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La crociata anti-gender . Dal Vaticano alle manif pour tous

Authors:

Abstract

L’intento di questo libro è, pertanto, quello di essere uno strumento di analisi a disposizione di lettrici e lettori che vogliano sapere come sono nate e a cosa si riferiscono le espressioni “ideologia gender”, “la teoria del gender” o “il gender” e capire le ragioni del loro successo politico e epistemologico. Come vedremo, il di- scorso “anti-gender” si nutre di un sostrato di senso comune sessista, antifemminista e omofobico, lesbofobico e transfobico, travestito attraverso riferimenti all’“Umano” e ai “diritti dei bambini”. Comprendere questa retorica e le mobilitazioni che essa ha innervato permette di reperire le metamorfosi dei discorsi che contestano ciò che Éric Fassin ha definito “democrazia sessuale” per riferirsi a quella forma istituzionale nell’ambito della quale le questioni di genere e sessualità sono considerate come pro- dotti di processi storici e politici e, pertanto, oggetti del dibattito pubblico.
Quaderni di Liminalia QdL
La collana intende affrontare, in modo semplice e sintetico, alcuni delle principali
transizioni e contraddizioni del reale, indagando gli assetti dati per scontati, consi-
derando i rapporti dialettici esistenti fra i diversi confini e fra questi e i diversi centri,
rispetto ai temi dei corpi, dei loro flussi e spostamenti, dei generi e delle sessualità,
delle razze, delle pratiche normalizzanti e del controllo così come delle pratiche “de-
vianti”, resistenti, contro-culturali.
Direttore: Cirus Rinaldi (Università di Palermo)
Comitato scientifico
Emanuela Abbatecola (Università di Genova); Charlie Barnao (Università degli Stu-
di Magna Graecia di Catanzaro); Lorenzo Bernini (Università di Verona); Massimo
Cerulo (Università di Perugia); Fabio Corbisiero (Università di Napoli “Federico
II”); Giulia De Spuches (Università di Palermo); Vulca Fidolini (Université de Stra-
sbourg); Valeria Ribeiro Corossacz (Università degli studi di Modena e Reggio Emi-
lia); Alessandro Porrovecchio (Université de Lille 2); Vincenzo Romania (Università
di Padova); Pietro Saitta (Università di Messina); Anna Simone (Università degli
studi di Roma TRE); Cosimo Marco Scarcelli (IUSVE); Luca Trappolin (Università
di Padova).
Ogni volume prevede la valutazione anticipata di almeno due referee anonimi, esper-
ti nelle tematiche affrontate.
k a p l a n
Sara Garbagnoli
Massimo Prearo
LA CROCIATA “ANTI-GENDER
dal Vaticano alle manif pour tous
Titolo originale
La croisade «anti-genre» du Vatican aux manifs pour tous
© éditions Textuel, 2017
4 impasse de Conti
75006 Paris
prima edizione italiana
© kaplan 2018
Via Saluzzo, 42 bis
10125 Torino
tel. 01107495609
info@edizionikaplan.com
www.edizionikaplan.com
isbn: 978-88-99559-26-7
5
Introduzione
«Cos’è la teoria del gender?», «Siete favorevoli o contrarie/i?». Nel corso dell’estate del
2013 siamo state/i contattate/i da militanti, colleghe e colleghi in Italia, a loro volta
sollecitate/i da giornaliste/i che chiedevano di pronunciarsi sull’esistenza, la perico-
losità e la diffusione di una presunta ideologia” di origine francese e statunitense
riguardante “il genere sessuale” (sic)1. Tali domande erano per noi l’eco di interroga-
zioni quasi identiche che avevamo sentito in Francia pochi mesi prima. Le oceaniche
manifestazioni organizzate dal collettivo La Manif Pour Tous avevano a più ripre-
se invaso strade e piazze francesi. Nel maggio del 2013, dopo un’aspra discussione
parlamentare, si è giunti in Francia all’adozione della legge Taubira (dal nome della
Ministra della Giustizia firmataria del progetto di legge) che, pur istituendo il matri-
monio civile tra persone dello stesso sesso, ha escluso la regolamentazione dell’omo-
genitorialità, al punto che per molte e molti che hanno militato in favore della legge
si è trattato di una “vittoria amara”. La controversia pubblica francese è stata inqui-
nata dalla focalizzazione su un oggetto del contendere tanto mal identificato, quanto
mal dibattuto, che in Francia ha preso il nome di “la théorie du genre”, mentre in
Italia circola sotto le diciture “la teoria del gender”, “ideologia gender” o “il gender”.
In modo quasi concomitante alla Francia, l’Italia si è così improvvisamente trovata
attraversata da una polemica che ha replicato i termini del dibattito transalpino:
«L’ideologia gender esiste o non esiste?», «È davvero così pericolosa?».
