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Il rilievo per la conservazione e la valorizzazione dei borghi rurali della Sicilia centrale: il caso studio di Borgo Pietro Lupo a Mineo - The survey for conservation and the valorisation of rural villages of Central Sicily: the case study of Borgo Lupo in Mineo

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attività di ricerca si incentra sui temi della tutela, conservazione e recupero del patrimonio storico-architettonico e paesistico. Il rilievo per la conservazione e la valorizzazione dei borghi rurali della Sicilia centrale: il caso studio di Borgo Pietro Lupo a Mineo Il saggio, incentrato sullo studio di Borgo Pietro Lupo a Mineo in Sicilia, a tuu gli eff e un piccolo centro storico, intende proporre un proge o pilo-ta per la sua rivitalizzazione e il suo adeguamento funzionale e struu urale, basato su un rigido pro-tocollo di documentazione e analisi, realizzato anche grazie all'uu lizzo di nuovi strumen di in-dagine. A raverso tale caso, il lavoro si propone di me ere in evidenza il ruolo del rilievo-primo essenziale episodio della tutela-in vista della prevenzione o riduzione del rischio sismico in zone esposte al ripetersi di even calamitosi. Esso vuole mostrare come appaia imprescindibile che il momento conoscii vo sia condoo o da operato-ri che, oltre alla corre a esecuzione dell'a vità mensoria, abbiano il bagaglio tecnico/culturale necessario per leggere l'archite ura. and Environment). I suoi interessi di ricerca sono legati alle tematica del rilievo, della modellazione 3D e della rappresentazione dell'architettura e dei beni culturali. The essay focusing on the study of Borgo Pietro Lupo in Mineo, Sicily, in all respects a small historical centre, intends to propose a pilot project for both its revitalisa on and the funcc onal and structural adapta on, based on a rigid documen-taa on protocol and analysis, also carried out by innova ve technologies. Through this case, the paper aims to highlight the role of the survey-the fi rst essen al step of the conserva on process in view of the preven on or reducc on of seismic risk in areas exposed to the repe on of calamitous events. It seeks to show how impera-ve is that the cognii ve moment be carried out by operators who, in addii on to properly execute the measurement acc vii es, have the technical and cultural baggage needed to 'read' and understand the architecture.
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IL RILIEVO PER IL RESTAURO DEI TESSUTI STORICIvolume 10/ n.18 - giugno 2017
ISSN 1828-5961
DISEGNARECON
http://disegnarecon.univaq.it
Antonella Versaci
Ricercatore a t.d. di Restauro, Respon-
sabile del Laboratorio di “Diagnostica e
Restauro dei Beni Architettonici e Cul-
turali” presso l’Università KORE di Enna
e Ricercatore Associato all’IPRAUS,
Université de Paris-Belleville. La sua
attività di ricerca si incentra sui temi
della tutela, conservazione e recupero
del patrimonio storico-architettonico e
paesistico.
Il rilievo per la conservazione e la valorizzazione dei borghi rurali della
Sicilia centrale: il caso studio di Borgo Pietro Lupo a Mineo
Il saggio, incentrato sullo studio di Borgo Pietro
Lupo a Mineo in Sicilia, a tu gli eff e un piccolo
centro storico, intende proporre un proge o pilo-
ta per la sua rivitalizzazione e il suo adeguamento
funzionale e stru urale, basato su un rigido pro-
tocollo di documentazione e analisi, realizzato
anche grazie all’u lizzo di nuovi strumen di in-
dagine. A raverso tale caso, il lavoro si propone
di me ere in evidenza il ruolo del rilievo - primo
essenziale episodio della tutela - in vista della
prevenzione o riduzione del rischio sismico in
zone esposte al ripetersi di even calamitosi. Esso
vuole mostrare come appaia imprescindibile che
il momento conosci vo sia condo o da operato-
ri che, oltre alla corre a esecuzione dell’a vità
mensoria, abbiano il bagaglio tecnico/culturale
necessario per leggere l’archite ura.
Alessio Cardaci
Professore aggregato di Disegno
presso la Scuola di Ingegneria dell’U-
niversità degli Studi di Bergamo, dove
è anche Responsabile del Laboratorio
SABE (Survey & Analysis of Buildings
and Environment). I suoi interessi di
ricerca sono legati alle tematica del
rilievo, della modellazione 3D e della
rappresentazione dell’architettura e dei
beni culturali.
The essay focusing on the study of Borgo Pietro
Lupo in Mineo, Sicily, in all respects a small hi-
storical centre, intends to propose a pilot project
for both its revitalisa on and the func onal and
structural adapta on, based on a rigid documen-
ta on protocol and analysis, also carried out by
innova ve technologies. Through this case, the
paper aims to highlight the role of the survey -
the rst essen al step of the conserva on pro-
cess - in view of the preven on or reduc on of
seismic risk in areas exposed to the repe on of
calamitous events. It seeks to show how impera-
ve is that the cogni ve moment be carried out
by operators who, in addi on to properly execute
the measurement ac vi es, have the technical
and cultural baggage needed to ‘read’ and under-
stand the architecture.
The survey for conserva on and the valorisa on of rural villages of Cen-
tral Sicily: the case study of Borgo Lupo in Mineo
Parole chiave: Rilievo integrato, Conservazione,
Valorizzazione, Borghi rurali.
keywords: Integrated survey, Conserva on, Valo-
risa on, Rural villages.
8.2IL RILIEVO PER IL RESTAURO DEI TESSUTI STORICIvolume 10/ n.18 - giugno 2017
ISSN 1828-5961
DISEGNARECON CARDACI - VERSACI
Il rilievo per la conservazione e la valorizzazione dei borghi rurali della Sicilia centrale: il caso studio di Borgo Pietro Lupo a Mineo
http://disegnarecon.univaq.it
1. INTRODUZIONE
I borghi rurali della Sicilia rappresentano un importante
patrimonio iden tario che ha cara erizzato la crescita
e lo sviluppo delle aree interne dell’isola, dando vita a
un intricato intreccio tra archite ura e paesaggio, i cui
segni sono ancora in gran parte leggibili nel territorio.
Una par colare forma di insediamento sparso nato, sin
dai primi decenni del secolo scorso nell’ambito del pro-
gramma di riqualifi cazione delle aree agricole, con il
ne di comba ere l’impostazione di  po la fondis co,
vista come principale causa dell’arretratezza dell’isola,
e diff ondere la permanenza del bracciante sul fondo
con la conseguente ristru urazione delle colture.
Una prima serie di piccoli insediamen colonici fu rea-
lizzata per inizia va del li orio ‘Ente per la Colonizza-
zione del La fondo Siciliano (ECLS)’ ma ques , troppo
distan gli uni dagli altri e del tu o privi di servizi civili,
non favorirono l’insediamento stabile degli agricoltori
nelle campagne. Alla fi ne della guerra, l’azione dell’E-
CLS fu portata avan dal neo ‘Ente per la Riforma Agra-
ria Siciliana (ERAS)’ [1] che costruì case rurali e villaggi
dota dei servizi necessari alla socializzazione e alla
vita colle va.
Tu avia, il fallimento della riforma, unito all’avvio delle
poli che di polarizzazione industriale, causò sin dagli
anni Sessanta del secolo scorso notevoli squilibri negli
asse delle aree agricole e, dunque, la diminuzione
del numero dei contadini.
Da allora, i borghi si sono indirizza verso un inesora-
bile declino e oggi si contano cinquantaqua ro inse-
diamen supers - qua ordici realizza negli anni
Quaranta dall’ECLS e circa quaranta costrui negli anni
Cinquanta dall’ERAS [2] -, mol dei quali incompiu e
contraddis n da pochi edifi ci di servizio, altri ancora
limita a sole funzioni abita ve (fi g. 1). Ques ul mi,
poi risca a dagli assegnatari, sono spesso poco iden-
cabili poiché nel tempo interessa da trasformazioni
che ne hanno alterato le peculiarità archite oniche e
pologiche, oltre che inseri in un ormai mutato con-
testo culturale e ambientale.
Tranne qualche misera eccezione, ques piccoli aggre-
ga urbani sono sul punto di scomparire perché non
più densamente abita e a vamente integra nella
vita della regione, oltre che minaccia dalle depreda-
zioni, dalle aggressioni atmosferiche, dai sismi e dagli
a di vandalismo.
I borghi sono, infa
, dei beni ‘a rischio’, sogge ai pro-
cessi di alterazione e degrado fi siologici del tempo e, al
contempo, beni ‘fragili’, contraddis n da un elevato
livello di precarietà, in par colare se viene a mancare
la cura dell’uomo. Sono stru ure ‘deboli’ - spesso edifi -
cate senza criteri an sismici - collocate in una terra per
sua natura ‘ballerina’, sia per la presenza di faglie a ve
che di vulcani, che le espone al ripetersi di con nue e
frequen azioni telluriche.
Per molto tempo ignora , con il recente consolidarsi
dell’interesse colle vo nei confron della salvaguardia
dell’archite ura rurale, ques par colari tessu edilizi
dispersi in un paesaggio stra cato di cui cos tuisco-
no, però, un elemento qualifi cante, iniziano a essere
ogge o di una certa a enzione.
Sembra essersi, fi nalmente, compreso che, se adegua-
tamente studiato, prote o, riu lizzato e ricollegato
al territorio, questo patrimonio potrebbe raff orzare
l’iden culturale locale e contribuire a vamente al
miglioramento delle condizioni socio-economiche dei
luoghi e delle comunità interessate.
In tal senso, questo saggio, approfondendo lo studio
di Borgo Pietro Lupo a Mineo, in provincia di Catania,
intende porsi quale proge o pilota per la rivitalizzazio-
ne e l’adeguamento funzionale e stru urale del cen-
tro, basato su un rigido protocollo di documentazione
e analisi qualita ve e quan ta ve, realizzate anche
grazie all’u lizzo di nuovi strumen di indagine cono-
sci va.
A raverso il caso in esame, esso si propone di eviden-
ziare la funzione del rilievo quale strumento di rifl es-
sione scien ca indirizzato alla riduzione del rischio
sismico, alla rifunzionalizzazione e alla valorizzazione
di un luogo in pericolo, anche perché poco compreso e
poco indagato nelle sue innumerevoli valenze storiche,
archite oniche e simboliche.
Fig. 1 - La mappa dei villaggi rurali in Sicilia distinti per tipologie A, B e C, tra di loro differenziate per ampiezza, importanza e numero di edifi ci di servizio.
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2. I BORGHI RURALI DI SICILIA TRA DEGRADO,
ABBANDONO E NUOVE PROSPETTIVE DI RECU-
PERO
L’a uale stato di grande incuria e/o oblio di stru ure
ormai considerate inu li ma nondimeno ancora ele-
men cos tu vi del paesaggio, di cui rappresentano
una manifestazione ancora ben percepibile, domanda
da tempo lo studio e l’a uazione di concrete azioni di
globale recupero e rigenerazione, u li a far sì che que-
ste tes monianze di una pagina importante della storia
isolana, ritrovino il senso delle loro ragioni fondatrici
e, quindi, un nuovo ruolo nello sviluppo economico e
sociale della regione.
Tali opere sono fru o del rapporto costru vo com-
plesso tra uomo e natura e, inoltre, di modalità specifi -
che di u lizzo del territorio, forse non più condivisibili;
una loro opportuna reintegrazione nella vita contem-
poranea potrebbe tu avia contribuire, da una parte,
al contenimento del consumo del suolo a raverso la
riconversione funzionale dell’edifi cato esistente e,
dall’altra, alla defi nizione di moderne tecniche di uso
sostenibile delle aree a vocazione agricola, idonee a
mantenere o raff orzare i valori naturali del paesaggio.
Aff rontare e approfondire il tema dell’archite ura ru-
rale signifi ca, però, avviare un ambito di ricerca rela -
vamente nuovo, per mol versi ancora da esplorare e
da inventare, sopra u o dal punto di vista proge ua-
le. Si tra a, infa , di un se ore che solo recentemente
sembra aver superato eviden condizioni di marginali-
tà per assumere una funzione strategica nel riequilibrio
e sviluppo del territorio, ma anche un interesse scien -
co e culturale, ricco di potenzialità.
A riguardo, appare in eff e possibile osservare una
certa a enzione da parte della Regione Siciliana e del-
le amministrazioni locali nei confron del paesaggio
agricolo, visto quale risorsa da tutelare e promuovere,
insieme ad altri se ori a esso collega quali la cultura,
l’alimentazione, il turismo, l’ecologia, la salute e il be-
nessere, a cui hanno dato un contributo signifi ca vo le
poli che di inizia va comunitaria degli ul mi decenni.
Nello specifi co, dal 2006, il Centro Regionale per la Pro-
ge azione e il Restauro ha avviato il proge o ‘Luoghi
dell’Iden tà e della Memoria’, fi nalizzato alla is tuzio-
ne della carta regionale omonima [3]. Partendo dalla
considerazione che il modello tradizionale del turismo,
che in Sicilia si concentra su poche emergenze monu-
mentali, o su alcune delle aree urbane, o ancora sulle
principali località turis che della costa e delle isole, è la
causa principale di un carico antropico che induce evi-
den problemi di usura, la ‘Carta dei Luoghi’ propone
una radicale inversione di tendenza; applicata sull’in-
tero territorio, essa si prefi gge l’a enuazione della
pressione sulle aree maggiormente usurate, fornendo
contestualmente nuove opportunità a territori margi-
nali rispe o ai principali ussi di visita, proponendo
i nerari spesso inesplora , a
raverso luoghi e percor-
si che cara erizzano la ricca complessità dei paesaggi
culturali siciliani.
