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Lapini L., Caldana M. & Amori G., 2016. Evolution and trends of the populations of Canis aureus moreoticus in Italy

Authors:
  • Museo Friulano di Storia Naturale

Abstract

Bilingual English-Italian Poster about the evolution and trends of the populations of the European golden jackal in Italy
Luca Lapini *, Mauro Caldana ** & G iovanni Amori *** (Poster presentato al X Congr. Atit, Acquapendente, Viterbo, 20-23 aprile 2016 )
*Sezione Zoologica del Museo Friulano di Stor ia Naturale, via Marangoni 39-41, Udine, Italy. goldenja ckal.eu
**Associazione Naturalistica Cordenonese, Via Martiri della libertà 3 5, Cordenons, Pordenone, Italy.
***CNR - Institute of Ecosystem Study c/o Depart ment of Biology and Biotechnology "C.Darwin", La Sapi enza, Rome University, Rome, Italy.
Evolution and trends of the populations of Canis aureus moreoticus in Italy
Sure reproductive groups only (current estimates 3-9 Italian groups)
Winter range of a reproductive
group from the Province of
Pordenone
(December 2015- January 2016,
4-8 specimens)
2005
20052005
2005-
--
-2015
20152015
2015
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Canis aureus è Eurasiatico.
A Sud raggiunge Israelem a in Africa è vicariato dal lupo dorato africano (Canis anthus), col qualeè stat oa lungo confuso
(8). In Italia è presente il grande C. a. moreoticus I. Geoffroy Saint Hilaire, 1835, tipico del meridione europeo.
La specie è giunta in Italia nel 1984
(13; 11) grazie alla decimazione del lupo balcanico,culminata nella seconda metà del XX secolo (9). Dal allora ad oggi, tuttavia, la sua distribuzione non si è
ampliata in maniera considerevole, essendosi estesa ad Ovest solo fino all’Alto Adige. In Italia i gruppi riproduttivi di sciacallo dorato sono costituiti da 3-7
individui, ma una famiglia è per lo piùformata da 5 esemplari. Essi in genere controllano un home-range di 300 ettari, che si contrae con l’aumento delle risorse
antropogene (19) e si dilata nei mesi invernali.
Oggi è diffusa nel Triveneto con 3-9 diversi gruppi riproduttivi
(15-45 animali: 14; 11; 16; 17), ma la
distribuzione della specie in Italia è ancora irregolare , a forte rischio di estinzione locale (16).
La popolazione italiana é ancora dipendente da fenomeni di
espansione Est-Ovest di tipo Stepping-Stone/Long Distance Dispersal,
dovuti all’arrivo di animali ad elevata eterozigosi frutto dell’incrocio
fra gli sciacalli dalmati e quelli provenienti dalla Slavonia (5). Diversi nuclei familiari friulani(Carso goriziano, Carnia, Magredi di Pordenone) sono comunque
ormai divenuti autonome sorgenti perl’espansione della specie. In Alto Adige la specie raggiunge i 1700-1900 metri di quota (17), ma gran parte delle
segnalazioni in Italia è riferita a quote medio basse(11; 14).
I dati disponibili sono dovuti a road-mortality
, a episodi di recupero di soggetti in
condizioni di difficoltà, alimitate verifiche e campagne di jackal-howling condotte da specialisti, ad avvistamenti.Questi ultimi devono essere sempre
considerati dati da confermare, perché in Italiasono di regola riferiti a volpi affette da rogna sarcoptica, cani o lupi (12, 11). Anchei dati bio-acustici devono
essere trattati con prudenza, perché sciacalli isolati emettono ululati singoli di5-7 secondi simili a quelli di cane e lupo. Gli ululati corali di sciacallo dorato si
distinguono da questi solo per la caratteristica firmaa custicadel gruppo riproduttivo, costituita da una lunga sequenza finale di yip-howls emessi a bocca
aperta. Per queste ragioni
I dati sulla presenza della specie vengono oggi raccolti seguendo il protocollo di Hatlauf et al. (7), mirato
a limitare gli errori di rilevamento. L’identificazione bio-acustica dei diversi individui non è ancora utilizzabile per i censimenti (3).
Negli stomaci esaminati in Italia
dominano i resti provenienti da macellazione domestica (conigli, anatidi e pollame con larve di ditteri necrofagi) e
venatoria (cinghiale e capriolo con larve di ditteri necrofagi) e gli scarti zootecnici (mangime per polli, ecc.), maanch e qualche resto di arvicola e lepre bruna
(10) predate attivamente. La specie cattura di rado anche faine (17), caprioli (13) e ovini (1), ma l’uccisione di ungulati selvatici o domestici è eccezionale,
spesso soltanto ipotizzata (20;15).
