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Il libro delle doti di Marciana nell’Elba (1575-1622)

Authors:
  • Liceo "Foresi", Portoferraio

Abstract

The “Book of Dowries”, from the village of Marciana in Elba island, contains the records of dowry contracts from 1575 to 1622 with a detailed description of each object or property. The values of the goods and properties of the dowry, are evaluated by a board of "Estimators of the Community”. The historical variation of the prices of several goods, gives variation indexes compatible with those calculated by other Authors. The analysis provides clues about the distribution of wealth in the community and its productive structure and shows the surprisingly high value of cloths and tissues in comparison with other goods.
1
IL LIBRO DELLE DOTI DI MARCIANA
C. Anselmi
Riassunto
Il Libro delle Doti contiene registrazioni dei contratti dotali dal 1575 al 1622. In essi compaiono i
valori dei beni secondo la valutazione effettuata dagli “stimatori della Comunità”. Dall’indagine
statistica si ottengono indici di variazione dei prezzi che danno risultati confrontabili con quelli
calcolati da altri Autori. Le registrazioni forniscono elementi per verificare la distribuzione della
ricchezza nella comunità e la sua struttura produttiva. Dalla comparazione con gli altri beni,
spicca l’elevato valore relativo dei tessuti. Il confronto con gli archivi parrocchiali permette di
ottenere l’età di matrimonio della donna, e la provenienza del marito indica le direttrici dei
rapporti commerciali della comunità.
Introduzione
Il Liber Dotium1 è conservato nell’archivio storico del Comune di Marciana (d’ora in
poi ASCM). Si tratta di una raccolta di circa 170 contratti di dote, che copre il
periodo dal 1575 al 1622 con continuità, più alcune sporadiche registrazioni relative
ad anni successivi.
Fisicamente esso è costituito da un volume rilegato, ormai privo della copertina, con
pagine numerate dalla 1 alla 159. Non si può escludere che siano andate perdute
pagine successive, tuttavia l’ultima dote registrata appare completa. Nell’ASCM è
presente attualmente un solo volume, ma alcune considerazioni, tra cui quella che in
esso siano presenti sporadicamente anche doti e annotazioni molto posteriori al 1622,
fanno ritenere che non ne siano mai esistiti altri.
Sul frontespizio del Liber, riportato in A1, è indicato lo scopo per cui la Magnifica
Comunità decise di istituire un pubblico registro delle doti: porre rimedio alle dispute
che sorgevano in seguito ai saccheggi dei pirati. In effetti Turchi e Barbareschi,
alleati dei Francesi nella lotta contro la Spagna, durante il Cinquecento devastarono
con particolare frequenza e ferocia le isole dell’arcipelago toscano. Il rispetto della
promessa di dote, cioè la consegna materiale dei beni, era molto onerosa e richiedeva
spesso diversi anni prima di essere completata. E’ naturale che, se nel frattempo
avveniva un saccheggio, in mancanza di una registrazione certa di quanto già
consegnato, potessero poi sorgere delle controversie.
La registrazione era forse ancora più importante per un altro motivo. Come sancito
negli Statuti di Marciana2, se la donna restava vedova e decideva di risposarsi, i beni
1 ASCM, Libro delle Doti, n. d’ordine 235
2 ASCM, Statuti di Marciana, n. d’ordine 1, Del Civile, Rubrica 9°
2
della dote dovevano esserle restituiti dagli eredi del marito, conformemente al valore
registrato. Nel Liber abbiamo alcune testimonianze in proposito3
Il tipo di dati presenti nel documento appare interessante per uno studio di carattere
micro-economico, che costituisce appunto l’oggetto del presente lavoro. Il campo di
indagine può sembrare a prima vista piuttosto limitato, ma, in realtà, è suscettibile di
estendersi verso altri settori, in quanto il Liber è inserito in un contesto di fonti
documentali inaspettatamente ampio. Infatti l’ASCM possiede, per questo periodo,
una ricca serie di documenti, a cui vanno aggiunti quelli disponibili nell’Archivio
della Parrocchia di Marciana (d’ora in poi APM).
Struttura del documento
Gran parte delle registrazioni segue uno schema standard, diviso in due parti.
