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InnovAree
Vado a vivere in montagna:
risposte innovative per sviluppare
nuova economia nelle Aree Interne
2017-2019
A cura di
Filippo Barbera
(Università di Torino, Collegio Carlo Alberto)
Andrea Membretti,
Azzurra Spirito,
Elisa Bacchetti,
Laura Orestano
(SocialFare)
Partner promotori:
Progetto graco: Giusti Eventi Comunicazione
Stampato su carta riciclata.
InnovAree
Vado a vivere in montagna:
risposte innovative per sviluppare
nuova economia nelle Aree Interne
2017-2019
01 ESISTE UNA POTENZIALE INNOVAZIONE
PER LE AREE INTERNE?
1.1 Aree Interne: di che cosa parliamo?
1.2 Aree Interne e montane del Piemonte
1.3 Le Aree Interne in Piemonte e la “nuova domanda
di montagna”
Pag . 4
02 Pag . 16INNOVAREE: IL PROGETTO
PER SVILUPPARE NUOVA ECONOMIA
NELLE AREE INTERNE
2.1 Il progetto InnovAree: obiettivi e partner
2.2 I settori e beneciari del progetto
2.3 Percorso per l’attivazione del progetto
03 Pag . 24VADO A VIVERE IN MONTAGNA:
IL PROTOTIPO SPERIMENTALE
3.1 Il prototipo sperimentale Vado a vivere in montagna
3.2 I Service Provider del prototipo sperimentale
3.3 I progetti accompagnati nel prototipo sperimentale
3.4 La nuova domanda di montagna intercettata dal prototipo
sperimentale: caratteristiche principali dei partecipanti
04 Pag . 38VALUTAZIONE DEL PROTOTIPO
SPERIMENTALE
4.1 Analisi SWOT del prototipo sperimentale
4.2 Prospettive per l’innovazione per le Aree Interne
4.3 Budget stimato per l’implementazione del modello
Photo credit: MonViso Institute
7
CAPITOLO 01
1.1 Aree Interne: di che cosa parliamo?
Nella “Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI)”¹ , sono deniti con-
venzionalmente come “Aree Interne” quei territori caratterizzati da
una signicativa distanza dai principali centri di offerta di servizi es-
senziali o “servizi di cittadinanza” (salute, istruzione, mobilità colletti-
va). In relazione ai tempi di percorrenza dai centri di offerta dei servizi
essenziali o “servizi di cittadinanza” le Aree Interne sono rintracciabili
in aree di distanza denite come: intermedie (20-40 minuti di distan-
za), periferiche (40-75 minuti di distanza) e ultra-periferiche (oltre i
75 minuti di distanza) (De Rossi, A., 2018). Di seguito una rappresen-
tazione dei principali comuni Italiani in relazione alla classicazione
sopra-riportata.
Al contempo, tali aree si caratterizzano per un’elevata disponibilità di
importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste,
paesaggi naturali e umani) e culturali (beni archeologici, insediamenti
storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere). Si tratta di territori
complessi, le cui caratteristiche sono l’esito delle dinamiche dei siste-
mi naturali, delle scelte di policy e dei processi (complementari) di an-
tropizzazione e spopolamento che hanno caratterizzato l’urbanizza-
zione e l’industrializzazione. Nel loro insieme, tali aree corrispondono
al 60% del territorio nazionale, a un quinto della popolazione e a più
del 50% dei Comuni.
Oggi, le aree interne risentono di problematiche interconnesse che
danno luogo a disagi cumulativi, quali contrazione demograca ed
economica, impoverimento dei servizi e carenza di infrastrutturazio-
ne. Per la collettività nazionale, lo spopolamento delle aree interne si
è tradotto nella progressiva riduzione delle risorse offerte da questi
territori ma anche nell’esborso di ingenti risorse economiche per far
01
ESISTE UNA
POTENZIALE
INNOVAZIONE
PER LE AREE
INTERNE?
Classicazione
comuni Numero %Altitudine Popolazione %Variazione %
1971 – 2011 Supercie %
Polo 219 2,7 145 21.223.562 35,7 -6,8 29.519 9,8
Polo
intercomunale
104 1,3 166 2.466.455 4,1 22,7 6.251 2,1
Cintura 3508 43,4 215 22.202.203 37,4 35,8 81.815 27,1
Intermedio 2377 29,4 395 8.953.282 15,1 11,6 89.448 29,6
Periferico 1526 18,9 607 3.671.372 6,2 -8,1 73.256 24,3
Ultra-Periferico 358 4,4 627 916.870 1,5 -5,3 21.784 7,2
TOTALE 8092 100,0 358 59.433.744 100,0 9,8 302.073 100,0
Tab.1
Mappatura dei
comuni secondo la
classicazione (Polo,
Polo intercomunale,
Cintura, Intermedio,
Periferico, Ultra-Peri-
ferico). Fonte: elabo-
razione DPS su dati
ISTAT, Censimento
della Popolazione
e delle Abitazioni
2011.
¹ http://www.programmazioneeconomica.gov.it/2018/08/21/strategia-nazionale-delle-aree-interne/
98
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 01
Questa chiave di lettura della complessità territoriale assume partico-
lare rilievo anche alla luce della costituzione della Città Metropolita-
na: fatta eccezione per Milano e Venezia, tutte le città metropolitane
italiane sono costituite, in media, dal 50 per cento di Comuni deniti
montani o parzialmente montani (cfr. Fig.2). Inoltre, in Italia circa 90
tra capoluoghi di provincia e comuni con più di 50.000 abitanti (di que-
sti, 25 hanno più di 100.000 abitanti) distano meno di 15 km da un’a-
rea montana, congurando un potenziale sistema “metro-montano”.
In questa prospettiva, le aree interne e montane, nonostante le dif-
coltà e i vincoli che questi territori stanno scontando, costituiscono
un campo di possibili nuove iniziative nel vasto ambito dello “sviluppo
locale”. Dal punto di vista dei ussi e del loro governo (De Matteis G.,
et al., 2018) il rapporto montagna-città, quindi, appare oggi sotto una
luce decisamente diversa rispetto alla ne del secolo scorso: le terre
alte continuano a fornire alle città un capitale umano signicativo, tut-
tavia non più costituito da emigrati, quanto soprattutto da persone che
“cuciono insieme” luoghi di vita e luoghi di lavoro in una sorta di doppia
presenza territoriale. Troviamo qui il fenomeno dei “nuovi montanari”
(in gran parte giovani, spesso con titoli di studio medio-alti) e, più re-
centemente, quello degli immigrati stranieri (Membretti, A. Koer, I. e
Viazzo, P. P., 2017). Le terre alte forniscono inoltre beni e servizi intan-
fronte al dissesto idro-geologico, all’avanzata del bosco, all’abbandono
del patrimonio architettonico rurale (dalle abitazioni, agli edici pub-
blici, ai manufatti della civiltà contadina).
Per affrontare in modo mission-oriented questo scenario, la SNAI
(SNAI, 2013) ha anzitutto costruito un’immagine strategica del terri-
torio italiano, a cui ha collegato interventi e misure in modo place-ba-
sed (Barca, F., Carrosio, G., S. Lucatelli S., 2018). Infatti, la SNAI, pur
essendo una originale policy nazionale, si pone obiettivi coerenti con
l’idea di uno sviluppo territoriale smart, sostenibile e inclusivo, propo-
sto da diverse agende nazionali e internazionali quali quelli incarnati
dai Sustainable Development Goals² (SDGs) e dalla Urban Agenda³.
Tali obiettivi possono essere raggiunti solo attraverso un adeguato
coinvolgimento delle aree interne. Infatti, a livello europeo, si è evi-
denziato come il 16.5% del PIL sia generato prevalentemente in que-
ste aree. Ricerche recenti (Meijers E. J., et al., 2016) hanno inoltre di-
mostrato come lo sviluppo economico dei centri urbani non sia dato
dalle dimensioni delle città, ma dalla connettività delle sue reti con
i piccoli centri al di fuori dei conni amministrativi. La governance di
“area vasta” o il tema delle “city-region” è qui di particolare rilevanza.
² http://www.programmazioneeconomica.gov.it/2018/08/21/strategia-nazionale-delle-aree-interne/
³ https://ec.europa.eu/futurium/en/urban-agenda
Fig.1
Mappa delle Aree
Interne in Italia.
Fonte: http://dps.
gov.it/opencms/
opencms/it/arint/
Analisistatistiche/
index.html
Fig.2
Classicazione
di montanità e
dimensione dei
Comuni delle città
metropolitane (%).
Fonte: elaborazione
di I. Salvi (Tesi di
Laurea, 2017)
su dati ISTAT.
1110
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 01
ano nuove relazioni sociali e collaborazioni” (“Guide to Social Innovation”4,
2013 ), non può e non deve essere declinata solo a livello dei grandi
conglomerati urbani: esiste, in Italia e in Piemonte, uno spazio impor-
tante per l’innovazione sociale rivolta alle aree interne, montane e/o
rurali, nonché alle piccole e medie città. Luoghi, questi, dove si concen-
trano e interagiscono diversi tipi di diseguaglianze, creando fenomeni
di deprivazione multipla: diseguaglianze economiche [redditi, patri-
moni e ricchezza], diseguaglianze sociali e nell’accesso alle infrastrut-
ture fondamentali della cittadinanza [trasporti, istruzione, servizi], ma
anche diseguaglianze di riconoscimento, le più difcili da quanticare
ma non per questo meno importanti. Da ciò discende che tutti i temi
dell’innovazione sociale sono di assoluto rilievo per lo sviluppo locale
delle aree lontane dai servizi: si pensi ad esempio alle “green commu-
nity”, alla costruzione di modelli innovativi nei servizi socio-sanitari, alle
liere agro-alimentari, alla mobilità, alla casa e ai lavori connessi alla ri-
cerca di stili di vita low prot (Barbera F., Parisi T., 2018).
