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Gava - Infezione da Coronavirus. Informazione e consigli

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  • Independent Researcher

Abstract

In questi giorni siamo sommersi da messaggi di grande allarme sanitario. Ho cercato di fare il punto delle conoscenze attuali sul CoVID-19 fornendo anche alcuni spunti di prevenzione.
Infezione da Coronavirus: informazione e consigli
Dr. Roberto Gava (Padova)
In questi giorni siamo sommersi da messaggi di grande allarme sanitario … che, nelle persone carenti di
competenze specifiche, diventa essenzialmente paura.
La paura poi è origine di molti mali: diffidenze, divisioni, fughe, rinunce, reazioni emotive, contrasti, spese
irrazionali e molto altro in base alle caratteristiche di ognuno di noi.
Alla fine, la paura della malattia può essa stessa creare malattia, perché crea tensione, stress e lo stress
prolungato slatentizza i punti deboli della persona: può far salire la pressione, può causare aritmie cardiache,
disturbare il sonno e la digestione, scompensare un equilibrio precario, specie negli anziani o nei malati
cronici, … e alla fine indebolisce il sistema immunitario. Proprio quello che in questo periodo non deve
avvenire!
La terapia è sempre la consapevolezza, che nasce dalla conoscenza e dal buon senso: fondamenti che la
paura impulsiva ed emotiva non permette di consolidare.
Cerchiamo allora di conoscere questa infezione da Coronavirus e di capire cosa possiamo concretamente fare
oggi alla luce dell’attuale situazione italiana.
INDICE
- Cosa dice la scienza sui Coronavirus
- I sintomi dell’infezione da Coronavirus
- Come si trasmette l’infezione
- Perché si stanno moltiplicando i casi di persone infette
- Mortalità da Coronavirus CoVID-19
- Persone maggiormente a rischio
- Prevenzione del contagio
a. Come impostare uno stile di vita capace di aumentare le nostre difese contro le patologie infettive in
generale
b. Come aumentare le nostre difese antivirali nei periodi più critici trovandoci in una condizione ad alto
rischio
c. Cosa può fare una persona sana per cercare di evitare il contatto con i virus
d. Cosa fare in caso di contagio
e. Cosa non ha senso fare
- La gestione della febbre nelle infezioni virali
- Conclusioni
Cosa dice la scienza sui Coronavirus
I Coronavirus sono una grande famiglia di virus respiratori a filamento singolo di RNA a senso positivo.
Possiedono un diametro di circa 80-160 nm (1 nanometro è un milionesimo di millimetro) e il loro genoma è
tra i più lunghi dei virus a RNA (conta circa 30.000 basi azotate).
Il nome “coronavirus” deriva dal loro aspetto al microscopio elettronico, dove le proteine a forma bulbosa
poste sulla loro superficie esterna creano un’immagine di corona. Queste proteine sono proprio quelle che
permettono al virus di attaccarsi alla membrana cellulare delle cellule che poi infetteranno. Successivamente
il virus penetra all’interno della cellula obbligandola a codificare il suo RNA, le proteine dell’involucro
esterno e quindi il virus intero che poi uscirà dalla cellula per infettare altre cellule e così via (1).
I comuni Coronavirus sono responsabili di patologie in mammiferi e uccelli, nei quali provocano diarrea
(mucche e maiali) o malattie delle vie respiratorie (polli).
Nell’uomo, i comuni Coronavirus provocano infezioni respiratorie spesso di lieve entità come il
raffreddore comune, ma in qualche caso possono causare polmoniti virali non gravi (i normali Coronavirus
sono responsabili di circa il 20% di tutte le polmoniti virali), ma raramente possono causare anche una
Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS).
Come è accaduto con altri virus, anche alcuni Coronavirus specifici degli animali, e che normalmente non
infettano la nostra specie, possono fare un “salto di specie” e passare all’uomo causando allora polmoniti
molto gravi e occasionalmente potenzialmente letali.
In questo caso, la gravità della patologia dipende dal fatto che, se il virus è nuovo, il nostro sistema
immunitario non lo conosce perché non è mai venuto a contatto con lui, non sa difendersi e subisce
l’attacco che diventa particolarmente violento e pericoloso nei soggetti immunologicamente deboli o
immunodepressi, specie gli anziani portatori di patologie croniche importanti o altri soggetti deboli a livello
immunitario, cardiopolmonare, renale o metabolico.
Oggi conosciamo 7 Coronavirus umani. I primi 4 dell’elenco seguente sono molto comuni (sono detti
anche “virus del raffreddore”) e sono stati identificati negli anni ’60, mentre gli ultimi 3 sono stati identificati
in questi ultimissimi anni:
1. Human Coronavirus 229E (Coronavirus alpha).
2. Human Coronavirus NL63 (Coronavirus alpha).
3. Human Coronavirus OC43 (Coronavirus beta).
4. Human Coronavirus HKU1 (Coronavirus beta).
5. SARS-CoV (Coronavirus beta che ha causato la Severe Acute Respiratory Syndrome del 2002,
epidemia partita dalla Cina che ha infettato circa 8.100 persone tra le quali ha provocato una mortalità
del 9,5%)
6. MERS-CoV (Coronavirus beta che ha causato la Middle East Respiratory Syndrome del 2012,
epidemia partita dall’Arabia Saudita che ha infettato circa 2.500 persone tra le quali ha provocato una
mortalità del 35%).
7. CoVID-19 (nuovo Coronavirus della fine del 2019 che sta causando una sindrome respiratoria acuta
grave che in una piccola minoranza di casi può portare a morte; l’epidemia è partita da Wuhan, una città
della Cina, dove ha infettato circa 100.000 persone causando una mortalità stimata finora del 2,3%:
1.023 morti su 44.672 casi cinesi confermati) (2) (per i dati mondiali aggiornati vedi bibliografia 3 e per
l’aggiornamento dei dati italiani vedi bibliografia 4). Successivamente, però, si è diffusa in particolare
in alcuni Paesi asiatici e subito dopo in Italia, che in qualche settimana è diventata il secondo Paese al
mondo con più casi, ma si sta rapidamente diffondendo in tutta l’Europa e forse in tutto il mondo
diventando una vera e propria pandemia.
TABELLA 1
Il CoVID-19 è stato denominato “nuovo Coronavirus” perché è un nuovo ceppo di Coronavirus che non è
mai stato precedentemente identificato nell’uomo. Il virus è associato a un focolaio di casi di polmonite
registrati a partire dal 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan (Cina centrale). Sembra, ma non è certo, che la
maggior parte dei casi abbia avuto inizialmente un legame epidemiologico con il mercato di Huanan Seafood
(Cina meridionale), un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi.
Il CoVID-19, infatti, è geneticamente identico per il 96% a un noto Coronavirus dei pipistrelli e per l’86-
92% a un Coronavirus del pangolino. Pertanto, la trasmissione di un virus mutato dagli animali all’uomo è la
causa più probabile della comparsa di questo nuovo Coronavirus.
Come si trasmette l’infezione
I Coronavirus umani si trasmettono da una persona infetta a un’altra principalmente attraverso il contatto
diretto con la saliva, i colpi di tosse e gli starnuti (bisogna trovarsi entro un raggio di circa 1-1,5 metri), ma
verosimilmente anche attraverso un contatto diretto con le mucose oro-nasali o la mano di un malato (il
malato ha facilmente le mani contaminate, perché è facile che si tocchi il naso o se le metta davanti la bocca
quando tossisce o sternutisce) (5).