Nell’intestazione sono riportati la data, il nome degli “stimatori” e quelli delle parti
contraenti, cioè il padre della sposa, o chi per lui, e il marito. Al fine di facilitare la
consultazione del registro, i nomi delle parti sono anche riportati sinteticamente sul
margine della pagina.
Per quanto concerne la data, c’è da dire che verso il 1596 si afferma l’uso
ecclesiastico di far iniziare l’anno “ab incarnatione”, cioè al dicembre di un anno
segue il gennaio denominato con il medesimo anno, e il cambiamento nella
denominazione dell’anno avviene alcuni mesi più tardi.
Una tipica intestazione dei contratti di dote è quella riportata di seguito:
A di 20 di maggio 1582
In Dei nomine Amen. Noi Parisi di Bernardino e Giuliano di Basilio stimatori
pubblichi della comunità di Marciana abbiamo stimato la dota che adato
Giovanmatteo Bianchi a Francisca sua figlia e Baldo di Pavolo suo
marito il quale sacetta tuti le sottoscritte robbe aconto della
sopra ditta dota.
Da notare la precisazione finale, spesso riportata, secondo cui il marito accetta la
dote, cioè si dichiara soddisfatto di essa. In alcune doti più tarde viene riportato anche
l’ammontare della “promessa di dote”.
Come si vede nell’esempio, gli stimatori erano due. Si tratta di funzionari pubblici
eletti annualmente al momento del rinnovo del Consiglio degli Anziani, cioè l’organo
di governo locale, preposti, secondo lo Statuto della Comunità di Marciana, alla stima
dei beni stabili e delle doti. Quando uno degli stimatori non poteva partecipare perché
3 Cfr. ad es. le doti 137 e 188, 50 e 30v. Ciò non autorizza però a ritenere che il marito non entrasse nel pieno possesso
dei beni. Per es. in una nota alla dote 100, si dice che il marito ha venduto un casalino ricevuto in dote.
3
assente, ammalato o parte in causa, veniva nominato un sostituto. In un singolo caso
viene eletto un terzo membro perché i primi due non riescono ad accordarsi sul valore
di una vigna. Data la delicatezza del compito e la competenza richiesta, spesso gli
stimatori venivano riconfermati anche per molti anni.
Il compito di offrire la dote spettava in primo luogo al padre; se era morto toccava
alla madre, oppure ai fratelli o a uno zio. Se i fratelli della sposa erano orfani minori,
ad essi era affiancato un tutore [84v]. In un singolo caso si direbbe che la dote sia
stata offerta dal Principe tramite un suo funzionario [81v].
I nomi dei contraenti riportati nei contratti consentono spesso di ricavare utili
informazioni di carattere demografico, come si vedrà più avanti, mediante un incrocio
con i registri dell’APM.
La seconda parte del contratto è costituita dall’elenco dei beni, con riportato accanto
il corrispondente valore. Nella maggior parte dei casi gli oggetti vengono valutati
individualmente, per cui è possibile effettuarne uno studio statistico.
L’unità di conto utilizzata per lo stimo è esclusivamente la lira, insieme ai suoi
sottomultipli, cioè il soldo (1/20 di lira) e il denaro (1/12) di soldo. Saltuariamente
compaiono altre monete quali i ducati, le piastre e i giuli, ma il loro valore viene
sempre convertito nell’equivalente in lire. Spesso il valore del bene è riportato sia in
cifre che per esteso, con lo scopo evidente di evitare contraffazioni.
Gli oggetti vengono generalmente riportati nella lista secondo un certo ordine logico,
raggruppati per categorie. Molto spesso, quasi ritualmente, l’elenco si apre con i
materassi e la biancheria da letto, poi seguono i vestiti e infine i beni immobili;
comunque l’ordinamento è flessibile e a volte sono citati per primi i beni immobili.
Frequentemente, a conclusione dell’elenco dei beni che costituiscono la dote, è
presente un ulteriore elenco di oggetti dati a titolo di donamento. Ciò lascia intendere
che in questi casi era stato superato l’ammontare concordato per la dote. In altri casi
evidentemente succedeva il contrario: infatti, in coda alla dote principale, vengono
riportate annotazioni successive anche di parecchi anni, in cui sono registrati beni a
completamento della dote promessa.
