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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO
DIPARTIMENTO DI SCIENZE AGRARIE, FORESTALI E
ALIMENTARI
CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARI
Curriculum Ristorazione
RELAZIONE FINALE
ATTIVITA’ ANTIOSSIDANTI E CHEMIOTERAPICHE DI
COMPONENTI IN ZINGIBER OFFICINALE
Relatore: Dott.ssa Paola Maria Chiavazza
Candidato: Francesca Accossato
Anno Accademico 2014- 2015
A mio papà Luciano e a mia mamma Agnese,
ringraziandoli per avermi sostenuto sempre e per avermi incoraggiata a non
mollare mai. Questo giorno lo dedico a Voi, esempio di amore e di vita che mi
guideranno per sempre.
Grazie di tutto.
Ringrazio anche la Prof.ssa Paola Maria Chiavazza per la sua gentilezza e
disponibilità.
INDICE
1. INTRODUZIONE ...................................................................... 1
2. STORIA .................................................................................. 2
3. IMPIEGHI NEL MONDO ........................................................... 3
4. COLTIVAZIONE ....................................................................... 4
5. PROPAGAZIONE VEGETATIVA................................................. 7
5.1 PRODUZIONE IN VITRO .......................................................... 7
5.2 PRODUZIONE DI METABOLITI ................................................ 8
6. FITOCHIMICA ......................................................................... 9
7. PROPRIETA’ NUTRACEUTICHE .............................................. 12
7.1 PROPRIETA’ DIGESTIVE ........................................................ 12
7.2 PROPRIETA’ ANTINFIAMMATORIE ...................................... 13
7.3 PROPRIETA’ ANTIREUMATICHE ........................................... 14
7.4 PROPRIETA’ ANTIARTRITICHE E ANTIARTROSICHE .............. 14
7.5 PROPRIETA’ ANTIEMETICHE ................................................ 15
7.6 PROPRIETA’ TONICHE .......................................................... 15
7.7 PROPRIETA’ ANTICOLESTEROLO .......................................... 16
7.8 PROPRIETA’ ANTIOSSIDANTI ............................................... 17
7.9 PROPRIETA’ ANTITUMORALI ............................................... 19
8. LA COLTIVAZIONE DELLE PIANTE OFFICINALI IN ITALIA ......... 22
9. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ................................................ 24
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1. INTRODUZIONE
Zingiber officinale è una pianta erbacea
perenne tropicale, dal rizoma tuberoso
strisciante, che presenta fusti aerei
compressi lateralmente.
I fusti hanno strette foglie lanceolate di
colore verde brillante, lunghe 20 cm.
I fiori, con perianzio di colore giallo, e
macchie di color porpora, sono raccolti in
spighe brevi.
I frutti sono capsule carnose con tre valve.
Figura 1 - Zingiber officinale
Classificazione scientifica
Dominio
Eukaryota
Regno
Plantae
Sottoregno
Tracheobionta
Superdivisione
Spermatophyta
Divisione
Magnoliophyta
Classe
Liliopsida
Sottoclasse
Zingiberidae
Ordine
Zingiberales
Famiglia
Zingiberaceae
Sottofamiglia
Zingiberoideae
Tribù
Zingibereae
Genere
Zingiber
Specie
Z. officinale
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2. STORIA
Conosciuto in Asia e India fin dal terzo millennio a.C., veniva utilizzato
durante i rituali religiosi e propiziatori.
Questa pianta venne considerata una leccornia dai greci e dai romani, che
per consumarla dovevano pagare ingenti tasse.
Questa spezia, nota fin dai tempi dell’antico Egitto poiché veniva impiegata
durante l’imbalsamazione, è stata poi introdotta in Grecia grazie ad
Alessandro Magno e, in seguito, divenne conosciuta ed apprezzata per le sue
notevoli virtù in tutta Europa.
Durante il Medioevo fu una delle spezie più utilizzate in cucina, conosciuta
con il nome di “gengevo”.
La sua coltivazione si è diffusa in paesi caldi come Brasile, Messico, Africa,
Indonesia, Perù, Tailandia e dovunque vi siano le condizioni adatte, cioè un
clima caldo tropicale.
Il maggior produttore è l'India, che fornisce più del 35% della produzione
mondiale.
