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Educazione linguistica interculturale: origini, modelli, sviluppi recenti

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Perché e come si parla di educazione interculturale nella didattica delle lingue? Il volume offre una risposta a questa domanda, presentando le nozioni di base e i principali modelli teorici dell’educazione linguistica interculturale, il settore della glottodidattica che si occupa delle finalità educative dell’apprendimento e dell’insegnamento delle lingue. Come è proprio degli ambiti di studio ‘giovani’, questa area di indagine ha attraversato e attraversa tuttora turbolenze di tipo teorico e metodologico. Il libro storicizza il vivace dibattito internazionale al riguardo e offre un’agile panoramica dei fattori e delle posizioni che lo animano. Il volume si articola in tre parti. La Parte I presenta le origini dell’educazione linguistica interculturale e ne discute le nozioni di base. La Parte II passa in rassegna alcuni modelli teorici che hanno descritto e cercato di spiegare come si realizzano apprendimento e insegnamento interculturali. Infine, nella parte finale (Parte III), il volume si concentra su uno dei possibili sviluppi dell’educazione linguistica interculturale, vale a dire sul ruolo della dimensione identitaria nell’apprendimento e nell’insegnamento delle lingue in prospettiva interculturale.
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... Il presente contributo propone alcune riflessioni in merito alla cosiddetta 'prospettiva interculturale alla didattica delle lingue moderne' o 'educazione linguistica interculturale'. Si tratta di un'area di studio glottodidattico che, grazie anche a numerosi contributi internazionali di carattere interdisciplinare, continua da anni a ridefinire le proprie coordinate epistemologiche, come dimostrano le varie rassegne critiche ad essa dedicate (ad esempio, Risager 2007;Caon 2013Caon , 2014Borghetti 2016). ...
... Infine, è importante fare sì che l'apprendimento scaturisca dall'esperienza stessa degli studenti e quindi favorire l'interazione in classe (Kearney 2016;Liddicoat, Scarino 2013). Le classi di lingua non dovrebbero essere viste come ambienti protetti in cui gli apprendenti si preparano allo scambio interculturale 'reale' (quello che presumibilmente avrebbe luogo fuori dalla classe) (Byram 1997(Byram , 2021, ma il luogo stesso di tali incontri; dopotutto, anche il gruppo più omogeneo di studenti offre una varietà di prospettive sugli argomenti e sulle attività didattiche su cui basare conversazioni di carattere interculturale (Borghetti 2016). ...
... In secondo luogo, nel quadro del paradigma non essenzialista, le pratiche linguistiche svolgono un ruolo di primo piano: la lingua non è solo uno dei tratti culturali distintivi del gruppo, né si limita a fungere da strumento di comunicazione per i suoi membri; costituisce invece soprattutto il mezzo con cui le persone negoziano e stabiliscono le norme culturali del gruppo stesso. Gli usi linguistici sono in altre parole ciò che crea la cultura (Borghetti 2016). ...