Il programma ‘Leader II’ ha previsto tra le sue azioni la
catalogazione del patrimonio ar s co, archeologico e
naturalis co da me ere a disposizione dei ussi turi-
s ci. Tali ricerche si sono, inoltre, focalizzate sull’indivi-
duazione di alcuni i nerari tema ci quali, per esempio,
il percorso rurale naturalis co de ‘Le vie dei mulini ad
acqua’. L’asse III - Qualità della vita nelle zone rurali e
diversifi cazione dell’economia rurale del ‘Programma
di Sviluppo Rurale. Sicilia 2007/2013’ ha messo a di-
sposizione fi nanziamen ingen per la tutela e riquali-
cazione del patrimonio rurale, a raverso la proge a-
zione di interven di ripris no di si di elevato pregio
naturalis co e paesaggis co (stagni, bivieri, siepi,
esemplari arborei monumentali) e degli elemen cul-
turali del paesaggio agrario tradizionale (edifi ci rurali
isola di interesse storico-archite onico da des nare
a pubblica fruizione, mure a secco, terrazze, abbeve-
ratoi e altri manufa che cos tuiscono tes monianza
del lavoro e della vita colle va agricola).
Sempre nell’ambito dello stesso programma, nel 2009
la Regione Siciliana ha reda o un proge o pilota per il
recupero e la valorizzazione dei borghi rurali dell’ESA
denominato ‘La via dei borghi’ che solo di recente ha
visto una prima manifestazione concreta nell’interven-
to di riqualifi cazione di Borgo Bruca, punto di partenza
dell’i nerario, sito nel territorio del comune di Buseto
Palazzolo, in provincia di Trapani (Basiricò, 2016).
Tu e queste inizia ve, non certo elencate in maniera
esaus va ma a mero  tolo esemplifi ca vo, rappresen-
tano, dunque, elemen importan di un processo, già
in a o, che considera il paesaggio rurale quale bene
culturale anche in funzione di memoria, di iden
colle va e di riconoscibilità di cui è dire a estrinseca-
zione, rappresentando quella «forma che l’uomo, nel
corso ed ai fi ni delle sue a vità produ ve agricole,
coscientemente e sistema camente imprime al pae-
saggio naturale» (Sereni, 1982).
Tali azioni risultano però caren di un coordinamento
opera vo globale mirato al recupero di questo patri-
monio e che prende le mosse dal suo riconoscimento
a raverso il rilievo e l’analisi dei manufa e dei si nel
contesto in cui si collocano, u lizzando a tal fi ne, quali
strumen opera vi della ricerca, da una parte, il cen-
simento e la catalogazione e, dall’altra, una le ura di-
re a, cri ca, estensiva e de agliata di tali beni basata
su presuppos di  po anali co-documentario e po-
morfologico, ma stre amente correlata al paesaggio.
Un approccio che si pone quale punto di partenza im-
prescindibile per qualunque successiva valutazione e
rappresentazione cri ca dello spazio costruito, nonché
per ogni proposta proge uale coerente sia con la va-
lorizzazione delle permanenze, sia con l’adeguamento
dei valori susce bili di mutamento al fi ne di renderli
consoni ai bisogni odierni, in armonia con l’ambiente e
con il complesso di relazioni sedimentate nel territorio.
La pianifi cazione di ques interven deve inevitabil-
mente passare a raverso la comprensione dell’esisten-
te, a raverso la messa in opera di a vità di conoscen-
za de agliate e accurate, anche al fi ne di poter studiare
e a uare misure effi caci per la prevenzione del rischio
e il suo u lizzo in sicurezza. In questa prospe va, i bor-
ghi rurali dell’ECLS sono da qualche tempo ogge o di
a vità dida ca e ricerca, impostate secondo presup-
pos di stre a integrazione con poli che di partecipa-
zione che aspirano al coinvolgimento delle popolazioni
locali nei necessari processi di riconoscimento dei va-
lori e nelle opportunità di sviluppo.
Queste esperienze hanno già riguardato Borgo Antoni-
no Cascino a Enna, Borgo Baccarato-Salioni ad Aidone,
Borgo Lupo a Mineo. Il primo ha recentemente bene-
ciato di un programma di recupero grazie a una spe-
cifi ca misura di fondi stru urali comunitari e sembra
des nato a diventare una sorta di vetrina naturale per-
manente per i prodo agroalimentari dell’area (fi g. 2);
il secondo è, oggi, una ci à fantasma, nonché uno dei
dodici borghi rurali siciliani per cui la Regione ha deciso
di procedere all’alienazione ai priva (fi g. 3) così come
il terzo, solo in minima parte occupato da un’azienda
agricola che ha ada ato alcuni edifi ci alle proprie esi-
genze, dopo essere stato per il resto le eralmente van-
dalizzato da abitan abusivi (fi g. 4).
Quest’ul mo è stato ogge o di par colare approfon-
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dimento, quale caso studio nalizzato a proge are
forme di recupero e riuso armoniose e sostenibili per
reimme ere tali persistenze nel ciclo dell’abitare e del
vivere odierno e futuro, capaci di ‘conservare innovan-
do’ beni in stato di decadenza o so ou lizzo, al fi ne di
‘riassor rli’ di nuovi signifi ca e ci e sociali.
3. IL CASO STUDIO DI BORGO LUPO A MINEO
La fondazione di Borgo Pietro Lupo è stre amente con-
nessa alla volontà dei Fasci di comba ere il malessere
sociale provocato dalla ‘ques one rurale’ del la fondo,
nonché di evidenziare la presenza dello Stato, in par -
colar modo nelle aree interne dell’isola maggiormente
interessate dall’egemonia mafi osa. Si tra a di uno de-
gli o o borghi rurali costrui dall’ECLS tra il 1940 e il
1941, «ognuno in ognuna delle o o provincie di Sicilia,
e consacra , nel nome, alla memoria di un caduto del-
le guerre o della Rivoluzione fascista» (Gadda, 1941,
p. 284) [4]. Il regime, esprimendo in azione la volon-
e le dire ve del Duce, si proponeva, a raverso la
creazione di apposi centri rurali, a a fornire i servizi
primari necessari alle comunità di contadini, di com-
ba ere l’abbandono e il conseguente impoverimento
delle campagne. Si darà vita così a «un brano urbano
surreale, cos tuito dai soli servizi in assenza di tessuto
residenziale nell’immobilità della campagna siciliana
(Barbera, 2002, p. 147) di cui questo piccolo comples-
so edilizio rappresenta un’importante tes monianza.
Le sue vicende costru ve furono controverse e ancora
oggi non del tu o chiare. Un primo proge o era sta-
to reda o dall’ingegnere catanese Filippo Marino alla
ne del 1939, su richiesta del Consorzio di Bonifi ca di
Caltagirone. Esposto alla Mostra del La fondo e dell’I-
struzione Agraria inaugurata a Palermo dal ministro
Bo ai nel febbraio 1940, presentava «in assai minor
grado questa preoccupazione di far arte e non edilizia»
che cara erizzava, invece, il lavoro dei colleghi (Acca-
scina, 1940).
Il luogo prescelto per la costruzione si situava in con-
trada Salto, «località amena e salubre, facilmente ac-
cessibile mediante la strada di bonifi ca n° 5» (Dufour,
2005, p. 366), tra i paesi di Ramacca e Raddusa e la
nuova via carrabile che da Catania conduceva a Calta-
girone.
La ges one dell’ECLS, che subentrò al consorzio, man-
tenne sia il proge o che il proge sta, ma decise di
Fig. 2 - Immagini odierne di Borgo Cascino nel comune di Enna, in alcune foto degli autori.
Fig. 3 - Immagini attuali di Borgo Baccarato ad Aidone, provincia di Enna, in alcune foto degli autori.
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modifi care l’ubicazione del borgo, forse per ragioni
di cara ere economico, legate al frazionamento delle
proprietà e/o di appoderamento (Eras, 1964). La scelta
di una diversa collocazione, fortemente voluta dall’e-
conomista e agronomo Giuseppe Tassinari - allora mi-
nistro dell’Agricoltura e Foreste -, venne mo vata dalla
volontà di far ricadere la nuova ubicazione in una zona
ben visibile e facilmente iden cabile nel territorio.
Nonostante l’impossibilità di trovare un luogo che po-
tesse soddisfare in pieno le richieste del Ministero, un
nuovo can ere affi dato all’Impresa Santaga di Cata-
nia fu comunque avviato il 20 marzo 1940 nella contra-
da Mongialino e, il precedente, abbandonato.
La cos tuzione dell’azienda agricola Mongialino, di
proprietà all’ECLS, fu di poco successiva, come at-
testato da un a o notarile del 18 luglio 1940. Non si
conosce la data di conclusione dei lavori, inizialmente
prevista per il 31 maggio 1940, ma essa fu con tu a
probabilità pos cipata. Il can ere proseguì certamente
nel 1941 (tra i mesi di febbraio e aprile, l’ECLS richiede-
va una concessione edilizia al Comune di Mineo per la
realizzazione di alcuni edifi ci) e, negli anni 1944-1945,
fu ul mata la strada di accesso al fondo.
Il proge o originario di Marino prevedeva solo die-
ci edifi ci e si basava su un disegno urbano impostato
su due grandi assi tra loro ortogonali. Il primo - la via
preferenziale di accesso - era pensato come un ‘can-
nocchiale prospe co’ che collegava la strada di boni-
ca (in corrispondenza dell’abbeveratoio) alla piazza;
la facciata principale della chiesa cos tuiva il fondale
della ‘macchina della visione’. Il secondo - ortogonale
al primo - interce ava una seconda piazza e conduce-
va, in entrambe le direzioni, verso le campagne (fi g. 5).
Le costruzioni, con qualche limitata esclusione, erano
state proge ate con un insolito impianto asimmetrico
e ar colato. Un aspe o singolare, per un borgo di così
limitata estensione, era rappresentato, come già men-
zionato, dalla presenza di due cor : una disposizione
urbanis ca cara eris ca di modelli, già elabora negli
anni preceden ma per villaggi di più ampie dimensio-
ni (Mangano, 1937).
I due piazzali suddividevano, infa , il villaggio in due
aree diff eren e con valenze gerarchiche dis nte: la
‘piazza pubblica’, su cui si aff acciava la chiesa, il palazzo
del li orio, la scuola, l’ambulatorio, l’uffi cio postale, la
caserma dei Carabinieri, lo spaccio con la rivendita dei
tabacchi, e la ‘piazza degli ar giani’ con il mulino, le
Fig. 4 - Borgo Pietro Lupo a Mineo, provincia di Catania, come appare oggi in alcune foto degli autori.
offi cine, e le bo eghe produ ve. Dal punto di vista co-
stru vo, le fabbriche furono proge ate a una o a due
elevazioni con corpo singolo o doppio. Riguardo alle
cara eris che tecnologiche, secondo l’uso dell’epoca
in Sicilia, gli edifi ci furono realizza con stru ure mi-
ste in muratura portante (in pietrame locale o ma oni
pressa e malta) e solai latero-cemen zi ge a in ope-
ra ammorsa alle murature tramite cordoli (Sapienza,
2010).
Il disegno dei giardini organizzato intorno alle due fon-
tane - con vasca circolare la prima e con un abbeve-
ratoio la seconda -, il mancato allineamento dei fron
degli edifi ci lungo le vie e il variegato disegno delle
piante degli fabbrica , lasciano presumere che la par -
colare fi gurazione sia stata il fru o di un ada amento,
nonché di un ridimensionamento, della conformazio-
ne spaziale originariamente pensata per il primo sito
prescelto.
L’ipotesi è supportata dall’immediata necessità di un
completamento del borgo, forse già manifestatasi in
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fase di costruzione o poco dopo, realizzatosi nel set-
tembre del 1941. Il proge o, anche in questo caso
reda o dal Marino, prevedeva la costruzione di nuovi
edifi ci (la casa dell’ente, gli alloggi per gli impiega , la
casa sanitaria e alcuni magazzini).
L’esecuzione dei lavori, inizialmente affi data alla Ferro-
beton [5], subì però un arresto nel 1943 per la cadu-
ta del regime a seguito dello sbarco degli allea , per
quindi completarsi, in due fasi successive, tra il 1946 e
il 1949. Più tardi, furono eseguite altre modifi che alla
caserma e alla chiesa (realizzazione della cantoria, am-
pliamento della canonica e chiusura del por co), per
adeguarle alle esigenze di un borgo nel pieno delle sue
a vità; furono, inoltre, costrui il magazzino e l’allog-
gio per il magazziniere e, nel 1957, fu completato l’am-
bulatorio veterinario (fi g. 6).
Interven di manutenzione straordinaria si resero ep-
pure necessari tra il 1959 ed 1962 in conseguenza di
un preoccupante dissesto sta co che aveva interessato
numerosi fabbrica . L’edifi cazione del villaggio su una
superfi cie appositamente predisposta, realizzata for-
se troppo velocemente senza dar modo al terreno di
compa arsi e assestarsi, aveva causato dei cedimen
diff erenziali con avvallamen e rialzamen del rilevato.
