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Bronze age zoomorphic, anthropomorphic and symbolic clay figurines. New finds from terramare settlements in Emilia -Northern Italy

Authors:
  • Soprintendenza Beni Archeologici dell'Emilia Romagna

Abstract and Figures

From late Middle and Recent Bronze Age (BM 3-BR 2: 14th - 12th centuries BC) terramare settlements, new finds of clay figurines provide evidence of the importance of symbolic representation in domestic and ritual sites in the Po plain and throughout contemporary villages of Emilia Romagna region. New finds draw attention to existence of a large variety of clay zoomorphic, anthropomorphic and schematic images as well as suggest a very understanding of context of use and chronology. In general, these figurines share a rough, almost intentional, artistic realization. Among animal images, horses differ for a greater care of representation and a male/female distinction. In contrast of what known traditionally, human male and female clay figurines are numerous. Along with a variety of female finds, some images show a schematic characterization; the main feature, throughout all late MBA period, is a sort of coat, covering all the figure and hiding its face. This particular, and other peculiar characteristics, suggest a symbolic and ritual value.
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7Preistoria Alpina, 46 (2012): 7-19 ISSN 0393-0157
© Museo delle Scienze, Trento 2012
Rappresentazioni mobiliari zoomorfe, antropomorfe e simboliche dell’età del Bronzo.
Nuovi ritrovamenti dalle terramare emiliane
Paola A.E. BIANCHI1* & Maria BERNABÒ BREA2*
1 Dottorato di Ricerca presso l’Università di Roma La Sapienza;
2 Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, Museo Archeologico Nazionale di Parma, Palazzo Pilotta,
43100 Parma, Italia
* E-mail dell’Autore per la corrispondenza: paebianchi@yahoo.it
RIASSUNTO - Rappresentazioni mobiliari zoomorfe, antropomorfe e simboliche dell’età del Bronzo. Nuovi ritrovamenti dalle terramare
emiliane - Recenti rinvenimenti in alcune terramare emiliane dell’età del bronzo media e recente (BM 3 - BR) di gurine ttili zoomorfe,
antropomorfe o rafguranti oggetti non identicabili, consentono l’individuazione di nuove tipologie formali e la valutazione di alcuni
contesti in cui le gurine ricorrono, confermando l’importanza simbolica della plastica miniaturistica in ambito padano. E’ caratteristica
comune la sommarietà della resa artistica, quasi ostentata, ma accompagnata spesso ad una efcace caratterizzazione del soggetto. Tra gli
animali assumono una peculiare connotazione i cavalli; le gure umane sono più numerose di quanto nora fosse noto, e tra queste alcune
sono costituite da immagini marcatamente sintetiche, di chiara valenza simbolica.
SUMMARY - Bronze age zoomorphic, anthropomorphic and symbolic clay gurines. New nds from terramare settlements in Emilia -
Northern Italy - From late Middle Bronze Age (BM 3-BR 2: 14th - 12th centuries BC) terramare settlements, new nds of clay gurines
provide evidence of the importance of symbolic representation in domestic and ritual sites in Po plain and throughout contemporary vil-
lages of Emilia Romagna region. New nds draw attention to existence of a large variety of clay zoomorphic, anthropomorphic and sche-
matic images as well as suggest a very understanding of context of use and chronology. In general, these gurines share a rough, almost
intentional, artistic realization. Among animal images, horses differ for a greater care of representation and a male/female distinction. In
contrast of what known traditionally, human male and female clay gurines are numerous. Along with a variety of female nds, some
images show a schematic characterization; the main feature, throughout all late MBA period, is a sort of coat, covering all the gure and
hiding its face. This particular, and other peculiar characteristics, suggest a symbolic and ritual value.
Parole chiave: Arte protostorica, età del Bronzo, Plastica antropomorfa, plastica zoomorfa, Terramare, Italia settentrionale
Key words: Prehistoric Art; Bronze Age; anthropomorphic clay gurines; zoomorphic clay gurines, Terramare; Northern Italy
INDICARE INDIRIZZO COMPLETO
DI VIA, CAP E CITTA
Nei siti terramaricoli, assai più che in altri contesti
italiani del Bronzo medio e recente (XIV - metà XII sec.
a.C.), è nota1 la presenza di gurine ttili miniaturistiche
1 Già Pigorini (1918) si era interessato alle gurine ttili miniatu-
ristiche. Si veda inoltre Säund 1939; Terramare: 720-721, 734-738, 740;
Bianchi 2004. A nord del Po sono noti esemplari a Castellaro del Vhò - CR
(Frontini 1997, Figg. 162-164: cavallo e possibile bovino), S. Caterina Tre-
dossi - CR (Pizzi 2006, Fig. 61-62), Castellaro di Gottolengo - BS (Barocelli
1971: 126, Fig. 29d), Monte Peladolo - BS (Bocchio 1972, tav. III. 1, un bovi-
no con costolatura sulla schiena), Fiavè Carera (Perini 1994, tav. 219. Tc.29-
30). Nella Penisola le attestazioni sono, non casualmente, soprattutto nell’area
adriatica, che ha stretti rapporti con le terramare (Peroni 1959: 165; Lollini
1979: 194, Figg. 5.5 e 8.15). Più rare sulla costa tirrenica (ad es. Luni: Fugaz-
zola Delpino 1973, tav. IX.B). Successivamente, come è noto, le gurine ttili
continuano ad essere presenti nel Bronzo Finale (ad es. Frattesina: Bellintani
1992, tav. 16.8-11, 14; Villamarzana: Salzani & Consonni 2005, tav. 10.13;
Scarceta di Manciano: Poggiani Keller 1999, Fig. 88.7-11 ), quando sono note
anche in contesti funerari (a Narde di Fratta Polesine, X sec. a.C., una gura
zoomorfa è nel corredo esterno alla T. 187: Salzani 1989, Fig. 14.2).