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The article offers some reflections on the so-called 'intercultural perspective to the teaching of modern languages' or 'intercultural linguistic education'. It focuses in particular on a relatively recent development of the discipline, linked to the attempt to adopt a non-essentialist definition of 'culture' in glottodidactics. Unlike the well-known culturalist paradigm, the non-essentialist one challenges the idea that it is appropriate to set up the development of intercultural competence by leveraging only the international dimension of diversity. Non-essentialist principles are currently on the margins of intercultural linguistic education; but they are an opportunity to question some of the assumptions on which much of the theoretical reflection and didactic practice dedicated to the intercultural aims of learning and teaching languages are based. Parole chiave Educazione linguistica interculturale; competenza interculturale; paradigma culturalista; approccio non essenzialista. 1. Introduzione Il presente contributo propone alcune riflessioni in merito alla cosiddetta 'prospettiva interculturale alla didattica delle lingue moderne' o 'educazione linguistica interculturale'. Si tratta di un'area di studio glottodidattico che, grazie anche a numerosi contributi internazionali di carattere interdisciplinare, continua da anni a ridefinire le proprie coordinate epistemologiche, come dimostrano le varie rassegne critiche ad essa dedicate (ad esempio, Risager 2007; Caon 2013, 2014; Borghetti 2016). Tra i vari cambiamenti di natura teorica che nel corso del tempo hanno caratterizzato questo variegato ambito di studio e intervento educativo, ci concentriamo in questa sede su uno sviluppo relativamente recente, legato al tentativo di adottare-anche in ambito glottodidattico-una definizione non essenzialista di 'cultura', secondo la quale la cultura è qualsiasi forma di raggruppamento umano, i cui membri condividono alcune caratteristiche, tra cui scopi, abitudini, tradizioni, norme, regole e lingua (Holliday 1999, 2011). Tra le altre cose, il paradigma non essenzialista si distingue da quello alternativo detto 'culturalista' o 'essenzialista', perché contesta l'idea che esista una relazione privilegiata tra area territoriale, una cultura e una lingua. Come vedremo meglio, in questo senso, l'approccio non essenzialista sembra minare le basi della ricerca e della prassi glottodidattiche, che-nonostante l'avvicendarsi di approcci anche molto diversi gli uni dagli altri-non hanno mai fondamentalmente messo in discussione il principio secondo cui insegnare una lingua aggiuntiva presuppone introdurre gli apprendenti alla corrispondente cultura (nazionale).
... In the non-essentialist perspective, the classroom context is the place of encountering the other. Indeed, taking into account that the diversity is measured by a plurality of characteristics (including linguistic, social, and gender), the most homogeneous group of students offers a variety of identity perspectives from which it is possible to create different didactic activities (Borghetti, 2016;Byram, 2020). Tareva and Pavlova (2020) believe that it is necessary to use the methodology of the intercultural approach, because it proclaims the equality of cultures, their full-fledged interaction in the students' consciousness, in their speech acts in foreign language as a tool of dialogue. ...
... In this regard, both (Kearney, 2016;Liddicoat & Scarino, 2013), emphasize that classroom interaction follows the idea of intercultural language education. Any activity proposed in the classroom has intercultural educational potential in itself (Borghetti, 2016). We need to consider how much the manuals can help teachers, and whether they predispose collective reflection cues that optimize the linguistic, social, religious, gender, etc. diversity of the class group. ...
... Fino a qualche tempo fa si riteneva che tale approccio fosse destinato unicamente a discenti bambini e che quello più consono a un pubblico adulto fosse di tipo formalistico-deduttivo, ad esempio il classico metodo grammaticale-traduttivo. Oggi questa affermazione è stata invalidata; infatti, se è vero che nell'esperienza formativa in generale l'elemento affettivo ha una forte influenza, ancor più ciò ha valore nei processi di apprendimento degli adulti in cui le passioni, le aspettative e i vissuti sono dimensioni totalizzanti e se non prese in considerazione possono ostacolare la riuscita del processo. All'inizio dagli anni Novanta si è assistito a una svolta culturale della glottodidattica che ha portato alla nascita del filone di studi, dagli sviluppi molto recenti, denominato «educazione linguistica interculturale» (Borghetti, 2016). Si tratta di un campo di ricerca che indaga i legami che intercorrono fra apprendimento linguistico e dimensione identitaria dei soggetti. ...
... Alcuni studi multidisciplinari (Norton e Toohey, 2011;Norton, 1995;Barkhuizen et al., 2012) dimostrano infatti l'importanza di considerare l'esistenza di intenti educativi interculturali oltre a quelli di carattere meramente strumentale. Borghetti (2016) interpreta questi cambiamenti come una nuova fase della glottodidattica definita «interculturale» e caratterizzata da una inedita apertura della disciplina al discorso sulle identità multiple. L'educazione linguistica interculturale vede come meta da perseguire tramite l'insegnamento di una lingua lo sviluppo della competenza comunicativa interculturale (CCI) ovvero quel fattore che consente di aprirsi alle differenze, di mediare tra membri di gruppi sociali diversi e di mettere in discussione le presupposizioni e ciò che viene dato per scontato nel proprio gruppo e ambiente culturale (Borghetti, 2018). ...