In par colare, a causa delle infi ltrazioni di acque me-
teoriche nel terreno, le argille di riporto avevano subi-
to un aumento di volume in relazione all’imbibizione;
nella stagione es va, l’essiccamento delle stesse aveva
portato alla fessurazione del piano di fondazione con
conseguen disses alle murature, ai solai e ai te .
Gli edifi ci danneggia - la scuola, l’ambulatorio, il mu-
lino, la cabina di trasformazione, e alcune bo eghe e
offi cine - saranno ristru ura , subendo pesan rima-
neggiamen ( g. 7). La sede dell’ECLS, gli alloggi per gli
impiega e la chiesa saranno completamente demoli
e, quindi, ricostrui secondo cara eris che stru urali
ed este che fortemente diff eren (fi g. 8). Oltre al gra-
ve impegno economico, l’intervento altererà profonda-
mente l’aspe o del villaggio, introducendo un nuovo
linguaggio archite onico molto lontano dall’idea di
‘organicità’ e integrazione con il territorio che il borgo
avrebbe dovuto possedere. Un unico s le, omogeneo e
unitario, era, infa , considerato lo strumento per esal-
tare il cara ere del luogo e veicolare la riconoscibilità
del sito.
La parziale perdita d’iden e il cambiamento delle
condizioni socio-economiche nel dopoguerra, cau-
seranno l’abbandono del borgo. Tra la fi ne degli anni
Sessanta e l’inizio degli anni Se anta del secolo scorso,
chiuderanno l’uffi cio postale, la scuola e la caserma.
Alcune famiglie assegnatarie di lo dell’azienda Mon-
gialino (già dismessa verso la metà degli anni Cinquan-
ta) occuperanno, dunque, gli edifi ci ormai abbandona-
tramutandoli in residenze temporanee, mentre altri
saranno u
lizza come magazzini, anche solo al fi ne di
acquisirne la proprietà per possesso (fi g. 9).
La no e del 13 dicembre 1990, un forte evento tellu-
Fig. 5 - Il primo progetto del borgo in contrada Mongialino (1940): planimetria e vista assonometrica (Archivio Storico dell’Ente Sviluppo Agricolo della Regione Siciliana - ESA, con sede a Prizzi, provincia di Palermo).
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rico sconvolgerà la zona sud-orientale della Sicilia cau-
sando ingen danni. Il sisma, tristemente noto come
‘terremoto di Carlen ni’ (il nome della località in cui si
contarono diciasse e vi me a causa dei crolli) o ‘ter-
remoto di Santa Lucia’ (perché accaduto nella no e dei
festeggiamen della Santa Patrona di Siracusa) ebbe il
suo epicentro in mare, nel Golfo di Noto, e fu di Ma-
gnitudo Richter pari a 5.6 e di breve durata (fi g. 10).
La sua violenza fu, però, molto più intensa in alcune
aree dove, per eff e o della natura dei terreni, gli eff e
delle scosse vennero amplifi cate e, dunque, valutate -
in base ai loro eff e visibili sulle costruzioni - pari al
grado 8/9 della scala macrosismica Mercalli-Cancani-
Sieberg (Bernardini & Mele , 2015). Il sisma interessò
circa 250 località nelle provincie di Catania e Siracusa
- tra cui anche Borgo Pietro Lupo [6] - causando com-
plessivamente l’inagibilità di oltre se emila edifi ci tra
abitazioni, scuole, palazzi pubblici e priva . In par co-
lare, in più centri «furono rilevate gravissime carenze
edilizie e altre anto gravi negligenze nella valutazione
delle cara eris che dei terreni per la scelta dei sistemi
di fondazione»; nelle campagne, meno intensamen-
te abitate e/o abbandonate, i danni furono ancor più
Fig. 6 - Planimetria di Borgo Pietro Lupo (Archivio Storico dell’ESA) e ricostruzione assonometrica del progetto del 1957.
Fig. 7 - Le scuole con gli alloggi per gli insegnanti: il progetto originario e la nuova ricostruzione (Archivio Storico dell’ESA).
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ingen perché «mol edifi ci erano fa scen e privi di
manutenzione […] o ristru ura al loro interno senza
tener conto di criteri sta ci e an sismici» (Boschi & al.,
1997).
Oggi il borgo, provato da decenni di oblio e dalle ca-
lamità che nel tempo l’hanno interessato, ormai privo
di acqua e pubblica illuminazione, versa in uno stato
di grave decadimento. La proprietà, ancora dell’ESA,
dovrebbe essere trasferita al comune di Mineo che
non sembra, però, volersi impegnare in una situazione
certamente complessa e onerosa. Ciò nonostante, tale
aggregato edilizio, espressione della cultura italiana
del Novecento, merita di essere so oposto a rispe o-
Fig. 8 - La chiesa del borgo: a sinistra, in alto, il primo edifi cio e, al centro e a destra, come appare oggi dopo la ricostruzione. In basso, il progetto di ampliamento della canonica del 1954 (Archivio Storico dell’ESA).
se forme di recupero, nello spirito di un possibile man-
tenimento della funzione produ va. Appare, quindi,
necessario provvedere alla defi nizione di nuove propo-
ste proge uali di riqualifi cazione e riuso. In virtù della
complessità dei luoghi e delle sue condizioni a uali,
tali proposte dovranno, però, imprescindibilmente ba-
sarsi sulla formulazione di un rigido protocollo di anali-
si e documentazione nalizzato anche alla prevenzione
e alla riduzione del rischio sismico - qui storicamente
importante - e alla riconversione energe ca. A vità
che vedono, innanzitu o nel processo di conoscenza,
a raverso il rilevamento a scala archite onica e urba-
na, uno strumento principe di rifl essione scien ca.
4. IL PROCESSO DI CONOSCENZA E IL ‘RILIEVO’
PER LA PREVENZIONE E LA CONSERVAZIONE:
PRESUPPOSTI METODOLOGICI E INDIRIZZI OPE-
RATIVI
Sin dai primi anni Se anta del secolo scorso, si è assis -
to a una crescente consapevolezza nei confron della
necessità della prevenzione e della tutela, non più ap-
plicate al solo patrimonio monumentale ‘a rischio’, ma
anche ai centri storici e ai beni diff usi, fon primarie
di memoria e di importan informazioni, estesi all’am-
biente naturale e antropico, e veicoli di comprensione
e di valorizzazione di tu o l’esistente. Appariva, dun-
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que, necessario avviare percorsi di conoscenza di tali
beni al fi ne di programmare e me ere in a o e caci
azioni di difesa cautela va a raverso a vità di analisi
e schedatura.
La le eratura specialis ca si è poi arricchita di manuali
e codici di pra ca più a en alle tecnologie originali
nell’obie vo di adeguare ad esse gli interven a uali.
Opponendosi alle «forzose approssimazioni richieste
dall’impiego di formule ada e a descrivere il compor-
tamento di materiali e stru ure diversi da quelli tradi-
zionali, gli studi di Antonino Giuff in primis, hanno
viceversa promosso il confronto con la molteplicità e
le specifi cità del costruito storico» (Fiorani, 2010, p.
6), a raverso processi dedu vi che dalla conoscenza
delle  pologie edilizie e costru ve facevano scaturire
le modalità della loro conservazione in sicurezza (Do-
natelli, 2010).
In tal senso, sono sta elabora una serie di strumen
vol a evidenziare i principali elemen di degrado e a
valutare concretamente i rischi (sismico, chimico, idro-
geologico, meteoclima co, antropico) e le potenziali
vulnerabilità del patrimonio, al ne di poter prende-
re adeguate decisioni conserva ve nell’ambito di un
quadro sistema co e programma co. Il pionieris co
‘Piano pilota per la conservazione programmata dei
Fig. 9 - Borgo Pietro Lupo, immagini di ieri e oggi a confronto e ricostruzione delle fasi salienti della sua storia.
Fig. 10 - La mappa della pericolosità sismica della Sicilia con evidenziata l’area di massima criticità dove ricade Borgo Pietro Lupo. A destra i maggiori terremoti
che dal 1963 hanno colpito l’area sino al sisma del 1990 (INGV Terremoti).
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beni culturali in Umbria’ promosso nel 1976 da Gio-
vanni Urbani, all’epoca dire ore dell’Is tuto Centrale
per il Restauro, purtroppo fallito per ragioni di natura
poli co-burocra ca, confl nel proge o per la ‘Carta
del Rischio del Patrimonio Culturale’, a vato nel 1987
so o la direzione di Pio Baldi, perme endo la mappa-
tura della distribuzione dei beni culturali e dell’intensi-
tà dei fa ori di deterioramento. Fu, quindi, creata una
serie imponente e ar colata di database cartografi ci
e alfanumerici che hanno consen to di pervenire alla
creazione di un «sistema informa vo territoriale, forse
conce ualmente il più avanzato e il più ampio che sia
stato concepito per il patrimonio culturale» (Della Tor-
re, 2003, p. 18), fi nanche a ento alle interrelazioni con
il territorio, a supporto della defi nizione delle scelte
strategiche di pianifi cazione, tutela e programmazione
degli interven .
Quest’opera, purtroppo disomogenea nei suoi esi
su scala nazionale, ma malgrado ciò essenziale ai fi ni
dell’individuazione della consistenza del patrimonio
e alla sua raffi gurazione cartografi ca georeferenziata,
ha visto una interessante applicazione sperimentale in
Sicilia e Calabria condo a dall’Is tuto Superiore per la
Conservazione e il Restauro: un vasto lavoro di raccol-
ta di da sulla vulnerabilità, esposizione e pericolosità
sismica di 3.000 beni, impostato su una schedatura a
cara ere spedi vo ma coerente con le ‘Linee Guida
per la valutazione e riduzione del rischio sismico del
patrimonio culturale’ reda e dal Mibact (Moro, 2006).
Quest’ul mo documento, successivamente affi nato
nel 2010 per renderlo conforme alle nuove ‘Norme
tecniche per le costruzioni’ emanate con decreto mi-
nisteriale del 14 gennaio 2008, ha messo in evidenza
come la comprensione di ogni manufa o, rappresen
un presupposto fondamentale, sia ai fi ni di una a en-
dibile valutazione della sua sicurezza a uale, sia per la
scelta di un effi cace intervento di miglioramento.
In quest’o ca, il ‘percorso della conoscenza’ dovrà
esplicarsi a raverso le seguen fasi: l’iden cazione
della costruzione e la sua localizzazione (sopra u o
in relazione a par colari aree a rischio), il rilievo ge-
ometrico della costruzione nello stato a uale (inteso
come completa descrizione stereometrica della fab-
brica, compresi gli eventuali fenomeni fessura vi e
deforma vi), l’analisi evolu va della fabbrica, ovvero
la ricostruzione della sequenza delle varie fasi di tra-
sformazione edilizia (dall’ipote ca con gurazione
originaria all’a uale), l’individuazione degli elemen
cos tuen l’organismo resistente nelle loro valenze
tecnologico-costru ve, il riconoscimento dei materia-
li, del loro stato di degrado e delle loro cara eris che
siche e meccaniche, la conoscenza del so osuolo e
delle stru ure di fondazione, con riferimento anche
alle variazioni avvenute nel tempo e ai rela vi disses .
Par colare cura bisognerà porre all’esame delle rela-
zioni tra gli edifi ci e il loro intorno, a raverso la descri-
zione del cosidde o ‘complesso archite onico’, isolato
o non isolato, e la cara erizzazione dei rappor spaziali
e funzionali con eventuali manufa con gui. Lo studio
del tessuto dovrà consen re di ipo zzare la gerarchia
costru va e le relazioni tra le costruzioni e il contesto,
anche a raverso l’analisi dei prospe visibili e l’ar co-
lazione plano-al metrica.
Questa a enzione per l’aggregato appare di fonda-
mentale importanza, anche alla luce degli even sismi-
ci che hanno colpito il centro Italia nell’ul mo secolo e
indo o a ri e ere sulla necessità, in par colar modo
per l’edilizia storica, di studiare e intervenire alla sca-
la del tessuto urbano invece che del singolo edifi cio.
I complessi archite onici - cos tui dall’associazione
di più corpi di fabbrica e defi ni ‘aggregato edilizio’ in
chiave stru urale - sono l’insieme di più unità intercon-
nesse che possono interagire tra loro so o un’azione
dinamica; si innescano così dei meccanismi di recipro-
ca infl uenza per eventuali connessioni stabilite sia negli
alza , a raverso vincoli di conta o più o meno effi caci
tra le murature, sia in fondazione, in par colar modo
se i fabbrica insistono sullo stesso terreno.
Tale aspe o appariva già nelle ‘Linee Guida per il rilie-
vo, l’analisi ed il proge o di interven di riparazione
e raff orzamento di edifi ci in aggregato’ elaborate dalla
rete ReLUIS dei Laboratori Universitari di Ingegneria
Sismica nel maggio del 2010, che fornivano uno stru-
mento metodologico e opera vo in grado di consen r-
ne una s ma corre a del comportamento meccanico
a raverso «la le ura del suo sistema costru vo, l’in-
terpretazione delle cause di danno, l’individuazione di
anomalie e precarietà stru urali che infi ciano la rispo-
sta sismica, al fi ne di formulare le più idonee modali-
tà di intervento per conseguire un adeguato grado di
miglioramento del comportamento sismico» (Reluis,
2010, p. 3).