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3. IMPIEGHI NEL MONDO
Nella cultura occidentale, la radice di zenzero essiccata viene utilizzata nella
farmacopea per uso medicinale.
In Birmania, lo zenzero e un dolcificante locale ricavato dal succo
dell'albero di palma (Htan nyat), sono fatti bollire insieme e vengono
impiegati per prevenire l'influenza.
in Cina, una bevanda ricavata da zenzero affettato e cotto in acqua
dolcificata, viene usata come medicina popolare contro il raffreddore.
Nel Congo, lo zenzero viene pressato e mescolato con la linfa dell'albero
del mango per fare il “Tangawisi”, che è considerato una panacea
universale.
In India, lo zenzero in pasta è applicato sulle tempie per dare sollievo dal
mal di testa.
In Indonesia, un tipo di zenzero conosciuto come “Jahe” è usato come
preparazione vegetale per ridurre la stanchezza, prevenire e curare i
reumatismi e controllare le cattive abitudini alimentari.
Nelle Filippine viene preparata, una tradizionale bevanda salutare
chiamata "salabat", facendo bollire pezzi di zenzero e aggiungendo
zucchero; è considerata una buona cura contro le infiammazioni della
gola.
Negli Stati Uniti, lo zenzero è usato per prevenire il mal di mare e la
nausea da gravidanza. È riconosciuto dalla FDA, ed è venduto come
integratore alimentare senza particolari prescrizioni.
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4. COLTIVAZIONE
Lo zenzero richiede un clima
tropicale o subtropicale,
prediligendo temperature elevate e
forte umidità.
Il range di temperatura ottimale del
suo ciclo colturale oscilla tra i 19-
28°C. Se la temperatura scende
sotto i 15°C, la pianta arresta la sua
crescita.
Le esposizioni più adatte sono
rappresentate da ambienti del tutto
soleggiati, anche se riesce a
vegetare all'interno di zone
parzialmente ombreggiate.
Figura 2 - Campo di zenzero
Lo zenzero predilige terreni sabbiosi, sciolti, profondi, ricchi di sostanza
organica e ben drenati. Il ph ottimale del terreno è compreso tra 6 e 6,5.
Il terreno deve avere una profondità di almeno 30 cm e deve essere arato e
ben drenato.
Inoltre, si deve apportare un adeguato quantitativo di macro e
microelementi nel terreno, essenziali per la corretta crescita della pianta.
Per quanto riguarda la concimazione, si prediligono concimi ricchi di azoto e
potassio, per favorire le fioriture e lo sviluppo della nuova vegetazione.
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Le modalità di preparazione del suolo dipendono dalle diverse condizioni
climatiche.
Nello Yemen, vengono solitamente effettuati dei solchi nel terreno, nei quali
i semi sono piantati ad una profondità di circa 20 cm.
Nel Queensland la preparazione del letto di semina inizia a novembre. Il
terreno viene concimato con materiale organico, tra cui il residuo
proveniente dalla lavorazione dello zucchero di canna o da altro materiale
vegetale.
In India vengono adottati due metodi di coltivazione:
- SISTEMA DEL SUD KANARA, nella parte nord-occidentale dell’India,
dove le file sono distanziate 100-200 cm le une dalle altre.
- SISTEMA MALABAR, caratteristico del sud dell’India, dove i letti di
semina vengono disposti ad una distanza di 30-40 cm tra le file
La quantità di concime impiegato dipende dal tipo di suolo e dalla
temperatura e può variare tra 26 e 225 kg/ha per l’azoto, 20 e 115 kg/ha per
l’anidride fosforica e tra 48 e 200 kg/ha per l’ossido di potassio.
Il quantitativo di acqua richiesto durante l’intero ciclo colturale, è stimato tra
1320-1520 mm.
Il rizoma si presenta in forma irregolare, alquanto allungata e striata. È
carnoso, con gemme e protuberanze da cui nascono gli steli.
Viene raccolto quando la pianta ha circa dieci mesi, solitamente nei mesi di
dicembre e gennaio.
La radice viene pulita, lavata e la si fa asciugare al sole per cinque o sei
giorni. Dopo le operazioni di pulitura, il rizoma è detto “zenzero grigio”, se
provvisto di cuticola esterna. Se viene decorticato viene detto “zenzero
bianco”.
