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La testuggine palustre europea nella ZSC e ZPS “Fontana Gi-
gante (Tricerro)”: invecchiamento demografico di una delle più
importanti popolazioni piemontesi
Alessandro ROMANATO1, Daniele SEGLIE1,2,*, Riccardo CAVALCANTE2, Silvia
LAURELLA1
1DBIOS, Università degli Studi di Torino, Via Accademia Albertina, 13, 10123 Torino, Italia
2 Centro Emys Piemonte, Via Vasco Vittone, 6 13046 Livorno Ferraris (VC), Italia
*Corresponding author: daniele.seglie@gmail.com
Abstract. We used capture-mark-recapture (CMR) techniques for estimating Eu-
ropean pond turtle population abundance within SPA and SAC IT1120008 “Fon-
tana Gigante (Tricerro)”, located along the Po river in the Provinces of Vercelli
and Alessandria. Overall, 39 European pond turtles were captured using floating
traps: 10 females, 28 males, and 1 juvenile. Individuals over the age of 10 repre-
sent 74% of the sample and no individuals younger than 5 were found. A total of
84 Emys orbicularis was estimated using MARK software. The main conserva-
tion problem is the absence of juveniles. Considering the good ecological status
of the marsh environment, this is probably due to high agricultural impact, lack
of nesting sites and high nest predation rate. Our results point out the urgent need
to take conservation actions: nesting habitat restoration and protection, as well as
restocking.
Keywords. Emys orbicularis, Capture-Mark-Recapture, Population Viability
Analysis, Conservation, Age structure
_________________________________________________________________
Introduzione
La presenza di Emys orbicularis ha subito ad oggi una forte riduzione in
tutto il suo areale (Lo Valvo et al., 2016). In Italia le principali cause della sua
scomparsa sono rappresentate da una drastica perdita dell’habitat naturale a
causa del consumo di suolo (ISPRA, 2018), la frammentazione e l’isolamento
delle popolazioni e l’introduzione di specie alloctone come Trachemys scripta,
in grado di competere per zone di basking e risorse trofiche (Cadi e Joly, 2004)
oltre che fungere da veicolo per microrganismi patogeni (Iglesias et al., 2015).
Per queste motivazioni la testuggine palustre europea è stata inserita nella Lista
Rossa dei Vertebrati Italiani nella categoria “In pericolo” (EN) (Rondinini et
al., 2013).
In Piemonte la distribuzione è limitata a pochi siti, maggiormente concen-
trati nella pianura risicola vercellese alessandrina, con popolazioni che si pre-
sentano di modeste o piccole dimensioni, spesso isolate tra loro (Balma e Del-
mastro, 1999).
Nella ZSC IT 1120008 Fontana Gigante di Tricerro si trova la seconda più
grande popolazione di tutto il territorio regionale. L’area si trova nella provin-
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cia sud-occidentale di Vercelli, adiacente al Parco Naturale del Bosco delle
Sorti della Partecipanza e prossimo alla ZSC IT1120007 Palude di San Genua-
rio e alla ZSC IT1180005 Ghiaia Grande. La prima delle due ZSC ospita la più
grande popolazione di Emys orbicularis del Piemonte (Seglie, 2013), nella se-
conda invece è presente un nucleo di dimensioni più ridotte (Seglie e Cavalcan-
te, 2016). Il territorio di Fontana Gigante è composto all’80% da terreno agri-
colo dedito alla risicoltura. Gli ambienti umidi, nella porzione centrale, sono
rappresentati da stagni alimentati da risorgiva, più o meno contigui, originatesi
per naturalizzazione di bacini precedentemente adibiti ad allevamento ittico.
Queste aree presentano caratteristiche di palude in avanzato stato di interra-
mento, con acque che in media non superano il metro di profondità e pochi sta-
gni minori che possono prosciugarsi durante i mesi più caldi e siccitosi. La por-
zione terrestre è coperta da una fitta vegetazione arborea che limita fortemente
l’insolazione del terreno e di parte della superficie degli specchi d’acqua.
