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• Domestic cats Felis catus are distinct from other domesticated animals because their phenotype and genotype are relatively unchanged. While they live with people as pets or pest controllers, they retain capacity for survival independent of human support and readily persist as feral animals. Most cats retain some propensity to express hunting behaviours, even if hunting is not required for nutrition. In some settings, depredation by cats is a threat to biodiversity conservation, leading to attempts to mitigate their impacts.
• We characterise drivers and facilitators of the hunting behaviour of domestic cats: evolutionary origins, diet, life history, personality and environment. Hunting is driven particularly by evolutionary constraints and associated physiological and nutritional requirements. Proximate causes of variation in hunting behaviours relate to prey availability, husbandry and degree of domestication, while early life history and personality play further roles.
• We review cat management approaches in terms of effectiveness, feasibility and welfare. Amongst lethal, large‐scale methods of population control, poisoning is most frequently used in cat eradications from islands. Because poisoning is challenged on welfare grounds, euthanasia is used at smaller scales and in inhabited, mainland settings. Non‐lethal approaches, primarily surgical sterilisation, are favoured by cat advocates but entail challenging logistics and scale. In attempts to inhibit predation of wild species by pet cats, owners restrict outdoor access and use collar‐mounted devices, including bells, sonic devices, collar covers and bibs. Other individual‐level interventions, such as dietary and behavioural enrichment, some of which may improve cat welfare, have potential, but effects on hunting remain untested.
• Understanding and managing the hunting behaviour of cats are complex challenges. We highlight drivers and facilitators of this behaviour, representing starting points for formulating solutions that might be acceptable to cat owners and wider groups of people who value cat welfare, while also being effective for wildlife conservation.
RIASSUNTO IN ITALIANO
it
• I gatti domestici Felis catus si distinguono dagli altri animali domestici poiché i loro fenotipo e genotipo sono rimasti relativamente invariati. Nonostante vivano con le persone come animali domestici o vengano impiegati per il controllo dei roditori infestanti, i gatti domestici hanno mantenuto la capacità di sopravvivere indipendentemente dal supporto umano, e possono facilmente persistere come animali ferali (rinselvatichiti). La maggior parte dei gatti ha mantenuto una certa propensione alla caccia, nonostante questa non sia necessaria a sopperire a esigenze nutrizionali. In determinati ecosistemi la massiccia predazione da parte dei gatti rappresenta una minaccia per la conservazione della biodiversità, determinando quindi la necessità di adottare soluzioni per mitigare i possibili effetti negativi.
• In questo studio vengono caratterizzati i fattori chiave che inducono i gatti domestici a cacciare, nonché quelli che ne facilitano l’espressione: le origini evolutive, il regime alimentare, le esperienze fatte nel corso della vita, la personalità e l’ambiente. Il comportamento di caccia è primariamente determinato da vincoli evolutivi e da fabbisogni fisiologici e nutrizionali ad esso associati. Le cause prossime coinvolte nelle variazioni di tale comportamento sono legate alla disponibilità di prede, dal metodo di allevamento del gatto e dal suo grado di addomesticamento; le esperienze fatte nei primi mesi di vita e la personalità del gatto ricoprono anch’essi un ruolo importante.
• Abbiamo revisionato i diversi approcci impiegati nella gestione dei gatti in termini di efficacia, fattibilità e benessere. Tra i metodi letali impiegati su larga scala nel controllo di popolazione, l’avvelenamento è risultato essere quello più frequentemente utilizzato per l’eradicazione dei gatti dalle isole. Poiché l’avvelenamento è contestato per motivi legati al benessere, su scala più piccola e in posti abitati sulla terraferma viene preferita l’eutanasia. Gli approcci non letali, in particolare la sterilizzazione chirurgica, sono favoriti dai sostenitori dei diritti dei gatti, ma implicano complicazioni sul piano logistico e risultano comunque essere di portata più limitata. Nel tentativo di inibire la predazione dei gatti domestici sulle specie selvatiche, i proprietari ne limitano l’accesso all’esterno e utilizzano dispositivi che si attaccano ai collari, come campanelle, dispositivi sonori, copri collari colorati e bavagli ingombranti. Altri interventi a livello individuale come, ad esempio, l’arricchimento alimentare e quello comportamentale hanno un potenziale (alcuni potrebbero incrementare il benessere del gatto stesso), ma gli effetti sul comportamento di caccia non sono stati ancora testati.
• La comprensione e la gestione del comportamento di caccia dei gatti rappresentano delle sfide complesse. Il presente lavoro evidenzia i fattori che guidano e quelli che facilitano tale comportamento, che rappresentano i punti di partenza per formulare soluzioni che potrebbero essere accettate dai proprietari dei gatti e da tutte le persone che ne valorizzano il benessere, e che al contempo siano efficaci nel salvaguardare gli animali selvatici.