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L'articolo affronta il tema dello sviluppo dell'autonomia nell'educazione del migrante adulto, focalizzandosi in particolar modo sui processi di insegnamento dell'italiano come lingua seconda. L'obiettivo principale è quello di ricercare possibili strategie per orientare l'azione formativa verso la costruzione di un percorso politico-pedagogico trasformativo. Questo permette al migrante di acquisire competenze e capacità criti-che per superare l'emarginazione e avviare da protagonista il proprio processo di integrazione nella società d'accoglienza. In tale direzione, si è tentato di attivare connessioni tra ambiti disciplinari diversi, facendo dia-logare il lessico glottodidattico con le teorie pedagogiche di stampo critico e il problematicismo pedagogico, provando a tradurre in prassi le istanze prodotte da tale colloquio. Oggi occorre ripensare le metodologie di insegnamento di italiano L2, ponendo lo studente al centro del processo di apprendimento, favorendo lo svi-luppo di pensiero critico e di competenze relazionali per incentivare una reale autonomia e un arricchimento esistenziale reciproco. Parole chiave Italiano L2, Migranti adulti, Glottodidattica, Problematicismo pedagogico, Pedagogia critica. 1 L'articolo è frutto di comune elaborazione e condivisione di impostazioni e contenuto. In particolare, può essere così attribuito: Federica Cini ha elaborato il secondo e il terzo paragrafo; Marta Salinaro ha elaborato il primo e il quarto paragrafo. 2 Ricercatrice TD-a in Pedagogia generale e sociale, Università di Bologna. Affiliata al CeMIS (Centre for Migration and Intercultural Studies), University of Antwerp, Belgium. 3 Laureata in Progettazione e gestione dell'intervento educativo nel disagio sociale all'Università di Bologna e insegnante qualificata di italiano L2 per adulti stranieri.
... Uno strumento per l'osservazione e la memorizzazione scritta può essere affidabile solo se nasce da un modello teorico di comunicazione interculturale; ce ne sono moltissimi nella letteratura internazionale (dai modelli classici di Bennet o di Gudykunst o della Deardorff, di cui ricordiamo la sintesi ampia del 2009, ai modelli più recenti di Balboni, 2007;Dervin, 2010;Bracci et al., 2015;Castiglioni, 2015;Borghetti, 2016), ma soprattutto le ricerche americane sono quasi tutte finalizzate alla misurazione e valutazione del livello di competenza interculturale e di atteggiamento interculturale in aziende e università. A noi interessa un modello che metta in evidenza con chiarezza le componenti, gli elementi costitutivi della competenza comunicativa interculturale, e in questi anni l'abbiamo proposto e descritto in molte sedi cui rimandiamo per approfondimenti (testi scritti sono Balboni & Caon, 2014;2015 La scheda (in open access in Balboni 2024; il link è nella bibliografia) offre informazione sui punti critici della comunicazione interculturale a tutti gli insegnanti e gli studenti di italiano in Serbia 2 , a tutti i serbi appassionati di cose italiane e agli italiani che conoscono la Serbia, e i serbi e italiani che comunicano spesso per ragioni di lavoro. ...
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Il tema verrà affrontato in un percorso articolato in tre passi:1. La natura della “cultura”, intesa come modo di vivere quotidiano, quella che si trova nelle pagine apposite dei manuali e che si può ricavare dai mezzi di comunicazione di massa: la grammatica culturale è fondamentale per poter comunicare, ma non è l’elemento motivante per attrarre e poi conservare studenti di italiano;2. La natura della “civiltà”, intesa come insieme di valori culturali, identitari, come modo di pensare e di concepire il proprio essere italiani rispetto a tutti gli altri popoli: è quanto può attrarre gli studenti a scoprire che studiare l’italiano significa andare oltre la differenza tra passato prossimo e remoto o conoscere le 20 regioni;3. L’individuazione dei punti critici nella comunicazione interculturale tra serbi e italiani: verrà indicato un modello di osservazione, perché è una “grammatica” in progress, le due società cambiano giorno dopo giorno; ciascuno deve crearsi la propria grammatica interculturale, sulla base delle sue esperienze dirette, di quel che guarda o legge. Questa attività che compara l’identità e gli strumenti comunicativi dello studente serbo con quelli italiani è la più potente fonte di motivazione a restare in contatto con l’Italia.