L’analisi quantitativa
L’analisi statistica delle doti si basa su un campione di circa 170 registrazioni che
coprono con continuità il periodo dal 1575 al 1622, oltre ad alcune registrazioni
successive. Con essa ci si è proposti di studiare alcuni aspetti quantitativi, nella
speranza di individuare correlazioni tra i dati che emergevano e il contesto storico in
cui la Comunità di Marciana era inserita.
4
1 Valore medio delle doti
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
1570 1580 1590 1600 1610 1620 1630
Un primo aspetto esaminato
è l’ammontare complessivo
delle doti. Considerando
tutto il periodo, il valore
medio di una dote è di circa
13004 lire; questo dato però
non è costante nel tempo.
Osservando il grafico infatti
si notano ampie oscillazioni,
con una chiara tendenza alla
progressiva crescita. Il
valore medio passa da circa
800 lire intorno al 1575, ad
un valore circa doppio verso il 1620. C’è da dire che questo incremento è in buon
accordo con la variazione dei prezzi riscontrata nello stesso periodo e di cui
parleremo più avanti.
Lo sforzo necessario per
raccogliere i beni della dote
era indubbiamente rilevante
e, come si è visto, spesso
richiedeva più anni. In effetti
la dote rappresenta per la
donna una sorta di eredità
anticipata e la fine dei
rapporti economici con la sua
famiglia di origine5.
Confrontando le date dei
matrimoni, rilevate dal
registro parrocchiale6, con quelle dei contratti, si trova che di norma la dote veniva
consegnata almeno un anno dopo il matrimonio: per la precisione in media 1 anno e 8
mesi. Tuttavia, osservando l’andamento negli anni del ritardo medio (fig. 2), si
notano delle oscillazioni: vi sono due periodi in cui il ritardo è praticamente un anno,
separati da un ampio picco, verso il 1606, in cui il ritardo improvvisamente si
allunga.
Anche il numero di contratti di dote registrati annualmente (fig. 3) ha un andamento
oscillante, caratterizzato da picchi elevati dopo periodi in cui le doti sono poche.
4 M=1297, σ=996, ampiezza campione 166
5 Cfr. HERLIHY op. cit., pag. 107
6 APM, Registro dei matrimoni 1586-1684, s.c.
2 Ritardo tra matrimonio e dote
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
3,50
4,00
4,50
1585 1595 1605 1615
5
Come interpretare questi risultati? Non sembra azzardato supporre che questo
andamento rifletta l’attraversamento di periodi di crisi: è come se si preferisse
attendere periodi migliori per la
consegna della dote.
In effetti, gli anni tra Cinque e
Seicento sono turbolenti. L’Elba,
come del resto tutte le località
rivierasche, è continuamente
esposta alle feroci incursioni dei
pirati7. Le più gravi, quelle che
portarono alla distruzione di interi
paesi elbani, avvennero nel corso
della cosiddetta guerra di Siena
(1552-1556).
L’isola, tranne Cosmopoli (dominio mediceo dal 1548), è sotto gli Aragona-Appiani
signori di Piombino, incapaci di garantirne la difesa. Ai primi del '600 la situazione si
fa ancora più precaria: con la morte di Giacomo VII si estingue il ramo principale
della famiglia Aragona-Appiani e il principato di Piombino rimane per decenni senza
una guida, praticamente abbandonato a se stesso. Nel 1603 gli Spagnoli, preoccupati
di rafforzare la loro presenza in una zona di grande importanza strategica,
approfittano della situazione: di sorpresa sbarcano a Longone (l’attuale Porto
Azzurro) e in poco tempo costruiscono una poderosa fortezza, con la quale di fatto
acquistano il controllo su tutta l’Elba, tranne Cosmopoli e i suoi dintorni, che restano
ai Medici.
Anni di tensione, dunque, che forse si riflettono nell’andamento irregolare che
troviamo nei dati sul ritardo delle doti. L’ipotesi sembrerebbe confermata anche
dall’improvvisa diminuzione, in quegli anni, del valore medio delle doti che si nota
nella fig. 1.