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Il rizoma in genere viene essiccato dopo la raccolta e preparato per il
commercio.
I Paesi importatori di questa spezia sono principalmente: USA, Arabia
Saudita, Giappone, Marocco, Germania, Yemen e Canada.
La sua importanza commerciale è tale che ogni anno in tutto il mondo
vengono coltivate circa 100.000 tonnellate di zenzero.
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5. PROPAGAZIONE VEGETATIVA
Lo zenzero è una pianta che fiorisce di rado, pertanto viene preferita la
propagazione per via vegetativa attraverso rizoma, utilizzando i rizomi più
piccoli, non adatti alla commercializzazione.
La moltiplicazione per via vegetativa incontra notevoli ostacoli dovuti ad
avvizzimento causato da batteri (Pseudomonas solanacearum) e marciumi
dovuti a miceti (Pytium aphanidermatum e Pytium zingiberum). Inoltre sia il
marciume che gli ingiallimenti provocati da Fusarium oxysporum f.sp.
zingiberi, rappresentano una seria minaccia per l’immagazzinamento del
raccolto.
La propagazione in vitro permette di superare queste avversità.
5.1 PRODUZIONE IN VITRO
La propagazione dello zenzero avviene tradizionalmente attraverso il rizoma,
ma questo non può essere immagazzinato a lungo a causa della suscettibilità
a malattie fungine.
Il metodo Sharma e Singh (1997), ha prodotto piante morfologicamente
identiche alla pianta madre, con un buon sviluppo anche in condizioni di
campo e senza l’ingiallimento tipico dello zenzero. I rizomi ottenuti da
queste piante hanno mostrato l’assenza di marciume anche durante un
immagazzinamento superiore a sei mesi.
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5.2 PRODUZIONE DI METABOLITI
Una delle più importanti applicazioni biotecnologiche nel campo delle piante
medicinali è la produzione di principi attivi utili.
Per questo motivo sono stati condotti studi in vitro su germogli apicali e su
calli, per aumentare la produzione sia di 6-gingerolo che dei costituenti
volatili, nonché dei composti fenolici quali lo shogaolo, uno dei metaboliti
responsabili della piccantezza dello zenzero.
Entrambi i mezzi impiegati hanno prodotto quantitativi costanti di shogaolo
per tutto il periodo della coltura, mentre i livelli di gingerolo sono risultati
variabili.
È stata dimostrata l’esistenza di una correlazione positiva tra l’accumulo di
questi metaboliti e lo sviluppo delle strutture morfologiche. Pur essendo
difficile stabilire il numero di cellule pigmentate durante la coltura, queste
comunque contengono una discreta quantità di gingerolo, probabilmente
perché hanno la capacità di immagazzinare il composto.
La diminuzione dei metaboliti secondari nella coltura di callo (primi venti
giorni), è ragionevolmente imputabile alla divisione cellulare del callo (cellule
pigmentate più disperse).
Si può pertanto concludere che entrambi i sistemi colturali sono in grado di
accumulare metaboliti secondari, ma l’accumulo degli stessi è più alto
quando si ha una differenziazione morfologica più elevata.
L’analisi dell’olio essenziale proveniente da coltura in vitro, ha mostrato
come la sua composizione sia analoga a quella proveniente dal rizoma
originario. Tuttavia è stato dimostrato che ci sono sostanziali differenze nelle
concentrazioni dei singoli componenti, derivanti dalla composizione del
mezzo di coltura e dal livello di fitoregolatori addizionati.
Ulteriori esperimenti sono stati condotti trasferendo le colture in terreni
diversi e per tempi lunghi (anche 10 mesi), al fine di valutare l’influenza dei
diversi mezzi colturali sulla qualità e continuità di produzione di terpeni.
Gli studi evidenziano l’importanza della scelta di adeguati substrati colturali
per l’ottenimento di metaboliti secondari di nostro interesse.
