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Gestione e monitoraggio dei nidi sui tralicci elettrici: esperienze e prospettive

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Abstract

Negli ultimi venti anni oltre 600 nidi artificiali per varie specie di uccelli sono stati installati sui tralicci dell’alta tensione in diverse regioni del Paese interessando circa 800 km di linee elettriche. In particolare, le installazioni più numerose sono state effettuate nel Lazio, Toscana ed Emilia Romagna ma tratti di linee sono stati utilizzati per l’installazione di nidi artificiali anche in Piemonte, Umbria, Calabria, Sicilia e Puglia. In genere i nidi sono stati predisposti per attrarre specie che nidificano in cavità e posizionati in aree con buone capacità trofiche ma nelle quali la disponibilità di siti sembrava un fattore limitante. Gli ambienti utilizzati sono perciò aperti, cerealicoli o pastorali, con pochi alberi o strutture sopraelevate. Inizialmente i nidi sono serviti per incoraggiare la nidificazione del gheppio Falco tinnunculus e successivamente con l’utilizzo di diversi tipi di casette nido, anche quella di altre specie tra cui allocchi Strix aluco, assioli Otus scops, e ghiandaie marine Coracias garrulus. L’installazione dei nidi e il loro mantenimento e monitoraggio in questi anni ha comportato una serie di attività concertate tra l’azienda proprietaria dei tralicci, Terna, e gli ornitologi coinvolti nei monitoraggi. Per consentire e rendere operative le attività di monitoraggio l’azienda ha messo a punto specifici protocolli adottando nuove procedure. Inoltre, ha creato al suo interno un’unità dedicata (Avian Team) che ha consentito di acquisire nuove competenze contribuendo ad una maggiore informazione tecnica e una sensibilizzazione del personale dell’azienda alle tematiche ambientali. La disponibilità di nidi sui tralicci ha contribuito al rafforzamento di popolazioni nidificanti delle varie specie e ha consentito la raccolta di dati sulla loro biologia riproduttiva e su altri aspetti dell’ecologia comportamentale. Oltre 3600 gheppi nati nelle cassette e circa 300 pulli di ghiandaia marina sono stati inanellati nel corso di questi anni.
54 Riassunti del XIX Convegno Italiano di Ornitologia – Torino 2017
marino), recepita in Italia con il d.lgs. n. 190 del 13 ottobre 2010. G.U. 18 novembre 2010, N. 270. ● Oro D., 2003. Managing
seabird metapopulations in the Mediterranean: constraints and challenges. In: Mínguez, E. et al. Mediterranean seabirds and
their conservation. Scientia Marina (Barcelona), 67 (Suppl. 2): pp. 13-22. Serra G. et al. (a cura di), 2001. Piano d'azione
nazionale per il Gabbiano corso (Larus audouinii). Quad. Cons. Natura, Min. Ambiente. Ist. Naz. Fauna Selvatica, n° 6. ●
Soldatini C. et al., 2015. Conserv. Physiol., 3(1). ● Giannini, F, Baldinelli, F. 2008. Interventi per l’eradicazione della
popolazione di gatti inselvatichiti sull’isola di Pianosa. In: Zanichelli F., Giannini F., (eds.), 2008. I Quaderni del Parco,
Documenti Tecnici n. 1 “Progetto Life Natura, Isole di Toscana: nuove azioni per uccelli marini e habitat”. Parco Nazionale
Arcipelago Toscano, Portoferraio: pp 39 -44.
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Azioni di conservazione della berta maggiore Calonectris diomedea nell'isola di Linosa
(Canale di Sicilia)
Bruno Massa1, Vittoria Roatti2, Martina Cecchetti2, Giacomo Dell’Omo3
1Dipartimento SAAF, Università di Palermo, E-mail: bruno.massa@unipa.it;2Berta maris;3Ornis italica, Roma
Linosa (5,2 km2) ospita una delle maggiori colonie europee di berte maggiori mediterranee Calonectris diomedea.
