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Lorenzo Compagnucci
La CNA e
l’Artigianato
Maceratese
Appunti di Storie
LA CNA E L’ARTIGIANATO MACERATESE
-
Appunti di Storie
Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa
- Associazione Territoriale di Macerata -
Lorenzo Compagnucci è assegnista di ricerca
in Economia Applicata presso il Dipartimento
di Giurisprudenza dell’Università degli Studi
di Macerata dove ha conseguito il dottorato di
ricerca (PhD) sotto la supervisione della Prof.ssa
Francesca Spigarelli. È cultore della materia
per gli insegnamenti di economia politica,
economia e politiche dell’innovazione, economia
manageriale e fondamenti e metodi per l’analisi
empirica nelle scienze sociali. I suoi temi di ricerca
riguardano l’economia applicata, in particolare la
Terza Missione dell’università, imprenditorialità,
forme di collaborazione per l’innovazione, block-
chain, globalizzazione della Cina e industrie
culturali e creative. È membro della segreteria
scientifica della Società Italiana di Economia
e Politica Industriale (SIEPI) ed è membro del
c.MET05, Centro Universitario Nazionale di
Economia Applicata. Collabora con l’Ucio
per la Valorizzazione della Ricerca ILO e
Placement dell’Università di Macerata per la
definizione e l’implementazione delle iniziative
di Terza Missione dell’Ateneo. Contribuisce alle
attività scientifiche del Laboratorio Umanistico
per la Creatività e l’Innovazione (LUCI) e del
CreaHUB, Atelier di idee per imprese culturali
e creative. Ha conseguito l’abilitazione per
l’esercizio della professione di avvocato. Ha
svolto un’intensa attività di ricerca, di docenza
e di partecipazione a conferenze in Cina, U.S.A.,
Etiopia, Regno Unito, Repubblica d’Irlanda,
Danimarca, Norvegia, Croazia, Spagna e Portogallo.
È autore di studi scientifici di economia applicata
pubblicati su riviste nazionali e internazionali.
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Lorenzo Compagnucci
La CNA e l’Artigianato
Maceratese
Appunti di Storie
Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa
- Associazione Territoriale di Macerata -
3
Indice
Prefazione a cura di Giorgio Ligliani 5
Prefazione a cura di Luciano Ramadori 7
Introduzione 9
1. Dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta:
le origini della CNA 11
1.1 Il secondo dopoguerra e gli artigiani 11
1.2 La nascita della CNA Nazionale e la rappresentanza di Macerata 1
1.3 Le origini della Federazione Provinciale degli Artigiani di Macerata 15
1.4 La mobilitazione degli artigiani: nella società e in piazza 17
1.5 La Legge n. 860 del 1956 e gli anni Sessanta 18
1.6 La formazione professionale e la scuola per acconciatori
di Macerata 19
2. Gli anni Settanta: lo sviluppo dell’artigianato 23
2.1 Lo sviluppo dell’artigianato in Italia 23
2.2 L’artigianato nella Regione Marche 24
2.3 La nuova identità della CNA Macerata 24
2.4 Le esigenze degli artigiani e la strategia della CNA 28
2.5 Il decentramento delle sedi 29
2.6 La Cooperativa Artigiana di Garanzia “Giuseppe Salomoni” 31
3. Gli anni Ottanta: la crescita dei servizi alle imprese 37
3.1 Gli artigiani e il contesto economico 37
3.2 Dalla legge del 1956 alla nuova legge quadro del 1985 38
3.3 L’evoluzione della CNA Nazionale e Regionale 41
3.4 Un’identità che cambia a livello locale 41
3.5 La crescita dei servizi di assistenza e consulenza 45
4 5
3.6 I servizi di internazionalizzazione 47
3.7 Il settore calzaturiero e la mobilitazione sindacale 53
3.8 Studi e convegni 55
3.9 Appunti di storie 59
3.10
Galleria fotografica 65
4. Gli anni Novanta: la comunità locale e le nuove sfide 87
4.1 Il contesto economico 87
4.2 La CNA Macerata, il sisma e le nuove sfide 88
4.3 Il processo di digitalizzazione 90
4.4 La trasformazione politica della CNA 91
4.5 Manifestazioni culturali 95
4.6 Galleria fotografica 101
5. Conclusioni 111
Bibliografia 113
Sitografia 115
È con profondo piacere e soddisfazione che mi rivolgo alle artigiane e agli
artigiani, alle imprenditrici e agli imprenditori che compongono la CNA –
Associazione Territoriale di Macerata, per presentare questo lavoro di ricer-
ca che la nostra Associazione ha promosso e sostenuto, in collaborazione
con l’Università di Macerata, per indagare e ricostruire la storia della CNA
nel periodo che va dalla sua fondazione fino alla fine degli anni Novanta del
secolo scorso.
L’incarico di Presidente che ho svolto in questi anni, così come l’incarico
svolto da quelli che mi hanno preceduto e che sarà svolto da quelli che mi
seguiranno, è un incarico pro-tempore, e nulla meglio di una ricerca stori-
ca riesce a spiegare il significato di questa locuzione latina che, appunto,
associa l’idea della temporaneità del ruolo a colei o colui che si trova a
guidare una struttura articolata e complessa come la nostra.
Come emerge chiaramente dalle pagine che seguono, infatti, la CNA è qual-
cosa che è nata prima di noi e del nostro essere imprenditori, e lo sforzo che
tutti dobbiamo fare, e che stiamo facendo, è che essa continui anche nei
decenni successivi alla fine della nostra personale attività imprenditoriale.
Nello stesso tempo, il valore di una ricerca storica sull’Associazione è rac-
chiuso nel significato che questa ci permette di cogliere rispetto alle con-
nessioni tra passato, presente e futuro. Solo avendo ben chiaro il percorso
arontato nel passato, infatti, possiamo meglio muoverci nel presente e
immaginare quali potranno essere gli scenari che ci aspettano, nel breve,
medio e lungo periodo.
Non si tratta solo di un’operazione tesa a ricostruire la memoria della nostra
Associazione e dei nostri associati, quindi, ma di un tassello fondamentale
che, ancorandoci saldamente ad un passato fatto di passioni, intuizioni, re-
lazioni costruite e consolidate con le imprese e con il territorio, produzioni
di sapere e di competenze, può permetterci di arontare meglio le sfide
che verranno senza perdere di vista le ragioni fondanti del nostro fare im-
presa e del ruolo sociale della CNA.
Prefazione
Giorgio Ligliani
Presidente CNA – Associazione Territoriale di Macerata
7
Il lavoro qui presentato nasce dalle sollecitazioni che ci sono pervenute
negli anni da parte di ex dirigenti della CNA della provincia di Macerata:
artigiane e artigiani, imprenditrici e imprenditori che si sono rivolti all’Asso-
ciazione per chiedere che si cominciasse a lavorare a un primo tentativo
di ricostruzione delle vicende che hanno portato la CNA a diventare una
grande Associazione di categoria, presente e diusa nel territorio, dove le
imprese possono trovare sostegno, supporto e servizi.
Il lavoro di raccolta dei documenti è durato fino a quando abbiamo con-
tattato Lorenzo Compagnucci, esperto di economia applicata e politiche
industriali che stava svolgendo il dottorato di ricerca presso il Dipartimento
di Giurisprudenza dell’Università di Macerata. Abbiamo quindi deciso di af-
fidare al suo punto di vista e alla sua competenza l’analisi della documen-
tazione e la stesura di questa ricerca, che non ha l’ambizione di rappresen-
tare un punto di arrivo definitivo, ma un tassello della nostra memoria, un
lavoro da cui potrebbero muoversi nuove e successive ricerche.
A quest’opera hanno collaborato molti colleghi ed ex dirigenti, fornendo
testimonianze preziose per ricostruire i contesti che hanno fatto da sfondo
ai passaggi più significativi nella vita della nostra Associazione, che aonda
le proprie radici nell’opera di ricostruzione dell’Italia appena uscita dalla Se-
conda Guerra Mondiale, finalmente proiettata verso la democrazia: politica,
sociale ed economica.
In queste pagine, i loro ricordi accompagnano i passaggi più importanti:
dalla costituzione dell’Associazione allo sviluppo dell’artigianato, dalla fase
di crescita dei servizi fino alle nuove sfide che la CNA ha raccolto negli anni
Novanta, in un clima di trasformazione epocale che, se ci pensiamo bene,
può trasmetterci insegnamenti anche per il presente che ci troviamo a vivere
e gli scenari che dovremo arontare, attraverso la valorizzazione delle com-
petenze e del nostro capitale umano. Magari partendo proprio da queste
pagine e dalla nostra storia, nella convinzione che la conoscenza del nostro
passato ci permetterà di arontare meglio il futuro.
Prefazione
Luciano Ramadori
Direttore CNA – Associazione Territoriale di Macerata
9
Questo lavoro nasce dalla volontà della CNA - Associazione Territoriale di
Macerata - di realizzare un approfondimento, accessibile a tutti, sull’evolu-
zione dell’artigianato e della CNA nella Provincia di Macerata, in collabora-
zione con l’Università degli Studi di Macerata. Senza pretesa di esaustività,
l’obiettivo è quello di non disperdere le esperienze e le storie delle perso-
ne che hanno contribuito a plasmare l’identità dell’Associazione dal secon-
do dopoguerra alla fine degli anni Novanta del secolo scorso.
Il volume cerca di tracciare il dialogo che la CNA Macerata ha tessuto con
gli artigiani fin dall’inizio, ispirandosi all’articolo 45 della Costituzione ita-
liana, in base al quale «La Repubblica riconosce la funzione sociale della
cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata.
La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e
ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità.» Il comma
2 prosegue aermando che «La legge provvede alla tutela e allo sviluppo
dell’artigianato». L’art. 45 Cost. aerma la funzione sociale dell’artigianato
e rappresenta lo “statuto costitutivo” dell’impresa artigiana. Oltre al ricono-
scimento costituzionale, gli artigiani sono uomini, donne, giovani e famiglie
che contribuiscono alla crescita del Paese. Queste persone si caratterizza-
no per l’impegno quotidiano, la passione, la creatività, la capacità di inno-
vazione, la prevalenza della componente di abilità manuale nei processi
produttivi, i rapporti con i collaboratori e i familiari all’interno dell’azienda e
le relazioni con gli altri artigiani e la comunità locale.
Dal punto di vista metodologico la ricerca è basata su articoli scientifici pub-
blicati su riviste nazionali e internazionali, monografie scientifiche, rapporti
realizzati da istituti di ricerca e articoli tratti dalla stampa periodica. Inoltre, tra
novembre 2019 e maggio 2020 sono state realizzate numerose interviste
con artigiani, imprenditori, funzionari, dirigenti ed ex collaboratori della CNA
Macerata, cioè coloro che hanno contribuito alla crescita dell’Associazione.
E’ stata poi svolta una ricerca, raccolta e selezione di documenti d’archivio
e materiali fotografici che completano i contenuti dei testi e delle interviste.
Introduzione
Lorenzo Compagnucci
Università degli Studi di Macerata
DAL SECONDO DOPOGUERRA
AGLI ANNI SESSANTA:
LE ORIGINI DELLA CNA
1
10
1.1. Il secondo dopoguerra e gli artigiani
L’Italia affronta enormi difficoltà economiche e sociali negli anni immediatamen-
te successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Tra il 1946 e il 1948 la disoccupazio-
ne è pari al 10% della forza lavoro. Il tasso di disoccupazione italiano rimane il più
elevato in Europa fino al 1958, oscillando tra il 7-9% a fronte dell’1-2% della Fran-
cia. Negli stessi anni la Germania riduce la disoccupazione al 3%. Gli occupati
italiani sono principalmente impiegati nel settore agricolo che nel 1951 assorbe
oltre il 40% della forza lavoro. Allo stesso tempo l’agricoltura è poco produttiva
e profondamente arretrata, mentre le poche attività industriali risentono degli
effetti devastanti del secondo conflitto mondiale (Barca, 1999; Pesole, 1997).
Durante gli anni Cinquanta l’Italia inizia a cambiare fisionomia: il settore agrico-
lo perde il 13,5% degli occupati, passando dal 43,9% al 30,4%. Diversamente,
l’industria cresce dal 29,4% al 37,4%, così come il settore terziario dei servizi
registra un considerevole aumento di addetti, dal 26,7% al 32,22%. Alla fine
degli anni Cinquanta l’Italia non è più un Paese prevalentemente agricolo. Lo
sviluppo industriale è favorito da molteplici fattori, quali la buona congiuntu-
ra internazionale e il consolidamento di alcuni poli produttivi strategici come
quello automobilistico, stimolato dalla motorizzazione di massa. Inoltre, grazie
alla guida di Enrico Mattei, l’Ente Nazionale Idrocarburi (Eni) intraprende azioni
dirette all’approvvigionamento energetico per lo sviluppo industriale. Parallela-
mente lo Stato inizia a investire nel piano casa Fanfani e in infrastrutture come
l’Autostrada del Sole. Non mancano poi gli interventi per il Mezzogiorno (De
Nicolò, 2016a).
Tra il 1951 e il 1961 l’artigianato vive profonde difficoltà e registra un considere-
vole declino dell’occupazione che passa dal 21,2% al 17,8%. Pesole afferma che
queste percentuali non restituiscono l’immagine reale del «dissanguamento»
delle professioni artigiane, in particolare nell’Italia meridionale (Pesole, 1997).
Secondo De Nicolò la struttura produttiva dell’artigianato era fortemente ar-
retrata. Questa condizione era accentuata dalla depressione economica che
spingeva molti disoccupati ad «improvvisarsi artigiani». A ciò si aggiunge il fatto
che l’artigianato aveva sofferto l’andamento alterno dei prezzi, prima inflattivo
e poi, per effetto delle politiche einaudiane, deflattivo. Ne era derivata una
restrizione dei consumi e la penalizzazione della domanda interna di prodotti.
Tuttavia, l’orgoglio degli artigiani e una loro crescente partecipazione alla vita
pubblica alimentavano la necessità di un generale ammodernamento del com-
parto artigiano (De Nicolò, 2016a).
Lo studio è suddiviso in quattro capitoli che analizzano la storia della CNA
Macerata dal secondo dopoguerra alla fine degli anni Novanta. Ogni capi-
tolo illustra brevemente il quadro economico e sociale di riferimento. Viene
poi proposta una selezione di temi che sono stati al centro del dibattito
dell’Associazione. Vengono inoltre presentati contenuti e aneddoti tratti
dalle interviste svolte con alcuni degli attori chiave della storia della CNA
Macerata.
Il primo capitolo descrive le origini democratiche della CNA dal secondo
dopoguerra agli anni Sessanta. Vengono illustrate le prime iniziative sin-
dacali sul territorio, gli eetti della legge quadro del 1956 sull’artigianato e
l’importanza della formazione professionale per il comparto artigiano.
Il secondo capitolo analizza lo sviluppo dell’artigianato durante gli anni Set-
tanta. Sono descritte le azioni intraprese dalla CNA Macerata per rispon-
dere alle esigenze di un artigianato e una società che cambiano. In questo
periodo emerge l’importanza dei servizi di credito e inizia ad aermarsi la
strategia di decentramento delle sedi dell’Associazione.
Il terzo capitolo presenta la rapida espansione dei servizi erogati alle im-
prese artigiane dalla CNA a partire dagli anni Ottanta. A fronte di un con-
testo internazionale sempre più dinamico, si configura un nuovo rapporto
tra associati e rappresentanti dell’organizzazione. All’attività sindacale si
aancano servizi di consulenza, ricerca, internazionalizzazione e misure a
sostegno di settori strategici come quello calzaturiero.
Il quarto capitolo analizza gli anni Novanta che sono caratterizzati da una
profonda trasformazione politica che investe l’attività sindacale, la riforma
delle pensioni, lo sviluppo dei servizi informatici e il ruolo crescente dei
giovani e delle donne nella direzione delle imprese artigiane. Il quarto ca-
pitolo propone poi alcune riflessioni sul devastante sisma del 1997. Una
tragedia indelebile nelle vite di molte comunità marchigiane ed umbre che
sono state supportate anche dalle associazioni del territorio, come la CNA
Macerata.
12 13
1.2 La nascita della CNA Nazionale e la rappresentanza di Macerata
Il Patto di Roma del giugno 1944 è il momento più significativo della rinascita
del movimento sindacale grazie all’abolizione dell’ordinamento corporativo. In-
fatti, il sostegno delle forze antifasciste prospetta un’unità sindacale che non
ammette distinzioni di opinioni politiche e religiose. Dal punto di vista giuridico
l’artigianato torna però ad essere un settore sostanzialmente “deregolato” e
così rimarrà fino alla prima legge quadro del settore, cioè la Legge n. 860 del
15 luglio 1956 (De Nicolò, 2016a).
De Nicolò evidenzia che «seppure non fosse stata fissata con esattezza la
definizione dell’attività artigiana, colpisce l’immediata “esplosione” del suo as-
sociazionismo, come se la compressione del periodo fascista dovesse essere
compensata». Infatti, a partire dalla metà del 1944 moltissime associazioni si
costituiscono spontaneamente nei territori liberati dall’occupazione tedesca e
dal controllo fascista. Nel giugno 1944 viene fondata l’Associazione genera-
le dell’artigianato italiano. Successivamente altre associazioni vedono la luce,
come la Confederazione generale dell’artigianato italiano e associazioni pro-
vinciali artigiane che si uniscono all’Unione provinciale delle leghe artigiane di
Roma (De Nicolò, 2016a).
A distanza di un paio di anni, il 9 dicembre 1946, viene stipulato l’atto costitu-
tivo (Figura 1) della Confederazione Nazionale dell’Artigianato da un gruppo di
24 persone che ricoprono cariche direttive di associazioni sindacali a livello
provinciale oppure locale. La fotografia delle persone riunite a Roma davanti
al notaio Antonio Ventura mostra una neonata Confederazione che ha il pro-
prio asse nel Centro-Nord: Torino, Milano, Monza, Genova, La Spezia, Trento,
Verona e Udine contano 11 presenze. Bologna, Firenze, Perugia, Reggio Emilia,
Siena, Urbino, Roma, Pescara e Macerata sono rappresentate da 12 persone.
Guardando la provenienza professionale dei rappresentanti, la categoria dei
sarti registra 3 presenze, 2 sono falegnami, 2 meccanici e 2 barbieri. Sono inol-
tre presenti un fotografo, un disegnatore, un pittore verniciatore, un tipografo,
uno scultore, un maniscalco, un decoratore, un fabbro, un carradore e un oro-
logiaio. Tra questi esponenti vi è anche Pietro Evangelista, nato a Buenos Aires
e domiciliato a Macerata, presidente dell’Unione Provinciale degli Artigiani di
Macerata (De Nicolò, 2016a).
Nello stesso anno si svolge il primo congresso della Confederazione Nazionale
dell’Artigianato che si chiude con l’approvazione dello Statuto dell’Associazio-
ne (Figura 2). Lo Statuto definisce la CNA come «espressione di tutte le forze
artigiane d’Italia». L’Associazione si pone gli ambiziosi obiettivi di promuove-
re lo sviluppo economico e tecnico del settore e di prestare assistenza alle
associazioni presso qualsiasi «amministrazione, autorità e organizzazione», in
ambito nazionale ed internazionale. Le finalità perseguite della neo-costituita
CNA sono tipicamente sindacali: coordinamento delle iniziative delle associa-Figura 1. Prima pagina dell’Atto costitutivo della CNA Nazionale - 9 dicembre 1946.
14 15
zioni; promozione di accordi e attività di carattere nazionale; costituzione di
organismi aventi lo scopo di prestare assistenza sociale, economica, tecnica,
artistica; svolgimento di un’opera di conciliazione tra lavoratori e datori di lavo-
ro (De Nicolò, 2016a)1.
Nonostante la CNA avesse iniziato a compiere passi in avanti sotto l’aspetto
organizzativo, nel 1952, in occasione del IV Congresso Nazionale, il Presidente
Varlecchi sottolineava che l’artigianato continuava a versare in una profonda
crisi. La grave depressione del comparto artigiano era dovuta soprattutto al
fatto che in Italia «gli artigiani sono un’alternativa anziché un completamento
dell’industria, sono un surrogato anziché una integrazione delle attività produt-
tive industriali». Varlecchi aggiungeva che «attualmente la maggioranza degli
artigiani producono direttamente per il mercato, per i consumi della misera
popolazione urbana e rurale; essi non hanno in generale un’industria fiorente
per la quale lavorare, non svolgono un’attività che integri e completi quella
industriale; e anche in alcuni settori dell’industria leggera, sostituiscono (e non
integrano) l’attività industriale. L’artigianato italiano ha dunque accentuato ca-
rattere popolare; il suo rinnovamento va cercato nel quadro della rinascita
economica generale; questa esigenza si presenta in modo particolarmente
drammatico e urgente, per il Mezzogiorno» (De Nicolò, 2016a).
1.3 Le origini della Federazione Provinciale degli Artigiani di Macerata
Il fermento dell’associazionismo sindacale e gli ambiziosi obiettivi della neo-co-
stituita CNA Nazionale, “contagiano” anche i fondatori della Federazione Pro-
vinciale degli Artigiani di Macerata che sarebbe poi diventata la CNA Macerata.
La prima associazione locale si era costituita all’indomani della Seconda Guer-
ra Mondiale grazie alla volontà e all’impegno del partigiano Giuseppe Salo-
moni2 e di alcuni artigiani come Giulio Valentini (artigiano-panettiere) e Pietro
Evangelista. Quest’ultimo aveva partecipato, in qualità di Presidente dell’Unio-
ne Provinciale degli Artigiani di Macerata, alla stipula dell’atto costitutivo della
CNA Nazionale nel dicembre 1946.
Questo primo e ristretto gruppo di volontari era fortemente animato da principi
di onestà, serietà e dedizione nei confronti del prossimo. Tutti loro sacrificava-
no spesso la propria vita lavorativa e la famiglia per intraprendere azioni sinda-
cali che onoravano con energia e puntualità. In particolare, Giuseppe Salomoni
fu un artigiano falegname che visse in prima persona il secondo conflitto mon-
diale, affrontando con coraggio gli eventi tragici della guerra. Infatti Salomoni,
nato a Cingoli il 20 giugno 1903, fu un perseguitato politico ed antifascista,
1 De Ascna, b. 1 Atto Costitutivo e Statuti (1946-1977), f. 1.2. Statuto approvato al Congresso nazio-
nale di unificazione artigiana, Roma 5-10 dicembre 1946.
2 Primo Segretario CNA – Associazione Territoriale di Macerata.
Figura 2. Prima pagina dello Statuto della CNA Nazionale
approvato dal Congresso Nazionale Costituente nei giorni 5-10 dicembre 1946.
16 17
divenne capo partigiano e poi Presidente del Comitato Comunale di Libera-
zione di Cingoli. Salomoni assunse la carica di sindaco di Cingoli dal 1944 al
1951. Successivamente, a metà degli anni Cinquanta, Salomoni si candidò alla
Camera dei Deputati e ricoprì anche la carica di Segretario del Comitato Pro-
vinciale ANPI (Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani). Infine, Salomoni fu
il principale promotore dell’associazionismo artigiano maceratese, diventando
segretario della Federazione Provinciale degli Artigiani, dal dopoguerra fino
alla sua morte nel 1970.
