Sapienza University of Rome and the Superintendence of Trapani have been carrying on a major research project on the island of Motya since year 2002. Renewed excavations, restorations and studies over 15 years produced a flow of fresh data which substantially changed the narration of the history of the island from a prominent prehistoric occupation in the first half of the second millennium BC to the Phoenician landing and development of a flourishing harbour city at the centre of the Mediterranean, until its final destruction in 397/6 BC by Dionysious of Syracuse, later surviving as seat of industrial activities and of a rural religious outpost. This paper summarizes most recent results of fieldwork and related studies, highlighting what has changed in the archaeological record, as well as in the historical interpretation. Premessa ' impegno della Sapienza a Mozia, iniziato per volere di Sa-batino Moscati nel 1964 e ripreso con il sostegno di Paolo Matthiae e Vincenzo Tusa nel 2002, si è concretizzato in quindici campagne annuali di scavo (xxii-xxxvi, 2002-2016), studio e restauro, che sono state orientate da precisi interro-gativi storico-archeologici, elencati nel primo rapporto di scavi della rinata missione.1 Queste domande storiche non soltanto hanno ricevuto delle puntuali risposte,2 ma hanno allo stesso tempo aperto nuove prospettive, dilatando i termini spazio-temporali delle indagini, problematizzando ed arricchendo i temi, i confini e i metodi dell'archeologia feni-cio-punica. Nuove prospettive di ricerca hanno illuminato lo studio delle relazioni con il Levante, con le culture indigene del Mediterraneo, del Nord Africa e dell'Europa continenta-le.3 Metodi e applicazioni tecnologiche innovativi hanno pro-dotto informazioni nuove che, a loro volta, hanno profonda-mente cambiato le concezioni e gli approcci alla storia dei Fenici.4 Non tutti gli ambiti accademici hanno saputo o han-no voluto riconoscere queste novità, per ragioni che ai letto-ri più scaltri certamente non sfuggiranno. E questo nono-stante la Missione sia stata insignita nel 2012 del Research Grant della Honor Frost Foundation5 e lo scrivente della Kress Lectureship dell'Archaeological Institute of America per il 2015-2016. Un solo caso è sufficiente da esempio. Quan-do dieci anni fa prospettammo la necessità-basata su una nuova analisi stratigrafica e su nuove seriazioni dei materiali6-di riaprire il tema della cronologia e delle modalità della fondazione di Mozia e della espansione fenicia, questo fu considerato un azzardo. Oggi nuove ricerche da Cadice7 a Utica,8 alla stessa Sidone,9 mostrano come quello intuìto a Mozia era un fenomeno generale. Lo stesso è accaduto per l'interpretazione della piscina sacra del Tempio di Baal, detta "Kothon", e si potrebbe continuare. Credo, tuttavia, che sia molto più affascinante oltre che utile rivolgersi di nuovo alle indagini seguendo le piste aperte dalle nuove scoperte, senza perdere tempo con chi preferisce criticare senza conoscere in modo sterile e a volte anche estremamente maleducato (co-me accadde sfortunatamente proprio durante il Congresso di cui in questa sede si pubblicano gli atti) il lavoro altrui non potendo, volendo o sapendo illustrare il proprio. Gli scavi della Sapienza, inoltre, nell'ultimo decennio han-no profondamente trasformato le diverse aree archeologiche presenti sull'isola con interventi di restauro e musealizzazione in una straordinaria sinergia con la Soprintendenza BBCCAA di Trapani e la Fondazione G. Whitaker, facendo di Mozia uno dei pochi siti fenici pienamente fruibili dal punto di vista turi-stico del Mediterraneo. Ma, ancora di più, essi hanno arricchi-to, umanamente e professionalmente, ciascuno dei più di quattrocento membri della missione che si sono avvicendati insieme agli operai di Marsala e al personale della Fondazione Whitaker durante intense e indimenticabili campagne di scavo sulla piccola-grande isola siciliana. La pubblicazione dei risultati dei lavori svolti è stata sempre una priorità della Missione della Sapienza che la considera un dovere civico, oltre che un obbligo scientifico. Per questa ra-gione e per la stima che mi lega a Piero Bartoloni, ho accettato di offrire in questa sede una sintesi delle principali indagini svolte negli ultimi cinque anni. La Missione della Sapienza è stata la prima a produrre una periodizzazione archeologica complessiva dell'Isola (Tab. 1), mettendo in fase le diverse sequenze stratigrafiche delle aree scavate dalle missioni che vi hanno lavorato e, allo stesso tempo , ha imposto una griglia topografica su Mozia, per rendere univoci i riferimenti spaziali (Fig. 1). Questi due strumenti so-no fondamentali per chiunque voglia parlare o scrivere di Mo-zia in termini archeologici scientifici.