1.2 Aree Interne e montane del Piemonte
Come prima accennato, in Italia le “Aree Interne” rappresentano il
53% circa dei Comuni italiani (4.261), ospitano il 23 % della popola-
zione italiana, pari a oltre 13,54 milioni di abitanti, e occupano una
porzione del territorio che supera il 60% della supercie nazionale
(Barca, F., Carrosio, G., S. Lucatelli S., 2018). La situazione piemon-
tese è, a riguardo, di notevole rilevanza strategica. Dal punto di vista
“altimetrico”, il territorio piemontese è fortemente caratterizzato da
un’importante presenza della montagna, che occupa infatti il 43,3%
del territorio regionale. Chiaramente, in questo esteso territorio - ca-
ratterizzato da una grande frammentazione amministrativa - risiede
poco più del 10% della popolazione, anche se la percentuale varia in
base al criterio di classicazione adottato e sale a circa il 20% consi-
derando un criterio orograco, relativo quindi alle 44 valli piemontesi,
che include i Comuni di fondovalle.
Inoltre, la montagna piemontese è certamente caratterizzata da una
gibili di importanza collettiva, legati alla cura del territorio, al mante-
nimento dei paesaggi, alle esternalità positive della gestione agro-sil-
vo-pastorale, alla riproduzione del policentrismo territoriale e della
bio-diversità. Mettono inoltre a disposizione tradizionali e nuove fonti
di energia, in un’epoca di forte richiesta urbana in questa direzione;
e, non da ultimo, offrono spazi e occasioni per la domanda di turismo
esperienziale (slow, dolce, consapevole, ecc.) che sempre più va con-
notando ampie fasce di popolazione urbana. Dall’altro lato, la città, ora
come in passato, offre alla montagna importantissime risorse, senza
le quali quest’ultima difcilmente sopravvivrebbe, ma anche in questo
caso la natura e la qualità di quanto viene conferito sono decisamen-
te mutati. La città mette sul piatto beni strumentali e di consumo non
producibili localmente; servizi di interesse generale oggi sempre più
accentrati a valle; visitatori, turisti e, più in generale, un ampio mer-
cato per i beni prodotti in montagna; investimenti nanziari privati e
fondi pubblici; know-how e innovazione. Tutte queste risorse la città
le mette in campo, tuttavia, non solo perché
la montagna ne fa richiesta: è in atto, infatti,
un importante cambiamento socio-culturale
ed economico interno all’universo urbano,
in virtù del quale sono fasce di abitanti ur-
bani a “cercare la montagna”. Oggi lasciare
la città costa meno che in passato: il difcile
mercato del lavoro, le barriere del mercato
immobiliare, l’insalubrità dell’ambiente sono
tutti elementi che tendono ad abbassare il
costo-opportunità associato alla scelta di la-
sciare la città.
Si delinea dunque oggi una potenziale e nuova convergenza di inte-
ressi tra montagna e città/pianura, nell’ottica del reciproco vantaggio
e delle potenzialità di innovazione place-based (Barca, F., Carrosio, G.,
S. Lucatelli S., 2018). Perché ciò sia possibile, però, occorre affrontare
la questione in un’ottica di governo dei ussi e delle interdipendenze
“metro-montane”, tramite una programmazione strategica di area va-
sta, non polarizzata sugli interessi, valori e priorità delle élite estratti-
ve, tanto urbane quanto montane.
Le Aree Interne e montane, del resto, sono una risorsa che, per diven-
tare pienamente generativa, richiede investimenti adeguati e azioni
mission-oriented che si pongano obiettivi ambiziosi (De Rossi A., 2018).
In termini più specici, il tema delle aree interne ci segnala che l’inno-
vazione sociale, che può denirsi come “lo sviluppo e l’implementazione
di nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che incontrano bisogni sociali, cre-
lo sviluppo e
l’implementazione di
nuove idee (prodotti,
servizi e modelli) che
incontrano bisogni sociali,
creano nuove relazioni
sociali e collaborazioni
4 http://s3platform.jrc.ec.europa.eu/documents/20182/84453/Guide_to_Social_Innovation.pdf
MONTAGNA
(347 comuni)
COLLINA
(581 comuni)
PIANURA
(278 comuni)
Supercie Popolazione Supercie Popolazione Supercie Popolazione
10.983 km2 496.197 7.694 km2 1.361.442 6.710 km2 2.579.159
43,3% 11,2% 30,3% 30,7% 26,4% 58,1%
Tab.2
Comuni e distri-
buzione demogra-
ca del Piemonte.
Fonte: Dati ISTAT
2013.
1312
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 01
RIFUGIO PARALOUP La montagna che rinasce
Rittana (CN)
Il Rifugio Paraloup offre al pubblico l’utilizzo di spazi ed eventi dove
vivere la montagna e la sua storia di vita partigiana, spazi per dor-
mire e mangiare promuovendo i prodotti del territorio. Il rifugio
offre passeggiate naturalistiche, cene a tema, equitazione, pas-
seggiate con le ciaspole, laboratori per bambini e noleggio bici ed
eventi letterari.
http://paraloup.it/
MONVISO INSTITUTE A place in transition
Sere Lamboi, Ostana (CN)
Il MonViso Institute (MVI) è un laboratorio volto alla ricerca, all’edu-
cazione, all’imprenditorialità e a un nuovo modo di vivere la montagna
all’insegna della sostenibilità e del design sistemico. La borgata “Sere
Lamboi” (signica “terrazza degli alberi Laburnum dalla oritura gialla-
stra”) abbandonata dagli anni Cinquanta, consiste di sei edici in pietra
su circa un ettaro di cui una parte di terreno boschivo. Grazie al Mon-
elevata percentuale di comuni classicati come “aree interne” (cfr. tab.
seguente), ma nel contempo prevalgono i comuni “meno interni”, cioè
quelli intermedi (38,3%). La distribuzione sul territorio piemontese
delle aree montane non è omogenea rispetto ai bacini provinciali. In-
fatti, l’area pianeggiante costituisce il 58% della ex provincia di Vercel-
li, mentre non si rileva pianura nel Verbano-Cusio-Ossola. Caso parti-
colare il territorio collinare astigiano, dove la pianura è quasi del tutto
assente, ma anche la montagna. Nel complesso l’incidenza del terri-
torio montano sul totale non è molto diversa tra il Piemonte e l’Ita-
lia, mentre la quota percentuale di popolazione che vive in montagna
(11,2%) o in collina spesso pre-montana (30,8%) è del tutto allineata
ai valori nazionali.
In sintesi, quindi, le Aree Interne e montane del Piemonte costituisco-
no una porzione molto estesa del territorio regionale e, nel contempo,
testimoniano un dualismo rilevante: sono spazi ad oggi sotto-valoriz-
zati e in larga misura spopolati ma, allo stesso tempo, proprio lì si van-
no sviluppando attività imprenditoriali, a cavallo tra economia sociale,
settore agro-silvo-pastorale e servizi ad elevata intensità relazionale,
fortemente innovative e “calibrate” sulle caratteristiche place-based
dei territori. Se infatti consideriamo il criterio orograco - che tiene
insieme i comuni montani con quelli di fondovalle - il peso della monta-
gna nell’economia regionale è di tutto rispetto.
Si tratta di forme di imprenditorialità diffusa e “leggera”, che integra
piccole produzioni a elevata qualità con l’offerta di un turismo lento ed
esperienziale. Si tratta, inoltre, di realtà capaci di provvedere all’offer-
ta di beni pubblici e collettivi, dai servizi eco-sistemici, alla manuten-
zione del paesaggio, alla riproduzione innovativa dei saperi della tra-
dizione locale. Di seguito due esempi di imprenditorialità di successo
nelle aree interne del Piemonte.
AREE INTERNE COMUNI MONTANI % COMUNI MONTANI v. a.
Polo 0,6% 2
Cintura 32,0% 111
Intermedio 38,3% 133
Periferico 25,9% 90
Ultra-periferico 3,2% 11
TOTALE 100,0% 347
AREE INTERNE: 67,4% DEI COMUNI MONTANI
Fig. 3
Terrazza per attività
all’aperto del
Rifugio Paraloup.
Tab.3
Aree Interne del
Piemonte.
Fonte:
Dati ISTAT 2013.
1514
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 01
cati in borghi e piccoli paesi in aree lontane dai servizi (Dematteis
M., Di Gioia A. e Membretti A., 2018).
Secondo le ricerche condotte dall’associazione Dislivelli5 (2017), e
secondo le analisi presentate nel recente volume collettivo “Riabitare
l’Italia” (De Rossi A., 2018), sarebbero in atto segnali di ripresa rispet-
to al neo-popolamento delle zone montane che, seppur ancora troppo
limitati per essere colti sul piano quantitativo come vere e proprie ten-
denze, possono comunque indicare un prodromico ritorno di interes-
se per queste aree. Tali segnali si devono a:
• consolidamento del cambiamento dei valori verso dimensioni
“post-materialiste” (sostenibilità ambientale, ecologia, post-cre-
scita, economia circolare);
• rivalutazione delle risorse ambientali in chiave imprenditoriale
(risorse culturali, agro-forestali, energetiche, etc.);
• rivalutazione degli stili di vita non orientati alla proprietà e al con-
sumo;
• miglioramento dell’accessibilità e valorizzazione del prodotto
come servizio;
• nuove possibilità offerte dalla telecomunicazione e dallo smart
working.