(Tab. I) rafguranti animali e, raramente, esseri umani, ri-
tenute una tipica espressione di culti ‘domestici‘. Recenti
ritrovamenti in vari siti dell’Emilia occidentale consentono
ora di approfondirne l’analisi di tali manufatti, sia ricono-
scendo nuove tipologie di gure, sia individuando signi-
cativi contesti cronologici e associativi2.
Ad eccezione di quelle messe in luce nella vasca
lignea di Noceto- PR, interpretata come un deposito voti-
vo (Bernabò Brea & Cremaschi cds), le gurine di recente
rinvenimento vengono da contesti abitativi, come i molti
esemplari da S. Rosa di Poviglio (Terramare: 734-737; Ber-
nabò Brea & Cremaschi 2004; Bianchi & Lincetto 2004;
Bianchi 2004), alcuni frammenti da Beneceto, Forno del
Gallo (inediti), alcuni reperti dall’Oratorio di Fraore (Mutti
2 Pur essendo frutto del lavoro comune, nel presente ar-
ticolo si devono a Paola Bianchi l’individuazione e la descrizione
dei tipi e dei contesti di rinvenimento, oltre alla documentazione
dei materiali, a Maria Bernabò Brea la parte sulla resa stilistica.
8 Bianchi & Bernabò Brea Nuovi ritrovamenti dalle terramare emiliane
& Tramontano 2007 e inedito) e le due gurine di Montale
(Cardarelli 2004), oltre a quelle note da tempo da Borgo
Panigale (Bermond Montanari 1987).
Tra le statuine provenienti da contesti databili, le più
antiche sono del BM avanzato (Montale, Noceto, Fraore e
Beneceto). Più numerose sono quelle appartenenti al BR;
rari esemplari sono in unità basali e cumuli del BR1 nel
Villaggio Grande di Poviglio, mentre la gran parte proviene
da contesti BR2 (US 4 e Unità Sommitali a Poviglio; unità
superiori a Beneceto; Borgo Panigale).
Complessivamente le gurine note si possono sud-
dividere in tre raggruppamenti: animali; oggetti ed altre
gure sintetiche; gure umane. Si tralasciano invece in
questa sede, anche per brevità di trattazione, i vasetti mi-
niaturistici, che coinvolgono problematiche in parte diverse
(Terramare: 720).
1. LE FIGURINE DI ANIMALI
Le gure di animali sono le più diffuse tra le raf-
gurazioni plastiche ttili del Bronzo medio-recente e tra
quelle terramaricole, essendo presenti in molti siti soprat-
tutto emiliani, con un numero di esemplari che varia da uno
ad alcune decine.
In area terramaricola sono rafgurate in modo na-
turalistico, di solito molto sommario, ma spesso efcace
nella resa dei tratti caratteristici dell’animale. Alcuni degli
esemplari di piccole dimensioni sono più sintetici, come
due dei cavallini di Poviglio dalle unità superiori, quasi bi-
dimensionali (Fig 1.11).
Tra le gure meglio rese si riconoscono diverse spe-
cie animali, grazie al risalto convenzionale dato ad aspetti
caratterizzanti:
-bovini. Sono ben rappresentati tra le gurine rin-
venute singole; sono contraddistinti da un corpo
piuttosto massiccio, in alcuni casi una costolatura
sul dorso (ad es. Fraore: Fig. 1.1; forse Castellazzo
di Fontanellato: Terramare, Fig. 443.4), zampe di
solito corte e testa grossa, spesso con protuberanze
che indicano le orecchie o le corna (ad es. Noce-
to; S. Polo e Campore: Terramare, Figg. 441.1-2, 4,
443.1). Uno, da Cornocchio, ha corna ben sviluppa-
te rivolte in avanti (Terramare, Fig. 443.2). A que-
sta specie aggiungono probabilmente gran parte dei
frammenti a corpo robusto rinvenuti in vari siti;
-suini. Anche questa specie è rappresentata solo da ri-
trovamenti singoli. Ad essa paiono riconducibili due
tipi diversi: uno con forme brevi e arrotondate nella
parte posteriore (forse già a Noceto, con un esem-
plare molto frammentario; Poviglio US sommitale
(Fig. 1.6), Colombare3, Quingento: Terramare, Fig.
443.3); l’altro tipo ha corpo più allungato, con una
cresta dorsale che richiama il cinghiale (almeno tre
esemplari da Poviglio US sommitale (Figg. 1.5,7);
S. Polo, S. Michele di Valestra, Gorzano, Villa Cas-
sarini, Capocolle). Sarebbe questo l’unico caso di
3 Un esemplare di notevoli dimensioni (6.5x7cm) conser-
vato presso il Museo Archeologico Nazionale L. Pigorini di Roma (inv.
