di uomini provenienti da ogni parte d'Europa, in cerca del leggendario reame sotterraneo della Sibilla degli Appennini. Una ricerca che non si è ancora conclusa. Questo articolo presenta una investigazione preliminare relativa ad alcune analogie sussistenti tra la leggenda della Sibilla Appenninica in Italia e la tradizione connessa al Purgatorio di San Patrizio in Irlanda.
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MICHELE SANVICO
SIBILLA APPENNINICA
IL MISTERO E LA LEGGENDA
IL PURGATORIO DI SAN PATRIZIO, UNA FONTE COMUNE
PER GUERRIN MESCHINO E ANTOINE DE LA SALE?1
1. La leggenda della Sibilla Appenninica e il Purgatorio di San Patrizio
Nell'approfondire la leggenda della Sibilla Appenninica, abbiamo visto
come Guerrin Meschino e i cavalieri descritti da Antoine de la Sale si
trovino ad avere qualcosa in comune con cavalieri ancor più antichi; Huon
di Bordeaux e Ugone d'Alvernia, i protagonisti di poemi cavallereschi
franco-italiani descritti in manoscritti più risalenti. Esplorazioni compiute
in regni incantati abitati da malvagie regine o da fanciulle il cui nome è
'Sebile', magici meccanismi di metallo rapidamente roteanti, ponti incantati
sottili come rasoi, viaggi di penitenza presso il Papa: tutto suona come
estremamente familiare all'orecchio di chi frequenta abitualmente i temi
della leggenda italiana della Sibilla Appenninica.
E arriviamo adesso a Owein.
Owein: un altro cavaliere, un altro coraggioso esploratore, un altro
personaggio cavalleresco descritto nei manoscritti dei secoli passati, il
quale compie le sue gesta nel contesto di una delle tradizioni più antiche di
tutto il Medioevo europeo. Un cavaliere che non appartiene alla tradizione
franco-italiana che abbiamo già avuto modo di considerare: egli proviene,
invece, direttamente dal mondo delle antiche leggende dell'Irlanda gaelica.
In effetti, si tratta di un cavaliere molto particolare: egli è passato attraverso
il mondo dell'oltretomba, e il suo passaggio sembra essere collegato ai
1 Pubblicato il 4 e 11 gennaio 2018
(http://www.italianwriter.it/TheApennineSibyl/TheApennineSibyl_LegendOrigin.asp)
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viaggi di Guerrin Meschino e alle esplorazioni dei cavalieri di Antoine de
la Sale nelle viscere del Monte della Sibilla.
Owein ha qualcosa a che fare con la Sibilla Appenninica.
Stiamo per compiere un incredibile viaggio in regioni dell'Europa
settentrionale che non costituiscono usualmente lo scenario della tradizione
sibillina: eppure, mostreremo come i racconti quattrocenteschi sulla Sibilla
Appenninica siano fortemente influenzati, e in alcuni casi determinati, da
questa tradizione letteraria significativamente più antica, originatasi da
antiche leggende irlandesi. Un collegamento stupefacente tra il Nord e il
Sud dell'Europa, in un contesto condiviso di racconti leggendari: l'antica
Irlanda chiama gli Appennini italiani, e abbiamo evidenza che questo
richiamo abbia avuto una risposta.
Il nostro viaggio comincia in un luogo specifico, un punto isolato, perduto
in un lontano angolo d'Europa: Lough Derg, un lago situato nella Contea di
Donegal, Irlanda. In questo lago, c'era (e si crede che vi sia ancora) un
luogo molto speciale: un sito sotterraneo, una caverna, che forniva l'accesso
ad un mondo che non appartiene al mondo degli uomini viventi.
Era l'accesso al Purgatorio: il Purgatorio di San Patrizio.
Questa leggenda appartiene ai miti più antichi dell'Irlanda, essendo forse
databile al V sec. d.C., quando San Patrizio giunse nell'isola per convertire i
pagani alla nuova fede cristiana. Una tradizione che, per più di mille anni,
ha attirato presso questo sito così remoto un flusso ininterrotto di pellegrini,
cavalieri e nobili aristocratici, desiderosi di ottenere il perdono per le
proprie vite di peccatori. E di rivivere le avventure di Owein: il cavaliere
che entrò nel mondo al di della morte, il Purgatorio, e che visse per
raccontarlo.