Piero Giustozzi (ex Presidente CNA – Associazione Territoriale di Macerata)
afferma che «a Salomoni e al gruppo iniziale di volontari se ne aggiunsero
altri tra gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta». Nel frattempo l’ex Presidente
indica i faldoni contenenti i vecchi incartamenti della CNA, le targhe ricevute
negli anni, i libri di diritto sindacale, sull’artigianato e sulla storia dei Comuni
delle Marche, che appesantiscono le scaffalature di casa. Guardandosi intorno
Giustozzi dice: «questo è tutto quello che si trovava nel mio ufficio, qui dentro
c’è tutta la mia vita». Sorridendo afferma: «io gli anni ce li ho!». Poi richiama alla
memoria alcuni degli associati che hanno contribuito con grande impegno alla
crescita della CNA a partire dagli anni Cinquanta. Tra gli associati vi sono l’ex
Presidente Sergio Mazzanti, Giovanni Luciani, Vincenzo Palmini, Luigi Silenzi,
Mariano Contigiani, Luciano Pascucci, Mario Pianesi, Vincenzo Pica, Roberto
Violini, Francesco Diomedi, Nazzareno Toso, Massimo Lanzavecchia, Luciano
Ramadori, Graziano Ciccarelli, Marino Sabbatini, Elio Zanconi, Umberto Zanco-
ni e Oliviero Zanconi. Poi Giustozzi, con occhi scherzosi, indica Silvano Gattari3
e Giuseppe Ciarlantini4 che siedono di fronte a lui, dichiarando con orgoglio e
profonda stima: «questi disgraziati sono tutti allievi miei!».
Nel secondo dopoguerra, i primi artigiani associati dispongono di un’unica
sede provinciale - e di una sola stanza - in via Tommaso Lauri, nel centro storico
di Macerata. Al primo Segretario Giuseppe Salomoni subentra Ismaele Zanconi
e seguono due importanti avvenimenti: il trasferimento nella sede provinciale
di via Morbiducci e l’apertura dei primi uffici decentrati nei Comuni di Civitano-
va Marche e Matelica. Si tenga presente che a quel tempo l’essere associato
non era collegato alla possibilità di ricevere particolari servizi. Infatti, l’essere
associato dipendeva semplicemente dall’orientamento ideologico e dalla fi-
ducia riposta nelle persone che rappresentavano l’organizzazione. La carica
ideale era molto profonda e ci si muoveva principalmente a livello personale
più che attraverso organismi. Questa tipologia di rapporti ha provocato anche
momenti di tensione, mettendo a dura prova l’unità e la volontà dei primi asso-
ciati maceratesi. Tuttavia, gli artigiani si sono serrati con compattezza e hanno
proseguito insieme il cammino dell’Associazione.
3 Ex Segretario CNA - Associazione Territoriale di Macerata.
4 Ex Funzionario CNA - Associazione Territoriale di Macerata.
1.4 La mobilitazione degli artigiani: nella società e in piazza
Piero Giustozzi nasce a Macerata e frequenta i primi tre anni delle scuole ele-
mentari nei pressi di Piaggia della Torre, dove si trovava anche il salone di
proprietà di suo padre, Ennio Giustozzi. Verso i 14 anni inizia a frequentare il
salone e si avvicina al mestiere di barbiere. Giustozzi ricorda che nel secondo
dopoguerra il padre aveva ottenuto un appalto di sette anni per conto dell’A-
eronautica Militare presso le Casermette di Macerata. L’appalto prevedeva la
gestione di tre barbierie: una riservata agli ufficiali e sottoufficiali, e due per i
soldati semplici, per un totale di un migliaio circa di militari.
Giustozzi racconta che il padre lo incaricò di aiutarlo nella gestione delle bar-
bierie dove erano impiegati sette dipendenti: «mentre mio padre proseguiva
l’attività nel salone di Piaggia della Torre, io facevo la spola tra il negozio di
mio padre e le Casermette. Ero un ragazzo molto giovane. Allora un po’ con-
trollavo, un po’ osservavo il lavoro degli altri e quello di mio padre in negozio.
Così imparavo questo mestiere».
Concluso l’appalto alle Casermette, verso la fine degli anni Cinquanta, Giu-
stozzi subentra progressivamente nella gestione del salone di famiglia, fino ad
inaugurare la propria attività, trasferendola in un nuovo locale. L’ex Presidente
afferma: «negli anni avevo costruito una buona clientela e avevo sviluppato
una certa personalità grazie a mio padre che mi aveva insegnato il mestiere e
coinvolto nella gestione dei negozi. Stavo discretamente, andavo bene».
In questo periodo Giustozzi e suo padre sono entrambi iscritti all’associazione
locale della Confartigianato. Tuttavia, Piero matura proprie idee politiche e pia-
nifica scelte organizzative che sono differenti rispetto a quelle adottate dal pa-
dre. Infatti, Giustozzi inizia a nutrire interesse per le azioni sindacali intraprese
da Giuseppe Salomoni e per gli ideali espressi dalla Federazione Provinciale
degli Artigiani di Macerata. Decide allora di passare dalla Confartigianato a
quella che sarebbe diventata la CNA Macerata. Giustozzi ricorda con ammi-
razione le iniziative di Salomoni tese alla ricerca di associati nella Provincia di
Macerata che percorreva «in lungo e in largo con il suo motorino». E’ in questa
fase che Salomoni chiede a Giustozzi un supporto tecnico per l’organizzazione
e il coordinamento della categoria dei barbieri.
Durante la metà degli anni Sessanta, la mobilitazione del mondo artigiano di-
venta uno dei connotati peculiari dell’Associazione. Il gruppo maceratese de-
finisce, con propri strumenti, un’identità fortemente radicata nell’aggregazione
dal basso degli artigiani. Sono quindi all’ordine del giorno i riferimenti ai mo-
menti assembleari, alla piazza e ai dibattiti politici che suscitano tensioni co-
struttive tra gli stessi associati. Non va dimenticato che l’Associazione macera-
tese tende sempre un occhio alle azioni della CNA Nazionale. Infatti, al rifiuto di
una caratterizzazione corporativa si uniscono sia la costruzione di un rapporto
18 19
diretto con gli artigiani che uno sguardo d’orizzonte largo, volto a trasformare
la CNA in una delle forze maggiormente impegnate nel rinnovamento sociale
del Paese (De Nicolò, 2016a).
L’attività sindacale impegna quotidianamente gli associati e lo stesso Giustozzi
che verso la fine degli anni Sessanta viene nominato responsabile della cate-
goria dei barbieri della CNA Macerata. Giustozzi organizza così riunioni con i
barbieri dell’area maceratese e stringe rapporti con professionisti provenienti
dalle altre province della Regione Marche. Poi riceve la proposta di altri due
barbieri di costituire una società ed acquistare un locale in Piaggia della Torre.
Di lì a poco Giustozzi e i soci aprono il Salone Tris.
Giustozzi sottolinea che l’Associazione gli lasciava ampio margine di manovra
nell’organizzazione delle attività sindacali. Tuttavia afferma: «ero uno scellerato
perché partivo da casa la mattina presto per lavorare nel mio salone. Poi dalle
13 alle 15 mi spostavo al sindacato per occuparmi delle questioni della cate-
goria. Nel pomeriggio ritornavo in negozio e la sera mi trattenevo in sede fino
a tardi. Era dura, c’era la famiglia e il lavoro al salone. Mai mancato un giorno
dal negozio!». Giustozzi prosegue affermando che negli anni del sindacato era
un personaggio «focoso e scomodo. Forse ero così a causa della mia educa-
zione che mi ha sempre spinto a lottare in prima persona. Ho sempre avuto
una faccia tosta, tremenda. Questo mi ha portato a sviluppare rapporti con
tante persone diverse, professionisti, intellettuali e rappresentanti delle istitu-
zioni locali e nazionali». Poi, sorridendo, ricorda che intorno al 1973 «dopo un
po’ di tempo è successo che sono diventato Presidente della CNA Macerata.
Credo che abbiano riconosciuto la mia particolare personalità e apprezzato
l’impegno dedicato quotidianamente al sindacato e al mio salone».
1.5 La Legge n. 860 del 1956 e gli anni Sessanta
Nel gennaio 1955 viene accolta con favore la disciplina sull’apprendistato che
definisce il rapporto di lavoro tra apprendista e titolare come un rapporto “a
causa mista”, in cui entrambe le parti traggono beneficio. Il compenso dell’ap-
prendista è costituito dal salario e dalla formazione professionale ricevuta. La
nuova disciplina dell’apprendistato intende inoltre rendere l’artigianato un set-
tore di accoglienza per gli addetti del settore agricolo che stavano abbando-
nando in modo massiccio le campagne per stabilizzarsi nelle città.
L’anno seguente si giunge alla rielaborazione complessiva del comparto arti-
giano. Viene infatti introdotta la Legge n. 860 del 25 luglio 1956 che sostitui-
sce, a trent’anni di distanza, la precedente, ormai superata dalla trasformazione
della società e del settore artigiano. Le principali novità riguardano la qualifica-
zione della figura dell’artigiano, l’organizzazione e la responsabilità del lavoro:
«si considerano artigiani gli imprenditori che esercitano un’attività, anche arti-
stica, per la produzione di beni e di servizi organizzata prevalentemente con il
lavoro proprio e dei componenti la famiglia, sia che l’attività venga esercitata
in luogo fisso, sia in forma ambulante o di posteggio, anche se impieghino
attrezzature meccaniche, fonti di energia o in genere sussidi della tecnica più
idonei ai loro scopi produttivi».
De Nicolò evidenzia che il termine impresa artigiana conferiva maggiore digni-
tà rispetto a quello di bottega incluso nella scelta linguistica del regime fasci-
sta. Quindi il Legislatore riconosceva finalmente credibilità e dignità produttiva
all’artigianato. Rimanevano comunque da definire alcuni aspetti rilevanti come
la disciplina fallimentare e l’adeguamento delle Commissioni Provinciali e Re-
gionali dell’Artigianato alle future competenze delle Regioni (De Nicolò, 2016a).
Nonostante le nuove disposizioni di legge guardassero all’economia che mu-
tava, nel 1963 il ciclo espansivo della produzione italiana conobbe un primo
arresto. Il vantaggio del consistente abbassamento dei dazi si stava esaurendo
e le possibilità di esportazioni si erano ridotte. I salari erano cresciuti e il più alto
costo del lavoro aveva causato un aumento dei costi di produzione. A ciò si ag-
giungevano strategie di governo che avevano determinato una considerevole
riduzione degli investimenti.
Questo rallentamento coinvolse anche il mondo dell’artigianato. Tuttavia, iniziò
a nascere un legame particolare tra alcune professioni artigiane e il lavoro
industriale, che diede progressivamente corso al fenomeno degli artigiani con-
toterzisti: alcune fasi della lavorazione industriale vennero decentrate a van-
taggio dei laboratori artigiani (Castronovo, 1980). In questi anni le esportazioni
artigiane italiane passarono dai 481 miliardi e mezzo di lire del 1964 ai 763 del
1967. Inoltre, tra il 1961 e il 1971 le imprese artigiane italiane aumentarono di
numero passando da 752.629 a 883.512 (Maida, 2007).
1.6 La formazione professionale e la scuola per acconciatori di Macerata
Verso la fine degli anni Sessanta l’espansione del comparto artigianato è co-
stantemente supportata dalla mobilitazione sindacale organizzata dalla CNA
Macerata. La crescita generale dell’artigianato e dell’Associazione stessa è fa-
vorita dall’attivismo, a volte “focoso”, degli associati che dedicano il proprio
tempo, spesso a titolo gratuito, per tutelare gli interessi della categoria. Infatti,
Giovanni Luciani5 racconta che «l’Associazione si è sviluppata proprio grazie a
coloro che davano molto più di quello che ricevevano, dedicando un impegno
profondo all’artigianato e agli associati». Dall’altra parte, le novità normative
e il nuovo contesto economico e sociale, spingono la CNA a sensibilizzare
gli apprendisti e gli artigiani circa l’importanza della formazione professionale.
Quest’ultima viene concepita come uno strumento per garantire la sopravvi-
5 Ex Presidente Regionale dell’Unione Nazionale Artigiani Calzaturieri, UNAC; ex Vice Presiden-
te CNA - Associazione Territoriale di Macerata; artigiano calzaturiero.
20 21
venza e l’adattamento delle attività locali alle mutate condizioni sociali e del
mercato.
In questo quadro generale l’attività sindacale consente a Giustozzi di instaura-
re rapporti con barbieri attivi fuori provincia e nelle altre regioni italiane. Dall’in-
contro con i rappresentanti dell’associazione di categoria di Perugia nasce l’i-
dea di istituire una scuola professionale per parrucchieri a Macerata. Giustozzi
assume allora l’iniziativa di fondare la scuola in collaborazione con i colleghi di
Perugia e i maceratesi Vincenzo Pica e Umberto Marchiori: «andai al Comune
di Macerata dicendo che avevamo bisogno di uno spazio perché dovevamo
avviare la scuola per parrucchieri. Così riuscii ad ottenere prima un locale,
poi un altro locale ancora e pian piano la scuola ha avuto un intero palazzo
a disposizione». Poi, sorridendo, racconta con soddisfazione che i locali del
Comune vennero presi in uso a titolo gratuito. La scuola ebbe la sua prima
sede in vicolo Costa, era autonoma e si appoggiava formalmente alla CNA
Provinciale di Macerata, avvalendosi anche della collaborazione della FIBMA
(Figure 3 e 4).
Giustozzi prosegue affermando «all’inizio io e i miei colleghi eravamo come
pesci fuor d’acqua perché non sapevamo come avviare i corsi della scuola.
Tuttavia, venivano i colleghi umbri che già gestivano la scuola di Perugia ed
erano in grado di insegnare le nuove tecniche di taglio, con occhio alle nuove
mode e gusti». I primi associati della CNA Macerata si recavano in Umbria per
imparare dai colleghi perugini e acquisire le competenze necessarie a poten-
ziare la nascente scuola maceratese. Questo percorso ha favorito la crescita di
diversi professionisti maceratesi e l’affermazione di una scuola dove i giovani
conseguivano una qualificazione tecnico-pratica, proiettandosi verso il mondo
del lavoro. Alle lezioni dei maestri di Perugia partecipavano non solo gli accon-
ciatori maceratesi ma anche allievi provenienti da San Benedetto del Tronto
e dalle altre province marchigiane. Inoltre, gli allievi della scuola iniziavano ad
avvicinarsi alla CNA, alimentando così il bacino degli associati.
In questo periodo è forte la collaborazione tra la CNA e la scuola per par-
rucchieri in occasione delle competizioni nazionali di categoria che venivano
organizzate a Macerata. La scuola per parrucchieri aveva tessuto una fitta rete
di professionisti che confluivano periodicamente a Macerata per confrontarsi e
proporre tecniche innovative. In particolare il 1975 fu un anno che vide premia-
re e compensare con grosse soddisfazioni i sacrifici compiuti da tutta l’Associa-
Figura 3. Tariario FIBMA - CNA Macerata.
Figura 4. Lettera intestata del Centro Artistico Acconciatori Maschili Macerata (CAAMM)
e scuola professionale.
GLI ANNI SETTANTA:
LO SVILUPPO
DELL’ARTIGIANATO
2
22
2.1 Lo sviluppo dell’artigianato in Italia
I Paesi dell’Europa occidentale vivono un tasso medio di crescita del 5% du-
rante i 25 anni successivi al secondo conflitto mondiale. La crisi petrolifera del
1973 interrompe questa fase e avvia l’Italia verso un decennio particolarmente
difficile durante il quale i termini più ricorrenti sono: inflazione, stagnazione,
disoccupazione e deficit. La moneta si svaluta progressivamente e i tassi di
interesse crescono, causando seri ostacoli al credito alle imprese. A ciò si ag-
giungono l’aumento della spesa pubblica e lo stato di crisi delle finanze pub-
bliche (De Nicolò, 2016b).
Al generale ridimensionamento dei grandi stabilimenti produttivi, si affianca la
crescita del numero delle unità artigiane e delle piccole imprese. Emerge quin-
di un nuovo ruolo dell’artigianato nell’ambito del decentramento dell’attività
produttiva italiana. In particolare si diffonde il sistema di produzione definito
«specializzazione flessibile». Questo sistema si basa sulla capacità delle im-
prese di utilizzare i fattori della produzione in fasi del processo che non sono
tipiche di una sola produzione ma sono contemplate in cicli di più produzioni
(Favaretto, 1984).
Pesole suggerisce di non interpretare la crescita dell’artigianato come un effet-
to diretto della crisi della grande industria. Lo sviluppo del comparto artigiano
ha un nesso con la questione energetica del 1973 che ha determinato l’arresto
della crescita degli stabilimenti di grandi dimensioni, la diminuzione dei redditi,
l’aumento della disoccupazione e dell’inflazione a livelli mai raggiunti nel se-
condo dopoguerra. Allo stesso tempo, la divisione internazionale del lavoro e
l’aumento del costo dei prodotti energetici hanno progressivamente orientato
il settore manifatturiero verso comparti flessibili e di piccole dimensioni, accen-
tuandone così le potenzialità (Pesole, 1997).
Dal punto di vita statistico, durante gli anni Settanta le imprese artigiane cresco-
no dal 39,24% al 41,47% del totale delle imprese italiane e i titolari di impresa
artigiana aumentano da 820.297 a 846.349. Nello stesso periodo il complesso
delle imprese non artigiane diminuisce, passando dal 60,76% al 59,53% (Peso-
le, 1997). Il censimento industriale del 1981 registra la crescita delle imprese fino
a 9 addetti, considerate artigiane, dal 21% al 24%. Ai primi posti della crescita
artigiana vi sono i settori dell’edilizia, meccanica, ottica e abbigliamento. Scen-
dendo ancora, in ordine di occupati, si trovano l’artigianato del legno e delle
fibre, gli autotrasporti e le barbierie (Banca d’Italia, 1982; Santagostino, 1986).
zione. Infatti, l’organizzazione del Primo Trofeo Sferisterio - Festival Nazionale
della Moda e del Colore - riscosse larghi consensi a livello nazionale e diverse
menzioni internazionali. L’affermazione tecnica degli oltre 160 allievi macera-
tesi fu un segnale concreto del buon livello raggiunto dalla scuola che venne
adottata come modello di riferimento da altre realtà italiane.
La scuola di Macerata raggiunse il culmine nel 19° campionato italiano svoltosi
a Genova, dove fu presente con il direttore tecnico Umberto Marchiori in qua-
lità di giurato nazionale. Nella stessa occasione il maestro Dario Marchegiani
si laureò campione italiano del 1975 per la specialità La Moda Commerciale
(Personalizzata), risultando anche 6° assoluto nella classifica generale di tutte
le prove e il più giovane concorrente rientrato in classifica. A ciò si aggiunsero
gli ottimi piazzamenti di Roberto Violini6 e del direttore artistico Enrico Pacifici,
sempre attivi e ai vertici in ogni competizione.
6 Ex Presidente CNA Comunale Cingoli - artigiano parrucchiere in attività.
24 25
Rispetto al mercato estero, nel 1977 le imprese artigiane raggiungono percen-
tuali importanti nelle esportazioni: il 50% nel settore degli utensili e giocattoli; il
36% nei comparti del vetro e della ceramica; il 35% nel settore del legno e mo-
bilio; infine gli artigiani registrano il 33% delle esportazioni nei settori dell’abbi-
gliamento, pelle e cuoio (Banca d’Italia, 1982; Santagostino, 1986). E’ opportuno
considerare che questa crescita non è stata solo di tipo quantitativo ma ha
espresso anche una «naturale predisposizione all’innovazione», favorendo la
costituzione dei primi distretti industriali nelle Regioni italiane del Centro-Nord-
Est (Becattini, 1987).
2.2 L’artigianato nella Regione Marche
Tra il 1971 e il 1981 la Regione Marche ha registrato un’evoluzione del sistema
produttivo simile a quella nazionale, con un’accentuata crescita dell’artigianato
(Favaretto, 1984). Infatti gli artigiani marchigiani, insieme a quelli veneti, aveva-
no fatto segnare i tassi di espansione più elevati dal 1971 al 1976. Secondo una
ricerca della Fondazione Agnelli, nel 1976 vi erano 51.844 titolari di imprese
artigiane nella Regione Marche. Questo dato evidenzia lo sviluppo dall’anno
precedente quando invece le imprese erano 42.480. Il Veneto e la Regione
Marche sono state le uniche realtà dove la variazione registrata dal 1971 al 1976
è risultata superiore al 20%, cioè al di sopra della variazione media nazionale
che era intorno all’11%. Va poi considerato che nel 1976 la regione marchigiana
era la prima in Italia per il peso degli addetti di età fino a 30 anni nel comparto
artigiano: il 23,9% degli artigiani marchigiani non aveva compiuto 30 anni ri-
spetto ad una media italiana del 19,1%, il 31,1% aveva da 31 a 40 anni, il 35,5% da
41 a 55, e solo il 9,5% oltre i 55 anni (Pagetta, 1978).
2.3 La nuova identità della CNA Macerata
Nonostante il grande sforzo e l’impegno di Salomoni e dei primi associati, la
CNA provinciale ha una limitata dimensione e presenza sul territorio. Oltre alla
sede di Macerata, intorno alla metà degli anni Settanta sono operativi soltanto
gli uffici di Civitanova Marche e quello di Matelica che è coordinato da Sante
Belardinelli in qualità di Responsabile di zona e delle aree interne. L’impegno e
la passione profuse da Belardinelli risultano fondamentali per la crescita della
sede di Matelica e dell’intera Associazione. Nel corso degli anni Belardinelli si
fa promotore di molteplici iniziative che interessano le aree interne in modo
capillare. In particolare, Belardinelli intreccia profondi rapporti di stima e di col-
laborazione con gli artigiani e gli imprenditori dei Comuni di Castelraimondo e
Camerino. Questo paziente e costante lavoro di tessitura porterà nell’apertura
di una nuova sede proprio a Camerino, all’inizio degli anni Ottanta.
Per quanto riguarda poi l’organigramma dell’Associazione, nel 1974 Piero Giu-
stozzi subentra a Sergio Mazzanti che aveva ricoperto la carica di Presidente
dal 1955. Inizia quindi una nuova fase di trasformazione della CNA Macerata.
Silvano Gattari7 e Giuseppe Ciarlantini8 evidenziano che l’arrivo di Piero Giu-
stozzi (Presidente fino al 1988) e di Vincenzo Palmini9 è stato di particolare rile-
vanza vista poi la lunga permanenza degli stessi ai vertici provinciali e regionali
dell’Associazione. Palmini venne chiamato da Giustozzi a ricoprire il ruolo di
Segretario della CNA provinciale e tra i due esisteva un rapporto di profondo ri-
spetto e reciproca stima. Entrambi sostenevano con determinazione la neces-
sità di dotare la CNA di servizi e strumenti per gli artigiani associati, avvalendosi
di risorse umane con competenze specifiche.
Dal 1976, su impulso di Palmini, vengono organizzate le prime collaborazioni
con la locale associazione della Confartigianato. Inoltre inizia a crearsi un mo-
vimento di forze giovani che favorisce lo sviluppo dell’Associazione e il trasfe-
rimento della sede provinciale nei più ampi locali di via Garibaldi.
L’anno seguente, nel 1977, l’XI Congresso Provinciale della CNA Macerata se-
gna, rispetto al passato, una massiccia partecipazione degli artigiani associati.
A questi si aggiungono i rappresentanti dei partiti politici, delle organizzazioni
sindacali e delle organizzazioni di categoria, e degli Enti locali. Ciò sottolinea
l’interesse per le iniziative della CNA Macerata, specialmente in un periodo
molto delicato per la comunità maceratese e l’Italia intera. Negli atti dell’XI Con-
gresso Provinciale si legge che «data la gravità della crisi economica, sociale
e morale che sta attraversando il Paese, noi ci auguriamo che la numerosa
partecipazione degli associati al congresso sia anche occasione di un franco
e serio confronto teso a contribuire, al di là di eventuali e possibili divergenze,
al rilancio, su basi nuove, dello sviluppo economico, produttivo e alla difesa e
consolidamento dell’ordine democratico, uscito dalla Resistenza» (CNA Mace-
rata, 1977).