Nonostante lo sciacallo sia in Italia dal 1984,
tuttavia, la sua distribuzione non si è ampliata in maniera
considerevole, essendosi estesa ad Ovest solo fino all’Alto Adige (17). La specie èdiffusa nel Triveneto con 3-9 diversi gruppi riproduttivi (15-45animali: 14;
11; 16; 17). Lo sciacallo europeoè i ncluso nelle liste della Direttiva Habitat 92/43 (All. V), nell’app. III della CITES ad è protetto dalla LN 157/92 (si veda
anche www.goldenjackal.eu). In Croazia, Serbia, Ungheria, Bulgaria e in molti altri paesi europei viene però considerato dannoso ed ès ottopostoa pesan ti
prelievi. In Slovenia è stato protetto dal 2004 al 2014, ma dal 2015 può essere sottoposto a prelievi programmati. La specie ha un certo impatto sugli animali di
bassa corte, su alcune colture, sugli agnelli e sulla selvaggina (4; 10). Questi problemi però sono sovrastimati, favoriti dall’approssimativa gestione dellafauna
selvatica, dall’eviscerazione in situ della cacciagione e da una disordinata zootecnia rurale(20). Lo sciacallo è soggetto a diverse malattie che possono essere
trasmesse all’uomo e ad altri mammiferi (10; 12). Tra di esse va ricordata la rabbia, a cui la specie non è particolarmente soggetta,i l cimurro, la metagonimiasi
(anche in Italia: 12) e altre parassitosi del tratto digerente e respiratorio.
L’ibridazione col cane è rara
(Croazia: 2) ma verificata anche dal punto di vista
genetico (6).
A complete analysys of the data at 10-years intervals reveal that its current
range is increasing, particularly in the last decade (2005-2015).
The overall data
indicates that the expansion waves of this jackal in Italy are influenced by the already known
expansion phases of the species in Europe, but in the last years the populations of north-eastern
Italy turned out to be an autonomous source of expansion,
thanks both (first) to some
long-lasting populations of the Karst of Gorizia and (second) to the formation of
new groups dwelling in the centre of Friuli Venezia Giulia Region (Pordenone
Province).
?
?
?
5-6 months-old cub
B.go Pedrobaz, Pulfero, UD,
16.9.2007, photo T. Fiorenza
?
Road killed vagrant male
Sistiana, TS, 25.2.2009, photo L.
Lapini/MFSN UD
25 gennaio 2016 riprese M. Caldana
(Ass. Nat. Cordenonese)
2-3 dicembre 2015 riprese M. Caldana
(Ass. Nat. Cordenonese)
... La raccolta di informazioni secondo i protocolli di Hatlauf et al. (2016) costituisce la base dei monitoraggi in tutti i paesi europei da poco colonizzati da Canis aureus. Nelle prime fasi della colonizzazione del nostro paese da parte del canide il confronto tra metodi opportunistici (Lapini, 2009(Lapini, -2010Lapini et al., 2016Lapini et al., , 2018 e metodi sistematici estensivi (Caboni, 2013) ha indicato che i primi restituivano la migliore rappresentazione della realtà distributiva, allora in una fase precoce di definizione nell'Italia nord-orientale. La presenza di gruppi riproduttivi territoriali della specie nel nostro paese viene quindi ancora ricercata con criteri opportunistici e confermata con le metodiche bio-acustiche proposte da Giannatos nel 2004 e perfezionate l'anno successivo (Giannatos et al., 2005), che hanno una particolare efficienza e risoluzione nel corso dell'estate (Hatlauf et al., 2016). ...
