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IL FLORICULTORE
SCIENZA & TECNICA
32 IL FLORICULTORE
ono decenni che in più parti
del mondo si stanno studiando
gli effetti delle onde sonore
sul metabolismo delle pian-
te. Al principio la scienza ufficiale ha
guardato con sospetto a questa vicen-
da, ma col passare del tempo più stu-
di hanno evidenziato che gli organi-
smi vegetali rispondono agli stimoli
musicali. È stato osservato, ad esem-
pio, che diversi tipi di suono influi-
scono in modo differente sulla loro
salute. Oltre agli effetti meccanici ed
elettromagnetici indotti dalla musi-
ca, le ricerche hanno indagato anche
gli aspetti emozionali. Una certa mu-
sica, che risulta gradita alle persone,
giova anche ai vegetali presenti, che
Incrementa la resistenza
ai patogeni e migliora
la qualità, favorisce la
resilienza e l’adattamento
ai cambiamenti climatici.
Una rapida ma
significativa carrellata
sui numerosi esperimenti
degli ultimi 50 anni
e le conoscenze
recentemente acquisite
di Domenico Prisa*
e Paolo Gullino** Sentrano in risonanza con le emozioni
provate.
Nei secoli passati e nelle tradizioni
più antiche, i rituali agricoli erano
quasi sempre caratterizzati da canti e
musica, volti a propiziarsi le stagioni,
far germogliare, crescere e raccogliere
le piante (2).
Gli effetti della musica sulle pian-
te si differenziano in base alle diverse
sfere d’influenza e agli aspetti tecnici.
Si possono quindi distinguere:
– gli effetti meccanici del suono
(risonanza, pressione, vibrazioni);
– gli effetti elettromagnetici del
suono, condotti anche da risonanze,
fenomeni elettromagnetici e vibra-
zioni energetiche.
** CREA Centro di Ricerca Orticoltura e
Florovivaismo, sede di Pescia (PT)
** Ricercatore piante innovative
Email: domenico.prisa@crea.gov.it
diverse situazioni (suono continuo, a
intermittenza, assenza di suono). Le
piante trattate con suono costante
erano morte dopo 14 giorni, mentre
le piante con suono a intermitten-
za erano cresciute meglio di quel-
le in cui non era stato impiegato
alcun suono. Successivamente la
Retallack fece ulteriori esperimenti
arrivando a stilare una classifica: le
piante gradivano la musica del Nord
dell’India (Raga music), seguita dal-
la musica classica (Mozart e Bach in
particolare) e dalla musica jazz. De-
dusse inoltre che le piante preferiva-
no il suono degli strumenti a corda
rispetto a quelli a percussione (13).
Nel 1950 il dottor T.C. Singh, di-
Dagli Usa all’India
alla ricerca
delle armonie giuste
Nel 1973, Dorothy Retallack, me-
dico di Denver con la passione per il
canto, era un mezzosoprano, pubblicò
un piccolo manuale dal titolo “The
sound of Music and Plants” nel
quale elencava gli esperimenti con-
dotti fin dal 1968 al Colorado Wo-
men’s College, usando le tre Camere
di Controllo Biotronico della scuola.
La Retallack aveva disposto le pian-
te in ciascuna stanza e sistemato al-
toparlanti per diffondere particolari
tipi di musica. Aveva poi osservato le
piante e registrato i progressi quoti-
diani. Nelle camere aveva riprodotto
Musica
Maestro!