Emergono nel dibattito almeno tre motivi per promuovere lo sviluppo
locale nelle aree montane. In primo luogo, generare occupazione e be-
nessere nelle comunità residenti in montagna, considerando gli eleva-
ti livelli di disoccupazione, giovanile in particolare, che caratterizzano
la regione. In secondo luogo, promuovere uno sviluppo socio-culturale
capace di valorizzare nel lungo periodo tutti gli aspetti del territorio
e dell’ambiente. Inne, riequilibrare la relazione con la città, interve-
nendo sulla struttura degli scambi. Per fare questo, nuovamente, oc-
correrebbe radicare nelle comunità che vivono in montagna le attività
produttive e i servizi che nel tempo sono scivolati a valle.
Molte sono le esperienze e le sperimentazioni che, tramite attori sia
pubblici che privati, hanno iniziato a guardare in modo nuovo alle in-
terdipendenze e alle sinergie tra le aree montane e quelle di pianura:
aree deboli e aree forti, “pieni” urbani e “vuoti” delle terre alte, risorse
locali e il più ampio contesto nazionale (De Rossi A., 2018). Tuttavia,
manca ancora in questo panorama uno strumento che, attraverso in-
novazioni tecniche, sociali, amministrative, gestionali e imprenditoria-
li, funzioni da supporto e raccordo tra “l‘offerta” e la “domanda” di aree
interne/montane6.
All’interno di questo quadro di analisi, nel 2017 ha preso vita il pro-
getto InnovAree: il progetto per sviluppare nuova economia nelle
Aree Interne.
Viso Institute “Sere Lamboi” sta riprendendo vita trasformandosi in un
campus universitario di montagna. Il campus, in continua evoluzione,
comprende alloggi, ufci, laboratori per la prototipazione e fabbrica-
zione, aree benessere all’aperto, orti in cui si pratica la permacultura.
http://monviso-institute.org/
1.3 Le Aree Interne in Piemonte e la “nuova
domanda di montagna”
Negli ultimi anni la ricerca territoriale ha registrato la presenza di una
importante “domanda di montagna” che ha fatto emergere diversi pro-
li in merito ai suoi nuovi o possibili abitanti:
• nuovi montanari che dalle aree urbane si trasferiscono in monta-
gna (Corrado F., De Matteis G., Di Gioia, A., 2014);
• montanari “di ritorno” che tornano nei luoghi di origine (De Mat-
teis G., 2011);
• stranieri che investono risorse economiche e umane in progetti di
impresa nelle aree alpine e appenniniche del nostro Paese (Mem-
bretti A., Koer I., Viazzo P.P., 2017);
• ma anche montanari “per forza”, rifugiati e richiedenti asilo collo-
Fig. 4
MonViso Institute.
Fonte: MonViso
Institute.
5 http://www.dislivelli.eu/blog/
6 La nuova legge regionale del Piemonte per lo sviluppo della montagna coglie alcune delle tendenze sopracitate https://www.
regione.piemonte.it/web/pinforma/notizie/una-nuova-legge-per-sviluppo-della-montagna. Nella stessa direzione si è svilup-
pato anche il lavoro di UNCEM http://www.uncem.piemonte.it/
17
CAPITOLO 02
02
INNOVAREE:
IL PROGETTO
PER SVILUPPARE
NUOVA ECONOMIA
NELLE AREE INTERNE
2.1 Il progetto InnovAree: obiettivi e partner
Coerentemente con quanto descritto nel capitolo precedente, e con
le opportunità evidenziate dall’analisi territoriale, nel 2017 è nato In-
novAree, un progetto nalizzato a sperimentare un servizio integrato
per promuovere lo sviluppo socialmente innovativo delle zone monta-
ne e delle Aree Interne del Piemonte. I partner promotori del proget-
to InnovAree sono attori che già lavorano a livello culturale, sociale e
sul versante imprenditoriale, per favorire il neo-popolamento e la per-
manenza nelle aree montane e aree interne di persone e di imprese
innovative, consapevoli dell’enorme ricchezza materiale e immateriale
costituita da questa importante porzione del territorio piemontese.
I partner promotori e i loro referenti interni sono: Accademia Alte Ter-
re (referente Filippo Barbera), Collegio Carlo Alberto (referente Filip-
po Barbera), UNCEM (referente Marco Bussone), SocialFare I Centro
per l’Innovazione Sociale (referenti Andrea Membretti e Azzurra Spi-
rito). Responsabile operativo del progetto è stato Andrea Membretti,
sociologo ed esperto in sviluppo delle aree montane.
InnovAree si è posto come progetto di pratica sperimentale, con l’o-
biettivo di connettere la “domanda di montagna” di tanti soggetti a
vocazione imprenditoriale (vedi paragrafo 2.2) con l’offerta di servi-
zi dedicati. A tal ne, InnovAree ha messo a sistema competenze e
strumenti diversi per supportare la realizzazione di nuove progettua-
lità e/o il rafforzamento di progettualità esistenti volte allo sviluppo
socialmente innovativo delle zone montane e delle aree interne del
Piemonte, attraverso l’accompagnamento di esperti di diversi ambiti
(dallo sviluppo di modelli di business ad impatto sociale, no alla di-
mensione architettonica e urbanistica), attivando gli strumenti del mi-
cro-credito e della nanza etica.
Il progetto ha avuto durata di 24 mesi, da Luglio 2017 a Giugno 2019
arrivando ad accompagnare 16 progetti per lo sviluppo montano e
delle aree interne del Piemonte.
Il progetto ha prodotto i seguenti output:
• prototipo sperimentale di accompagnamento: “Vado a vivere in
montagna”, che ha guidato 16 progetti (febbraio 2018 – giugno
2019);
• evento di promozione pubblica del progetto, presso il Museo Na-
zionale della Montagna di Torino, con la partecipazione di oltre
300 persone e di numerosi stakeholder (24 maggio 2018);
• pubblicazione dei primi esiti del progetto nel volume “Riabitare
1918
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 02
di prossimità. Sono arrivati segnali di interesse anche da realtà di al-
tre regioni italiane: in particolare, Andrea Membretti, ha partecipato
ad incontri mirati con stakeholder interessati in Trentino Alto-Adige
(dove il progetto è stato presentato a Trento, a luglio 2018) e in Friuli
Venezia-Giulia (dove è stato presentato al festival Innov-Alp, Tolmez-
zo, marzo 2019).
2.2 I settori e i beneficiari del progetto
Il progetto, in particolare attraverso lo sviluppo del prototipo speri-
mentale, si è rivolto a quanti (neo-laureati, liberi professionisti a par-
tita Iva, associazioni, organizzazioni non prot, imprese già costituite
o costituende, imprese sociali) avevano intenzione di sviluppare pro-
getti di vita e di lavoro nelle montagne piemontesi, a partire dai settori
tipici di quei territori:
• agro-silvo-pastorale
• servizi alla persona
• turismo sostenibile
• agricoltura sociale
• energie rinnovabili
• cultura e promozione del territorio
• recupero dell’edilizia dismessa a ni produttivi e comunitari.
I settori sono stati selezionati in relazione alle esigenze di sviluppo e
alle potenzialità dei territori montani considerati per lo sviluppo del
prototipo sperimentale. La scelta di avere beneciari diversi (dal sin-
golo, a gruppi, a imprese, etc.) è stata compiuta per rispondere alle
domande di montagna espresse da una popolazione variegata, le cui
caratteristiche erano solo in parte note al momento dell’avvio della
sperimentazione. Infatti, primo obiettivo del progetto attraverso il
prototipo sperimentale, era anzitutto quello di capire se esistesse una
“domanda di montagna” e, eventualmente, quali fossero le sue carat-
teristiche.
La risposta è stata senz’altro positiva, come dimostrato dalle più di 60
richieste intercettate (14 febbraio - 31 marzo 2018) in presenza di
una strategia di comunicazione costruita quasi esclusivamente attra-
verso i social media e che è stata connotata dal passaparola spontaneo
degli utenti (es. gruppi facebook), citazioni in blog di settore e contatti
diretti con i referenti di progetti nell’ambito di eventi legati all’ambito
di InnovAree.
l’Italia” (De Rossi A., 2018);
• visibilità sui social media, media locali e nazionali (articoli, rasse-
gne, servizi televisivi);
• pubblicazione del report del progetto (Giugno 2019);
• evento conclusivo del progetto, presso il Collegio Carlo Alberto
di Torino (6 Giugno 2019).
Dal punto di vista dell’attenzione mediatica, il progetto ha avuto una
buona risonanza: Andrea Membretti, responsabile operativo del pro-
getto, è stato intervistato dal TG3 nazionale, in prima serata, oltre che
da vari quotidiani e blog. Il direttore scientico della ricerca, Filippo
Barbera, ha realizzato incontri bilaterali con gli stakeholder locali e
di altre realtà regionali (Assessore regionale, Camera di Commercio,
Associazioni datoriali, Parlamentari, Fondazione Garrone) in chiave
di networking, relativamente all’impiego di risorse e alla denizione
di strategie sul versante del microcredito e dell’innovazione sociale,
dall’ambito urbano a quello delle aree interne/montane piemontesi,
a sostegno di iniziative imprenditoriali a impatto sociale diffuse, alla
gestione di beni comuni locali e alla costruzione innovativa di servizi
Photo credit:
MonViso Institute
2120
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 02
• la costituzione della «Accademia delle Alte Terre8» che vede insie-
me come promotori Università e Politecnico di Torino, Regione
Piemonte, Uncem, CNR, Collegio Carlo Alberto e Città di Mondovì.