49376), inedito.
animale selvatico rafgurato nella piccola plastica;
-cavalli. È numericamente l’animale più rappre-
sentato, grazie al rinvenimento di coppie e di
gruppi consistenti, il maggiore dei quali è costi-
tuto da 46 frammenti da Poviglio US sommitale4
(Figg. 1.9-13); altri esemplari sono noti da S. Polo
(Terramare, Fig. 441.3-4), Riccione (Bermond
Montanari et al. 1992, Figg. 17.11-12) e almeno
uno dalla “capanna degli ori” di Borgo Panigale
(Arias 1951-52, Tav. III.3: ‘cane’ per Bermond
Montanari 1987), associato ai due noti dischi
d’oro. L’animale è reso solitamente con corpo
rastremato, zampe spesso relativamente lunghe,
collo, testa e coda erette; nei migliori esemplari
(Poviglio, S. Polo, Riccione) sono accennate la
criniera e le orecchie appuntite (Fig. 1.13). Al-
cuni dei cavallini di Poviglio recano l’indicazio-
ne del sesso, maschile e forse anche femminile
(Figg. 1.10 e 9), elemento che non si riscontra su
nessun’altra specie animale;
-ovini. A questa specie potrebbero appartenere gu-
rine di forma tozza e arrotondata, spesso con muso
allungato (Fig. 1.3), e talvolta con corna ripiegate e
pronunciate (Fig. 1.2). Uno, da Poviglio (Figg. 1.4),
ha piccole applicazioni plastiche sul ventre (mam-
melle?).
- è dubbia, inne, la presenza di cani, che alcuni ri-
conoscono negli esemplari con corpo rastremato,
zampe corte e orecchie a punta come il già citato
esempio da Borgo Panigale e da Noceto (Fig. 1.8),
a nostro parere, interpretabili invece come cavalli5.
Potrebbero appartenere a cani alcune code diritte e
allungate dai livelli sommitali di Poviglio;
-animali non determinabili. Soprattutto a Poviglio si
trovano gurine non riconducibili ad alcuna specie
identicabile.
In linea di massima il modo di rappresentare i bovi-
ni e i suini trova confronti piuttosto stringenti in altre pro-
duzioni ttili dell’età del Bronzo6, ma persino in contesti
cronologici e territoriali assai lontani si riscontrano forti
analogie nello stile e nelle convenzioni gurative usate7. La
stessa lontananza, peraltro, impedisce di escludere che si
tratti di casuali ricorrenze.
Caratteri peculiari, invece, si osservano spesso nella
realizzazione dei cavalli, che nei migliori esemplari mo-
strano non solo più accurate rese formali, ma anche precisi
dettagli anatomici che connotano sessualmente gli anima-
li. Non è certo casuale che tali caratterizzazioni riguardino
l’animale del quale è ben nota l’importanza sociale e mi-
tologica e sul quale il mondo terramaricolo ssa in modo
4 In parte editi quelli della casa A (Terramare, Figg. 438.1,4,6-
7); per le case B-C, Bianchi 2004, tabb. 2,3, Figg. 14, 18.
5Per l’esemplare di Noceto cfr. Kristiansen & Larsson 2005: 197, Fig.
86.
6 Soprattutto le gurine ungheresi della cultura Bronzo antico
di Hatvan (Csányi & Tárnoki 1992, nn. 403-419; Kovács 1977, tavv.
12-15).
7 Ad es. in contesti Proto-Sesklo (Gimbutas 1982, Fig. 215) e
addirittura nelle più antiche gurine del PPN B nel Levante (Cauvin 1997,
Fig. 38).
9Preistoria Alpina, 46 (2012): 7-19
Tab. 1 - Figurine ttili miniaturistiche da siti dell’età del Bronzo dell’Emilia Romagna. Elenco delle provenienze.
Tab. 1 - Manca inglese
Sito Animali Schematici Antropomor Bibliograa Cron.
Basilicanova-Pr femminile simb.:1 Säund 1939, Tav. 40.25 BM-BR
Beneceto FdG-PR bovino?:3; n.d.:5 fallico:1 testa:1; gambe:2;
braccio:1 Inediti BM3-
BR2
Borgo Panigale-BO cavallo:1; ariete?:1 Arias 1951-52, Tav. III.3-4;
Bermond Montanari 1987 BR2
Campore Bargone-Pr bovino:1 Mutti 1993, Fig. 51.3; Terramare,
Fig. 443.1 BM-BR
Capocolle-FO suino, cinghiale:1 Veggiani 1975, Fig. 4.d BR
Casaroldo Samboseto-PR a stella dec.:1 Mutti 1993, Fig. 26.27; Terramare,
443.9 BM-BR
Castellazzo Fontanellato-PR bovino:1 Mutti 1993, Fig. 55.14; Terramare,
Fig. 443.4 BM-BR
Castetto-RE bovino?: 2 maschile nat-simb.:1 Patroncini 1973, Fig. 599-600, 601;
Terramare, Fig. 441.6 BR
Colombare Bersano-PC suino,maiale:1 Inedito presso MNPigorini BM-BR
Cornocchio-Pr bovino:1 Terramare, Fig. 443.2 BM-BR
Fraore Oratorio-PR bovino*:1
femminile nat.:1;
*femminile
simbolica:1;
Mutti & Tramontano 2007, Fig. 5.4;
*inedito BM2-3*
Gorzano-mO suino, cinghiale:1 und 1939, Tav. 3.13 BM-BR
La Pantera-PR n.d.:1 Bernabò Brea 2008, Fig.4.10 BM-BR
Montale-mO bovino:4*; suino?:1*;
n.d.:1*
**femminile
simb.:1;n.d.?:1
Säund 1939, tav. 40.13-18*;
Cardarelli 2004, Figg. 81.8-9.