Piante più belle e più forti a suon di note
Secondo
la statunitense
Dorothy Retallack
le piante prediligono
la Raga music
indiana, seguita
dalla musica classica
e dal jazz
“
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rettore del Dipartimento di Botanica
all’Annamalai University di Madras
(India), studiò al microscopio se “lo
scorrere del protoplasma” di Hydril-
la verticillata, pianta acquatica di
origine asiatica, fosse influenzato dal
suono. Singh posizionò un diapason
elettrico a due metri dalla pianta. Os-
servò che la vibrazione emessa pri-
ma dell’alba causava un notevole
aumento del protoplasma nelle
foglie, che in condizioni normali si
sarebbe verificato molte ore più tar-
di, dopo il levare del sole. Singh spe-
rimentò la musica Raga su un vasto
numero di specie come aster, petu-
nie, cosmos, gigli, cipolle, sesamo,
ravanelli e patate dolci, ottenendo
un incremento nella crescita, fiori-
tura, fruttificazione e produzione dei
semi. La utilizzò anche su piante di
riso, arachidi e tabacco, ottenen-
do nelle prime un incremento di
produzione dal 25% al 60%, nelle
altre due del 50%. Il suo metodo di
stimolazione aumentava il numero di
cromosomi di alcune specie di piante
acquatiche e il contenuto di nicotina
delle foglie di tabacco (6).
A Flora Exotica, azienda che coltiva
orchidee nel nord-est dell’India, ven-
gono riprodotte in sottofondo can-
zoni e musiche tipiche indiane. Le
vibrazioni aiutano lo sviluppo dei
germogli, spiega K.N. Bhagawati,
professore di Patologia vegetale alla
Facoltà di Agraria di Assam (India).
Eccessi di volume o musica troppo
invasiva possono invece procurare seri
danni alla crescita dei vegetali (17).
Un articolo pubblicato nel 1963 sulla
rivista «Popular Mechanics» dal tito-
lo “Growing corn to music” racconta
che “Rhapsody in Blue”, una delle
più famose composizioni dello statu-
nitense George Gershwin, stimola
la crescita di soia e mais. Era stato os-
servato che le piante esposte a un cer-
to tipo di musica crescevano più velo-
SINFONIE BENEFICHE | Sopra: le viti di Montalcino in Toscana producono chicchi più grandi, dolci e sapo-
riti se in sottofondo viene fatta ascoltare la musica di Mozart attraverso una serie di altoparlanti posti
lungo il pendio dei vigneti. Sotto: il sintonizzatore riceve gli impulsi elettrici dalla pianta e li traduce in
musica (
Foto di Angela Prati scattata al “Maker Faire”, era della creatività e dell’innovazione di Roma
).
Il botanico indiano
T.C. Singh ha testato
la musica Raga
su piante da fiore
e da orto ottenendo
un incremento nella
crescita, fioritura
e fruttificazione
“
cemente e più alte di quelle normali,
quelle troppo vicine agli altoparlanti
subivano qualche danno alle foglie,
ma le rese potevano aumentare
anche del 20% rispetto alle parcelle
silenziose (18).
Sinfonie e vite
connubio perfetto
Anche se le piante non possono per-
cepire la musica attraverso gli organi
di senso come gli animali, è possibile
che sentano le onde sonore a livello
cellulare. Esperimenti sulla vite
hanno dimostrato che le piante
trattate con la musica evidenzia-
vano una superficie fogliare mag-
giore rispetto a quelle non trattate,
sia in vigna che nei vasi. Con riflessi
sulla qualità del vino e la diminu-
zione degli attacchi degli insetti e
dei parassiti alle piante d’uva di
oltre il 50%. La qualità della musi-
ca, diffusa da casse acustiche offerte
dall’azienda Bose, annovera tra i pez-
zi della playlist capolavori di Mozart,
Haydn, Vivaldi e Mahler, in diffusio-
ne 24 ore al giorno (5).
La musica delle proteine
Negli ultimi 50 anni, numerosi ricer-
catori hanno sperimentato gli effetti
della musica sugli organismi viventi,
per quanto riguarda ad esempio la cre-
scita delle piante. Joël Sternheimer,
fisico e musicista francese, è riuscito
ad esempio dopo 40 anni di studi ed
esperimenti a interagire attraverso
i suoni nella formazione degli orga-
nismi. La chiave di volta di questa
ricerca è denominata “Protéodies” o
“Musica delle proteine”. Nel 1992,
Sternheimer riuscì a mettere a punto
una tecnica per stimolare o inibire la
sintesi di una proteina al centro del-
la cellula vivente, riproducendo una
serie di poche note codificate in me-
lodia, le cui frequenze, ritmi e tim-
bri sono dedotti dalla struttura della
proteina scelta. In parole semplici,
a ogni proteina corrisponde una
melodia specifica, costruita a partire
dalle onde emesse dagli amminoacidi
che la compongono. Proprio nel mo-
mento nel quale i vari amminoacidi
si attaccano fra di loro emettono una
frequenza ben specifica, e la frequen-
za delle onde emesse è proporzionale
alla massa della molecola dell’ammi-
noacido (19).