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6. FITOCHIMICA
Figura 3 - Rizoma di zenzero
Il rizoma di zenzero (Figura 3) contiene:
OLEORESINE
Gingeroli
gingerolo
shogaoli
zingerone
4,5- 7,5 g
GLUCIDI*
Fibra alimentare
Zucchero
18 g
2,0 g
1,7 g
PROTEINE*
1,8 g
LIPIDI*
Ac. grassi saturi
Ac. grassi polinsaturi
Ac. grassi monoinsaturi
0,8 g
0,2 g
0,2 g
0,2 g
POTASSIO*
415 mg
SODIO*
13 mg
*valori riferiti su 100g
I gingeroli sono una miscela di composti omologhi, 1-(4-idrossi-3-
metossifenil)-5-idrossialcan-3-oni, contenenti 10, 12, 14 atomi di carbonio
sulla catena laterale. Sono distribuiti per lo più all’interno delle cellule gialle
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del rizoma fresco, mentre minori quantità si trovano nelle radici avventizie.
Esiste una correlazione positiva tra il numero delle cellule con pigmenti e il
contenuto di gingerolo presente nelle piante.
Tra i gingeroli il più importante è il 6-gingerolo, il quale conferisce un odore
piccante alla spezia.
Gli shogaoli (lo zenzero in giapponese si chiama shoga) sono responsabili del
suo sapore aspro. Si formano durante il processo di essicamento della spezia
e sono apprezzati per le loro proprietà antinfiammatorie e antitumorali.
Lo zingerone si produce per degradazione dei gingeroli durante il processo di
conservazione della spezia. Più è prolungata la conservazione, maggiore sarà
il quantitativo di zingerone.
L’oleoresina, detta anche essenza di zenzero, è una sostanza vischiosa di
colore bruno che contiene il 20-40 % di olio essenziale.
Figura 4 - Formula di struttura del Gingerolo, Shogaolo e Zingerone
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I maggiori costituenti dell’olio essenziale di zenzero, ottenuti tramite
distillazione in corrente di vapore dai rizomi, sono i sesquiterpeni.
Ricerche condotte sull’olio essenziale dello zenzero verde delle Fiji hanno
dimostrato che possiede un alto contenuto di monoterpeni aldeidici (nerale
e geraniale). Il quantitativo di questi componenti decresce con l’aumentare
del contenuto in sesquiterpeni nei rizomi essiccati.
Figura 5 – a) Geraniale; b) Nerale
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7. PROPRIETA’ NUTRACEUTICHE
In relazione ai composti contenuti nel rizoma, sono da evidenziarsi qualità
antiossidanti dello zenzero, oltre che proprietà antitumorali. Possiede inoltre
un effetto termogenico, ossia produce calore facendo bruciare calorie. Lo
zenzero contiene pochissime calorie, 29 kcal in quello fresco e 6 kcal in
quello in polvere.
Lo zenzero possiede una forte attività antiossidante, in modo specifico sui
lipidi, facilitando la conservazione degli alimenti. Per applicazioni esterne, lo
zenzero ha una leggera azione revulsiva, che viene sfruttata per cataplasmi
contro i reumatismi e nelle odontalgie
.
Studi recenti ne hanno confermato le proprietà carminative.
E’ in grado di agire efficacemente sull'apparato digerente, in casi di
inappetenza, digestione lenta e gonfiore intestinale. Si è dimostrato efficace
anche contro la chinetosi, la nausea gestazionale e quella derivante da
chemioterapia antitumorale.
Possiede inoltre proprietà antispasmodiche ed emetiche.
7.1 PROPRIETA’ DIGESTIVE
La medicina indiana utilizza da secoli lo zenzero in quanto agisce sul sistema
gastrointestinale aumentando la mobilità gastrica. All’origine della
stimolazione del processo digestivo vi sono le oleoresine e l’olio essenziale
contenuti nel rizoma.
Queste sostanze permettono all’organismo di accrescere la secrezione di
succhi gastrici, stimolare la produzione di bile e favorire la peristalsi.
L’esperienza dimostra che, per essere efficace, lo zenzero va consumato per
un lungo periodo, in modo da incrementare le attività enzimatiche (lipasi,
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maltasi e tripsina). Tale aumento è stato comprovato negli esperimenti sugli
animali, i quali hanno evidenziato il fatto che lo zenzero permette di
accrescere la secrezione degli acidi biliari, elementi importanti per la
digestione dei corpi grassi.
Il consumo di zenzero viene pertanto consigliato in caso d’inappetenza o
dispepsia.
Lo zenzero stimola simultaneamente il lavoro del fegato, che produce più
bile, e quello degli altri organi coinvolti nel processo digestivo, i quali
secernono altri enzimi.