Infatti, in Cina, la principale causa di contagio (78-85%) è avvenuto all’interno della famiglia e in particolare
a causa di goccioline aero-trasmesse da portatori di infezione che si pongono a stretto contatto con una
persona.
La trasmissione nell’aria su lunghe distanze (oltre 1,5-2 metri), specie se in ambienti grandi o all’aperto, non
è una importante causa di diffusione (6).
Secondo i dati diffusi dall’OMS fino ad oggi (6), risulta che se si ha un contatto personale diretto con una
persona infetta, la probabilità di infezione non è assolutamente elevata, perché è solo dell’1-5%, ma non sono
dati certi ed è probabile le si debba aumentare.
Ovviamente, in quest’ultimo caso chi è stato toccato dalla una mano di un malato è a rischio di ammalarsi
solo se si mette la mano in bocca o se si tocca le mucose di naso e occhi prima di essersi lavato
accuratamente le mani.
Un malato può diffondere i virus durante i sintomi della malattia ma, come per tutte le virosi, lo può fare
anche nei 5-6 giorni che precedono la manifestazione clinica dei sintomi (verosimilmente anche nei 15
giorni precedenti) e quindi prima che si scopra che è stato realmente infettato.
Sembra che il virus si localizzi inizialmente nella gola di chi si è infettato e lì si moltiplica rapidamente e in
quantità elevata per poi passare nel sangue e diffondersi a tutto l’organismo e in particolare nei polmoni
attraverso l’aria inspirata. Per questo è importante usare, come prevenzione ma specialmente ai primissimi
sintomi, dei collutori capaci di bloccare la crescita virale locale (vedi oltre).
Perché si stanno moltiplicando i casi di persone infette
Prima di tutto credo sia corretto ringraziare il nostro Governo, il Ministero della Salute e degli Interni, la
Protezione Civile e i vari Governatori Regionali, perché hanno lavorato insieme fin dalle prime notizie
giunte dalla Cina alla fine di gennaio e hanno rapidamente preso decisioni coraggiose, non attuate da tutti gli
altri Paesi, per moltiplicare i tamponi faringei e circoscrivere l’estensione dell’epidemia.
Col senno di poi, forse era da bloccare la circolazione delle persone fin dai primi casi isolati … ma chi
pensava che questo virus fosse così rapido nell’estensione?
Dato che in Italia, almeno all’inizio dell’epidemia, il tampone è stato fatto anche a tutte le persone che sono
venute a contatto con individui risultati positivi e che questo, almeno per ora, non viene eseguito negli altri
Stati europei, è ovvio che nel nostro Paese sia più facile riscontrare tanti casi di persone infettate. È
possibile però che ci siano altri fattori che hanno inciso e che hanno facilitato lestensione dell’infezione nel
nostro Paese (secondo alcuni, anche il clima italiano potrebbe giocare un ruolo favorente).
È ovvio quindi che l’Italia in questi ultimissimi giorni sia diventata il Paese europeo più colpito e con un
numero di casi simile a quello di Hong Kong (3) all’inizio e poi addirittura superiore.
Non riusciamo a capire come mai i Governi e i medici del resto dell’Europa stiano a guardare senza attivarsi
per proteggere la loro popolazione che, a mio avviso, dovrebbe essere a rischio più o meno come la nostra.
Se si fa in modo che la gente limiti i contatti, si riesce più facilmente ad arginare l’infezione isolando
immediatamente i focolai di malattia.
Nell’attivarci per difenderci dal propagarsi dell’infezione, dobbiamo però fare attenzione a non creare
troppo allarme e a non esagerare, perché non vorrei che l’infezione da Coronavirus diventi, oltre ad un
pericolo/danno sanitario, anche un vero e proprio pericolo/danno economico per il nostro Paese, perché
anche questo potrebbe creare disordini, sofferenza e forse morte!
Se poi qualcuno si chiede come mai ci siano comunque così tante persone infette, suggerirei di riflettere sul
dato oggettivo che oggi i viaggi e gli spostamenti interregionali, internazionali e intercontinentali sono
comunissimi e frequentissimi e ci sono molte persone che per motivi di lavoro o altro incontrano in pochi
giorni decine e centinaia di persone.
È per questo che è veramente utile stare in casa finché non si supera il picco dell’infezione epidemica.
I sintomi dell’infezione da Coronavirus
I sintomi più comuni nell’uomo sono rappresentati da: malessere, astenia,
febbre e tosse. Nei casi più gravi l’infezione può causare polmonite con difficoltà respiratoria acuta molto
grave, insufficienza renale e talvolta la morte (5).
Il problema è che siamo ancora nel periodo in cui è presente anche la sindrome influenzale comune che,
come sappiamo, è causata dal virus dell’influenza vera e propria ma anche da tanti altri virus che causano dei
quadri sintomatologici del tutto sovrapponibili, almeno nei giorni iniziali, a quelli in cui compare la
sintomatologia dell’infezione da Coronavirus.
La diagnosi differenziale è difficile ed è permessa con certezza solo dall’esame microbiologico di un
campione prelevato con il tampone faringeo e che utilizza la tecnica della PCR (Reazione a Catena della
Polimerasi), un esame che fornisce l’esito in poche ore.
Però, dato che l’epidemia si è diffusa molto rapidamente in alcune regioni italiane (Lombardia, Emilia
Romagna e Veneto) e poi ha iniziato a diffondersi ovunque, non escludo che dilaghi gravemente
interessando l’intero Paese, giustamente definito dal nostro Governo interamente “Zona Rossa”.
Mortalità da Coronavirus CoVID-19
Si dice che in Italia la mortalità da sindrome influenzale stagionale (NON da virus influenzale vero e
proprio) sia di circa 7.000 persone all’anno.
Secondo InfluNet (il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinato
dal nostro Ministero della Salute con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità), ogni anno la
sindrome influenzale colpisce circa 6-8 milioni di persone, cioè il 9% della popolazione.
In Italia i virus influenzali causano direttamente all’incirca 300-400 morti ogni anno, con circa 200 morti per
polmonite virale primaria, però a questi decessi, a seconda delle stime dei diversi studi, vanno aggiunti circa
4-8.000 morti “indirette” causate dalle complicanze polmonari (polmoniti batteriche) o cardiovascolari
(scompenso cardiaco) dell’influenza.
I numerosi virus che causano le sindromi influenzali stagionali possono infatti creare delle complicazioni
soprattutto negli anziani o comunque in tutte le persone che prima di ammalarsi di influenza erano già affette
da patologie croniche gravi o da immunodeficienze.
Quindi, si stima che il nostro tasso di mortalità dell’influenza stagionale (ossia il rapporto tra morti e
contagiati) sia inferiore all’uno per mille, cioè 0,1%.
Se ora facciamo il confronto con il nuovo Coronavirus, ci si potrebbe chiedere: la nostra sindrome
influenzale stagionale è più pericolosa dell’infezione da CoVID-19, considerando che solo in Italia i morti
per la prima sono ogni anno più alti di quelli registrati finora in Cina a causa del nuovo virus?