Ma la dote, era
indispensabile per sposarsi?
Non siamo in grado di
rispondere con certezza a
questa domanda. La
domanda cui possiamo
tentare di rispondere è
piuttosto: quanti erano
coloro che facevano
registrare il contratto di
7 Cfr. G. VANAGOLLI, op. cit.
3 Numero di doti
0
2
4
6
8
10
12
14
16
1570 1580 1590 1600 1610 1620 1630
4 Frequenza doti per valore
0
5
10
15
20
25
30
35
40
0 -
3000 -
6000 -
9000 -
6
dote? Effettuando un controllo incrociato con il registro dei matrimoni dell’APM
possiamo dire che tra il 1586 e il 1618, circa il 60% dei matrimoni trova una
corrispondente registrazione nel Liber. Con questo non possiamo certo affermare che
il restante 40% dei matrimoni avvenisse senza dote: anzi, è ragionevole supporre che
le doti più modeste, soprattutto quelle che non comprendevano beni immobili,
semplicemente non venissero registrate.
Come già detto, la consistenza media di una dote era di circa 1300 lire. La fig. 4
mostra come circa i ¾ delle doti abbiano un valore compreso tra le 750 e le 2000
lire, con la notevole eccezione di una singola dote che ha un valore ben 8 volte
superiore alla media (per la cronaca, si tratta della dote che la famiglia Bernotti offre
a messer Pierfrancesco Carpani). Possiamo supporre che il valore della dote fosse più
o meno proporzionale alla ricchezza della famiglia della sposa, cosicché questo
grafico può darci anche un’idea di quella che doveva essere, in generale, la
distribuzione della ricchezza.
Prendiamo ora in considerazione quella che era la composizione delle doti. La
gamma di oggetti che vi compaiono è piuttosto ampia e in appendice A3 è riportato
un elenco dettagliato.
Per avere un quadro della situazione, si è preso in considerazione il valore degli
oggetti suddivisi per categorie, ottenendo il grafico riportato nella fig. 5.
Come si vede, quasi metà del valore è costituito da biancheria e vestiario, un terzo è
rappresentato da vigneti e fabbricati e il resto comprende contanti e oggetti diversi.
Sarebbe dispersivo entrare qui nel dettaglio della composizione delle doti, tuttavia
vale la pena di fare alcune considerazioni.
Quello che forse è più
sorprendente, per un
osservatore dei giorni nostri,
è scoprire quanto siano
cambiati, in quattro secoli, i
rapporti relativi tra il valore
di alcuni beni. Faremo un
solo esempio per tutti. Negli
anni a cavallo del 1600, il
valore medio di un paio di
lenzuola è di 46 lire8, quello
di una casa 317 lire9: come
dire che 7 paia di lenzuola
valevano quanto una casa!
8 M=46, σ=15, ampiezza campione 347
9 M=317, σ=119, ampiezza campione 38
5 composizione doti
vestiario
19%
contanti
11%
fabbricati
8%
vigne
20%
altro
14% biancheria
28%
7
D’altra parte non è certo una novità che, fino all’avvento della rivoluzione
industriale, i tessuti avessero dei costi altissimi.
Ma i veri oggetti di lusso erano gli abiti. Nel Liber se ne trovano moltissimi, spesso
descritti nei particolari: il colore, i tessuti, le rifiniture; le stoffe usate sono sfarzose:
sete, velluti, broccati, damaschi. Il valore medio di un abito è di 65 lire10, ma è
comune trovarne con valori superiori alle 100 lire. Uno addirittura è valutato 728 lire,
ossia il doppio di una casa media, e rappresenta il singolo oggetto di maggior valore
di tutte le doti. Al confronto impallidiscono una collana di 1800 perle, valutata “solo”
560 lire, una catena d’oro da 6 once, 385 lire, un anello con 7 diamanti, 280 lire. E’
abbastanza sorprendente trovare, in un piccolo paese che viveva di mare e di vigneti,
oggetti di tale lusso.