L’incontro ha consentito di presentare a stakeholder attivi sul territo-
rio piemontese (quali Compagnia di San Paolo, Banca Etica, PerMicro,
Ubi Banca, Uncem) alcuni casi di successo che hanno messo in luce
come i territori in oggetto, laddove siano presenti risorse umane (en-
dogene ma più spesso esogene, a partire dai cosiddetti “nuovi monta-
nari”, spesso di origine urbana) e ambientali di pregio (foreste, terreni
agricoli, fonti di energia rinnovabili, saperi tradizionali, patrimoni edili-
zi), possano tramutarsi da luoghi abbandonati a spazi per sperimenta-
re forme di innovazione economica e sociale.
In aggiunta, i casi presentati hanno evidenziato le spiccate capacità
auto-imprenditoriali di quanti stanno portando avanti questi progetti.
Al contempo, hanno fatto emergere la difcoltà, per molte delle espe-
rienze discusse, nel fare un salto di scala, passando da iniziative con
redditività a volte ancora minima a vere e proprie imprese in grado
di promuovere lo sviluppo locale senza tradire la vocazione sociale e
territoriale di chi ne è promotore. In aggiunta, è emersa la difcoltà
da parte delle diverse realtà che hanno sviluppato progetti di succes-
so nell’accesso al credito, nel reperire informazioni sulle opportunità
presenti (es. nanza etica).
2.3 Percorso per l’attivazione del progetto
Lo sviluppo del progetto InnovAree ha richiesto la strutturazione di
azioni speciche, nonché il coinvolgimento di diversi attori per render-
le operative.
InnovAree si è sviluppato, a partire dal 2017, attraverso il seguente
percorso:
• formazione di un’advocacy coalition con il coinvolgimento di un
primo gruppo di stakeholder (portatori di interesse) e la loro sot-
toscrizione di un Memorandum of Understanding;
• raccolta e analisi delle caratteristiche principali della “domanda di
montagna”, tramite studio della letteratura, realizzazione di collo-
qui mirati con esperti, analisi di dati e ricerche sul tema;
• progettazione e implementazione del prototipo sperimentale di
servizio che ha supportato attraverso capacity building e mentor-
ship lo sviluppo di progetti dedicati alle zone montane e alle aree
interne piemontesi;
• valutazione dei risultati raggiunti tramite il prototipo sperimen-
tale.
Il primo passo di InnovAree è stata la creazione dell’advocacy coalition
con il coinvolgimento di stakeholder per la denizione di strategie sul
versante del credito e dell’innovazione sociale interessati a sostenere
iniziative imprenditoriali a impatto sociale diffuse, alla gestione di beni
comuni locali e alla costruzione innovativa di servizi di prossimità.
Tale coalizione è stata raggiunta attraverso le seguenti attività:
• evento di kick-off del progetto per presentare agli stakeholder
territoriali alcuni casi di successo e aprire il confronto sulla co-
struzione di una strategia comune di intervento;
• incontri bilaterali e multilaterali con gli stakeholder più interessati
per individuare possibili linee di azione e per costruire sinergie e
collaborazioni di liera;
• coinvolgimento di ulteriori attori territoriali necessari per lo svi-
luppo del prototipo sperimentale del progetto (capacity building,
mentoring e coaching);
• rma del Memorandum of Understanding del progetto InnovA-
ree.
Il 27 novembre 2018, presso Rinascimenti Sociali, il Collegio Carlo Al-
berto e SocialFare hanno promosso l’incontro di kick-off del progetto
InnovAree, in continuità diretta rispetto alle azioni intraprese con:
• il programma «Torino e le Alpi7» nanziato dalla Compagnia di S. Paolo,
7 https://www.compagniadisanpaolo.it/ita/Programmi/Torino-e-le-Alpi 8 https://accademiaalteterre.it/
2322
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 02
giore interesse verso InnovAree, degli incontri bilateriali per indivi-
duare possibili linee di azione per costruire sinergie e collaborazioni
di liera. Questi incontri hanno consentito, anche sulla base dei dati
e delle riessioni frutto delle ricerche sui “nuovi montanari” già sopra
citate, di identicare i contenuti da sviluppare entro il prototipo speri-
mentale di seguito riportati.
Contenuti proposti per il prototipo sperimentale:
• Analisi della domanda di montagna: mappatura e lettura delle ca-
ratteristiche dei partecipanti proponenti e delle progettualità da
loro sviluppate;
• Creazione di reti territoriali: networking tra quanti hanno svilup-
pato progettualità di vita e di impresa in aree interne e/o montane
con l’obiettivo di favorire la creazione di sinergie tra di loro;
• Assessment: valutazione delle progettualità rispetto a sostenibi-
lità economica, sociale e ambientale;
• Capacity building: accompagnamento nella revisione della strut-
tura delle progettualità, identicazione di potenzialità ed even-
tuali punti di fragilità, strutturazione di una roadmap per la sua
realizzazione
• Valutazione economica: identicazione del fabbisogno economi-
co dei progetti e delle forme di supporto attuabili;
• Matching: creazione e supporto nel dialogo tra partecipanti pro-
ponenti e Service Provider.
Partendo dai contenuti proposti per lo sviluppo del prototipo speri-
mentale, è stata creata la rete di Service Provider del progetto (cfr.
paragrafo 3.2) che hanno portato le proprie competenze (rispetto
accompagnamento all’impresa sostenibile e nanziamento attra-
verso credito - micro ed etico), al ne di supportare i proponenti alla
sperimentazione nella strutturazione e implementazione delle loro
progettualità. A questo scopo, da gennaio a maggio 2018 sono stati
realizzati diversi workshop di co-progettazione che hanno coinvolto
i Service Provider di supporto alla strutturazione e implementazione
delle progettualità (Service Provider di primo livello) che erogatori di
micro-credito e credito etico (Service Provider di secondo livello). Al
termine di questa prima fase di indagine e progettazione è stato sti-
lato e rmato congiuntamente dai promotori InnovAree, dai Service
Provider e altri attori interessati il Memorandum of Understanding di
InnovAree (27 giugno 2018).
Il dialogo con gli stakeholder presenti all’incontro ha permesso di fare
emergere le grandi potenzialità del micro-credito e della nanza age-
volata rispetto a queste progettualità. La necessità prevalente risulta
essere quella di offrire strumenti nanziari ad hoc o comunque appo-
sitamente calibrati per favorire questo tipo di iniziative, contribuendo
così a costruire l’offerta di “montagna” in presenza della domanda e
dei trend prima discussi.
Di seguito i casi presentati:
• La casa rotta e nuove rotte9 (co-housing, agricoltura biologica e
accoglienza – Langhe)
• Germinale10 (agricoltura biologica di comunità - Valle Stura)
• Restart Alp11 (incubatore per start-up in montagna - Fondazione
Garrone, VCO)
• Boschi vivi12 (start-up, servizio cimiteriale e forestale integrato,
Liguria)
• Pantai ES13 (remunerazione servizi ecosistemici, Val Maira)
• I tesori della terra/Famu14 (agricoltura bio-dinamica e inclusione
di soggetti svantaggiati, Cuneo).
A seguito dell’incontro di kick-off, tra Dicembre 2017 e Aprile 2018,
sono stati realizzati con gli stakeholder che hanno manifestato mag-
9 https://www.lacasarotta.com/
10 https://www.alpine-space.eu/projects/pluralps/plura-
lism-award/italy/germinale-agricoltura-comunitaria.pdf
11 https://www.restartalp.it/
12 https://boschivivi.it/
13 https://www.pantaies.com/
14 http://www.cooptesoribio.it/
Photo credit:
MonViso Institute
25
CAPITOLO 03
03
VADO A VIVERE
IN MONTAGNA:
IL PROTOTIPO
SPERIMENTALE
3.1 Il prototipo sperimentale “Vado a vivere in
montagna”
Per vericare sul campo quanto teorizzato e disegnato con i Servi-
ce Provider, è stato progettato e implementato (da febbraio 2018 a
giugno 2019) il prototipo sperimentale Vado a vivere in montagna.
Coerentemente con gli obiettivi di InnovAree, l’obiettivo di Vado a vi-
vere in montagna è stato raccogliere nuove progettualità per lo svi-
luppo delle aree montane e interne del Piemonte e supportarne la re-
alizzazione attraverso percorsi di accompagnamento (coaching) con
esperti attivabili in relazione alle esigenze della singola progettualità
(dallo sviluppo di nuovi modelli di business ad impatto sociale, no alla
dimensione architettonica e urbanistica) e verso l’accesso a forme di
micro-credito e nanza etica.
Nello specico, il prototipo sperimentale ha attivato in modo gratuito
le seguenti offerte:
• Sportello di consulenza e orientamento per le progettualità;
• Workshop condiviso di validazione delle progettualità;
• Percorsi di accompagnamento personalizzato one to one.
Lo sportello di consulenza e orientamento, aperto da febbraio a marzo
2018 (6 settimane) presso Rinascimenti Sociali (TO), è stato dedicato
all’ascolto dei potenziali partecipanti al prototipo sperimentale e alla
raccolta delle loro idee progettuali, attraverso un incontro sico one
to one di circa un’ora con Andrea Membretti. Sulla base di una gri-
glia concettuale, i colloqui di ascolto sono stati nalizzati ad un primo
screening delle idee progettuali. Nel periodo di apertura 61 parteci-
panti hanno contattato il servizio e 46 si sono presentati al colloquio.