L’ingiunzione a posizionarsi a favore o contro l’“ideologia gender” – o sulla sua
esistenza o inesistenza – è il primo degli importanti successi mietuti da una strategia
retorica e politica concepita dal Vaticano, elaborata nel corso di più di un decennio
e, in seguito, diffusa in un numero ancora oggi crescente di paesi, principalmente
da gruppi anti-abortisti e tradizionalisti, con l’obiettivo di bloccare le trasformazioni
contemporanee che riguardano l’ambito dei rapporti sociali di sesso e sessualità. Ri-
spondere a queste domande prendendole per buone significa riprodurre, legittimare,
ratificare le categorie coniate dai reazionari che hanno fabbricato l’oggetto polemico
“ideologia gender”. Questi sintagmi sono pseudo-concetti né veri, né falsi, caratte-
rizzati da un coacervo di connotazioni polemiche tipiche della retorica di estrema
destra: “lobbismo omosessualista”, “isterismo femminista”, “ideologismo marxista”,
“neoliberismo relativista”, “individualismo nichilista”.
Siamo state/i chiamate/i in causa come studiose/i e militanti perché lavoriamo
sulle teorie e sulle politiche elaborate dai movimenti femministi e LGBTQI (lesbici,
gay, bisessuali, trans, queer, intersex), perché ci siamo formate/i in Francia nel campo
degli studi di genere e sessualità e perché contribuiamo a far vivere questi movimen-
ti, queste lotte e queste teorie. E come studiose/i e militanti siamo intervenute/i,
rifiutando, in primis, i termini imposti dal Vaticano, restituendo la genesi e la logi-
ca di funzionamento delle etichette “ideologia gender”, “la teoria del gender” o “il
1 Ringraziamo Yàdad de Guerre e Maya De Leo per il sostegno e per il fecondo dialogo intellet-
tuale che hanno nutrito con noi nel corso del lavoro di redazione del libro.
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La crociata “anti-gender”
gender” e contestualizzando le ingiunzioni vaticane a posizionarsi “pro” o “contro”
come risultanti di un nuovo dispositivo retorico concepito dal Vaticano a meri fini
reazionari: opporsi alla denaturalizzazione dell’ordine sessuato e sessuale e deforma-
re, uniformare, delegittimare e demonizzare i saperi e le lotte minoritarie2. Il lavoro
che presentiamo in questo libro è l’esito delle nostre ricerche, delle analisi condotte
sul campo che abbiamo svolto in questi anni, ma anche della nostra partecipazione al
fronte di militanti e ricercatrici e ricercatori che si è costituito per opporsi, con argo-
menti e strategie diverse a seconda dei posizionamenti epistemologici e politici, alla
crociata che il Vaticano ha lanciato contro i saperi e le lotte femministe e LGBTQI
e contro le trasformazioni giuridiche e sociali e le rotture concettuali e teoriche che
tali saperi, movimenti e lotte hanno elaborato e prodotto.
Abbiamo scelto di pensare questa lotta di retroguardia attraverso la nozione di
“crociata simbolica”, facendo dialogare i lavori di sociologia della devianza e dei
problemi pubblici con le analisi di Pierre Bourdieu sulla dimensione simbolica dei
rapporti di dominazione3. Da un lato, il discorso e le proteste “anti-gender” riguar-
dano specificatamente il sistema di categorie attraverso cui si percepisce il mondo
sociale. Dall’altro, il termine “crociata” include e veicola le due dimensioni bel-
ligerante e religiosa – di questo movimento che, tra l’altro, rivendica la prima e
nega la seconda. Infatti, secondo tali attori la “guerra al gender” non avrebbe nulla
di propriamente religioso, ma costituirebbe una “antropologica difesa dell’Umano”.
Infine, nel libro usiamo il termine “anti-gender” tra virgolette per designare gli at-
tori di questa crociata, la loro retorica e le incarnazioni protestatarie in cui si essa è
manifestata. Questa scelta è il portato di un doppio posizionamento4. Da un lato,
teniamo a esplicitare che studiamo l’opposizione vaticana all’uso del concetto di
genere e quella degli attori che hanno adottato il suo discorso. Essa non esaurisce le
diverse forme di resistenza manifestate nei riguardi di tale nozione (Delphy 2013b)
o, più in generale, contro le varie forme di denaturalizzazione dell’ordine sessuato e
sessuale5. Dall’altro, non intendiamo ratificare un principio di visione e di divisio-
ne – tra supposti “pro-gender” e supposti “anti-gender” nella misura in cui esso
2 Usiamo le nozioni di minoritario e di minoranza in senso sociologico, riferendoci in particolar
modo ai lavori della femminista Colette Guillaumin. Esse rinviano a gruppi sociali creati da un
sistema di oppressione e naturalizzati (Chauvin, 2003; Guillaumin 2016). Rispetto alle questioni
di genere e sessualità, il concetto di minoritari/e si riferisce, pertanto, alle donne e/o alle persone
LGBTQI.
3 Rimandiamo a Howard Becker, Ousiders. Studi di sociologia della devianza, Meltemi, Milano
2012 (1963); Joseph Gusfield, e Culture Of Public Problems Drinking-Driving And e Symbolic
Order, University Chicago Press, 1980; come pure a Erick Neveu, Sociologie des problèmes publics,
Armand Colin, 2015. Sulla sociologia di Pierre Bourdieu, vedere in particolare i due volumi di
Sociologie générale pubblicati nel 2015 e nel 2016 presso Seuil.
4 Dal 2017, il portale della Treccani include il neologismo «anti-gender». Senza definirne il signi-
ficato, la Treccani lo integra nel suo dizionario attraverso un semplice rimando a un articolo di
«La Repubblica».