Sempre alla fine degli anni Settanta si consolida la nuova qualificazione sinda-
cale dell’Associazione grazie all’inserimento dei quadri sindacali. Viene quin-
di favorita la verticalizzazione come strumento fondamentale nel processo di
unificazione della categoria artigiana che la CNA stava pazientemente amal-
gamando. La volontà e lo spirito degli artigiani portano alla costituzione del-
le prime federazioni di categoria: SNO; FITA; FNAM; FIBMA; FNAE; e FNAA.
Questo periodo è poi caratterizzato dalle lotte sindacali per i contratti degli
autotrasportatori, le riunioni unitarie degli acconciatori, la formazione del con-
sorzio unitario degli acconciatori, la nascita del consorzio CRASMI per i sarti e
la costituzione di altri consorzi come quelli dei pavimentisti e dei calzaturieri.
In particolare, va ricordato il COM - Consorzio odontotecnici maceratesi – che
7 Ex Segretario CNA – Associazione Territoriale di Macerata.
8 Ex Funzionario CNA - Associazione Territoriale di Macerata.
9 Ex Segretario CNA – Associazione Territoriale di Macerata; ex Segretario della CGIL - Macerata.
26 27
è stato costituito nel gennaio del 1977 e ha rappresentato la prima società coo-
perativa in Italia a consorziare imprese artigiane odontotecniche. La sua finalità
era quella di fornire protesi dentarie al Servizio Sanitario Locale, mantenendo
prezzi vantaggiosi per l’utenza e garantendo, nel contempo, la miglior qualità
delle prestazioni. In una relazione del 1981 si può leggere che «la sua nascita
fu la conclusione quasi naturale del lavoro avviato da tempo da parte della
categoria e della Organizzazione sindacale» perché, «a fronte della situazione
nella quale ci si trovava, si individuò in una struttura economico associativa
lo strumento capace di affrontare con maggiore incisività alcuni problemi e
di avviarli a soluzione» (COM, 1981). I progetti e i propositi del Consorzio (in
primis quello di realizzare un servizio di odontoprotesi sociale), furono imme-
diatamente accolti con favore dai dirigenti delle strutture del Servizio Sanitario
Locale attenti alle esigenze delle categorie di soggetti in condizioni di partico-
lare vulnerabilità. Tuttavia, il Consorzio incontrò anche l’avversione di alcune
categorie professionali che erano contrarie all’estensione di un vero e proprio
«servizio odontoprotesico sociale a tutti i lavoratori nelle sedi degli ambula-
tori d’assistenza» (CNA – SNO, 1977). Gli ambulatori d’assistenza affidarono il
servizio al Consorzio tramite gare d’appalto in vari comuni del territorio: Mace-
rata, Corridonia, Civitanova Marche, Morrovalle, Tolentino, Cingoli e Camerino.
Il COM ha sempre fatto capo alla CNA Macerata, che è stata sostenitrice e
promotrice della sua costituzione e ne cura tuttora gli adempimenti civilistici,
amministrativi e fiscali.
Figura 5. il Presidente COM Silvano Pettinari con la moglie.
Figura 6. Programma XI Congresso Provinciale CNA Macerata - 5 giugno 1977.
Figura 7. Delega XI Congresso Provinciale CNA Macerata - 5 giugno 1977.
28 29
2.4 Le esigenze degli artigiani e la strategia della CNA
Nel 1977 Vincenzo Palmini10 affermava che «dopo 30 anni, le forze democrati-
che, che furono l’espressione dell’Unità Nazionale nella lotta per la liberazio-
ne del Paese dal Nazifascismo e che, nell’unità diedero vita alla Repubblica
e alla Costituzione, sentono oggi l’esigenza di uno sforzo comune, di larghe
intese, per far uscire l’Italia dalla drammatica crisi in cui versa. […] L’Italia si
è trovata ad affrontare questa situazione di crisi dei vecchi equilibri politici
ed economici, in condizioni di difficoltà per la povertà di materie prime e
fonti energetiche come il petrolio. Il Paese paga le conseguenze più gravi
rispetto ad altri perché la crisi si è scaricata su un’economia strutturalmente
gracile che ha fondato la sua espansione sull’esasperazione e la distorsio-
ne dei consumi individuali, sull’arretratezza dell’agricoltura, sul progressivo
impoverimento del meridione, sull’aggravarsi degli squilibri economici, so-
ciali e territoriali, su una stagnazione o riduzione degli investimenti produt-
tivi. Da questi caratteri strutturali della crisi hanno avuto origine il pesante
debito della bilancia commerciale con l’estero, il crescente disavanzo pub-
blico, l’aumento incontrollato dei prezzi, la precarietà della moneta italiana,
il preoccupante fenomeno della disoccupazione giovanile in generale ed
intellettuale in particolare. La situazione è stata ulteriormente inquinata da
scandali, corruzione e fenomeni di disgregazione della nostra economia,
degenerazione della società civile. Le forze eversive hanno tentato un pe-
ricoloso attacco alle istituzioni democratiche per bloccare ogni azione di
rinnovamento della società» (CNA Macerata, 1977).
Nonostante questo preoccupante quadro generale gli artigiani continuano ad
investire risorse nell’ammodernamento e potenziamento dei propri laboratori.
Ciò grazie alla maggiore flessibilità determinata dalle piccole dimensioni delle
aziende, dall’elevata specializzazione dei dipendenti e dallo spirito imprendi-
toriale dei titolari. Inoltre, il comparto artigiano si rivela come un importante
fattore di stabilità e di aumento del livello di occupazione. Nel 1976 il settore
artigiano crea 64.000 nuovi posti di lavoro a livello nazionale. Nello stesso
anno l’artigianato della Regione Marche contribuisce fortemente alla crescita
dell’occupazione, specialmente tra i giovani, creando 3.757 posti di lavoro sul
totale di 4.000 nuovi ingressi nei settori produttivi.
Tuttavia, nella Provincia di Macerata, gli artigiani del settore dei servizi (accon-
ciatura, impiantistica, lavanderia) e del settore della sartoria registrano segnali
di crisi per la diminuzione del potere di acquisto, e per l’impossibilità di sca-
ricare sulle prestazioni gli aumentati costi di produzione. Questi ultimi erano
cresciuti a causa dell’incremento dei prezzi, delle tariffe pubbliche e del carico
fiscale e previdenziale.
10 Ex Segretario CNA – Associazione Territoriale di Macerata.
Verso la fine degli anni Settanta, altri importanti settori dell’economia (calzatu-
re, maglieria) di intere zone maceratesi subiscono una preoccupante flessione
per la restrizione del mercato interno e per la concorrenza emergente di Paesi
come Taiwan, Thailandia, Corea e Brasile. Inoltre, le aziende del settore edile,
del legno e dei trasporti si trovano in difficoltà per la carenza di manodopera
qualificata. Questa situazione viene poi aggravata dall’estendersi del fenome-
no del lavoro sommerso nell’intero comparto artigiano.
A fronte di questa difficile fase dell’artigianato locale, la CNA Macerata elabora
una strategia dello sviluppo che può essere sintetizzata nelle azioni seguenti:
a) l’applicazione della legge sull’occupazione giovanile e la quantificazione dei
nuovi posti di lavoro. A ciò si aggiunge la partecipazione alla definizione di
un piano generale della Regione Marche insieme alle altre forze politiche,
sindacali e sociali;
b) la corretta applicazione della legge regionale sull’istruzione professionale.
Una nuova visione dell’istruzione professionale esige un processo di rifor-
ma della scuola media superiore. Una riforma che realizzi una scuola unica,
all’interno della quale vi siano opzioni di diverso genere, per garantire una
formazione unitaria alle nuove generazioni. E’ necessario incoraggiare l’ap-
prendimento di nozioni intellettuali e manuali, così da favorire una compren-
sione critica della realtà e la rivalutazione del lavoro manuale;
c) un’azione incisiva contro il lavoro sommerso;
d) lo sviluppo di nuovi rapporti con la Regione Marche e gli Enti locali per pro-
muovere un’indagine conoscitiva dei fondi stanziati in bilancio per l’artigia-
nato ed il loro utilizzo. È necessario formulare proposte nel quadro di una
visione programmata degli interventi;
e) lo sviluppo delle forme consortili per l’acquisizione di lavoro e materie prime
al fine di supportare l’attività produttiva e contribuire all’azione contro l’au-
mento dei prezzi (CNA Macerata, 1977).
2.5 Il decentramento delle sedi
Alla fine degli anni Settanta «l’Associazione vuole un sindacato più democra-
tico, nel quale sia decisiva la partecipazione di tutti gli artigiani. La via della
sindacalizzazione è dura nella Provincia di Macerata e colma di difficoltà, in
particolare per ragioni storiche e culturali paternalistiche e clientelari. Auspi-
chiamo quindi ad un sindacato più unitario, autonomo da organi di partito, che
sappia dialogare con tutti gli artigiani sulla base delle problematiche dell’inte-
ra categoria» (CNA Macerata, 1977).
Silvano Gattari e Giuseppe Ciarlantini raccontano che tra il 1974 e il 1977 il nu-
mero degli associati della CNA Macerata aumenta significativamente. Infatti gli
30 31
iscritti passano da 100 circa ad oltre 200. La maggior parte degli associati era-
no edili, fornai, acconciatori e idraulici. L’Associazione inizia quindi ad acquisire
forza grazie ad una più ampia base per lo sviluppo unitario delle varie catego-
rie. Parallelamente, il processo di decentramento delle sedi porta all’apertura
di nuovi locali nei comuni di Cingoli, Corridonia, Monte San Giusto, Recanati e
Tolentino, oltre al rafforzamento delle sedi di Macerata e Civitanova Marche.
Alla strategia di decentramento si accompagna l’organizzazione di 19 congres-
si nei Comuni della Provincia, formando altrettanti Direttivi Comunali (Figura 8).
Nelle Zone Montane è poi fondamentale la riforma dell’apprendistato per far
fronte a fattori critici come la formazione professionale della manodopera e
l’occupazione giovanile. Roberto Violini11, che ha aperto la sua parrucchieria a
Cingoli nel 1966, evidenzia che la costituzione della Zona Montana ha favorito
il decentramento sotto molteplici aspetti: qualificazione dei servizi; potenzia-
mento della capacità decisionale; una più efficace organizzazione della cate-
goria a livello locale; decentramento delle proposte sindacali verso le comu-
nità montane; rafforzamento della gestione finanziaria e autofinanziamento di
ogni struttura.
11 Artigiano parrucchiere in attività – ex Presidente CNA Comunale Cingoli.
Violini precisa che il decentramento delle sedi della CNA è stato un percorso
lungo, caratterizzato da impegno quotidiano, passione ed accesi dibattiti politi-
ci sin dai primi anni Settanta. E’ in questi anni che Violini si avvicina all’Associa-
zione grazie all’instancabile Giuseppe Corsi, il quale era fortemente impegnato
nell’avvio della sede della CNA di Cingoli. Violini ricorda le giornate trascorse
con Giuliano Polonara spostandosi sul territorio di bottega in bottega per in-
contrare gli artigiani e presentare i servizi offerti dall’Associazione. La costante
attività di promozione favorisce il progressivo allargamento della base asso-
ciativa e così intorno al 1973 viene aperta al pubblico la sede CNA di Cingoli.
Gli anni Settanta sono caratterizzati da frequenti riunioni con gli artigiani del
Comune di Cingoli per discutere i problemi di carattere generale del comparto
artigiano e quelli specifici delle singole categorie. Violini sottolinea che l’As-
sociazione si poneva come un attore al servizio delle esigenze degli artigiani,
indipendentemente dagli orientamenti politici. La CNA di Cingoli supportava le
diverse categorie e in particolare il comparto dell’edilizia, che è sempre stato
un settore strategico per l’economia e l’occupazione locale. A tal fine l’Associa-
zione prestava consulenza contabile e incentivava la costituzione di consorzi
per rafforzare l’unità della categoria.
2.6 La Cooperativa Artigiana di Garanzia “Giuseppe Salomoni”
La Cooperativa Artigiana di Garanzia Giuseppe Salomoni si costituisce a Ma-
cerata il 21 settembre 1975, su impulso della CNA Macerata e per l’iniziativa di
25 soci artigiani. La Cooperativa viene così chiamata in memoria di Giuseppe
Salomoni morto nel 1970. Roberto Cappelloni12 afferma che i primi soci fondatori
sono stati sia la spina dorsale della Cooperativa, sia i poli di aggregazione dei
numerosi soci che sarebbero poi venuti. La nascita della Cooperativa Salomoni
prende spunto da analoghe iniziative intraprese nel pesarese e nell’anconetano.
Della fase di costituzione, Cappelloni ricorda le difficoltà incontrate nel reperire i
soci necessari nel numero previsto dalla legge. Riferisce inoltre l’importanza de-
gli ideali e dell’impegno quotidiano di personaggi chiave come Mazzanti e Zan-
coni, sempre vicini alla Cooperativa e all’Associazione. Cappelloni precisa poi
che la Cooperativa si è costituita con un capitale sociale iniziale di lire 250.000,
suddiviso nelle 25 quote di lire 10.000 dei soci fondatori. Questo capitale, insuf-
ficiente anche per le esigenze minime, è stato incrementato dalle quote sociali
sottoscritte dagli artigiani maceratesi e dai contributi previsti dalla legge.
Va ricordato che nell’area maceratese operava già da tempo la Cooperativa
Artigiana di Garanzia M. Pierucci, che faceva riferimento alla Confederazio-
ne Generale Italiana dell’Artigianato (CGIA). Nell’anno della costituzione della
12 Funzionario UNICO credito e consulenza alle imprese; ex Funzionario CNA – Associazione
Territoriale di Macerata.
Figura 8. Il decentramento delle sedi CNA delle Zone Macerata e Tolentino – 1980.
32 33
Cooperativa Salomoni, la Pierucci vantava 15 anni di vita, oltre 1.000 soci e
garanzie prestate per oltre un miliardo di lire. A ciò si aggiungevano un forte
radicamento a livello provinciale, rapporti consolidati con la Cassa di Risparmio
di Macerata, la Camera di Commercio e la Regione Marche.
Subito iniziò il confronto tra le due cooperative. Al riguardo Gattari e Ciarlantini
richiamano le parole del Segretario Palmini che diceva: «la nascita della Coo-
perativa Salomoni è stata la risposta della CNA Macerata ai servizi di garanzia
sul credito che venivano offerti dalla Confartigianato. C’era una sana competi-
zione che portava ad una crescita reciproca delle Associazioni».
Nei primi anni di vita la Cooperativa Salomoni rivolge l’attenzione agli artigia-
ni non iscritti ad altri organismi associativi. Gli ambiziosi obiettivi di costituire
un’alternativa alla Pierucci e di recuperare il terreno perduto vengono raggiunti
grazie alla forza di volontà e al contributo economico degli artigiani. In questo
periodo la Cooperativa rappresenta l’elemento propulsore che porta ad una
maggiore presenza della CNA nel territorio maceratese. Parallelamente, le ini-
ziative politico-sindacali della CNA danno impulso alla crescita della Coopera-
tiva, nelle sue dimensioni e funzioni.
Le Figure 9-14 riguardano materiali e documenti della Cooperativa Salomoni.
In un contesto di scarsa disponibilità del credito, Gattari e Ciarlantini sottoline-
ano che la Cooperativa Salomoni è stata di vitale importanza per gli artigiani.
Infatti, «visti i tassi bancari, la Salomoni fu una vera e propria boccata d’ossige-
no per gli artigiani locali». La Cooperativa è nata dunque da esigenze pratiche
Figura 9. Cooperativa Artigiana di Garanzia Giuseppe Salomoni - Bilancio consuntivo 1979.
Figura 10. Cooperativa Artigiana di Garanzia Giuseppe Salomoni - Dati 1988.
Figura 11. Regole di adesione alla Cooperativa Salomoni e prestiti di esercizio – 1989.
34 35
e profondamente sentite, che possono così esemplificarsi: rapportarsi con gli
istituti di credito ad un livello meno subalterno; disporre di una garanzia indi-
spensabile e difficilmente attivabile, in special modo nella fase di avvio dell’atti-
vità e per le piccole realtà artigiane; affiancare all’Artigiancassa uno strumento
più rapido e meno burocratico; attivare fonti di finanziamento che con l’inter-
vento della Regione Marche possano offrire condizioni più convenienti rispetto
a quelle praticate normalmente dalle banche; dotarsi di una struttura che sup-
porti l’artigiano nelle decisioni di gestione finanziaria a lui non familiari.
Cappelloni racconta che i soci della Cooperativa hanno sempre perseguito
con impegno gli obiettivi enunciati dall’atto costitutivo e ribaditi dall’art. 2 dello
Statuto: «la Cooperativa è basata sui principi della mutualità e non ha fini di
lucro, si propone di promuovere il miglioramento e l’ammodernamento delle
produzioni artigiane, fornendo garanzie per agevolare la concessione ai pro-
pri soci di crediti bancari destinati all’esercizio delle imprese». Inizialmente la
Cooperativa ha operato nel finanziamento a breve termine e ha prestato la
sua garanzia alle imprese artigiane, privilegiando la crescita della compagine
sociale rispetto all’adozione di particolari cautele nell’erogazione dei finanzia-
menti. Nonostante questa linea, nel 1976, alla fine del primo esercizio, i risultati
sono considerevoli: 261 soci e 136 operazioni effettuate, per un ammontare
Figura 12. Soci fondatori e collaboratori in occasione dell’assemblea straordinaria
per il quindicinale della Cooperativa Artigiana di Garanzia Giuseppe Salomoni – 1990.
Figura 13. Materiale promozionale della Cooperativa Salomoni
Anni Ottanta e Novanta.
36 GLI ANNI OTTANTA:
LA CRESCITA DEI SERVIZI
ALLE IMPRESE
3
complessivo di lire 262.050.000. In seguito è stato introdotto il ricorso ad una
scrupolosa istruttoria per l’affidamento delle imprese artigiane finanziate. La
rigidità della nuova procedura di finanziamento rispondeva alla duplice esi-
genza di contenere al minimo il rischio di insolvenze e avviare efficaci azioni di
recupero dei crediti in sofferenza.
Figura 14. Da sinistra Mariano Contigiani e Maurizio Tritarelli
Presidente della Cooperativa Salomoni.
3.1 Gli artigiani e il contesto economico
I dati del censimento generale della popolazione italiana del 1981 tracciano un
profondo cambiamento sociale dell’Italia rispetto ai quindici anni precedenti. Il
processo di urbanizzazione nelle città superiori a 50.000 abitanti si accentua
ulteriormente. Infatti, i cittadini insediati nei centri urbani arrivano al 37% della
popolazione totale. Inoltre, l’analfabetismo scende al 3% mentre il semianalfa-
betismo cala al 18,2%. Il censimento del 1981 riporta che il 72% dei giovani in
età scolare è iscritto alla scuola secondaria rispetto al 9,8% del 1951. Inoltre un
quarto degli iscritti alla scuola superiore inizia un corso di laurea universitario.
Tutte le statistiche registrano quindi un aumento generale del tasso di scolariz-
zazione. Ciò è determinato principalmente dall’istituzione della scuola media
unica e l’introduzione dell’istruzione obbligatoria per otto anni13.
Diversamente, sotto l’aspetto economico, la situazione dell’Italia va a carat-
terizzarsi in senso negativo. Lo sviluppo economico è in fase di progressivo
rallentamento mentre i settori manifatturieri continuano ad avere un ruolo de-
terminante nell’apparato produttivo. Tuttavia, i settori manifatturieri sono anche
i più fragili perché maggiormente esposti alla congiuntura interna ed esterna
nonché alla concorrenza dei Paesi emergenti.
Dal punto di vista statistico, nel 1984 l’Italia presenta dati contrastanti: il pro-
dotto interno lordo (PIL) registra un incremento del 2% rispetto al 1983 ed il
processo inflattivo si attenua rispetto agli anni precedenti attestandosi intorno
all’8%. Dall’altra parte, si riscontrano elementi negativi come il persistere di
un differenziale di inflazione rispetto alla media europea del 3,3% in più; un
incremento delle importazioni del 33,2% determinato in parte dall’accenno di
ripresa; una contrazione dell’esportazione di prodotti italiani con un calo di 10
punti percentuali (dal 17,6% del 1983 al 7,6% del 1984); il passivo di circa 19 mila
miliardi di lire toccato all’inizio del 1985 dalla bilancia commerciale a causa del-
la maggiorazione dei prezzi delle merci importate. Infine, nel 1984 il volume del
commercio italiano registra un incremento del 5,5%, cioè una crescita inferiore
all’incremento del 9% del commercio mondiale (CNA Regione Marche, 1982).
Sul fronte dell’occupazione la manodopera agricola scende dal 42,2% del 1951
all’11,2% del 1981; la quota di occupati nel settore industriale diminuisce dal
13 https://www4.istat.it/it/files/2014/03/Censimenti-e-societ%C3%A0-.pdf
38 39
della CNA Nazionale: «La 860 è diventata un vestito troppo stretto per le esi-
genze delle nostre aziende e del Paese»15.
A partire dalla metà degli anni Settanta la CNA avvia un’azione unitaria per ot-
tenere una nuova normativa generale per l’artigianato. La CNA Nazionale e le
Associazioni locali organizzano mobilitazioni e una lunga serie di dichiarazioni.
Si aggiunge un’intesa attività mediatica attraverso continui articoli sui periodici
autogestiti e sui quotidiani nazionali.
Seguono allora duri commenti e molteplici rinvii nel processo di approvazione
della nuova legge (CNA Macerata, 1985b). Soltanto dopo un iter decennale, l’11
luglio 1985, il testo definitivo della nuova Legge quadro n. 443 viene approvato
dalla Camera e dal Senato, con il solo voto d’astensione del Movimento sociale
italiano. La legge entra in vigore l’8 settembre 1985 e riscuote largo consen-
so tra gli associati della CNA perché contiene gran parte delle proposte che
erano state avanzate dall’Associazione nel corso degli anni (De Nicolò, 2016b).
I 13 articoli della nuova legge riscrivono in parte quella del 1956 e allo stesso
tempo presentano importanti novità. In primo luogo, la Legge n. 443 allinea la
legislazione nazionale alla nuova realtà istituzionale tracciata dall’art. 117 della
Costituzione secondo cui la disciplina dell’artigianato spetta alle Regioni. Un’al-
tra novità riguarda l’art 2 della legge quadro che individua con maggiore pre-
cisione la figura dell’imprenditore artigiano: «è imprenditore artigiano colui che
esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare, l’impresa
artigiana, assumendone la piena responsabilità con tutti gli oneri e i rischi ine-
renti alla sua direzione e gestione e svolgendo in misura prevalente il proprio
lavoro, anche manuale, nel processo produttivo».
Emerge quindi la dimensione imprenditoriale dell’artigiano. Al titolare dell’im-
presa artigiana spettano la responsabilità, gli oneri e i rischi tipici di un’attività
imprenditoriale. Viene inoltre favorita l’adozione di un ciclo produttivo moder-
nizzato in senso tecnologico e manageriale all’interno dei laboratori artigiani.
L’art. 4 della Legge n. 443 consente un’espansione dell’impresa artigiana ri-
spetto alla rigidità dimensionale sancita dalla legge del 1956. Infatti, la nuova
legge eleva il numero massimo dei dipendenti delle imprese artigiane, diver-
sificandole in base al tipo di processo produttivo: 18 dipendenti per le imprese
che non lavorano in serie; 9 per quelle che lavorano in serie; 8 per le imprese
autotrasportatrici; 10 per l’edilizia; e 32 per le aziende dei mestieri artistici e
tradizionali. Il numero massimo dei dipendenti è comprensivo degli apprendisti
ed è ulteriormente elevabile a condizione che si tratti di nuovi apprendisti. E’
prevista inoltre la partecipazione dell’azienda all’istruzione artigiana in regime
15 Ascna, b. 13, Consiglio direttivo, f. 5.29 (Roma) 21-22 giugno 1978. Documentazione. Relazione
di Mauro Tognoni al Consiglio Nazionale della CNA
44,3% del 1971 al 39,8% del 198114. In particolare, si verifica un calo del 5,7%
dell’occupazione nelle industrie con almeno 500 dipendenti. Questo fenome-
no conferma il processo di terziarizzazione in atto e il ruolo crescente dell’arti-
gianato nella difesa dei livelli occupazionali (CNA Regione Marche, 1982). Sulla
capacità di un artigianato innovativo di favorire l’occupazione insisteva anche
il Segretario della CNA Nazionale Mauro Tognoni, sottolineando che tra il 1982
e il 1984 l’artigianato aveva creato 200.000 nuovi posti di lavoro e vi erano
concrete possibilità di espansione negli anni successivi (De Nicolò, 2016b;
Miceli, 1985).