Entrambe le linee guida citate me ono in luce l’im-
portanza del rilievo - nella sua defi nizione più estesa
di a o cri co volto alla comprensione sia storico-
evolu
va che geometrico-materica - quale strumento
prioritario e fondamentale per la conoscenza dell’im-
pianto stru urale di un tessuto urbano esistente,
nonché elemento di indirizzo delle successive a vità
di consolidamento e di restauro. Un rilievo che deve
proporsi di «normare non tanto gli esi del proces-
so, quanto di aprire la strada per un proge o della
conservazione per il singolo edifi cio e per il manufa o
urbano» (Giambruno, 2002, p. 11).
5. APPLICAZIONE SUL CASO STUDIO
È su tali presuppos che è stata impostata l’a vità in
ogge o. Essa è stata fondata sopra u o sulla consa-
pevolezza che l’origine e la storia costru va di un tes-
suto edilizio consolidato ricoprono una grande impor-
tanza per la piena comprensione del rischio sismico;
l’analisi stru urale e lo studio degli interven per con-
trastarne il progressivo degrado e gli eff e derivan
da un possibile terremoto sono, pertanto, elemen
sostanziali per una sua possibile riqualifi cazione.
La comprensione dei numerosi valori di cui Borgo Pie-
tro Lupo è portatore (documentari, materici, storico-
costru vi, simbolici, emozionali, aff e vi, ecc.) ha
richiesto un approccio complesso e variegato che ha
tra o benefi cio dall’apporto interdisciplinare. Esso ha
preso le mosse dalla interrogazione delle fon docu-
mentarie e archivis che, dallo studio delle tecniche
costru ve, dalla rile ura delle analisi eseguite in
passato sugli edifi ci dell’aggregato, dalla consultazio-
ne dei cataloghi sismici esisten per poi con nuare
con nuovi e accura rilievi e indagini sul costruito.
Un’estensione del conce o di ‘rilevamento’ (Docci,
Maestri, 2009), non limitato al solo studio geometri-
co e storico-cri co del bene archite onico, ma bensì
inteso come mezzo di le ura dei mutamen avvenu
nel tempo per chiarire le vicissitudini costru ve delle
fabbriche, dis nguere le manomissioni, comprendere
le cause dei disses .
Nel borgo, infa , molte delle cri cità sta che presen
sugli edifi ci possono essere ricondo e a discon nuità
dovute alla complessa e ar colata evoluzione
edifi catoria, alle modifi che intercorse nel tempo
dovute ai fenomeni di danneggiamento derivan
dalle trasformazioni antropiche, dall’invecchiamento
naturale e/o dall’abbandono, poi accentuate e
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accelerate dal susseguirsi di even calamitosi naturali.
Partendo dalla convinzione che la costruzione di
un modello matema co di calcolo a endibile, ma
sopra u o rispondente alla realtà storico-costru va
del luogo, è indispensabile per tu e le fasi di analisi
della vulnerabilità sismica delle costruzioni (Bertocci,
2013) e che in assenza di una chiara coscienza della
fabbrica è «pressoché inu le u lizzare modelli di
calcolo sofi s ca in quanto i da provenien dall’analisi
non corrisponderanno alla consistenza costru va del
monumento e, quindi, le risultanze dei calcoli non
saranno a nen alla sua realtà meccanica» (Galli,
2015, p. 3), si è, innanzitu o, mirato a o enere un
quadro quanto più possibile esaus vo del centro nella
sua localizzazione sul territorio, al fi ne di individuare la
sensibilità della fabbrica nei riguardi dei diversi rischi.
Le operazioni di misura, mai operate meccanicamente,
sono state opportunamente pianifi cate sulla base di
precise scelte de ate dalla cognizione del sito acquisi-
ta dallo studio dei documen e della cartografi a dispo-
nibili. Sono state, pertanto, condo e sia con il metodo
dire o, sia con l’apporto della tecnologia 3D laser scan-
ning e delle applicazioni 3D image-based recostuc on
[7]. La produzione di un modello tridimensionale (sia
discon nuo a pun che con nuo a mesh), le proiezio-
ni ortografi che e le elaborazioni grafi che conseguen
proprie dell’apparato metodologico-opera vo messo a
punto dalla disciplina del restauro (Cardaci e al., 2015),
hanno cos tuito la stru ura geometrica per l’indivi-
duazione, lo studio, la rappresentazione e la catalo-
gazione materica, nonché per il riconoscimento delle
alterazioni e dei fa ori di cri cità.
Un ulteriore approfondimento è stato condo o ai fi ni
della determinazione del danno, seguendo un approc-
cio metodologico - fondato sull’indagine geometrica,
degli elemen stru urali e delle cara eris che co-
stru ve - al fi ne di sviluppare un modello di computo
anali co in grado di ricreare ‘fedelmente’, o almeno
‘verosimilmente’, il comportamento delle stru ure.
In par colare, secondo le indicazioni contenute nelle
linee guida precedentemente accennate si è cara e-
rizzata la res tuzione del rilievo in: geometrico, mate-
rico e costru vo-stru urale, dello stato di danno e dei
disses .
Il ‘rilievo geometrico’ ha fornito l’individuazione pla-
no-al metrica degli elemen cos tu vi dell’aggrega-
to ed evidenziato le relazioni spaziali delle stru ure
in aderenza. La res tuzione è avvenuta a raverso la
rappresentazione di piante, alza , sezioni e schema ci
modelli tridimensionali. La scala prescelta (1:200) ha
consen to la descrizione generale dell’intero agglome-
rato con la distribuzione degli spazi (interni ed ester-
ni), delle dimensioni medie degli elemen (portan e
non portan ), dei collegamen orizzontali e ver cali,
nonché l’indicazione dei solai, dei sistemi volta e del-
le par colarità specifi che di debolezza (nicchie, cavità,
canne fumarie) o irrigidimemento locale (speroni, rin-
forzi murari, elemen monoli ci) (fi gg. 11-12-13).
Il ‘rilievo materico e costru vo-stru urale’ è stato in-
dirizzato alla le ura complessiva dei materiali e delle
tecniche costru ve u lizzate, nonché alla conduzio-
ne di uno studio puntuale degli elemen resisten ,
nalizzato all’iden cazione dello schema stru urale.
Esso ha visto la formulazione di specifi che mappature
in scala 1:50 dedicate al riconoscimento, alla valuta-
zione della qualità e dello stato di conservazione dei
materiali e degli elemen cos tu vi, la realizzazione
di abachi, l’analisi sistema ca e schema ca dei telai e
delle murature, degli orizzontamen , delle coperture e
delle connessioni (fi g. 14). Tu elemen osserva ‘dal
di dentro’ dal rilevatore (Giuff ré, 1993), sia a raverso
il rilievo dire o, sia a raverso la predisposizione di
Fig. 11 - La restituzione del rilievo dei fronti degli edifi ci.
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Fig. 12 - La restituzione grafi ca delle piante del piano terra con indicazione della distribuzione funzionale e delle caratteristiche tecnico-costruttive dell’intero borgo.
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Fig. 13 - La restituzione grafi ca delle piante del piano primo con indicazione della distribuzione funzionale e delle caratteristiche tecnico-costruttive dell’intero borgo.
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piccoli saggi e indagini non distru ve di po indire o
(termografi a, ecc.) anche al fi ne di verifi carne la corri-
spondenza con la ‘regola dell’arte’.
Il ‘rilievo dello stato di danno e dei disses ’ ha per-
messo, invece, l’analisi delle instabilità a raverso la
ricostruzione del quadro fessura vo d’insieme. Le
lesioni sono state classifi cate in base all’andamento
(orizzontali, ver cali, diagonali e curvilinee) e all’en
(estensione, sviluppo, ampiezza e profondità). I disegni
hanno, in più, raffi gurato i disses (forme di distacco,
rotazione, scorrimento, spostamen fuori piano) e le
deformazioni (fuori piombo, abbassamen , rigonfi a-
men , spanciamen , depressioni di solai e volte). La
rappresentazione del dissesto su un supporto grafi co
tridimensionale ha, infi ne, agevolato la descrizione dei
cinema smi grazie all’individuazione del verso di aper-
tura dei cigli e della direzione delle fra ure che, le
contestualmente nell’intero volume, hanno consen to
di localizzare i centri di rotazione dei blocchi di mura-
tura e l’evoluzione del conseguente collasso (fi gg. 15-
16). Le lesioni si manifestano, infa , con più evidenza
in prossimità delle variazioni dei materiali, raramente
all’interno di aree omogenee.
È apparso, dunque, importante iden care le incoe-
renze - poiché sono un fa ore aggiun vo di fragilità,
determinando un percorso preferenziale per l’a va-
zione di meccanismi di collasso - e classifi carle in base
alla discon nuità geometrica (presenza di canne fuma-
rie, aperture, riempimen ) e materico/costru va.
Un raff ronto cri co tra la geometria d’insieme del tes-
suto edilizio, le sue cara eris che stru urali e il danno
occorso, evidenziato dal quadro fessura vo, ha, quin-
di, portato all’individuazione dei più probabili mecca-
nismo di ro ura. Un’analisi iniziale semplifi cata che
comunque perme e la formulazione di ipotesi, pre-
liminari e qualita ve, sui danni a vi e sulle probabili
cause di innesco.
La verifi ca, quan ta va, delle ipotesi formulate è stata
demandata alle modellazioni anali che successive che,
a causa dell’estrema variabilità delle cara eris che
stru urali e dei parametri meccanici che le governano,
possono avere una esa a formulazione solo sulla base
Fig. 14 - Il rilievo materico-patologico con l’indicazione degli interenti conservativi.
8.15IL RILIEVO PER IL RESTAURO DEI TESSUTI STORICIvolume 10/ n.18 - giugno 2017
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DISEGNARECON CARDACI - VERSACI
Il rilievo per la conservazione e la valorizzazione dei borghi rurali della Sicilia centrale: il caso studio di Borgo Pietro Lupo a Mineo
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Fig. 15 - Rilievo dello stato di danno e dei dissesti: quadro fessurativo e prefi gurazione degli scenari di danno sismico, interventi strutturali.
8.16IL RILIEVO PER IL RESTAURO DEI TESSUTI STORICIvolume 10/ n.18 - giugno 2017
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Fig. 16 - Rilievo dello stato di danno e dei dissesti: quadro fessurativo e prefi gurazione degli scenari di danno sismico, interventi strutturali.
8.17IL RILIEVO PER IL RESTAURO DEI TESSUTI STORICIvolume 10/ n.18 - giugno 2017
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Il rilievo per la conservazione e la valorizzazione dei borghi rurali della Sicilia centrale: il caso studio di Borgo Pietro Lupo a Mineo
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della corre a interpretazione dei da delle indagini so-
pra descri e.
Oltre alla grafi cizzazione bi e tri-dimensionale sono
state realizzate per ogni unità edilizia delle schede di
sintesi, par colarmente studiate per poi nel prossimo
futuro poter essere implementate all’interno di un si-
stema di archiviazione e consultazione geo-referenzia-
to da me ere a disposizione degli en pubblici e priva
prepos alla tutela e ges one di tali beni: una sorta di
‘carta d’iden tà’ dei manufa che possa consen re
di valutare e raff rontare le informazioni in maniera
esaus va, perme endo sia di formulare un proge o
di interven coeren , sia di verifi carne l’idoneità e la
fa bilità (Bertocci, 2015).
6. CONCLUSIONI
La ricerca che qui si riassume, ha inteso me ere in evi-
denza il ruolo di primo piano rives to dal rilievo in vi-
sta della prevenzione o riduzione del rischio sismico in
zone esposte al ripetersi di even calamitosi.
Il caso studio di Borgo Lupo, a tu gli eff e un piccolo
centro storico, ha mostrato come appaia imprescin-
dibile che il momento conosci vo - primo essenziale
episodio della tutela - sia condo o da operatori capaci
e a en che, oltre alla corre a applicazione delle pras-
si opera ve dell’a vità mensoria, abbiano il dovuto
bagaglio culturale e tecnico per saper ‘leggere il libro
delle archite ure, an che e moderne’ (Giuff rè, Carocci
& 2010).
Troppo spesso, infa , forse ai fi ni di una certa conve-
nienza economica, si demandano tali a vità a ‘tecnici
della misura’ che confondono la semplifi cazione richie-
sta dalla rappresentazione del rilievo (che è una fase
cri ca di valutazione e scelta delle informazioni signifi -
ca ve) con la semplifi cazione delle indagini.
Il lavoro di inves gazione e comprensione eseguito,
non limitato ai singoli edifi ci ma esteso a tu o il tes-
suto edilizio e al contesto ambientale, ha permesso di
predisporre un piano di intervento, di recupero e riuso
(fi g. 17). Il modello res tuito dalla campagna di ricogni-
zione ha, infa , fornito una banca da completa sugli
aspe archite onici, morfologici,  pologici, fi gura vi,
metrici e geometrici del centro rurale.
Esso ha, inoltre, permesso una le ura dei danni strut-
turali e sui quadri fessura vi delle murature del com-
plesso, in seguito ai frequen sismi a cui è stata, come
si è già menzionato, sogge a l’area, per fi nalità di pre-
venzione e di incremento della sicurezza.