5 Con la nozione di ordine sessuato e sessuale ci riferiamo alle dimensioni dell’ordine sociale che
rimandano ai rapporti tra i gruppi e le classi di sesso e alle gerarchizzazioni, ai regimi di identifi-
cazione, alle norme, alle classificazioni e alle rappresentazioni che vi sono associate.
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Introduzione
risulta dall’imposizione da parte di istanze reazionarie per pensare l’ordine sessuato e
sessuale. Riprenderlo tale e quale, senza interrogarlo, contestualizzarlo, decostruirlo
costituisce a nostro avviso una delle principali vittorie epistemiche e simboliche della
battaglia reazionaria intrapresa dal Vaticano6.
La lotta per l’imposizione di una credenza nellesistenza di una sola teoria del
genere, e l’emergenza di un contro-discorso che, pur opponendovisi, ne riprende
e ratifica i termini, costituiscono i due elementi centrali di una vasta campagna di
mobilitazione il cui principale obiettivo è quello di fabbricare una controversia sul
genere definito non tanto a partire dai suoi usi teorici e politici emersi nel campo de-
gli studi femministi e queer, ma nell’accezione deformata datane dal Vaticano (Hus-
son 2015). In effetti, l’invenzione e la successiva messa in circolazione dell’oggetto
“la teoria del gender” è stato il risultato di un lavoro di differenti istanze: il Vaticano
(e, più particolarmente, la Congregazione per la Dottrina della Fede e il Pontificio
Consiglio per la Famiglia), l’Opus Dei e una galassia di attori cattolici anti-aborto
e/o anti-LGBTQI (in particolare il World Congress of Families, lo Human Life
International e la Fondation Lejeune), gruppi tradizionalisti e, ancora, i principali
movimenti ecclesiali (in primis, il movimento neocatecumenale).
Quest’opera di fabbricazione e di diffusione di una controversia su “il gender” si
è dispiegata in tre direzioni. La deformazione e la demonizzazione, e quindi la dele-
gittimazione, delle teorie femministe e queer e, più in generale, degli studi di genere
e sessualità, accusati di essere “ideologici”, non-scientifici, in quanto “politicizzati”.
La labellizzazione attraverso espressioni quali “la teoria del gender” o “ideologia del
gender” ha permesso di fabbricare un nemico unico e spaventoso, che è costituito da
tutte/i coloro che promuovono una visione denaturalizzata dell’ordine sessuato e ses-
suale attraverso, in particolare, le lotte e le rivendicazioni per l’uguaglianza giuridica
delle persone LGBTQI. “Il gender” è, così, usato come sinonimo di “cospirazione
ideologica” che genererebbe conseguenze “antropologicamente” devastanti (Ponti-
ficio Consiglio per la Famiglia 2005): il matrimonio tra persone dello stesso sesso,
il riconoscimento giuridico dell’omogenitorialità, della procreazione medicalmente
assistita (PMA) o della gestazione per altri (GPA). La mistificazione ha, infine, coin-
volto l’ambito scolastico, prendendo di mira alcune proposte di corsi di formazione
per insegnanti o riforme scolastiche che, introducendo una lettura di genere dei
rapporti sociali, devasterebbero il sistema di percezione identitario delle bambine/i,
insegnando loro a masturbarsi in classe oppure spiegando loro che si può cambiare
identità dall’oggi al domani, che un giorno si è gay, l’altro si diventa lesbica e che, se
ci si può sposare tra persone dello stesso sesso, allora ci si può pure sposare con un
animale e altre fandonie e imposture di pari gravità. L’azione combinata di questi tre
movimenti – attacco sul fronte teorico, sul fronte giuridico, sul fronte scolastico – ha
contribuito a far esistere in modo performativo l’oggetto “ideologia gender” nel cam-
6 Sull’analisi della rinaturalizzazione del concetto di genere definito a partire dall’«identità come
fondata sulla differenza sessuale», rimandiamo a Massimo Prearo, MIUR / Linee guida per “ l’edu-
cazione al rispetto”: tra vigilanza cattolica, differenza sessuale e pensiero “anti-gender” (28 ottobre
2017) pubblicato in www.massimoprearo.com/category/teoria-del-gender.
8
La crociata “anti-gender”
po politico, attribuendogli lo statuto di problema pubblico di rilievo, presentandolo
come una patologia sociale, esito di una deriva democratica che sarebbe, a un tempo,
liberale, neoliberista, libertaria, libertina, liberticida.
Dopo le manifestazioni francesi, il discorso “anti-gender” viene ripreso senza sosta
da una galassia di gruppi o attori conservatori. Nell’ottobre del 2016, nel corso del suo
viaggio in Georgia, Papa Francesco ha affermato l’esistenza di «una guerra mondiale in
corso per distruggere il matrimonio»7 di cui sarebbe responsabile “la teoria del gender”
attraverso “la colonizzazione ideologica” e la sua diffusione nelle scuole8. Queste dichiara-
zioni hanno rilanciato la macchina della crociata “anti-gender” in Francia, tre anni dopo le
mobilitazioni contro il matrimonio egualitario. Sugli schermi televisivi francesi, abbiamo
rivisto giornaliste/i poco avvezze/i a maneggiare il concetto di genere, riproporre la solita
pseudo-domanda: «Ma allora, la teoria del gender esiste o non esiste?». Abbiamo riascol-
tato le contradditorie risposte delle e degli ospiti invitate/i a rispondere: l’affermazione
«Certamente, la teoria del gender non esiste» era seguita, a poche frasi di distanza, da
rassicurazioni quali: «E, comunque, qui in Francia non insegniamo la teoria del gender».