Guardando alla Provincia di Macerata, agli inizi degli anni Ottanta vi sono
40.000 addetti all’industria manifatturiera, di questi più del 30% sono occupati
nell’artigianato, in piccole e piccolissime imprese che costituiscono oltre l’80%
delle aziende attive nella Provincia. A quel tempo i rappresentanti della CNA
Macerata evidenziavano che i dati sull’artigianato erano conosciuti da pochi,
soprattutto perché quasi nessuno tentava di disaggregarli, ampliarli e analiz-
zarli. Uno studio sistematico del fenomeno avrebbe probabilmente consentito
di comprendere quali fattori avevano favorito lo sviluppo dell’artigianato oppu-
re sarebbe stato possibile individuare le condizioni per la qualificazione di un
artigianato diffuso per il futuro dell’area maceratese (CNA Macerata, 1986a).
3.2 Dalla legge del 1956 alla nuova legge quadro del 1985
La Legge n. 860 del 25 luglio 1956, nota come legge quadro per l’artigianato,
ha svolto una funzione essenziale perché ha fornito una prima qualificazio-
ne giuridica al comparto artigianato durante il secondo dopoguerra. Tuttavia,
negli anni Ottanta la legge appare piuttosto anacronistica in un contesto eco-
nomico e sociale che è profondamente mutato. Infatti, De Nicolò precisa che
dall’entrata in vigore della Legge n. 860 l’Italia ha attraversato almeno tre cicli
fondamentali: l’uscita del Paese dalla fase ricostruttiva, gli anni dello sviluppo
economico e la recessione derivante dalla prima crisi petrolifera degli inizi de-
gli anni Settanta (De Nicolò, 2016b).
Tra gli anni Cinquanta e Ottanta il peso economico, sociale e politico dell’arti-
gianato è cresciuto attraverso la promozione di spazi di organizzazione produt-
tiva e di rapporti integrati con gli altri settori. Inoltre, nelle città italiane si è af-
fermata una presenza massiccia dell’artigianato di servizio che garantisce una
maggiore qualità della vita. Tuttavia, la Legge del 1956 non risulta più in grado
di assecondare il processo di evoluzione dell’artigianato, la sua saldatura con
il complesso delle attività economiche e con le trasformazioni tecnologiche
del processo produttivo (Mataloni, 1987). Nelle riunioni e nei dibattiti pubblici
del tempo ricorre spesso la metafora espressa da Mauro Tognoni - Segretario
14 https://www4.istat.it/it/files/2014/03/Censimenti-e-societ%C3%A0-.pdf
40 41
di convenzione con la Regione e viene istituzionalizzato il sostegno alla crea-
zione di forme associative tra artigiani.
Un’ulteriore novità concerne l’obbligo di iscrizione all’Albo e il valore costitutivo
dell’iscrizione all’Albo come sanciti dall’art 5 della legge quadro. In particolare,
l’iscrizione è obbligatoria per le imprese aventi i requisiti previsti dalla legge.
Inoltre, l’iscrizione non ha più solo valore dichiarativo e certificativo, bensì at-
tribuisce lo status giuridico di artigiano all’impresa, consentendole di fruire di
molteplici agevolazioni.
Sotto questo aspetto, diventa compito delle Regioni intervenire nei settori del
credito, dell’innovazione tecnologica, della formazione professionale, dell’as-
sociazionismo, degli insediamenti, delle agevolazioni per l’esportazione; e
più complessivamente nei campi della promozione, qualificazione e sviluppo
dell’artigianato.
Va poi evidenziato che la nuova legge quadro salvaguarda la configurazione
democratica delle Commissioni Provinciali per l’Artigianato (CPA), che sono or-
gani di rappresentanza e di tutela della categoria. Nonostante l’ostilità verso
questa loro funzione, le CPA mantengono il carattere parzialmente elettivo che
hanno avuto sin dal 1956. La CNA Nazionale e le Associazioni locali hanno
difeso con forte determinazione il carattere elettivo delle CPA, riscuotendo il
voto favorevole dei parlamentari comunisti e della sinistra indipendente, di so-
cialisti, di parlamentari democristiani, repubblicani, liberali e socialdemocratici
nei due rami del Parlamento (CNA Macerata, 1985c).
La legge quadro del 1985 delinea quindi l’impresa artigiana come un sogget-
to chiave per l’economia nazionale e in grado non solo di tessere relazioni
commerciali con l’estero, ma anche di avviare iniziative di ricerca di mercato,
di innovazione produttiva e di ricerca scientifico-tecnologica. Vengono inol-
tre riconosciute le potenzialità dell’impresa artigiana di collocarsi al pari della
piccola impresa e di interagire con essa nell’attuazione di iniziative consortili
comuni (Mataloni, 1987).
All’indomani dell’approvazione della nuova legge quadro, in occasione del XIV
Congresso Provinciale della CNA Macerata, gli associati affermano «di essere
la rappresentanza sindacale, unitaria e progressista dell’artigianato italiano; lo
facciamo nella piena consapevolezza di un processo in atto, che muta compiti
e ruoli ma non elimina contraddizioni e ineguaglianze, che offre spazi concreti
solo a chi, oltre ad istanze e rappresentanze generali è in grado di esprime-
re competenze, realizzazioni e progetti. L’evoluzione graduale e necessaria
dell’artigiano stesso, da lavoratore autonomo a imprenditore, imprime perciò
uguale spinta all’associazionismo sindacale artigiano, che deve sempre più
essere associazione imprenditoriale, sindacato di impresa, che deve saper
occupare uno spazio da protagonista nella società» (CNA Macerata, 1988).
3.3 L’evoluzione della CNA Nazionale e Regionale
De Nicolò evidenzia che a partire dagli anni Ottanta la gamma di servizi offerti
alle imprese dalla CNA registra una forte espansione. Questo fenomeno si
afferma sotto la direzione di Bruno Mariani e Mauro Tognoni, rispettivamente
Presidente e Segretario della CNA Nazionale. Il progressivo mutamento dell’i-
dentità della CNA appare analogo a quello in atto in altre organizzazioni sinda-
cali. Emerge infatti un nuovo rapporto tra associati e rappresentanti dell’orga-
nizzazione. I servizi di assistenza e di consulenza iniziano a giocare un ruolo
fondamentale per lo sviluppo dell’artigianato in un Paese che si apre sempre
più alle dinamiche economiche e politiche internazionali (De Nicolò, 2016b).
Durante il XIII Congresso Nazionale CNA vengono evidenziate una serie di
esigenze largamente avvertite dagli artigiani italiani: la domanda crescente di
consulenze finanziarie, fiscali, giuridiche; la preparazione professionale; l’in-
troduzione delle nuove tecnologie; i problemi relativi a temi di attualità come
l’inquinamento, la sicurezza sul lavoro e la protezione della salute. Si tratta di
tematiche così ampie che il singolo artigiano non sarebbe in grado di affrontar-
le compiutamente, necessitando invece di un’attività e preparazione specifica
di supporto (De Nicolò, 2016b)16.
De Nicolò sostiene che era in atto un radicale mutamento nella cultura sindaca-
le perché «le adesioni che traevano origine da un riconoscimento politico iden-
titario sempre più lasciavano il posto alla richiesta concreta di sostegno». Luigi
Serio riconosce poi una progressiva trasformazione del ruolo della CNA da una
funzione prettamente politica di rappresentanza a un’agenzia di servizi, con una
forte attenzione allo sviluppo di nuove competenze imprenditoriali tra gli arti-
giani (De Nicolò, 2016b; Serio, 2004). Nella Regione Marche, agli inizi degli anni
Ottanta, la CNA è impegnata nel chiedere al governo regionale l’elaborazione
di un progetto di qualificazione e di sviluppo del settore artigiano. Tra le propo-
ste vi è anche quella di garantire un maggiore supporto, coordinamento e in-
tegrazione delle azioni degli enti strumentali per il potenziamento dei servizi di
consulenza alle imprese. Dall’altro lato, la CNA inizia a delineare gli aspetti isti-
tuzionali e programmatori su cui basare una proposta complessiva di sviluppo
e qualificazione del settore artigiano. Lo scopo è quello di raccordare l’impresa
artigiana a specifiche linee di intervento pubblico (CNA Regione Marche, 1982).
3.4 Un’identità che cambia a livello locale
Nel 1981, all’apertura del XII Congresso Provinciale della CNA Macerata, vie-
ne richiamato il ruolo centrale che ha avuto Vincenzo Palmini nella crescita
dell’Associazione, soprattutto tra il 1977 e il 1981 (Tabella 1). Palmini ha lasciato
16 Ascna, b. 18, serie 2, Assemblee e congressi, ss. 14, XIII Congresso, f. 3/2. Trascrizione inter-
venti. Antonelli, Epasa.
42 43
un segno indelebile del suo lavoro, della sua personalità e del suo modo di
essere uomo e dirigente. Infatti, Palmini ha elaborato proposte e richieste sulla
base dei bisogni reali delle categorie degli artigiani, contribuendo così ad una
forte crescita dell’Associazione sia in termini di associati che come struttura
organizzativa. Su queste premesse il XII Congresso si pone come il congresso
del progetto per l’artigianato degli anni Ottanta, cioè un progetto volto a de-
finire le condizioni di sviluppo del comparto e concretizzare le potenzialità di
un settore strategico per l’economia dell’intero Paese (CNA Macerata, 1981d).
Va ricordato che in quegli anni Nazareno Toso è eletto Segretario della CNA
Macerata e vengono rinnovati molti quadri dirigenti a livello locale: si verifica una
crescita complessiva di “veri dirigenti artigiani” e non solo più “consiglieri”. La
CNA si afferma sempre più come un’organizzazione pluralista e autonoma che
gli artigiani e i funzionari gestiscono in prima persona assumendosi direttamente
le responsabilità. Viene poi ulteriormente potenziato il decentramento dell’atti-
vità politico-sindacale che porterà l’Associazione ad essere presente in modo
capillare sul territorio con i propri uffici in 18 Comuni della Provincia di Macerata e
con i relativi Comitati Comunali. Nel 1980 risultano pienamente operative le nuo-
ve sedi di Corridonia, Morrovalle, Monte San Giusto, Cingoli, Recanati, Camerino,
Appignano, Penna San Giovanni e Loro Piceno. Inoltre, nel 1981 vengono raffor-
zate le strutture sindacali territoriali con la costituzione della Zona di Macerata
comprendente i Comuni della costa e della media collina, e la Zona di Tolentino
comprendente tutti i Comuni delle Comunità Montane (Tabella 2).
Tabella 1. Comuni del maceratese con presenza CNA – 1976 e 1980.
Comuni della
Provincia di Macerata
Comuni con presenza CNA
1976 1980
57 di cui 24 con meno
di 50 aziende artigiane
37 di cui 8 con meno di
50 aziende artigiane
44 di cui 13 con meno
di 50 aziende artigiane
Fonte: dati elaborati dall’autore sulla base di CNA Macerata, 1981d, 1985a.
Tabella 2. Zone e tesserati CNA Macerata – 1979 e 1980.
Zone
Tesserati
1979 1980
Macerata 740 770
Tolentino 282 351
Totale 1.022 1.121
Fonte: dati elaborati dall’autore sulla base di CNA Macerata, 1981d, 1985a.
Sempre nel 1981 la sede della CNA provinciale viene trasferita presso i locali
della Galleria Luzio di Macerata. Al riguardo Piero Giustozzi ricorda che «un im-
pegno speciale va riconosciuto al segretario Nazareno Toso, anche se a volte
nelle quotidiane segreterie si è notata una costruttiva tensione che in qualche
caso ha rasentato la pignoleria, per dare a questa nuova sede un volto anche
di qualità: lo specchio di una organizzazione evoluta, all’altezza di dare rispo-
ste alle esigenze degli associati, capace di confrontarsi con i suoi interlocutori
politici e istituzionali, sicuramente democratica in cui ogni artigiano è protago-
nista nella gestione della sua attività». L’espansione periferica della CNA con
l’istituzione delle nuove sedi, sempre più ampie, rappresenta quindi la cornice
ideale per i nuovi servizi erogati dall’Associazione.
Durante gli anni Ottanta le iniziative della CNA Macerata continuano a svilup-
parsi sia a livello comunale che provinciale. Vengono organizzate assemblee
aperte a tutti gli artigiani e alle forze politiche, sui problemi specifici riguardanti
le singole categorie dell’artigianato. Inoltre, vengono affrontati i più ricorrenti
problemi di carattere generale: la riconversione industriale; la rivitalizzazione
dei centri storici; l’occupazione giovanile; i piani di insediamento produttivi;
l’associazionismo; la promozione commerciale e l’organizzazione aziendale; i
problemi del credito e della riforma pensionistica, sanitaria, tributaria e fiscale.
In questo periodo, l’Associazione accentua il carattere unitario, democratico,
autonomo e pluralistico che porta quasi a raddoppiare il numero degli iscritti
che passano dai 688 del 1976 ai 1.121 del 1980, fino a raggiungere i 1.744 asso-
ciati nel 1985, con un incremento del 64,2% (Grafico 1). Nel frattempo le fede-
razioni di categoria proseguono l’azione diretta a supportare la costituzione di
consorzi come quelli edili, odontotecnici e radiotecnici.
Grafico 1. Associati CNA Macerata – 1976, 1980 e 1985.
Fonte: dati elaborati dall’autore sulla base di CNA Macerata, 1981d, 1985a.
44 45
I consorzi vengono costituiti anche per l’acquisizione di aree destinate ad in-
sediamenti artigianali. Inoltre, viene migliorata l’organizzazione dei corsi di ag-
giornamento professionale per varie categorie, sono introdotte tariffe uniche
per i mestieri ed è istituito l’ufficio per la promozione commerciale e l’orga-
nizzazione aziendale. Per quanto riguarda poi la comunicazione, il bollettino
interno dell’Associazione, che aveva una tiratura di 1.500 copie, è trasformato
in un giornale provinciale autofinanziato e raggiunge la tiratura di 11.500 copie.
A questi risultati si affianca, a partire dal XII Congresso Provinciale della CNA
Macerata, l’attuazione del progetto di qualificazione e sviluppo dell’artigianato
nell’ambito di una programmazione democratica dell’economia nazionale. Si
sostiene che l’artigianato rappresenta un attore chiave per la definizione e
l’implementazione di una nuova strategia di sviluppo dell’economia italiana.
In particolare si afferma che l’imprenditoria artigiana ha un ruolo strutturale di
collegamento e sostegno dei settori produttivi e dei servizi, cioè industria, agri-
coltura, commercio, turismo e trasporti. Nelle parole di Massimo Lanzavecchia
17
il progetto di qualificazione e sviluppo dell’artigianato è «una grossa scommes-
sa per la CNA come verifica della propria capacità propositiva e di adegua-
tezza delle strutture; per chi governa, come verifica concreta di una volontà
politica che per troppo tempo è mancata. [...] Il progetto è un’occasione di pro-
grammazione democratica nel credito, nelle pensioni, nel fisco; affermerebbe
un corretto rapporto contrattuale e l’attuazione sostanziale dei diritti di chi la-
vora alla dipendenze dell’artigianato. [...] Il progetto favorirebbe poi il riconosci-
mento da parte di CGIL - CISL - UIL delle specificità dell’azienda artigiana. [...]
Inoltre, il progetto richiamerebbe l’attenzione sulla riforma dell’apprendistato e
sulla funzione sociale di formazione professionale svolta dalle imprese».
Il progetto, rivolto agli artigiani e alle piccole aziende, si articolava in tre fasi: 1)
analisi aziendale: la prima fase si avvale di strumenti pratici, rapidi e non costo-
si, che consentono all’imprenditore di avere una visione globale dell’azienda
e di riconoscerne i punti di forza e di debolezza; 2) la seconda fase consiste in
un’azione formativa che si colloca a coronamento di un processo di riflessio-
ne sistematica condotta dall’imprenditore sulla propria azienda. Il programma
formativo esclude il mero insegnamento delle tecniche e strategie aziendali
così come non propone i modelli applicati dalle grandi aziende. Al contrario
il programma formativo cerca di affrontare i problemi peculiari degli artigiani,
coinvolgendoli direttamente; infine 3) la fase di promozione commerciale ha
come presupposto la creazione di gruppi omogenei di aziende per prodotti
e per mercati. Nonostante il XII Congresso Provinciale avesse tracciato con
estrema chiarezza le linee di intervento per l’artigianato negli anni Ottanta,
Vincenzo Palmini affermava che: «la situazione; lo ripetiamo, è aspra, dura,
17 Ex Segretario CNA – Associazione Territoriale di Macerata.
pericolosa, noi ci sentiamo partecipi del grande scontro sociale, economico
e politico in atto nel mondo e in Italia. Mettiamo al servizio di questa grande
battaglia da cui dipende il futuro dell’umanità, delle nostre aziende, tutta la no-
stra intelligenza, la nostra forza, consapevoli di rispondere così agli interessi di
tutto l’artigianato del Paese» (CNA Macerata, 1981d).
3.5 La crescita dei servizi di assistenza e consulenza
Il titolare dell’impresa artigiana si trova nella condizione di dover affrontare la
complessità del nuovo contesto economico e sociale. L’artigiano è spinto a
maturare una serie di conoscenze e competenze che fanno riferimento ad una
molteplicità di figure tra loro molto diverse. Infatti, l’artigiano dovrebbe essere
imprenditore, ottimo tecnico e lavoratore, istruttore e formatore. Allo stesso
tempo, l’artigiano dovrebbe possedere doti di mediatore ed essere in grado
di gestire aspetti quali l’amministrazione contabile e la promozione dei pro-
dotti (De Nicolò, 2016b). A fronte di questa tendenza generale dei primi anni
Ottanta, la CNA Macerata potenzia una molteplicità di servizi di assistenza e
consulenza per gli artigiani. Si cerca quindi di dotare gli artigiani di strumenti
per confrontarsi efficacemente con le nuove dinamiche del mercato. Una delle
iniziative più importanti dell’Associazione è la costituzione dell’Ufficio Credito e
Insediamenti Produttivi, che determina una svolta nel settore del credito per gli
artigiani. Inoltre, a metà degli anni Ottanta, la Cooperativa Salomoni aumenta
notevolmente il volume delle operazioni di finanziamento garantito che passa
da 716.000.000 a 1.997.000.000 di lire (CNA Macerata, 1985a).
Oltre alle innovazioni collegate al credito, Giuseppe Ciarlantini precisa che nu-
merose modifiche normative sono state introdotte in materia fiscale tra la fine
degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta. In particolare, la legge Visentini
ha riformato la disciplina sulla stesura dei bilanci societari, comportando nume-
rosi disagi per gli artigiani e per le organizzazioni sindacali. Ciarlantini ricorda
che in quell’occasione la CNA Macerata ha compiuto un notevole sforzo or-
ganizzativo e finanziario per adattare, in brevissimo tempo, le proprie strutture
alle rinnovate esigenze del comparto artigiano. Va comunque evidenziato che
la legge Visentini ha consentito alle imprese di avere una maggiore consape-
volezza delle proprie risorse, strutturarsi in modo più efficiente e crescere. Inol-
tre, la legge ha spinto gli artigiani contoterzisti a trasformasi progressivamente
in imprenditori, tenere la contabilità, assumere personale, introdurre processi
e tecnologie innovative nonché differenziare i segmenti di clientela senza più
focalizzarsi su un unico committente.
Tra le più importanti novità normative di quegli anni vanno poi segnalate la bol-
la di accompagnamento, la ricevuta fiscale per ristoranti, artigiani parrucchieri,
autoriparatori e pellicciai, le modifiche IVA per l’adeguamento alla normativa
comunitaria, il decreto sull’accorpamento delle aliquote e la sanatoria fiscale
46 47
per infrazioni minori. Ciarlantini, richiamando un suo intervento al XII Congres-
so Provinciale della CNA Macerata, afferma: «pensiamo noi ad un artigiano,
che preso da problemi di mercato, da difficoltà di ricerca di commesse di lavo-
ro, di rapporti con istituti finanziari sempre più difficili per non dire impossibili,
da rapporti non sempre idilliaci con i propri dipendenti, come può instaurare
un rapporto chiaro e diretto con un fisco sempre in continuo mutamento?»
(CNA Macerata, 1981d).
Ciarlantini sottolinea che è stato decisivo il consistente investimento di risorse
da parte dell’Associazione allo scopo di organizzare un efficiente servizio di
contabilità a supporto degli artigiani. Nel tempo questi sforzi hanno portato
ad una considerevole crescita dell’Associazione sia in termini di iscritti che di
acquisizione di contabilità. Dalle 910 posizioni IVA del 1981 si è passati alle 1.217
del 1985; le dichiarazioni dei redditi crescono dalle 1.541 del 1981 alle 2.150 nel
1984; i libri paga da 160 a 201. Inoltre, la maggiore attenzione verso il patrona-
to EPASA determina risultati positivi: dalle 985 pratiche presentante nel 1980
(INPS ed INAIL) si passa alle 5.467 pratiche del 1984 (CNA Macerata, 1985a).
Alla luce di questa tendenza che si registra a livello locale e nazionale, De
Nicolò sottolinea come «l’idiosincrasia per le carte» spingesse il 91,2% degli ar-
tigiani alla delega all’esterno per gli adempimenti contabili (De Nicolò, 2016b).
A partire dalla metà degli anni Ottanta la CNA Macerata potenzia anche la mec-
canizzazione dei servizi. Viene avviato il processo di informatizzazione con la
sostituzione del sistema IBM32 con il sistema IBM36 collegato alle sedi peri-
feriche con personal computers. A quel tempo, il servizio di elaborazione dati
con sistema elettronico rappresenta uno strumento all’avanguardia nella ge-
stione tecnico-aziendale, nella raccolta e nella pre-elaborazione dei dati. L’uti-
lizzo della meccanizzazione attraverso centri di pre-elaborazione ed elabora-
zione consente la gestione ottimale del servizio IVA – contabilità semplificata
e del servizio libri paga. I servizi di elaborazione dati garantiscono agli artigiani
un complesso di informazioni aggiornate, chiare e utilizzabili per migliorare la
gestione aziendale e potenziare i processi produttivi. Inoltre, la raccolta dei
dati permette alla CNA Macerata di conoscere sempre più nel dettaglio la re-
altà delle imprese locali e di confrontarsi quindi con le Istituzioni in modo più
efficace e programmatico (CNA Macerata, 1980f).
L’espansione dei servizi erogati dall’Associazione è segnata anche dall’istitu-
zione dell’Ufficio Promozione – Assistenza - Organizzazione aziendale. Nel
1980 l’Ufficio avvia la propria attività con l’obiettivo di fornire alle aziende servizi
ulteriori a quelli tradizionali: stipula di convenzioni per il settore della pubblicità
(studi grafici, fotografi e tipografie); realizzazione di listini di vendita; organizza-
zione di reti-vendita per alcune aziende (ricerca rappresentanti e predisposi-
zione contratti); indagini sull’andamento produttivo dei settori abbigliamento,
calzatura, pelletteria, arredamento e articoli da regalo; organizzazione delle
missioni per la partecipazione a fiere nazionali e internazionali (Pesaro, Bolo-
gna, Milano, Birmingham e Dusseldorf); realizzazione di questionari di indagine
per la rilevazione delle situazioni e andamenti aziendali; stesura di progetti di
crescita imprenditoriale per le imprese dei settori abbigliamento, arredamento,
calzature e pelletteria.
