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Archeologia e Calcolatori
Supplemento 8, 2016, 263-270
TORRE DEI SICCONI:
PROGETTO DI RICOSTRUZIONE E VALORIZZAZIONE
DI UN ANTICO SITO CASTELLARE TRENTINO
1. I
Fino al 1915 sulla sommità di Monte Rive svettava la cosiddetta “Torre
dei Sicconi” (Fig. 1), ultimo baluardo del castrum di cui, nel 1201, venivano
infeudati Geremia, signore di Caldonazzo, e suo fratello Alberto. Numerosi
documenti citano il castello durante i secoli XIII e XIV: fra il 1342 e il 1408
esso è legato alla gura di Siccone II, di grande peso per le vicende dell’epoca.
Nel 1385, a causa di dissidi con Siccone, i Vicentini e i Veronesi sferrano un
potente attacco contro le sue forticazioni in Valsugana, fra cui il castello di
Monte Rive. In un documento del 1391 la famiglia di Caldonazzo-Castelnuovo
è investita «de dicto dosso cum Castro Caldonazii, palatio, turri et aliis suis
fortilitiis…»: sembrerebbe, dunque, che una buona parte delle strutture fossero
ancora in funzione, pertanto non troppo compromesse dall’attacco del 1385.
Nel 2005 l’amministrazione comunale di Caldonazzo diede avvio al
progetto denominato “Il Giardino della Torre dei Sicconi”: sostenuto da
nanziamenti europei, esso prevedeva la creazione di un giardino tematico
entro un percorso storico. Si sarebbe, così, recuperata l’identità del sito e ne
sarebbero state risvegliate le potenzialità sotto l’aspetto turistico: inevitabile,
a questo punto, l’esecuzione di indagini archeologiche preliminari, utili a veri-
care quanta parte dell’antico complesso castellare fosse ancora conservata 1.
Fra il 2006 e il 2008, dunque, la Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Provincia Autonoma di Trento scavò, in varie campagne, ventidue son-
daggi in diversi punti del dosso. Inizialmente essi vennero eseguiti afancando
le operazioni di movimento terra necessarie alla predisposizione del giardino
botanico; in un secondo momento si decise di esplorare, in brevi campagne
di scavo, due punti critici sulla sommità; altre veriche furono agganciate
ad interventi puntuali di messa a coltura o di realizzazione di infrastrutture.
La stratigraa letta in questi sondaggi mostrò chiaramente i resti dell’anti-
co castello (Fig. 2): innanzitutto vennero riportati alla luce la torre e alcuni trat-
ti murari lungo il versante S-O, che dovevano completare il sistema difensivo
alla base del dosso, dove è tuttora visibile un tratto del possente muro di cinta
(«…turri et aliis suis fortilitiis…»). In seguito vennero indagati, nella zona
1 I sondaggi sono stati eseguiti dalla ditta di Carlo Andrea Postinger, Rovereto (TN), che ha
curato anche la rielaborazione dei dati post scavo. In alcuni momenti è intervenuta la ditta Arc-Team
di Luca Bezzi e C. s.n.c., Cles (TN).
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N. Pisu, A. Bezzi, L. Bezzi, C. Moraes
Fig. 1 – Localizzazione del sito (a sinistra) con alcune fotograe storiche di inizio No-
vecento che ritraggono il rudere della torre prima del denitivo abbattimento del 1915
(in centro e a destra).
Fig. 2 – Foto zenitale del dosso di Monte Rive con evidenziate le principali strutture
del castello, ossia la cortina muraria difensiva (in alto a destra), la torre (in centro a
destra) e il palazzo (in basso a destra).