Un luogo distante, appartato, disabitato d'Europa. Proprio come i Monti
SIbillini, negli Appennini italiani.
Una caverna oscura, l'ingresso ad un mondo sovrannaturale e malvagio,
abitato da dèmoni. Proprio come la tenebrosa, maligna corte della Sibilla
Appenninica.
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Un magico regno sotterraneo. Proprio come il dominio tenebroso della
Sibilla degli Appennini.
Un coraggioso cavaliere, che si introduce nei proibiti recessi sotterranei.
Proprio come Guerrin Meschino e il cavaliere tedesco descritto da Antoine
de La Sale.
Una narrazione avvincente e di grandissimo successo che racconta del
Purgatorio di San Patrizio, contenuta in decine e decine di testimonianze
letterarie attraverso i secoli. Proprio come la storia della Sibilla
Appenninica.
Dunque, il Purgatorio di San Patrizio sembra mostrare alcune importanti
corrispondenze con la nostra Sibilla Appenninica.
E, in tutta evidenza, se osserviamo le miniature che mostrano Owein
penetrare nel Purgatorio irlandese e Antoine de la Sale mentre si introduce
nella Grotta della Sibilla (vedere figura), la somiglianza risulta essere
veramente straordinaria.
Fig. 1 - L'inizio della Noble et merveilleuse histoire du Purgatoire Saint Patrice contenuta nel
Manoscritto Fr 1544 (Folio 105 recto) del quattordicesimo secolo conservato presso la Bibliothèque
Nationale de France, e una miniatura simile alla precedente contenuta nel manoscritto di Chantilly del
Paradiso della Regina Sibilla di Antoine de La Sale
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Il fatto è che le tracce più antiche relative alla Sibilla sono contenute in
opere risalenti all'inizio del quindicesimo secolo, come Guerrin Meschino e
Il Paradiso della Regina Sibilla.
Invece, il racconto di Owein e della sua esplorazione al Purgatorio di San
Patrizio è contenuta in manoscritti molto più antichi, risalenti alla seconda
metà del dodicesimo secolo. Una storia, dunque, ben precedente.
È possibile che il più antico Purgatorio di San Patrizio abbia potuto ispirare
le successive sequenze narrative connesse alla Sibilla Appenninica?
La risposta è sì, come dimostreremo nel prossimo articolo.
2. Una connessione tra l'Irlanda e l'Italia
«Inoltre una caverna nella roccia, angusta in dimensione come una piccola
casa, e con una volta arcuata così bassa, che un uomo di alta statura non
potrebbe starvi in piedi [...] sotto la quale alcuni raccontano che si trovi un
abisso o pozzo [...] che Dio ha aperto per il terrore di coloro che non
vogliono credere [...] Un tal cavaliere di nome Owain [...] rispose [...]
"affinché io possa meritare il perdono dei miei peccati, desidero entrare nel
Purgatorio di San Patrizio"» («Est autem caverna ipsa lapidea, domuncula
tam angustis lateribus, et fornice tam depressa, ut homo procerae staturae
adeo se erigere non posset [...] sub quo produnt aliqui subesse voraginem
illam et foveam [...] ad terrorem obstinatorum aperuit Deus [...] Miles
quidam Oenus nomine [...] respondit [...] ut peccatorum meorum merear
remissionem accipere, Purgatorium sancti Patricii volo intrare»).
Questo è un brano tratto dal Tractatus de Purgatorio Sancti Patricii, una
leggenda irlandese tramandata da antichi manoscritti e risalente almeno al
dodicesimo secolo: una storia di caverne, regni sotterranei abitati da
demoni, e valorosi cavalieri che osano avventurarsi all'interno delle
terrificanti cavità.
Cosa ha a che fare il Purgatorio di San Patrizio con la leggenda della Sibilla
Appenninica?
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Esiste, in effetti, una relazione tra i due racconti. Andiamo ad approfondire
perché.
Secondo un'antica tradizione irlandese, il Purgatorio di San Patrizio è un
punto di ingresso verso il mondo sovrannaturale. Quando San Patrizio,
vissuto all'inizio del quinto secolo d.C., giunse in Irlanda per annunciare
alle genti pagane la nuova fede in Cristo, egli fu deriso dagli abitanti
dell'isola, i quali affermarono che mai avrebbero creduto nel suo Dio, a
meno che egli non avesse dimostrato loro di potere entrare nell'altro
mondo, e di poterne uscire vivo.
