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Oral assessment in nursing home residents deserves much attention even for its important relationship with nutritional condition. Some data from a nursing home in Northern Italy

Authors:
  • Santa Chiara Hospital APSS Trento Italy

Abstract

Objective. To assess oral and nutritional condition in nursing home residents and their relationships looking for the potential role of a dental hygienist in the nursing home at least as consultant. Methods. Seventy residents (50 F, 20 M) of a nursing home in Nomi (Prov. Trento) were randomly selected and assessed for malnutrition with Mini Nutritional Assessment; they were divided into three groups as far as their oral conditions were concerned: residents with own teeth (Group A), resident edentules without dentures (Group B), edentules with dentures (Group C). Results. 27.1% were malnourished, 55.7% at nutritional risk and 17.1% well nourished. Group A (natural teeth) consisted of 25 people, Group B (edentules without dentures) of 14, Group C (edentules with dentures) of 21. In group A teeth were 6.04 ± 6.17, of whom just 0.7 ± 3.4 normal with a % of plaque and tartar respectively 72.7 ± 16.7 and 74.3 ± 15.7%. In group B DFMT was obvioulsy 28 ± 0. In group C there was no partial denture, but in 12% there was a superior denture, in 80% there was a complete denture, just in 6% an inferior denture. In 70% of residents denture was not fit and often used just at meals. People wearing dentures showed % of plaque and tartar respectively 71.6 ± 17.4 and 63.3 ± 17.2%. Conclusions. Oral and nutritional conditions in nursing homes residents are not reassuring; even though it is out of doubt that teeth not proper make feeding much difficult, it was not possibile to show a relationship between bad dentition and malnutrition. The importance of a registred dental hygienist is stressed within a nursing home together with its unvaluable role in monitoring oral condition starting from admission in the setting with at least an annual planned revaluation.
G GERONTOL 2007;55:73-80
ARTICOLO ORIGINALE
ORIGINAL ARTICLE
La valutazione orale dei residenti in RSA merita
maggiore attenzione anche per le sue
conseguenze nei confronti dello stato
nutrizionale. Un contributo da una RSA del
Trentino
Oral assessment in nursing home residents deserves much
attention even for its important relationship with nutritional
condition. Some data from a nursing home in Northern Italy
C. PEDROLLI, F. RIZZI*
U.O.S. di Dietetica e Nutrizione Clinica Ospedale “S. Chiara”, Trento; * Scuola per Igienisti
Dentali Università di Verona, Sede di Ala (TN)
n
Corrispondenza: dr. Carlo Pedrolli, U.O.S. di Dietetica e Nutrizione Clinica, via P. Orsi 1,
Ospedale “S. Chiara”, 38100 Trento - Tel. +39 0461 903519 - Fax +39 0461 903112 - E-mail:
Carlo.Pedrolli@apss.tn.it
Objective. To assess oral and nutritional condition in nursing home residents
and their relationships looking for the potential role of a dental hygienist in the
nursing home at least as consultant.
Methods. Seventy residents (50 F, 20 M) of a nursing home in Nomi (Prov. Tren-
to) were randomly selected and assessed for malnutrition with Mini Nutritional
Assessment; they were divided into three groups as far as their oral conditions
were concerned: residents with own teeth (Group A), resident edentules
without dentures (Group B), edentules with dentures (Group C).
Results. 27.1% were malnourished, 55.7% at nutritional risk and 17.1% well nou-
rished. Group A (natural teeth) consisted of 25 people, Group B (edentules
without dentures) of 14, Group C (edentules with dentures) of 21. In group A
teeth were 6.04 ± 6.17, of whom just 0.7 ± 3.4 normal with a % of plaque and
tartar respectively 72.7 ± 16.7 and 74.3 ± 15.7%. In group B DFMT was ob-
vioulsy 28 ± 0. In group C there was no partial denture, but in 12% there was a
superior denture, in 80% there was a complete denture, just in 6% an inferior
denture. In 70% of residents denture was not fit and often used just at meals.