A livello generale la risposta, che però per ora si basa solo su dati provvisori, dovrebbe essere “SI” perché è
vero che la mortalità del CoVID-19 sembra essere intorno al 2,3% (stima ottenuta dai dati cinesi) e quindi
maggiore di quella della sindrome influenzale, ma quest’ultima colpisce milioni di persone e quindi alla fine
fa più morti.
Tuttavia non so se sia una risposta sicura, perché è ancora decisamente troppo presto per trarre conclusioni:
sono dati altamente provvisori dato che non conosciamo l’esatto numero dei contagiati da CoDIV-19, che
verosimilmente sarà un numero più alto (molte persone sono scarsamente sintomatiche e quindi non sono
state registrate, inoltre, a parte le prime 2 settimane di controlli con i tamponi faringei che venivano fatti a
tutti, ora i tamponi vengono fatti solo per conferma diagnostica nei soggetti gravi con difficoltà respiratoria e
quindi moltissime persone sintomatiche con forme più lievi sono invitate a non recarsi in Pronto Soccorso e
restano a casa senza una diagnosi certa e quindi nel dubbio diagnostico).
La differenza sostanziale tra virus influenzali e Coronavirus è che: mentre i normali virus che causano la
sindrome influenzale stagionale sono noti al nostro organismo e non possono infettare tutta la popolazione
perché molte persone sono già immunizzate (perché vaccinate o perché già protette dagli anticorpi naturali
formatisi da precedenti contatti), questo nuovo Coronavirus è sconosciuto al nostro sistema immunitario,
pertanto trova ovviamente le persone immunologicamente impreparate e quindi può diffondersi molto più
velocemente (come pare stia facendo in questo ultimo periodo) e può anche causare danni gravi, che
avvengono in una percentuale maggiore ma, almeno finora, all’interno di un minor numero di persone.
In ogni caso dobbiamo attendere ancora 1-2 mesi per avere dati più precisi, ma è probabile, per i motivi
appena espressi, che l’infezione da CoVID-19 si estenda in tutto il mondo e duri almeno altri 2-3 mesi.
Per i dati di cui disponiamo, possiamo anche dire che la mortalità da Coronavirus è fortemente influenzata
dall’età della persona colpita, dalle sue condizioni di salute preesistenti e soprattutto dall’aiuto che il malato
ottiene dal Sistema Sanitario Nazionale.
Le condizioni Sanitarie del Paese colpito sono molto importanti, perché il 20% delle persone infette in Cina
ha avuto bisogno di cure ospedaliere per settimane (6), però la maggior parte dei letti erano già occupati da
persone che erano ricoverate per altre malattie. Inoltre, i malati gravi da CoVID-19 muoiono in percentuale
maggiore se non sono disponibili letti nei reparti di Terapia Intensiva. Pertanto, la cosa più importante è in
primo luogo contenere in modo aggressivo la diffusione del virus per mantenere basso il numero di pazienti
gravemente malati e in secondo luogo aumentare il numero di letti (compreso il materiale sanitario e il
personale medico e infermieristico) fino a quando non ce ne sarà abbastanza per i malati gravi (è proprio
quello che il nostro Governo ha cercato di fare fin dai primi giorni).
Ma che caratteristiche hanno i morti causati dal nuovo Coronavirus?
Sono essenzialmente anziani (circa l’84%) e immunodepressi … e tra questi la mortalità è ovviamente molto
più elevata del 2,3%, ma lo stesso accade anche per la comune influenza.
in ogni Caso, lo ripeto, la mortalità cinese del 2,3% è molto approssimativa.
Secondi i dati diffusi dal nostro Dipartimento della Protezione Civile (4) la mortalità italiana oscilla intorno
al 5-6%, però è verosimile che siano cifre sovrastimate proprio perché vengono fatti meno tamponi e perché
le Terapie Intensive sono sature e gli ospedali delle Regioni più colpite non hanno la possibilità di tenere
tanta gente intubata per permettere che superi la fase della polmonite … quindi tutti gli anziani sono
veramente ad alto rischio.
Persone maggiormente a rischio
I virus possono entrare e moltiplicarsi in tutte le persone che vengono a contatto con essi causando però
effetti diversi. Per quanto riguarda il Coronavirus, i dati finora disponibili ci permettono di dire che questa
infezione può causare (2, 3, 7):
Un’infezione asintomatica o con sintomi che non attirano l’attenzione della persona: è difficile dire
quante persone possano essere colpite perché, come per tutte le infezioni virali, alcuni soggetti sono
asintomatici o presentano i disturbi analoghi a quelli di un comune raffreddore o di una lieve e transitoria
faringite. Queste persone di solito non sono anziane, hanno un sistema immunitario molto robusto e in
genere non si sottopongono neppure a controlli medici perché non pensano di avere l’infezione. Va però
detto che, secondo il documento degli esperti dell’OMS (6), la stragrande maggioranza delle persone
infette prima o poi sviluppa i sintomi. I casi di persone in cui il virus è stato rilevato e che non hanno
sintomi in quel momento sono probabilmente rari e sembra che la maggior parte di questi soggetti si
ammalerà nei giorni successivi.
Un’infezione lieve: interessa circa l’80% delle persone infettate (con tampone positivo); queste
persone (generalmente adulti) sono quelle che hanno un sistema immunitario non fortissimo, come
quello del gruppo precedente, ma comunque sufficientemente forte da confinare la patologia che quindi
si esprimerà solo con i sintomi di una semplice sindrome influenzale.
Un’infezione grave: interessa il 14-15% delle persone infettate; queste persone sono quelle
immunologicamente deboli (generalmente anziane e/o portatrici di qualche patologia cronica
preesistente) che quindi sviluppano sintomi così importanti da richiedere il ricovero ospedaliero in
condizioni di isolamento.
Un’infezione molto critica o mortale: interessa circa il 3-5% delle persone infettate; queste persone
sono quelle così deboli da non riuscire a gestire la patologia, di solito vanno incontro ad una polmonite
basale bilaterale (75-79% di questi casi) che è caratterizzata da dispnea intensa con frequenza respiratoria
di circa 30 atti/minuto, saturazione di ossigeno 90% (misurata con l’ossimetro su un dito di una mano) o
pressione parziale di ossigeno nel sangue arterioso del 50-60% (misurata con l’emogasanalisi) e infiltrati
polmonari in più del 50% del campo polmonare anche entro 24-48 ore (il lobo più colpito sembra essere
quello inferiore destro) (8); se non ricevono una respirazione assistita (intubazione), rischiano di
soccombere per insufficienza respiratoria, shock settico e insufficienza multi-organo in un tempo molto
variabile e soggettivo (9). Secondo i dati pubblicati da uno studio (10), tra i soggetti in condizioni
critiche, solo l’11% non ha manifestato febbre fino a 2-8 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi,
l’intervallo temporale medio dall’esordio dei sintomi alla conferma radiologica della polmonite è stato di
3-7 giorni e quello dall’insorgenza dei sintomi all’ammissione in Terapia Intensiva è stato di 7,0-12,5
giorni.