Da varie fonti è noto che la coltivazione della vite rappresentava la principale attività
economica di Marciana, insieme ai traffici marittimi connessi al commercio, in
particolare a quello del vino. Per avere un’idea dell’importanza relativa della
coltivazione della vite rispetto alle altre colture, sono state prese in considerazione
tutte le registrazioni che riguardavano beni di carattere agricolo, e i risultati sono
rappresentati nella fig. 6.
Come si vede la vigna, con un
85% del valore, rappresenta la
coltura dominante, potremmo
anzi dire la monocoltura.
Effettivamente ancora oggi
sono visibili nel paesaggio
marcianese le tracce dei
terrazzamenti che partivano
dal mare e arrivavano fin
quasi alla cima delle
montagne granitiche, l’unico
metodo che consentiva di
coltivare un suolo altrimenti
improduttivo.
Presenti, anche se non economicamente molto rilevanti, i castagni. In una terra in cui
il grano è quasi totalmente assente e deve essere importato, le castagne forniscono
un’importante fonte di sussistenza, e ancora oggi il paese di Marciana è circondato
dai castagni.
Se il quadro che emerge dal Liber rispecchia la realtà, dobbiamo dedurre che
l’allevamento avesse un ruolo molto marginale; ciò non risulta certo sorprendente,
10 M=65, σ=56, ampiezza campione 269
6 Composizione beni agricoli
Vigne
85%
Animali
3%
Boschi
2%
Castagni
8%
Orti
1%
Olivi
1%
8
considerando che le vigne non lasciavano molto spazio al bestiame. Troviamo citato
solamente un gregge di 100 capre, che possiamo immaginare al pascolo sulle cime
granitiche del monte Capanne, dove le viti non possono crescere. Altri animali che
saltuariamente figurano sono alcuni cavalli e asini, un toro e una vacca; le pecore
invece non vengono mai menzionate e questo potrebbe anche spiegare il motivo per
cui il costo dei materassi di lana appare molto elevato.
Tra i beni che passano di mano con le doti, è interessante notare la presenza di due
vigneti11 che per metà appartengono alla Chiesa. Come estensione sono insignificanti,
meno dell’1% del totale, ma testimoniano l’esistenza di questa forma di rapporto
economico.
Oltre all’agricoltura, dal Liber posiamo ricavare solo qualche indizio riguardo alle
altre attività economiche. Si capisce che la marineria aveva una certa importanza,
anche se i tempi erano poco propizi a causa dei pirati. In una dote è registrata la quota
di proprietà di una barca12 e qualche volta tra i contraenti figurano dei padroni
marittimi. Di altre attività economiche troviamo citata solo una fornace e un mulino.
A proposito di prezzi, una prima approssimativa indicazione si può avere
considerando semplicemente la variazione del valore medio delle doti nel tempo:
risulta che, dal 1575 al 1620, il tasso medio di variazione è dell’ordine del 2% annuo.
Per avere un quadro più preciso occorre considerare nel dettaglio la variazione di
prezzi di alcuni beni guida. Tenendo conto dei dati a nostra disposizione si sono scelti
come indicatori i prezzi di tre
beni, che compaiono in quasi
tutte le doti: un materasso, un
paio di lenzuola e un “ordine”
di vigna 13.
In fig. 7 sono riportate le
variazioni degli indici dei
prezzi normalizzati14. Come
si vede le variazioni sono
molto simili per i tre beni.
Considerando un indice
unico, ottenuto dalla media
dei tre, si trova che la
variazione media annua dei
prezzi, tra il 1570 e il 1630, è
11 Doti 92v e 128
12 Dote 3; il valore complessivo della barca è di 2100 lire
13 Non sono emerse indicazioni conclusive, ma si può ritenere che un ordine di vigna corrisponda a 4 piante di vite, che
tradizionalmente venivano coltivate con pali raggruppati, appunto, 4 alla volta.