A seguito del primo incontro tramite sportello, è stata offerta loro la
possibilità di prendere parte ad un primo incontro per conoscere gli
altri partecipanti alla sperimentazione, scoprire le loro progettualità e
identicare possibili sinergie.
Ai partecipanti alla sperimentazione è stata poi offerta la possibilità di
prendere parte ad un’attività di workshop (una giornata) presso Rina-
scimenti Sociali (TO), condotta dai partner promotori del progetto in
collaborazione con i Service Provider, dedicata alla validazione delle
progettualità in termini di: idea, proposta di valore, beneciari, punti di
forza e di debolezza. Il workshop è stato occasione di primo contatto
tra i partecipanti e i diversi Service Provider allo scopo di denire le
esigenze di ogni progettualità e indirizzare così il percorso di accom-
pagnamento personalizzato. Dei 19 progetti presentati nel workshop
di validazione, 16 hanno scelto di seguire il percorso di accompagna-
2726
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 03
• Service Provider di secondo livello attivi nell’erogazione di credi-
to sociale e micro-credito che sono stati coinvolti per il supporto
economico in termini di credito etico e di micro-credito in rela-
zione alla necessità di ogni singolo percorso di accompagnamento
one to one.
Service Provider di primo livello:
Accademia di progettazione sociale Maurizio Maggiora
Accademia di Progettazione Sociale Maurizio Maggiora è una asso-
ciazione nata a Torino nel 2013. Una palestra per allenare i giovani a
gestire il cambiamento nella società e nelle organizzazioni. È un vero
e proprio centro di conoscenza e competenza che offre ai giovani l’op-
portunità di scoprire, fare esperienza e acquisire nuove capacità trami-
te sperimentazioni e realizzazioni di modelli concreti.
Dialogo, confronto, sinergie e co-progettazione fra aziende, Universi-
tà, reti sociali, Centri di ricerca e d’innovazione, Enti del Terzo Setto-
re e altre istituzioni sono i fondamenti dei servizi dell’Accademia e gli
strumenti base per generare cambiamento.
www.accademiamm.it
Referente per il progetto Livio Frola.
Associazione MicroLab onlus
Onlus attiva nella formazione e nell’accompagnamento di micro-im-
prenditori tramite Mentor volontari, dedica le sue attività a: favorire la
valorizzazione, la promozione e lo sviluppo dell’autoimpiego e dell’im-
prenditoria per giovani e persone che vivono situazioni di svantaggio,
come strumento in grado di garantire sviluppo ed inclusione sociale;
assistere e sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese, microimpre-
se e startup; fornire formazioni sullo sviluppo d’impresa e consulenza
professionale per le scelte universitarie, prospettive di lavoro dipen-
dente e di lavoro autonomo per studenti delle scuole superiori.
www.associazionemicrolab.it
Referente per il progetto Stefania Guida, Coordinatrice Nazionale dell’As-
sociazione.
Reseau Entreprendre Piemonte
La mission di Réseau Entreprendre è quella di contribuire a creare
posti di lavoro e di aiutare le PMI nei nostri territori, Réseau Entre-
prendre è una rete di leader d’impresa volontari che afancano degli
imprenditori nella potenziale creazione di posti di lavoro aiutandoli a
raggiungere il successo nella creazione, nella ripresa o nella crescita di
impresa. L’azione di Réseau Entreprendre è fondata su 3 principi fon-
damentali e indissociabili: l’importanza della persona, il principio del-
mento one to one personalizzato, al ne di ottenere supporto per
speciche esigenze progettuali e nanziarie. Ogni Service Provider
ha sviluppato singolarmente il percorso di accompagnamento con
periodici confronti con i partner promotori di InnovAree. Occasioni
di networking sono state pianicate durante il periodo di attivazione
della sperimentazione.
Nel complesso, il prototipo sperimentale ha portato allo sviluppo dei
seguenti output:
• Più di 60 contatti via mail/tel per informazioni;
• 46 persone incontrate (primo colloquio individuale);
• 19 idee progettuali presentate (workshop di validazione);
• 16 idee progettuali accompagnate (percorso di accompagnamen-
to personalizzato one to one).
• 3.2 I Service Provider del prototipo sperimentale
3.2 I Service Provider del prototipo sperimentale
La realizzazione del prototipo sperimentale ha portato al coinvolgi-
mento di diversi Service Provider afferenti due macro-categorie:
• Service Provider di primo livello attivi sul versante dell’accompa-
gnamento al fare impresa e che hanno erogato i percorsi di ac-
compagnamento personalizzato one to one per ogni progettua-
lità;
Fig.5
Visualizzazione del
prototipo sperimen-
tale Vado a vivere in
montagna periodo,
attività, output.
2928
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 03
sperienza bancaria diversa.
www.bancaetica.it
Referente per il progetto Diego Finelli, Direttore.
3.3 I progetti accompagnati dal prototipo speri-
mentale
I partecipanti che hanno preso parte al prototipo sperimentale sono
persone singole, gruppi di amici, giovani adulti, donne e uomini con
diverso grado di istruzione (cfr. paragrafo 2.4). Sotto l’elenco dei pro-
getti proposti dai partecipanti e accompagnati entro il prototipo spe-
rimentale.
Apicultura Muande Bellacomba (Rubiana, Località Muande Bellacomba)
Il progetto prevede la produzione e vendita di miele milleori di mon-
tagna, miele di castagno, miele di ora alpina con rododendro e miele
di acacia. In aggiunta, il progetto include produzione e vendita di cera
d’api e cera d’api di opercolo.
Filrouge (Val Chisone, Zona Fenestrelle)
Il progetto è dedicato allo sviluppo di uno spazio per l’afnamento di
prodotti caseari (es. formaggi locali) e di uno spazio laboratorio per il
confezionamento degli stessi.
la gratuità, lo spirito della reciprocità. I soci di Réseau Entreprendre
aderiscono a questi forti valori formando una rete di solidarietà mirata
alla creazione di posti di lavoro. Sono convinti che la creazione di posti
di lavoro sia imprescindibilmente legata alla riuscita degli imprenditori
e si mobilitano di conseguenza apportando tempo, mezzi e competen-
ze in maniera completamente gratuita.
https://www.reseau-entreprendre.org/piemonte/
Referente per il progetto Francesco Orlando.
Istituto Nazionale di Architettura sezione regionale del Piemonte
(IN/Arch Piemonte)
L’IN/ARCH è un istituto culturale riconosciuto giuridicamente ed è
Istituto Scientico Speciale per il MIUR dal 2004. L’istituto, fondato
nel 1959 da Bruno Zevi, promuove i temi legati all’architettura e al ter-
ritorio nel mondo delle professioni, della politica, dell’impresa e della
cultura. Possono essere soci IN/Arch architetti, ingegneri, costrutto-
ri, produttori di materiali, componenti edilizie e design, studenti, enti
pubblici e privati, associazioni di categoria e istituti bancari, e, in gene-
rale, tutti coloro che amano l’architettura.
www.inarchpiemonte.it
Referente per il progetto Paola Valentini architetto Presidente di IN/Arch
Piemonte, con Franco Lattes e Silvia Minutolo architetti.
Service Provider di secondo livello:
PerMicro
PerMicro è un intermediario nanziario specializzato nell’erogazione
di microcredito all’impresa e alla famiglia. PerMicro si occupa di creare
occupazione e inclusione sociale attraverso l’erogazione professiona-
le di crediti e microcrediti, l’educazione nanziaria e l’offerta di servizi
di avviamento e accompagnamento all’impresa. PerMicro si rivolge
persone con idee imprenditoriali e con esigenze nanziarie primarie
(casa, salute, formazione), escluse dai tradizionali canali del credito
per insufciente storia creditizia o precaria posizione lavorativa.
www.permicro.it
Referente per il progetto Monica Bertola.
Banca Etica
Banca Etica dal 1999 è l’unico istituto di credito in Italia che opera nel
rispetto dei principi della nanza etica: trasparenza, partecipazione,
sobrietà, efcienza, attenzione agli impatti sociali e ambientali dei -
nanziamenti erogati. Offre tutti i principali prodotti e servizi bancari
per privati e famiglie o per organizzazioni e imprese, proponendo un’e-
Photo credit:
Paolo Meitre
Libertini
3130
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 03
un servizio di ristorazione offrendo i prodotti coltivati.
La casa del sole (Località Comba Crosa – Comune di Perrero, Torino)
Il progetto prevede l’Insediamento di un ecovillaggio biovegano con
servizi condivisi (co-housing), foresteria (posti letto + ristorazione),
rural school (impostazione libertaria) attività di cura e benessere oli-
stici, bio-agricoltura e scuola di agricoltura sinergica e permacoltura, e
laboratori artigianali.
Le Trune Ecovillaggio (Condove, Val di Susa)
Il progetto è dedicato al recupero di una borgata antica (acquistata) al
ne di riportare vita in loco e creare opportunità lavorative (es. colti-
vazione, allevamento). Il posto vuole essere una sorta di
cascina didattica, luogo sperimentale e ricettivo, punto di incontro di
persone ed esperienze.
Bio? Logico (Settimo Vittone)
Il progetto ha come obiettivo l’ampliamento dell’azienda agricola di fa-
miglia che si occupa di agricoltura biologica, andando ad accrescere il
proprio organico e portando così nuovi abitanti e risorse sul territorio.