Il reale e concreto rischio da infezione da CoVID-19 dipende dalle condizioni del sistema immunitario:
1- Potenzialmente, a rischio possiamo essere tutti, perché ognuno di noi potrebbe trovarsi
“momentaneamente” in una condizione di rischio “temporaneo” a causa di alcuni fattori squilibranti e
indebolenti il sistema immunitario. Tra le principali cause di squilibrio ricordo essenzialmente:
stress psico-fisici molto intensi e prolungati, specie quelli che lasciano agitazione, rabbia, paura;
alimentazione fortemente alterata (“cibo spazzatura”);
alimentazione quantitativamente alterata (troppo scarsa o eccessiva);
alimentazione nutrizionalmente alterata (povera cioè dei nutrienti essenziali di cui il nostro
organismo ha assoluto bisogno per i suoi processi vitali: ossigeno, acqua, aminoacidi essenziali, acidi
grassi essenziali, vitamine, minerali);
eccessiva scarsità di bevande, specie se avviene per un tempo prolungato;
eccessiva sedentarietà, specie se avviene per un tempo prolungato;
eccessiva riduzione del riposo notturno, specie se avviene per un tempo prolungato;
intossicazione esogena cronica (eccessivo consumo di droghe, alcolici, caffè, fumo, farmaci).
Se le condizioni immunosquilibranti non sono state gravi, intense e troppo prolungate e se il soggetto è
abbastanza robusto e non anziano, nell’80% dei casi l’infezione da CoDIV-19 si manifesterà in modo lieve e
quindi basterà restare in isolamento/quarantena per circa 15-20 giorni.
2- Il 14-15% delle persone infettate, però, a causa di patologie croniche preesistenti aggravate dalle suddette
condizioni può trovarsi in una situazione immunologicamente così debole da sviluppare una patologia grave
che richiede il pronto ricovero ospedaliero in condizioni di isolamento. Effettivamente, l’infezione da
Coronavirus viene generalmente aggravata dalla presenza di alcuni fattori tra i quali ricordo
prevalentemente:
età avanzata (maggiore di 80 anni);
patologie immunitarie croniche gravi: immunodeficienze o squilibri immunitari di vario tipo come
quelli che si esprimono con infezioni ricorrenti, infezioni da HIV, ecc.;
patologie polmonari croniche gravi: asma bronchiale, bronchite cronica, bronchiectasie, infezioni
respiratorie, insufficienze respiratorie, ecc.;
patologie cardiovascolari croniche gravi: coronaropatia ischemica avanzata, fibrillazione atriale,
miocardiopatia dilatativa, scompenso cardiaco, ecc.;
patologie metaboliche croniche gravi: diabete mellito scompensato, pancreatite cronica,
malassorbimento intestinale, obesità grave, magrezza eccessiva, ecc.;
patologie renali croniche gravi: insufficienza renale scompensata, ecc.;
patologie neurologiche croniche gravi, specie quelle associate a miopatia con insufficienza
respiratoria, ecc.;
patologie oncologiche avanzate, con interessamento di organi e centri vitali, ecc.;
trattamenti immunosoppressivi acuti o cronici (corticosteroidi, immunosoppressori non steroidei,
chemioterapia oncologica, interventi chirurgici importanti in anestesia generale, ecc.).
3- Circa il 3-5% delle persone infettate, a causa delle loro precarie condizioni immunitarie, può entrare in
uno stato molto critico e una parte di queste persone può addirittura andare incontro alla morte per cedimento
multi-organo nonostante i potenti ausili terapeutici oggi disponibili in Terapia Intensiva.
A tale proposito chiedo: perché non vengono indagati un po’ meglio i motivi per cui una persona muore di
Coronavirus e un’altra invece supera l’infezione?
Questo è il quesito al quale noi medici dovremmo dare una risposta, perché se riuscissimo a capire il motivo
per cui uno si ammala gravemente o muore e perché invece uno guarisce, si potrebbe veramente impostare
una efficace e specifica Medicina Preventiva.
TABELLA 2
Prevenzione del contagio
Nessun virus è capace di vivere e di riprodursi al di fuori di un essere vivente (uomo o animale), ma può
sopravvivere un po’ di tempo all’esterno (si ritiene che il Coronavirus non possa sopravvivere più di alcune
ore fuori dell’ospite, ma i dati sono ancora incerti dato che il CoVID-19 è un virus nuovo e ancora non
sufficientemente conosciuto e studiato; infatti alcuni dicono che potrebbe sopravvivere anche fino a qualche
giorno all’interno delle case).
La vera prevenzione del contagio dipende dalla probabilità che le persone hanno di entrare in contatto con i
virus emessi da soggetti malati o portatori sani (sono definiti portatori sani coloro che sono stati contaminati
dal virus senza manifestare i sintomi o perché è ancora presto per manifestarli o perché non li manifesteranno
mai essendo capaci di eliminare il virus).
Le norme di prevenzione del contagio da Coronavirus cinese sono praticamente le stesse che valgono per
tutti i virus (11, 12, 13) e che ora cercherò di riassumere.
a. Come impostare uno stile di vita capace di aumentare le nostre difese contro le patologie infettive in
generale
Se andiamo a rileggere l’elenco delle persone a rischio e la Tabella 2, ci si rende subito conto che la prima
prevenzione deve mirare a tenere forte e ben funzionante il nostro sistema immunitario. Questo punto è
fondamentale e lo si deve rispettare sempre e per la prevenzione di qualsiasi patologia, infettiva o non.
Quindi, la prima e più efficace prevenzione resta sempre quella di avere un corretto stile di vita!
Il nostro organismo è quasi sempre capace di superare l’attacco che gli viene mosso da qualsiasi virus,
batterio, fungo o germe esistente o non ancora creato, purché noi lo manteniamo in buona salute e lo
proteggiamo adeguatamente.
Ho scritto numerosi articoli e alcuni libri a tale proposito, pertanto qui mi limiterei a citare solo le norme più
importanti:
Ridurre al massimo i cibi animali (specie carne e latte con i loro derivati) e quelli confezionati
dall’Industria Alimentare (è utile ridurre il consumo di carne anche per combattere indirettamente contro
gli allevamenti intensivi dove gli animali sono tenuti in condizioni malsane e trattati peggio di oggetti
privi di valore; trattandoli in quel modo gli animali vengono messi in condizione di essere altamente
stressati e quindi facilmente ammalabili di infezioni che predispongono all’uso cronico di antibiotici con
conseguente facilitazione delle infezioni virali e alla fine con il porre le basi per germi molto patogeni
che possono fare il “salto di specie” e passare dall’animale all’uomo).
Aumentare al massimo i cibi vegetali, specie verdura fresca, cereali integrali con poco glutine,
legumi e frutta fresca e secca.
Bere circa 1,5-2 litri di acqua al giorno, meglio se debolmente alcalina e con basso residuo fisso.
Fare il possibile per normalizzare il proprio peso corporeo, mangiando quantitativamente meno se
si è in eccesso ponderale, e masticare bene i bocconi allo scopo di facilitare e velocizzare la digestione.
Fare ogni giorno un po’ di attività fisica (per esempio almeno 30 minuti di camminata a passo
veloce all’aria aperta e in mezzo alla Natura).
Dormire un minimo di 7 ore (meglio 8) al giorno, al buio e senza rumori di fondo e possibilmente
lontano da sorgenti di campi elettromagnetici.
Abolire immediatamente o gradualmente i propri vizi (fumo, caffè, alcolici, droghe, farmaci inutili,
ma anche l’uso eccessivo o immotivato di cellulare, computer, televisione; abolendo pure dipendenze e/o
comportamenti scorretti sotto qualsiasi punto di vista).