Parallelamente la CNA Macerata è consapevole che le profonde trasforma-
zioni in atto hanno aumentato la domanda di aggiornamento professionale e
di formazione manageriale per gli artigiani. L’Associazione continua allora a
rafforzare le iniziative dirette a garantire una formazione professionale all’a-
vanguardia sia per gli artigiani più esperti, sia per i giovani apprendisti in fase
di ingresso nel mondo del lavoro.
La strategia di ampliamento dei servizi di consulenza per gli artigiani è resa
possibile anche grazie alla crescita qualitativa e quantitativa delle risorse uma-
ne impiegate dalla CNA. Infatti, dai 22 funzionari del 1981 si passa ai 49 del
1985 che vengono assegnati ai servizi delle strutture territoriali. In questo pe-
riodo viene anche potenziato il decentramento dei servizi con l’apertura degli
uffici di Montefano, Montelupone, Potenza Picena, Camerino, Porto Recanati
e Monte San Giusto. La riqualificazione delle strutture passa poi attraverso il
trasferimento della sede provinciale e degli uffici di Tolentino, Corridonia e San
Severino. Va altresì ricordata la ristrutturazione della sede di Matelica e l’acqui-
sto dei locali per la realizzazione dell’ufficio di Morrovalle.
All’espansione dei servizi e alla loro diffusione capillare sul territorio, si affianca
l’attività politico-sindacale che la CNA Macerata prosegue con rinnovato spirito.
Infatti, l’Associazione basa la sua strategia sindacale sulla costante ricerca del
dialogo con i partiti democratici, gli istituti di credito e le amministrazioni comu-
nali. Il confronto con questi attori riguarda sia tematiche di carattere generale
come il fisco, la previdenza sociale, la sanità, l’occupazione, l’apprendistato e il
credito, sia argomenti di rilievo locale come i piani pluriennali, i regolamenti e
i bilanci comunali. L’attività politico-sindacale è guidata soprattutto dai Direttivi
Comunali della CNA che promuovono assemblee periodiche dove gli artigiani
discutono sulle problematiche più ricorrenti, cioè tariffe professionali, orari di
lavoro e fisco.
3.6 I servizi di internazionalizzazione
Nel 1980 la CNA Macerata elabora un programma di assistenza e sviluppo per
gli artigiani e per le piccole aziende allo scopo di fornire loro strumenti atti a
rispondere con rapidità alle nuove dinamiche dei mercati. Il progetto coinvolge
circa 40 aziende artigiane e piccole imprese dell’area maceratese, tenendo
presenti due aspetti: le tecniche e le metodologie organizzative, elaborate da
e per le grandi aziende, non sono immediatamente trasferibili a quelle di pic-
cole dimensioni. L’applicazione di queste tecniche senza un loro profondo ria-
48 49
dattamento, potrebbe addirittura risultare controproducente. A ciò si aggiunge
il fatto che gli imprenditori hanno un tempo limitato a disposizione per la forma-
zione e l’aggiornamento professionale.
Alla luce di ciò il programma di assistenza e sviluppo viene articolato in tre fasi:
1) una prima fase di analisi dell’azienda che consente all’imprenditore di avere
una visione generale dell’azienda e conoscerne i punti di forza e debolezza;
2) una fase di formazione manageriale che completa il processo di riflessione
sistematica condotta dall’imprenditore sulla propria azienda; 3) elaborazione di
un piano di promozione commerciale.
La fase di promozione commerciale ha come presupposto la creazione di
gruppi omogenei di aziende per prodotto e mercato. Dopo alcune ricerche di
mercato e partecipazioni a fiere, gli artigiani hanno manifestato l’esigenza di
ricorrere allo strumento consortile per potenziare la promozione commerciale
dei propri prodotti e servizi. Così nel dicembre del 1981 viene costituito il Con-
sorzio Futura con lo scopo di sostenere lo sviluppo delle imprese aderenti. Il
Consorzio viene strutturato in modo tale da erogare quei servizi che gli artigia-
ni non possono reperire attraverso le risorse interne alla propria azienda.
Durante il primo semestre il Consorzio attiva i seguenti servizi: traduzione e in-
terpretariato; commercialista; consulente di marketing; controllo di produzione;
assistenza settore pubblicità (cataloghi, inserzioni etc.); informazioni legali e
commerciali relative ai mercati esteri; rapporti con rappresentanti, agenti e di-
stributori; supporto per la partecipazione a fiere; assistenza per pratiche doga-
nali e valutarie; ricerca di risorse umane. Vengono inoltre stipulate convenzioni
per leasing su autoveicoli, macchinari e immobili; prenotazioni alberghiere e
biglietterie aerea e ferroviaria; fornitura di imballaggi, macchine per uffici, studi
pubblicitari etc.
Successivamente il Consorzio avvia la fase della promozione commerciale. Per
la prima volta nella realtà delle CNA marchigiane, vengono effettuate ricerche
di mercato affinché le piccole imprese possano individuare i mercati più adatti
alla vendita dei prodotti. In seguito viene realizzata una ricerca per adeguare
i prodotti ai mercati esteri e per affinare lo stile e l’immagine della produzione
artigiana.
A partire da questo momento, grazie al supporto della CNA Macerata, il Con-
sorzio inizia a partecipare a fiere e missioni commerciali in Italia e all’estero. A
titolo esemplificativo si ricordano le prime missioni del 1982: la partecipazione
all’ESMA di Milano per il settore dell’abbigliamento; la presenza al salone in-
ternazionale MICAM per la pelletteria; la missione commerciale a Hong Kong e
Singapore per il settore delle calzature e della pelletteria; la partecipazione ai
saloni internazionali della casa, del bijoux e degli articoli da regalo: MACEF di
Milano e il China and Glass Show di Atlantic City (USA) (Figure 15 e 16).
Negli anni Novanta il Consorzio si focalizza sui seguenti obiettivi: sensibiliz-
zazione delle imprese e allargamento della base sociale; piano operativo a
medio termine che prevede un rafforzamento della struttura sia sotto il profilo
gestionale sia sotto quello organizzativo, attraverso la creazione di un ufficio e
lo sviluppo del personale addetto; omogeneizzazione dell’offerta degli asso-
ciati per quanto concerne il livello qualitativo dei prodotti e la presentazione
dell’azienda sul piano internazionale.
«Una positiva esperienza all’estero. La fiera internazionale di Birmingham
del 1980 è l’appuntamento più importante nel settore dell’arredamento per il
mercato inglese. Per la prima volta un’azienda artigiana della nostra Provincia,
assistita dal nostro ufficio Promozione commerciale, ha partecipato a questa
importante manifestazione. L’azienda in questione è la ditta Maurizi Giuseppe
di Mogliano, una delle maggiori e miglior produttrici di complementi d’arreda-
mento in giunco, vimini e midollo. Abbiamo incontrato il titolare appena rien-
trato in Italia. Come prima cosa ci sembra ovvio chiedere: – D. Quali sono stati
i risultati della sua partecipazione alla fiera internazionale di Birmingham? - R.
A parte il risultato come vendite dirette già effettuate in fiera, che comunque
sono state considerevoli, per noi sono stati molto stimolanti i numerosi contatti
avuti con esperti e commercianti del settore. Da sottolineare il plauso che gli
operatori inglesi hanno manifestato per lo stile italiano in generale e per la
nostra produzione in particolare. – D. Ritiene quindi importante per le piccole
aziende un’efficace promozione commerciale per avere un’efficiente organiz-
zazione? - R. L’efficacia di questi momenti fieristici è fuori dubbio. Un’ocula-
ta politica di promozione commerciale è fondamentale per lo sviluppo delle
piccole aziende. Devo dire che questi momenti danno ragione alla CNA che
con l’istituzione dell’Ufficio di Organizzazione Aziendale e Promozione Com-
merciale ha semplificato i nostri problemi dando un valido contributo. – D. Per
il futuro cosa ci propone? - R. Per il futuro si spera che gli interventi effettuati
dall’Ente pubblico per la partecipazione a fiere siano finalizzati al raggiungi-
mento dei migliori risultati. Mi spiego: ritengo fondamentale che per ogni set-
tore si scelgano le fiere internazionali più qualificate che danno alle piccole
aziende, nell’ottica dell’organizzazione commerciale, i migliori risultati.» (CNA
Macerata, 1980f).
«Calzature e pelletteria a Hong Kong e Singapore. Dal 27 luglio al 9 agosto
del 1982 il Consorzio “FUTURA S.r.l.” ha effettuato una missione commerciale
con l’ICE ad Hong Kong e a Singapore per il settore pelletteria-calzature. Uno
degli artigiani socio del Consorzio, Giorgio Brillarelli di Monte San Giusto ha
così risposto alle nostre domande. – D. Perché questa iniziativa ad Hong Kong
e Singapore? - R. La decisione di partecipare a questa missione commerciale
è scaturita non a caso ma a seguito di un’approfondita ed analitica indagine
di marketing effettuata dal Consorzio. Abbiamo potuto così scoprire che Hong
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Kong, Singapore ed altre ancora sono di estremo interesse per i nostri prodot-
ti. A questo punto abbiamo adattato gli articoli alle caratteristiche dei mercati
in oggetto e abbiamo deciso di effettuare una missione in zona. – D. Come è
andata? - R. II giudizio che posso dare è senz’altro positivo. Il nostro Consorzio
ha centrato ambedue gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Abbiamo realizza-
to un ottimo portafoglio ordini già direttamente durante la missione ed in più
abbiamo avuto una serie di contatti e proposte estremamente interessanti da
numerosi agenti e distributori […] l’interesse per i nostri prodotti da alcuni di
questi agenti è stato talmente elevato che dopo la nostra missione sono venu-
ti a visitarci in Italia per conoscere le nostre aziende. Probabilmente i risultati
sono stati positivi per due motivi: in primo luogo perché prima di recarci sul
posto abbiamo effettuato ricerche di mercato; in secondo luogo perché, gra-
zie al Consorzio, abbiamo proposto un campionario di prodotti coordinati di
calzature, pelletteria, cinte e piccola pelletteria, utilizzando gli stessi materiali
[…].» (CNA Macerata, 1982).
«Il “FUTURA” negli USA con gli articoli da regalo. Nel 1983 il Consorzio
“FUTURA Srl” al quale aderiscono imprese di produzione dei settori abbiglia-
mento, arredamento, articolo da regalo, calzatura e pelletteria, ha partecipato
con il settore articolo da regalo alla fiera di Atlantic City negli USA. Le nostre
aziende, oltre ad aver ricevuto il plauso della direzione della fiera, delle au-
torità locali e dell’ufficio ICE di New York per essere state le prime piccole im-
prese marchigiane a partecipare a questa iniziativa che è ritenuta il “MACEF”
degli Stati Uniti, hanno ottenuto un notevole successo commerciale. Lo stile,
la raffinatezza, la qualità e la lavorazione, caratteristiche queste tipiche delle
nostre aziende artigiane, hanno fatto definire, dagli esperti e dai visitatori, i
loro prodotti come tipici esempi di oggetti d’arte. Queste valutazioni positive ci
spingono chiaramente a ripetere l’iniziativa per sostenere quelle imprese che
ritengono opportuno affacciarsi ad un mercato estremamente interessante,
anche se ai più può sembrare difficile da raggiungere.» (CNA Macerata, 1983).
«FUTURA vola in America. Ormai da alcuni mesi è in funzione lo show-room
al 393 Fifth Avenue di New York. E’ ancora del tutto prematuro trarre conclu-
sioni ma è già possibile dire che nei primi 5 mesi di attività i risultati hanno
sicuramente superato le più rosee previsioni. In questo periodo la FUTURA
Inc. di New York è divenuto un punto di riferimento degli operatori commerciali
americani, per i quali il fatto di poter comperare i prodotti italiani direttamente
a New York si sta rivelando conveniente e interessante, soprattutto perché
oltre alla scelta di marketing sicuramente giusta, anche la scelta enorme di
prodotti è fortemente allettante.» (CNA Macerata, 1985c).
«Relazione sulla missione fieristica Expo’ Marche – Toscana ’86 a Mosca.
Expo’ Marche – Toscana ’86 si è svolta a Mosca dal 27 al 30 ottobre 1986, ha
visto la partecipazione di circa 12 consorzi italiani per l’esportazione di calzatu-
re, pelletteria e abbigliamento. Questa manifestazione è stata possibile dopo
che nel luglio scorso era stata effettuata una missione commerciale per incon-
trare il Ministro per il Commercio con l’Estero e dell’Industria Leggera, per esa-
minare le possibilità di cooperazione economica tra le nostre aziende e gli enti
Figura 15. Programma di promozione commerciale del Consorzio Futura - Maggio 1982.
52 53
sovietici preposti. Per le Marche hanno partecipato oltre al Futura altri 5 con-
sorzi. Per il Consorzio Futura la partecipazione è stata di 11 aziende. Questa ini-
ziativa ha ottenuto un discreto successo di pubblico specializzato, di funzionari
dei Ministeri, Enti del Commercio Estero e Camere di Commercio. Importante è
stata la visita del Vice Ministro Russo dell’Industria Leggera, Birjukov, addetto
in special modo alle calzature, pelletterie ed abbigliamento in genere, sia del
Direttore di una grande fabbrica di calzature di Mosca la “Pariskaja Comuna”.
Hanno trovato molto interessante la produzione delle aziende del nostro Con-
sorzio, tanto da avere scelto una certa quantità di campioni di scarpe da invia-
re alla “Casa della Moda” di Mosca, ente preposto alla scelta della produzione,
della qualità delle calzature e dell’abbigliamento, per verificare la possibilità
di acquisto o di collaborazione nella produzione. Ai sovietici interessano es-
senzialmente articoli di alta qualità e di linea italiana e noi eravamo in sintonia
con le loro esigenze. L’Unione Sovietica con il piano quinquennale ’86-’90 sta
fissando le linee di sviluppo dell’economia e pone tra gli obiettivi prioritari da
perseguire un decisivo miglioramento del livello di vita dei cittadini sovietici.
Da ciò scaturiscono impegni precisi per l’apparato economico complessivo:
l’industria produttrice di beni di consumo dovrà incrementare la produzione del
30% rispetto all’85. L’apparato commerciale dovrà tendere al miglioramento
dei servizi e dei prodotti offerti attraverso la razionalizzazione delle proprie
strutture e il reperimento all’interno e all’esterno di prodotti ad elevato conte-
nuto qualitativo. Quindi si prevedono aumenti consistenti della produzione an-
nua sia dell’abbigliamento, capi in maglieria, capi in jeans sia delle calzature.
Naturalmente, allo sviluppo della produzione nazionale si attiva in parallelo il
flusso di importazioni di prodotti finiti: calzature, accessori, confezioni uomo e
donna. Nel quinquennio in questione il settore sovietico della moda si presen-
ta aperto alle più diversificate collaborazioni; dalla cooperazione industriale
all’acquisizione di tecnologie produttive, dall’acquisto di macchinari ed impianti
all’importazione di prodotti finiti […].» (CNA Macerata, 1986c).
3.7 Il settore calzaturiero e la mobilitazione sindacale
Giovanni Luciani18 nasce nel secondo dopoguerra a Civitanova Marche da una
famiglia che vive di agricoltura. Luciani frequenta le scuole elementari ed è
avviato al mestiere di calzolaio iniziando a lavorare presso il calzaturificio Paris
di Paciotti. Intorno al 1956 si trasferisce a Porto Sant’Elpidio dove matura pro-
fessionalmente, acquisendo le competenze che gli permettono di svolgere a
regola d’arte tutte le fasi di produzione della scarpa.
Luciani ricorda che «venivo pagato 300 lire per ogni paio di scarpe che re-
alizzavo. Mi alzavo la mattina alle quattro, partivo in bicicletta e passavo a
ritirare le tomaie a casa delle contadine. Poi in laboratorio, dove lavoravamo
a coppie e seguivo un apprendista, iniziavamo l’assemblaggio della scarpa. I
prodotti che realizzavamo venivano subito venduti. Sulla porta del laboratorio
c’era sempre un gran via vai di acquirenti che provenivano dalle Marche, dal
Sud Italia, dal Lazio e da altre regioni italiane. Aspettavano in coda davanti
alla porta del laboratorio per ritirare le scarpe! Nel secondo dopoguerra la
gente non aveva nulla e c’era un gran bisogno di scarpe».
Luciani prosegue il mestiere di artigiano calzaturiero e continua a coltivare i
propri ideali politici fino a diventare un attivista del Partito Comunista, batten-
dosi in prima persona per i problemi del comparto artigiano. Durante gli anni
Sessanta Luciani inizia a sviluppare nuovi modelli di calzatura che combina-
no innovazione dei materiali, del design e del processo di produzione. Dalla
collaborazione con un artigiano di Vigonza di Padova che realizzava fustelle,
un produttore di presse per la plastica e un fiorentino che produceva collanti,
nasce l’idea di creare un prototipo innovativo di pressa per la lavorazione della
pelle. Dopo un anno di ricerche e innumerevoli tentativi, Luciani perfeziona un
processo innovativo per la saldatura delle calzature. Questa innovazione sarà
determinante per la sua azienda tanto che i suoi prodotti verranno apprezzati
in Italia e all’estero.
18 Artigiano calzaturiero – ex Presidente Regionale dell’Unione Nazionale Artigiani Calzaturieri,
UNAC – ex Vice Presidente CNA - Associazione Territoriale di Macerata.
Figura 16. Attività fieristica del Consorzio Futura – 1987.
54 55
Oltre all’attività di titolare di impresa artigiana, nel 1968 Luciani si avvicina alla
CNA grazie a Giuseppe Salomoni e Vincenzo Palmini. Inizia allora ad attivar-
si per la promozione dell’Associazione insieme a Luigi Silenzi. In particolare,
Luciani spinge la CNA Macerata a dedicare maggiore attenzione ai problemi
degli artigiani contoterzisti. Questi ultimi rappresentavano un largo bacino in
termini di “voti” ma erano ancora molto deboli a causa della frammentazione
delle produzioni e delle azioni sindacali.
In questi anni Luciani si occupa delle esigenze degli artigiani calzaturieri e in-
traprende iniziative per aggregare i contoterzisti. Si ricordano le riunioni sin-
dacali nelle aziende e i confronti, talvolta ai limiti dell’ordine pubblico, con gli
industriali per ottenere il riconoscimento dei diritti dei dipendenti. E’ noto che a
partire dagli anni Settanta il settore calzaturiero assume un ruolo chiave nell’e-
conomia della Provincia di Macerata. Infatti, nel 1977 oltre il 47% degli addetti
all’industria manifatturiera è occupato nel settore calzaturiero che richiede un
basso capitale iniziale, una tecnologia standardizzata e una dimensione azien-
dale relativamente piccola per raggiungere l’efficienza produttiva. Un ulteriore
fattore che favorisce la crescita del settore della calzatura è l’esistenza di un
elevato numero di imprenditori ed operai giunti al calzaturiero dalle azienda
agricole. Luciani racconta che questi nuovi artigiani avevano ereditato pregi
e difetti dell’esperienza agricola: l’impegno quotidiano per la risoluzione delle
problematiche dell’azienda; lo spirito di sacrificio; la maggiore attenzione agli
aspetti produttivi che non per quelli commerciali ed organizzativi; una notevole
parsimonia; il reinvestimento quasi nullo nelle attività chiave dell’azienda.
Luciani sottolinea che la situazione favorevole del mercato ben presto si esau-
rì. Allo stesso tempo i titolari delle imprese artigiane, gli industriali e le Istituzioni
avevano commesso l’errore di preoccuparsi soltanto dell’attività produttiva in-
terna alle aziende. Non erano stati considerati nuovi fattori come le produzioni
a basso costo provenienti dai Paesi emergenti; le ricerche di mercato; l’analisi
dei contoterzisti; il contributo strategico delle consulenze in materia legale e
finanziaria; l’interpretariato; le tendenze della linea moda per un prodotto di
qualità e diverso ad ogni nuova stagione. Su questi aspetti Luciani riflette ed
afferma «ero bravo a fare il prodotto ma non avevo conoscenza di gestione
d’impresa. Proprio la CNA è riuscita a darmi tantissimo sotto l’aspetto umano e
mi ha permesso di imparare molto sulla gestione d’impresa, l’innovazione del
prodotto e del processo».
Luciani prosegue evidenziando che dalla metà degli anni Settanta il mercato
calzaturiero inizia ad evolversi rapidamente e impone nuove regole a quegli
artigiani e piccoli imprenditori che non hanno alcuna formazione di tipo mana-
geriale. E’ stato allora strategico il ruolo della CNA nel promuovere un nuovo
modello di organizzazione aziendale che spingesse gli artigiani calzaturieri a
considerare le strategie di marketing, il prezzo dei prodotti, i costi delle materie
prime, la ricerca tecnologica e dei materiali, la produttività e la qualità nonché il
coordinamento tra il design della scarpa e gli accessori di abbigliamento. Inol-
tre, l’Associazione ha continuato il dialogo con le Istituzioni per ottenere una
politica fiscale tesa a favorire gli investimenti degli artigiani nell’innovazione di
processo e prodotto.
«Preoccupante la situazione nel settore “moda”. Nella nostra Provincia le
imprese artigiane sono parte consistente e determinante del sistema produt-
tivo del settore “moda” (abbigliamento, calzatura e pelletteria). Nonostante
l’insufficienza degli strumenti conoscitivi pubblici che indicano come artigiane
il 56% delle aziende della nostra Provincia nel settore della pelletteria, il 62%
nel settore della calzatura e per quanto riguarda l’intero comparto dell’abbi-
gliamento il 65%; da una nostra stima, più vicina alla realtà, le aziende arti-
giane dovrebbero essere circa l’80% delle unità produttive del settore. Questi
dati dimostrano, con tutta evidenza che una strategia per il settore “moda”
non può assolutamente prescindere da un’approfondita considerazione della
realtà delle imprese artigiane. Per questo è necessaria una disponibilità al
confronto con la nostra categoria maggiore di quanto non sia stato fino ad
oggi da parte del Governo regionale, provinciale, dei Comuni, delle strutture
pubbliche che operano nel settore, di tutte le componenti sociali. [...] Si incon-
trano sempre maggiori difficoltà a causa di un sostanziale calo delle vendite
sia sul mercato interno che estero, determinato da molteplici cause (materie
prime, costo lavoro, andamento mercati internazionali, concorrenza di nuovi
Paesi, ritardo delle nostre aziende in termini di tecnologia innovativa, di im-
magine, di promozione ed organizzazione commerciale etc.). […] Le aziende
chiedono la convocazione, a tempi brevissimi, di una Conferenza Provinciale
del settore. [...] Le nostre proposte da discutere in tale sede sono: la costitu-
zione di un centro regionale per le informazioni sulla moda e sulla tecnologia;
semplificazione delle procedure per l’esportazione; impegno concreto delle
strutture pubbliche per la formazione professionale e l’aggiornamento; politica
specifica per l’associazionismo economico; politica territoriale per gli insedia-
menti produttivi.» (CNA Macerata, 1981b).
3.8 Studi e convegni
Negli anni Ottanta si intensificano gli studi e i convegni organizzati dalla CNA
a livello nazionale e locale. Questi eventi vengono realizzati con il supporto
di accademici e di professionisti di comprovata esperienza anziché in colla-
borazione con i partiti di riferimento, come avveniva negli anni Cinquanta e
Sessanta. Nel contesto maceratese va ricordata in particolare l’organizzazione
dell’incontro di studi su Gli Strumenti Urbanistici per la Tutela e la Qualificazio-
ne della Presenza Artigiana nelle Città, tenutosi il 3 luglio 1987 presso l’Univer-
sità degli Studi di Macerata (Figura 17).