Nell’ambiente acquatico è generalmente presente vegetazione acquatica e am-
pie porzioni di fragmiteto.
Lo studio qui presentato si è svolto nell’ambito di un progetto di tutela del-
la biodiversità Ente di Gestione delle Aree Protette del Po vercellese-alessan-
drino, finanziato dal PSR 2014-2020 della Regione Piemonte (Operazione
4.4.3 - Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità).
La ricerca ha l’obiettivo di ottenere informazioni sulla struttura e lo stato di
conservazione della popolazione di Fontana Gigante, al fine di potere elaborare
efficaci misure di gestione.
Materiali e Metodi
Il campionamento è stato eseguito secondo metodiche di cattura-
marcatura-ricattura (CMR). L’area è costituita da 14 zone umide. In base ai
dati pregressi, sopralluoghi mirati e prove di cattura, sono stati identificati 5
stagni in cui posizionare le nasse. Le catture sono state effettuate tramite 8
nasse a inganno e tre nasse doppie per anguille. La prima tipologia di nasse ha
un diametro di circa 35 cm per una lunghezza di 60 o 90 cm; in queste nasse
sono state utilizzate esche attrattive costituite da “latterini”, polpa di merluzzo
o “polpa di granchio”; all’interno delle nasse sono stati inseriti dei galleggianti
per evitare la sommersione delle stesse. Le nasse doppie per anguille, di
maggiore lunghezza, presentano due camere di cattura unite da una porzione
rettangolare di rete, l’animale impattando su quest’ultima viene indirizzato
verso l’apertura delle nasse e così catturato senza la necessità di esche. Due
cordoncini alle estremità permettono il posizionamento della nassa mantenendo
almeno la parte terminale parzialmente emersa in modo da consentire l’accesso
all’aria da parte degli animali catturati. Una volta posizionate, le nasse sono
state controllate ogni 24 ore circa.
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Per ogni esemplare catturato si è proceduto a effettuare: 1) foto; 2)
determinazione del sesso tramite osservazione dei principali caratteri sessuali
diagnostici; 3) stima dell’età attraverso conta degli anelli di crescita sugli scudi
cornei di piastrone e carapace (Agassiz, 1857); 4) raccolta delle misure
morfometriche, secondo la procedura standard indicata da Zuffi e Gariboldi
(1995) tramite calibro e doppio decimetro con sensibilità ± 1 mm e del peso,
misurato tramite dinamometro con sensibilità ± 5 g; 5) marcatura, se non già
presenti segni particolarmente evidenti e permanenti (e.g. cicatrici sul
carapace), con l’utilizzo di due metodi: il primo come indicato da Stubbs et al.
(1984), implica l'incisione ordinata delle placche marginali la cui combinazione
consente di associare all’animale un codice numerico di riconoscimento
univoco (fino a 1499 codici); il secondo attraverso PIT Tags inseriti sotto cute
nella zona femorale della zampa posteriore destra. Tutte le operazioni si sono
svolte in campo, senza traslocazione dell’animale, rilasciato nei pressi del
punto di cattura. Il monitoraggio si è svolto compatibilmente con il periodo di
massima attività di Emys orbicularis. In tutto sono state effettuate 5 sessioni
suddivise nei periodi: 9-11 Giugno, 19-21 Luglio e 12-13 Settembre per il
periodo 2017, 24-28 Aprile e 23-26 Maggio per l’anno 2018. Verificati gli
assunti per modelli di popolazioni chiuse, tramite il software MARK v9.0
(White e Burnham, 1999) si è proceduti alla stima di abbondanza di
popolazione..
Risultati
Nel corso dello studio sono stati catturati e marcati 28 maschi, 10 femmine
e un unico individuo immaturo per un totale di 39 individui, 7 presentavano
marcature di monitoraggi precedenti (Di Già, 2007). 29 testuggini, circa il
74%, presentano un’età superiore ai 10 anni di vita. La seconda classe di età
per numero di individui (5 esemplari, tutti catturati nelle sessioni del 2017) è
quella dei 6 anni. Non è stata catturata alcuna testuggine con età inferiore ai 5
anni (Fig. 1).