Gli esperimenti condotti sulle pian-
te hanno provato che i pomodori
esposti alle melodie del fisico fran-
cese sono cresciuti due volte e mezzo
di più rispetto a quelli non trattati.
Alcune piante oltre ad essere signi-
ficativamente più grandi avevano
anche frutti più dolci e saporiti e
resistevano meglio alla siccità. Le
sequenze musicali stimolavano le
proteine responsabili dello sviluppo,
tra cui il citocromo C, e la taumatina,
per un totale di tre minuti al giorno.
Utilizzando una proteodia inibente,
Sternheimer sostiene anche di aver
fermato il virus del mosaico con la
riproduzione delle sequenze di note
da lui appositamente progettate (20).
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Casse di buona qualità
danno risultati migliori
Prendendo in considerazione tutte le sperimentazioni effettuate in questo
campo, si può affermare che specifiche frequenze audio sotto forma di
musica possono facilitare la germinazione e la crescita delle piante,
indipendentemente dal genere musicale.
Si può inoltre dire che il rumore, che non è altro che una sovrapposizione
non ritmica e non armonica di varie frequenze audio, può determinare un
effetto negativo sulla crescita delle piante.
L’aumento del tasso di crescita in termini di più fiori, foglie, germogli,
gemme ecc. suggerisce che specifiche frequenze udibili, compresa la mu-
sica, possono dare benefici aumentando la produttività (1; 10; 15).
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
LE SOLUZIONI
SPERIMENTATE
I principali metodi e le tecniche
operabili con diversi tipi di musica e
suoni sono (8):
musica in generale;
musica delle proteine, melodie
speciali per regolare la biosintesi;
tecnica Sonic Bloom sviluppata
da Dan Carlson;
ultrasuoni per lo sviluppo delle
piante;
frequenze sonore specifiche e
musica sintonizzata (432 hz).
QUALE
MUSICA
E COME UTILIZZARLA
EVERGREEN | Uso della musica
classica per stimolare le oriture
di ibridi Trichocereus .
Utilizzare gli ultrasuoni con moderazione
tra le 5 e le 9 a.m. stimola gli enzimi
e la respirazione delle piante e dei semi (12)
Gli autori raccomandati
per la musica classica
sono: Hayden,
Beethoven,
Brahms, Schubert,
Mozart, Vivaldi,
Mahler, Bach
Ottima risulta la pratica di irrorare
le piante con soluzioni naturali (EM, alghe,
preparati biodinamici) durante o subito
dopo la stimolazione sonora
(8; Prisa, comunicazione personale)
Non riprodurre suoni
o musica a mezzogiorno
in estate, in quanto
possono stimolare
l’apertura degli stomi
e aumentare la perdita di
acqua per evaporazione
La pressione sonora
diminuisce aumentando
l’area d’interazione
Non utilizzare frequenze
confuse e tempi
di esposizione eccessivi
Gli ultrasuoni possono
essere riprodotti con
apparecchi a basso costo
disponibili sul mercato
come repellenti
per animali e insetti
indesiderati (12)
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In un’epoca in cui il progresso uma-
no può essere perseguito attraverso
soluzioni semplici, l’idea di un fer-
tilizzante elettromagnetico, a basso
costo, dovrebbe essere sviluppata, so-
prattutto nei Paesi del terzo mondo,
ma non solo. Questa tecnica consente
di agire in modo specifico sulla bio-
sintesi delle proteine e in particolare
di (3/4/16):
– combattere le malattie (oidio, pero-
nospora, botrite, mal dell’esca);
– aumentare in modo significativo
gli elicitori e le molecole di resisten-
za naturali;
– aumentare i principi attivi e il sa-
pore nelle varietà commestibili (do-
vuto a un incremento del livello di
zucchero).