Dzerta Horto (Desertes, Cesana Torinese, Val Susa)
Il progetto si propone, attraverso la produzione e trasformazione di
prodotti quali lavanda, ori alpini, erbe aromatiche, piante ofcinali e
piccoli frutti, di generare una nuova economia locale nel paese di De-
sertes e che lavori sull’intera liera. Premessa fondamentale del pro-
getto è la volontà di innescare il motore di riqualicazione e ripristino
dei luoghi storici ora abbandonati.
Filiera piccoli frutti (Rubiana, Val di Viò)
Il progetto prevede lo sviluppo di un’attività di produzione, vendita e
trasformazione di prodotti del territorio in particolare piccoli frutti.
Filatura di canapa italiana
Il progetto si pone come obiettivo la riduzione della liera fra produ-
zione di canapa, elaborazione e vendita di prodotti niti ecosostenibili.
Water (Ostana, Cuneo)
Il progetto si fa promotore di attività volte a implementare la soste-
nibilità ambientale delle strutture del Monviso Institute (http://mon-
viso-institute.org/) con particolare riferimento al trattamento delle
acque.
I Marroni di Pian del Conte (Bassa Valle di Susa, Villar Focchiardo)
Il progetto vuole valorizzare il marrone Valle Susa attraverso la costi-
tuzione di un soggetto economico nuovo che, facendo liera con il ter-
ritorio (es. produttori), si occupi della commercializzazione, del marke-
ting e della trasformazione artigianale dei marroni e delle castagne da
prodotto fresco a prodotti niti e semilavorati.
Vivabitare (Zubiena, Cibiana di Cadore)
Il progetto mira a individuare 5 nuclei famigliari che vogliano ridare
vita ad un cascinale a Zubiena (BI), condividendo un progetto di abita-
zione collaborativa in un contesto agricolo. La proprietà è circondata
da terreni agricoli a prato e a bosco, per un totale di 2.4 ettari. Le uni-
tà abitative che saranno realizzate, puntando al risparmio energetico
e all’utilizzo di materiali naturali, integreranno al loro interno servizi
e spazi comuni per promuovere le relazioni tra vicini e per facilitare
la gestione della vita di tutti i giorni. Si afancano spazi per attività di
ospitalità diurna di servizi sociali, culturali, etc., nonché spazi da de-
stinare allo sviluppo di attività agricole (coltivazione, apicoltura, etc.).
La Bourcetin (Vallone di Bourcet, Val Chisone)
Il progetto ha come obiettivo l’ampliamento dei terreni coltivabili at-
traverso la riconversione di aree marginali boschive e aderendo a pro-
cessi di agricoltura biologica. Il progetto inoltre si pregge di ampliare
le coltivazioni esistenti di piccoli frutti e patate. Mettendo a sistema le
diverse opportunità produttive, il progetto vuole in ultimo realizzare
Photo credit:
Paolo Meitre
Libertini
3332
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 03
relativa di laureati, anche in possesso di master o dottorati (21 per-
sone, con lauree a loro volta molto diversicate, dal settore agro-ali-
mentare all’ingegneria, sino alla psicologia e alla comunicazione), una
quota signicativa è stata rappresentata dai diplomati (15, spesso
in istituti tecnici) ma si sono presentati anche in un discreto numero
quanti hanno conseguito il solo obbligo scolastico (10). La provenien-
za dei soggetti è stata in gran parte dalla provincia di Torino (30), sia
dal capoluogo sia dai comuni delle valli montane, ma non sono mancati
soggetti che vivono in altre province piemontesi (Alessandria, Cuneo,
Novara, Verbano-Cusio-Ossola) o anche in Lombardia (Varese) ma in-
tenzionati ad operare comunque in Piemonte.
Rispetto al tipo di progetto per cui queste persone hanno chiesto sup-
porto a InnovAree, si sono delineati tre gruppi di dimensioni simili:
• innanzitutto vi sono quanti hanno già avviato, anche da anni, un’at-
tività in montagna (soggetti che spesso rappresentano coppie o
famiglie, anche allargate, e più di rado piccole società) e vogliono
fare un passo in avanti, allargando o diversicando il proprio cam-
po di intervento (per esempio, unendo alla produzione agricola la
ricettività oppure costruendo una nuova stalla per il bestiame o,
ancora, creando reti più ampie e strutturate per la trasformazione
e la distribuzione dei propri prodotti);
• una seconda categoria è quella di quanti hanno invece solo un
progetto ma ben delineato e corredato di ampia documentazione
e business-plan: in alcuni casi i proponenti hanno già acquistato
Coltiviamo emozioni (Coassolo)
Il progetto prevede l’implementazione di un’azienda agricola di pro-
dotti tipici locali: patate di montagna, mele trasformate in succhi e
confetture, erbe ofcinali trasformate in liquori e caramelle. Il proget-
to inoltre include attività di accoglienza attraverso la disponibilità di
due alloggi per aftto indipendente.
Spesa Naturale (Asti)
Il progetto vuole implementare un sito e-commerce e polo sico-lo-
gistico per ottimizzare vendita prodotti a km zero (frutta, verdura,
carne), riducendo tempi di incontro tra produttori e consumatori con
riduzione contestuale sprechi e la gestione delle eventuali eccedenze
prodotte.
Grown (Ostana, Cuneo)
Il progetto si pone come obiettivo di lavorare per la produzione di sci
in legno e bra di canapa.
Allevamento capre cashmere (Brosso, Val Chiusella)
Il progetto è dedicato all’allevamento di capre da cashmere da cui poi
ottenere il lato che sarà lavorato con tessitura manuale tramite telaio
e colorato con colori naturali coltivati in loco.
3.4 La nuova domanda di montagna intercettata
dal progetto: caratteristiche principali dei par-
tecipanti
Si sono presentati allo sportello di
consulenza e orientamento, che ha
dedicato a ciascuno un colloquio
personalizzato di circa un’ora, 46
soggetti, di cui 27 uomini e 19 don-
ne15 . La fascia d’età più rappresen-
tata è stata quella compresa tra i
30 e i 39 anni (20 persone), seguita
subito dopo dagli over 50 anni (15);
non pochi anche i soggetti molto
giovani (9, tra i 19 e i 29 anni), men-
tre sotto-rappresentata è risultata
la categoria dei quarantenni (40-
49 anni, solo 2). Le caratteristiche
socio-anagrache dei proponenti
hanno evidenziato una maggioranza
15 I dati qui presentati sono stati raccolti in parte tramite il colloquio allo sportello e in parte tramite la successiva compilazione
di un questionario strutturato, somministrato durante il workshop di gruppo.
Photo credit:
MonViso Institute
Photo credit:
MonViso Institute
3534
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 03
anche in senso culturale e ricreativo,
quello dell’allevamento e, inne, quel-
lo, al suo interno eterogeneo, dei ser-
vizi alla persona. Al di là delle carat-
teristiche dei proponenti e del tipo di
imprese immaginate o già operative, il
punto di contatto tra queste varie ini-
ziative si è costituito su due elementi
principali: da un lato la forte spinta,
spesso fondata su valori e su aspetti
etici esplicitati direttamente, verso la
vita nelle terre alte, intesa come occa-
sione per sviluppare o per rafforzare
progetti lavorativi ed esistenziali ben
diversi da quelli che si potrebbero
realizzare in città ma non per questo in opposizione alla dimensione
urbana. I proponenti avevano prevalentemente in mente una forma
di relazione montagna-città come asse portante delle proprie inizia-
tive, sia rispetto allo sbocco dei prodotti realizzati che come bacino
di utenza per i servizi offerti, no anche alla propria sfera personale
e famigliare, laddove la vita in montagna è stata concepita non come
isolamento ma come tensione positiva tra l’ambito della natura e del
rapporto con la terra e gli animali, e quello della società urbana (in cui
trovare risposta a bisogni culturali, di socialità più ampia, di stimolo
all’innovazione, così come servizi e opportunità).
Dall’altro, i soggetti che si sono rivolti allo sportello erano tutti acco-
munati dalla necessità di un supporto concreto e mirato, che li aiutas-
se a far nascere e crescere la propria impresa montana, così come a
trasformare ed ampliare/innovare quella già esistente. Una prima
area di bisogni è stata rappresentata dall’accesso ai nanziamenti, sia
nella forma del credito agevolato e personalizzato rispetto alle pecu-
liari caratteristiche del fare impresa in montagna, sia in quella del so-
stegno a fondo perduto: i proponenti hanno evidenziato in diversi casi
l’estrema difcoltà nell’accedere al credito convenzionale bancario ma
anche nel partecipare a bandi regionali o europei, in relazione innan-
zitutto alle ridotte dimensioni delle imprese avviate o progettate, così
come alle scarse garanzie in senso tradizionale che possono essere da
loro offerte a fronte del credito prestato.
Una seconda area di bisogni è stata quella dell’accompagnamento
alla costituzione dell’impresa, al suo avvio e al suo consolidamento
(o alla sua trasformazione/ampliamento, nel caso di attività già avvia-
te), tramite il reperimento delle informazioni utili, l’orientamento, la
formazione specica, la consulenza normativa e scale, il mentoring
da parte di aziende già avviate in settori simili e il supporto nel cor-
immobili e terreni (o sono in procinto di farlo, in aree individuate)
e spesso hanno una chiara idea di dove realizzare la propria im-
presa, dei mezzi necessari, del tipo di relazioni che vanno attivate,
ecc.