Assumere probiotici, qualche integratore o nutraceutico in base alle proprie carenze nutrizionali,
specie dei nutrienti essenziali per il nostro organismo (carenze che oggi sono sempre più frequenti a
causa dell’inquinamento dell’ambiente e della catena alimentare) (i più importasnti integratori ad azione
antivirale sono le vitamine A, C, D e i sali minerali a base di rame e zinco: vedi oltre).
Ritagliare un po’ di tempo ogni giorno per la lettura e/o la meditazione e per fare qualcosa che
piace, rilassa e gratifica. Nel periodo di maggior rischio infettivo, se è possibile, consiglio di cercare di
allontanarsi dalle zone più affollate, oppure organizzarsi per trascorrere anche solo la domenica in
montagna (sopra gli 800-1000 metri e comunque ad una altezza idonea anche in base alle proprie
condizioni di salute) o al mare, per respirare aria buona e rinvigorirsi (se si è ben coperti, fa molto bene,
specie a bambini e anziani, camminare qualche ora lungo la spiaggia anche d’inverno). Ovviamente, in
caso di emergenza e di obbligo di ridurre al minimo gli spostamenti dalla propria abitazione questo non
si potrà fare.
Fuggire i conflitti e, più in generale, tutte le occasioni di stress che dipendono da noi (cercare però
di fare qualcosa anche per migliorare le occasioni di conflitti che non dipendono da noi).
Avere un animo buono e sereno per ridurre al massimo le condizioni di stress sia personale che
inter-personale (è certo che non tutti nascono così, ma tutti possono fare qualcosa per migliorare se
stessi).
b. Come aumentare le nostre difese antivirali nei periodi più critici trovandoci in unacondizione ad
alto rischio
Quando si vuole ottenere un effetto immunostimolante abbastanza rapido, allo scopo di cercare di attivare il
prima possibile le nostre difese antivirali aspecifiche, ogni consiglio dovrebbe essere attentamente
personalizzato. Infatti, se una persona si trova in una delle condizioni a rischio come quelle elencate nella
Tabella 2, avrebbe probabilmente bisogno di trattamenti immunostimolanti personalizzati che solo il suo
medico ha la competenza per dare.
Comunque, potendo fare in questo ambito solo un discorso generico, agli adulti e nel periodo più a rischio
di infezione consiglio di tener presenti prevalentemente questi consigli generali per cercare di avere un
rapido effetto immunostimolante:
Impegnarsi a introdurre un digiuno periodico (almeno 1 giorno alla settimana) in modo da
compensare o annullare una delle cause principali di accumulo di sostanze tossiche e cataboliti che
indeboliscono anche il nostro sistema immunitario: le sregolatezze alimentari. Ad eccezione dei
bambini, degli over-80 e di coloro che sono sottopeso o presentano patologie particolari, questo consiglio
è utile per tutti, ma specialmente per le persone in sovrappeso o addirittura obese, coloro che sono affette
da patologie metaboliche a carico degli organi addominali o comunque coloro che sanno di mangiare
troppo (ognuno di noi conosce bene i propri punti deboli alimentari!) o che sono golose di zuccheri
semplici o farine raffinate o che mangiano troppi cibi animali (specie carne e latticini).
Esistono molti modi per digiunare, ma io consiglierei un semplice digiuno periodico personalizzato,
perché è sufficiente per stimolare i processi reattivo-difensivi dell’organismo mettendolo nella
condizione di reagire positivamente a molte situazioni sfavorevoli. Studi condotti su cavie da laboratorio
hanno ampiamente dimostrato che se queste vengono alimentate a giorni alterni (invece che tutti i
giorni), obbligandole quindi a frequenti digiuni forzati, esse allungano la loro vita persino del 30% ed
evitano molte patologie, anche senza perdere obbligatoriamente peso (14, 15).
Il consiglio che posso dare in base alla mia esperienza clinica è di digiunare 1 volta alla settimana
(chi ha più bisogno potrebbe farlo anche per 2 giorni) e di assumere quel giorno solo acqua (o tisane) a
volontà (circa 2,5-3 litri). Chi non è in grado di farlo, può iniziare bevendo molta acqua lontano o prima
dei pasti e a pranzo e/o cena può mangiare solo verdura cotta e/o cruda condita con limone e/o aceto
balsamico.
Bisogna ricordare che in genere avere un po’ di fame fa bene al corpo e alla mente!
Chi invece ritiene di potersi impegnare in qualcosa di più prolungato, potrebbe iniziare quella che io
chiamo la “dieta dei 15 giorni” che si basa sull’assunzione, in quel periodo e in quantità moderata, di soli
liquidi e alimenti vegetali:
- 1° e 2° giorno: solo acqua o tisane depurative;
- 3° e 4° giorno: centrifugati o estratti di verdura oppure solo mele cotte e/o crude;
- 5°-15° giorno: brodi vegetali, passati di verdura, minestroni, verdure cotte e crude, pochi legumi, 2-
3 frutti di stagione oltre al succo di un limone e un cucchiaio di olio di oliva al giorno.
Assumere elevate dosi di vitamina C (acido ascorbico) in polvere: è ampiamente noto che la
vitamina C svolge molte azioni immunostimolanti. Infatti, la carenza di vitamina C provoca
un’immunodeficienza con la conseguente maggiore suscettibilità alle infezioni, mentre l’integrazione
con vitamina C sembra essere in grado di prevenire e curare molte infezioni respiratorie e sistemiche
(16). Va però detto che se si desidera avere un effetto immunostimolante acuto e intenso, si devono
assumere dosi molto elevate (17), per esempio 2,5-5 grammi di vitamina C (cioè mezzo o un cucchiaino)
al giorno per molti giorni (massimo un mese; se si vuole fare cicli più lunghi a dosi alte è bene poi
lasciare almeno 15 giorni di pausa senza alcuna assunzione vitaminica). Con queste dosi, dato che la
vitamina C viene assunta solo in basse quantità dal nostro intestino e dato che le dosi orali elevate
verrebbero eliminate causando anche diarrea, dobbiamo sciogliere la vitamina in un litro d’acqua che va
bevuta a piccoli e frequenti sorsi durante la giornata (se non si può tenere la bottiglia al buio, è preferibile
sciogliere mezza dose giornaliera in mezzo litro da bere nella mattinata e fare lo stesso di pomeriggio
con un altro mezzo litro d’acqua, in modo da evitare che l’acqua con la vitamina C resti troppo a lungo
esposta alla luce ambientale).
Prendere ogni sera prima di dormire un cucchiaino di bicarbonato di sodio con un po’ d’acqua (o
alcune compresse di Sali Alcalinizzanti che si trovano agevolmente in commercio). Questa non è la
soluzione ottimale, perché la vera soluzione sarebbe quella di evitare che il nostro organismo si acidifichi
(realtà evidenziata dal pH urinario che scende sotto i 6,5), ma l’alcalinizzazione forzata può essere
accettabile per avere subito un effetto metabolico positivo, dato che in acidosi i nostri enzimi non
svolgono bene il loro lavoro e quindi noi siamo più soggetti a infiammazione e patologia.