BM2-
BR1
**BM3
Monte Venera-RE bovino?:2 Säund 1939: 57, Tav. 40.10-11. BM-BR
Noceto-Pr
cavallo?:1;
ovino?:1;bovino:1;
suino:cinghiale: 1; n.d.: 2
femminile simb.:1 Bernabò Brea & Cremaschi 2009,
g. 14.1.19-25. BM3
S.Rosa/Vill. Grande-RE
bovino:1; bovino?:1*;
ovino?:2; suino,
maiale:1cinghiale:3;
cavallo:48, cavallo?:3,
altro:1, n.d.:6
n.d.:1;
cilindrici:3;
fallici:2; sessuale
femminile:1;
a conchiglia
dec.:3; vello di
ariete?:1; mano
tesa:2
maschile nat.:1(testa);
nat.-simb.:1(testa);
femminile nat.-
simb.:3 (2 testa-
corpo;1gambe);
femminile nat.:1; simb.
femminili:4; braccia:5;
gambe:8
*Lasagna Patroncini 1977, Fig. 220;
Terramare, Figg. 438.1-7; 440.1-11;
Bianchi 2004, Figg. 14 e 18; inediti BR1-2
S. Rosa/Vill. Piccolo-RE n.d.:2 Bernabò Brea & Cremaschi 2004a,
Figg. 300.17-18
BM2-
BR2
Quingento S.Prospero-PR suino, maiale:1
Säund 1939: 19 n. 81, Tav. 40.12;
Mutti 1993, Fig. 108.5; Terramare,
Fig. 443.3
BM-BR
riCCiOne-FO cavallo:2 Bermond Montanari et al. 1992,
Figg. 17.11-12. BR2
Rovere Caorso-PC bovino?:1 Mutti 1993, Fig. 12.2 BM3-BR
S. Maria Castello-FO bovino:1; bovino?:2 Vigliardi 1968, tav. 15.1-2; Vigliardi
& Ghezzi 1976, Fig. 26.1 BR
S. Michele Valestra-re bovino:1; suino,
cinghiale:1 Terramare, Fig. 208.3 e 14 BM3-
BR2/BF
S. Polo d’Enza-re
cavallo:1; bovino:3;
bovino?: 2; suino,
cinghiale:1; suino?:1;
n.d.:6*
maschile nat.-simb.:1 Säund 1939: 62 nn. 23-28*, tav.
40.1-9; Terramare, Fig. 441.1-5,7
BM3-
BR2/BF
Solarolo -ra antropomorfo:1 Cattani et al., in questo vol. BR
Varsi-Pr cavallo?:1; ovino?:1 Ghiretti 2000: 76, Fig 10-11. BM-BR
Villa Cassarini-BO Suino (cinghiale:1); n.d.:5
Petazzoni Fig. 45.2; Ammirati &
Morico 1984, Fig. 14 1-2; Peroni
1959: 165
BR
10 Bianchi & Bernabò Brea Nuovi ritrovamenti dalle terramare emiliane
Fig. 1 - Fittili miniaturistici dalle terramare emiliane. Animali. Da Fraore Oratorio: 1. bovino; da Poviglio S. Rosa: 2-4. ovini?; 5,7. cin-
ghiali; 6. maiale; 9-13. cavalli; da Noceto: 8. Cavallo. Rappresentazioni sintetiche. Da Poviglio S. Rosa: 14. Vello di ariete; 15-16. Mani
tese, 17-19. Elementi ‘a conchiglia’; 20. Dischetto; 21. Trono/sedile?; 23. Elemento forato ttile; 24. Simbolo fallico?; da Beneceto: 22.
Simbolo fallico?
Fig. 1 - Clay miniatures from Terramare in Emilia - Italy. Animals. From Fraore - Oratorio: 1. Cattle; from Poviglio S. Rosa: 2-4. She-
eps?; 5,7. Wild boars; 6. Pig; 9-13: horses; from Noceto: 8. Horse; Synthesized representations. From Poviglio S. Rosa: 14. Ram eece;
15-16. Offering hands, 17-19. Shell-shape objects; 20. small disk-shape object; 21. Throne/seat?; 23. pierced clay object; 24. phallic clay
symbol?; from Beneceto: 22. phallic clay symbol?
11Preistoria Alpina, 46 (2012): 7-19
particolare l’attenzione8.
Dal punto di vista del contesto di rinvenimento del-
le gurine animali, la situazione più signicativa è quella
nota dalle case del BR 2 di Poviglio-US sommitali. In esse
i frammenti di cavallini, raggruppati in tre principali grup-
pi, presentano una netta caratterizzazione9. Con essi non si
riconoscono gurine di altri animali, ma vi sono parti di
carro (Area C: due ruote e parte di carro?) che rendono più
esplicito il riferimento al mito del carro solare, oltre ad un
cilindretto (sedile/trono?: Fig. 2.21) e due gambe dall’Area
C (Figg. 2.9) e a un frammento di antropomorfo dall’Area
B (braccio: Fig. 2.12)10.
Lo stato di forte frammentazione delle gurine di
cavallo di Poviglio, nessuna delle quali è intera, può essere
imputato all’incendio delle case, ma alcuni elementi indu-
cono invece a sospettare una distruzione intenzionale: 1)
le statuine non sono apparentemente combuste, anche se
rinvenute all’interno del crollo; 2) nessuna è intera, nem-
meno tra quelle di piccole dimensioni e forma compatta; 3)
alcune fratture tagliano trasversalmente la parte più robusta
della gura, che sembra talvolta suddivisa in frazioni deter-
minate; 4) poche ricomposizioni sono state possibili.