Inoltre, lo zenzero sembra esercitare un’efficace protezione sulle mucose
dello stomaco, permettendo così di ridurre i problemi di acidità gastrica.
Varie sostanze, tra le quali il 6-gingerolo, il 6-shogaolo e lo zingiberene, sono
in grado di proteggere le pareti dello stomaco dall’ulcerazione causata dalla
soluzione di acido cloridrico, etanolo e altre componenti.
7.2 PROPRIETA’ ANTINFIAMMATORIE
Lo zenzero possiede un’elevata capacità antinfiammatoria dovuta
principalmente alla presenza di Kaempferolo, un antiossidante capace di
inibire COX-2, enzima inducibile presente solo durante i processi
infiammatori. Trasforma l’acido arachidonico in prostaglandina
endoperossido H2.
Lo Zingiber officinale è altresì utile per bloccare la lipossigenasi, un altro
enzima che è parte integrante della produzione di composti infiammatori nel
corpo.
Negli anni Settanta, i ricercatori hanno scoperto che lo zenzero poteva inibire
la biosintesi delle prostaglandine. Ciò permette di affermare che esso
possiede le stesse proprietà farmacologiche degli antinfiammatori non
steroidei. Oggi sappiamo che varie molecole, quali i gingeroli e gli shogaoli
entrano in gioco nel processo antinfiammatorio dello zenzero.
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Nel 2005 uno studio condotto a Taiwan sugli animali ha analizzato e
dimostrato gli effetti analgesici e antinfiammatori del 6-gingerolo, la
sostanza che conferisce allo zenzero il sapore piccante.
Un recentissimo studio in vitro, svolto in India nel 2010 da Dugasani
(Dipartimento di Farmacognosia e Fitochimica, College of Pharmaceutical
Sciences, Andhra University) ha dimostrato l’importante ruolo del 6-shogaolo
nel processo antinfiammatorio. I ricercatori hanno inoltre provato che la
lunghezza della catena di carbonio svolge un ruolo rilevante e che il 10-
gingerolo avrebbe maggiori proprietà rispetto a tutti gli altri gingeroli.
Essendo già stati provati gli effetti antinfiammatori sugli animali, di recente è
stato svolto uno studio sull’uomo.
Nel 2010 il Dipartimento di Chinesiologia della Georgia College and State
University in Georgia (Stati Uniti), ha testato gli effetti dello zenzero (crudo e
termicamente trattato) sui dolori muscolari. Sono stati formati due gruppi di
volontari. Il primo ha consumato 2 g di zenzero, mentre il secondo 2 g di
placebo.
L’esperimento è durato una decina di giorni, nei quali i partecipanti hanno
svolto una serie di esercizi fisici. I risultati hanno dimostrato che lo zenzero
permetteva di ridurre il dolore muscolare derivante dalla formazione di acido
lattico (Black et al., 2010).
7.3 PROPRIETA’ ANTIREUMATICHE
Lo zenzero è efficace contro i reumatismi di natura infiammatoria. Grazie a
questa proprietà, lo zenzero rientra nella composizione di numerose creme
antireumatiche
7.4 PROPRIETA’ ANTIARTRITICHE E ANTIARTROSICHE
In Cina lo zenzero è utilizzato da millenni esternamente per alleviare i
problemi legati all’artrite e all’artrosi.
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Uno studio svolto in Nuova Zelanda nel 2010 ha evidenziato l’utilità dello
zenzero per alleviare i dolori di chi soffre di artrosi, poiché possiede sostanze
in grado di ostacolare l’azione delle prostaglandine (Therkleson, 2010).
7.5 PROPRIETA’ ANTIEMETICHE
Lo zenzero è noto da molto tempo per la capacità di trattare i numerosi tipi
di nausea. In Francia è stata concessa una delle prime autorizzazioni all’uso
dello zenzero terapeutico. Con tale indicazione lo zenzero si dimostra infatti
efficace tanto quanto i farmaci.
Si sa inoltre che il rizoma viene impiegato durante la gravidanza
accompagnata da nausea. Alcuni scienziati iraniani che si sono dedicati
all’argomento sono riusciti a verificare l’efficacia dello zenzero su tale
patologia.
