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PREGIUDIZI IMPLICITI ED ESPLICITI
VERSO LA DISABILITÀ INTELLETTIVA:
CONTRIBUTO ALLA VALIDAZIONE
ITALIANA DELLA SCALA SUI PREGIUDIZI
CLASSICI E MODERNI (SPCM)
Esposito, S., Caputo, A., Senese, V. P., Marcone, R.
e-mail: damadilorien@gmail.com
Metodo:
Si è provveduto a una traduzione con back translation della scala
SPCM originale (19 item: 8 forma classica; 11 forma moderna) che è
stata poi somministrata in forma cartacea o on-line a 436 soggetti (294
F) campionati per disponibilità, dai 15 ai 70 anni (M = 32; DS = 12),
con un livello socioeconomico medio-basso (SES M = 21.8; DS =
22.35; Hollingshead, 1975; Senese, Venuti, 2007). Le risposte sono
state raccolte utilizzando una scala Likert a 5 passi (da 1 = Per nulla
d’accordo a 5 = Assolutamente d’accordo). Sono state condotte Analisi
Fattoriali Confermative (AFC) mediante metodo robusto di stima dei
parametri al fine di confermare la struttura bi-fattoriale dello strumento,
analisi di coerenza interna, descrittive del campione, ANOVA per
genere, età e Livello Socio-Economico.
Introduzione e obiettivo:
Il pregiudizio è un’opinione concepita sulla base di convinzioni personali o
generali senza una reale conoscenza di fatti o persone che va a influenzare
la valutazione e i comportamenti. I pregiudizi riguardo la Disabilità
Intellettiva (DI) e gli atteggiamenti ad essi correlati hanno come
conseguenza l’assunzione di comportamenti e atteggiamenti di distinzione,
diversificazione fra le persone, e di discriminazione. Tali atteggiamenti
possono creare ostacoli per le persone con DI [Marcone et al., 2016; Weisel
et al., 1988], influenzando fortemente il processo di inclusione sociale nei
vari ambiti della loro vita (scuola, lavoro, relazioni). La valutazione dei
pregiudizi sulla DI è quindi un indice importante per implementare
programmi di intervento adeguati, focalizzati sulla formazione
professionale e per educare e informare la società e le istituzioni [Antonak,
Livneh, 2000; Marcone et al., 2016].
In letteratura, la Scala sui Pregiudizi Classici e Moderni [SPCM; Akrami et
al., 2006] è stata sviluppata al fine di ridurre al minimo il bias della
desiderabilità sociale [Crosby et al., 1980; Dick et al. 2004; Hoffman et al.,
2005]. Tale strumento distingue due forme di pregiudizio: esplicito/classico
e implicito/moderno (Akrami, 2000). La forma classica si riferisce a
pregiudizi diretti e aperti (p.e.: «Le persone con DI commettono crimini»),
quella moderna a pregiudizi sottointesi e nascosti (p.e.: «La maggior parte
delle persone con DI non è vittima di discriminazione»).
Obiettivo del presente studio è fornire un primo contributo alla validazione
italiana di tale strumento.
Conclusioni:
I risultati confermano che anche nella versione italiana lo strumento misura
due aspetti sì distinti ma espressione di un più generale pregiudizio verso la
Disabilità Intellettiva. Tale strumento rappresenta, anche in Italia, una
attendibile misura dell’atteggiamento implicito ed esplicito verso la Disabilità
Intellettiva che risulterà utile nel valutare gli ostacoli contestuali (scuola,
lavoro, operatori riabilitativi etc.) nel difficile processo di inclusività dei DI.
Ulteriori studi verteranno sugli aspetti di validità e sull’individuazione dei
predittori del pregiudizio verso la DI.In ultimo, sarà indagata l’indipendenza
della misura self-report dalla desiderabilità sociale attraverso misure oggettive.
Risultati:
Le AFC, eseguite con il software LISREL 8.30, indicano che il modello che
mostra il miglior adattamento ai dati è quello a due fattori (χ2(151) = 500.2;
p< .001; RMSEA = .05;CFI = .95) fortemente correlati (r> .60), rispetto a
quella a un solo fattore (CFIdiff > .04).