Ciò nell’obie vo di rendere tale patrimonio idoneo
al soddisfacimento delle esigenze civili, culturali e
ambientali e dunque reinterpretato per coinvolgerlo
nella contemporaneità, a ualizzando le forme di tute-
la dell’auten
cità e delle funzioni fi siche e simboliche
proprie della tradizione locale, che qui signifi ca ‘ade-
renza al territorio’, tra andosi di archite ure dal ca-
ra ere razionalista ma che tu avia mostrano esplici
riferimen gura vi al patrimonio rurale della regione
e una volontà di integrazione con il paesaggio circo-
stante.
Fig. 17 - Progetto di riuso e funzionalizzazione.
8.18IL RILIEVO PER IL RESTAURO DEI TESSUTI STORICIvolume 10/ n.18 - giugno 2017
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NOTE
[1] In adempimento alla legge n.
104 emanata il 27 dicembre 1950
dalla Regione Siciliana e istitutiva
della Riforma agraria nell’isola.
[2] Con la legge n. 9 del 5 aprile
1954, la Regione Siciliana affi
all’ERAS il compito di completare i
borghi la cui costruzione era stata
interrotta dalla guerra e di realiz-
zarne di nuovi. Il decreto assesso-
riale n. 33 del 10 luglio 1954 ne
defi nirà poi le caratteristiche sud-
dividendoli in tre tipologie - A, B e
C - tar loro differenziate in funzione
del numero degli edifi ci e tra loro
legati da una sorta di dipendenza
gerarchica (B e C erano considerati
‘satelliti’ di A).
[3] La Carta regionale ha incluso
tra i ‘luoghi degli eventi storici del
primo Novecento’, anche i ‘Borghi
del Duce’: Borgo Fazio (Trapani),
Borgo Borzellino (Monreale), Borgo
Filaga (prov. Palermo), Borgo Schirò
(Monreale), Borgo Regalmici (Ca-
stronovo di Sicilia), Borgo Cascino
(prov. Enna), Pergusa (prov. Enna),
Libertinia (Ramacca), Borgo Pietro
Lupo (Mineo).
[4] Gli otto borghi progettati da ar-
chitetti siciliani, tra cui soprattutto
esponenti della cosiddetta ‘Scuola
di Palermo’ come ci ricorda T. Ba-
siricò (2009) sono rispettivamente:
borgo Fazio (prov. Trapani) proget-
tato dall’architetto Luigi Epifanio,
borgo Gattuso (prov. Caltanissetta)
progettato dall’architetto Edoardo
Caracciolo, borgo Cascino (prov.
Enna) progettato dall’architetto
Giuseppe Marletta, borgo Lupo
(prov. Catania), progettato dall’in-
gegnere Filippo Marino, borgo
Giuliano (prov, Messina), progettato
dall’ingegnere Guido Baratta, borgo
Schirò (prov. Palermo) progettato
dall’architetto Girolamo Manetti
Cusa, borgo Rizza (prov. Siracusa)
progettato dall’architetto Pietro
Gramignani. Risulta esclusa da tale
programma la provincia di Ragusa
perché non disponeva di latifondi.
[5] La società fondata nel 1908 dal
marchese Carlo Feltrinelli, fu tra le
più importanti società di proget-
tazione e di costruzione italiane.
Realizzò opere di grande prestigio,
quali le opere di fondazione della
prima Metropolitana di Milano, i ba-
cini di carenaggio dei porti di Napoli
e di Genova, la torre Velasca a Mila-
no, il grattacielo dei Mille a Catania.
Fu impresa di fi ducia dell’ECLS che
le assegnò, inoltre, la costruzione
dei borghi Bonsignore, Guttadauro
e Rizza.
[6] La documentazione dei danni di
Borgo Lupo sembra essersi smarri-
ta (a causa della incerta proprietà
del borgo) ma è comunque possibi-
le conoscere i danni dalle relazioni
dei paesi vicini nel raggio di pochi
chilometri come Mineo, Pelagonia e
Ramacca.
[7] La campagna di rilevamen-
to è stata condotta nel periodo
maggio-luglio 2016, dall’équipe
del Laboratorio di Diagnostica e
Restauro dei Beni Architettonici
e Culturali dell’Università Kore di
Enna, in stretta collaborazione con
il Lab_S.A.B.E. (Survey and Ana-
lisys of Building and Environment)
dell’Università degli Studi di Ber-
gamo. Le attività 3D laser scanning
sono state operate attraverso circa
120 scansioni a complemento della
ricognizione visuale, del rilievo di-
retto e dell’utilizzo di sistemi foto-
grammetrici, ha riguardato tutti gli
spazi esterni e quelli interni della
maggior parte degli edifi ci abban-
donati. Le fasi di processamento
dei dati e modellazione sono state
condotte presso il Laboratorio di
Diagnostica e Restauro dei Beni
Architettonici e Culturali dell’Uni-
versità Kore di Enna, dall’arch. PhD
Luca Renato Fauzìa che ha inoltre
realizzzato la fi g. 1 di questo contri-
buto. Tutti gli elaborati grafi ci sono
stati redatti da Raffaele Rubens
Iudica nell’ambito della sua tesi di
laurea diretta da Antonella Versaci
(Università Kore di Enna, Facoltà
di Ingegneria e Architettura, Cor-
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te; Agribusiness Landscape & Envi-
ronment, XVIII (2): 112-120.
so di Laurea in Architettura, a.a.
2016/17).
Riguardo alla responsanilità reda-
zionale del saggio, per quanto gli
autori abbiano condiviso l’approc-
cio metodologico seguito, le sue
premesse e le conclusioni, essa è
da attribuire ad Alessio Cardaci per
i paragrafi 3 e 5 e ad Antonella Ver-
saci per i paragrafi 2 e 4.
IL RILIEVO PER IL RESTAURO DEI TESSUTI STORICIvolume 10/ n.18 - giugno 2017
ISSN 1828-5961
DISEGNARECON
http://disegnarecon.univaq.it
Antonella Versaci
Assistant Professor in Restoration,
Head of the Laboratory of ‘Diagnostics
and Restoration of Architectural and
Cultural Heritage’ at the KORE Universi-
ty of Enna and Associate Researcher at
IPRAUS, Université de Paris-Belleville.
Her research activity focuses on the
conservation, recovery and valorisation
of the historical, architectural and lan-
dscape heritage.
The survey for conserva on and the valorisa on of rural villages of Cen-
tral Sicily: the case study of Borgo Lupo in Mineo
The essay, focusing on the study of Borgo Pietro
Lupo in Mineo, Sicily, in all respects a small histo-
rical centre, intends to propose a pilot project
for both its revitalisa on and the func onal and
structural adapta on, based on a rigid documen-
ta on protocol and analysis, also carried out by
innova ve technologies. Through this case, the
paper aims to highlight the role of the survey -
the rst essen al step of the conserva on pro-
cess - in view of the preven on or reduc on of
seismic risk in areas exposed to the repe on of
calamitous events. It seeks to show how impera-
ve is that the cogni ve moment be carried out
by operators who, in addi on to properli execute
the measurement ac vi es, have the technical
and cultural baggage needed to ‘read’ and under-
stand the architecture.
Alessio Cardaci
Researcher of Drawing at the Scho-
ol of Engineering at the University of
Bergamo, where he is also Head of the
SABE Laboratory (Survey & Analysis of
Buildings and Environment). His rese-
arch interests are related to the themes
of syrvey, 3D modeling and represen-
tation of the architecture and cultural
heritage.
Il saggio, incentrato sullo studio di Borgo Pietro
Lupo a Mineo in Sicilia, a tu gli eff e un piccolo
centro storico, intende proporre un proge o pilo-
ta per la sua rivitalizzazione e il suo adeguamento
funzionale e stru urale, basato su un rigido pro-
tocollo di documentazione e analisi, realizzato
anche grazie all’u lizzo di nuovi strumen di in-
dagine. A raverso tale caso, il lavoro si propone
di me ere in evidenza il ruolo del rilievo - primo
essenziale episodio della tutela - in vista del-
la prevenzione o riduzione del rischio sismico in
zone esposte al ripetersi di even calamitosi. Esso
vuole mostrare come appaia imprescindibile che
il momento conosci vo sia condo o da operato-
ri che, oltre alla corre a esecuzione dell’a vità
mensoria, abbiano il bagaglio tecnico/culturale
necessario per leggere l’archite ura.
Il rilievo per la conservazione e la valorizzazione dei borghi rurali della
Sicilia centrale: il caso studio di Borgo Pietro Lupo a Mineo
keywords: Integrated survey, Conserva on, Valo-
risa on, Rural villages.
Parole chiave: Rilievo integrato, Conservazione,
Valorizzazione, Borghi rurali.
8.2THE SURVEY FOR THE RESTORATION OF HISTORIC URBAN AREASvolume 10/ n.18 - june 2017
ISSN 1828-5961
DISEGNARECON CARDACI - VERSACI
The survey for conservation and the valorisation of rural villages of Central Sicily: the case study of Borgo Lupo in Mineo
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1. INTRODUCTION
In Sicily, rural villages represent an important heritage
that has characterised the growth and development of
the inner areas of the island, resul ng in an intricate
interwoven between architecture and landscape, who-
se signs are s ll largely decipherable in the territory.
A par cular form of sprawling se lement born in the
early decades of the last century under the program
of regenera on of agricultural areas, with the aim of
comba ng the land-type approach - seen as the main
cause of the island’s tumults - and spreading the wor-
ker’s stay on the land with the consequent restructu-
ring of crops.
The fi rst set of small towns was built on the ini a ve
of the lictorian Ente per la Colonizzazione del La fondo
Siciliano (ECLS) but these, too distant from each other
and completely free of civil services, did not favour the
stable se lement of farmers in the countryside. At the
end of the war, ECLS’s ac on was taken forward by the
new Ente per la Riforma Agraria Siciliana (ERAS) [1],
which built rural houses and villages equipped with
the services needed for socialisa on and collec ve life.
However, the failure of the reform, coupled with the
launch of industrial polarisa on policies, has caused
considerable imbalances in the agricultural sector sin-
ce the 1960s and, consequently, the weakening of the
farmers’ number.
Thenceforward, the villages have resorted to an inexo-
rable decline, and today there are fi y-four surviving
se lements - fourteen built in the 1940s by the ECLS
and some forty built in the 1950s by the ERAS [2] -
many of them unfi nished and characterized by a few
service buildings, others s ll limited to housing fun-
c ons (fi g. 1). The la er, then redeemed by the assi-
gnees, are o en uniden able because in  me they
have been aff ected by transforma ons that have alte-
red their architectural and typological peculiari es, as
well as being inserted into an already changed cultural
and environmental context.
Except for some miserable excep on, these small ur-
ban aggregates are about to disappear because they
are no longer densely inhabited and ac vely integra-
ted into the life of the region and, subsequently, th-
reatened by devasta on, atmospheric aggression,
earthquakes and vandalism acts. The villages are in
fact now ‘at risk’ as exposed to processes of altera on
and physiological degrada on and, at the same me,
‘fragile’ goods, characterised by a high degree of pre-
cariousness, in par cular, when human care is lacking.
They are ‘weak’ structures - o en built without an -
seismic criteria - placed in an land unstable by its natu-
re, both because of ac ve faults and by the proximity
to the Etna volcano, which exposes them to repeated
and frequent telluric ac ons.
Over the last few decades, there has been a consoli-
da on of the collec ve interest in safeguarding rural
architecture and, specifi cally, towards these par cular
building fabrics dispersed in a stra ed landscape of
which they cons tute, however, a qualifying element.
It was understood that, if appropriately studied, pro-
tected, reused, and reconnected to the territory, this
heritage could strengthen local cultural iden ty and
contribute ac vely to improving the socio-economic
condi ons of the sites and communi es concerned.
In this sense, this essay, by deepening the case study of
Borgo Pietro Lupo in Mineo, in the province of Catania,
Sicily intends to propose a pilot project for the revitali-
sa on and the func onal and structural adapta on of
the centre, based on a rigid documenta on and a pro-
tocol of qualita ve and quan ta ve analysis, also rea-
lised through the use of innova ve tools for cogni ve
inves ga on. Through the present case, it aims to hi-
ghlight the role of the survey as a precious instrument
for scien c refl ec on aimed at reducing seismic risk,
recovering and reusing a place in danger, also because
li le studied and understood in its historical, architec-
tural and symbolic values.
2. THE RURAL VILLAGES OF SICILY BETWEEN DE-
GRADATION AND ABANDONMENT
The present state of great neglect and/or oblivion of
Fig. 1 - The map of rural villages in Sicily according to typologies A, B and C, differentiated by their size, importance and number of service buildings.
8.3THE SURVEY FOR THE RESTORATION OF HISTORIC URBAN AREASvolume 10/ n.18 - june 2017
ISSN 1828-5961
DISEGNARECON CARDACI - VERSACI
The survey for conservation and the valorisation of rural villages of Central Sicily: the case study of Borgo Lupo in Mineo
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structures now considered unnecessary but s ll con-
s tu ve of the landscape, is far-back requiring for the
establishment and implementa on of concrete ac ons
of global retrieval and regenera on, useful to ensure
that these tes monies of an important page of the
island’s history reap the sense of their founding rea-
sons and therefore a new role in the economic and so-
cial development of the region.
These complexes are the result of a mul faceted con-
struc ve rela onship between man and nature and,
moreover, of specifi c modes of use of the territory
perhaps no longer shareable. However, their proper
reintegra on into contemporary life could, on the
one hand, contribute to the containment of soil con-
sump on through the reuse of the exis ng building
and, on the other hand, to the defi ni on of modern
techniques for sustainable use of agricultural areas,
suitable for maintaining or strengthening the natural
values of the landscape.