È quindi probabile che le offerte votive siano state
intenzionalmente frammentate, o nel quadro di un even-
to di distruzione violenta connesso alla ne della terra-
mara, oppure nel corso di attività rituali di condivisione,
del genere di quelle notate nei siti neolitici e dell’età del
Rame della Bulgaria (Chapman 2000: 55-57; Chapman &
Gaydarska 2007: 92), dove è comune trovare percentua-
li molto alte di frammentazione (tra 68% e 95% ) delle
numerose gurine antropo- e zoomorfe, ritenute intenzio-
nali. In alcuni casi, come nel sito dell’età del Rame di
Sedlare, l’impossibilità di ricomposizione per l’assenza di
frammenti è vista come voluta asportazione di questi ulti-
mi, che sarebbero stati portati altrove come testimonian-
za di relazioni interpersonali, attraverso la condivisione
di parti di oggetti socialmente signicativi (Chapman &
Gaydarska 2007: 92).
8 Ad es. alcuni notevoli reperti da Forno del Gallo a Beneceto pertinenti
a due diversi contesti del BR 2: una forma di fusione per gurine di ca-
vallo e un grande ugello le cui decorazioni plastiche richiamano lo stesso
animale. Nello stesso sito vi sono anse a bastoncello soprelevato in cui è
rafgurata la criniera (Bernabò Brea et al. cds); da Poviglio sono già noti
gli spilloni in corno di cervo del BR 1, nei quali alcuni ravvisano un esem-
pio dell’iconograa della barca solare, con doppia protome ornitomorfa
e disco solare (Terramare: 534 e 724, anche con proposte interpretative
diverse; Damiani 2004: 266). La doppia protome ornitomorfa si ritrova
in uno spillone dell’ultima fase del villaggio del BR 2 di Beneceto (XII
sec. a.C: Bernabò Brea et al. cds). L’oggetto richiama l’iconograa della
Doppelvogelbarke nota nelle fasi più recenti dell’età del Bronzo. Ha il suo
confronto più vicino nell’‘ornamento’ dalla Maraschina (de Marinis 1999:
530, Fig. 12.3).
9 Si confronti Bianchi 2004, Fig. 24, per la distribuzione dei reperti.
Area A: una coppia maschio + femmina e due elementi a corporatura ro-
busta indifferenziati (oltre a un fr. del tipo slanciato). Area B: un maschio,
4 indifferenziati robusti, 5 indifferenziati minuti e un indifferenziato bidi-
mensionale. Area C: una femmina, 4 indifferenziati minuti, 1 bidimensio-
nale, 2 robusti, 3 slanciati.
10 Le uniche altre due gurine forse interpretabili come cavalli sono
due frammenti dall’area SW del villaggio.
2. LE RAFFIGURAZIONI SINTETICHE
Le indagini recenti, soprattutto nella terramara di
Poviglio, hanno individuato numerosi piccoli oggetti ttili,
fortemente schematici, che sembrano costituire rafgurazio-
ni simboliche di soggetti non sempre riconoscibili e che tro-
vano pochi riscontri nelle collezioni museali, senza dubbio
perché trascurati dai ritrovamenti selettivi dei vecchi scavi.
I tipi di impasto e la resa delle superci accostano
tali reperti ai ttili antropo- e zoomor. Reperti formalmen-
te disparati sono accomunati da peculiari decorazioni, che
sono parte integrante della rappresentazione e mancano
nella coeva produzione vascolare (unghiate, linee incise
oblique, cerchielli, puntini impressi circolari o quadrango-
lari, “pseudo-cordicella”, applicazioni plastiche).
Tra essi si distinguono reperti con fori o incavi che
potrebbero far parte di oggetti compositi (Fig. 1.23 e ad
es. Terramare, Fig. 440.11), oggetti di forma geometrica
che richiamano i tokens quali stelle (ad es. da Poviglio
Unità Basali: Terramare, Fig. 440. 2; da Casaroldo11: Ter-
ramare, Fig. 443. 9) dischetti (Fig. 1.20), cilindretti (Fig.
1.21), palline, mani umane aperte (Figg. 1.15-16), simboli
‘a conchiglia’ (Figg.1.17-19), simboli sessuali maschili da
Beneceto- Livelli basali (BM 3) e Poviglio-US sommitali
(BR 2) (Figg. 1.22, 24). A questi si aggiungono possibili
rappresentazioni di animali, distinte dalle altre gure zoo-
morfe non solo per l’incerta interpretazione, ma soprattut-
to per la diversa connotazione espressiva e probabilmente
simbolica. Un buon esempio è rappresentato da un reperto
di Poviglio in cui pare leggibile il vello e la testa di un arie-
te (Fig. 1.14).
Molti dei reperti, insieme ad alcuni frammenti an-
tropomor e a vasetti miniaturistici, si sono trovati nel Vil-
laggio Grande di Poviglio, a margine della casa identicata
nell’area D (Bianchi 2004, Fig. 20), in giacitura secondaria
nell’esteso ammasso di cenere US 4 e nelle unità correlate12.
3. LE FIGURE UMANE
Gli esemplari rinvenuti negli scavi recenti nelle ter-
ramare emiliane rivelano che le gure umane sono molto
più numerose di quanto noto nora. Tali gure, esclusi-
vamente ttili, pur nell’ambito di una marcata variabilità
corrispondono ad alcuni tipi formali diversi, che coesistono
nelle medesime fasi e negli stessi contesti; quando è rico-
noscibile una caratterizzazione sessuale si tratta per lo più
di gure femminili, benché la forma allungata del tipo che
deniamo“simbolico” appaia in qualche caso intenzional-
mente fallica.