La presidentessa de La Manif Pour Tous, Ludovine de la Rochère, ha ritrovato la scena
mediatica e, brandendo manuali scolastici, è tornata a denunciare «il grave attacco contro i
bambini», invitando a «lasciare che i bambini siano bambini e le bambine siano bambine»,
slogan che abbiamo visto campeggiare sul cosiddetto “Bus della libertà”, in giro per l’Italia
e per il mondo, finanziato da CitizenGo e dal World Congress of Family. L’intervento
pontificio lha galvanizzata al punto da farle dichiarare: «si tratta per tutti noi di un fortis-
simo incoraggiamento, che ci ricompensa per la lotta che stiamo conducendo da ann9.
Il sostegno del Papa è stato tanto gradito e significativo anche perché, pochi giorni dopo
le sue dichiarazioni, La Manif Pour Tous è riscesa in piazza dopo mesi di silenzio con
l’obiettivo non solo di riattivare il movimento “anti-gender” francese, ma anche di entrare
di forza nella campagna elettorale presidenziale del 2017. La contestazione del concetto di
genere è, in tal modo, diventata la forma presa da una nuova crociata politica di matrice
cattolica, che si presenta come una mobilitazione non religiosa, apolitica e apartitica, con-
dotta “in difesa della natura umana”.
L’ambizione di questo libro è quella di produrre, attraverso gli strumenti della
sociologia del genere, dell’analisi del discorso e della sociologia dei movimenti sociali
e in dialogo con i lavori pubblicati sui movimenti “anti-gender”, un’analisi della reto-
rica “anti-gender” e del passaggio dal discorso alla protesta di piazza. Non si tratta di
7 Incontro con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e agenti di pastorale. URL : https://w2.vatican.
va/content/francesco/it/speeches/2016/october/documents/papa-francesco_20161001_georgia-
sacerdoti-religiosi.html. Consultato il 2 gennaio 2018.
8 Mattea Battaglia, Critiques après les propos du pape sur la “théorie du genre” dans les manuels sco-
laires, «Le Monde», 3 octobre 2016. URL: http://www.lemonde.fr/religions/article/2016/10/03/
critiques-apres-les-propos-du-pape-sur-la-theorie-du-genre-dans-les-manuels-scolai-
res_5007255_1653130.html. Consultato il 5 ottobre 2016.
9 Hugues Lefèvre, Ludovine de La Rochère: “Les propos du pape sur le gender sont un encourage-
ment”, «Famille Chrétienne», 3 octobre 2016. URL: http://www.famillechretienne.fr/politique-
societe/societe/ludovine-de-la-rochere-les-propos-du-pape-sur-le-gender-sont-un-en-courage-
ment-204759. Consultato il 5 ottobre 2016.
9
Introduzione
ritracciare in modo esaustivo l’intervento del Vaticano e l’azione degli imprenditori
politici della Chiesa Cattolica che si sono dedicati a quest’opera di diffusione, ma di
mettere in evidenza gli assi di un nuovo dispositivo concettuale e i processi della sua
politicizzazione. Analogamente, il libro non esplora la dimensione transnazionale di
queste mobilitazioni, di fondamentale importanza per capire la circolazione di reto-
riche e attori, ma focalizza l’attenzione su due contesti nazionali, la Francia e l’Italia,
che abbiamo potuto osservare da vicino, al fine di formulare ipotesi e sviluppare un
quadro analitico per pensare questa crociata. In effetti, la Francia e l’Italia sono stati
due laboratori particolarmente produttivi della mobilitazione “anti-gender” in grado
di esportarne modalità e tipologie di azioni: basti pensare al collettivo francese La
Manif Pour Tous o alle Sentinelle in Piedi italiane10 . L’intensità delle proteste in
Francia e in Italia permette di cogliere alcune specificità attraverso le quali la retorica
“anti-gender” si è incarnata nelle mobilitazioni di piazza.
La prima parte, scritta da Sara Garbagnoli, intende fornire elementi per capire
come e perché il Vaticano ha scelto di prendersela proprio con il concetto di gene-
re. L’analisi metterà in evidenza la struttura bicefala del discorso “anti-gender” che
articola un momento di eufemizzazione della posizione tradizionale del Vaticano su
sesso e sessualità e una deformazione delle posizioni avverse. Lo studio della fabbri-
cazione della nozione “ideologia gender” permetterà di mostrare le principali tecni-
che di deformazione delle teorie del genere messe in atto dal Vaticano per creare un
obiettivo polemico cui fare la guerra.