Assumere Glutatione per via parenterale: una fiala da 600 mg ogni 5-7 giorni durante il periodo
critico e ogni giorno per 7-10 giorni nel caso compaia la febbre. Il glutatione è una delle più potenti
sostanze prodotte dal nostro organismo ad azione antiossidante e in questo caso utile per difenderci dalle
infiammazioni causate dai radicali liberi. È infatti noto che i virus, specie il Coronavirus, a livello
polmonare causa una alveolite interstiziale con produzione di radicali liberi che portano anche alla
necrosi cellulare. Il glutatione, quindi, è una importante arma preventiva e un aiuto aggiuntivo anche in
caso di patologia. È una sostanza naturale e priva di effetti indesiderati.
Utilizzare esternamente gli Oli Essenziali (OE): gli OE sono potenti agenti antibatterici, antifungini
e antivirali sperimentati già da moltissimi anni (18, 19, 20) e scelti generalmente sulla base
dell’aromatogramma (esame effettuato in laboratorio per valutare la sensibilità di un germe verso un
determinato OE) anche secondo un rapporto del nostro Istituto Superiore di Sanità (21). Nel caso delle
infezioni virali, si potrebbero usare in associazione alcuni dei seguenti OE: Ravintsara OE, Eucalipto
OE, Rosmarino OE, Limone OE, Chiodi di Garofano OE, Cannella OE (attenzione che è un po’
irritante), Menta piperita OE, Pino mugo OE e Timo OE. Tutti questi hanno un’azione antivirale e non
serve acquistarli tutti, ma consiglio di mescolarne almeno 3-4. Una sola goccia di questa miscele in parti
uguali può essere usata per ungere esternamente le narici o la parte anteriore del collo. Questi stessi OE
possono essere usati anche per essere diffusi in ambienti chiusi attraverso un diffusore elettrico (in genere
si utilizza 1 goccia della miscela per ogni metro quadro della stanza) o come suffumigi (2-3 gocce in una
pentola di acqua bollente della quale si respira il vapore che si sprigiona stando coperti da un
asciugamano e con gli occhi chiusi), oppure direttamente versando 2-3 gocce su un fazzoletto da
annusare frequentemente o infine mettendo una goccia sulla mascherina protettiva. Per purificare gli
ambienti si può invece usare questa tecnica: in un normale piccolo spruzzatore a pressione si mettono
100 ml di alcol a 40 gradi (ma va bene anche una normale Grappa) e si aggiungono 70-80 gocce della
suddetta miscela di Oli Essenziali. Si agita bene la soluzione e si nebulizza nell’ambiente 3-4 volte al
giorno, ma si può spruzzare anche sulle mani con le quali ci si può poi disinfettare il viso o su un panno
con il quale si disinfettano le maniglie delle porte od oggetti solidi presenti negli ambienti in cui viviamo.
L’effetto finale, oltre a quello antivirale e antibatterico, è anche un gradevolissimo profumo
nell’ambiente e su di noi.
Attenzione a non toccare gli occhi con le dita bagnate dagli OE! Attenzione a non dare gli OE ai
bambini piccoli (sotto i 3 anni), perché in alcuni possono causare broncospasmo. Ci sono anche persone
adulte ipersensibili a questi OE, pertanto prima di usare la soluzione è bene testarla mettendo una goccia
sull’avambraccio: in caso di arrossamento cutaneo, lavarsi abbondantemente con acqua e sapone. Per
usare gli OE in questi soggetti ipersensibili, diluirli mescolando 5 gocce di OE in un cucchiaino di olio di
oliva e conservare la miscela in 1 bottiglietta di vetro ben chiusa.
Alcuni integratori: tra gli integratori nutrizionali più importanti nella prevenzione delle infezioni
virali ricordiamo, oltre alla vitamina C già menzionata, anche:
- Vitamina A: la sua carenza compromette sia l’immunità innata perché riduce la funzionalità di
neutrofili, macrofagi e linfociti Natural Killer, sia l’immunità acquisita dato che svolge un ruolo
importante nello sviluppo dei linfociti Th1, Th2 e B (22). Come dosaggio il medico potrebbe valutare di
utilizzare 50.000 UI/die per 7-15 giorni e poi 10.000 UI/die.
- Vitamina D: la carenza di vitamina D (che oggi è estremamente comune) è associata ad un
aumentato rischio di infezione respiratoria acuta virale e le metanalisi di studi clinici sulla
supplementazione di vitamina D per la prevenzione delle infezioni virali ha dimostrato effetti protettivi
(23, 24); infatti la vitamina D svolge innumerevoli effetti immunostimolanti, ma per avere un effetto
rapido bisogna usare elevate dosi quotidiane, come ad esempio 10.000 UI/die per 7-15 giorni (in casi di
emergenza si possono prendere anche 100.000 UI/die per 4-5 giorni) e poi 5.000 UI/die; va ricordato che
durante queste assunzioni di vitamina D è necessario bere circa 1,5-2 litri di acqua al giorno.
- Rame: è essenziale per l’utilizzo della vitamina C, contribuisce al normale funzionamento del
sistema immunitario e inibisce la crescita virale (25); la dose che il medico potrebbe valutare di utilizzare
è di circa 1,5-2 mg al giorno (assumerlo a stomaco pieno, non masticare la compressa e dimezzare la
dose in caso di nausea).
- Zinco: anche lo zinco contribuisce al normale funzionamento del sistema immunitario contro virus
e batteri ed è necessario per favorire il corretto funzionamento del timo, dei leucociti e specialmente dei
linfociti T (26); studi recenti hanno dimostrato che lo zinco è un potente e specifico inibitore della
segnalazione degli interferoni-lambda, che sono citochine proinfiammatorie importanti nell’infezione
virale acuta e cronica (27).
- Probiotici: conosciamo da molto tempo l’efficacia di numerosi probiotici nella prevenzione e nel
trattamento delle infezioni virali (28) e recenti studi hanno dimostrato pure che i virus vengono eliminati
attraverso la stimolazione della produzione di interferone da parte dei probiotici (che agiscono attraverso
l’attivazione delle cellule dendritiche). È stato quindi concluso che i probiotici dovrebbero essere tra le
opzioni razionali aggiuntive per il trattamento delle malattie virali (29). Sono numerosi i probiotici
consigliati nella prevenzione e cura delle infezioni respiratorie e il mio consiglio, in caso di rischio
infettivo elevato, è di usare almeno 2 diversi probiotici al giorno oppure di usare 2-3 tipi a rotazione. Tra
le specie più documentate in letteratura ricordo: Lactobacillus rhamnosus GG, Lactobacillus paracasei,
Lactobacillus plantarum L-137, Lactococcus lactis JCM5805. Sono però possibili anche altri probiotici.
Un trattamento omeopatico strettamente individualizzato: personalmente, considero l’Omeopatia
una medicina estremamente potente e ad effetto immediato nelle patologie acute, quando il rimedio
somministrato è veramente adatto alle caratteristiche della persona nel senso che esiste una forte
similitudine tra i sintomi psico-fisici del soggetto e le caratteristiche omeopatiche (“Materia Medica“)
del medicamento. Proprio per questo motivo, però, è praticamente impossibile dire quali rimedi si
possono consigliare per prevenire o curare un’infezione o una qualsiasi patologia. Comunque, dato che
l’Omeopatia agisce per similitudine e non per uguaglianza tra malato e rimedio, è ugualmente possibile
fornire qualche consiglio generale e indicare alcuni rimedi che due secoli di esperienza clinica hanno
permesso di indicare come i più adatti per qualsiasi patologia virale, già nota o del tutto ignota alla
Classe Medica. Per chi accetta questo consiglio, chiederei di rivolgersi al proprio medico omeopata,
perché saprà sicuramente fornire una terapia molto valida.