La tecnica
Sonic Bloom
Dan Carlson negli Stati Uniti svi-
luppò la tecnica “Sonic Bloom”, che
coniuga l’uso di suoni acuti simili
al cinguettio degli uccelli e l’ap-
plicazione di un nutriente fogliare
organico. I suoni stimolano notevol-
mente l’apertura degli stomi, favo-
rendo così il massimo assorbimento
del nutriente fogliare. Inoltre favo-
riscono il movimento interno delle
cellule o della corrente intracellulare
chiamata “cyclose”. Questa tecnica
utilizza una determinata oscillazione
di frequenza sonora compresa tra 3 e
5.000 Hz emessa da un particolare
altoparlante. In abbinamento ai trat-
tamenti fogliari “Sonic Bloom” può
aumentare di oltre il 50% l’assor-
– miglior sapore e potere nutritivo
dei prodotti;
– aumento della durata e della con-
servazione dei prodotti;
– maggiore resistenza a parassiti e
malattie dovuta a un sistema immu-
nitario della pianta ben funzionante.
Il suono
contro i parassiti
La musica non solo accelera la crescita,
ma influenza in modo significativo an-
che la concentrazione di vari metaboliti
che incrementano il livello di protezio-
ne delle piante. In generale coltivare
le piante utilizzando suoni determi-
na un incremento delle difese dai
patogeni in quanto (7, 11, 14):
– il suono rafforza l’immunità delle
piante ai parassiti poiché interferisce
con il ciclo dei parassiti stessi;
– la musica classica ha ridotto note-
volmente la vita del maschio di Dro-
sophila melanogaster, significativa an-
che la riduzione degli acari;
– il suono da 3 a 5 kHz attrae uccelli e
farfalle e insetti predatori di parassiti;
– il suono a 55 Hz e 120 dB utilizzato
per mezz’ora può diminuire la presen-
za di diversi virus, muffe, batteri ne-
gativi, parassiti e piaghe alle colture;
– il virus del mosaico presente su
piante di pomodoro è stato ridotto
tramite l’uso delle protéodie;
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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
– la musica in generale ha diminu-
ito la presenza di afidi e pidocchi e
ridotto del 50% i danni apportati dai
parassiti a cavoli e riso;
– il danno su semi e piante di mais
portato dalla piralide si è ridotto fino
al 50% utilizzando suoni a 5 kHz
dall’alba al tramonto, mentre frequen-
ze più alte (ultrasuoni) limitano i dan-
ni degli insetti ai semi di grano (12).
❙
Il suono rafforza
l’immunità delle
piante ai parassiti
poiché interferisce
con il ciclo dei
parassiti stessi
“bimento del nutrimento per via fo-
gliare, migliorare il metabolismo e
lo sviluppo generale delle piante,
con notevoli rendimenti e qualità dei
prodotti agricoli. Bisogna però avere
cura di scegliere per la fase di trat-
tamento una soluzione nutritiva di
origine naturale, ben equilibrata e
priva di tossicità: oltre ai fertilizzanti
a base di alghe si possono utilizzare
microrganismi o preparati biodina-
mici. La migliore alga da utilizzarsi
è l’Ascophyllum nodosum, abbastanza
economica e facile da reperire.
Tra i benefici documentati di que-
sta applicazione ci sono:
– stimolazione dello sviluppo dei ve-
getali (9);
– aumento della fioritura e fruttifica-
zione, con conseguente aumento dei
rendimenti;
– frutta e verdura risultano di dimen-
sioni più uniformi;
– stimolazione della resilienza nelle
piante e maggiore adattabilità a con-
dizioni sfavorevoli (gelo, siccità);
CONTROLLO TRATTATO
CRESCITA SUPER | Effetto della musica classica
sulla biostimolazione di piante di
Crassula falcata.