I tipi formali riconosciuti possono essere così indicati:
-naturalistico, a cui appartengono la parte inferiore
di una gurina femminile da Fraore (Fig. 2.1), data-
bile al BM 3, e vari frammenti dal Villaggio Grande
11 Decorata a pseudo-cordicella.
12 L’accumulo US 4, di cui resta incerta l’interpretazione (Berna-
bò Brea & Cremaschi 2004), è stato inizialmente attribuito al BR1 sulla
base dell’osservazione di un numero limitato di pezzi (Terramare: 345),
ma in esso sono mischiati materiali, molto abbondanti, pertinenti al BR1
e al BR2; paiono tuttavia databili al BR 2 alcune unità correlate all’US 4
e contenenti alcune gurine (Bianchi 2004: 467-468).
12 Bianchi & Bernabò Brea Nuovi ritrovamenti dalle terramare emiliane
di Poviglio, inquadrabili nel BR/BR2: una piccola
testa maschile (Fig. 2.2), frammenti di braccia e
gambe13 (Figg. 2.7-13) ed una notevole statuina,
rappresentante una gura femminile dai caratteri
sessuali poco accentuati, che si direbbe adolescen-
ziale, di cui è conservata gran parte del corpo e degli
arti inferiori (Fig. 2.4). Da Beneceto inne vengono
alcuni frammenti di gambe e una testina (Figg. 2.3,
5-6).
-naturalistico -simbolico. Raggruppiamo sotto que-
sta denizione alcune gurine, in maggior parte da
Poviglio, nelle quali la forma è grossolanamente
naturalistica, ma con aspetti volutamente disorga-
nici; un esempio è la statuina femminile da US 4
(Fig. 2.15), in cui due pastiglie rappresentano i seni,
mentre altre pastiglie in posizioni innaturali rivelano
un’intenzione simbolica il cui signicato ci sfugge.
Dallo stesso contesto viene una testina abbozzata
decorata a pseudo-cordicella (Fig. 2.14). In alcuni
casi ad una connotazione naturalistica fa riscontro
l’accentuazione di elementi sessuali o rituali, come
nella nota gurina maschile da S. Polo (Terramare,
Fig. 441.7) o il piccolo ttile, sempre maschile, da
Castetto (Terramare, Fig. 441.6); in altri la gura
umana è solo abbozzata, come nel reperto da Po-
viglio (Fig. 2.16), o richiamata da parti del corpo
(Fig. 2.17).
-simbolico, rappresentato da varie gurine estre-
mamente sintetiche, accomunate da un elemento
sommitale che sembra rafgurare un cappuccio o
un mantello, che cela il volto, spesso con un corpo
cilindrico che rivela una componente fallica. La da-
tazione di questo tipo, variabile nella resa del corpo
ma molto uniforme in quella del cappuccio/mantel-
lo, è compresa tra BM 3 (Noceto, Montale, Fraore)
e BR 2 (Poviglio).
Almeno una di queste gure (dalla vasca di Noceto)
mostra caratteri femminili, in quanto due pastiglie applica-
te paiono indicare i seni, benché non sia chiaro il signicato
di una serie di altre pastiglie allineate nella parte inferiore
della gura (Fig. 2.18). E’ già nota la statuina da Monta-
le posta su un sedile, plausibilmente un trono (Cardarelli
2004, Fig. 63); in qualche altro caso la massiccia parte in-
feriore potrebbe rappresentare il sedile fuso con la gura
come nel reperto da Poviglio (Fig. 2.22). Ai due oggetti di
Noceto e Montale è forse accostabile il reperto da Basilica-
nova (Fig. 2.19), cilindrico e con pastiglie plastiche, in cui
al manto è sostituita un’ acconciatura eseguita a crudo. In
tre esemplari da Poviglio databili al BR 2 il mantello sor-
monta le gambe di una gura (Fig. 2.20-21).
Tutti gli elementi da Poviglio recano piccoli fori non
passanti, forse per congiungere parti distinte di gure com-
posite. Si propone di leggere in questi reperti la rappre-
sentazione di una gura femminile ammantata, della quale
si vuole celare l’aspetto, in cui il corpo cilindrico evoca
il principio maschile in una sorta di simbiosi maschio-
13 A una gura umana piuttosto grande si ipotizza che appartenga
un frammento ttile interpretato come gamba da Poviglio-Unità Basali
(BR 1: Terramare, Fig. 440.1).
femmina14, mentre l’associazione con il trono le conferisce
dignità divina. Le piccole pastiglie plastiche rappresentano
un elemento ricorrente nelle gurine naturalistiche- simbo-
liche e in quelle simboliche, sia posizionate a congurare
seni femminili, sia dislocate in un modo disorganico per il
quale si può comunque escludere un intento decorativo. Si
vedano ad esempio gli idoli con pastiglie plastiche indi-
canti seni, diademi, decorazioni o altro da siti del Vicino
Oriente tra III e II millennio BC (Tell Asmar: Müller Karpe
1974, Fig. 206.22, 23, 26) o le pastiglie applicate su una
enigmatica guretta ungherese della cultura di Hatvan (da
Jászdózsa-Kápolnahalom: Csányi & Tárnoki 1992, n. 448).
In contesti più antichi (Classical e Late Cucuteni), piccole
sfere associate a gure femminili sono invece interpretate
come uova, con tutto il signicato procreativo insito in esse
(Gimbutas 1982, Figg. 154-155).