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Torre dei Sicconi: progetto di ricostruzione e valorizzazione
ad E della torre, i pochi resti di un edicio che poteva avere almeno due
piani («…palatio…»). Al “piano terra” si conservavano due stanze, la prima
caratterizzata da un battuto in malta e la seconda da un focolare realizzato
con pietra locale. Questo edicio doveva essere appoggiato ad una cortina
muraria interna, del tipo “a spina di pesce”, di cui rimane visibile un buon
tratto. In denitiva, le strutture documentate nei saggi risultano assai tipiche
dei complessi castellari trentini, compresi quelli valsuganotti. Anche le caratte-
ristiche topograche e geomorfologiche del sito incastellato rispecchiano uno
standard diffuso nella valle: sufcientemente elevato per permettere un buon
controllo della vallata sottostante ma non troppo, per non essere separato
eccessivamente dai centri abitati e dalla viabilità principale; i versanti erano
prevalentemente scoscesi con una probabile via d’accesso che giungeva da
O (P 1987).
I reperti rinvenuti in scavo parlano di un ambito cronologico compreso
fra il XIII e il XV secolo, coerenti, dunque, con le fonti documentarie. Le stesse
fonti illustrano le dinamiche economiche che caratterizzano questa porzione
del territorio trentino, “area di strada” e luogo ricco di risorse boschive e di
pascolo (R, V 2010). Non è, dunque, un caso che proprio in
tale contesto sorga il castrum di Monte Rive, pensato, con tutta probabilità,
proprio per governare, a vario titolo, il territorio.
Il progetto “Giardino dei Sicconi” è giunto al termine oramai da alcuni
anni: i gestori incaricati dal Comune di Caldonazzo si occupano delle nu-
merose piante e offrono ospitalità culinaria in un piccolo agriturismo. In un
angolo della zona bar la Soprintendenza ha messo a disposizione dei visitatori
una postazione informatica con un applicativo che aiuta a comprendere il
contesto archeologico. Nonostante le scarse risorse a disposizione del proget-
to, nanziato dalla Soprintendenza, il gruppo di lavoro guidato da Arc-Team
s.r.l. è riuscito a creare un sistema che permette l’approfondimento di alcune
tematiche attraverso link dinamici, il più signicativo dei quali relativo all’e-
laborazione tridimensionale dei resti del castello.
N.P.
2. I
Fondamentale punto di partenza per la ricostruzione virtuale del castello
di Torre Sicconi è stato il rilievo tridimensionale delle rovine così come appa-
iono oggi, riportate alla luce dopo le indagini archeologiche effettuate tra il
2006 e il 2008 e dopo il restauro del 2009. Vagliate le diverse tecniche di rilievo
che attualmente possono essere impiegate in un progetto professionale e che
prevedono l’uso di strumentazioni hardware (laserscan, camere fotograche
calibrate, etc.) o software (fotogrammetria, Computer Vision, etc.), la scelta è
ricaduta sui programmi di Computer Vision e nello specico nei software di
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N. Pisu, A. Bezzi, L. Bezzi, C. Moraes
Fig. 3 – Il rilievo tridimensionale della torre (in alto a sinistra), la suddivisione del castello in 12
zone di acquisizione (in alto a destra) e il modello nale con le 12 acquisizioni riunite comparate
con la fotograa aerea (in basso).
Fig. 4 – Il piano di volo della campagna di rilievo aereo (in alto a sinistra), il drone esacottero utilizzato
(in basso a sinistra), il modello digitale ottenuto con MicMac (in alto a destra) e la visualizzazione
del DEM nel visualizzatore 3D di GRASS GIS (in basso a destra).
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Torre dei Sicconi: progetto di ricostruzione e valorizzazione
Structure from Motion (SfM) e Multiple View Stereovision (MVS) (B et
al. 2010; M et al. 2012). Le ragioni della scelta sono state molteplici:
innanzitutto le già citate ristrettezze economiche del progetto hanno sicura-
mente inuenzato la valutazione e hanno portato a ricercare una tecnica low
cost sia in termini di attrezzatura (in Computer Vision si rendevano necessarie
solamente una macchina fotograca e un computer), sia in termini di licenze
informatiche (varie sono le soluzioni in ambiente FLOSS), sia in termini di
risorse umane (il complesso processo di calcolo è demandato al calcolatore
elettronico e l’apporto umano è ridotto esclusivamente alla fase nale di
geolocalizzazione delle nuvole di punto e di realizzazione delle superci
texturizzate). Al fattore economico si sono aggiunte valutazioni di carattere
logistico, quali la trasportabilità dell’attrezzatura su di un sito d’altura, e di
tipo puramente qualitativo del prodotto nale visto l’alto grado di utilità,
ai ni della realizzazione del modello virtuale, del riordino/posizionamento
spaziale dei set fotograci operato in automatico dal software SfM.