56 57
In quell’occasione il Direttivo Comunale della CNA Macerata evidenziava che
il Capoluogo di Provincia aveva assunto sempre più le caratteristiche di una
“città di servizi”. Il Direttivo auspicava quindi che l’artigianato di servizio, parte
integrante del sistema diffuso di servizi a Macerata, venisse maggiormente va-
lorizzato allo scopo di arricchire il tessuto socio-economico, adottare misure di
ricomposizione urbana ed evitare il fenomeno dell’emigrazione delle imprese
di produzione nei Comuni limitrofi.
Inoltre l’incontro poneva al centro della discussione la proposta di legge regio-
nale della CNA sui piani comunali dell’artigianato. Va ricordato infatti che l’in-
contro prendeva le mosse da precedenti iniziative dell’Associazione nel senso
di valorizzare la presenza urbana dell’artigianato. Già nel 1985, al XIII Congres-
so Provinciale della CNA Macerata, si invitavano «i Comuni del maceratese a
svolgere a pieno il loro compito nei confronti dell’artigianato. Nei centri urbani
l’artigianato di servizi svolge una funzione di carattere sociale il cui soddisfa-
cimento è essenziale condizione della vita civile. Di conseguenza, il processo
di progressiva espulsione dell’artigianato dalle città dovrà essere arrestato
per evitare l’impoverimento totale del tessuto sociale ed economico» (CNA
Macerata, 1985a).
Recentemente De Nicolò ha sottolineato che negli anni Settanta e Ottanta era
noto lo scompenso nella città, tra quartiere e quartiere, nel rapporto tra attività
di servizio e cittadino. Questo scompenso determinava, soprattutto nei centri
storici, carenze di mercato, collocazione precaria degli artigiani in locali inade-
guati per uno svolgimento igienico e razionale del proprio lavoro. Inoltre, nei
quartieri di più recente costruzione era frequente riscontrare una totale assen-
za dei servizi. Allo scopo di arginare questo fenomeno, le CNA di tutta Italia
evidenziavano la necessità di «dare risposte non soltanto amministrative-buro-
cratiche, ma di alternativa in termini di aree o di immobili da offrire come spazi
di trasferimento o permettere la ristrutturazione, risanamento, miglioramenti
igienici e possibili ampliamenti di edifici» (De Nicolò, 2016b).
L’organizzazione dei convegni ha riguardato anche il tema del credito come
nel caso dell’incontro Credito e Finanziamenti per l’Impresa Artigiana, svoltosi
a Civitanova Marche nel 1987 (Figura 18). Inoltre, l’attività di studio della CNA
Macerata ha approfondito la rapida espansione del fenomeno dell’abusivismo.
Nel 1984, la CNA Macerata aveva individuato due fattori alla base di questa
tendenza. Da un lato la crisi economica che, causando una forte disoccupa-
zione, non solo giovanile, spingeva migliaia di cittadini ad improvvisarsi fabbri,
idraulici e meccanici. Dall’altro lato, l’assenza di leggi e misure efficaci a limitare
il lavoro sommerso.
Al fine di comprendere il fenomeno e formulare proposte per contenerlo, nel
maggio 1987 la CNA organizza a San Severino il convegno Artigianato dei
Servizi – Abusivismo (Figure 19 e 20). Nel corso della relazione introduttiva
Silvano Gattari rileva che le trasformazioni e le innovazioni tecnologiche hanno
modificando la struttura delle imprese dell’artigianato dei servizi. A fronte di ciò
Figura 17. Un’immagine dell’incontro di studi su Gli Strumenti Urbanistici per la Tutela
e la Qualificazione della Presenza Artigiana nella Città, tenutosi il 3 luglio 1985
presso l’Università degli Sudi di Macerata (foto di Maurizio Marzola).
Figura 18. Un’immagine del convegno Credito e Finanziamenti per l’Impresa Artigiana
organizzato dalla CNA Provinciale di Macerata a Civitanova Marche – 15 marzo 1987.
58 59
le Istituzioni sono chiamate ad un ruolo più attivo nella formazione e qualifica-
zione delle imprese artigiane. Inoltre, è strategico convocare periodicamente
conferenze comunali perché sono un momento di confronto per l’elaborazione
dei piani comunali per l’artigianato e tentare di contenere l’abusivismo. Nella
stessa occasione Italo Pierotti suggerisce di affrontare il problema dell’abusivi-
smo, particolarmente sentito dalle imprese artigiane di servizio, con legislazio-
ni di settore per le attività che hanno implicazioni sulla salute e sicurezza dei
cittadini.
A ciò si aggiunge l’invito ad una maggiore collaborazione con la Camera di
Commercio per introdurre tariffe unitarie di prestazione tra le associazioni di
rappresentanza della Provincia di Macerata (CNA Macerata, 1987a).
La CNA Macerata sintetizza quindi una strategia per arginare l’abusivismo che
si basa su: strumenti di natura fiscale; un più frequente ricambio e rotazione
dei lavoratori che si trovano in cassa integrazione; un’intensa campagna di
educazione per la clientela e i lavoratori. In particolare andrebbe valorizzata
l’immagine dell’imprenditore artigiano: il “risparmio” ottenuto con il lavoro abu-
sivo è ripagato con una scarsa qualità della prestazione e un’esponenziale
crescita del rischio di incidenti, anche mortali, per i lavoratori e l’utenza (CNA
Macerata, 1984).
3.9 Appunti di storie
Questo paragrafo propone una selezione di notizie relative a temi al centro del
dibattito promosso dall’Associazione durante gli anni Ottanta. Le notizie sono
state estratte dall’Artigianato Maceratese, il bollettino interno di informazione
a cura della CNA - Associazione Territoriale di Macerata. Inoltre, il paragrafo
raccoglie una selezione di interventi dei soci e dei funzionari della CNA Ma-
cerata. Gli interventi sono stati estratti dagli atti dei congressi provinciali degli
anni Ottanta. Il paragrafo riporta poi gli estratti di alcune interviste realizzate
tra dicembre 2019 e maggio 2020. Le riflessioni che seguono sono riportate
in ordine cronologico e rappresentano solo una parte degli appunti delle tante
storie personali e professionali che hanno contributo a scrivere, giorno dopo
giorno, la storia dell’Associazione.
«Pensioni: parificati i minimi. Avanti per la riforma! Le iniziative sindacali
portate avanti in questi anni, unitariamente, ed in particolare dalla CNA per il
miglioramento dei trattamenti pensionistici e la riforma previdenziale, hanno
conseguito i primi successi. Il Parlamento ha approvato la parificazione dei
minimi pensionistici dei lavoratori autonomi a quelli dei lavoratori dipendenti e
la scala mobile ogni sei mesi per tutti.» (CNA Macerata, 1980a).
«Più credito alle imprese artigiane. La CNA esprime piena soddisfazione per
il successo conseguito con l’innalzamento del tetto creditizio dell’Artigiancas-
sa da 40 milioni a 90 milioni, che accoglie in pieno una delle proposte per le
quali da tempo la CNA è fortemente impegnata. La CNA ora intende intensi-
ficare le proprie iniziative tese al raggiungimento di una risposta positiva sui
seguenti argomenti: 1) Approvazione in tempi brevissimi da parte del Ministe-
ro del Tesoro, del decreto di rifinanziamento dell’Artigiancassa alla luce dei
nuovi massimali in vigore; 2) Individuazione di precisi criteri selettivi, per una
più equa distribuzione delle risorse a disposizione dell’Artigiancassa.» (CNA
Macerata, 1980a).
«È tempo di dichiarazioni dei redditi. Come ormai consuetudine le nostre
organizzazioni provinciali e tutti gli uffici decentrati della CNA nell’intera Re-
gione Marche stanno predisponendo e organizzando il lavoro di assistenza
agli artigiani associati per la compilazione delle dichiarazioni dei redditi. Si
Figure 19 e 20. Immagini dell’incontro di studi Artigianato dei Servizi – Abusivismo organizzato
dalla CNA Provinciale di Macerata a San Severino Marche – Giugno 1987.
60 61
tratta di uno dei momenti più importanti ed impegnativi per l’attività stessa
delle imprese, in cui si traggono conclusioni non solo fiscali ma anche econo-
miche sulla gestione aziendale del 1979. Altrettanto impegnativo e importante
è questo periodo per i nostri uffici che, come sempre, garantiranno il massimo
di assistenza, qualificata e puntuale. Il volume complessivo delle dichiarazioni
fatte tende ad essere sempre crescente ogni anno e superiore al numero del-
le imprese associate. Nell’anno 1979 ne sono state compilate oltre 105 mila e
questo è il segno evidente della validità del servizio.» (CNA Macerata, 1980b).
«Una proposta della CNA per un progetto pilota, finalizzato all’inserimento
nell’attività artigianale di giovani tossicodipendenti e diversamente abili
nel Comune di Civitanova Marche. In questi ultimi tempi, anche per le tristi
notizie che registriamo quotidianamente e per un indubbio allargarsi del feno-
meno, si parla molto di lotta contro la droga, così come di provvedimenti per
contenerla o meglio ancora debellarla, nonché di iniziative per dare prospetti-
ve positive alle condizioni sociali in cui vengono a trovarsi i tossicodipendenti.
Analogo discorso è possibile fare, in quanto ad effetti e condizioni sociali di
emarginazione, per i diversamente abili, viste le innumerevoli difficoltà che
l’odierna vita civile crea loro intorno.
Individuando nel lavoro produttivo uno dei più importanti momenti per offrire
ai giovani tossicodipendenti e ai giovani diversamente abili il superamento
dell’alienazione che questa società determina, la CNA ha definito una propria
proposta per un progetto di avviamento al lavoro di questi giovani, così da
contribuire a risolvere da una parte un problema sociale di così vasto inte-
resse, dall’altra la questione di manodopera giovanile qualificata, che crea
grosse difficoltà alle imprese artigiane e offusca le potenzialità presenti in di-
rezione di un adeguato sviluppo economico.
L’intervento prevede agevolazioni per l’avviamento al lavoro presso le azien-
de artigiane dei giovani tossicodipendenti e diversamente abili assunti come
apprendisti o come operai generici. Per gli apprendisti il contributo per le
aziende artigiane avrà la durata di mesi 18 e corrisponderà al 20% del salario
contrattuale. Mentre per gli operai generici il contributo sarà pari al costo degli
oneri sociali, per la durata di mesi 18. Per tutta la durata del rapporto conven-
zionato il CMS (Centro Malattie Sociali) garantirà la sua assistenza al giovane
e all’azienda allo scopo di facilitare l’inserimento del giovane nell’ambiente
di lavoro. Sulla base di queste proposte la CNA ha iniziato una trattativa con
l’amministrazione comunale di Civitanova Marche e altri Enti.» (CNA Macerata,
1980c).
«Raggiunto il 100% degli iscritti del 1979. Un buon risultato che ci spinge
ad andare avanti! I risultati del tesseramento alla fine del mese di luglio ve-
dono la nostra associazione al 100% dei propri iscritti; è questo un risultato
importante che conferma il nostro profondo carattere rappresentativo della
categoria. Siamo consapevoli però di potere e dover fare meglio. La necessità
quindi di seguitare a lavorare per rafforzare ancora di più la nostra associazio-
ne provinciale e la Confederazione intera. Avere una CNA più forte significa
riconoscere il nostro apporto determinante nel difficile cammino verso una
categoria più organizzata, capace di conquistare i propri diritti e di contribuire
con la propria dinamicità economica a risolvere i problemi della crisi del Pae-
se.» (CNA Macerata, 1980d).
«L’artigianato difende i suoi diritti previdenziali rivolgendosi all’EPASA. La
legge affida all’EPASA il compito di istituire, presentare e seguire, per conto
degli artigiani e dei lavoratori, domande, ricorsi, agli enti previdenziali per le
pensioni, gli infortuni, le malattie, gli assegni familiari, le posizioni assicurative
e per ogni altra eventuale forma di assistenza.» (CNA Macerata, 1980e).
«Decentramento: democrazia e funzionalità. Il decentramento e la diffusio-
ne sul territorio delle nostre strutture organizzative orizzontali dei servizi è una
delle scelte di fondo della CNA che trova le sue motivazioni sindacali in due
ordini di fattori: sviluppo della democrazia di base e vicinanza alle imprese.»
(CNA Macerata, 1981a).
«La tutela della maternità. Sul tema sociale della tutela della maternità sap-
piamo che le provvidenze alle artigiane si risolvono finora in un assegno “una
tantum” di 50.000 lire che non tutela assolutamente niente e nessuno. Lo Sta-
to non ha finora provveduto a modificare questa situazione, ma le Regioni
hanno la possibilità di intervenire ed infatti alcune di esse e la Regione Lazio
per prima, hanno esteso, con propria legge, l’indennità di maternità cui ave-
vano diritto le lavoratrici agricole anche alle lavoratrici artigiane, per due mesi
prima e tre mesi dopo il parto. L’obiettivo che ci prefiggiamo di perseguire è
quello del pieno inserimento degli artigiani nel sistema di sicurezza sociale su-
perando le differenziazioni di tutela e di trattamento. La tutela della salute non
può e non deve essere lasciata più alla spontaneità ed al senso di responsa-
bilità e di autocontrollo degli artigiani stessi, ma deve diventare un impegno di
tutta la comunità; è tenendo presente questo criterio che andremo a trattare,
quanto prima, con l’Ente Regionale per cercare di risolvere in modo dignitoso
il problema della tutela della maternità, sollecitando l’impegno già preso dal
Consiglio Regionale.» (CNA Macerata, 1981c).
«La crisi economica e sociale non consente nessuna illusione, non giu-
stifica nessuna ipocrisia. L’aumento mondiale dei prezzi OPEC del petrolio
costituisce un ulteriore richiamo alla gravità di questa situazione energetica
che è stata fino ad ora affrontata in Italia con superficialità e dilettantismo,
che esige rimedi di estremo rigore se vogliamo evitare la paralisi totale di un
meccanismo di sviluppo già abbastanza inceppato e ostacolato. Bisognereb-
be puntare subito alle forme di energia alternativa concordate, superando
le persistenti obiezioni e le manovre di ritardo. Il nostro ritardo con le società
62 63
industrializzate dell’Occidente si accentuerà di giorno in giorno. Il movimento
sindacale e la CNA non possono non tenerne conto, non tiene più nessuno
degli schemi del passato. […] Un orgoglio professionale che si nutre innanzi-
tutto di senso di responsabilità nei confronti del Paese che è l’esatto opposto
della disgregazione corporativa, non meno che dell’individualismo utilitarista
che alimenta le piccole furberie dell’economia sommersa. Con la filosofia del-
la professionalità emergono invece valori di cui deve farsi partecipe tutta la
società italiana. Questi valori sono tanto più necessari, in quanto gli anni ‘80
saranno decisivi al fine di definire il destino europeo della società italiana o il
suo opposto.» (Emilio Bartolini, artigiano di Civitanova Marche; CNA Macerata,
1981d).
«Il reddito di ogni artigiano dovrebbe essere intorno ai 13 milioni annui in con-
siderazione che un dipendente costa quasi un milione al mese. Con un reddito
di 13 milioni gli investimenti nell’azienda sono quasi impossibili, urgono inter-
venti a tassi veramente agevolati riducendo in pari tempo le tasse.» (Armando
Bulgherini, artigiano; CNA Macerata, 1981d).
«Sono evidenti le difficoltà in cui si dibatte l’artigianato per la sopravvivenza,
mentre ricchezze vengono sperperate e le conseguenze ricadono sulla col-
lettività e quindi anche sull’artigianato.» (Ezio Giacomelli, artigiano; CNA Mace-
rata, 1981d).
«Ma è mai possibile che ad ogni appuntamento, ad ogni occasione come que-
sta del Congresso Provinciale ci si deve trovare sempre e costantemente in
crisi? L’aspetto peggiore di tutta la situazione sta nel fatto che, ancora una
volta, ci troviamo ad usare il termine di stangata che ha appunto il senso di
un’imposizione che piomba dall’alto finalizzata solo ad affrontare eventi con-
giunturali, senza nessun aspetto serio strutturale. In questa non rosea situa-
zione il comparto artigiano che fa? In special modo quello addetto all’abbi-
gliamento? Non può recitare il ruolo di spettatore ma, secondo il mio modesto
avviso, proporsi in tutti quei casi in cui le circostanze lo consentono, sia come
interlocutore, valido nel dibattito che lo coinvolge sia esso politico sociale, sia
per scelte economiche e produttive.» (Umberto Zanconi, sarto; CNA Macerata,
1981d).
«Sappiamo bene che l’artigiano del centro storico, l’artigiano di borgata, in
una parola di servizio, è divenuto una palla al piede, anche perché volendo
non può dare ciò che oggi può dare una grande azienda proiettata nel futu-
ro dell’economia produttiva; è troppo assillato da problemi di sopravvivenza
per sé, per la sua bottega, la sua famiglia, non può permettersi un appren-
dista, anche perché questi laboratori hanno perduto attrattiva e alternativa
nei confronti dei giovani. Certamente si tratta di una questione più generale
e soprattutto perché tanta discriminazione è stata fatta tra lavoro manuale e
lavoro intellettuale ed è una questione che deve essere collegata in maniera
interdipendente con il fenomeno dell’inoccupazione giovanile.» (Umberto Zan-
coni, sarto; CNA Macerata, 1981d).
«Lavorare il vimini e il giunco. Un’antica arte che richiede la mano dell’uo-
mo: Mogliano una tradizione da salvaguardare. Nell’artigianato in stile fatto
a mano, vimini, giunco, midollino e bambù fanno la parte da leoni, è infatti
quasi esclusivamente la mano dell’uomo a costruire oggetti o mobili che nella
loro semplicità racchiudono naturali caratteristiche di robustezza, resistenza
ed elasticità. Datare l’inizio di questa attività che trova a Mogliano e nei cen-
tri limitrofi le sue più qualificate espressioni è un’impresa impossibile, l’arte
dell’intreccio è antichissima e trova le sue origini nella necessità di realizzare
oggetti umili ed utili quali i cestini per l’agricoltura e la pesca nei tempi morti di
lavoro. Gli artigiani di Mogliano sono comunque concordi nell’affermare che il
passaggio tra la lavorazione destinata all’uso personale e la produzione per
la vendita è avvenuta all’inizio del ‘900. Nel corso degli anni la gamma degli
articoli che da Mogliano vengono indirizzati in tutta Italia e anche all’estero
si è notevolmente ampliata e a fianco ad una vastissima serie di oggetti per
svariati usi si è affermato, qualificando tutta la produzione del mobile: sedie,
tavoli, divani arredamenti completi in giunco che fanno stile a costi competitivi.
Un’importante svolta è avvenuta nell’immediato dopoguerra quando alcuni
artigiani di Mogliano pensarono di allargare il mercato ed allentare le strette
della concorrenza dedicando la propria abilità manuale all’impiego della can-
na di bambù. L’iniziativa ebbe successo e l’artigianato del bambù si è diffuso
rapidamente, oggi conta decine di aziende che soprattutto nell’arredamento
rappresentato la punta più qualificata del settore. Malgrado le trasformazioni
e l’impiego di nuove materie, le dimensioni tipiche delle imprese sono restate
sempre a carattere artigianale: 3-4 addetti per azienda con scarsissimo uso
di tecnologie. E’ ancora la mano dell’uomo infatti dopo anni di apprendistato
a piegare, intrecciare dando forma a innumerevoli modelli. Dimensioni artigia-
nali che presentano delle implicite difficoltà legate principalmente a problemi
di commercializzazione dei prodotti, di presenza all’estero e di acquisizione
di nuovi mercati. Crediamo che un intervento coordinato degli Enti locali, a
partire dalla Regione Marche possa ulteriormente qualificare un settore che
rappresenta una voce a sé stante dell’economia marchigiana.
Una struttura associativa, un centro servizi, incentivi per la partecipazione a
mostre e fiere, sono alcuni dei possibili interventi che potrebbero essere messi
a punto in un confronto tra Enti locali ed Associazioni di categoria. La FNALA –
CNA considera importante un’azione verso questo comparto, in tale logica va
collocato l’impegno che la Federazione regionale si è assunta per consentire
alle imprese interessate la partecipazione al “Tecnogiunco” di Treviso, mostra
unica nel suo genere che si svolgerà nel mese di settembre.» (CNA Macerata,
1986a).
64 65
«Indennità di maternità per le donne artigiane. Finalmente vicina la solu-
zione dell’annosa questione. Un assegno “una tantum” di 50 mila lire: ecco
quanto spetta fino ad oggi alle donne titolari di imprese artigiane in caso di
maternità! Per far cambiare le cose le Confederazioni Artigiane, CNA in testa,
si sono impegnate a fondo da molto tempo. Ed ora un passo importante verso
la soluzione del problema è stato ottenuto: è stato approvato alla Camera, e
si trova ora al Senato il disegno di legge che prevede per le titolari di imprese
artigiane una “indennità di maternità” di 3 milioni e 775 mila lire (oltre l’80% del
costo complessivo viene coperto dai contributi della categoria). Fino ad oggi,
spesso, una donna artigiana che voleva diventare madre si trovava di fronte
all’alternativa: rinunciarvi o abbassare le serrande. L’impegno della CNA per
modificare questa situazione è stato totale, e quando la legge verrà appro-
vata definitivamente saranno 5.400 all’anno, secondo le stime della Commis-
sione di Montecitorio, le donne artigiane interessate. Finalmente si avrebbe
un’importante innovazione legislativa, che applica il principio della tutela della
maternità secondo il dettato costituzionale, supera la discriminazione fino ad
oggi esistente tra donne impegnate in lavori diversi, adegua la legislazione
italiana a quella di altri Paesi che da tempo avevano legiferato in materia.»
(CNA Macerata, 1987b).
«Il ricordo della mia esperienza in CNA parte dal collega Roberto Fabbroni che
è stato mio collaboratore presso la CNA di Tolentino. Questa sede zonale è
stata protagonista di alcune vicende importanti nella storia dell’Associazione
maceratese. Tra questi momenti ricordo le consultazioni tra gli artigiani per l’e-
lezione della Commissione Provinciale dell’Artigianato (CPA). Nonostante siano
passati 30 anni, la memoria di quelle giornate è in me ancora viva. Il motivo prin-
cipale è dato dal fatto che svolgemmo una campagna elettorale molto impe-
gnativa e con attenzione a ogni dettaglio. Ci spostavamo di bottega in bottega
e organizzavamo molte assemblee sul territorio di Tolentino e nei Comuni che
facevano capo alla sede da me coordinata: Caldarola, Belforte del Chienti, San
Ginesio, Sarnano, Cessapalombo ed anche Loro Piceno. Nel corso degli anni, in
ogni Comune avevamo creato piccoli gruppi di artigiani con i quali rapportarci.
Questi gruppi furono fondamentali per l’esito delle elezioni della CPA.
Ho un
chiaro ricordo della giornata delle votazioni per la CPA perché fu molto lunga,
girai per tutti i Comuni della zona di Tolentino e parlai con molte persone. Se
non ricordo male Tolentino fu l’unico Comune dove la CNA superò la Confar-
tigianato. Quel giorno fu memorabile anche perché fumai così tante sigarette
che quando tornai a casa decisi che quelle sarebbero state le ultime e, a diffe-
renza di Italo Svevo, fu effettivamente così!» (Luciano Pascucci, ex Capo Ufficio
CNA sede di Tolentino; testo estratto dall’intervista svolta a maggio 2020).
«Gli anni Novanta sono stati un passaggio di trasformazione importante per
CNA - Associazione Territoriale di Macerata. La mia presidenza ha dovuto
governare una fase politicamente e finanziariamente difficile. Si stava supe-
rando un contesto politico di composizione ideologica, la caduta del muro di
Berlino allungava i suoi effetti nell’azione quotidiana dei corpi intermedi che
organizzavano e mediavano gli interessi delle varie categorie di lavoratori.
