L'articolo prende spunto da un romanzo di fantascienza di Max Erlich (Il pianeta gigante, pubblicato negli anni della guerra fredda, in cui il pericolo – che poi si riveler irreale – di un pianeta che diventa
sempre pi grande avvicinandosi alla Terra e rischiando di colpirla fa riconciliare URSS e USA) per porsi la domanda, non
fantascientifica ma reale, Abbiamo bisogno di un nemico comune? per
... [Show full abstract] dimenticare i contrasti fra gli Stati e, quindi, metterli da parte. La domanda – cui all'inizio anche l'autore pare non
trovare risposta – riportata a problemi attuali (come quello della ex-Jugoslavia, dove serbi, croati e sloveni si sono fatti
la guerra tra loro dimenticando il loro passato nazionalismo jugoslavo dovuto al nemico comune, l'Italia, o quello del fondamentalismo
islamico, cui si accenna). L'autore, poi, dopo una lunga discussione delle teorie sulla materia, giunge alla seguente conclusione:
il nemico comune altro non che lo specchio delle nostre paure ed necessario combatterlo prima che diventi pericoloso per noi stessi e
per gli altri, ed anche per questo non necessario andarlo a cercare o crearlo. Anche in questo senso, l'autore sostiene
che, per evitare simili rischi, una funzione importante pu essere svolta dalla letteratura, che supera tutte le frontiere
e il cui viaggio fra la gente e le culture ; anche un'odissea.