• inne, c’è la categoria di quelli (spesso giovani ma anche ultra-
cinquantenni) che hanno un’idea appena abbozzata o anche
semplicemente che esprimono un forte desiderio di trasferirsi
in montagna per vivere e lavorare, senza ancora aver focalizzato
l’attenzione su settori specici o su territori in particolare, magari
avendo con alcune valli un legame preesistente, ad esempio per
frequentazione turistica.
Tutte queste persone avevano già avviato o erano intenzionati ad av-
viare attività nelle montagne piemontesi, nelle Alpi, in primis (soprat-
tutto nelle valli torinesi, a partire dalla Val Susa e limitrofe, e in alcuni
casi valli cuneesi o in alcune aree del novarese e del VCO), ma anche
nelle aree alto collinari, come le Langhe o l’Appennino al conne con
la Liguria.
Rispetto al tipo di attività che i proponenti avevano in mente di rea-
lizzare (o che avevano già avviato), i principali ambiti a cui si possono
ricondurre le proposte sono quello agricolo in senso lato (agricoltura
biologica, recupero frutti/ortaggi locali e loro trasformazione, erbe
ofcinali e derivati, apicoltura), quello ricettivo e dell’ospitalità rurale,
Photo credit:
MonViso Institute
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MonViso Institute
3736
Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 03
zione delle relazioni sociali, indicate da tutti i partecipanti come ambiti
in cui l’impatto atteso è molto o abbastanza di rilievo. Altri aspetti che,
nell’opinione dei rispondenti, avrebbero tratto un signicativo bene-
cio dalla progettualità immaginata sono l’impegno civico e sociale, le
nuove opportunità lavorative ma anche la gestione del tempo libero.
Inne, i proponenti non hanno trascurato l’impatto che l’attività avreb-
be potuto avere sulla sfera familiare e su quella economica, con una
differenza: mentre nella dimensione degli affetti, che come già visto
è risultata estremamente importante e soddisfacente, prevale un’in-
uenza stimata molto rilevante, nella dimensione economica – consi-
derata meno importante e molto poco soddisfacente allo stato attuale
– per cui si immagina un impatto di media portata.
L’importanza attribuita alla realizzazione personale è stata dunque
direttamente connessa al desiderio di mettersi in gioco e di investi-
re in un progetto lavorativo e di vita nel contesto montano. A questo
proposito, si è osservata la prevalenza di un elevato grado di ducia
nella propria capacità di autodeterminazione: su una scala da 1 a 10,
la misura in cui si ritiene di poter decidere del proprio futuro, i propo-
nenti hanno indicato in media un punteggio pari a 8. A questa elevata
ducia in se stessi e nella possibilità di determinare la propria vita ha
fatto da contraltare una diffusa sducia nelle istituzioni, in particolare
quelle politiche e di rappresentanza: tutti hanno dichiarano infatti di
avere una ducia scarsa o assente nei partiti politici, nel parlamento e
nei sindacati. Appena più elevato è stato il grado di ducia manifesta-
to nella pubblica amministrazione e nel sistema di previdenza sociale,
così come nelle banche e nella Chiesa. Un maggiore credito è stato in-
vece accordato all’Unione Europea, alla magistratura e soprattutto al
sistema scolastico e formativo.
so del tempo, a fronte del percorso di
crescita affrontato. Una terza area di
esigenze ha riguardato i rapporti con
le istituzioni locali e sovra-locali, che
risultano non sempre facili, dalle con-
cessioni edilizie alla burocrazia ma an-
che rispetto ad agevolare in generale
l’insediamento delle imprese nel terri-
torio, per esempio individuando i ter-
reni privati in vendita/aftto o anche
concedendo terreni comunali in uso
gratuito, senza dimenticare l’offerta
dei servizi minimi, necessari al perma-
nere in montagna delle imprese e del-
le famiglie (scuola, internet, medico,
ecc.). Inne, si è evidenziato il forte bisogno di facilitazione rispetto
al networking e alla cooperazione con altri soggetti attivi nello stesso
settore o in ambiti complementari, a livello di valle o di area più vasta.
Tramite il questionario somministrato durante il workshop di presen-
tazione, validazione e networking sulle progettualità, è stato anche in-
dagato l’universo dei valori e degli immaginari dei proponenti, rispetto
ad alcune dimensioni centrali, a partire da quella lavorativa: da questo
punto di vista, la maggior parte dei proponenti si è dichiarata com-
plessivamente soddisfatta del lavoro che svolge (sebbene in molti casi
fossero pronti a lasciarlo, per avviare una nuova attività in montagna),
del bilanciamento tra impegni lavorativi e tempo libero e del livello di
realizzazione personale (vale qui la pena di ricordare che tutti i rispon-
denti si erano dichiarati occupati). Altri ambiti appaganti per i rispon-
denti sono risultati essere le relazioni interpersonali e, soprattutto, la
sfera familiare, ritenute decisamente soddisfacenti dalla grandissima
maggioranza dei soggetti. Se la situazione economica attuale è stata
invece valutata poco positivamente da quasi tutti i rispondenti, va
notato d’altra parte che al denaro è stato attribuito uno scarso rilievo
nella vita personale, mentre sono stati giudicati di grande importanza
la professione e la realizzazione personale da un lato, e le dimensioni
degli affetti e della socialità dall’altro.
Livello di soddisfazione attuale e importanza attribuita alle diverse
sfere si sono riessi nell’impatto del progetto di vita e lavoro imma-
ginato dai proponenti, in rapporto alla montagna. E’ prevalsa infatti
l’idea che lo sviluppo del proprio progetto in un contesto montano
potesse avere un’inuenza consistente su molteplici dimensioni indi-
viduali, in primo luogo sulla realizzazione personale e sulla valorizza-
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CAPITOLO 04
4.1 Analisi SWOT del prototipo sperimentale
Alla “domanda di montagna” raccolta, il progetto InnovAree ha rispo-
sto costruendo un prototipo sperimentale, basato sull’attivazione di
un ampio partenariato sui versanti dell’accompagnamento all’impresa,
del credito, e della relazione con le istituzioni locali e sovra-locali.
Tramite il confronto costante coi Service Provider e le periodiche riu-
nioni dedicate al monitoraggio della sperimentazione, è stato possibile
rilevare i principali punti di forza così come le criticità del prototipo
sperimentale. L’analisi SWOT16 di seguito presentata riassume i prin-
cipali dati in merito.
04
VALUTAZIONE
DEL PROTOTIPO
SPERIMENTALE
16 SWOT = strumento di pianicazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), le debolezze (Weaknesses), le
opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o in un’impresa o in ogni altra situazione in cui un’organizza-
zione o un individuo debba svolgere una decisione per il raggiungimento di un obiettivo.
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Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 04
S
O T
W
Strengths
- Capacità di intercettare, far emergere ed incanalare una vasta e diversicata “domanda di
montagna”;
- Disponibilità e interesse da parte dei proponenti intercettati nello sviluppare le proprie pro-
gettualità attraverso logiche di liera e di sharing economy, lavorando sulla possibile integra-
zione tra progettualità che mostrano elementi comuni/complementari;
- Sistema di matching con una rete di service provider portatori di diverse competenze, attiva-
bili anche congiuntamente, in funzione delle necessità delle progettualità;
- Adozione e condivisione da parte dei service provider di strumenti di supporto all’accompa-
gnamento;
- Interesse da parte dei proponenti rispetto alla possibilità di attivare servizi addizionali (corsi
di formazione, consulenze specialistiche, contatto con esperienze simili, etc.) erogati (e non)
dagli stessi service provider;
- Offerta del prototipo sperimentale in modo gratuito in tutte le fasi.
Threats
- Scarsa offerta di una domanda di montagna evoluta;
- Predominanza di un immaginario urbano della montagna;
- Mancanza di canali e strumenti che rendano leggibili le esigenze del territorio e chiara l’offer-
ta verso chi è interessato ad insediarvisi;
- Ridotti spazi di raccordo tra la pluralità di attori operanti sui territori e a livello sovra territo-
riale;
- Ridotti spazi di raccordo tra gli attori locali per un coordinamento a livello sovra territoriale.
Opportunities
- Interesse da parte di stakeholder operanti nei territori intercettati dalle progettualità (e non)
nell’aprire un dialogo di reciproca conoscenza con i partecipanti proponenti anche attraverso
l’esplicitazione dei propri bisogni e delle risorse disponibili per favorire la rispondenza e il radi-
camento dei progetti accompagnati e/o accompagnabili;
- Manifestazione di interesse rispetto ad InnovAree da parte di nuovi soggetti interessati ad
essere Service Provider rispetto al capacity building di competenze tecniche speciche (es.
agropastorali, idrogeologiche);
- Manifestazione di interesse rispetto al progetto InnovAree da parte di soggetti istituzionali
in grado di fornire informazioni sui servizi di base e reti di assistenza disponibili nei territori di
intervento;
- Sviluppo di nuove policy a livello nazionale e locale dedicate alle aree interne, in dialogo con
la Strategia Nazionale per le Aree Interne;
- Potenzialità offerte dalle tecnologie digitali e dalla connettività diffusa;
- Emersione in contesti montani di modelli innovativi e smart quali le “green community” che
possono essere replicabili rispetto a servizi socio-sanitari, liere agro-alimentari, mobilità, casa
e in generale ai lavori connessi alla ricerca di stili di vita low prot.