Infine, non dimentichiamo che il sistema immunitario è fortemente influenzato dal nostro sistema nervoso
centrale (e quindi dagli stress psico-fisici), dalla nostra alimentazione (se sbilanciata, carente e/o inquinata),
dal nostro grado di stanchezza o di sedentarietà, dalla presenza di processi infiammatori recidivanti o cronici,
dai farmaci che assumiamo e, più in generale, dal grado di tensione con cui viviamo la nostra quotidianità.
È su questi fronti che si gioca la nostra capacità difensiva non solo verso il Coronavirus ma verso qualsiasi
virus, batterio o germe. Anzi verso qualsiasi malattia!
Quindi, è certo che lo stile di vita è essenziale per mantenere normofunzionante il nostro sistema
immunitario.
c. Cosa può fare una persona sana per cercare di evitare il contatto con i virus
I consigli più comuni per cercare di evitare il contatto diretto con i Coronavirus cinesi sono principalmente
questi:
Evitare contatti diretti o ravvicinati (meno di 1,5-2 metri) con persone malate o con sintomi
respiratori sospetti o anche semplicemente con le persone a rischio di malattia (cioè le persone che negli
ultimi 10-15 giorni potrebbero essere state in contatto con persone che poi si sono ammalate).
Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con soluzioni antisettiche (30)
(a tale proposito considerare che se un malato ha toccato il rubinetto dove noi ci laveremo le mani e se,
dopo che ci saremo lavati, noi lo ritoccheremo, ovviamente ci ri-infetteremo … Quindi, lavarsi le mani
dove si è da poco tempo lavato un malato può facilitare il contagio invece di ostacolarlo … a meno che
non si prendano precauzioni aggiuntive come quella di lavarsi le mani, asciugarle con quei piccoli
asciugamani di carta disponibili nei bagni e servirsi di questa stessa carta per chiudere il rubinetto e usare
la stessa carta per toccare la maniglia della porta del bagno quando si esce in modo da non toccare nulla
con le mani nude appena pulite).
Fare gargarismi con collutori adeguati quando si suppone di essere venuti a contatto inalatorio e
orale con i virus patogeni (31). Meglio ancora se si usano degli antivirali naturali molto potenti come il
Ravintsara OE: mettete una goccia pura di questo OE in bocca in modo da abiturvi al gusto e alla lieve
irritazione che causa e poi utilizzare 2 gocce direttamente in bocca 3 volte al giorno. Chi non lo sopporta
può diluire le gocce con un dito d’acqua e fare gargarismi. Questa precauzione è importante perché il
virus all’inizio si localizza nella nostra gola e lì si molti plica nei primi giorni per poi invadere tutto il
nostro organismo.
Evitare di toccarsi gli occhi, il naso o la bocca con mani non lavate (ovviamente se le mani hanno
toccato persone od oggetti contaminati da pochissimo tempo).
Proteggere i propri naso e bocca con una mascherina chirurgica o comunque con qualcosa che
possa essere una barriera meccanica all’entrata del virus nel proprio corpo; la mascherina va usata
quando si sospetta di aver contratto l’infezione (per non trasmetterla a nostra volta), quando si va a
contatto con persone ammalate di patologie respiratorie o sospette per esserlo o nel caso ci fosse una
reale epidemia nella città o ambiente in cui ci troviamo.
Proteggere le mani utilizzando guanti monouso.
Pulire le superfici che potrebbero essere state contagiate utilizzando disinfettanti chimici capaci di
uccidere il Coronavirus (prodotti a base di candeggina [ipoclorito di sodio] o altre soluzioni clorate,
acido peracetico [anche a basse concentrazioni] o etanolo al 75%).
Evitare assembramenti in luoghi o città dove ci sono stati casi di malattia e restare chiusi in casa.
Ridurre al massimo le azioni immunosquilibranti (come gli stress e le sostanze tossiche volontarie o
involontarie) e incentivare le azioni immunorinforzanti (come tenere un corretto stile di vita e assumere
alcuni integratori multiminerali e multivitaminici a dosi doppie).
d. Cosa fare in caso di contagio
Comunque sia, se negli ultimi 15-20 giorni si sono avuti contatti stretti con persone che poi si sono ammalate
di CoVID-19 o con persone sospette per essersi ammalate in futuro e ora si inizia ad accusare dei lievi
sintomi respiratori simil-influenzali, oltre a seguire tutti i consigli elencati nei punti precedenti,
raccomanderei di:
Restare in casa e contattare il proprio medico curante che valuterà la situazione clinica e le misure
terapeutiche da intraprendere oppure chiamare il numero verde nazionale 1.500 o il 112.
Starnutire o tossire in un fazzoletto o sul gomito a braccio flesso (in modo da non contaminare né
l’ambiente né le proprie mani).
Non toccarsi il naso e la bocca con le mani (per non autocontaminarsi e rendere più agevole la
diffusione del virus).
Utilizzare una mascherina chirurgica e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino che deve essere
chiuso immediatamente dopo l’uso.
Disinfettare la mascherina con alcune gocce di una miscela di Oli Essenziali (vedi sopra) da
ripetere più volte al giorno.
Assumere dosi elevate di vitamina C (anche 5-10 grammi al giorno), vitamina D, glutatione, rame,
zinco … cioè le sostanze indicate poco sopra.
Non assumere antibiotici e in caso di febbre usare gli antipiretici solo quando la febbre è mal
sopportata. È ampiamente noto che la febbre alta attiva le nostre difese immunitarie, blocca la
duplicazione virale e facilita l’eliminazione virale.
Se i sintomi sono contenuti e non c’è difficoltà respiratoria, NON andare in Pronto Soccorso, ma
tenere sicuramente informato il proprio Medico di Famiglia.
Coloro che vivono soli devono informare, oltre al proprio Medico, anche qualche familiare o amico
e tenerli giornalmente informati telefonicamente sulle proprie condizioni di salute.
Stare a riposo e cercare di dormire molto.
Ricordarsi che anche
e. Cosa non ha senso fare
Per chiudere il capitolo della prevenzione, vanno anche ricordate le azioni prive di significato che quindi non
vanno né compiute né sostenute:
Non ha senso evitare di recarsi in ristoranti cinesi o asiatici, sia perché questo virus non si trasmette
per via alimentare, sia perché in Europa è vietata l’importazione di animali vivi o di carne cruda dalla
Cina.
Non ha senso evitare persone originarie dalla Cina che vivono in Italia da anni e quindi neppure i
bambini cinesi che frequentano le nostre scuole (il contagio è possibile solo con persone che si sono
recate nelle zone coinvolte dall’infezione negli ultimi 15-20 giorni o che sono state in contatto con
persone malate o portatrici sane e comunque ora che l’infezione è diventata epidemica non has più senso
distinguere gli italiani dai non italiani, perché chiunque può essere infetto).
Non ha senso evitare gli acquisti o disinfettare gli oggetti prodotti in Cina, perché non possono
essere vettori di infezione (l’infezione è possibile solo per contatto diretto malato-sano e il virus
sopravvive all’esterno dell’uomo solo poco tempo e in ogni caso all’aria aperta e al sole ha vita molto
breve).
Non ha senso evitare il contatto con gli animali domestici, perché non risulta che essi diffondano il
virus.