14 E’ riportata la variazione rispetto al valore medio, per rendere confrontabili i dati.
7 variazione prezzi
0
0,5
1
1,5
2
1560 1580 1600 1620 1640
vigna materassi lenzuola
9
9 provenienza sposo
Marciana
78%
Elba
10%
Liguria
5%
Toscana
3% Altro
4%
pari all’1,18%. Questo valore
è abbastanza vicino al valore
di 0,86% dell’indice di
Brown-Hopkins citato da
Kamen.15
Le registrazioni delle doti
contengono informazioni
utilizzabili anche per la storia
demografica: infatti talvolta
la sposa è identificabile più
facilmente dal Liber che dal
registro dei matrimoni
dell’APM, in quanto le
informazioni sulla sua famiglia di origine sono più complete. Sfortunatamente è stato
possibile determinare esattamente la data di nascita e quella di matrimonio solo per
un piccolo numero di donne16, in quanto il registro delle nascite17 dell’APM inizia
con il 1586 e quello dei matrimoni nel 1608. I risultati sono riportati in fig. 8: l’età di
matrimonio varia dai 16 ai 28 anni, con un’età media 21 anni.
Un ultimo aspetto preso in esame è quello della provenienza dello sposo. Anche se il
campione è troppo limitato per trarre delle conclusioni generali, è emerso che vi è una
forte prevalenza di matrimoni all’interno del paese. I risultati dell’analisi sono
riportati in fig. 9.
Si nota che vi è un sensibile
numero di sposi provenienti
dalla Liguria: si tratta in tutti i
casi di paesi affacciati sul
mare e si può pensare che ciò
sia il risultato dei frequenti
rapporti commerciali che
legavano Marciana alla
Riviera ligure.
15 KAMEN: op. cit. - pag. 76.
16 Ampiezza campione 21
17 APM, Registro dei battesimi 1586-1684, s.c.
8 N. di matrimoni per età
0
1
2
3
4
5
15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29
10
Bibliografia
F. BRANCHI, Corografia fisica, storica e statistica dell’isola d’Elba, manoscritto, 1839,
Portoferraio, Biblioteca Foresiana
F. BRAUDEL, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, Torino, Einaudi, 1986
B. CASINI, Guida inventario degli archivi del principato di Piombino, Piombino, Quaderni del
Centro piombinese di studi storici, 1971
M. DEL PANTA, Una traccia di storia demografica della Toscana nei secoli XVI-XVIII,
Università di Firenze, 1974
D. HERLIHY, La famiglia nel Medioevo, Bari, Laterza, 1989
H. KAMEN, Il secolo di ferro, Bari, Laterza, 1975
V. MELLINI PONCE DE LEON, Saggio di vocabolario del vernacolo elbano, manoscritto, 1889,
Portoferraio, Biblioteca Foresiana
G. NINCI, Storia dell’isola d’Elba, Sala Bolognese, Arnaldo Forni 1979 (rist. anastatica)
G. RACHELI, Le isole del ferro, Milano, Mursia, 1978
G. VANAGOLLI, Turchi e Barbareschi all’Elba nel Cinquecento, Roma, Le Opere e i Giorni,
1994
A. ZUCCAGNI, Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle isole, Firenze, 1842
11
APPENDICI
A1. Frontespizio del Liber Dotium
Al nome sia dell'onnipotente Iddio padre, figliolo et
spirito santo et della gloriosa vergine Maria sempre
sia aduorata et di tutta la corte Celestiale.
Perché l'influentia grande de Corsali et Infedeli
è stata di gran ruina et danno di questa
Terra di Marciana dell'Isola dell'Elba con haver
depredato molte volte le genti et la stipolata
dotte che molte miserabili persone, hanno #
pur assai, La onde la Comunità di detto luogo
volendo in parte a ciò provedere ha determinato
che in questo presente libro segnato # si facci
memoria di tutte le Dote che si daranno in
detto luogo stimate per li Stimatori et huomeni
chiamati dalla detta Magnifica Comunità i quali
habbino a scrivere tutti li stimi che nel tempo loro
faranno notando l'Anno, Mese, et giorno et
detto Libro deve da loro essere Cartulato et
intitolato Liber Dotium.
A2 Cronologia
1548 Edificazione di Cosmopoli (Portoferraio). L’Elba è sotto il dominio di Cosimo dei
Medici.
1553-1558 I pirati Turchi, alleati dei Francesi nella lotta contro la Spagna, assaltano
ripetutamente l’Elba, le altre isole dell’arcipelago e la Corsica.
1574 I Medici restituiscono l’Elba agli Appiani, tranne Cosmopoli, che rimane in loro
possesso.