Article
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Riassunto Gli Autori fanno una breve panoramica delle conoscenze sullo sciacallo dorato in Italia, aggiornandola a fine settembre 2021. La specie è attual-mente diffusa in tutta l'Italia settentrionale, a Sud almeno fino alla Provincia di Ravenna. In questa vasta zona della Penisola Italiana si stima siano ormai presenti 196-250 esemplari suddivisi in almeno 37-47 gruppi riproduttivi territoriali. La sorveglianza sanitaria di questi animali sembra per ora indicare buone condizioni di salute delle popolazioni. In Italia la specie non solleva forte allarme sociale, nonostante locali sospetti di conflitto con la zootecnia e l'attività venatoria. In Italia la specie è integralmente protetta dalla LN 157/92 e per il momento gode di discreto apprezzamento popolare. In questo paese la specie è fortemente antropofila sia dal punto di vista ambientale, sia trofico. I suoi principali problemi di conservazio-ne in questo paese sono gli investimenti stradali e il bracconaggio, esercitato sia con le armi da fuoco, sia con pesticidi e la competizione intra-guild con il lupo. La sua espansione verso Sud potrebbe essere limitata proprio dall'equilibrio con quest'ultimo. Abstract An updated overview about Canis aureus in Italy The Authors make an updated overview about Canis aureus in Italy summarizing all the data available up to September 2021. At present the species is distributed in the whole northern Italy, to the South reaching at least the Province of Ravenna. In this wide area of Italian Peninsula it was possible to estimate the presence of about 196-250 specimens, subdivided in at least 37-47 reproductive territorial groups. The health surveillance of Italian jackals up to now seems to indicate a good sanitary condition of the populations from northeastern Italy. In Italy the species does not cause strong social alarm, despite suspected overestimated local conflicts with agriculture, livestock and game species. It is nominally protected by Italian National Law 157/192 and for the moment it enjoys some popular appreciation. In the whole country the species is highly anthropophilic both from environmental and trophic point of views. The main conservation problems of Canis aureus in Italy are road accidents and poaching, this last conducted with weapons, traps and poisons, and the intra-guild competition with grey wolves. Its further expansion to the South in Italy may be limited in the future by ecological balance with the latter. Premessa Il recente arrivo dello sciacallo dorato in Italia si inserisce nell'ampio quadro di conoscenze sulle penetrazioni fauni-stiche post-glaciali da oriente. La faina (Martes foina), per fare soltanto un esempio, è comparsa in Europa occidenta-le soltanto negli ultimi 6.000-8.000 anni (Stubbe, 1993), probabilmente grazie alla neolitizzazione delle popolazioni indo-europee di queste zone. Tuttavia, mentre il percorso di questo mustelide sinantropico di provenienza medio-orien-tale è stato ricostruito grazie allo studio di reperti sub-fossili, l'arrivo di Canis aureus si svolge sotto i nostri occhi e rappre-senta un caso di studio privilegiato per comprendere le varia-bili biotiche e abiotiche che ne condizionano l'espansione. Questa è la ragione del grande interesse che la specie sta susci-tando anche in Italia, con un aumento esponenziale dei dati disponibili, pubblicati e non. Scopo di queste righe è fornire una prima incompleta siste-matizzazione di questa vasta trama di conoscenze, ancora poco limate, in rapida evoluzione e per certi versi ancora con-traddittorie. Esse si devono alle ricerche del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, che segue l'espansione della spe-*Dedicato a Fabio Perco (1946-2019), alla cui poliedrica sensibilità naturalistica si devono i primi dati su Canis aureus in Italia.
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Compared with the rapid expansion across Europe, the golden jackal colonization of Italy is still limited and slow. No study focused on the habitat selection or landscape connectivity for this species was performed in Italy; thus, the potential distribution and dispersal patterns in the country remain unknown. Our objectives were to evaluate the suitability of the Friuli-Venezia Giulia region (north-eastern Italy) for the golden jackal, as well as to identify the ecological corridors connecting the areas currently occupied by the species. Corridors modelling allowed us both to hypothesize the dispersal dynamics occurring in the study region and to identify possible obstacles to future range expansion. We surveyed golden jackal presence in two study areas, covering an area of 500 km 2 , from March 2017 to February 2018. Using collected data, we modelled the species home-range scale habitat suitability based on an ensemble modelling approach. Subsequently, a habitat suitability prediction at a finer scale was used to estimate landscape resistance, starting from which, we modelled dispersal corridors among areas currently occupied by the species using a factorial least cost path and a cumulative resistant kernel approach. Our results indicated a moderate potential for large parts of the study region to support the occurrence of golden jackal family groups, whose presence seems to be mainly driven by the presence of wide areas covered by broadleaved forests and shrublands and by the absence of wide intensive agricultural areas. The predicted connectivity networks showed that three main permeable corridors are likely to connect golden jackal occurrence areas within the study region, while all the other corridors are characterized by a very low path density. Both the habitat selection and connectivity analyses showed a strong negative impact of the intensive cultivated plain on species stable presence and movement providing critical information for the conservation of the golden jackal in Italy.
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