Uno studio americano del 2007 ha inteso esaminare l’efficacia dello zenzero
associato a proteine per il trattamento dell’emesi ritardata, provocata dalla
chemioterapia. Un gran numero di pazienti si lamenta infatti di soffrire di
nausea che sopraggiunge nelle ventiquattro ore seguenti la
somministrazione della chemioterapia, ridotta con la somministrazione di
zenzero (Levine et al., 2007).
7.6 PROPRIETA’ TONICHE
La pianta esercita una potente azione tonica sull’organismo umano,
aiutandolo a combattere lo stress e la stanchezza. Rientra spesso nella
composizione di integratori alimentari di origine naturale in grado di
ripristinare l’energia.
Lo si trova per esempio associato a guaranà, ginseng o vitamina C.
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7.7 PROPRIETA’ ANTICOLESTEROLO
In fitoterapia numerose molecole sono in grado di ridurre il livello di
colesterolo e di trigliceridi nel sangue.
Uno studio egiziano del 2010 ha analizzato gli effetti dello zenzero su topi
con eccesso di colesterolo. Durante l’esperimento, alcuni topi sono stati
trattati per via orale con un’infusione acquosa di zenzero. Dopo quattro
settimane, le analisi hanno rivelato una significativa diminuzione di tutti i
parametri del profilo lipidico (colesterolo totale e trigliceridi) nei topi trattati.
L’obiettivo dello studio ha dimostrato che lo zenzero può ridurre in modo
significativo i livelli di colesterolo sierico e l'assorbimento del colesterolo da
parte del fegato, stimolando la conversione del colesterolo in acidi biliari
(Elrokh et al., 2010).
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7.8 PROPRIETA’ ANTIOSSIDANTI
Lo zenzero contiene un gran numero di componenti attive, in particolare
antiossidanti (circa una quarantina). Questo significa che è in grado di
contrastare l’azione dei radicali liberi, principali responsabili
dell’invecchiamento cellulare.
Gli studi hanno dimostrato che alcuni di questi fattori risultano attivi persino
se sottoposti al calore. Lo zenzero può così conservare le sue virtù anche
cotto.
7.8.1 POTERE ANTIOSSIDANTE DELLO ZINGIBER OFFICINALE
ROSCOE E ALPINIA ALLUGHAS ROSCOE
Figura 6 - Alpinia allughas roscoe
Alpinia è un genere appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae con
proprietà paragonabili a quelle dello zenzero. E’ originaria dell'Asia, Australia
e dalle Isole del Pacifico, dove vi è un clima tropicale e subtropicale. Diverse
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specie di questo genere sono coltivate come piante ornamentali, noti
generalmente come zenzero gigli.
Sono stati condotti test colorimetrici su estratti di Zingiber officinale roscoe e
Alpinia allughas, con l’ausilio di diversi tipi di solventi, tendenti a verificare la
loro importanza a livello officinale.
Sono state stimate le quantità in:
- fenoli totali (acido gallico/g sostanza secca)
- flavonoidi totali (equivalenti di catechina/g di sostanza secca)
COMPONENTI
ANTIOSSIDANTI
SPECIE
METANOLO
ETANOLO
ACETONE
n-
ESANO
Fenoli
totali
Z.
officinale
14.0
11.2
10.0
13.5
A.
allughas
12.9
10.3
5.46
11.0
Flavonoidi
totali
Z.
officinale
8.34
5.3
5.95
7.81
A.
allughas
8.20
1.92
1.50
9.92
Tabella.1 Componenti antiossidanti in Z. officinale e A. allughas nei seguenti solventi
SPECIE
METANOLO
ETANOLO
ACETONE
n- ESANO
Z. officinale
68.3
27.2
26.8
49.2
A. allughas
58.5
14.3
20.2
36.5
Tabella.2 Calcolo dell’attività antiossidante (% di inibizione) in Z. officinale e A. allughas
nei diversi solventi
Dai risultati ottenuti possiamo affermare che l’ attività antiossidante di
Zingiber officinale e Alpinia allughas varia a seconda del solvente utilizzato
per l’estrazione.
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I risultati indicano che le spezie sono buone fonti di sostanze fitochimiche,
che potrebbero essere sfruttate con grandi potenzialità per la produzione di
farmaci e/o integratori alimentari (Sattar et al., 2013).