People wearing dentures showed % of plaque and tartar respectively 71.6 ± 17.4
and 63.3 ± 17.2%.
Conclusions. Oral and nutritional conditions in nursing homes residents are not
reassuring; even though it is out of doubt that teeth not proper make feeding
much difficult, it was not possibile to show a relationship between bad denti-
tion and malnutrition. The importance of a registred dental hygienist is stres-
sed within a nursing home together with its unvaluable role in monitoring oral
condition starting from admission in the setting with at least an annual planned
revaluation.
Key words: Mini Nutritional Assessment (MNA) • Oral assessment • Nursing ho-
mes • Nutritional condition
Società Italiana di
Gerontologia e
Geriatria
PACINIeditore
C. PEDROLLI, F. RIZZI
74
Introduzione
Il rapporto fra stato nutrizionale e condizioni
orali è intuitivo; appare pressoché evidente che
una cattiva condizione orale predisponga ad
una alimentazione se non insufficiente, per lo
meno problematica. La cosa sembrerebbe tanto
più vera in un ambiente come una casa di ripo-
so 1, dove l’assistenza al pasto diventa un im-
portante momento della qualità che si offre ai
residenti 2nell’ottica della prevenzione della
malnutrizione. Per tale motivo si è voluto inda-
gare in una RSA del Trentino la situazione orale
e nutrizionale dei residenti e cercarne eventuali
relazioni.
Materiali e metodi
La raccolta dati è avvenuta nel maggio 2004
presso la Struttura “Opera Romani” di Nomi
(prov. TN) e ha compreso 70 soggetti ivi resi-
denti selezionati in modo “random” utilizzando
un generatore casuale di numeri, intervistati e
sottoposti a rilevazione dei parametri antropo-
metrici e ad esame dentale. È stato valutato lo
stato di collaborazione, cioè la capacità di forni-
re una collaborazione a indicazioni semplici (co-
me aprire la bocca, sporgere la lingua) che è sta-
to considerato rispettivamente assente, ridotto
ed adeguato in caso di collaborazione totalmen-
te assente, parzialmente presente o presente.
Ai pazienti sono state effettuate due valutazioni,
una di tipo nutrizionale mediante il Mini Nutri-
tional Assessment (MNA Test), e uno di tipo
odontoiatrico.
Il MNA Test 3permette di ottenere uno “score
nutrizionale”, valutando parametri antropome-
trici, parametri dietetici, eseguendo una valuta-
zione globale e soggettiva del proprio stato che
consente di attribuire un paziente ad una cate-
goria priva di rischio nutrizionale (24-30 punti)
e quindi ben nutrito, ad una a rischio nutrizio-
nale “intermedio” (fra 23,5 e 17 punti) e ad una
di malnutrizione franca (al di sotto dei 17 pun-
ti). Punteggio massimo raggiungibile è 30 punti.
Per quanto attiene la valutazione odontoiatrica,
lo stesso giorno nel quale si raccoglieva il MNA
Test, è stato effettuato l’esame clinico orale dei
soggetti. Si è potuto suddividere la popolazione
in studio in 3 gruppi: con dentizione permanen-
te (Gruppo A), completamente edentuli e non
portatori di protesi (Gruppo B) ed infine porta-
tori di protesi totale (Gruppo C). Non erano pre-
senti protesi parziali.
In tutti i degenti è stato valutato lo stato della
lingua e il numero degli elementi dentali.
VALUTAZIONI ESEGUITE NEI SOGGETTI CON
DENTIZIONE PERMANENTE (GRUPPO A)
È stato valutato il numero di elementi dentali, il
numero di elementi residui radicolari e il nume-
ro di sospette carie; si è inoltre valutata la mo-
bilità, considerata normale/fisiologica (ogni
dente con un legamento parodontale presenta
una mobilità di questo tipo), oppure patologica,
valutata secondo uno score da 1 a 3 (1 = legge-
ra mobilità, superiore la norma, 2 = mobilità
moderata, spostamento superiore di 1 mm, 3 =
mobilità grave, il dente si muove in senso oriz-
zontale e verticale). Sono state inoltre valutate il
numero di otturazioni, il numero di recessioni
gengivali (intese come migrazione apicale della
gengiva che espone una parte della radice).