1590 Alessandro Appiani viene ucciso in una congiura di palazzo. Gli Spagnoli tentano
di impossessarsi di Piombino e dell’Elba.
1592 Si diffonde all’Elba un’epidemia di peste
1603 Dopo la morte di Giacomo VII Appiani manca un erede diretto. Gli Spagnoli ne
approfittano e sbarcano a Longone (Porto Azzurro) dove costruiscono una poderosa
fortezza. A questo punto tutta l’Elba, tranne Cosmopoli, è sotto il loro controllo.
1626 Il principato di Piombino e l’Elba tornano ad essere governati da un ramo
collaterale degli Appiani, nella persona di Don Belisario, sotto l’influenza spagnola.
12
A3. Valori degli oggetti presenti nelle doti
Nota: in genere è indicato il riferimento alla prima occorrenza dell’oggetto, tranne i casi in cui il
valore risulta molto diverso da quello usuale. Nella colonna DOTE è indicata la pagina in cui inizia
la dote in cui si fa riferimento all’oggetto. Tutti i valori sono espressi in lire.
Categoria Valore Anno Dote
Agricoltura
asina 45 1610 108v
bosco – 1 “ordine” 0,33 1591 66v
botte di barili 13 26 1612 113v
capra 3,7 1582 28v
castagno domestico – 1 pianta 3,75 1587 42
cavalla con puledro 124 1578 15v
cavallo 97,5 1590 46v
magazzino 104 1580 24
noce – 1 pianta 10 1619 143v
olivo – 1 pianta 3 1589 51v
orto 15 1589 54v
palmento 72 1579 18
pastino (vigna nuova) – 1 ordine 1 1607 1607
soda – (vigna) – 1 ordine 1 1607 100
terreno – 1 “ordine” 0,4 1582 29
toro 25 1601 83
vacca 37,5 1587 43v
vigna - 1 “ordine” 1,2 1575 4
vino – 1 barile 7,5 1582 29
Gioielli e
accessori di
abbigliamento
anello 8,9 1616 131v
anello con 7 diamanti 280 1620 150
bottoncini d’oro (n. 219) 35 1620 152
“bracciale” di fior di lino 8 1575 2
cappello di “grana grossa” 30 1578 15v
cappello di paglia 12 1586 38
cappello di taffeta 12 1590 62v
cappello di velluto “con trine d’oro” 28 1584 33v
cintura d’argento 75 1575 4
collana di 1800 perle 560 1620 150
collana d’oro di once 6 385 1620 150
copricapo d’oro 25 1575 4
frontale d’oro 1,5 1575 3
gioiello di coralli 22 1577 6
gioiello di perle con bottoni d’argento 12 1575 3
granatini (n. 230) 10 1620 152
guanti 2,5 1620 150
orecchini 16 1575 4
pantofole napoletane 3 1620 150
“rete d’oro” 3 1575 2
scarpette 2 1620 150
Tessuti e
biancheria
“asciugatoio” – talvolta è specificato “da battesimo” 3,2 1577 7
“buraccio” – sorta di asciugamani 0,5 1582 28
capezzale di piuma 10 1577 7v
13
coperta “alessandrina” 42 1582 26
coperta da letto 32 1575 4
coperta di “filaticcio” 40 1614 123v
coperta di “indiana” 21 1620 150
cuffione 4 1575 1v
“fazzolo” di cotone 1 1575 3
“fazzolo” di lino 2 1575 2
federa di tela d’Olanda 7 1620 150
guanciale “lavorato” 10 1575 1v
“guarda letto” – sorta di copriletto 8 1578 13v
“guarda saccone” – copri materasso 5 1575 2
“invoglia” – telo 4 1578 17v
lenzuola – 1 paio 22 1575 1v
“mantilelli” – tessuto – 1 canna 4 1575 5
materasso 30 1575 3
nastro – 1 canna 2 1589 50
“panno moresco” 75 1586 38
tela bianca – 1 canna 10 1595 74
tela di “caliscia” – 1 canna 17,5 1595 75
tela di “dobletto” – 1 canna 6 1617 134v
tela di “ermisino cangiante” – 1 canna 35 1594 76