... Quello che l'insegnante può fare è fornire un metodo di osservazione culturale che metta gli studenti in condizione di operare un decentramento dal loro esclusivo modo di vedere le cose per rendersi conto che ci sono norme diverse da quelle a cui si è abituati, ugualmente valide e da rispettare (Byram, 2008). La competenza interculturale va quindi coltivata negli studenti, offrendo loro occasioni di osservazione, confronto, discussione e approfondimento per renderli consapevoli dell'esistenza di differenze fra le culture e della necessità di rispettare la diversità interculturale (Borghetti, 2016;Pavan, 2020). In più, centrale nello sviluppo della sensibilità interculturale è l'individuazione degli stereotipi con cui viene raffigurata una determinata cultura, a cui fin troppo spesso i MP e MPT danno risonanza. ...
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Lo studio indaga l’Italiano Lingua Ereditaria (ILE) focalizzandosi su un aspetto che è stato finora poco approfondito dalle sempre più numerose ricerche sul tema: le strategie didattiche più adatte ai parlanti ereditari, per i quali l’italiano fa parte del patrimonio linguistico personale e familiare e ha uno status peculiare rispetto alle altre lingue. Il contributo illustra le potenzialità edulinguistiche dei messaggi pubblicitari che promuovono il territorio italiano nell’insegnamento dell’ILE e sottolinea come questi testi possano coinvolgere in maniera profonda gli studenti che hanno origini italiane e sono legati a specifiche aree dell’Italia per rapporti familiari, conoscenze culturali, esperienze personali e aspetti identitari. In tale prospettiva, si discutono i vantaggi edulinguistici dei messaggi pubblicitari, con particolare riferimento alla promozione turistica, commerciale, relativa alle produzioni locali, e istituzionale del territorio. Si esemplificano, inoltre, pubblicità di diverse aree italiane, come input motivante ed efficace per lo sviluppo tanto di conoscenze culturali e sensibilità interculturale quanto di competenze sociopragmatiche, lessicali e grammaticali. Promotion of the territory and identity aspects in the teaching of Italian as a hereditary language The study investigates Italian Heritage Language (IHL) by focusing on an aspect that has so far been little addressed by the increasing research on the topic: which are the most suitable language teaching strategies for heritage speakers, for which Italian is part of personal and familiar linguistic inheritance and displays a peculiar status with respect to the other languages. The paper points out the edulinguistic potential of commercials promoting the Italian territory in the teaching of ILE, emphasizing how these texts can deeply engage learners who have Italian origins and are linked to specific areas of Italy by family relationships, cultural knowledge, personal experiences, and identity features. In this perspective, the edulinguistic advantages of advertisements are discussed, with specific reference to the touristic, commercial, related to local products, and institutional promotion of the territory. Furthermore, ads of different Italian areas are exemplified as engaging and effective input for the development of cultural knowledge and intercultural sensitivity, as well as sociopragmatic, lexical and grammatical competence.