Gli indici di coerenza interna rispecchiano quelli della versione originale:
pregiudizio esplicito, 8 item, α= .67; pregiudizio implicito, 11 item, α=
.72; intera scala, 19 item, α= .77.
I risultati delle ANOVA hanno mostrato differenze significative sia per il
genere: i maschi hanno pregiudizio più alti rispetto alle femmine (F(3, 431)
= 3.48; p= .016); sia per il Livello Socio-Economico: livelli socio
economici medi risultano ottenere punteggi significativamente più alti
rispetto sia a livelli socioeconomici bassi, sia alti (F(6, 586 = 3.43; p=
.002).
Riferimenti Bibliografici:
Akrami, N., Ekehammar, B., & Araya, T. (2000). Classical and modern racial prejudice: A study of attitudes toward immigrants in Sweden. European Journal of Social Psychology, 30, 521–532.
Akrami, N., Ekehammar, B., Claesson, M., Sonnander, K. (2006). Classical and modern prejudice: Attitudes toward people with intellectual disabilities. Research in Developmental Disabilities, 27, 605-617.
Antonak, R.F., Livneh, H. (2000). Measurement of Attitudes towards Persons with Disabilities. Disability and Rehabilitation, 22(5). 211-224
Crosby, F., Bromley, S., & Saxe, L. (1980). Recent unobtrusive studies of black and white discrimination and prejudice: A literature review. Psychological Bulletin, 35, 546–563.
Dick, R., Wagner, U., Pettigrew, T. F., Christ, O., Wolf, C., Petzel, T., et al. (2004). Role of perceived importance in intergroup contact. Journal of Personality and Social Psychology, 87, 211-227.
Hofmann, W., Gschwendner, T., & Schmitt, M. (2005). On implicit-explicit consistency: The moderating role of individual differences in awareness and adjustment. European Journal of Personality, 19, 25-49.
Marcone, R., Esposito, S., Caputo, A. (2016). Beliefs toward social and cognitive competences in people with Down Syndrome. Journal of Intellectual Disability - Diagnosis and Treatment, 4, 44-54.
Venuti, P., Senese, V.P. (2007). Un questionario di autovalutazione degli stili parentali: Uno studio su un campione italiano. Giornale Italiano di Psicologia, 3, 677-698.
Weisel, A., Kravetz, S., Shurka-Zernitsky, E., Florian, V. (1988) The structure of attitudes toward persons with disabilities: An Israeli validation of Siller’s Disability Factor Scales-General (DFS-G). Rehabilitation Psychology, 33, 227-236.
.
XXX Congresso
Nazionale AIP
Sezione di Psicologia
dello Sviluppo e
dell’Educazione
Dipartimento di Psicologia
Università degli studi della
Campania
Luigi Vanvitelli
Caratteristiche demografiche del campione
Note: LSE = Socio-Economic Level (SES; Hollingshead, 1975) in the Italian validation (LSE;
Venuti, Senese, 2007).
SESSO
ETÀ
LSE
N
M
DS
MIN
MAX
N
M
DS
MIN
MAX
MASCHI
140
36.31
14.45
15
70
104
2.02
0.93
1
3
FEMMINE
292
29.36
10.86
16
66
193
1.60
.87
1
3
TOT
432
31.60
12.54
15
70
297
1.74
.91
1
3
Pregiudizio
.62
Moderno
Classico
I 01 C
I 02 C
I 03 C
I 05 C
I 06 C
I 07 C
I 19 M
I 18 M
I 10 M
I 15 M
I 04 C
I 09 M
I 14 M
I 17 M
I 16 M
I 08 C
I 11 M
I 13 M
I 12 M
0.39
0.49
0.37
0.46
0.45
0.71
0.55
0.42
0.39
0.52
0.46
0.47
0.41
0.74
0.26
0.49
0.45
0.33
0.77
1