Nonostante le perplessità riportate sull’idoneità delle attuali regole, ancora legate a principi consolidatisi in un contesto pre-tecnologico, i detentori dei diritti ed i fornitori di contenuti non sono pronti a rivedere, nel mondo virtuale, l’ordine che nel mondo reale è stato plasmato a loro immagine per lungo tempo.1 L’industria dei contenuti si è comportata come qualsiasi, operatore economico al quale è concesso un privilegio predisponendosi a mantenere ed estendere il proprio status attraverso tenaci ed incisive azioni di condizionamento nei confronti delle Corti e dei legislatori.2