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This book is devoted to the topic of teaching Russian as a foreign language (RFL) from an intercultural perspective with special attention to the university context and Italian-speaking students. It is underpinned by three main aims. The first is to provide the reader with a theoretical-operational framework on intercultural RFL teaching, giving him/her the methodological tools to study this area and/or to apply it to his/her own teaching. The second is to promote a critical awareness among readers of the dominant ideologies and discourses underlying both academic research on the subject and the teaching materials themselves, so as to enable them to take note of the problems of RFL intercultural teaching (compared to the issues of foreign language education of other languages) and attempt to overcome them, with a view to enhancing teacher learning/development. The third—more general—aim seeks to help the reader look at the RFL area as if through a lens that shows different angles and shades, thus leading to greater understanding of the complexity of teaching and learning processes as a whole. The study discloses the ideological nature of RFL intercultural teaching by investigating its national and cultural essentialist discourses and advocates a pluricentric and complex image of the Russian-speaking cultural space which is rather new for the field, where static, mythologized, and uncritical ideas and representations of identity and culture (e.g., “Russian soul”) still prevail to this day.
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As an emerging technology, Augmented Reality (AR) demonstrated several advantages in education. However, the implementation of AR for plurilingual and intercultural education is still at an early stage and more studies are needed. Therefore, the research presented here aims to evaluate the impact of the implementation of AR on the development of adolescent students’ plurilingual and intercultural competence, as well as on their motivation. To achieve the aims described, several educational activities centered on authentic stories of migrants were developed through a Game-Based Learning approach and implemented. The stories were drawn from the DiMMi project, which collects autobiographical testimonies related to the themes of migration. Results showed how the integration of AR in plurilingual and intercultural education consists of an effective strategy to bring adolescent students closer to contemporary migration issues. Moreover, it enables the development of citizen and cultural awareness, as well as plurilingual and digital skills and competences. Furthermore, the study demonstrated the potential of AR to stimulate students’ interest in the topics covered by the activities implemented.
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La idea de proponer un recorrido didáctico sobre el tema de los estereotipos está directamente relacionada con el cambio de los conceptos de cultura y de competencia comunicativa en las aulas. A partir de los años’90, de hecho, la competencia comunicativa ha sido reemplazada por la competencia comunicativa intercultural (entre otros Beacco 2000; Byram y Gribkova y Starkey, 2001; Borghetti, 2016). Con un enfoque hacia la consciencia intercultural y la pedagogía crítica, se presenta esta experiencia didáctica (de cuatro unidades de dos horas) realizada en un instituto italiano de Bolonia en 2021 (4° ESO, nivel A2-B1 del QCER). A través del trabajo cooperativo y gracias a una metodología activa basada en el uso de medios audiovisuales reales, se ha conseguido reflexionar sobre los temas de los estereotipos y de los prejuicios abriendo un debate intercultural y desarrollando las cuatro competencias lingüísticas.
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This study examines that role of advertising in creating the exaggeration in youth in Distinct Gujranwala. The aims of study to analyze that advertising content is creating the exaggeration among youth by using different tactics and strategies which are used by advertisers. Researcher used Elaboration likelihood model as theoretical frame to support the study. Researcher used Survey method to collect the data about exaggerated advertising contents are changing the perception and behavior toward products. Sample size is taken 200 from Distinct Gujranwala; 100 from urban and 100 from rural area. The result shows that exaggerated advertisements have the significantly impact on the behavior of youth. Also respondents pay attention on celebrity style and the theme of advertisements. Meanwhile, mostly, exaggerated advertisements are affecting on youth perception and are a tool of manipulation as well as creating an un-realistic environment among youth. Result reflects that exaggerated advertisements are overstated than reality.
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The series is the expression of the Center for Research on Teaching of Languages, which in Edizioni Ca’ Foscari also has a magazine, Linguistics Education - Language Education, EL.LE, and a necklace, Intercultural Communication, COMINT, dedicated to this important but overlooked aspect of language mastery. In the series, the volumes of which are approved by three blind referees before publication, are three types of search space: a. studies on the epistemologic nature of the science that studies language education, in the wider meaning that includes Italian mother tongue, second and foreign, modern languages and classical ones; b. operational studies on methods, strategies, language teaching methodologies; c. quantitative and qualitative surveys on particular aspects of language teaching in the various training areas. The collection hosts studies of scholars working both at Ca’ Foscari University and in other institutions.
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