Una prima campagna di acquisizione dati è stata svolta nell’autunno
2011 e si è concentrata unicamente sulla documentazione degli alzati murari.
In quell’occasione il sito castellare è stato suddiviso in 12 zone su cui sono
state scattate quasi 900 immagini utilizzando la camera digitale Nikon D5000.
L’uso di Ground Control Point (GCP), ancorati al sistema internazionale
ETRS89/UTM zona 32N tramite RTK-GPS Trimble 5700, ha permesso in
fase di processamento dei dati di ancorare assieme le 12 acquisizioni (Fig. 3).
I dati raccolti sul campo sono stati elaborati utilizzando gli script di Python
Photogrammetry Toolbox (M et al. 2012) che semplicano il normale
workow di Computer Vision condotto dai sofware Bundler (SfM) e PMVS2
(MVS). Le nuvole di punti tridimensionali così prodotte, una volta ripulite in
CloudCompare, sono state trasformate in superci texturizzate all’interno di
MeshLab. L’ultimo passaggio di geolocalizzazione dei dati 3D è stato svolto
sia in GRASS GIS, per le sole nuvole di punti spostate nel sistema internazio-
nale ETRS89/UTM32N, che in MeshLab, per le superci riunite in un sistema
cartograco locale, nato dalla semplicazione dell’ETRS89/UTM32N).
Nel 2013, un nuovo nanziamento al progetto ha dato avvio ad una
seconda campagna di acquisizione, nalizzata questa volta al rilievo aereo del
dosso del castello. L’uso di due droni radiocomandati ha permesso di ottenere
ottime immagini aeree dell’area, soprattutto nella combinazione esacottero
equipaggiato con camera Sony NEX-7, rispetto al più maneggevole quadri-
cottero munito di camera GOPRO Hero 3, impegnato maggiormente per le
riprese video. Per il processamento dei dati (48 immagini zenitali) è stato scelto
il software MicMac attraverso il quale è stato possibile realizzare un dettaglia-
tissimo modello digitale del terreno (DEM) ed un’ortofoto ad alta denizione.
Anche in questo caso la geolocalizzazione sul sistema internazionale ETRS89/
UTM32N è stata ottenuta importando la nuvola di punti tridimensionali
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N. Pisu, A. Bezzi, L. Bezzi, C. Moraes
all’interno di GRASS GIS (http://arc-team-open-research.blogspot.it/2013/12/
from-drone-aerial-pictures-to-dem-and.html/ [29 Maggio 2015]) (Fig. 4).
A.B., L.B., C.M.
3. L
Il rilievo tridimensionale è stato quindi il naturale punto di partenza per la
ricostruzione virtuale del castello (Fig. 5). I dati sono stati importati all’interno
del software Blender con cui si è proceduto ad integrare le parti mancanti e a
estrudere le murature esistenti. L’uso di un software di graca vettoriale come
Inkscape ha semplicato alcune operazioni di allineamento delle piante e degli
spaccati architettonici ricostruttivi, prima di un loro utilizzo nell’ambiente di
sviluppo 3D. Una volta terminato l’impianto generale del castello sono state
vagliate le fonti archeologiche, storiche, artistiche dirette e indirette per cercare
di caratterizzare il castello sia negli aspetti esterni che interni. La torre è stata
ricostruita secondo i dettagli recuperabili dalle fotograe del primo Novecento che
hanno permesso, oltre a ricollocare correttamente la porta, la nestra e le pietre
angolari, anche di recuperare l’altezza originaria della costruzione. Diversamente
il palazzo, meno documentato da fonti iconograche dirette, è stato inuenzato,
almeno per quanto riguarda la parte servile (magazzino/canipa e cucina), dalle
miniature dei Tacuina sanitatis, diffusi in Italia settentrionale tra il 1350 il 1450.