In Italia stavamo attraversando un momento epocale, di chiusura della c.d.
‘prima Repubblica’.
La mia presidenza si è trovata a promuovere ed in parte ad attuare i cambia-
menti che l’Italia stava vivendo. Tutto ciò è stato possibile anche grazie allo
stringersi di una comunità dirigente, di una squadra che ha lavorato insieme.
Abbiamo costruito un nuovo modo di fare associazione e sindacato per il la-
voro autonomo, promuovendo il riconoscimento della centralità produttiva e
della tenuta sociale della piccola e media impresa. Una centralità di cui non
c’era piena consapevolezza e che ha richiesto lo sviluppo di una rete di so-
stegno in servizi. Abbiamo quindi avviato l’attività della CNA servizi, l’attività di
patronato e di consulenza progettuale, finanziaria ed economica.
Queste decisioni hanno significato assumere la responsabilità patrimoniale, la
copertura del personale e potenziare l’attività della Cooperativa Salomoni. Si
è trattato anche di una responsabilità personale che ho assunto in qualità di
componente della Famiglia Contigiani, storicamente associata e tra i fondato-
ri della Cooperativa.» (Mariano Contigiani, ex Presidente CNA - Associazione
Territoriale di Macerata; testo estratto dall’intervista svolta a maggio 2020).
3.10 Galleria fotografica
Questo paragrafo propone una selezione di fotografie, materiali e documenti
della CNA Provinciale di Macerata degli anni Ottanta.
Figura 21. Nazareno Toso (seduto a sinistra) e Vincenzo Palmini (in piedi).
66 67
Figura 22. Manifestazione CNA Macerata a Roma per la riforma fiscale. Inizi anni ‘80.
Primo da sinistra Roberto Violini (ex Presidente CNA Comunale Cingoli; parrucchiere).
Figura 23. Il Presidente Provinciale Piero Giustozzi porta il saluto
della CNA Provinciale di Macerata al Presidente della Repubblica Sandro Pertini,
in visita ufficiale a Macerata e Tolentino – 1981.
68 69
Figura 24. Programma XII Congresso Provinciale CNA Macerata – 1981.
Figura 25. XII Congresso Provinciale della CNA Macerata, 28-29 marzo 1981.
Da sinistra un giovane Pietro Marcolini (in piedi), Enrico Ruffini,
Piero Giustozzi (Presidente CNA Macerata), Vincenzo Palmini (Segretario CNA).
Figura 26. Bozza bilancio consuntivo CNA Macerata – 1981.
70 71
Figura 27. Delega XIII Congresso Provinciale CNA Macerata – 1985.
Figura 28. Questionario per i delegati XIII Congresso Provinciale CNA Macerata – 1985.
72 73
Figura 29. Buono pasto XIII Congresso Provinciale CNA Macerata – 1985.
Figura 30. Corrispondenza CNA Provinciale di Macerata – 1986.
74 75
Figura 31. Corrispondenza CNA Provinciale di Macerata – 1987. Figura 32. Corrispondenza CNA Provinciale di Macerata – 1988.
76 77
Figura 33. Programma dei lavori XIV Congresso Provinciale CNA Macerata – 1988.
Figura 34. Composizione organismi dirigenti eletti al XIV Congresso Provinciale CNA
Macerata – 1988.
78 79
Figura 35 (continua dalla Figura 34). Composizione organismi dirigenti eletti
al XIV Congresso Provinciale CNA Macerata – 1988.
Figura 36. Composizione organismi dirigenti eletti al XIV Congresso Provinciale CNA
Macerata – 1988.
80 81
Nel 1985 si svolse ad Ancona la prima grande manifestazione contro la legge
Visentini. CNA e Confartigianato organizzarono insieme la manifestazione. Le
Figure 37 – 42 sono tratte da Petrinotti, M. (1990). Immagini del pensiero: dieci-
mila artigiani, un pensiero in cento immagini. CNA Marche.
Figura 37. Manifestazione contro la legge Visentini – Ancona 1985.
Figura 38. Manifestazione contro la legge Visentini – Ancona 1985.
82 83
Figura 39. Manifestazione contro la legge Visentini – Ancona 1985. Figura 40. Manifestazione contro la legge Visentini – Ancona 1985.
84 85
Figura 41. Manifestazione contro la legge Visentini – Ancona 1985.
Figura 42. Manifestazione contro la legge Visentini – Ancona 1985.
GLI ANNI NOVANTA:
LA COMUNITÀ LOCALE
E LE NUOVE SFIDE
4
4.1 Il contesto economico
Gli anni Novanta sono caratterizzati da un modesto tasso di crescita economi-
ca e l’industria italiana attraversa una complessa fase di trasformazione. Nel
1991 la manifattura impiega 7,6 milioni di occupati che sono pari al 35,6% della
forza lavoro italiana (Banca d’Italia, 2013). Alcuni grandi gruppi industriali, tra
cui Pirelli, Italcementi, Ilva e FIAT, iniziano una fase di declino. Nel frattem-
po, numerose aziende di piccole e medie dimensioni crescono rapidamente
all’interno dei distretti industriali19. Si configurano quindi due modelli di crescita
industriale: uno caratterizzato dal declino delle grandi aziende e dei gruppi
industriali, l’altro, più nuovo, basato sul forte dinamismo e sulla flessibilità delle
piccole e medie imprese (PMI) (Berta, 2016).
Traù sostiene che il settore industriale italiano ha diminuito il proprio peso
nell’economia nazionale a causa del progresso tecnologico globale e dei ri-
schi collegati allo sviluppo di nuove produzioni high-tech. Inoltre, l’ambiente
imprenditoriale italiano ha risentito della mancanza di strumenti finanziari ade-
guati per i processi di innovazione delle imprese. A ciò si sono aggiunti uno
scenario globalmente incerto e i risultati insoddisfacenti delle grandi imprese
tradizionali. Questi fattori hanno contribuito ad un progressivo abbandono del-
la politica statale di carattere interventista. Lo Stato ha quindi iniziato ad orien-
tarsi verso un sistema economico in cui attori e mercati sono liberi di esprimere
la propria capacità di adattarsi a un contesto che è strutturalmente variabile,
ormai «emancipato» dai vincoli imposti dai regolamenti pubblici ereditati dal
passato (Traù, 2003, 2017).
Dal punto di vista statistico, tra il 1971 e il 2011, le grandi imprese italiane diminu-
iscono costantemente in termini numerici e valore aggiunto: 339 unità nel 1971;
324 nel 1981; 241 nel 1991; 223 nel 2001; 176 nel 2011. Anche il numero medio di
lavoratori impiegati nelle grandi imprese è drasticamente calato: 3.877 occupa-
ti nel 1971; 3.631 nel 1981; 3.228 nel 1991; 2.503 nel 2001; 2.438 nel 2011 (Coltorti,
19 Nel 1991, l’ISTAT ha identificato 199 Sistemi di Produzione Locale (SPL) che sono stati rico-
nosciuti come distretti industriali ai sensi della Legge 5 ottobre 1991, n. 317, «Interventi per
l’innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese». L’art. 36 co. 1 della Legge n. 317 ha defi-
nito i distretti industriali come «aree territoriali caratterizzate da un’elevata concentrazione
di piccole imprese, con particolare riferimento al rapporto tra la presenza delle impresa e la
popolazione residente nonché alla specializzazione produttiva dell’insieme delle imprese».
88 89
2016). Diversamente, il settore dei servizi diventa sempre più importante e tra il
1973 e il 1993 la quota di occupati in questo settore passa dal 43,9% al 62,2%,
in particolare nel 1991 il settore dei servizi impiega 12 milioni circa di lavoratori
(Crafts e Magnani, 2011).
Osservando infine le dinamiche del commercio estero, l’esportazione di beni
di consumo personale e per la casa (tessuti, abbigliamento, pelli, calzature, gio-
ielli, vetri, mobili, apparecchi per l’illuminazione e piastrelle) e di quelli dell’in-
dustria leggera (macchine utensili e prodotti in metallo) continuano ad essere
i settori chiave dell’Italia nel commercio internazionale degli anni Novanta. Nel
2001 questi settori contribuiscono per il 62% alle esportazioni manifatturiere
italiane, registrando un valore di oltre 160 miliardi di euro: 72 miliardi di euro
per i beni di consumo personale e per la casa; 92 miliardi di euro per i beni
prodotti dall’industria leggera (Becattini e Dei Ottati, 2006).
4.2 La CNA Macerata, il sisma e le nuove sfide
Agli inizi degli anni Novanta la Camera di Commercio di Macerata registra un
calo delle aziende iscritte all’Albo delle imprese artigiane. Nel 1990 per la prima
volta si verifica un saldo negativo tra iscrizioni e cancellazioni. Questa tenden-
za prosegue fino al 1991 quando nel mese di febbraio risultano 107 iscrizioni e
249 cessazioni (CNA Macerata, 1991). Le ragioni della riduzione delle iscrizioni
sono molteplici e vanno dall’acuirsi della concorrenza internazionale dei Paesi
emergenti, il mancato ricambio generazionale nelle piccole aziende dell’area
maceratese, il peso crescente di fattori come il fisco e l’esigenza di infrastrut-
ture strategiche per lo sviluppo dell’economia del territorio. La generale fase
recessiva italiana si ripercuote anche sui settori trainanti dell’artigianato pro-
duttivo maceratese, in particolare quello calzaturiero. Tuttavia è opportuno
considerare che il calo delle iscrizioni è determinato anche da un fattore posi-
tivo, identificabile nell’accorpamento di alcune piccole imprese.
A metà degli anni Novanta emergono poi maggiori esigenze di capitalizzazio-
ne delle imprese artigiane, dove i giovani e le donne trovano sempre più spa-
zio e occasione di lavoro autonomo. Sono categorie che affrontano i problemi
dell’imprenditoria con buoni e persino alti livelli di scolarizzazione, con energia
e più aperta mentalità. Di conseguenza, nella Provincia di Macerata appaiono
più che mai decisive le politiche pubbliche, coordinate e finalizzate al soste-
gno dell’artigianato e della piccola impresa giovanile e femminile. Nel dettaglio
sono necessarie politiche orientate sia all’innovazione di processo e prodotto,
sia a proiettare gli artigiani e le piccole imprese sui mercati internazionali.
La CNA Macerata si apre quindi ai confini ormai incerti che dividono l’artigia-
nato e la piccola impresa che hanno spesso funzioni analoghe, complementari
oppure integrate a segmenti di professioni nuove. Talvolta queste professioni
non sono classificabili secondo i vigenti criteri di ripartizione merceologica o
settoriale. Ciò rappresenta un segno tangibile dell’incessante evoluzione dei
mestieri artigiani in un contesto economico e sociale in trasformazione. La fine
degli anni Novanta segna drammaticamente molte comunità della Regione
Marche e dell’Umbria che vivono il devastante terremoto del 26 settembre
1997 e le scosse che colpiscono ripetutamente il centro Italia fino alla metà
del 1998. La tragicità del sisma è indelebile: 11 vittime, centinaia di feriti e de-
cine di migliaia di senza tetto. Nella sola Umbria su circa 70.000 sopralluoghi
effettuati su edifici privati danneggiati, sono stati emessi oltre 20.000 provve-
dimenti d’inagibilità con l’evacuazione dei relativi occupanti. I provvedimenti di
inagibilità hanno riguardato più di 9.300 famiglie e circa 22.000 persone. A ciò
si aggiungono i 2.316 edifici monumentali che hanno subito danni (tra questi
oltre 1.500 chiese), 945 dei quali sono stati dichiarati totalmente inagibili. Sotto
l’aspetto economico il sisma ha danneggiato in misura più o meno grave oltre
2.000 piccole imprese agricole, artigianali, commerciali, industriali e studi pro-
fessionali20.
Gattari, Ciarlantini e Cappelloni ricordano che il sisma del 1997 è stato un even-
to tragico e indelebile nelle vite delle comunità terremotate, segnando anche
l’identità della CNA Macerata, dei suoi funzionari ed associati. Infatti, la CNA
Macerata e molte altre associazioni si sono attivate tempestivamente per cer-
care di contribuire agli interventi di primo soccorso e poi offrire supporto nella
fase della ricostruzione. La CNA e le associazioni del territorio hanno cercato
di rispondere concretamente alle esigenze dei terremotati, individuando solu-
zioni in sinergia con gli altri corpi intermedi e i rappresentanti delle Istituzioni.
In particolare, Gattari e Ciarlantini raccontano che 2 camper della CNA si spo-
stavano nelle aree terremotate per offrire assistenza e servizi all’intera popo-
lazione. I camper itineranti prestavano supporto per l’accertamento dei danni
subiti dagli edifici e dalle attività produttive, la formulazione delle richieste di
esonero e di rinvio dei pagamenti, l’erogazione degli ordinari servizi di consu-
lenza. Per quanto difficile, i volontari dell’Associazione cercavano di trasmette-
re la propria vicinanza e aiuto ai terremotati che si avviavano con estrema fatica
ad un lento ritorno alla quotidianità.
Va poi ricordato che la CNA Macerata ha anche contribuito alla ricostruzione
post-sisma. Infatti, l’Associazione ha promosso la costituzione di consorzi tra gli
artigiani e le piccole imprese locali, incentivando l’uso di materiali e tecniche
innovative per la ricostruzione dei centri storici a norma di legge. La CNA ha
intensificato quindi le iniziative volte a favorire la ricostruzione e a garantire i
servizi per gli associati e le comunità dei borghi colpiti dal terremoto.
20 http://www.osservatorioricostruzione.regione.umbria.it/canale.asp?id=364;
http://www.protezionecivile.gov.it/attivita-rischi/rischio-sismico/emergenze/umbria-marche-1997
90 91
Alla fine degli anni Novanta diventa pienamente operativa la nuova sede della
CNA Provinciale in via Zincone a Macerata. Inoltre, l’Associazione diversifica
e rafforza i servizi di informazione e comunicazione per la cittadinanza e l’am-
pia platea di artigiani e titolari di piccole imprese. Sempre in questo periodo
nascono molteplici collaborazioni con gli istituti scolastici e le aziende del ter-
ritorio. Infatti, la CNA continua ad investire considerevoli risorse nelle inizia-
tive di avviamento e aggiornamento professionale perché sono considerate
uno strumento fondamentale per il recupero del valore delle aree terremotate,
per la crescita dell’Associazione e del comparto artigiano. Infine, la CNA Ma-
cerata potenzia l’intero apparato di consulenze e servizi per gli artigiani, con
particolare attenzione a quei temi di attualità che hanno un notevole impatto
sull’organizzazione aziendale: la sicurezza sul lavoro, la tutela della salute e la
protezione dell’ambiente.
4.3 Il processo di digitalizzazione
Lo sviluppo dei servizi informatici rappresenta un passaggio cruciale nell’evo-
luzione della CNA Macerata che in poco tempo si trova costretta ad adattare le
sue strutture e servizi alle disposizioni della Legge Visentini del 1985. Questo
provvedimento legislativo riforma la disciplina per la stesura dei bilanci socie-
tari, causando numerosi disagi sia agli artigiani, sia alla CNA che faceva dei
servizi per la contabilità alle imprese una delle sue principali attività.
In questa cornice nascono i primi rapporti tra l’Associazione maceratese e Mau-
rizio Foglia21. Al tempo Foglia collaborava con l’agenzia IBM di Macerata e, dopo
un periodo di alta formazione nell’ambito della stessa IBM, inizia a sviluppare
software per le imprese locali. Foglia racconta che una sera, in un locale di Ma-
cerata, parlando con Massimo Lanzavecchia22, emergono le criticità derivanti
dalla Legge Visentini. Il nuovo quadro legislativo richiedeva un’operazione rapi-
da e su larga scala per avviare la digitalizzazione dei servizi della CNA Macera-
ta. Foglia ricorda che «durante l’avvio delle operazioni di digitalizzazione della
contabilità, delle iscrizioni e dei confidi per CNA Macerata, per circa dieci giorni
ho dormito pochissime ore e sul divano dei locali dell’Associazione».
Il processo di digitalizzazione della CNA Macerata adotta come modello quello
sviluppato dalla pioniera SIAER, la società di servizi digitali della CNA Regio-
nale Emilia Romagna. Foglia sottolinea l’importanza delle occasioni di confron-
to con i primi laureati del corso di Scienze dell’Informazione dell’Università di
Pisa che erano stati coinvolti nella costituzione della SIAER. Facendo tesoro di
questa esperienza, nel 1991 Foglia propone alla CNA Macerata e Regionale di
introdurre l’innovativo sistema digitale che era stato sviluppato in Emilia Roma-
21 Direttore Sixtema SpA sede di Ancona; ex Funzionario CNA - Associazione Territoriale di Macerata.
22 Ex Segretario CNA – Associazione Territoriale di Macerata.
gna. La proposta viene appoggiata dalla CNA Provinciale di Macerata e quella
di Ancona.
La responsabilità dell’operazione viene assunta da Foglia e la CNA Macerata
inizia a verificare con metodo, risorse umane e investimenti tecnologici, che
cosa ci fosse dietro il simbolo della rete, cosa significasse realizzare una rete
telematica in grado di trasformarsi in uno strumento organizzativo, informativo
e di servizio per l’intera Associazione.
Intorno al 1997 la CNA Macerata è pronta a lanciare un servizio di informatica
estremamente innovativo che al tempo era utilizzato soltanto da poche banche
sull’intero territorio nazionale. La rete informatica creata dalla CNA si chiama
SIDIST (Sistema Informativo DISTributivo). La rete va da Porto San Giorgio fino
a Milano, passando per circa 300 nodi e correndo parallelamente alla ferro-
via. Sopra questa rete iniziano a lavorare migliaia di persone che scambiano
conoscenze, informazioni e programmi per servizi rivolti agli associati. Come
afferma Foglia, in brevissimo tempo il sistema di servizi informativi diventa la
«spina dorsale» organizzativa dell’Associazione.
Foglia evidenzia che «la CNA Macerata è stato uno dei principali soggetti nel
processo di innovazione dei servizi informatici a livello regionale». L’Associa-
zione è stata tra le prime sedi nelle Marche che hanno informatizzato sia la
contabilità delle imprese, sia la raccolta e la rielaborazione dei dati relativi alle
aziende. «La banca dati veniva aggiornata mensilmente (categoria di artigia-
no, località, età, etc.) sia per pianificare le attività di rappresentanza sindacale,
sia per provvedere alle comunicazioni che l’Associazione cominciava a tra-
smettere per e-mail».
Verso la fine degli anni Novanta le CNA di Macerata e di Ancona si confron-
tano sull’opportunità di costituire una società regionale di informatica che si
ponga un duplice obiettivo: da un lato, prestare supporto informatico all’interno
dell’Associazione; dall’altro lato, sviluppare una società fortemente orientata
al mercato, cioè in grado di soddisfare le esigenze delle imprese, offrendo
strumenti operativi avanzati e scelte tecnologiche strategiche. Nel 2000 viene
quindi fondata CNA Info Service che nel 2008 è inglobata da Sixtema SpA
insieme a SIAER e alla toscana InfoCert.
4.4 La trasformazione politica della CNA
Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, la CNA Nazionale e le
Associazioni di rappresentanza locale vivono un periodo di intensa attività sin-
dacale e di mobilitazione del comparto artigiano su temi fondamentali come la
riforma delle pensioni artigiane e i nuovi problemi delle imprese.
In questi anni vengono adottati diversi provvedimenti normativi storici come
la Legge n. 1 del 4 gennaio 1990 che definisce i requisiti per la qualificazione
92 93
delle estetiste e la Legge n. 46 del 5 marzo 1990 che regolamenta i criteri di
sicurezza per l’installazione degli impianti in genere. L’attenzione politica si fo-
calizza anche sul rilancio dell’artigianato come occasione occupazionale e di
formazione. Emerge il ruolo centrale dei giovani e delle donne nell’artigianato.
Va ricordato che nel 1988 la CNA Nazionale ha realizzato un’indagine sul mon-
do femminile nell’artigianato rilevando che negli anni Settanta un quinto delle
imprese artigiane era diretto da donne. La concentrazione femminile era par-
ticolarmente forte nel settore chimico-plastico, che registrava il 22% di titolari
donne. Veniva poi il settore metalmeccanico con il 10% di donne artigiane e
ancora dopo il settore dell’edilizia, con il 3% di donne titolari di azienda. Con-
siderando i 400.000 collaboratori familiari impiegati in ruoli apicali nell’ammi-
nistrazione e nei rapporti con i dipendenti, le donne erano progressivamente
in aumento. Inoltre, esistevano interi settori ad altissima concentrazione fem-
minile: estetica, tintorie, lavanderie, tessile, abbigliamento e calzaturiero. Paral-
lelamente, le donne erano sempre più impegnate anche in professioni “tradi-
zionalmente maschili”, come quelle di fabbro, orefice, falegname e meccanico
(Addabbo, 2001; Pesole, 1997).
Questo fenomeno si accentua tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli
anni Novanta al punto che la CNA inizia ad aprire sportelli di consulenza per
le artigiane. Nel 1989 viene costituita CNA Impresa Donna, che è dapprima
attiva in Emilia-Romagna e in Piemonte e poi si diffonde nel resto del territorio
nazionale, ramificandosi in comitati locali (De Nicolò, 2016b). Anche la Provincia
di Macerata vive questo processo di trasformazione che è caratterizzato dalla
crescente centralità delle donne e dei giovani nella direzione delle imprese e
delle associazioni di categoria.
Una delle protagoniste della trasformazione politica della CNA Macerata degli
anni Novanta è Orietta Baldelli, che è stata Presidente CNA - Associazione Ter-
ritoriale di Macerata dal 1989 al 1993. Orietta Baldelli, madre di quattro figli, da
sempre un forte interesse per lo studio e in particolare per la letteratura, lavo-
rava a Sant’Elpidio nella società edile del marito. A seguito della separazione
dal coniuge, la Baldelli, poco più che trentenne, investe le proprie risorse in
un corso professionale per estetiste. Si trasferisce allora a Macerata e incontra
Fiorella Galassi che gestisce una profumeria. La Galassi mette a disposizione
un retrobottega ad uso gratuito dove la Baldelli inizia ad esercitare la pro-
fessione di estetista. Nel 1982 la Baldelli si rivolge alla locale Cooperativa di
Garanzia Giuseppe Salomoni per ottenere un prestito che le viene concesso
dopo aver presentato un valido progetto di impresa.
Dato il collegamento tra la Cooperativa e CNA Macerata, la Baldelli si avvici-
na all’Associazione e comincia a partecipare alle riunioni della categoria delle
estetiste. In queste occasioni la Baldelli prende più volte la parola e vengono
subito apprezzate le sue capacità oratorie, l’impegno professionale e il vivo
entusiasmo per le questioni degli artigiani e delle donne titolari di piccole im-
prese. Queste qualità la porteranno ad essere eletta Presidente della federa-
zione rappresentativa delle estetiste della CNA Macerata intorno al 1987.
Nello stesso periodo la Baldelli apre un istituto di bellezza sotto il franchising
Portofino’s, in via Giuliozzi a Macerata. Inoltre inizia a partecipare a corsi pro-
fessionalizzanti organizzati dai più noti gruppi commerciali dei settori cosmesi
ed estetica. Questo percorso di formazione manageriale le permette di acqui-
sire capacità organizzative e di introdurre prodotti e tecnologie innovative nel
proprio istituto di bellezza.