Addressing and deepening the theme of rural architec-
ture means, therefore, to launch a rela vely new rese-
arch fi eld, in many ways s ll to be explored and inven-
ted, especially from the design point of view. In fact, it
is a sector that only recently seems to have overcome
obvious marginal condi ons to assume a strategic fun-
c on in the re-balancing and development of the ter-
ritory, but also a scien c and cultural interest, full of
possible innova ve values.
In this regard, it is indeed possible to observe a certain
a en on from the Sicilian Region and the local admini-
stra ons in rela on to the agricultural landscape, seen
as a resource to be protected and promoted, together
with other related sectors such as culture, food, touri-
sm, ecology, health and well-being, to which the EU’s
policy ini a ves have made a signifi cant contribu on
in recent decades.
Specifi cally, since 2006, the Centro Regionale per
la Proge azione e il Restauro has ini ated the LIM
project aimed at the establishment of a regional map
of iden ty and memory’s places3. Considering that the
tradi onal tourism model, which in Sicily focuses on
few monumental emergencies or on some of the urban
areas, or even on the main tourist resorts of the co-
ast and islands, is the main cause of an anthropic load
causing evident wear problems, the map proposes a
radical reversal of the trend. Applied throughout Sicily,
it aims to mi gate the pressure on the most worn out
areas, while providing new opportuni es for marginal
territories as compared to the main streams of visits,
off ering unexplored routes, through places and paths
that characterise the rich complexity of the regional
cultural landscapes.
The Leader II program has envisaged among its ac -
vi es the cataloguing of ar s c, archaeological and
natural heritage to be made available to tourist fl ows.
These ac vi es have also focused on iden fying some
thema c i neraries such as the naturalis c path of the
water mills. The axis III Quality of life in rural areas and
diversifi ca on of the rural economy of the Rural Deve-
lopment Program - Sicily 2007/2013 has made extensi-
ve funding available for the protec on and upgrading
of rural heritage through the restora on of sites of
high natural and landscape value (ponds, bushes, hed-
ges, monuments of monumental trees) and of cultural
elements of the tradi onal agrarian scenery (isolated
rural buildings with historical and architectural interest
to be used for public enjoyment, dry stone walls, terra-
ces, drinking taps and other artefacts that are evidence
of agricultural work and collec ve life).
Also under the same program, in 2009, the Sicilian Re-
gion dra ed a pilot project for the recovery and enhan-
cement of ESA rural villages called the Via dei Borghi,
which only recently saw a fi rst concrete manifesta on
in the redevelopment of Borgo Bruca, star ng point
of the i nerary, located in the territory of the muni-
cipality of Buseto Palazzolo, in the province of Trapani
(Basiricò, 2016).
All these ini a ves, which are not exhaus vely listed,
but are merely an example, are therefore important
elements of a process already under way, which con-
siders rural landscape as a cultural asset also in fun-
c on of memory, collec ve iden ty, and recognizabi-
lity of which it is direct expression, represen ng the
«form that man, in the course and for the purpose of
his agricultural produc on ac vi es, consciously and
systema cally imprinted on natural landscape» (Sere-
ni, 1982). However, these ac ons are lacking in global
opera onal coordina on aimed at the recovery of this
heritage and based on its recogni on through the sur-
vey and analysis of artefacts and sites in the context in
which they are used. By using, on the one hand, the
census and cataloging, and on the other hand, a direct,
cri cal, extensive and detailed reading of such goods
based on analy cal-documentary and type-morpholo-
gical assump ons but closely related to the landscape.
An approach that sets out as an indispensable star ng
point for any subsequent cri cal evalua on and repre-
senta on of the built space as well as for any design
proposal coherent both with the valorisa on of the
exis ng built and with the needed adjus ng of the va-
lues likely to change in order to make them consonant
with today’s needs, in harmony with the environment
and the complexity of se led rela onships in the area.
The planning of these interven ons must inevitably
go through the understanding of the exis ng, through
the implementa on of detailed and accurate knowled-
ge ac vi es, also in order to study and implement ef-
fec ve measures for risk preven on and safe use. In
this perspec ve, the rural villages of the ECLS have for
some me been the subject of didac c and research
ac vi es, set up in accordance with a close integra on
with par cipa on policies aspiring to the involvement
of local popula ons in the necessary processes of va-
lue recogni on and development opportuni es.
These experiences have already concerned Borgo
Antonino Cascino in Enna, Borgo Baccarato-Salioni in
Aidone, Borgo Lupo in Mineo. The rst has recently
benefi ted from a recovery program thanks to a speci-
c measure of the Community’s structural funds and
seems des ned to become a kind of permanent di-
splay window for agri-food products in the area (fi g.
2). The second is today a ghost town, as well as one of
the twelve Sicilian rural villages, for which the Region
has decided to proceed with the private aliena on (fi g.
3) as well as the third, only to a small extent occupied
by a farm which has adapted some buildings to their
own needs, a er being literally vandalized by abusive
residents (fi g. 4).
The la
er has been subjected to more accurate rese-
arch as case study aimed at designing harmonious and
sustainable forms of revitalisa on to re-establish such
memories from the past in the current and future living
cycle, able to ‘keep innova ng’ goods in a state of de-
cadence or under-used in order to ‘reassemble’ them
with new ethical and social meanings.
3. THE CASE STUDY OF BORGO LUPO IN MINEO
The founda on of Borgo Pietro Lupo is closely linked
to the will of the Fascist to combat the social malaise
caused by the ‘rural ques on’ of the la fundium and to
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highlight the presence of the State, par cularly in the
internal areas of the island most aff ected by the mafi a
hegemony. It is one of the eight rural villages built by
the ECLS between 1940 and 1941, «each one in each
of the eight provinces of Sicily and consecrated, by the
name, to the memory of a fall of wars or of the Fascist
Revolu on» (Gadda, 1941). The regime, by expressing
in ac on the will and direc ves of the Duce planned,
through the crea on of special rural centres, to pro-
vide the primary services needed to peasant commu-
ni es, to ght the abandonment and the consequent
deple on of the countryside. This gave rise to «a sur-
real urban passage, consis ng only of services in the
absence of residen al fabric in the immobility of the
Sicilian countryside (Barbera, 2002, p. 147), of which
this small building complex is one of the most intere-
s ng examples.
Its construc ve story is controversial and s ll to a cer-
tain extent unclear. A rst project was drawn up by
the engineer Filippo Marino at the end of 1939, at the
request of the Consorzio di Bonifi ca of Caltagirone.
Exposed at the La fondo and Agricultural Educa on
Exhibi on inaugurated in Palermo by the Minister Bot-
tai in February 1940, he presented «in a minor degree
this concern to make art and not building», which cha-
racterised the work of colleagues (Accascina, 1940).
The site chosen for the construc on was located in the
Salto district, «a pleasant and healthy place, easily ac-
cessible through reclaiming road no. 5» (Dufour, 2005,
p. 366) between the Ramacca and Raddusa towns and
the new road which led from Catania to Caltagirone.
The management of the ECLS, which took over the
consor um, maintained both the project and the desi-
gner, but decided to change the loca on of the village,
perhaps for economic reasons, linked to the fragmen-
ta on of proper es and/or the division of the farms
(Eras, 1964). The choice of a diff erent loca on of the
centre, strongly demanded by the economist and agro-
nomist Giuseppe Tassinari - then Minister of Agricultu-
re and Forests - was mo vated by the will to relocate
the new village in a visible and easily iden able area
in the territory. Despite the impossibility of fi nding a
site that could fully meet the demands of the Ministry,
a new yard entrusted to the Santaga Enterprise in
Catania was however commenced on 20 March 1940
in the district Mongialino and the previous one aban-
doned.
Fig. 2 - Today’s pictures of Borgo Cascino in the municipality of Enna (photos authors).
Fig. 3 - Current pictures of Borgo Baccarato in Aidone, province of Enna (photos authors).
8.5THE SURVEY FOR THE RESTORATION OF HISTORIC URBAN AREASvolume 10/ n.18 - june 2017
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The cons tu on of the Mongialino farm, owned by
the ECLS, was shortly a erwards, as evidenced by a
notarial act of 18 July 1940. The date of comple on of
the works, ini ally scheduled for the 31 May 1940, is
unknown but it most likely delayed. The shipyard con-
nued in 1941 (in the months of February and April,
ECLS required a building concession to the municipa-
lity of Mineo for the construc on of some buildings)
and in the years 1944-1945 the main access road was
completed.
The original project of Marino envisaged only ten bu-
ildings and was based on an urban design set on two
large axes orthogonal to each other. The fi rst - the
primary access route - was thought to be a ‘prospec-
ve telescope’ linking the reclama on road (at the
checkout point) to the square; the main prospect of
the church was the backdrop of the ‘vision machine’.
The second - orthogonal to the fi rst - intercepted the
second square and led, in both direc ons, toward the
countryside (fi g. 5).
The buildings, with some limited exclusion, had been
designed with an unusual asymmetrical and ar cula-
ted system. As a ma er of fact, for a village of such
limited extent, as already men oned, there were two
courts: a layout typical of models, already elaborated
in previous years but for larger villages (Mangano,
1937). The two squares, in fact, divided the village
in two diff erent areas, with dis nct hierarchical va-
lues: the ‘public square’, overlooking the church, the
lictorian palace, the school, the outpa ent clinic, the
post offi ce, the Carabinieri barracks, the tobacconists
shop, and the ar san’s square with the mill and the
workshops. From a construc ve point of view, edifi ces
were designed to either one or two eleva ons with a
single or double body.
Regarding the technological characteris cs, according
to the era in Sicily, the buildings were made of mixed
structures in masonry carriers (in local stone or pressed
brick and mortar) and reinforced concrete and hollow
les mixed fl oor poured in place and toothed to the
masonry by concrete kerbs (Sapienza, 2010). The de-
sign of the gardens arranged around the two fountains
- with a circular bathtub the rst and with a drinking
water the second -, the lack of alignment of the edges
of the buildings along the streets and the varied design
of the plants of the buildings, presuppose that the par-
cular fi gura on has been the result of an adapta on,
Fig. 4 - Borgo Pietro Lupo in Mineo, province of Catania, today (photos authors).
as well as a resizing, of the spa al conforma on origi-
nally conceived for the fi rst site. The hypothesis is sup-
ported by the immediate need for comple on of the
hamlet, probably appeared already under construc on
or soon a er and that was realised in September 1941.
The project, also in this case drawn up by Marino, pro-
vided for the construc on of new buildings (the ins tu-
on headquarters, the housing for the employees, the
sanitary ware and some warehouses).
The construc on works, ini ally entrusted to the Fer-
robeton society5, however, stalled in 1943 for the fall
of the regime following the Allies’ landing, and were
then completed in two successive stages between
1946 and 1949. Later, modifi ca ons to the barracks
and to the church (realisa on of the choir, the enlarge-
ment of the rectory and the closure of the porch), to
adapt to the needs of a village in the fullness of its ac-
vi es were made. In addi on, the warehouse and its
worker’s house were built and in 1957 the veterinary
clinic was completed (fi g. 6).
8.6THE SURVEY FOR THE RESTORATION OF HISTORIC URBAN AREASvolume 10/ n.18 - june 2017
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Extraordinary maintenance plans were nevertheless
necessary between 1959 and 1962 as a result of a
worrying sta c disaster that had aff ected many bu-
ildings. The building of the village on a specially pre-
pared surface, perhaps implemented too fast without
giving way to the soil to compact and se le, had cau-
sed diff eren al shedding with recesses and eleva ons
of the terrain. In par cular, due to the mel ng water
infi ltra on in the soil, the reeling clays had an increa-
se in volume in rela on to the imbibi on. In the sum-
mer season, their drying had led to the cracking of
the founda on plan, resul ng in masonry, fl oors and
roofs imbalances. The damaged buildings - the school,
the surgery, the mill, the transforma on booth, some
shops and workshops - were the nrestored, with heavy
repairs (fi g. 7). The ECLS headquarters and housing for
the employees, and the church were completely de-
molished and, therefore, rebuilt according to very dif-
ferent structural and aesthe cs characteris cs (fi g. 8).
In addi on to the serious economic engagement, the
interven on deeply altered the appearance of the vil-
lage by introducing a new architectural language far
away from the idea of ‘organicity’ and integra on with
the territory that the village should have possessed. A
unique, homogeneous and unifi ed architectural style
was in fact considered as a tool to enhance the cha-
racter of the site and to guide the site’s recognizability.
The par al loss of iden ty and the change in socio-
economic condi ons in the post-war period caused the
abandonment of the hamlet. Between the end of the
60s and the beginning of the 70s of the last century,
the post offi ce, the school and the barracks closed the
doors. Some families to which the parcels of Mongia-
lino farm (already dismantled in the mid-1950s) had
been assigned occupied the forsaken buildings, tran-
sforming them into temporary residences, while others
were used as barns, even only in order to acquire the
ownership by the con nuous use of the property.