4. LA RESA STILISTICA
Nel complesso le gurine terramaricole, nonostante
la generale sommarietà, appaiono efcaci in quanto costi-
tuiscono espressioni convenzionali volte ad esprimere con-
cetti condivisi. Benché raramente vi si legga una ricerca
estetica (il frammento di Fraore, la rappresentazione di
fanciulla dai livelli superiori di Poviglio, alcune gurine
di cavallo), esse tendono a corrispondere a precisi canoni
di resa formale, validi separatamente per ciascun tipo di
oggetto (ad es. i motivi decorativi peculiari delle rappresen-
tazioni sintetiche o le pastiglie spesso associate alla gura
femminile).
Non sembra invece possibile denire uno stile pe-
culiare alla piccola plastica nel suo complesso; esiste del
resto la probabilità che l’accorpamento di tutte le gurine
plastiche in un’unica categoria di reperti sia articioso, ov-
vero corrisponda solo alla nostra esigenza di classicazio-
ne, mentre tipi diversi possono avere origine e signicati
diversi.
Nell’unico caso in cui possediamo numerosi esem-
plari in uno stesso contesto, ovvero i gruppi di cavallini
da Poviglio, riscontriamo una variabilità stilistica che, pur
nell’ambito di una convenzione comune nella resa artistica,
può essere espressione di “mani” diverse. Sul piano ritua-
le, l’ipotesi suggerisce che i raggruppamenti di gurine di
cavallo (o di carretti trainati da cavalli) nelle grandi case di
Poviglio siano la sommatoria di una serie di gesti devozio-
nali di singoli offerenti; sul piano creativo indica una pro-
duzione liberamente interpretata all’interno di norme solo
relativamente ssate.
L’elemento che maggiormente accomuna tutta la
piccola plastica è l’assenza dell’esibizione di una peri-
zia tecnica, comparabile a quella che constatiamo in al-
tri campi della produzione terramaricola, come in certi
prodotti della metallurgia, della produzione vascolare e
della lavorazione del corno di cervo, in cui si riconosce
un peculiare stile terramaricolo come espressione di un
14 Simbiosi ben nota in varie statuine neolitiche, specialmen-
te quelle con corpo femminile e testa costituita da un cilindretto, come
nel classico caso delle gurine della Cultura di Hamangia. Ad esempio
Guilaine (1994: 716) ipotizza per esse un état «perpétuel» d’ hiéroga-
mie …. une concretisation eternelle de la fertilité”.
13Preistoria Alpina, 46 (2012): 7-19
Fig. 2 - Fittili miniaturistici dalle terramare emiliane. Figure umane naturalistiche. Da Fraore Oratorio: 1; da Poviglio S. Rosa: 2, 4, 8-13;
Da Beneceto: 3, 5-6. Naturalistico-simboliche. Da Poviglio S. Rosa: 14-17. Simboliche. Da Noceto: 18; da Basilicanova: 19; da Poviglio
S. Rosa: 20-22.
Fig. 2 - Clay miniatures from Terramare in Emilia - Italy. Naturalist human gures. From Fraore Oratorio: 1; from Poviglio S. Rosa: 2,
4. 8-13; from Beneceto: 3, 5-6. Naturalist-symbolic human gures; from Poviglio S. Rosa: 14-17. Symbolic human gures; from Noceto:
18; from Basilicanova: 19; from Poviglio S. Rosa: 20-22.
14 Bianchi & Bernabò Brea Nuovi ritrovamenti dalle terramare emiliane
determinato gusto e di una specica competenza tecno-
logica.
Una tendenza “internazionale” verso forme essen-
ziali e stilizzate sembra invece riscontrabile nelle rafgu-
razioni animali realizzate in bronzo e in palco di cervo,
normalmente su oggetti d’uso databili al BR1 o al BR2,
che tendono a rappresentazioni non naturalistiche15, ma
marcatamente simboliche. Ne sono esempi gli spilloni in
corno di cervo da Poviglio, a doppia protome equina o
ornitomorfa, lo spillone in bronzo a doppia protome orni-
tomorfa e la forma di fusione per cavallino da Beneceto.
Tali immagini, solitamente di animali associati col mito
del carro solare, sono realizzate da artigiani esperti nei
vari settori di produzione e non sono comparabili con le
gurine ttili, riferendosi ad una diversa sfera di comu-
nicazione.
La sommarietà della resa gurativa dei manufat-
ti miniaturistici, comune a gran parte della plastica ttile
antropo- e zoomorfa anche di altri contesti, è alla base di
opposte interpretazioni:
- si tratta di giochi infantili, privi di importanza socia-
le e realizzati senza alcuna cura tecnica (Ucko 1968,
cit. in Cauvin 1997 [2007: 148]) . Tale ipotesi16 è
contraddetta, in ambito terramaricolo, dalla valen-
za simbolica palese in alcune delle gure e nel loro
contesto, quali la statuina “ammantata” dalla vasca
di Noceto, i gruppi di cavalli e il gruppo di reperti
simbolici da Poviglio.
- al contrario, sono oggetti di valenza puramente sim-
bolica, interpretazioni sintetiche del simbolo, per
i quali l’aspetto estetico è ininuente e perciò può
essere trascurato; sono “évocations simpliées et
quasi allusives(Cauvin 1997: 148), per le quali la
valutazione estetica non è pertinente17. Gli esempla-
ri e i contesti citati sopra sostengono con forza, a no-
stro parere, questa ipotesi. Sono ben note, del resto,
sia l’importanza del ruolo rivestito dagli animali nel
mondo rituale del secondo millennio a.C. (Briard
1987: 45 ss.; Kristiansen & Larsson 2005: 320 ss.),
sia la labilità del conne tra le rafgurazioni fran-
camente rituali e quelle, innumerevoli, che costitu-
iscono evocazioni delle prime nel quotidiano, arri-
vando no all’estremo esempio delle soprelevazioni
delle anse nel vasellame da mensa, specialmente nel
Bronzo Recente18.