Nella seconda parte, scritta da Massimo Prearo, entriamo negli spazi di produ-
zione dell’attivismo “anti-gender” per capire, al di là della mera ricostituzione crono-
logica che ha dato vita a questo vasto movimento conservatore, le specifiche modalità
di costruzione della mobilitazione “anti-gender”. L’analisi si concentrerà sull’azione
concertata e strategica degli imprenditori politici legati a doppio filo al Vaticano, in
primo luogo, gli esperti e le esperte cattoliche “specialiste” nelle questioni di genere e
sessualità che hanno avuto un ruolo centrale nella messa a disposizione del reperto-
rio discorsivo “anti-gender” presso credenti, praticanti e simpatizzanti cattolici. Più
specificatamente, vedremo come l’intensa azione di diffusione di un sapere “anti-
gender” ha preso la forma di un programma di conferenze pubbliche cui in Italia
hanno partecipato migliaia di persone. Proporremo, inoltre, una riflessione sul ruolo
giocato dai movimenti ecclesiali e, in particolar modo, dal Cammino Neocatecu-
menale, sulla genesi della sua militanza e sul successo riscosso dalle manifestazioni
“anti-gender”. Sul campo, abbiamo potuto osservare non solo una rinascita della
militanza cattolica, ma anche, e soprattutto, la politicizzazione di un sentimento di
rivincita identitaria della minoranza dei cattolici integralisti, che si dispiega tanto
nell’ambito del cattolicesimo quanto in seno a una società di cui questi attivisti con-
testano una pretesa “deriva democraticista”.
10 Riprendendo le modalità d’azione dei Veilleurs francesi, le Sentinelle in Piedi sono gruppi infor-
mali che si presentano come apolitici, pur essendo vicini al movimento tradizionalista di Alleanza
Cattolica. In seguito al successo delle veglie italiane, i gruppi francesi hanno adottato il nome
di Sentinelles, ulteriore prova della capacità di ibridazione delle azioni dei diversi gruppi “anti-
gender” e della transnazionalizzazione del movimento.
10
Lintento di questo libro è, pertanto, quello di essere uno strumento di analisi
a disposizione di lettrici e lettori che vogliano sapere come sono nate e a cosa si
riferiscono le espressioni “ideologia gender”, “la teoria del gender” o “il gender” e
capire le ragioni del loro successo politico e epistemologico. Come vedremo, il di-
scorso “anti-gender” si nutre di un sostrato di senso comune sessista, antifemminista
e omofobico, lesbofobico e transfobico, travestito attraverso riferimenti all’“Umano”
e ai “diritti dei bambini”. Comprendere questa retorica e le mobilitazioni che essa
ha innervato permette di reperire le metamorfosi dei discorsi che contestano ciò che
Éric Fassin ha definito “democrazia sessuale” per riferirsi a quella forma istituzionale
nell’ambito della quale le questioni di genere e sessualità sono considerate come pro-
dotti di processi storici e politici e, pertanto, oggetti del dibattito pubblico (Fassin
2010b).
L’analisi proposta intende, inoltre, esplicitare i germi strutturalmente anti-demo-
cratici che nutrono una tale crociata. In tal senso, non c’è nulla di sorprendente nel
constatare che essa sia diventata un cavallo di battaglia di numerosi gruppi di estre-
ma destra, identitari, neofascisti o neonazisti che, attraverso il prisma della “guerra
contro il gender”, hanno riformulato in termini cosiddetti “antropologici” la loro
battaglia non solo sessista, omolesbobitransfobica, ma anche nazionalista, xenofoba
e razzista (De Guerre e Prearo 2016)11. Con questo nostro contributo, denunciamo
l’avanzata di una nuova e imponente ondata populista e reazionaria che, a partire
dalla sua matrice cattolica, si dispiega e si declina sotto forma di una vera e propria
contro-rivoluzione concepita dalla gerarchia vaticana e ormai portata avanti da un
vasto e variegato fronte composto da conservatori, identitari e neofascisti in cerca di
una politica che valga molto più di una messa.
11 Per un’analisi dei diversi usi del discorso «anti-gender» da parte dei gruppi di estrema destra
italiani (in particolare, Forza Nuova e Casa Pound) rimandiamo al lavoro di Yàdad De Guerre
pubblicato sul blog Playing the Gender Card.
Indice
Introduzione
Parte prima
Come e perché il Vaticano se la prende con il concetto di genere?
Capitolo 1
La scelta del genere
Capitolo 2
Il discorso “anti-gender”, atto primo: eufemizzare
Capitolo 3
Il discorso “anti-gender”, atto secondo: deformare
Parte seconda
Un contro-movimento sessuale
Capitolo 1
I laboratori di produzione del sapere “anti-gender”
Capitolo 2
La fabbrica dell’attivismo “anti-gender”
Capitolo 3
La rivincita identitaria dei cattolici
Conclusioni
Bibliografia
Fonti pontificie, vaticane e cattoliche
5
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27
41
45
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61
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79
... To give an example, the Vatican crafted a discourse to oppose the feminist conceptualisation of gender, accusing it of trying to hide the differences between the sexes, which are presented by the Vatican as distinct but complementary. Pope John Paul II has emphasised the singularity of feminine virtues, innate to women and of equal dignity to, but different from, the male counterpart's (Garbagnoli & Prearo, 2018). ...
... As Garbagnoli and Prearo (2018) affirm, in Italy, even before the insurgence of the anti-gender movement, in discussions around 'gender ideology', the English word 'gender' is exclusively employed as if it were impossible to translate, although the Italian term genere has the same meaning and etymological origin. Making the term seem impossible to translate is a delegitimisation strategy, contributing to a perception of the concept as foreign to the Italian culture and language, and a consequence of 'cultural imperialism'. ...