On the night of 13 December 1990, a strong earthqua-
ke struck the south-eastern part of Sicily causing con-
siderable damage. The earthquake, sadly known as
‘Carlen ni earthquake’ (the name of the place where
seventeen vic ms were killed because of the collapse)
or the ‘Santa Lucia earthquake’ (as it happened during
the night of the celebra on of the patron saint of Syra-
cuse) had its epicenter at sea, in the Gulf of Noto, was
5.6 Richter magnitude and short-lived (fi g. 9). The vio-
lence of the telluric event was, however, much more
intense in some areas where, due to the nature of the
terrain, the eff ects of the shocks were amplifi ed and
therefore assessed - on the basis of their visible eff ects
on the construc on - equal to 8/9 grade of the macro-
seismic Mercalli-Cancani-Sieberg scale (Bernardini &
Mele , 2015).
The earthquake aff ected about 250 ci es in the pro-
vinces of Catania and Siracusa - including Borgo Pietro
Lupo6 - causing the una ainableness of over seven
Fig. 5 - The fi rst project of the village in the district Mongialino (1940): planimetry and axonometric view (Historical Archives of the Agricultural Development Agency of the Sicilian Region - ESA, based in Prizzi, province of Palermo).
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thousand buildings between homes, schools, public
and private buildings. In par cular, in several centres,
«both very serious building defects and the negligence
in the assessment of the characteris cs of the land for
the choice of founda on systems were found». In less
well-populated and/or abandoned rural areas, the da-
mage was even greater because «many buildings were
crumbling and maintenance-free [...] or restructured
in the interiors without considering sta c and an -
seismic criteria» (Boschi & al., 1997).
Today, the village, aff ected by both several decades of
oblivion and disasters, also devoid of water and public
ligh ng is pouring into a state of serious degrada on.
The property, s ll of ESA, should be transferred to the
municipality of Mineo, which does not seem to want
to engage in a somewhat complex and burdensome
situa on. Nonetheless, such an aggregate building, an
expression of Italian culture of the 20th century, deser-
ves to be interested by respectable forms of recovery
in the spirit of a possible maintenance of the produc-
on func on (fi g. 10). It, therefore, seems necessary to
defi ne new design proposals for its requalifi ca on and
reuse. Due to the complexity of the site and its current
Fig. 6 - Borgo Pietro Lupo’s Plan (ESA Historical Archives) and axonometric reconstruction of the 1957 project.
Fig. 7 - The school with the teachers’ house: the original project and the new reconstruction (ESA Historical Archives).
8.8THE SURVEY FOR THE RESTORATION OF HISTORIC URBAN AREASvolume 10/ n.18 - june 2017
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condi ons, such proposals need to be based on the
formula on of a strict protocol of analysis and docu-
menta on aimed at the preven on and reduc on of
earthquake risk - historically important here - and the
energy conversion. Ac vi es that see, fi rst of all in the
process of knowledge, through architectural and urban
surveying, a primary tool for scien c re ec on aimed
at maintaining and enhancing the site in its historical,
architectural and symbolic values.
4. ITHE PROCESS OF KNOWLEDGE AND THE
SURVEY FOR PREVENTION AND CONSERVATION:
METHODOLOGICAL ASSUMPTIONS AND OPERA-
Fig. 8 - The village church: above, on the left, the original building, in the center and on the right, as it appears today after reconstruction. Below, the project of enlargement of the rectory of 1954 (Historical Archives of ESA).
TIONAL GUIDELINES
Since the early 70s of the last century, there has been
a growing awareness of the need for preven on and
protec on, no longer only applied to the monumental
heritage ‘at risk’ but also to the historical centers and
widespread goods, primary sources of memory and
important informa on, extended to the natural and
anthropic environment, and vehicles of understanding
and valorisa on of the whole existence. It was, there-
fore, necessary to ini ate pathways of knowledge of
these assets in order to plan and implement eff ec ve
precau onary defence ac ons through analysis and in-
ventorying ac vi es.
The specialist literature was then enriched with ma-
nuals and codes of prac ce that were more a en ve
to the original technology in order to adapt the current
interven ons to. By opposing the «for ed approxi-
ma ons required by the use of formulas to describe
the behavior of materials and structures other than
tradi onal ones, Antonino Giuff rè’s studies in the fi rst
place, have in turn promoted the comparison with
the mul plicity and specifi ci es of the historic built»
(Fiorani, 2010, p. 6), through deduc ve processes that,
from the knowledge of building and construc ve typo-
logies, led to the modali es of their conserva on and
8.9THE SURVEY FOR THE RESTORATION OF HISTORIC URBAN AREASvolume 10/ n.18 - june 2017
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The survey for conservation and the valorisation of rural villages of Central Sicily: the case study of Borgo Lupo in Mineo
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security (Donatelli, 2010).
To this end, a number of tools have been studied to
highlight the main elements of degrada on and to eva-
luate the risks (seismic, chemical, hydrogeological, me-
teoclima c, anthropic) and the poten al vulnerabili es
of heritage in order to make appropriate conserva ve
decisions. Within a systema c and programma c fra-
mework, the pioneering Pilot Plan for the Scheduled
Preserva on of Cultural Heritage in Umbria, promo-
ted in 1976 by Giovanni Urbani, then director of the
Central Ins tute for Restora on, unfortunately, failed
for poli cal-bureaucra c reasons, came to the project
for the Risk Map of Cultural Heritage in Italy, ac vated
in 1987 under the direc on of Pio Baldi, allowing the
char ng of the distribu on of cultural goods and the
intensity of deteriora on factors. It was then created
an impressive array of maps and alphanumeric databa-
ses that led to the crea on of a «territorial informa on
system, perhaps conceptually the most advanced and
widest ever conceived for the cultural heritage» (Della
Torre, 2002, p. 18), also a en ve to the interrela ons
with the territory, to support the defi ni on of strate-
gic planning choices, protec on and programming of
interven ons.
This work regre ably uneven in its results at the na o-
Fig. 9 - Borgo Pietro Lupo: a comparison between yesterday and today images and the reconstruction of the salient phases of its history.
Fig. 10 - The map of the seismic hazard of Sicily with highlighted the most critical areas where also Borgo Pietro Lupo falls. On the right, the major earthquakes
that hit the area until the earthquake of the 1963 (INGV Earthquakes).
8.10THE SURVEY FOR THE RESTORATION OF HISTORIC URBAN AREASvolume 10/ n.18 - june 2017
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nal scale, but in spite of this essen al for the purpose
of iden fying the consistency of the heritage and its
geo-referenced map depic on, has seen a wide and
interes ng experimental applica on in Sicily and Ca-
labria conducted by the Is tuto Superiore For Conser-
va on and Restora on: a vast eff ort of data collec on
on the vulnerability, exposure and seismic hazard of
3,000 goods, set up on a qualita ve census, consistent
with the Guidelines for Assessing and Reducing Sei-
smic Risk of Cultural Heritage (Moro, 2006). This latest
document, which was refi ned in 2010 to comply with
the new Technical Building Regula ons issued by the
Ministerial Decree of 14 January 2008, has highlighted
how the understanding of each artefact is a fundamen-
tal prerequisite both for a reliable assessment of its
present safety and for the choice of eff ec ve improve-
ment interven on.
In this regard, the ‘path of knowledge’ must be deve-
loped through the following phases: the iden ca on
of the construc ons and their loca on especially in re-
la on to par cular areas at risk, the geometric survey
of construc ons in their current state, understood as
a complete stereometric descrip on of the edifi ces,
including any cracking and deforma on phenomena,
the evolu onary analysis of the buildings, i.e. the re-
construc on of the sequence of the various stages of
buildings transforma on (from the original hypothesis
to the present), the iden ca on of the cons tuent
elements of the resistant body in their technological
and construc ve values, the recogni on of materials,
of their state of degrada on and physical and mecha-
nical characteris cs, the knowledge of the subsoil and
the structures of founda on, with reference also to the
varia ons in  me and their weaknesses.
Special care must be taken to examine the rela onship
between buildings and their surroundings, through
the descrip on of the so-called architectural complex,
whether isolated or not isolated, and the characte-
riza on of spa al and func onal rela ons with any
con guous artefacts. The fabric study should allow
hypothesizing the construc ve hierarchy and the rela-
onships between the construc ons and the context,
also through the analysis of the visible prospects and
the plano-al metric ar cula on.
This a en on to the aggregate appears to be of pa-
ramount importance, even in the light of the seismic
events that have struck the centre of Italy in the last
century and have led to a refl ec on on the necessity,
especially for historic buildings, to study and intervene
on the scale of the urban fabric instead of that of the
single building.
Architectural complexes - cons tuted by the asso-
cia on of mul ple bodies and defi
ned as ‘structural
aggregates’ in a structural key - are the set of several
interconnected units that can interact with each other
under dynamic ac on; reciprocal infl uence mechani-
sms are then triggered for any established connec on
both in eleva on, through more or less eff ec ve con-
tact between the masonries, and in the founda ons,
especially if the buildings insist on the same ground.
This aspect, already highlighted in the Guidelines for
Survey, Analysis and Design of Buildings Repair and
Strengthening Aggregates elaborated by the Labora-
tories University Network of seismic engineering (Re-
LUIS) in May 2010, which provided a methodological
and opera onal tool allowing a correct evalua on of
mechanical behavior through the «reading of its con-
struc ve system, the interpreta on of the causes of
damage, the detec on of structural anomalies and
structural precariousness aff ec ng seismic response,
in order to formulate more suitable modes of interven-
on to achieve an adequate degree of improvement in
seismic behavior» (Reluis, 2010, p. 3).
Both of the cited guidelines stress the importance of
survey - in its broader defi ni on of a cri cal act aimed
at the historical, evolu onary, geometric and mate-
rial understanding - as a prioritarian and fundamental
tool for the knowledge of the structural structure of
an urban fabric, as well as an element of addressing
subsequent consolida on and restora on ac vi es. It
is important to propose «to regulate not so much the
outcome of the process but to pave the way for a con-
serva on project for the single building and the urban
artefacts» (Giambruno, 2002).
5. APPLICATION ON THE CASE STUDY
It is from these assump ons that the ac vi es have
been set. They were based above all on the awareness
that the origin and the construc ve history of a con-
solidated building fabric are of great importance for
the full understanding of seismic risk. The structural
analysis and the study of interven ons to counteract
its progressive degrada on and the eff ects of a pos-
sible earthquake are therefore crucial factors to any
possible redevelopment.
The understanding of the many values of Borgo Pietro
Lupo (documentary, material, historical-construc ve,
symbolic, emo onal, aff ec ve, etc.) has required a
complex and varied approach that has benefi ted from
interdisciplinary support. It has moved from the que-
s oning of documentary and archive sources, the stu-
dy of construc ve techniques, the re-reading of past
analyses on aggregate buildings, the consulta on
of exis ng seismic catalogues, and then con nued
with new and accurate recogni ons and inves ga-
ons. An extension of the concept of ‘survey’ (Docci
et al., 2009), not limited to the only geometric and
historical-cri cal analyses of the architectural goods,
but understood as a means of reading the changes
over  me to clarify their construc ve vicissitudes, to
dis nguish the tampering, to understand the causes
of disarray.
In the village, in fact, many of the sta c cri cisms
assessed on the buildings can be traced back to di-
scon nui es due to the complex and ar culated evo-
lu on of the edifi ces, to the changes over  me due
to the phenomena of damage resul ng from human
transforma on, natural aging and/or deser on, then
accentuated and accelerated by the succession of na-
tural calamitous events. Star ng from the belief that
the construc
on of a mathema cal model of reliable
computa on, but above all responding to the histo-
rical-construc ve reality of the site, is indispensable
for all stages of the examina on of the seismic vul-
nerability of the buildings (Bertocci, 2013) and that in
the absence of a clear consciousness of the factory,
«it is almost useless to use sophis cated calcula on
models as the data from the analysis will not corre-
spond to the construc ve consistency of the monu-
ment and therefore the results of the calcula ons will
not be related to its mechanical reality» (Galli, 2015,
p 3), the survey was fi rst aimed at obtaining a com-
prehensive picture of the centre in its localiza on in
the territory, in order to iden fy its sensi vity to the
various hazards. Measurements that have never been
mechanically operated but have been appropriately
planned based on precise choices dictated by the site
cogni on obtained from the study of available docu-
ments and cartography.
In this sense, they were therefore conducted both
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with the direct method, integrated with 3D laser scan-
ning technology and 3D image-based reconstruc on
applica ons7. The produc on of a three-dimensional
model (both discon nuous by points and con nuous
by mesh), the spa al projec ons and the graphic ela-
bora ons resul ng from the methodological-opera o-
nal apparatus developed by the conserva on discipline
(Cardaci et al., 2015) became the geometric structure
for the iden ca on, study, representa on and catalo-
ging of ma er as well as for the recogni on of altera-
ons and cri cal factors (fi g. 11).
A further study was carried out to determine damage
by following a methodological approach - based on the
geometric survey, the structural elements, and the fe-
atures of the construc ve means - in order to develop
an analy cal model capable of recrea ng ‘faithfully’
or at least ‘ostensibly’, the behaviour of structures. In
par cular, according to the direc ons contained in the
guidelines men oned above, the survey was organised
in several phases focusing on specifi c features: geome-
tric, material and structural-construc ve, damage sta-
te and disadvantage.
The ‘geometric survey’ provided the plane-al metric
detec on of the cons tuent elements of the aggregate
and highlighted the spa al rela onships of the struc-
tures in adherence. The res tu on was made through
the representa on of plans, eleva ons, cross-sec ons
and schema c three-dimensional models. The chosen
scale (1: 200) allowed the general descrip on of the
en re agglomera on with the distribu on of spaces
(internal and external), the average dimensions of the
elements (carriers and non-carriers), horizontal and
ver cal links, and the indica on of slabs and specifi c
weakness characteris cs (niches, cavi es, chimneys)
or local s enings (spurs, wall reinforcements, mono-
lithic elements).