La sommarietà della resa artistica della plastica mi-
15 Resta un unicum, non solo per la resa stilistica e il supporto in
corno di capriolo, ma anche per la rappresentazione di un rapace, la gu-
rina da Scolon di Saccavezza-VR (Terramare, Fig. 300).
16 Interpretazione che la maggior parte degli autori non condi-
vide (ad es. Cauvin 1997 [2007: 148] e Hodder (1990: 64).
17 Sono valide anche per il nostro caso le osservazioni di Cauvin
riferite ad altro contesto: “Or le mot «schématique» est souvent synonyme,
pour qui se place dans une perspective naturaliste, de «négligé» ou
de «grossier». Ces vues dépréciatives peuvent aboutir à exclure ces
objets de toute tentative vraiment synthétique d’interprétation. …. Une
facture plus sommaire élimine -t-elle ce sens ? … Seul l’objet de luxe est
signicatif ?” (Cauvin 1997: 148).
18 Oltre alle già citate anse con criniera da Beneceto, in ambito
terramaricolo sono invece rare le rafgurazioni ornitomorfe: una delle
poche è il ben noto frammento da Redù (Terramare, Fig. 424).
niaturistica19, che sembra quasi ostentata, cela forse una
precisa intenzionalità? Tra le possibili cause per una voluta
trascuratezza si potrebbero citare le seguenti ipotesi, peral-
tro non inconciliabili tra loro:
- sono oggetti legati ad antiche tradizioni, volutamen-
te semplici perché si rifanno a modelli “arcaici”.
Questa ipotesi potrebbe essere indirettamente soste-
nuta dall’osservazione che altri oggetti del mondo
rituale, le urne cinerarie, paiono corrispondere tal-
volta ad uno stile “antiquato”20.
- Sono oggetti realizzati frettolosamente per cause
contingenti, eventualmente in occasioni rituali, e de-
stinati a breve durata prima di essere scartati o inten-
zionalmente eliminati; questa ipotesi, in alternativa
a quella suggerita sopra, potrebbe forse giusticare
l’alto livello di frammentazione dei cavallini di Po-
viglio?
- Sono oggetti di pertinenza di un determinato segmen-
to della società, ad esempio le donne, e non sono quindi
socialmente valorizzati. Non vi è pe ragione di negare
abilità tecnica alle donne, probabili realizzatrici di
tessuti, ceramiche ed altri manufatti almeno in parte
pregiati.
E tuttavia, da altri punti di vista, quest’ultima ipo-
tesi non appare inverosimile; indizi in questo senso potrebbe-
ro essere costituiti dall’assenza di gurine nelle estese aree
produttive di Beneceto del BR 1 e BR 2 (Bernabò Brea
et al. cds) e, viceversa, dalla loro frequenza nelle case di
Poviglio, nelle quali è largamente attestata l’attività plau-
sibilmente femminile della tessitura (Bernabò Brea et al.
2003; Bianchi 2004). Senza pretendere una interpretazio-
ne valida per tutta la piccola plastica, ci si può chiedere se
le gurine votive di esseri prevalentemente femminili e di
animali non rappresentino la traccia - o le tracce disgiunte -
di un antichissimo substrato rituale sopravissuto, benché in
subordine rispetto alle divinità astrali e guerriere, rimasto
appannaggio delle donne e connato nell’ambito domesti-
co e privato21.
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19 Anche tra i vasi miniaturistici la maggior parte della produ-
zione è eseguita rozzamente, benchè siano più frequenti, rispetto alle
statuine, gli esemplari foggiati e riniti con cura.
20 Nelle necropoli di Copezzato e di Forno del Gallo a Bene-
ceto è stata ripetutamente notata l’apparente contraddizione tra ciotole-
coperchio databili al Bronzo recente e urne che sembrano meglio inqua-
drabili nel Bronzo medio (Mutti & Pellegrini 1995; Miari et al. cds); il
dato potrebbe celare un voluto arcaismo nello stile delle urne cinerarie.
21 Come è noto, la donna e il toro (e talvolta altri animali come
“surrogati” del toro) sono ritenuti da vari Autori i simboli dominanti a
partire da un momento che precede di poco l’apparizione dell’economia
agricola nel Levante, che conserveranno un ruolo signicativo no alle
religioni pre-elleniche del Mediterraneo orientale (Cauvin 1997: 48 ss.;
Guilaine 1994: 682 ss.). Il legame tra cavallo e divinità femminile è at-
testato tra l’altro dal termine ‘signora dei cavalli’ in un testo di Ebla del
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This is a highly original work that attempts to take fragmentation studies further towards integrating archaeology, social anthropology and material culture, and concerns the relationship between whole objects and broken ones. The authors construct a new fragmentation premise and examine its implications for the Balkans in the Neolithic, using case studies taken from the Balkans and Greece. Key issues covered include a biographical method of considering objects and their relation to the creation of personhood; methodological issues of site formation; a questioning of the assumption that excavated data is a more or less accurate reflection of the operation of past social practices; and a discussion of what happened to pieces missing from an assemblage. It concludes by seeking to put Balkan prehistory back together again by looking at variations in social practices and the construction of personhood at different socio-spatial levels.
Il castellaro di Gottolengo (Brescia)
  • P Barocelli
Barocelli P., 1971 -Il castellaro di Gottolengo (Brescia). Brescia, 144 pp.