... Making the term seem impossible to translate is a delegitimisation strategy, contributing to a perception of the concept as foreign to the Italian culture and language, and a consequence of 'cultural imperialism'. Moreover, gender theory or ideology is often presented as singular and monolithic, which erases the differences present among different feminisms and their understandings of gender (Garbagnoli & Prearo, 2018). ...
Chapter
Full-text available
In 2020, Argentina became the third country in Latin America to provide the right to abortion, following Cuba and Uruguay (Mexico had guaranteed this right in 2007, but only in Mexico City, and in Oaxaca in 2019, then six other states in 2021–2022). The Argentinean feminist movement is internationally well known and publicly recognised for its massive mobilisation for the legalisation of voluntary termination of pregnancy. A central argument in this chapter is that the decision to support the bill proposal for the legalisation of abortion, taken finally, after a failed attempt in 2018, by the Argentinean Senate in December 2020, must be understood as a product of Argentina’s long history of women’s struggles and of decades of feminist mobilisation. The aim of the chapter is to explore the feminist-inspired struggle for the right to abortion, with particular emphasis on the intergenerational and intersectional feminist labour at the core of the 2020 feminist success. The aim is also to analyse what scholar and queer activist Mabel Bellucci ( Historia de una desobediencia. Aborto y feminismo . Capital Intelectual, Buenos Aires, 2014) names a ‘history of disobedience’: the diverse and contradictory ways through which feminist struggles for abortion rights created powerful alliances and innovative forms of collaboration, developing an understanding of abortion rights within the frame of reproductive justice.
... To give an example, the Vatican crafted a discourse to oppose the feminist conceptualisation of gender, accusing it of trying to hide the differences between the sexes, which are presented by the Vatican as distinct but complementary. Pope John Paul II has emphasised the singularity of feminine virtues, innate to women and of equal dignity to, but different from, the male counterpart's (Garbagnoli & Prearo, 2018). ...
... As Garbagnoli and Prearo (2018) affirm, in Italy, even before the insurgence of the anti-gender movement, in discussions around 'gender ideology', the English word 'gender' is exclusively employed as if it were impossible to translate, although the Italian term genere has the same meaning and etymological origin. Making the term seem impossible to translate is a delegitimisation strategy, contributing to a perception of the concept as foreign to the Italian culture and language, and a consequence of 'cultural imperialism'. ...
... Making the term seem impossible to translate is a delegitimisation strategy, contributing to a perception of the concept as foreign to the Italian culture and language, and a consequence of 'cultural imperialism'. Moreover, gender theory or ideology is often presented as singular and monolithic, which erases the differences present among different feminisms and their understandings of gender (Garbagnoli & Prearo, 2018). ...
Chapter
Full-text available
This chapter is about the political mobilisation of women from Poland living in Trondheim, in reaction to the Polish Constitutional Tribunal’s anti-abortion ruling, which triggered massive anti-governmental protests in many cities, towns and villages in Poland and abroad. Migrant women from Poland connected through online and offline networks to share their feelings of disappointment and anger, but also hope, and organised two solidarity strikes in Trondheim. Using the concepts of temporality, space, affective solidarity and belonging and looking at the solidarity strikes as a lens , the author reveals experiences, expectations and different aspects of the intersecting positionalities of women: as migrants, mothers, sisters and/or members of the LGBTQI+ community. She reflects on the questions that were addressed when the strike ‘travelled’ to Norway and how politics in Poland affected the everyday lives of women in Trondheim. She traces practices of solidarity and alliances and what they expose about the seams of temporality in the context of (un)belonging and local power asymmetries.
... To give an example, the Vatican crafted a discourse to oppose the feminist conceptualisation of gender, accusing it of trying to hide the differences between the sexes, which are presented by the Vatican as distinct but complementary. Pope John Paul II has emphasised the singularity of feminine virtues, innate to women and of equal dignity to, but different from, the male counterpart's (Garbagnoli & Prearo, 2018). ...
... As Garbagnoli and Prearo (2018) affirm, in Italy, even before the insurgence of the anti-gender movement, in discussions around 'gender ideology', the English word 'gender' is exclusively employed as if it were impossible to translate, although the Italian term genere has the same meaning and etymological origin. Making the term seem impossible to translate is a delegitimisation strategy, contributing to a perception of the concept as foreign to the Italian culture and language, and a consequence of 'cultural imperialism'. ...
... Making the term seem impossible to translate is a delegitimisation strategy, contributing to a perception of the concept as foreign to the Italian culture and language, and a consequence of 'cultural imperialism'. Moreover, gender theory or ideology is often presented as singular and monolithic, which erases the differences present among different feminisms and their understandings of gender (Garbagnoli & Prearo, 2018). ...
Chapter
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In Italy, all aborted foetuses are required to be buried. However, this practice was contested when thousands of foetuses’ graves were found, each marked with a cross and displaying the name of the person who had aborted. This chapter aims to analyse the practice of the burial of aborted foetuses as an obstacle to reproductive justice in Italy, in the context of anti-genderism and neo-Catholicism contributing to shaping pro-life stances. Moreover, this study explores three threats to reproductive justice: firstly, the possibility open to health professionals to conscientiously object; secondly, the limited use of medical abortion; and thirdly, the limitations established by the law concerning assisted reproductive services. These threats are employed as a background to understand pro-life actions in this context. Findings suggest that the Catholic Church influences discussions on reproductive rights on several levels, including regarding the burial of aborted foetuses. Despite the relevance of this topic in the current sociopolitical framework, the lack of attention paid to it in academia presents this study with some limitations. For this reason, more research is needed.