The ‘material and construc ve-structural survey’ has
been addressed to the overall reading of the materials
and construc on techniques used, as well as to carry
out a punctual study of the resis ve elements, aimed
at iden fying the structural pa ern. It has seen the for-
mula on of specifi c mapping on scale 1:50 dedicated
to the recogni on, the evalua on of the quality and
the state of preserva on of materials and cons tuent
elements, the realiza on of abaci, the systema c and
schema
c analysis of frames and masonry, fl oors, roofs
and connec ons. All elements which were observed
from the inside by the operator (Giuff ré, 1993), throu-
gh direct survey, small essays and non-destruc ve in-
direct inves ga ons (thermography, etc.) also to verify
their correspondence with the best prac ce (fi g. 12).
On the other hand, the ‘survey of the state of dama-
ge’ allowed the instability analysis through the re-
construc on of the whole crack mapping, where the
lesions were classifi ed according to their trend (hori-
zontal, ver cal, diagonal and curvilinear ) and en ty
(extension, development, amplitude and depth). The
drawings have, moreover, depicted the structural de-
sorders (detachment, rota on, sliding, off -plane shi s)
and the deforma ons (out of the lead, lowering, swel-
ling, sprains, oor depressions). Their representa on
on a three-dimensional graphic support has fi nally fa-
cilitated the descrip on of the kinema cs by detec ng
the eyelash opening direc on and the direc on of the
fractures which, read at the same  me in the whole
volume, allowed to locate the rota on centers of the
masonry blocks and the evolu on of the resul ng col-
lapses (fi g. 13). In fact, lesions manifest themselves
in the proximity of material varia ons, rarely within
homogeneous areas. It is therefore important to iden-
fy inconsistencies - as they are an addi onal factor
of fragility, determining a preferen al pathway for the
Fig. 11 - Rendering of some façades of the centre.
8.12THE SURVEY FOR THE RESTORATION OF HISTORIC URBAN AREASvolume 10/ n.18 - june 2017
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Fig. 12 - The graphic rendering of the ground fl oor plans with the indication of the functional distribution and the technical-constructive characteristics of the whole village.
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Fig. 13 - The graphic rendering of the fi rst fl oor plans with the indication of the functional distribution and the technical-constructive characteristics of the whole village.
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ac va on of collapse mechanisms - and classify them
according to the geometric discon nuity (presence of
fumes, openings, fi lls) and to the material discon nuity
(diff erent materials or construc ve techniques).
A cri cal comparison between the overall geometry of
the building fabric, its structural characteris cs and the
damage occurring highlighted by the cracking map has
therefore led to the iden ca on of the most proba-
ble rupture mechanisms. A simplifi ed ini al analysis,
however, allows the formula on of preliminary and
qualita ve hypotheses, on ac ve damage and on pro-
bable causes of triggering. The quan ta ve verifi ca on
of the hypotheses formulated has been entrusted to
the subsequent analy cal modelling which, due to the
extreme variability of the structural characteris cs and
the mechanical parameters governing them, may have
an exact wording only on the correct interpreta on of
the data of the inves ga ons described above.
In addi on to the bi- and tri-dimensional graphics, for
each building unit, synthesis sheets has been realised
and specially designed to be implemented in the near
future within a geo-referenced archiving and consul-
ta on system to be made available to public bodies
and private persons responsible for the protec on and
management of such goods: a kind of ‘iden ty card’
which may allow them to assess and comparing the
informa on in an exhaus ve manner, allowing both to
formulate a coherent project design, and to verify its
suitability and feasibility (Bertocci, 2015).
6. CONCLUSIONS
The research here summarised, has intended to un-
derline the main role played by the survey in view of
the preven on or reduc on of seismic risk in areas ex-
posed to the repe on of calamitous events. The case
study on Borgo Lupo, in eff ect a small historical center,
showed that it is impera ve that the cogni ve act - the
rst essen al step of protec on process - be carried
out by skilled and careful operators who, in addi on to
the correct applica on of the measurement ac vi es,
have the necessary cultural and technical background
Fig. 14 - The material-pathological survey with the indication of conservation interventions.
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Fig. 15- Survey of the state of damage and instabilities. The image shows the study of the wall types, the eartquakes’ history, the crack mapping and the prefi guration of the seismic damage scenarios, also indicating the structural interven-
tions.
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Fig. 16 - Survey of the state of damage and instabilities. The image shows the crack mapping and the prefi guration of the seismic damage scenarios, also indicating the structural interventions.
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to read and understand ‘the book’ of the ancient, mo-
dern architecture (Giuff rè, 2010). Too o en, perhaps
for the sake of some economic convenience, these ac-
vi es are delegated to ‘measuring technicians’ that
confuse the simplifi ca on required by the representa-
on of the survey (which is a cri cal stage in evalua ng
and selec ng meaningful informa on) with the simpli-
ca on of the inves ga ons.
The work of inves ga on and understanding con-
ducted, not limited to individual buildings but exten-
ded to the en re building fabric and the environmen-
tal context, allowed to set up a plan of interven on,
recovery and reuse (fi g. 14). The model returned from
the study campaigns has in fact provided a complete
database on the architectural, morphological, typolo-
gical, gura ve, metric and geometric aspects of the
rural centre. It has also allowed a reading of structural
damage and map cracking of the masonry of the com-
plex as a result of the frequent earthquakes that, as
already men oned, aff ected the area for the purpose
of preven on and increased security.
This in order to make this heritage suitable for sa -
sfying the civil, cultural and environmental needs and
therefore reinterpreted to involve it in the contempo-
rary, by streamlining the forms of protec on of the
authen city and the physical and symbolic func ons
inherent in the local tradi on, which means ‘adheren-
ce to the territory’, since it is a ra onalist architecture,
but which however expresses explicit gura ve refe-
rences to the rural heritage of the region and a will of
integra on with the surrounding landscape.
Fig. 17 - Design of the reuse project.
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NOTES
[1] In compliance with the law no.
104 issued on 27 December 1950
by the Sicilian Region, which esta-
blished the Agrarian Reform on the
island.
[2] By the law no. 9 of 5 April 1954,
the Sicilian Region entrusted the
ERAS with the task of completing
the villages whose construction
had been interrupted by the war
and erecting new ones. The decree
no. 33 of 10 July 1954 defi ned their
characteristics by dividing them
into three types - A, B and C - diffe-
rentiated according to the number
of buildings and linked to a sort of
hierarchical dependency (B and C
were considered ‘satellites’ of A).
[3] The Regional map includes
among the ‘historical events of the
early 20th century’, also the Borghi
del Duce: Borgo Fazio (Trapani),
Borgo Borzellino (Monreale), Bor-
go Filaga (Palermo), Borgo Schirò
(Monreale), Borgo Cascino (Prov.
Enna), Pergusa (Prov. Enna), Liber-
tinia (Ramacca), Borgo Pietro Lupo
(Mineo), Borgo Regalmici (Castro-
novo di Sicilia).
[4] The eight villages, designed
by Sicilian architects, including
members of the so-called Scuo-
la di Palermo as T. Basiricò, 2009
remind us, are respectively borgo
Fazio (prov. Trapani) designed by
the architect Luigi Epifanio, borgo
Gattuso (prov. Caltanissetta) desi-
gned by the architect Edoardo Ca-
racciolo, borgo Cascino (prov. Enna)
designed by the architect Giuseppe
Marletta, borgo Lupo (province of
Catania), designed by the engineer
Filippo Marino, borgo Giuliano (prov.
Messina) designed by the engineer
Guido Baratta, borgo Schirò (prov.
Palermo) designed by the archi-
tect Girolamo Manetti Cusa, borgo
Rizza (prov. Siracusa) designed by
the architect Pietro Gramignani.The
province of Ragusa was excluded
from this program because did not
have any landfi lls.
[5] The company, founded in 1908
by the Marquis Carlo Feltrinelli, was
one of the most important Italian
design and construction compa-
nies. He made works of great pre-
stige, such as the foundation works
of the fi rst Milan Underground, the
marinas in Naples and Genoa, the
Velasca tower in Milan, the Mille
skyscraper in Catania. He was also
a trusted company of ECLS, who
also awarded the construction of
the villages Bonsignore, Guttadauro
and Rizza.
[6] The documentation of Borgo Lu-
po’s damage seems to have been
lost (due to the uncertain property
of the village) but it is still possi-
ble to know the damage from the
relations of neighboring cities such
as Mineo, Pelagonia and Ramacca.
[7] The surveying campaign was
conducted in May-July 2016,
from the team of the Laboratorio
di Diagnostica e Restauro dei Beni
Architettonici e Culturali of the
University Kore of Enna in close
collaboration with the Lab_Sabe
(Survey & Analysis of Buildings
and Environment) of the University
of Bergamo.
3D laser scanning activities have
been operated through about 120
scans to complement visual re-
cognition, direct survey and pho-
togrammetric systems utilization,
covering all external and internal
spaces of most abandoned buil-
dings. The data processing and
modeling were conducted by the
Laboratorio di Diagnostica e Re-
stauro dei Beni Architettonici e
Culturali of the University Kore of
Enna by the arch. PhD Luca Re-
nato Fauzìa which also conceived
the fi gure 1. All the drawings were
elaborated by Raffaele Rubens Iu-
dica in the framework of its master
thesis directed by Antonella Versaci
(University of Enna Kore, Faculty of
Engineering and Architecture, a.a.
2016/2017).
Regarding the editorial responsibi-
lity of the essay, as far as the au-
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ronment, XVIII (2): 112-120.
thors have shared the methodologi-
cal approach followed, its premises
and conclusions, the paragraphs 3
and 5 have been written by Alessio
Cardaci and the paragraphs 2 and 4
by Antonella Versaci.
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Article
Full-text available
Between Past and Present, the Color of the Rural Villages of Central Sicily. The Case Study of Borgo Baccarato. This paper focuses on the case study of Baccarato village, built under the Land Reform Law of 1950 and abandoned in the late 70s. It focuses on specific aspects of such structures - such as their colours - which are an expression of cultural identity and in strict relationship with landscape. Rediscovery and preserve the memory of this valuable Sicilian site can be strategic for a revaluation of tourism in this area, which can find also count on its privilegedposition next to the architectural and archaeological sites of Villa del Casale in Piazza Armerina and Aidone-Morgantina.
Article
Full-text available
Il Classico scelto per questo numero è la Prefazione al volume sulla Storia del paesaggio agrario italiano pubblicato nel 1961, con il quale Emilio Sereni sostituisce alla prospettiva idealistica una concezione pienamente conforme alla nozione antropologica di bene culturale come verrà di lì poco definita dalla Commissione presieduta da Francesco Franceschini. The Classic chosen for this issue is the Preface to the volume Storia del paesaggio agrario italiano, published in 1961. In this text Emilio Sereni replaces the idealistic perspective with an idea consistent to the anthropological notion of cultural heritage, which will be defined shortly afterwards by the Commission Franceschini.
Article
Full-text available
Il Castello di Lombardia è un luogo naturalmente fortificato sito nella parte più elevata della città di Enna. È un bene complesso, dalla lunga storia costruttiva ancora non pienamente interpretata. Limitatamente accessibile e slegato dal contesto in cui è inserito, il monumento versa oggi in un precario stato di conservazione anche a causa della mancanza di un coerente programma di rifunzionalizzazione. Lo studio, avviato tramite un’approfondita indagine archivistica e bibliografica, ha visto nell’esecuzione di un rilievo completo ed accurato una sperimentazione finalizzata al riconoscimento e alla comprensione del costruito quale elemento essenziale per ogni azione successiva. Esso ha permesso, al contempo, di riflettere sul ruolo del disegno nel progetto di restauro, anche alla luce delle opportunità offerte dall’innovazione tecnologica. The Lombardy Castle is a naturally fortified site located in the highest part of the city of Enna. It is a complex good characterized by a long constructive history still not fully interpreted. Not very easily attainable and detached from its urban context, the monument stands today in a precarious state of conservation also because lacking of a coherent program for new functions. The study, founded on a thorough archival and bibliographical investigation, has seen in the execution of a complete and accurate survey, an experimentation aimed at the recognition and understanding of the built environment as an essential requisite for any subsequent action. At the same time, it has allowed to reflect on the role of drawing in the restoration project, also in the light of the opportunities offered by technological innovation.
Article
Annals of Geophysics, 43, 4, 609-868 (with database on CD-ROM)
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  • F Bernardini
  • C Meletti
Bernardini, F., Meletti, C. (2015). I terremoti nella storia: il catastrofi co terremoto dell'11 gennaio 1693 nella Sicilia orientale, l'evento più forte della storia sismica italiana. INGV Terremoti. Link: https://ingvterremoti.wordpress. com/2015/01/ Bertocci, S. (2013). A survey database for the control of the seismic vulnerability: Acciano in the earthquake area of Abruzzo (Italy).
A survey database for the control of the seismic vulnerability: Acciano in the earthquake area of Abruzzo (Italy)
  • S Bertocci
Bertocci, S. (2013). A survey database for the control of the seismic vulnerability: Acciano in the earthquake area of Abruzzo (Italy).