Weaknesses
- Dimensione “town oriented” della sperimentazione condotta, in quanto basata a Torino e
realizzata coinvolgendo esclusivamente service provider urbano-metropolitani;
- Esigenza di rafforzare il valore sociale dei progetti, attualmente concentrato spesso prevalen-
temente nella scelta di rivitalizzare le aree interne;
- Fragilità della motivazione personale di alcuni proponenti a fronte delle difcoltà incontrate
durante il percorso di accompagnamento;
- Disallineamento tra aspirazioni dei proponenti ed effettive necessità dei territori montani lì
dove è mancata l’analisi del territorio da parte dei proponenti;
- Difcoltà da parte dei proponenti di identicare in maniera autonoma stakeholder montani
in grado di favorire l’accoglienza delle proposte progettuali sul proprio territorio;
- Mancanza/carenza da parte di alcuni dei proponenti non tanto delle competenze relative agli
aspetti imprenditoriali su cui si è concentrata la sperimentazione quanto di quelle speciche
richieste dalla loro progettualità (tessitura, pastorizia, etc);
- Esigenza di una mediazione tra proponenti e service provider favorire la connessione con i
portatori delle competenze speciche anche in funzione degli avanzamenti delle diverse pro-
gettualità;
- Continuità del progetto vincolata al reperimento di fondi, data la sua natura sperimentale.
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Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 04
4.2. Prospettive per l’innovazione per le aree
interne
La sperimentazione effettuata fornisce più di una indicazione utile
per mettere a fuoco il rapporto tra innovazione sociale e aree interne.
Anzitutto, in generale, si conferma come la “questione montana” non
riguardi solo la montagna. Al contrario, essa è una cartina di tornasole
a più ampio spettro che interroga tensioni e ambivalenze del modello
di sviluppo e di alcune delle sue più importanti dimensioni costitutive.
Il potenziale di sviluppo della montagna richiede infatti di mettere a
tema la crisi del modello consumistico urbano, affermatosi negli ultimi
due secoli a discapito dei tradizionali insediamenti abitativi in quota.
Su questo sfondo, il fenomeno della scoperta e della colonizzazione
delle montagne è stato letto nel dibattito in modi opposti ma comple-
mentari, che contrappongono una visione romantica della pura con-
servazione della montagna ad una visione ludica, caratterizzata dal
suo asservimento all’uso consumistico urbano, con il rischio nale di
trasformare le aree montane in quel che viene provocatoriamente de-
nito un “deserto verde”. Entrambe queste immagini rappresentano
forme di appiattimento e di semplicazione che riducono in modo ste-
reotipato la complessità dell’ambiente sico e sociale della montagna,
che potrebbe invece essere alla base di molteplici processi di sviluppo
e di riconoscimento.
Concezioni astratte ed estetizzate della montagna, infatti, che sono
tipicamente urbano-centriche e rimandano al rapporto distale, spesso
estrattivo, patrimonialistico e/o fondato sulla valorizzazione delle ame-
nities, tra città e montagna (De Rossi A., 2018). Estrattivismo, patrimo-
nialismo e romanticizzazione costitui-
scono tratti comuni a un immaginario
urbano della montagna, spesso riser-
vato alle élites che consumano la mon-
tagna o la vogliono preservare. Élites
che vivono la montagna come arcadia,
regno della natura non contaminata
dall’attività umana, dove l’ecologia è
possibile in quanto altra rispetto alla
dimensione produttiva. Una città ide-
ale, fatta di politica, cultura, natura e
società. Ma senza l’economia, senza
il lavoro, senza la trasformazione del-
la materia da parte dell’uomo e della
tecnologia. Un immaginario, appunto,
In particolare, si ritiene opportuno intervenire sui seguenti aspetti:
• Rafforzamento del servizio: attraverso un processo di selezio-
ne che assuma gli insight emersi, l’ampliamento delle attività di
supporto al progetto (ad es. nello sviluppo di strumenti di moni-
toraggio costante, matching progressivo e valutazione di impatto
sociale), l’estensione del capacity building a competenze relative
alle attività speciche (ad es. coltivazione, ), lo sviluppo di nuove
attività di accompagnamento dedicate a stimolare il portato in-
novativo e di impatto delle progettualità, la strutturazione di una
rete che possa supportare le attività anche una volta avviate an-
che attraverso uno storytelling condiviso
• Sviluppo di una dimensione “mountain oriented”: attraverso l’i-
denticazione e il coinvolgimento di “territori accoglienti” con cui
attuare meccanismi di facilitazione per presentare ai proponenti
le caratteristiche del territorio e le opportunità offerte, agevolare
l’insediamento e stimolare meccanismi di strutturazione in termi-
ni eco-sistemici dell’offerta e creazione di comunità
• Supporto ad una visione integrata di policy: attraverso la facilita-
zione nello sviluppo di una strategia di coordinamento tra enti lo-
cali a vario livello, partendo dal coinvolgimento attivo della Città
Metropolitana di Torino.
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Vado a vivere in montagna: risposte innovative per sviluppare nuova economia nelle Aree Interne
CAPITOLO 04
bani, dunque, è possibile creare le condizioni favorevoli per soluzioni
innovative che provino a contrastare alcune delle criticità tipiche delle
aree interne e montane: diseguaglianze economiche e sociali, esclu-
sione da fondamentali servizi “di cittadinanza” quali trasporti, istruzio-
ne e servizi.
Un più stretto raccordo tra innovazione sociale e aree interne/mon-
tane gioca anche a supporto di un diverso rapporto tra economia-so-
cietà-ambiente, all’interno dello spazio che Kate Rawhort (2017) ha
denito “economia della ciambella”: tra il “softto” dei limiti ambientali
e il “pavimento” della cittadinanza sociale. Ciò però richiede di suppor-
tare l’azione di agenti del cambiamento che, nelle aree interne/monta-
ne e in connessione con i poli urbani, disegnano nuovi mercati, prodot-
ti, servizi e modelli organizzativi (Barbera F., Parisi T., 2019).
Le azioni di contrasto non possono che partire da qui: dall’innovazione
sociale mirata al ripopolamento vocazionale. Le aree montane devono
tornare a essere luoghi nei quali si sceglie di vivere, laddove questa
scelta è correlata spesso a mutamenti etici e valoriali in favore di stili
di vita improntati alla sobrietà e alla capacità di autodeterminazione.
Ciò richiede di pensare alla politica per la montagna in modo sinergico
e integrato con la politica per le aree urbane, in un quadro complessi-
vo basato su possibili giochi a somma positiva tra aree deboli e forti,
tra opportunità degli uni ed esigenze degli altri, tra problemi locali e
tipicamente urbano di chi non vive in
montagna.
Contro questa impostazione, occor-
re oggi una potenziale e nuova con-
vergenza di interessi tra montagna e
città/pianura, nell’ottica del reciproco
vantaggio e delle potenzialità di inno-
vazione place-based (Barca, F., Carro-
sio, G., S. Lucatelli S., 2018). Perché
ciò sia possibile, però, occorre affron-
tare la questione in un’ottica di gover-
no dei ussi e delle interdipendenze
“metro-montane”, tramite una pro-
grammazione strategica di area vasta,
non polarizzata sugli interessi, valori e priorità delle élite estrattive,
tanto urbane quanto montane.
Il punto è ben colto dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne. Il buon
governo dei territori non può e non deve essere declinato solo a livello
dei grandi conglomerati urbani. Tutti i temi rilevanti per la montagna e
le aree interne, lo sono anche per lo sviluppo locale in generale: si pensi
ad esempio alle “green community”, alla costruzione di modelli innovati-
vi nei servizi socio-sanitari, alle liere agro-alimentari, alla mobilità, alla
casa e ai lavori connessi alla ricerca di stili di vita low prot.
Nelle aree rurali pensiamo ai “nuovi contadini” e ai “nuovi montanari”,
in quelle urbane all’artigianato tecnologico, alle energie rinnovabili e
ai local commons. La riscoperta centralità delle risorse ambientali, le
potenzialità delle tecnologie digitali e della connettività diffusa, gli oriz-
zonti dell’economia circolare e dell’innovazione sociale, fanno emergere
possibili traiettorie di evoluzione del rapporto tra persone e territorio
montano del tutto inedite, collegate alla costruzione di imprese e comu-
nità progressivamente capaci di adottare strategie cosiddette smart e
green, specicamente innestate nei contesti ad alta quota.
In modo sempre meno sporadico, anche le aree interne possono esse-
re luoghi in cui realizzare forme di innovazione sociale ai margini - ma
non “marginali” (Carrosio G., 2019) - afancate e sostenute da politi-
che dedicate. Il riferimento è alle varie forme di sviluppo territoriale in
cui il “fare impresa” è connesso a processi di costruzione comunitaria,
di messa in campo di forme di governance inclusive, di empowerment
individuale e collettivo, a partire dalla creazione e dalla distribuzione
di valore economico a impatto sociale. Anche al di fuori dei contesti ur-
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montani e a supporto della nuova “domanda di montagna”.
4.3 Budget stimato per l’implementazione del
modello
In relazione all’esperienza maturata dai Service Provider attraverso
gli accompagnamenti intercorsi a cavallo tra 2018 e 2019 e che han-
no permesso di guidare 16 progettualità, il costo medio di un accom-
pagnamento è risultato in una stima tra le 15 e le 40 ore di accom-
pagnamento e tradotta in un budget variabile tra i 450 € e i 1000 €
ad accompagnamento. A questo si devono aggiungere i costi, per la
raccolta e l’analisi delle domande (lo “sportello”), i costi di struttura e
di remunerazione del fattore lavoro (progettazione, ricerca, etc.). In
sintesi, una stima prudenziale di 50.000 euro/anno garantirebbe l’ac-
compagnamento di 10 progettualità, con un costo medio complessivo
di 5.000 euro/annui per ogni progetto accompagnato.
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