7.9 PROPRIETA’ ANTITUMORALI
I composti nutrizionali utilizzati nel corso degli anni per la prevenzione e/o il
trattamento del cancro sono molteplici.
Sono presenti numerosi studi i quali suggeriscono che il rischio di cancro
diminuisce consumando quantità elevate di frutta e verdura. In particolare
cavoli, broccoli, aglio, cipolla, agrumi, soia, pomodori, frutti di bosco, tè
verde, curcuma e zenzero.
I ricercatori hanno studiato in particolare una delle molecole dello zenzero, il
6-gingerolo.
Pare che questa sostanza sia in grado di prevenire e apportare beneficio in
vari tipi di tumore, più precisamente della prostata, del colon, dello stomaco
e delle ovaie.
Eserciterebbe inoltre un’azione contro la formazione di metastasi in caso di
tumore al seno.
EFFETTO ANTIMETASTATICO DEL 6-SHOGAOLO E DEL 10-
GINGEROLO IN PAZIENTI COLPITI DA CARCINOMA EPATICO
Uno studio del Dipartimento di Scienze Alimentari e Biotecnologia di Taiwan
ha analizzato il contenuto di 6-shogaolo e di 10-gingerolo presenti nello
zenzero, osservandone l’effetto sul carcinoma epatocellulare, la forma più
diffusa di tumore al fegato, attraverso la regolazione di MMP-9 e TIMP-1.
(Chia- Jui Weng et al., 2010 ).
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INIBIZIONE DELLA PROLIFERAZIONE DEL TUMORE DELLA
MAMMELLA E DEL COLON, ATTRAVERSO L’ATTIVAZIONE DEL
RECETTORE PEROSSISOMIALE (PPAR)
Il 6-Shogaolo ha dimostrato di possedere proprietà antitumorali che
includono l'inibizione della crescita di cellule tumorali e di metastasi,
l’induzione di apoptosi e la differenziazione delle cellule malate.
Il bersaglio molecolare diretto del 6-shogaolo è ancora ignoto.
Dopo una serie di esami in vitro, i risultati suggeriscono che gli effetti
antitumorali del 6-shogaolo sono mediati dall’attivazione di PPAR (recettore
perossisomiale) (Boon Shing, et al., 2013).
POTERE TERAPEUTICO CONTRO IL CARCINOMA OVARICO
Il Comprehensive Cancer Center dell''Università del Michigan, nel 2006, ha
comunicato che Zingiber officinale induce apoptosi nelle cellule cancerose
dell'ovaio, prevenendo la resistenza ai trattamenti terapeutici standard.
Nello studio in questione la polvere di zenzero, disciolta in soluzione salina,
veniva somministrata a colture di cellule ovariche cancerose, determinando
la morte per apoptosi delle stesse.
POTERE PREVENTIVO E TERAPEUTICO NEL CARCINOMA DEL
COLON- RETTO
Gli studi, condotti presso l’Hormel Institute dell’Università del Minnesota, si
sono concentrati su due gruppi di topi geneticamente modificati: al primo, il
cui sistema immunitario era stato precedentemente inibito, è stato
somministrato un composto a base di zenzero sette giorni prima che fossero
iniettate cellule tumorali intestinali.
Nel secondo gruppo di cavie non veniva fatto ingerire lo zenzero. Dopo 49
giorni, i topi cui non era stato somministrato il composto a base di zenzero
sono morti, mentre 12 su trenta di quelli che avevano ricevuto la soluzione,
erano ancora in vita e il tumore era notevolmente diminuito.
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Ann Bode, che ha guidato la ricerca, ha dichiarato che "alle piante della
famiglia dello zenzero sono attribuiti poteri preventivi e terapeutici, oltre a
un'attività anti-cancro"(Bode, 2003).
Nel 2011 è stato condotto uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica
“Cancer Prevention Research”, che ha dimostrato l’efficacia dello zenzero
nella prevenzione dei tumori.
In questo studio 30 persone sane sono state invitate a prendere, per 4
settimane, 2 grammi al giorno di radice in polvere, mentre un gruppo di
controllo assumeva un placebo.
Prima e dopo la cura i ricercatori hanno prelevato un campione di tessuto del
colon dei partecipanti per analizzarlo, cercando le molecole che favoriscono
le infiammazioni.