Migliaia di coppie ogni anno, dopo la migrazione invernale nell'Oceano Atlantico, frequentano l’isola da febbraio-
marzo a ottobre-novembre e nidificano in varie zone dell’isola, concentrandosi con le maggiori densità lungo la
costa lavica denominata Mannarazza. Abbiamo registrato gli esiti riproduttivi delle coppie tenute sotto controllo
negli ultimi 10 anni, evidenziando le diverse cause del fallimento della riproduzione. Tra queste vi è stata la
perdita di uova e pulcini a causa della predazione da parte del ratto nero Rattus rattus, la predazione dei pulcini da
parte di gatti domestici e degli adulti da parte di alcuni cani. Inoltre ha continuato a verificarsi il prelievo illegale
di uova da parte degli abitanti di Linosa, seppure molto ridotto rispetto al passato. Abbiamo pertanto intrapreso
una serie di attività per ridurre gli effetti dei ratti, dei gatti e della pressione antropica. La maggior parte di queste
azioni è stata effettuata nell'ambito del progetto LIFE+ NAT/IT/000093 Pelagic Birds, la cui chiusura avrà luogo
il 31 dicembre 2017. Per quanto riguarda il problema dei ratti, è stata effettuata una lotta con l'ausilio di 2700
erogatori distribuiti in tutta l'isola provvisti di un rodenticida (inizialmente Difenacoum, successivamente
Brodifacoum) che sono stati riforniti per un totale di 7 volte in 14 mesi. Allo stato attuale sembra che la
popolazione di ratti neri sia stata eradicata dall'isola. Questo è un successo notevole in quanto si tratta di una delle
pochissime eradicazioni di ratti in isole abitate di superficie superiore a 5 km2. Per quanto riguarda il problema dei
gatti ferali, dopo un loro accurato censimento, a partire dal 2013 si sono intrapresi in collaborazione con l’ASL di
Palermo interventi di sterilizzazione che hanno portato alla sterilizzazione del 40% dei circa 300 gatti presenti
sull’isola. Gli interventi in questo senso continueranno nei prossimi anni. L'aspetto paradossalmente più
complesso è stato quello relativo all'abbandono da parte dei Linosani della tradizionale raccolta di uova di berta.
Tuttavia le azioni intraprese hanno dato notevoli risultati, tra i quali l'incremento del successo riproduttivo delle
berte che è passato dal 40 a circa l'80%.
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Gestione e monitoraggio dei nidi sui tralicci elettrici: esperienze e prospettive
Luca Moiana1, Michele Panuccio2, Carlo Catoni2, Flavio Monti2, Giacomo Dell'Omo2
1Terna Rete Italia SpA, Roma, E-mail: luca.moiana@terna.it; 2Ornis italica, Roma
Negli ultimi venti anni oltre 600 nidi artificiali per varie specie di uccelli sono stati installati sui tralicci dell’alta
tensione in diverse regioni del Paese interessando circa 800 km di linee elettriche. In particolare, le installazioni
più numerose sono state effettuate nel Lazio, Toscana ed Emilia Romagna ma tratti di linee sono stati utilizzati per
l’installazione di nidi artificiali anche in Piemonte, Umbria, Calabria, Sicilia e Puglia. In genere i nidi sono stati
predisposti per attrarre specie che nidificano in cavità e posizionati in aree con buone capacità trofiche ma nelle
quali la disponibilità di siti sembrava un fattore limitante. Gli ambienti utilizzati sono percaperti, cerealicoli o
pastorali, con pochi alberi o strutture sopraelevate. Inizialmente i nidi sono serviti per incoraggiare la nidificazione
del gheppio Falco tinnunculus e successivamente con l’utilizzo di diversi tipi di casette nido, anche quella di altre
specie tra cui allocchi Strix aluco, assioli Otus scops, e ghiandaie marine Coracias garrulus. L’installazione dei
nidi e il loro mantenimento e monitoraggio in questi anni ha comportato una serie di attività concertate tra
l’azienda proprietaria dei tralicci, Terna, e gli ornitologi coinvolti nei monitoraggi. Per consentire e rendere
operative le attività di monitoraggio l’azienda ha messo a punto specifici protocolli adottando nuove procedure.
Inoltre, ha creato al suo interno un’unità dedicata (Avian Team) che ha consentito di acquisire nuove competenze
contribuendo ad una maggiore informazione tecnica e una sensibilizzazione del personale dell’azienda alle
TICHODROMA - Numero 6 – Settembre 2017 55
tematiche ambientali. La disponibilità di nidi sui tralicci ha contribuito al rafforzamento di popolazioni nidificanti
delle varie specie e ha consentito la raccolta di dati sulla loro biologia riproduttiva e su altri aspetti dell’ecologia
comportamentale. Oltre 3600 gheppi nati nelle cassette e circa 300 pulli di ghiandaia marina sono stati inanellati
nel corso di questi anni.
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Aggiornamento dello stato di conservazione degli uccelli europei: una valutazione
Marco Gustin, Claudio Celada
Lipu Dipartimento Conservazione Natura, E-mail: marco.gustin@lipu.it
Da oltre quarant’anni BirdLife International analizza lo stato di conservazione delle oltre 500 specie di uccelli
selvatici nidificanti e svernanti. Il primo resoconto di Birds in Europe (Tucker & Heath 1994), valutò lo stato di
conservazione delle popolazioni nidificanti e svernanti nel periodo 1970-1990. Nel secondo resoconto (BirdLife
International 2004) fu valutato il periodo 1990-2000, mentre nell’ultimo recente aggiornamento di Birds in Europe
(BirdLife International 2017a), che copre il periodo 2000-2010 viene anche considerata la responsabilità di
ciascun Paese europeo per ciascuna specie. Birds in Europe ha sin da subito utilizzato la classificazione SPEC
(Species of European Conservation Concern) per individuare le specie di interesse conservazionistico in Europa..
La classificazione SPEC prevede tre categorie: SPEC 1, che rappresenta le specie globalmente minacciate; SPEC
2, che include le specie il cui status di conservazione in Europa è sfavorevole e la cui distribuzione è concentrata
in Europa; SPEC 3, che rappresenta le specie il cui status di conservazione in Europa è sfavorevole e la cui
distribuzione non è concentrata in Europa. Quanto alle specie che non hanno evidenziato uno stato di
conservazione sfavorevole, esse non sono state inserite in categorie SPEC. In Tucker & Heath (1994) 195 specie
(38%) furono classificate SPEC 1-3. In BirdLife International (2004) 226 specie (43% del totale) risultarono
SPEC 1-3, di cui 40 specie furono classificate SPEC 1, 45 SPEC 2 e 141 SPEC 3. Il recente aggiornamento di
Birds in Europe nonostante evidenzi un leggero miglioramento nella percentuale complessiva delle specie SPEC
1-3 (41% del totale), individua un forte aumento delle SPEC 1, passate da 40 alle attuali 66. Tale aggiornamento
evidenzia che quattro specie risultate precedentemente SPEC 2-3 (coturnice Alectoris graeca, moriglione Aythya
ferina, tortora selvatica Streptopelia turtur, pavoncella Vanellus vanellus), siano oggi classificate SPEC 1, in
dipendenza del loro stato di conservazione globale secondo la Lista Rossa dell’IUCN (BirdLife International
2017b). Una quinta specie, tordo sassello Turdus iliacus, è stata classificata SPEC 1, sebbene nel 2004 fosse
considerata Non-SPEC. Queste specie risultano ancora cacciabili in Italia.
Bibliografia - BirdLife International 2004. Birds in Europe: population estimates, trends and conservation status. Cambridge,
UK: BirdLife International. (BirdLife International Series No. 12). BirdLife International 2017a. National responsibilities
for European bird populations: a contribution to setting conservation priorities. Cambridge, UK: BirdLife International. ●
BirdLife International 2017b. The IUCN Red List of Threatened Species 2017: e.T22690419A110502346.
http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.2017-1.RLTS.T22690419A110502346.en ● Tucker G.M., Haeth M.F. 1994. Birds in
Europe: their conservation status. Cambridge, U.K.: BirdLife International (BirdLife Conservation Series no. 3.
POSTER
Contributo alla conservazione della biodiversità ornitica tramite il ripristino ambientale
di una miniera a cielo aperto nel Biellese (NW Italy)
Lucio Bordignon1,2, Sophie Clerico2, Gloria Ramello2,3, Marco Saggioro2, Melania Sereno2
1Sasil-Minerali Industriali; 2 G.L.I.Ci.NE (Gruppo di lavoro italiano sulla cicogna nera); 3Produzioni e Gestione degli animali
in allevamento e selvatici-Università degli studi di Torino, E-mail: g.ramello@hotmail.it
Nell’area di una miniera a cielo aperto dismessa fra Curino e Masserano in provincia di Biella è stato ricreato,
grazie ad interventi di ripristino ambientale, un polo di attrazione per gli uccelli. Al fine di verificare nel tempo la
presenza delle varie specie di uccelli nidificanti o migratori nell’area di studio, sono stati applicati tre metodi di
censimento: l’inanellamento scientifico, il mappaggio e l’osservazione diretta. La stazione di inanellamento
ubicata all’interno dell’“ex miniera Sella” aderisce al Progetto nazionale MonITRing lanciato dall’ISPRA e ha
permesso di individuare un aumento del gradimento degli uccelli nei confronti delle aree ripristinate. Il progetto di
ripristino ambientale ha interessato quattro ex-aree minerarie dislocate su un’area complessiva di circa 50 ettari di
... Un certo numero di giovani vengono inanellati nelle cassette nido e, nei sei anni di monitoraggio, ne sono stati inanellati 254. Il fatto che più del 50% delle cassette nido vengano occupatedai Gheppi è una conferma di come la disponibilità di siti di nidificazione sia un fattore limitante per questa specie, perlomeno nelle aree agricole di pianura (Moiana et al. 2017). ...
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Il monitoraggio e la conservazione della biodiversità, la frammentazione ambientale e le connessioni ecologiche sono temi ai quali ISPRA, sin dalla sua nascita, ha riservato un’attenzione particolare. In questo contesto si inserisce la pubblicazione di questo nono quaderno della serie "Natura e biodiversità" dedicato all'Atlante degli uccelli nidificanti nella Riserva Naturale Regionale di Decima Malafede.
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