Non vanno assunti farmaci antivirali o antibiotici: gli antivirali comuni non prevengono le infezioni
da Coronavirus e gli antibiotici non servono contro i virus ma solo contro i batteri.
La gestione della febbre nelle infezioni virali
Non esistono trattamenti specifici per le infezioni causate dai Coronavirus e ovviamente non sono
disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus, anche se in ospedale si stanno provando vari
farmaci che forse potrebbero avere qualche effetto (sono solo ipotesi) e si sta lavorando anche a dei vaccini
che però sarebbero solo sperimentali e quindi sarei molto prudente sul loro uso perché i rischi potrebbero
essere maggiori dei benefici.
In ogni caso, va ricordato che una grande maggioranza delle persone infettate dai Coronavirus guarisce da
sola in circa 15 giorni.
A tale proposito mi permetto solo di aprire una parentesi sulla febbre.
Quando compare una sindrome influenzale nel senso più largo del termine, pare che la preoccupazione oggi
più diffusa sia quella di abbassare la temperatura.
Questo è un grave errore che può non solo allungare i tempi di malattia, ma in alcuni casi aumentare anche
il rischio di complicazioni e in alcuni casi addirittura di morte. Gli Autori di uno studio canadese del 2014
hanno infatti concluso suggerendo che, nel complesso, in una influenza stagionale la soppressione della
febbre aumenta il numero previsto di casi di influenza e di decessi negli Stati Uniti del 5% (IC al 95%: 0,2-
12,1%) (32).
Non dobbiamo infatti dimenticare che la febbre è un nostro importantissimo meccanismo di difesa
estremamente utile:
sia per uccidere i germi (tutti i virus e i batteri sono termosensibili e un aumento di temperatura da
37°C a 38°C può ridurre la moltiplicazione virale per più del 90% e poco sopra i 39°C blocca la crescita
di qualsiasi virus);
sia per stimolare le difese immunitarie dell’organismo, cioè quelle capaci di confinare, combattere e
uccidere qualsiasi germe patogeno.
L’utilizzo invece degli antipiretici (paracetamolo) o comunque di un qualsiasi antiinfiammatorio non
steroideo (FANS), come ci ricorda anche il Dr. Donzelli (33), facilita la trasmissione delle comuni
infezioni da germi, perché blocca l’aumento della temperatura e tutti i benefici dei meccanismi di
infiammazione che l’organismo attiva nella sede dell’infezione per bloccare e uccidere i germi (34).
Pertanto, non è corretto abbassare troppo presto la temperatura, ma bisogna permettere, se non ci sono
controindicazioni particolari e se il soggetto la sopporta adeguatamente, che la febbre scenda
spontaneamente, dato che questo è il segnale che l’organismo si è immunologicamente rinforzato e che sta
vincendo la sua battaglia contro la crescita dei germi.
Eventualmente, si può intervenire farmacologicamente con un antipiretico dopo 1-3 giorni di febbre se
l’organismo dimostra di non tollerarla o la persona è affetta da qualche patologia preesistente (ovviamente
tutte queste scelte vanno concordate con il Medico di Famiglia).
Ricordiamo nuovamente che, come per tutte le infezioni virali, gli antibiotici non servono, ma possono
essere prescritti in caso di sovrainfezione batterica, cioè ad esempio nel caso si instauri una complicazione
bronchitica o polmonare non virale.
In questo periodo iniziale di malattia si possono utilizzare invece tanti ausili naturali e in particolare i
trattamenti omeopatici che sono utili non solo per aumentare le nostre difese immunitarie, ma anche per
ridurre il rischio di complicazioni, accorciare la durata della malattia e fare in modo che non ci siano ricadute
(35). A tale riguardo però bisogna consultare un medico omeopata, perché questa terapia va sempre
personalizzata e i trattamenti generici vanno usati solo se non si possono fare quelli personalizzati.
Di grande utilità nelle infezioni virali in genere sono sempre da ricordare comunque anche:
il riposo a letto,
un po’ di digiuno il primo giorno sostituendo il cibo solido con un’abbondante idratazione
dolcificata con miele,
la decisione di reimpostare la nostra giornata in modo da migliorare il proprio stile di vita.
Se questa fosse la risposta alla nostra infezione virale e se quest’ultima fosse non grave e senza
complicazioni, allora si potrebbe veramente dire che “non tutto il male vien per nuocere“, dato che alla fine
la virosi ci avrebbe permesso di migliorare la nostra condizione iniziale.
Conclusioni
Allo stato attuale, io consiglierei a tutti non di diffondere notizie di paura, bensì di diffondere informazioni
costruttive per limitare la diffusione del virus e aumentare le nostre difese immunitarie.
Bisognerebbe cioè spiegare alle persone che la prevenzione migliore, come ho sempre sottolineato e ripetuto,
è quella personalizzata, quella che non va attuata quando c’è un’emergenza, ma che va iniziata molto prima:
quando si sta bene!
La vera prevenzione delle infezioni virali, anzi di qualsiasi malattia, si attua dal concepimento fino
all’ultimo respiro.
La vera prevenzione non sarà mai un trattamento di massa, perché nelle terapie generalizzate imposte a tutti
ci sarà sempre qualcuno che avrà dei benefici, qualcuno che avrà dei danni e qualcuno che sarà del tutto
indifferente al trattamento generico.
Il Ministero della Salute (36) e l’Istituto Superiore della Sanità (37) forniscono informazioni adeguate sul
Coronavirus nei loro siti, ma dovrebbero invitare con più insistenza le persone a consultarli e ancor più
dovrebbero invitare la popolazione ad avere un corretto stile di vita.
Nel nostro organismo c’è una legge di fisiologia molto importante che ho chiamato così: “Il tutto aiuta la
parte” (38). Il nostro corpo, se sta globalmente bene perché noi lo nutriamo adeguatamente e lo rispettiamo
con un corretto stile di vita, difende tutte le parti che lo compongono e non ha paura né del Coronavirus né di
altre condizioni patogene … ma noi lo nutriamo e lo rispettiamo psico-fisicamente in modo adeguato?
Quindi, iniziamo subito a fare qualcosa per impostare correttamente la nostra vita e diventiamo consapevoli
che ognuno di noi può sempre fare qualcosa per migliorare la sua situazione.
Infatti:
La conoscenza e la consapevolezza comportano una crescita della Persona e la strada per la salute vera parte
sempre solo da qui.
Bibliografia
1 – https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2020.01.22.914952v2
2- http://weekly.chinacdc.cn/en/article/id/e53946e2-c6c4-41e9-9a9b-fea8db1a8f51
3 –
https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/bda7594740fd40299423467b48e9ecf6
4-
http://opendatadpc.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/b0c68bce2cce478eaac82fe38d4138b1
5- https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/about/transmission.html
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8- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32105637
9- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32007143
10 – https://www.thelancet.com/journals/lanres/article/PIIS2213-2600(20)30079-5/fulltext
11- https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/
12- https://www.who.int/news-room/detail/30-01-2020-statement-on-the-second-meeting-of-the-
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13 – https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21735402
14 – https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24606899
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20 – https://soothoil.com/pages/ultimate-essential-oil-guide
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22 – https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11375434
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26 – https://pdfs.semanticscholar.org/ed0e/9fb02c3efa467826cb199b9b40d2e781dea1.pdf
27 – https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5442324/
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