I dati hanno dimostrato che, alla fine della sperimentazione, chi aveva
assunto polvere di zenzero aveva il tessuto intestinale meno infiammato
rispetto al primo prelievo e una presenza minore di sostanze predisponenti
all´irritazione. Di conseguenza, meno rischi di tumore.
LA CISTEINA CONIUGATA, METABOLITA DEL 6- SHOGAOLO,
INDUCE APOPTOSI NELLA MILZA
La cisteina coniugata, metabolita del 6- shogaolo, esercita la sua bioattività
come vettore di 6- shogaolo nelle cellule tumorali nella milza.
Questo ha dimostrato che il shogaolo-cisteina coniugato può causare la
morte delle cellule tumorali attraverso l'attivazione della via apoptotica
mitocondriale (Huadong et al., 2013).
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8. LA COLTIVAZIONE DELLE PIANTE OFFICINALI IN
ITALIA
Da dati FAO a livello mondiale si rileva, nel periodo 2000-2010, una crescita
complessiva sia delle superfici coltivate che delle produzioni ottenute.
Secondo queste rilevazioni, si contano in totale 2.938 aziende con una
superficie complessiva investita a “piante aromatiche, medicinali e da
condimento” di 7.191 ettari.
Nel periodo preso in esame, si osserva una riduzione del numero di aziende e
il contemporaneo incremento del numero degli ettari investiti.
Quest’evoluzione è espressione di una significativa espansione produttiva,
che si è caratterizzata per il forte ridimensionamento del numero delle
microaziende agricole e per il contemporaneo incremento delle superfici
delle aziende medio-grandi.
La coltivazione di piante officinali è diffusa in tutte le regioni italiane e quasi
ovunque le superfici risultano aumentate nel corso dell’ultimo decennio.
Per quanto riguarda il mercato all’ingrosso delle piante officinali, sia
prodotte in Italia sia di provenienza estera, è stato stimato un valore di 115
milioni di euro, con un volume di produzione da parte delle imprese italiane
di circa 25 mila tonnellate all’anno.
Per i prodotti di provenienza estera, coltivabili in Italia con opportuni
accorgimenti (zenzero), esistono gli spazi per aumentare la produzione
nazionale e sopperire al fabbisogno esistente, riducendo la quota relativa al
prodotto importato.
La coltivazione delle piante officinali richiede un elevato impiego di
personale qualificato, soprattutto in mancanza di una meccanizzazione
specializzata e ne conseguono quindi più costi espliciti da parte delle
aziende.
Si potrebbe sopperire a questo con l’impiego di un’adeguata tecnologia e
con la realizzazione di opportune economie di scala, fatto che tuttavia
comporta investimenti molto elevati in macchinari.
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Dal momento che lo zenzero predilige un clima di tipo mediterraneo,
potrebbe essere vantaggiosa la coltivazione di questa pianta nel sud Italia.
Durante il periodo primaverile-estivo la pianta viene lasciata in pieno campo;
successivamente si procede con il trapianto in serra nel periodo invernale.
Dove il clima è meno rigido si può lasciare la pianta in campo proteggendola
con del tessuto-non-tessuto.
Occorre individuare tecniche a basso impatto ambientale, che possano
ottimizzare e rivalorizzare le produzioni agricole delle piante officinali.
La Coldiretti ha comunicato che il clima sempre più mite in Italia negl’ultimi
anni, ha modificato il microclima montano.
Alcune specie officinali, potrebbero trovare in montagna un habitat ideale,
contribuendo allo sviluppo dell’economia agricola attraverso produzioni di
nicchia, tipiche e di qualità ed al recupero di aree abbandonate e sub-
utilizzate.
Recenti indagini confermano una continua crescita del settore dei prodotti
nutraceutici e fitoterapici, riconducibili al desiderio da parte del
consumatore di utilizzare prodotti di origine naturale per la cura ed il
benessere del proprio corpo.
La risposta da parte delle aziende è stata l’ampliamento della gamma di
alimenti, integratori alimentari, farmaci, cosmetici e dispositivi medici a base
vegetale.
La coltivazione di Zingiber officinale nel nostro Paese porterebbe a vantaggi
economici ed aprirebbe la strada a studi più approfonditi su questa pianta,
dalle molteplici e dimostrate virtù nutraceutiche.
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