Il costante impegno della Baldelli per i diritti degli artigiani e dei piccoli impren-
ditori la avvicinano sempre più alla CNA Macerata che attraversa una fase di
trasformazione: da associazione sindacale di artigiani sta diventando un’orga-
nizzazione di piccole imprese. Emerge quindi la duplice necessità di qualificare
maggiormente i servizi erogati dalla CNA e di portare un’impronta moderna
basata su capacità e iniziative manageriali. Il profilo e il temperamento del-
la Baldelli rispondono a queste esigenze tanto che nel 1989 viene eletta alla
presidenza della CNA Macerata. La Baldelli ricopre la carica fino al settembre
del 1993 (Figura 44) e racconta che «gli anni da Presidente della CNA sono
stati bellissimi, impegnativi e ricchi di soddisfazioni sia a livello personale che
Figura 43. Centro Elaborazione Dati (CED) della CNA Provinciale Macerata - Luglio 1986.
94 95
professionale». Sorridendo prosegue: «quando partecipai per la prima volta
ad uno sciopero indetto dalla categoria degli autotrasportatori, mi presentai
indossando un tailleur. Nessuno se lo aspettava ma ben presto si accorsero
che ero capace di battere con forza i pugni sul tavolo e soprattutto ero in gra-
do di battermi per i loro diritti».
delle lettere in bianco che costringevano al licenziamento le donne in stato di
gravidanza. E’ stato poi importante il dialogo, spesso acceso, con le Istituzioni
pubbliche per l’adozione di politiche che consentissero ai piccoli imprenditori
di ottenere un credito adeguato e così competere sui mercati internazionali.
Queste azioni fanno registrare un incremento nel numero degli associati della
CNA Macerata. Intorno alla metà degli anni Novanta l’Associazione supera i
3.000 iscritti.
Nel giugno del 1991 si svolgono a Roma i lavori congressuali della CNA Nazio-
nale e l’elezione della nuova direzione nazionale. Per la prima volta in assoluto
dalla nascita dell’Associazione, un artigiano maceratese entra a far parte del
massimo organo della CNA. Questa artigiana è Orietta Baldelli che, all’indo-
mani dello scoppio di Tangentopoli, scende in campo contro la corruzione e
l’incapacità dei partiti politici di rispondere alle esigenze degli artigiani e dei
piccoli imprenditori: «non si può chiedere agli artigiani di pagare sempre di
più, specie quando ci si ritrova di fronte al bubbone di un gravissimo sistema
di tangenti, come quello che si è evidenziato a Milano e non solo a Milano,
che soffoca e condiziona l’attività produttiva […] non sono tollerabili il guada-
gno illecito, le clientele, le tangenti, l’intreccio affaristico fra pubblico e privato.
Rappresento una categoria che affronta ogni giorno le difficoltà di essere im-
prenditori con onestà e correttezza. I sacrifici e gli impegni dei piccoli opera-
tori economici non possono essere traditi da pratiche insopportabili di gente
corrotta»23.
Nel 1994 la Baldelli viene eletta alle politiche e diventa referente per l’artigia-
nato in seno alla Commissione Industria del Senato della Repubblica fino al
1996. Questo ruolo le permetterà di essere poi chiamata dalla CNA Nazionale
a far parte dello staff responsabile delle relazioni con il Parlamento per circa
dieci anni. Successivamente la Baldelli collabora con le CNA di Ascoli e Fermo,
la Camera di Commercio di Fermo e il Comitato Imprenditoriale Femminile.
L’ex Presidente ricorda che «la CNA Macerata ha completamente cambiato la
mia vita a partire dal 1988. Nel mio percorso sono sempre stati fondamentali
l’interesse per la letteratura, la voglia di imparare e il mettermi alla prova af-
frontando le sfide. Ho sempre cercato di attenuare le disparità tra imprese al
femminile e al maschile. Oggi come allora non è accettabile che talvolta ci sia
addirittura una mancanza di attenzione per le donne titolari di impresa».
4.5 Manifestazioni culturali
Nel corso degli anni la CNA Macerata ha rivolto una crescente attenzione ver-
so l’organizzazione di iniziative culturali aperte non solo ai propri associati ma
anche alla cittadinanza. Alla fine degli anni Novanta la Federazione Nazionale
23 Il Resto del Carlino, 29 maggio 1992.
Figura 44. Orietta Baldelli - Presidente CNA Associazione Territoriale di Macerata
dal 1989 al 1993.
Durante la Presidenza della CNA Macerata, le azioni della Baldelli sono orien-
tate verso una nuova qualificazione dei servizi, la definizione di organigrammi
precisi e la revisione dei quadri tecnici. Allo stesso tempo vengono intraprese
iniziative per incentivare una più larga e attiva partecipazione degli associati
alla vita della CNA. In particolare vengono favorite occasioni in cui artigiani e
imprenditori di successo possono condividere le proprie esperienze con gli
altri associati.
La Baldelli continua l’impegno sindacale per tutelare i diritti della categoria del-
le estetiste e, più in generale, delle donne occupate nel comparto artigiano
e nelle piccole imprese. Tra le principali questioni affrontate si ricorda quella
96 97
Artigiani Pensionati (FNAP) diventa parte integrante della CNA Macerata che è
progressivamente coinvolta nel dibattito sulle politiche sociali e nell’organizza-
zione di eventi culturali di ampio respiro.
Il collegamento tra FNAP e CNA Macerata è suggellato anche dal prezioso
contributo offerto da Sante Belardinelli che, dopo una lunga e proficua attività
in qualità di Responsabile di zona e delle aree interne, è incaricato di prestare
la sua opera per rafforzare la locale Federazione. Negli anni la FNAP ha poi
avuto come presidenti provinciali, tra gli altri, Giovanni Riccioni di Camerino,
Piero Giustozzi, Mariano Contigiani ed Elio Binanti di San Severino Marche.
Va ricordato che nel 1999 la CNA Macerata e la presidenza della FNAP defini-
scono una serie di iniziative per la cittadinanza in occasione dell’Anno Interna-
zionale delle Persone Anziane verso una Società per tutte le Età, così dichiara-
to dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). In questa cornice si inserisce
il Convegno Nazionale La Riforma dello Stato Sociale nel nostro Paese (Figura
45), che pone il tema dello Stato sociale al centro del dibattito sul cambia-
mento della società italiana in campo economico, sanitario, occupazionale ed
educativo. Inoltre, il Convegno focalizza l’attenzione sulla fascia crescente di
cittadini che appartengono alla terza età. È già chiaro in quegli anni che i pro-
gressi in campo tecnologico e scientifico garantiscono migliori condizioni di
vita e consentono un allungamento dell’aspettativa media di vita, rendendo
maggioritaria la popolazione anziana. A fronte di questa tendenza, il convegno
suggerisce alcuni temi di riflessione partendo dalla necessità di ripensare gli
anziani e le loro potenzialità come un patrimonio di risorse per la società.
Nella stessa giornata del Convegno Nazionale è stata organizzata una manife-
stazione musicale alla quale hanno partecipato dieci gruppi folcloristici e corpi
bandistici provenienti dalla Regione Marche. Le bande si sono esibite sfilando
per le vie cittadine e hanno concluso l’evento con uno spettacolo musicale
nella cornice dell’Arena Sferisterio di Macerata. La manifestazione ha coinvolto
l’intera cittadinanza ed è stata un’occasione per affermare la tradizione musi-
cale bandistica, una tradizione fortemente radicata nel territorio marchigiano
(Figure 46 e 47).
Oggi la FNAP si è trasformata in CNA Pensionati ed è coordinata dal Presidente
Enzo Martorelli di Urbisaglia. La CNA Pensionati svolge attività di supporto per
il Patronato EPASA-ITACO e continua ad essere particolarmente attiva nell’or-
ganizzazione di molteplici iniziative culturali che interessano l’intero territorio,
coinvolgendo i propri associati e la cittadinanza.
Figura 45. Programma del Convegno Nazionale La Riforma dello Stato Sociale nel nostro
Paese tenutosi a Macerata – 12 settembre 1999.
98 99
Figura. 46. Programma della manifestazione dei gruppi folkloristici e delle bande musicali
tenutosi a Macerata – 12 settembre 1999.
Figura 47. Appunti per l’organizzazione della manifestazione dei gruppi folkloristici e delle
bande musicali tenutasi a Macerata – 12 settembre 1999.
Figura 48. Iniziativa di FNAP - CNA Pensionati. Macerata, 12 settembre 1999.
100 101
4.6 Galleria fotografia
Questo paragrafo propone una selezione di fotografie, materiali e documenti
della CNA Provinciale di Macerata degli anni Novanta.
Figura 49. Sante Belardinelli Segretario CNA Pensionati Macerata (primo da sinistra)
ed Elio Binanti Presidente CNA Pensionati Macerata (secondo da destra) insieme ad altri
colleghi della FNAP, 14 novembre 2006.
Figura 50. Composizione organismi dirigenti uscenti – XV Congresso Provinciale della CNA
Macerata – San Severino Marche – 15 e 16 giugno 1991.
102 103
Figura 51 (continua dalla Figura 50). Composizione organismi dirigenti uscenti – XV Congresso
Provinciale della CNA Macerata – San Severino Marche – 15 e 16 giugno 1991.
Figura 52. Composizione organismi dirigenti uscenti – XV Congresso Provinciale della CNA
Macerata – San Severino Marche – 15 e 16 giugno 1991.
Figura 53. Composizione organismi dirigenti uscenti – XV Congresso Provinciale della CNA
Macerata – San Severino Marche – 15 e 16 giugno 1991.
104 105
Figura 54. Composizione comitati direttivi uscenti – XV Congresso Provinciale della CNA
Macerata – San Severino Marche – 15 e 16 giugno 1991.
Figura 55 (continua dalla Figura 54). Composizione comitati direttivi uscenti – XV Congresso
Provinciale della CNA Macerata – San Severino Marche – 15 e 16 giugno 1991.
106 107
Figura 56 (continua dalla Figura 55). Composizione comitati direttivi uscenti – XV Congresso
Provinciale della CNA Macerata – San Severino Marche – 15 e 16 giugno 1991.
Figura 57 (continua dalla Figura 56). Composizione comitati direttivi uscenti – XV Congresso
Provinciale della CNA Macerata – San Severino Marche – 15 e 16 giugno 1991.
108 109
Figura 58 (continua dalla Figura 57). Composizione comitati direttivi uscenti – XV Congresso
Provinciale della CNA Macerata – San Severino Marche – 15 e 16 giugno 1991.
Figura 59. Assemblea congressuale ufficio di zona di Camerino, febbraio 1994.
Da sinistra Venanzo Falzetti, Euro Gatti, il giovane Luciano Ramadori (in piedi),
Augusto Burattini, Luigi Tofani.
Figura 60. Abbadia di Fiastra, 12 dicembre 1998. Mariano Contigiani (primo da sinistra)
con al centro Orietta Baldelli.
110 CONCLUSIONI
5
La prima Federazione Provinciale degli Artigiani di Macerata sorge dagli ideali
partigiani che, all’indomani del Patto di Roma del 1944, portano alla costituzio-
ne della CNA Nazionale. In questo periodo il sostegno delle forze antifasciste
alimenta l’esplosione dell’associazionismo, quasi a compensare l’oppressione
vissuta nel ventennio precedente. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, un ristret-
to gruppo di volontari della CNA Macerata intraprende con impegno e sacrifi-
cio le prime iniziative sindacali sul territorio. Viene inoltre dedicata attenzione
ai gravi problemi della disoccupazione e della formazione professionale in un
Paese che sta cambiano fisionomia: gli addetti all’agricoltura diminuiscono,
mentre crescono il settore manifatturiero e quello dei servizi.
Negli anni Settanta la crisi petrolifera contribuisce fortemente al ridimensiona-
mento dei grandi stabilimenti produttivi. A questo fenomeno si affianca l’au-
mento delle unità artigiane e delle piccole imprese che assumono un ruolo
chiave nel processo di decentramento dell’attività produttiva. In particolare, si
affermano sempre più gli artigiani contoterzisti e si diffonde il sistema di pro-
duzione basato sulla specializzazione flessibile. Nella zona di Macerata, un nu-
mero crescente di giovani artigiani si avvicina alla CNA che attiva i primi servizi
di credito attraverso la costituzione della Cooperativa Artigiana di Garanzia
Giuseppe Salomoni.
Gli anni Ottanta mostrano un’ulteriore trasformazione dell’identità della CNA
Macerata che rafforza il processo di decentramento delle sedi ed espande i
servizi di assistenza e consulenza per gli associati. A fronte della complessità
del nuovo contesto economico e sociale, l’artigiano è spinto a maturare una
serie di conoscenze e competenze che fanno riferimento ad una molteplicità
di figure tra loro molto diverse. Infatti, l’artigiano dovrebbe essere imprenditore,
ottimo tecnico e lavoratore, istruttore e formatore. Allo stesso tempo, l’artigiano
dovrebbe possedere doti di mediatore ed essere in grado di gestire aspetti
quali l’amministrazione contabile e la promozione dell’immagine dell’azienda
e dei suoi prodotti.
In questo periodo la CNA Macerata cerca di dotare gli artigiani di strumenti
per affacciarsi sui mercati internazionali, promuovendo altresì l’innovazione di
processo e prodotto tra i titolari delle imprese artigiane. Si verifica un radicale
mutamento nella cultura sindacale perché le adesioni all’Associazione traggo-
no sempre meno origine da un riconoscimento politico identitario, lasciando
posto ad una richiesta concreta di servizi. Vi è in particolare una forte attenzio-
ne allo sviluppo di nuove competenze imprenditoriali.
Figura 61. Ente fiera di Civitanova Marche, 2 ottobre 1999. Da sinistra l’allora Ministro delle
Finanze Vincenzo Visco, Alfredo Santarelli, Mariano Contigiani, il Segretario Nazionale CNA
Giancarlo Sangalli, il Presidente della Regione Marche Vito D’Ambrosio.
Figura 62. Da sinistra Silvano Gattari, il Presidente CNA Nazionale Filippo Minotti,
Giuseppe Vitaletti, Orietta Baldelli, il Dirigente Confartigianato Falco Bellabarba
l’ex Ministro Giulio Tremonti e altri dirigenti Confartigianato.
112 113
Negli anni Novanta la CNA Macerata investe consistenti risorse umane e finan-
ziarie per lo sviluppo dei servizi informatici. In poco tempo viene introdotto un
servizio di informatica estremamente innovativo e orientato al mercato. Inoltre,
in questi anni l’Associazione si fa portatrice delle esigenze dei giovani e delle
donne che trovano nell’artigianato sempre più spazio e occasione di lavoro
autonomo. Sono categorie che affrontano le sfide dell’imprenditoria con buo-
ni e persino alti livelli di scolarizzazione, con energia e più aperta mentalità.
Sempre in questo periodo la CNA si apre ai confini ormai incerti che dividono
l’artigianato e la piccola impresa che hanno spesso funzioni analoghe, comple-
mentari oppure integrate a segmenti di nuove professioni.
Gli anni Novanta sono segnati soprattutto dal sisma del 1997: un evento tragico
e indelebile nelle vite di molte comunità dell’Umbria e della Regione Marche.
La CNA Macerata e altre associazioni si sono attivate per cercare di contri-
buire agli interventi di primo soccorso e poi offrire supporto nella fase della
ricostruzione. Per quanto difficile, i volontari dell’Associazione hanno provato
a trasmettere la propria vicinanza e aiuto ai terremotati che si avviavano con
estrema fatica ad un lento ritorno alla quotidianità.
Oggi la CNA - Associazione Territoriale di Macerata conta oltre 3.000 iscritti,
1.600 pensionati e più di 1.000 cittadini che quotidianamente si rivolgono agli
uffici delle 11 sedi territoriali. Con il passare degli anni, le categorie rappresen-
tate si sono diversificate. L’Associazione maceratese ne rappresenta più di 40:
alle categorie “storiche” come quelle degli acconciatori, fornai, autotrasportato-
ri, edili e impiantisti, si sono aggiunte nuove figure come le imprese digitali. La
CNA Macerata intende rafforzare la sua presenza nei comparti “tradizionali” e
stare al passo con il futuro. L’Associazione rivolge quindi un’attenzione partico-
lare all’evoluzione dei mestieri e a sfide più che mai attuali come la sicurezza sul
lavoro, la tutela della salute, la parità di genere e la protezione dell’ambiente.
CNA Macerata è sempre più proiettata al futuro. Allo stesso tempo è una CNA
erede della passione, dell’impegno e delle esperienze dei suoi fondatori come
Piero Giustozzi24, che afferma: «ho sempre avuto la faccia tosta di confrontar-
mi all’interno e fuori dall’Associazione. La CNA mi ha permesso di crescere
innanzitutto come uomo. Oltre al lavoro quotidiano nel mio salone, ho sem-
pre cercato di studiare, essere preparato e disponibile a conoscere, imparare
e mettere in pratica. Questo per il bene degli artigiani, delle loro famiglie e
dell’Associazione che ha dato tanto a me e agli associati.».
24 Ex Presidente CNA – Associazione Territoriale di Macerata.
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CNA Macerata (1981c). L’Artigianato Maceratese, Novembre 1981.
CNA Macerata (1981d). Atti del XII Congresso Provinciale CNA – Macerata 28-29 mar-
zo 1981 – Sala dell’Eneide Palazzo Buonaccorsi - Progetto di qualificazione e svilup-
po dell’Artigianato per gli anni ’80 nell’ambito di una programmazione democratica
dell’economia nazionale.
CNA Macerata (1982). L’Artigianato Maceratese, Settembre 1982.
CNA Macerata (1983). L’Artigianato Maceratese, Marzo 1983.
CNA Macerata (1984). L’Artigianato Maceratese, Luglio 1984.
CNA Macerata (1985a). Atti del XIII Congresso Provinciale CNA – Macerata 27-28 aprile
1985 – Teatro Società Filarmonico-Drammatica - Innovare e sviluppare l’azione della
CNA per far avanzare la strategia del progetto di qualificazione e sviluppo dell’artig-
ianato nella moderna trasformazione economica e sociale.
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CNA Macerata (1985b). L’Artigianato Maceratese, Luglio 1985.
CNA Macerata (1985c). L’Artigianato Maceratese, Settembre 1985.
CNA Macerata (1986a). L’Artigianato Maceratese, Aprile - Maggio 1986.
CNA Macerata (1986b). L’Artigianato Maceratese, Luglio 1986.
CNA Macerata (1986c). L’Artigianato Maceratese, Novembre 1986.
CNA Macerata (1987a). L’Artigianato Maceratese, Giugno 1987.
CNA Macerata (1987b). L’Artigianato Maceratese, Marzo 1987.
CNA Macerata (1988). Atti del XIV Congresso Provinciale CNA Macerata - 3-4 dicem-
bre 1988, Sala Convegni IACP, via Lorenzoni 160, Macerata.
CNA Macerata (1991). Atti del XV Congresso Provinciale di Macerata - 15-16 giugno
1991 – Sala degli Stemmi – Municipio di San Severino Marche – Un nuovo artigianato
una nuova CNA. Il sistema delle piccole imprese protagoniste dello sviluppo in Italia e
in Europa.
CNA Regione Marche (1982). Atti del II Congresso Regionale CNA – Senigallia 13-14
novembre 1982 – Palazzetto del Turismo – Progetto di qualificazione dell’artigianato
degli anni ’80.
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Disponibile al link: http://host.uniroma3.it/facolta/economia/db/docs/Coltorti%204-5-
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Sitografia
CNA Centro Studi: https://www.cna.it/centro-studi/
CNA Associazione Territoriale di Macerata: https://www.mc.cna.it/
IS TAT: https://www4.istat.it/it/files/2014/03/Censimenti-e-societ%C3%A0-.pdf
Osservatorio Ricostruzione Regione Umbria: http://www.osservatorioricostruzione.re-
gione.umbria.it/canale.asp?id=364
Protezione Civile: http://www.protezionecivile.gov.it/attivita-rischi/rischio-sismico/emer-
genze/umbria-marche-1997
Ringraziamenti
L’autore ringrazia per la preziosa collaborazione: Giorgio
Ligliani (Presidente CNA – Associazione Territoriale di
Macerata); Luciano Ramadori (Direttore Generale CNA -
Associazione Territoriale di Macerata); Prof.ssa Francesca
Spigarelli (Università degli Studi di Macerata); Piero Giustozzi
(ex Presidente CNA - Associazione Territoriale di Macerata);
Silvano Gattari (ex Segretario CNA - Associazione Territoriale
di Macerata); Giuseppe Ciarlantini (ex Funzionario CNA
- Associazione Territoriale di Macerata); Leonardo Virgili
(Funzionario CNA - Associazione Territoriale di Macerata);
Giovanni Luciani (ex Presidente Regionale dell’Unione
Nazionale Artigiani Calzaturieri, UNAC; ex Vice Presidente
CNA - Associazione Territoriale di Macerata); Roberto
Violini (ex Presidente CNA Comunale Cingoli); Orietta
Baldelli (ex Presidente CNA - Associazione Territoriale di
Macerata); Roberto Cappelloni (Funzionario UNICO credito
e consulenza alle imprese); Maurizio Foglia (Direttore
Sixtema SpA sede di Ancona); Giovanni Dini (Direttore
Centro Studi Sistema - CNA Marche); Mariano Contigiani
(ex Presidente CNA - Associazione Territoriale di Macerata);
Luciano Pascucci (ex Capo Ufficio CNA sede di Tolentino);
Matteo Petracci (Funzionario CNA - Associazione Territoriale
di Macerata).
Pubblicazione realizzata con il contributo
della Camera di Commercio delle Marche
Se la CNA Macerata oggi rappresenta un punto di riferimento per tutto il sistema
produttivo locale con le sue tremila imprese associate, è soprattutto grazie
ai molti dirigenti, funzionari e artigiani che si sono succeduti nel tempo. Qui
vogliamo ricordare e ringraziare Sergio Silvestrini, oggi Segretario Generale
CNA Nazionale, che nella nostra provincia ha mosso i primi passi di una
lungimirante carriera.
Da sinistra: il Direttore CNA Macerata Luciano Ramadori, il Segretario Generale CNA Nazionale
Sergio Silvestrini, il Presidente CNA Macerata Giorgio Ligliani
Finito di stampare
nel mese di settembre 2020
da Errebi Grache Ripesi
Falconara M. (An)
Lorenzo Compagnucci
La CNA e
l’Artigianato
Maceratese
Appunti di Storie
LA CNA E L’ARTIGIANATO MACERATESE
-
Appunti di Storie
Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa
- Associazione Territoriale di Macerata -
Lorenzo Compagnucci è assegnista di ricerca
in Economia Applicata presso il Dipartimento
di Giurisprudenza dell’Università degli Studi
di Macerata dove ha conseguito il dottorato di
ricerca (PhD) sotto la supervisione della Prof.ssa
Francesca Spigarelli. È cultore della materia
per gli insegnamenti di economia politica,
economia e politiche dell’innovazione, economia
manageriale e fondamenti e metodi per l’analisi
empirica nelle scienze sociali. I suoi temi di ricerca
riguardano l’economia applicata, in particolare la
Terza Missione dell’università, imprenditorialità,
forme di collaborazione per l’innovazione, block-
chain, globalizzazione della Cina e industrie
culturali e creative. È membro della segreteria
scientifica della Società Italiana di Economia
e Politica Industriale (SIEPI) ed è membro del
c.MET05, Centro Universitario Nazionale di
Economia Applicata. Collabora con l’Ucio
per la Valorizzazione della Ricerca ILO e
Placement dell’Università di Macerata per la
definizione e l’implementazione delle iniziative
di Terza Missione dell’Ateneo. Contribuisce alle
attività scientifiche del Laboratorio Umanistico
per la Creatività e l’Innovazione (LUCI) e del
CreaHUB, Atelier di idee per imprese culturali
e creative. Ha conseguito l’abilitazione per
l’esercizio della professione di avvocato. Ha
svolto un’intensa attività di ricerca, di docenza
e di partecipazione a conferenze in Cina, U.S.A.,
Etiopia, Regno Unito, Repubblica d’Irlanda,
Danimarca, Norvegia, Croazia, Spagna e Portogallo.
È autore di studi scientifici di economia applicata
pubblicati su riviste nazionali e internazionali.
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