Di Grotta Scaloria si è scritto molto ed il sito rappre-senta uno dei luoghi più citati in assoluto per i culti del Neolitico dell'Italia Meridionale. In realtà di que-sto complesso si conosce ben poco per esser stato edito solo attraverso notizie preliminari, risalenti co-munque ad oltre trent'anni or sono (Tinè, Isetti 1982). Il recente progetto di edizione globale delle ricerche condotte fino
... [Show full abstract] agli anni '80 ha permesso di raccogliere tutte le informazioni in diversa maniera acquisite, in-tegrandole con piccoli interventi mirati ad effettuare analisi specifiche. La revisione dei dati ha prima di tutto confermato che il complesso di Scaloria-Occhiopinto costituisce un unico sistema carsico che, durante il Neolitico, do-veva trovarsi ai margini di una laguna molto articolata estesa fino alla scarpata esterna del terrazzo su cui si apre la grotta a circa 45 m slm. alla periferia di Man-fredonia (FG). Il livello della falda freatica al suo in-terno doveva coincidere con le rive della laguna e non doveva essere molto differente dall'attuale, anche se probabilmente leggermente più alto (Rellini et alii 2010a). Il complesso ipogeico, del quale non si conosce nep-pure oggi la reale estensione, si è formato a seguito di processi carsici e a successivi crolli della volta sca-tenati da eventi sismici che hanno caratterizzato in di-versi momenti, anche recenti, la zona. Ciò che comunemente viene identificato con Grotta Scaloria è stato spesso il solo vasto camerone di altezza com-presa tra pochi centimetri e 2 metri che si sviluppa circa 2 metri al di sotto del piano di campagna. Da questo camerone in realtà si diparte una serie di ra-mificazioni, percorribili solo carponi, che conducono RIASSUNTO-VEDERE IL MONDO DA SCALORIA-La ripresa delle ricerche in funzione dell'edizione degli scavi della fine degli anni '70 del secolo scorso, ha consentito di aprire prospettive nuove su Grotta Scaloria, sul suo utilizzo da parte delle comunità neolitiche e sul paesaggio ad essa circostante. Le analisi micromorfologiche condotte su alcune porzioni del deposito infatti hanno delineato un panorama insediamentale più ricco rispetto a quello fino ad allora considerato, in un ambiente che non doveva presentare le caratteristiche di un luogo chiuso ma, piuttosto, qualificarsi come un ampio riparo frequentato con continuità da uomini ed animali. Questo per quanto concerne la camera superiore nella quale sono documentati usi promiscui attraverso il tempo. E dove sono stati riconosciuti ben quattro diversi modi di seppellire i defunti. La mappatura del percorso alla camera inferiore della grotta ha invece evidenziato un uso esclusivo per scopi rituali non meglio definiti ma che qui si propone siano legati alla vita piuttosto che alla morte, al ciclo dell'acqua religio-samente raccolta in grandi contenitori realizzati appositamente. SUMMARY-SEE THE WORLD FROM SCALORIA-The recovery of researches as a consequence of the edition of the '70s excavations , has made possible to open up new perspectives on Scaloria Cave, on its use by the neolithic communities and on the landscape surrounding it. The micromorphological study of some deposit portions has shown a richer human settlement context than the one so far considered, in an environment that shouldn't show the characteristics of a closed place but, rather, of a wide shelter continuously attended by men and animals. All of these elements are related to the upper chamber, where promiscuous uses are documented through the time and where, at least, four different ways of burying the dead have been recognized. Mapping of the path to the cave lower chamber has instead highlighted an exclusive ritual use that seems more related to life rather than death, to the cycle of water religiously collected in large containers made for this purpose.