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Fig. 1. Distribuzione degli esemplari campionati nei diversi anni di età; le testuggini con più di
10 anni, per le quali non è possibile conoscere l’età precisa (in accordo con Keller et al., 1998)
sono state raggruppate in un’unica classe (> 10).
La statistica descrittiva per il campione è riassunta in Tabella 1.
Considerando le variabili che meglio possono stimare la taglia degli individui:
la lunghezza del carapace (CL) nei maschi risulta in media di 132,3 ± 9,2 mm,
con un valore massimo di 149,0 mm e uno minimo di 120,0 mm, nelle
femmine invece la media è di 133,8 ± 12,0 mm, con un valore massimo di
147,0 mm e un minimo di 107,0 mm; per la variabile peso (BW) nei maschi il
valore medio è 351,79 ± 68,91 g, il più pesante pesa 495,00 g, il più leggero
240,00 g, mentre nelle femmine si ha una media di 443,50 ± 116,62 g, con un
massimo di 580,00 g e un minimo di 225,00 g.
Di tre modelli per popolazioni chiuse applicabili al campione, quello che
meglio si adatta ai dati include una probabilità di cattura (p) variabile nel tempo
(Mt). Nessun altro modello è risultato avere una differenza di AICc minore di 2
(Tabella 2); pertanto i parametri stimati non sono stati mediati con altri
modelli. L’abbondanza è risultata pari a 84 individui (errore standard, ES =
22).
Tabella 1. Statistiche descrittive. BW: peso corporeo; CL: lunghezza carapace; CT: distanza da
margine anteriore apertura cloacale a punta della coda; CW: larghezza carapace; PC: distanza
da margine posteriore del piastrone a margine anteriore dell’apertura cloacale; PL: lunghezza
piastrone; PW: larghezza piastrone; SH: altezza guscio; TL: lunghezza totale coda.
Maschi Femmine
Variabile N Media Dev.St. Min Max N Media Dev.St. Min Max
BW (g) 28 351,8 68,9 240,0 495,0 10 443,5 116,6 225,0 580,0
CL (mm) 28 132,3 9,2 120,0 149,0 10 133,8 12,0 107,0 147,0
CT (mm) 28 25,4 3,6 17,0 30,0 10 12,5 5,5 9,0 27,0
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Maschi Femmine
CW (mm) 28 95,0 8,0 82,0 112,0 10 98,3 8,4 82,0 110,0
PL (mm) 28 115,8 8,4 103,0 132,0 10 122,8 21,6 70,0 142,0
PW (mm) 28 72,5 5,4 65,0 82,0 10 82,7 12,1 68,0 112,0
SH (mm) 28 44,6 4,3 34,0 55,0 10 53,4 7,9 41,0 62,0
TL (mm) 25 82,9 6,5 68,0 95,0 10 72,3 9,6 55,0 89,0
PC (mm) 25 57,4 5,9 42,0 69,0 10 59,8 9,1 46,0 75,0
Tabella 2. Modelli applicati al dataset di Emys orbicularis per la stima di popolazione e
ordinati per AICc crescente: AICc (Akaike Information Criterion); Delta AICc (differenza nel
valore di AICc); peso del AICc (forza dell’evidenza a supporto del modello). p(t)=c(t):
variazione nella probabilità di cattura/ricattura dipendente dal tempo (Mt); p(.)=c(.): probabilità
di cattura/ricattura costante nel tempo (M0); p(.),c(.): probabilità di cattura/ricattura dipendente
da comportamento.
