Il presente articolo ha per oggetto il significato dibattuto della citazione in Gv 19,36. Dopo un breve status quaestionis, si approfondirà il senso di Gv 19,14, in cui si menziona l'ora in cui è stato condannato Gesù. La ricerca si propone di verificare l'eventuale coincidenza tra la condanna di Gesù e il tempo del sacrificio pasquale indicato in Es 12,6 e commentato nel trattato Pesaḥim della Mishnah e nei relativi commenti del Talmud 31a-d). Resumen. El presente articulo trata del significado debatido de la cita de Jn 19,36. Tras un breve status quaestionis, se profundizar. en el significado de Jn 19,14, en el que se menciona la hora en que Jesús fue condena, para comprobar la posible coincidencia entre la condenación de Jes.s y el tiempo del sacrificio pascual señalado en Ex 12,6 y comentado en el tratado Pesaḥim de la Mishn. y en los comentarios relativos del Talmud (cf. mPesaḥ, V, 1; bPesaḥ, 58a-59a; jPesaḥ, 31a-d). 1. Introduzione La citazione in Gv 19,36 è la prima di un doppio riferimento all'AT che, dopo il racconto della morte di Gesù, chiude la sezione della passione giovannea. È introdotta da una formula di adempimento che interpreta gli eventi narrati-la trafittura del costato e il flusso di sangue e acqua (cf. Gv 19,34)-alla luce della Scrittura, espresso mediante il congiuntivo passivo di πληρόω. Gv 19,36 ἐγένετο γὰρ ταῦτα ἵνα ἡ γραφὴ πληρωθῇ· ὀστοῦν οὐ συντριβήσεται αὐτοῦ. Accaddero infatti queste cose affinché fosse adempiuta la Scrittura: "un osso di lui non sarà spezzato". Nella citazione Giovanni presenta la negazione del verbo συντρίβω, coniugato all'indicativo futuro passivo; il soggetto grammaticale del verbo è ὀστοῦν, "osso", (forma contratta del nominativo singolare di ὀστέον) senza articolo determinativo. Mentre nel contesto giovanneo il referente del pronome possessivo al genitivo maschile (αὐτοῦ) è chiaramente Gesù, nel breve testo selezionato nella citazione giovannea non è evidente a chi appartengano le ossa integre. È da questa indeterminatezza che sorge l'incertezza su quale sia il testo citato in Gv 19,36. È possibile, infatti, riferire il brano a diversi passi dell'AT, uno dei quali appartenente solo alla versione greca della LXX. I primi tre riguardano il rito della Pasqua in Es 12,10, solamente nella LXX, Es 12,46, Num 9,12, e il quarto riporta le sofferenze del giusto perseguitato in Sal 33(34),21. Si possono porre in sinossi i testi menzionati: