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NIVALIS: CAMBIAMENTI CLIMATICI & FRINGUELLI ALPINI Montifringilla nivalis su Dolomiti & Stelvio

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Abstract

Sull’arco alpino gli effetti dei cambiamenti climatici hanno già causato importanti alterazioni ad habitat e specie. In Italia specie legate ad ambienti freddi hanno subito contrazioni di areale più forti rispetto a specie legate ad ambienti caldi. Il fringuello alpino Montifringilla nivalis è nidificante su Alpi e Appennini in habitat alpini, sub-nivali e nivali ed è considerato un ottimo indicatore dei cambiamenti climatici. Il progetto Nivalis nasce proprio con lo scopo di studiare gli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali usando il fringuello alpino come specie indicatrice. La sensibilità della specie ai cambiamenti climatici è evidenziata nei modelli di idoneità ambientale i quali prevedono un calo fino al 84% (nello scenario climatico peggiore) dei siti idonei alla presenza della specie entro il 2050. Per questo motivo abbiamo studiato l’ecologia di foraggiamento di 18 coppie diverse di fringuello alpino al Parco Nazionale dello Stelvio (PSN) dimostrando come questa specie prediliga siti di foraggiamento freddi, caratterizzati dalla presenza di chiazze di neve ed erba bassa, ma anche roccia e suolo nudo, habitat particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici. ll progetto, inoltre, si è occupato di posizionare una quarantina di cassette nido presso il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino (PNPPSM) e al PSN. Queste cassette hanno un duplice scopo: aumentare i siti di nidificazione favorevoli e facilitare la raccolta di variabili demografiche necessarie per comprendere la dinamica di popolazione. Monitoraggi precedenti all’installazione delle cassette nido hanno evidenziato come nelle due aree studio i fringuelli alpini nidifichino preferibilmente in contesti differenti. Presso PNPPSM i fringuelli alpini nidificano quasi esclusivamente su pareti rocciose verticali alte e inaccessibili. Al PSN la nidificazione avviene più frequentemente su strutture antropiche, come rifugi e impianti di risalita. È forse per questi motivi “abitudinari” che al PNPPSM non ci sono stati tentativi di nidificazione su cassette nido da parte di fringuello alpino (ma di altre specie come il codirosso spazzacamino). Al PNS sono invece state occupate 5 cassette nido, per un totale di 16 pulli inanellati con anello metallico. Nell’autunno 2017 saranno installate 5 cassette nell’area del PNPPSM e 10 nel PNS. In futuro, sarebbe auspicabile l’ampliamento dell’area di studio nelle regioni e province limitrofe.
STUDIO DELLA BIOLOGIA RIPRODUTTIVA
Per approfondire le conoscenze sulla biologia riproduttiva della specie in rapporto ai
cambiamenti climatici e per elaborare strategie di conservazione efficaci, nell’autunno
2016 abbiamo installato complessivamente 41 cassette nido, 21 presso PNPPSM e 20
nel PNS. Per massimizzare l’occupazione, le cassette nido sono state installate in
prossimità di vecchi siti di nidificazione identificati negli anni precedenti al progetto.
L’installazione di cassette nido ha quindi un duplice obiettivo:
- offrire nuovi siti di nidificazione;
- favorire la raccolta di variabili demografiche (numero di uova deposte e pulli involati
ecc.) necessarie per comprenderne la dinamica di popolazione rispetto ai cambiamenti
climatici ed ambientali.
Sopra: Nell’immagine è mostrata la posizione e numero di cassette nido (stelle rosse)
installate presso Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, mentre in alto a sinistra
viene evidenziata una panoramica delle due aree studio: Parco Naturale Paneveggio-Pale di
San Martino & Parco Nazionale dello Stelvio.
Monitoraggi precedenti all’installazione delle cassette nido hanno evidenziato come
nelle due aree studio i fringuelli alpini nidifichino preferibilmente in contesti differenti.
Presso il PNPPSM i fringuelli alpini nidificano quasi esclusivamente su pareti rocciose
verticali alte ed inaccessibili. Al PNS la nidificazione avviene più frequentemente su
strutture antropiche, come rifugi ed impianti di risalita sciistica. E’ forse per questi motivi
«abitudinari» che al PNPPSM non ci sono stati tentativi di nidificazione su cassette nido
da parte di fringuello alpino (ma di altre specie come il codirosso spazzacamino).
Al PNS sono invece state occupate 5 cassette nido, per un totale di 16 pulli inanellati con
anello metallico. Nell’autunno 2017 saranno installate 5 cassette nell’area del PNPPSM e
10 nel PNS. Inoltre, sarebbe auspicabile l’ampliamento dell’area di studio nelle regioni
e province limitrofe.
ECOLOGIA & DISTRIBUZIONE DEL FRINGUELLO ALPINO
Il fringuello alpino Montifringilla nivalis è una specie nidificante su Alpi ed Appennini
in habitat nivali e alpini. Si riproduce solitamente sopra i 2000m, costruendo nidi in
cavità rocciose ma anche su edifici ed impianti sciistici di risalita. Un nostro recente
studio sottolinea come i fringuelli alpini prediligano siti di foraggiamento freddi,
caratterizzati dalla presenza di chiazze di neve ed erba bassa, ma anche roccia e suolo
nudo (vedi sotto; Brambilla et al. 2017a) che sono particolarmente sensibili ai
cambiamenti climatici.
A sinistra: Relazioni tra la probabilità (0-1) di occorrenza di un foraggiamento ed i rispettivi
micro-habitat analizzati.
A destra: Un fringuello alpino con imbeccata fotografato su margini di una chiazza di neve.
Questo microhabitat è tra i preferiti per foraggiare, probabilmente perché offre una maggiore
visibilità e facile accesso alle risorse trofiche.
La potenziale sensibilità della specie ai cambiamenti climatici è rimarcata dai modelli
di idoneità ambientale che prevedono un calo fino al 84% (nello scenario climatico
peggiore) dei potenziali siti idonei alla presenza della specie entro il 2050 (Brambilla
et al. 2017b).
NIVALIS
CAMBIAMENTI CLIMATICI & FRINGUELLI ALPINI Montifringilla nivalis su Dolomiti & Stelvio
FORTI, A.1,2, SCRIDEL, D. 1,2,3*, CAPELLI, F.4,5, ANDERLE, M. 1, CORTESI, M.4,5, MASIERO, G. 6, BAZZANELLA, M. 6, SANGALLI, B.5, BOGLIANI, G. 3, PEDRINI, P.1&
BRAMBILLA, M. 1,7
1Museo delle Scienze, Sezione Zoologia dei Vertebrati, Corso della Scienza e del Lavoro 3, I-38123 Trento, Italia. 5Dipartimento di Bioscienze, Università degli Studi di Milano, via Celoria 26, 20133 Milano, Italia.
2Ente Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, loc. Castelpietra 2, Tonadico (TN), Italia. 6Università degli studi di Padova, via 8 febbraio 2 - 35122 Padova, Italia.
3Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia, Pavia, Italia. 7Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Settore Biodiversità e Aree protette Largo 10 luglio 1976 1, I-20822 Seveso, MB, Italia.
4ERSAF Parco Nazionale dello Stelvio Lombardia, Via De Simoni, 42 23032 BORMIO (SO), Italia * per info: davide.scridel@muse.it
AMBIENTI & UCCELLI MONTANI IN UN CLIMA CHE CAMBIA
Le zone montuose coprono della superficie terrestre, ma includono ¼ della
biodiversità totale e quasi il 50% degli hotspot di biodiversità. Sull’ arco alpino, gli
effetti dei cambiamenti climatici hanno già causato importanti alterazioni ad habitat e
specie. In Italia, specie legate ad ambienti freddi hanno subito contrazioni più forti
rispetto a specie simili ma legate ad ambienti caldi (vedi sotto;Scridel et al.2017). La
minaccia è ulteriormente aggravata da fattori antropici come lo sfruttamento delle
foreste, l’abbandono dei pascoli e la realizzazione di nuovi impianti sciistici, che in
modi diversi contendono e strappano a molte specie gli habitat ideali.
A sinistra: Generalizzazione degli effetti dei cambiamenti climatici sugli habitat montani (prima
e dopo). Dall’alto i) progressivo scioglimento dei ghiacci e nevi perenni ii) innalzamento del
limite degli alberi e riduzione dell’ estensione delle praterie alpine iii) innalzamento e
cambiamento della composizione delle foreste subalpine e montane.
A destra: Relazione tra il trend di areale (variazione di areale riproduttivo in Italia negli ultimi 30
anni; Nardelli et al.2015) e la temperatura media annuale dell’areale delle specie (Scridel et al.
2017).
Ringraziamenti: Piergiovanni Partel, Luca Pedrotti, Eliseo Strinella, Fernando Spina, Luca Volponi, Severino Vitulano, Alessandro Franzoi,
Aaron Iemma, Simone Tenan, Francesca Rossi.
Per approfondire:
Brambilla, M., Cortesi, M., Capelli, F., Chamberlain, D., Pedrini, P., & Rubolini, D. (2017a). Foraging habitat selection by Alpine White-
winged Snowfinches Montifringilla nivalis during the nestling rearing period. Journal of Ornithology, 158(1), 277-286.
Brambilla M., Caprio E., Assandri G., Scridel D., Bassi E., Bionda R., Celada C., Falco R., Bogliani G., Pedrini P., Rolando A., Chamberlain
D. (2017b). A spatially explicit definition of conservation priorities according to population resistance and resilience, species importance an
d level of threat in a changing climate. Diversity and Distributions, 23: 727-738
Scridel D., Bogliani G., Pedrini P., Iemma A., von Hardenberg A., Brambilla M. (2017) Thermal niche predicts recent changes in range size for
bird species. Climate Research 73:207-216.
Nardelli et al. 2015. Rapporto sull’applicazione della Direttiva 147/2009/CE in Italia: dimensione, distribuzione e trend delle popolazioni di
uccelli (2008-2012). ISPRA.
ISPRA Gli indicatori del clima in Italia nel 2015. Anno XI.
IL PROGETTO NIVALIS
Per questi motivi è nato il progetto NIVALIS:una collaborazione tra Museo delle
Scienze di Trento (MUSE), Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino
(PNPPSM), Parco Nazionale dello Stelvio (PNS), Centro Italiano Studi Ornitologici
(CISO), Società degli Alpinisti Tridentini (SAT) e Università degli studi di Pavia (UNIPV)
e Milano (UNIMI) con lo scopo di studiare gli effetti dei cambiamenti climatici ed
ambientali a scala alpina, usando il fringuello alpino come specie indicatrice.
Idoneità attuale
ambientale per
Trentino,
Lombardia &
Piemonte
Idoneità nel
2050 secondo
scenari di
emissione di
gas serra
Anno 2050
Presente
VIII Convegno FAUNISTI VENETI, 21-22 Ottobre 2017, Villa Patt Sedico (BL)
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