Modello AICc Delta AICc Pesi AICc Likelihood Numero
parametri Deviance
{p(t)=c(t)} -29,534 0,000 0,968 1,000 6 16,709
{p(.)=c(.)} -21,884 7,651 0,021 0,022 2 32,744
{p(.),c(.)} -20,582 8,952 0,011 0,011 3 31,982
Discussione
I risultati delle analisi effettuate sulla popolazione di Emys orbicularis
della ZSC Fontana Gigante descrivono una popolazione vecchia e in fase di
forte declino. La stima dell’abbondanza di popolazione ottenuta è pari a 84
individui, distribuiti nei 36 ha costituenti l’habitat palustre della ZSC: ne risulta
un valore di densità relativamente basso, pari a 2,3 individui per ettaro. Tale
valore è maggiore rispetto a quello della popolazione limitrofa di Ghiaia
Grande (0,2 individui per ettaro - Seglie e Cavalcante, 2016), ma decisamente
inferiore al valore per la vicina Palude di San Genuario (9,4 individui per
ettaro, Seglie, 2015). Il dato appare ancora più preoccupante se si considera
l’elevata percentuale di individui di età superiore ai 10 anni (circa 74%) e la
totale mancanza nel campione di individui con meno di 5 anni di età, indice di
una fitness fortemente ridotta. Inoltre è stato rilevato un forte sbilanciamento
della sex-ratio verso i maschi, i quali rappresentano circa un terzo degli
esemplari catturati.
Anche se i dati di abbondanza non sono del tutto comparabili con quelli
dello studio precedente per la medesima popolazione (Di Già, 2007) che non
effettuò una stima con tecniche C-M-R ma conteggiò unicamente le catture
negli anni 2003, 2004 e 2007, il confronto indica in ogni caso un forte declino
della popolazione (84 individui stimati nel 2019, contro 124 individui diversi
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catturati nel 2003, 2004 e 2007). Inoltre mentre nel monitoraggio precedente il
40% del campione risultava di età inferiore ai 10 anni, nel 2018 unicamente il
26% delle testuggini è risultato avere meno di una decade; l’unico dato rimasto
invariato risulta essere il forte sbilanciamento della sex-ratio a favore dei
maschi.
Il confronto evidenzia, quindi, un declino popolazionale particolarmente
rapido in cui appare evidente come le maggiori pressioni siano a carico delle
classi di età più giovani. Le cause principali possono essere ricondotte alla
scarsità di ambienti terrestri idonei alla deposizione (mancano aree aperte al di
fuori del contesto di risicoltura intensiva) o la presenza di habitat terrestre sub-
ottimale (boschi maturi, che non permettono l’insolazione e conseguentemente
il raggiungimento di temperature della covata in grado di determinare un
equilibrio nello sviluppo sessuale degli embrioni). Un’altra delle problematiche
principali è probabilmente la predazione dei nidi, fenomeno frequente nelle
popolazioni limitrofe maggiormente studiate (Seglie e Cavalcante, 2016).
Infine, alcuni campioni di sangue sono stati trovati positivi all’infezione da
Haemogregarina sp., che unitamente alla larga diffusione di SCUD
(Septicemic Cutaneous Ulcerative Disease) e alla presenza di Trachemys
scripta nella ZSC, rappresentano probabili concause dell’attuale stato
conservazionistico della specie.
Lo stato di conservazione della popolazione di Fontana Gigante, pur
essendo ancora una delle più abbondanti del Piemonte, desta seria
preoccupazione per il suo rapido invecchiamento e declino; è quindi
fondamentale agire con rapidità per la sua salvaguardia. Le principali azioni
proposte sono: 1) la riduzione della copertura arborea e la messa a dimora di
dossi di deposizione all’interno degli ambienti umidi; 2) azioni specifiche di
protezione dei nidi localizzati mediante il GPS-tracking delle femmine; 3) la
limitazione dell’attività agricola in una fascia tampone attorno alle zone umide,
in particolare nei periodi di deposizione; 4) l’avvio di studi per valutare
l’impatto dei parassiti.
Ringraziamenti
Lo studio è stato autorizzato in deroga al DPR 357/97 dal Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare (Prot. 0014426 PNM del 28-06-2018). Si desidera ringraziare
il personale dell’Ente Parco per la disponibilità dimostrata durante lo studio.
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