È stato inoltre rilevato l’Indice percentuale di
placca 4espresso come:
N. totale di parti di denti con placca *100
———————————————————
6* N. denti presenti
che rivela la presenza o assenza di placca nelle
6 zone (mesio-vestibolare, vestibolare, disto-ve-
stibolare, mesiopalatino o linguale, palatino o
linguale, disto-palatino o linguale) di ogni den-
te ed è stata poi calcolata la percentuale. L’indi-
ce di placca risulta fortemente correlato con il
rischio di malattia paradontale.
Inoltre è stato valutato l’indice percentuale di
tartaro, considerato molto affidabile come mar-
catore di igiene orale:
N. totale di parti di denti con tartaro *100
———————————————————
6* N. denti presenti
e il DMFT (Decayed, Missing, Filled Teeth) 5che
indica la diffusione della carie evidenziando gli
elementi dentali cariati, assenti o otturati.
VALUTAZIONI ESEGUITE NEGLI EDENTULI NON
PORTATORI DI PROTESI
Si sono valutate alcune abitudini igieniche, le
condizioni della lingua e il DFMT.
VALUTAZIONE ORALE DEI RESIDENTI IN RSA 75
VALUTAZIONI ESEGUITE NEGLI EDENTULI PORTATORI
DI PROTESI TOTALE (GRUPPO C)
Anche in essi è stato ricercato l’indice percen-
tuale di placca, l’indice percentuale di tartaro, la
presenza di protesi incongrua; si sono inoltre in-
dagate alcune abitudini igieniche nei confronti
della protesi dentaria.
Si sono infine cercate delle relazioni fra la situa-
zione nutrizionale e lo stato orale della popola-
zione in esame.
Per registrare i dati è stato utilizzato il software
“Microsoft Access 2003”, l’elaborazione statisti-
ca dei dati finali è avvenuta con un foglio elet-
tronico “Microsoft Excel 2004”. Tutti i risultati
vengono riferiti come media ± deviazione stan-
dard. È stato eseguito un test T di Student per la
ricerca della significatività statistica (valori di
“p” significativi se < 0,05).
Risultati
Sono state valutate 70 persone eseguendo l’M-
NA Test e la valutazione odontoiatrica; fra di es-
si 50 erano femmine (71,4%), 20 erano maschi
(28,6%). Come quadro generale dei 70 degenti
esaminati è possibile dire che: gli anni di de-
genza ± DS sono 5,34 ± 5,46; la provenienza da
un’altra RSA è del 10% (7 persone) mentre pro-
vengono da casa il 90% (63 persone) (Tab. I).
Lo stato di collaborazione dei degenti è così di-
stribuito 51 (72,8%) adeguato, 13 (18,7%) ridot-
to, 6 (8,6%) assente. Dei 70 pazienti, 66 erano
nutriti per via orale, 4 mediante gastrostomia
per cutanea endoscopica (PEG).
Il BMI medio dei 70 residenti era 23,75 ± 4,52,
nelle femmine (n = 50) 22,84 ± 4,33 e nei ma-
schi 26,03 ± 4,25 (p < 0,005).
Su 70 pazienti, in 19 (27,1%) lo score nutrizio-
nale era significativo per malnutrzione (MN), in
39 (55,7%) era significativo per rischio nutrizio-
nale (NR), in 12 era significativo per buono sta-
to nutrizionale (WN) (Tab. II).
L’esame clinico orale ha messo in evidenza 3
gruppi di persone: degenti con dentizione per-
manente 25 (35,7%) di cui maschi 12 (17,1%) e
femmine 13 (18,6%), con edentulismo totale 14
(20%) di cui maschi 2 (2,9%) e femmine 12
(17,1%) ed infine portatori di protesi 31 (44,2%)
di cui maschi 6 (8,6%) e femmine 25 (35,7%)
(Tab. III). Il DMFT medio ± DS nei tre gruppi
dentari risulta essere: nei pazienti con dentizione
permanente 26,24 ± 3,96, nei degenti portatori di
protesi e negli edentuli ovviamente 28 ± 0.