Dio in persona si mostrò allora in sogno a San Patrizio, al fine di fornirgli
un argomento decisivo nella sua contesa con i pagani: Egli lo condusse fino
ad un luogo nel quale una caverna celava l'ingresso del Purgatorio. Dio
disse a Patrizio che a chiunque fosse entrato nella grotta, e avesse trascorso
nel Purgatorio un giorno e una notte, sarebbe stato concesso il perdono di
tutti i propri peccati. La tenebrosa cavità conteneva terrificanti visioni di
spaventosi dèmoni che infliggevano insopportabili torture alle anime dei
dannati, e non appena gli increduli irlandesi poterono osservare il
Purgatorio, essi credettero nella nuova fede che San Patrizio aveva
annunciato loro, e si fecero cristiani.
Dunque, il Purgatorio di San Patrizio era un punto di passaggio dal nostro
mondo reale verso un mondo magico e sovrannaturale, proprio come la
grotta della Sibilla. E - proprio come quella caverna posta sulla cima del
Monte Sibilla, in Italia - il Purgatorio si trovava in un luogo fisico,
geograficamente individuato: una piccola isola, nel mezzo di un lago - un
lago vero, Lough Derg, nella Contea di Donegal, in Irlanda (vedere figura).
Molti secoli fa, Lough Derg era un luogo isolato e remoto, difficilmente
raggiungibile dai pellegrini diretti verso il leggendario Purgatorio:
«pensavo veramente di recarmi [da Dublino] e poter tornare indietro in
tre settimane al massimo», scrive un antico visitatore proveniente
dall'Italia, Antonio Giovanni di Mannini, nel 1411, «ma a causa delle strade
pericolose e di altri accidenti abbiamo impiegato tre mesi e mezzo tra
l'andare e il ritornare». Oggi, le cose sono naturalmente più facili: un flusso
ininterrotto di migliaia e migliaia di pellegrini si reca ogni anno fino a
questo luogo e alla chiesa costruita dove un tempo si trovava la grotta, al
fine di ottenere la remissione dei propri peccati.
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Ma perché questo luogo appartato dell'Irlanda era così famoso - e ancora lo
è?
La fama dell'isola come luogo magico ebbe una peculiare diffusione nel
dodicesimo secolo (e dunque, in apparenza, almeno due secoli prima
rispetto alla Sibilla Appenninica in Italia), quando il Tractatus de
Purgatorio Sancti Patricii di Henry di Saltrey aveva cominciato a circolare
in vari manoscritti in lingua latina. Quest'opera, che descrive le gesta di un
cavaliere chiamato Owain nel corso della sua visita al Purgatorio, ha
rappresentato, per molti secoli, una sorta di 'best seller', con centinaia di
manoscritti latini che riportano il medesimo racconto e numerose traduzioni
in altre lingue europee.
Il racconto di Owain, che aveva avuto la possibilità di entrare nel
Purgatorio e di vedere con i propri occhi mortali la punizione dei peccatori,
era conosciuto in tutta Europa. E i visitatori si affollavano presso Lough
Derg, provenienti da Paesi lontani, per ottenere il perdono per i propri
peccati: un flusso che ci ricorda cche accadeva, secoli più tardi, anche
nell'area della grotta della Sibilla (sebbene con numeri di visitatori
estremamente più limitati).
Fig. 2 - Lough Derg in Irlanda e il Monte Sibilla in Italia: due siti, entrambi caratterizzanti un punto
d'ingresso a una regione sotterranea e magica
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Il fatto interessante è che è possibile rinvenire alcune significative
somiglianze tra specifici aspetti che appaiono nel racconto di Owain e
alcuni episodi descritti da Antoine de la Sale ne Il Paradiso della Regina
Sibilla e da Andrea da Barberino nel Guerrin Meschino: segno che i due
autori che si sono occupati della Sibilla Appenninica ben conoscevano la
leggenda narrata nel Purgatorio.
E, nella leggenda di ambientazione italiana, hanno fatto uso di alcune idee
tratte proprio dall'antico racconto irlandese. Andiamo a vedere come.
Michele Sanvico
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