... In defense of an identity often ingrained in Christian values, the so-called "anti-gender" position (Garbagnoli and Prearo 2018;Trappolin 2022) has been a common thread that unites local and transnational actors who view women's and LGBTQ+ rights as a challenge to their traditional way of life and a threat for the future of "native" (often white European) populations. In Europe and elsewhere, this network sharing common frames and collaborating beyond borders has threatened liberal democracies against the principle of gender equality and LGBTQ+ rights (Kováts 2017;Lombardo, Kantola, and Rubio-Marin 2021;Stein 2023). ...
... There is a burgeoning literature on the role played by sociomoral formulations in the rise of far-right and populist rise actors in different contexts (Mudde 2000;Köttig, Bitzan, and Petö 2017;Garbagnoli and Prearo 2018;Graff and Korolczuk 2022) that explore these political positions in relation to global anti-gender campaigns. It has been argued that these mobilizations emanate from the Catholic Church based on the latter's conviction of the "complementarity of sexes," against the success of feminist and LGBTQ+ movements (Korolczuk 2016). ...
Article
The article aims to unpack the alliance between the religious right, far-right, and populist rights actors in Verona while offering insights into possibilities of progressive change in a setting previously controlled by traditionalist and nativist groups. Premised on a larger three-year-long fieldwork project, the article undertakes a historical analysis utilizing archival data and ethnographic observations to investigate local dynamics that have led to the formation of anti-gender alliance and its connections with international counterparts, most notably revealed by the World Congress of Families 2019. It is argued that the societal vision shared by ultra-Catholic and far-right actors, influenced by wider (trans)national themes, becomes institutionalized in local administration through populist right parties. However, an analysis of the victory of a progressive local administration in 2022 reveals that progressive social change is made possible by networks of solidarity that similarly cultivate collaboration among progressive institutional actors and civil society groups.
... Moreover, it has been argued that opposition to gender now serves as a 'symbolic glue' (Kóvats, Põim 2015), bringing together various conservative groups, associations, and political parties (Corredor 2019;Kuhar, Paternotte 2017). As a consequence, anti-gender politics has become particularly conspicuous within neo-nationalist, populist, and authoritarian agendas (Paternotte, Kuhar 2018;Graff, Korolczuk 2022; for the Italian case, see Bellè et al. 2016;righetti 2016;Bellè, Poggio 2018;Garbagnoli, Prearo 2018). ...
... Similarly, an analysis by Elisa Bellè and Barbara Poggio (2018) showed how organisations such as Pro Vita & Famiglia and La Manif Pour Tous Italia strongly promoted the idea of a silent majority sharing Catholic morality on the subject of gender and sexuality, which is threatened by international networks of radical feminism and LGBT+ activism. Other streams of literature focusing on how the anti-gender discourse is exploited within the right-wing populist agenda have detected new frames related to the defence of Italian identity against the pressures of multiculturalism and globalisation (Garbagnoli, Prearo 2018;Pavan 2019;Donà 2020). ...
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Over the past decade, the protest against so-called 'gender ideology' in Italian schools has witnessed widespread and pervasive mobilisations. Prompted by the directives of anti-gender organisations, grassroots networks activated at the local level have opposed educational programmes related to gender equality, sexuality and the prevention of discrimination against LGbt+ individuals. through qualitative interviews with catholic mothers and teachers who participated in the anti-gender conferences in 2015, we adopted a micro-level perspective to interpret their narratives as strategies aimed at defending their ethical and heteronormative educational competence against emerging norms of sexual democracy. the analysis shows how these women position themselves and construct their opposition to gender ideology as a means of asserting social and cultural legitimacy against the perceived risk of symbolic marginalisation in the field of education.
... I fatti di cronaca e gli studi confermano che, in alcuni contesti, gli indirizzi di governo, lo stigma reiterato dalle narrazioni mediatiche e la pressione di gruppi e associazioni -si veda ProVita in Italia -si pongono come fattori ostativi nella realizzazione di progetti che si perfiggono di affrontare a ©Anicia Editore QTimeswebmagazine Anno XVI -n. 4, 2024 www.qtimes.it doi: 10.14668/QTimes_16424 307 scuola temi quali l'identità di genere, l'orientamento sessuale, gli stereotipi (Garbagnoli & Prearo, 2018;Trappolin & Gusmeroli, 2021); eppure la letteratura scientifica internazionale conferma che un'educazione socio-relazionale, affettiva e sessuale sin dai primi anni della scuola dell'infanzia si ponga come fattore di protezione per fenomeni di bullismo, discriminazione, minority stress e intenzioni suicidarie (Juvonen e Graham, 2014;Monro et al., 2016;Kosciw et al., 2008;Menesini, 2010). ...