Tab. I. Numerosità della casistica, età media, durata degenza, provenienza e suddivisione nella situazione odontoiatrica sud-
divisa per sesso.
Totale F M
Numero degenti 70 50 (71,4%) 20 (28,6%)
Età media ± Ds 79,29 ± 10,79 83,66 ± 7,08 68,35 ± 10,84
Durata degenza ± DS 5,34 ± 5,46 4,96 ± 4,28 6.30 ± 7,73 ns
Provenienza:
Altra RSA 7 (10%) 6 (12%) 1 (5%)
Da casa 63 (90%) 44 (88%) 19 (95%)
Denti propri (Gruppo A) 25 (35,7%) 13 (18,6) 12 (17,1%)
Edentuli non portatori di protesi (Gruppo B) 14 (20%) 12 (17,1%) 2 (2,9%)
Portatori protesi totale (Gruppo C) 31 (44,2%) 25 (35,7%) 6 (8,6%)
Portatori di PEG 4 (5%) 3 (4%) 1 (1,0%)
Tab. II. Suddivisione dei residenti nella RSA di Nomi per gruppo nutrizionale.
Numerosità MNA score
MNA < 17 (n = 19, F = 13, M = 6) 19 (27,1%) 12,97 ± 2,33
MNA > 17,5 < 23,5 (n = 30, F = 9, M = 6) 39 (55,7%) 20,32 ± 1,54
MNA > 24 (n = 12, F = 7, M = 5) 12 (17,1) 25,50 ± 1,41
La situazione della lingua nell’esame orale è ri-
sultata così distribuita (Tab. IV).
CARATTERISTICHE ODONTOIATRICHE DEL GRUPPO A
(PAZIENTI DENTATI)
Questo gruppo, costituito da 12 maschi e 13
femmine, ha dimostrato di avere una media di
6,04 ± 6,17 denti residui, dei quali 0,7 ± 3,4 in-
tegri, 2,5 ± 1,9 con carie esterna, con una media
di 1,9 ± 2,3 otturazioni, 1,1 ± 1,0 residui radico-
lari, 0,9 ± 0,8 carie radicolari. Si è inoltre riscon-
trata una % di placca del 72,7 ± 16,7% e una %
di tartaro del 74,3 ± 15,7%. Il DFMT è risultato
mediamente 26,24 ± 3,88.
CARATTERISTICHE ODONTOIATRICHE DEL GRUPPO B
(EDENTULI NON PROTESIZZATI)
Questo gruppo, costituito da 2 maschi e 12 fem-
mine, ha dimostrato un ovvio DFMT di 28,
CARATTERISTICHE ODONTOIATRICHE DEL GRUPPO C
(EDENTULI PROTESIZZATI)
Questo gruppo, costituito da 6 maschi e 25 fem-
mine ha dimostrato la distribuzione dei vari tipi
di protesi indicati nella Tabella V.
Dei portatori di PEG (n = 4), 2 avevano la lingua
sana, 2 patinosa o sporca, 3 appartenevano al
gruppo A, 1 al gruppo B; dei denti residui, nes-
suno era sano (Tab. V).
Negli edentuli portatori di protesi, si registrava
una % di placca del 71,6 ± 17,4% e una % di tar-
taro del 67,3 ± 17,2%; su 31, 22 di essi (70%)
presentavano una protesi incongrua, e 16 di es-
si (51%) affermavano di dormire con la protesi;
non si rilevava alcuna lesione da protesi. Per
quanto riguarda poi la frequenza di pulizia del-
la protesi, su 31 degenti 20 (64%) riferivano una
pulizia una volta al giorno, 3 (9%) riferivano due
pulizie giornaliere, 6 (19%) una pulizia saltuaria
e 2 (6%) riferivano di non pulirla mai.