I ritrovamenti archeologici, quali affreschi, travi carbonizzate, piani pavimentali
in malta e frammenti ceramici, sono serviti per la caratterizzazione degli ambienti
nobili ricordati nelle fonti storiche (la “grande camera” e la “stuba di Siccone”).
L’ultimo passaggio del progetto prevedeva la creazione di strumenti in-
formatici che permettessero di sfruttare, in termini turistici e di valorizzazione,
le elaborazioni prodotte nelle fasi precedenti. Il modello ricostruttivo è stato
quindi impiegato per realizzare un video divulgativo (https://www.youtube.com/
watch?v=_zeCFNdvRP0/ [29 Maggio 2015]) in cui si è fatto ampio uso della
tecnica del “camera tracking”. Tale tecnica, molto diffusa nel cinema e integrata
in Blender nel 2012 con l’uscita del cortometraggio Tears of Steel, permette di
coniugare il mondo reale (nel nostro caso il video del dosso ripreso dal drone
radiocomandato) con l’ambiente virtuale. Grazie all’alternanza tra i due mondi
il lmato offre al potenziale visitatore dell’area archeologica la possibilità di in-
terpretare le rovine del complesso castellare e di comprendere maggiormente la
sua evoluzione storica. Il video è stato caricato su di una stazione informatizzata
presente sul sito insieme ad altri materiali didattici (gallerie fotograche, ap-
profondimenti storici, spaccati ricostruttivi, etc.) collegati tra loro attraverso
il linguaggio javascript, scelto appositamente per la sua semplicità di utilizzo.
Sebbene il progetto “Giardino dei Sicconi” si possa considerare concluso
in tutte le sue fasi, il continuo progresso tecnico e lo sviluppo di tecnologie,
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Torre dei Sicconi: progetto di ricostruzione e valorizzazione
Fig. 5 – Ricostruzione dell’esterno del castello (in alto) e spaccato architettonico delle principali
componenti (in basso).
quali la realtà aumentata o la realtà immersiva, non escludono un possibile
rinanziamento destinato al miglioramento della fruibilità turistica dell’area
archeologica. Per tale motivo è stato realizzato, unitamente al modello virtuale
dettagliato, anche un modello semplicato, fondamentale per lo sviluppo di
applicativi mobili destinati a supporti hardware dalle prestazioni limitate.
A.B., L.B., C.M.
N P
Soprintendenza per i Beni Culturali,
Ufcio Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento
nicoletta.pisu@provincia.tn.it
A B, L B, C M
Arc-Team s.r.l. di Cles (TN)
alessandro.bezzi@arc-team.com
luca.bezzi@arc-team.com
cogitas3d@gmail.com
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N. Pisu, A. Bezzi, L. Bezzi, C. Moraes
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AB ST RACT
The old castle of “Torre Sicconi” was founded in 1201 by the Caldonazzo family on the
hill (Monte Rive, TN) which rises above the village. In 1385 the fortress was badly damaged
during the conict against enemy troops from Vicenza and Verona. The castle was partially
rebuilt in the same place, but during 16th century the political and social changes led to a
progressive abandonment of the site. The ruins were denitively destroyed in 1915 by the
Austro-Hungarian army. In 2005 the city council of Caldonazzo and the Archaeological Su-
perintendency of Trento started a project to restore the site of Torre Sicconi. The project was
divided into three phases: rst, the castle was investigated by archaeologists who discovered
many of the original buildings; then, the walls were consolidated and repaired and, in the
meantime, the entire hill was converted from a wood to a botanical garden; lastly, all the data
collected from the different research projects (historical, archaeological, architectural, survey,
remote sensing, etc.) were used to rebuild the castle in a Virtual Reality World.