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According to the latest Jo Cox Commission report, hate speech disproportionately affects women, migrants, people with disabilities, and the LGBTQ+ community. This paper aims to offer a multidimensional and intersectional interpretive framework to guide the analysis of the hate speech phenomenon, with the objective of designing educational actions to counter it. Given the recognized yet fluid nature of this issue, emergency measures and legal/punitive approaches have proven ineffective. Building on the contributions of gender and queer studies to the field of discrimination, the intersectionality paradigm presents a promising tool for developing prevention strategies and law enforcement practices that effectively address one of the most pressing challenges in the socio-digital landscape. In line with this approach, an educational experience in a fifth-grade primary classroom is presented, aimed at raising students' awareness of inclusion, diversity, and the mindful use of language. This demonstrates how structured educational interventions can help prevent hate speech from an early age.
... The opposition to "gender ideology" in Europe is highly intertwined with Catholicism and its morals and beliefs (Prearo & Garbagnoli, 2018). Indeed, the primary critics and opposers of the alias career within schools have been the catholic association Provita e Famiglia and rightleaning political parties. ...
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Bourelly, R. (2024). School policies for transgender students in Italian high schools: a quantitative analysis of the alias career regulations. Disse working papers, 10/2024. This paper aims to quantitatively analyse the regulations of the alias career in upper secondary education by considering the disparities between schools, the types of high schools (Liceo, Technical and Vocational), and geographical differences. The analysis of the regulations detected 23 attributes in the text, which were then recorded within absence/presence (0/1) matrices. Subsequently, the attributes were analysed through Multiple Correspondence Analysis.
... The reasonings stem from a lack of consideration towards trans youths' knowledge about their embodied experiences (Stryker, 2006), adults' tendency to undermine their capability to comprehend their gender identity because of adultism (Bell, 2003;Castañeda, 2014;Singh et al., 2014) and non-recognition of their gender identities (Johnson et al., 2020) due to normalisation and binarism (Foucault, 1975 Moreover, pathologisation is also used strategically to avoid backlash from transagonistic families, political parties, and catholic organisations. The lack of official directives from the MIUR gives political parties and catholic organisations excuses to denounce the device as illegal and adopted to subject youths to "Gender ideology" (Prearo & Garbagnoli, 2018;Selmi, 2015). Not recognising who is not diagnosed with gender dysphoria allows the school's administration to describe the alias career as an accommodation based on medical needs. ...
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Bourelly, R. (2023). The Challenges and Experiences of Transgender Students in Italian High Schools: Alias Career and Normalisation. Disse working papers, 12/2023. The experience of transgender students in Italian upper secondary education is an ignored field with a severe lack of data, a total lack of school policies by the Ministry of Education and training for teaching and non-teaching staff. As of 2019, some schools have started to adopt the alias career, a device created by the University of Turin to guarantee a gender-affirming school life for trans students. To explore the school experience of transgender people in Italy, the regulations of the alias career of 92 high schools were analysed. In addition, ten trans students, who had access to the device or fought for its introduction at their school, were interviewed. The analyses show that the Italian school system is not ready to address the needs of transgender people and that even schools that have adopted the alias career are not equipped to deal with their needs, mostly due to the pathologisation of gender incongruence, the propagation of “gender ideology” and lack of training and knowledge regarding trans issues. Moreover, in most schools, we can find a strong presence of binarism, cisnormativity, the pathologisation of gender incongruence and control over students’ bodily autonomy, for example by requiring a diagnosis of gender dysphoria to activate the alias career and prohibiting access to bathrooms and changing rooms.
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The process of polarisation has a main role within culture wars, acknowledging that these conflicts often manifest as polarising impulses rather than coherent worldviews. Polarisation is here explored in its dual nature, encompassing both discursive and manipulative aspects, akin to disinformation, as well as ideological positioning of political actors along various axes. The chapter examines how discursive polarisation, often fuelled by malinformation and negative communication, intersects with ideological polarisation, shaping political landscapes and public discourse. It discusses the role of polarising leaders and media platforms in perpetuating culture wars, which are frequently confined to elite circles but exploit affective mobilisation for commercial purposes. Focusing on the gender culture war, particularly the debate surrounding the Zan Bill, the chapter illustrates how selective emphasis on certain LGBTQIA+ demands can inadvertently fuel polarising manipulation. By analysing the Facebook discourse among politicians for two years, the chapter unveils opposing strategies of affective mobilisation that reinforce polarisation dynamics within society, between gender and anti-gender coalitions.
Les propos du pape sur le gender sont un encouragement
  • Hugues Lefèvre
  • Ludovine De
  • La Rochère
Hugues Lefèvre, Ludovine de La Rochère: "Les propos du pape sur le gender sont un encouragement", «Famille Chrétienne», 3 octobre 2016. URL: http://www.famillechretienne.fr/politiquesociete/societe/ludovine-de-la-rochere-les-propos-du-pape-sur-le-gender-sont-un-en-couragement-204759. Consultato il 5 ottobre 2016.
Critiques après les propos du pape sur la "théorie du genre" dans les manuels scolaires, «Le Monde
  • Mattea Battaglia
Mattea Battaglia, Critiques après les propos du pape sur la "théorie du genre" dans les manuels scolaires, «Le Monde», 3 octobre 2016. URL: http://www.lemonde.fr/religions/article/2016/10/03/ critiques-apres-les-propos-du-pape-sur-la-theorie-du-genre-dans-les-manuels-scolai-res_5007255_1653130.html. Consultato il 5 ottobre 2016.