tela di “farfa” –1 canna 7 1579 21v
tela di lino - 1 canna 6 1575 2
tela di panno – 1 canna 5 1575 5
tela di “perpigniano” – 1 canna 33 1618 138v
tela di “tovagliolini” – 1 canna 5 1595 74
tela di “veletti” - 1 canna 6 1575 4
tela “ordita e non tessuta” – 1 canna 2,5 1589 51
tessuto di “passamani” – 1 canna 7,5 1600 81v
tessuto di raso – 1 canna 40 1591 69
tessuto di velluto nero– 1 canna 85 1582 29
“terzarolo” di cotone 7,5 1588 47v
“terzarolo” di lino 3,5 1578 12v
tovaglia 9 1577 9
tovagliola 3,5 1575 2
trina – 1 canna 1 1604 92v
Varie
archibugio 35 1584 34
“barca”: forse un’imbarcazione da carico 2.100 1575 3
baule di “vacchetta di Fiandra” 49 1620 150
casa 262 1575 3
cassa – baule di legno 15 1577 9
“cassettino” – bauletto di legno 3 1577 6
“conchino e catino” 5 1583 31v
concone grande 2 1604 90v
forziere 8 1577 6
Giuilio – moneta valutata 2/3 di lira 0,7 1610 108v
grattugia 0,5 1604 90v
lana da materassi – 1 libbra 0,4 1591 66
lavoro di fornace 10 1604 88
letto di noce 42 1603 85v
mortaio di marmo 1 1604 90v
mulino 225 1591 66v
padella 1,5 1604 90v
padiglione da letto 72 1577 9
pentolone di rame di libbre 19 21 1604 92v
piastra – moneta 7 1617 135v
scudo – moneta – inizialmente 7,5 poi di 7 lire 7,5 1577 7v
tavolo da cucina 2 1604 90v
14
Vestiario
“baracane” 22,5 1582 29
camicia da donna 3 1575 2
camicia da uomo 14 1620 150
camicia “rimbustata” 7 1589 58v
“gamura” 135 1585 36v
giubbone di “catalifo” 14 1609 104
giubbone di tela 10 1589 58v
giubbone di tela di seta “bigherata” 75 1590 62v
“grembiale di brugas di Fiandra” 63 1620 150
“grembiale di burratta” 2,5 1592 70
“grembiale di lenza” 8 1575 2
“grembiale” di seta 7 1603 85
“grembiale” di taffeta 8 1578 15v
“guarnello” 18 1578 14v
maniche di velluto nero 15 1579 19v
maniche di “terzanella” 14 1603 85
mantello 60 1579 19
“pettorina” 2 1615 129
veste di “calisciata” 33,5 1582 29
veste di “calis di misi” 26 1620 148
veste di “camoardo” 38 1580 22v
veste di damasco 165 1592 70v
veste di “dobretto” napoletano 22,5 1578 15v
veste di “ferandina” 37 1607 98v
veste di “giambellotto” 60 1582 26
veste di “grana” 165 1575 4
veste di “guarale d’ermizi” 10 1584 33v
veste di “mezza caliscia” 70 1582 26
veste di “mocaiardo” 20 1589 46v
veste di “panno di Spagna” 60 1589 52v
veste di “perpigniano” 90 1594 72
veste di “rascia” 75 1582 27
veste di “rastretta di Bergamo” 40 1600 81v
veste di “rivescio” 63 1589 50
veste di “sergiglia” 35 1618 141v
veste di “stalmetto” 22,5 1583 31v
zimarra 110 1583 30v
zimarra di “rascia colombina” 190 1620 150
Non identificati
“antocca” o “intocca” – accessorio di abbigliamento 1,7 1577 7v
“arvaglia da scaffa” – probabilmente biancheria 5,5 1577 11
“becca fichi con un collare di maglia” 16 1610 109v
“borgiera” – accessorio di abbigliamento 8 1577 6
“carcame” d’oro 21 1609 104
“carniere con stola” 4 1578 15v
“fascia da conia con il suo carniere” 6 1589 46v
“magrama lavorato alla genovese” 10 1620 150
“moschetto da letto” 90 1582 29
“ordigni della conia” 7,5 1583 31v

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