Per quanto riguarda poi relazioni fra lo stato nu-
trizionale e lo stato dentario, si è evidenziata la
distribuzione del BMI nei singoli gruppi nutri-
zionali (Tab. VI).
C. PEDROLLI, F. RIZZI
76
Tab. III. Distribuzione dei tre gruppi dentari nella RSA di Nomi.
Totale (n = 70) Maschi (n = 20) Femmine (n = 50)
Pz dentati (Gruppo A) 25 (35,7%) 12 (17,1%) 13 (18,6%)
Pz edentuli non protesizzati
(Gruppo B) 31 (44,2%) 6 (8,6%) 12 (17,1%)
Protesi (Gruppo C) 14 (20%) 2 (2,9%) 25 (35,7%)
Tab. IV. Condizioni lingua nella popolazione in esame.
Lingua
sana patinosa/sporca ulcerata
Pz dentati 9 16 0
(Gruppo A)
Pz edentuli non protesizzati 7 7 0
(Gruppo B)
Protesi 16 15 0
(Gruppo C)
Totale 32 (45%) 38 (54%) 0
Tab. V. Caratteristiche delle protesi dei pazienti edentuli.
N = 31
Protesi superiore 4 (12%)
Protesi superiore ed inferiore 25 (80%)
Protesi inferiore 2 (6%)
Tab. VI. Distribuzione parametri antropometrici nei gruppi odontoiatrici.
Peso (kg) Altezza (m) BMI (kg/m2) Circ. braccio Circ. polpaccio
Dentati Gruppo A 63,84 ± 14,6 1,62 ± 0,09 24,12 ± 4,70 28,24 ± 3,42 33,36 ± 2,80
Edentuli senza protesi Gruppo B 63,58 ± 14,85 1,62 ± 0,09 24,01 ± 4,24 30,29 ± 4,08 35,64 ± 4,22
Edentuli con protesi Gruppo C 62,54 ± 15,51 1,63 ± 0,08 23,33 ± 4,60 28,71 ± 4,86 33,03 ± 6,66
Portatori di PEG 63,33 ± 14,52 1,62 ± 0,09 23,79 ± 1,52 27,25 ± 3,20 29,3 ± 0,96
Discussione
La casistica riguarda 70 pazienti, la cui distribu-
zione per sesso può sorprendere, dal momento
che il sesso maschile è rappresentato da 20 pa-
zienti (28,6%); tale percentuale supera di più di
due volte la percentuale di popolazione di pari
età e sesso sul territorio Trentino 6; questo può
forse essere spiegato dal fatto che l’RSA di Nomi
ha storicamente accolto degenti provenienti dal-
l’Ospedale Psichiatrico nelle varie fasi della sua
“dismissione” e quindi relativamente giovani;
questo viene anche confermato da un’età media
dei pazienti di sesso maschile che è significati-
vamente inferiore rispetto ai pazienti di sesso
femminile (83,66 ± 7,08 vs. 68,35 ± 10,84 p <
0,001). Per quanto riguarda le misure antropo-
metriche, il BMI medio riferito ai residenti di en-
trambi i sessi risulta nella norma (23,75 ± 4,52),
mentre invece scorporando i dati per sesso i re-
lativi valori appaiono significativamente (p <
0,05) diversi (M 26,03 ± 4,25 vs. F 22,84 ± 4,25),
dato che conferma quanto indicato in letteratu-
ra 7dimostrando nei maschi un valore medio di
BMI che qualifica un sovrappeso secondo le in-
dicazioni dell’OMS 8; va comunque precisato
come in letteratura non vi sia per nulla con-
senso su quale sia il valore di cut-off per stabi-
lire in una popolazione anziana quale sia lo
stato di malnutrizione sulla base del BMI; in
una interessante revisione per esempio Beck &
Ovesen 9affermano che sarebbe opportuno
raccomandare un BMI più alto di quello indi-
cato dall’OMS (da 20 a 25 kg/m2) per il BMI de-
gli anziani, dal momento che la cifosi dorsale
tende a ridurre l’altezza misurata rispetto a
quella reale a mano a mano che l’età avanza;
tali Autori suggeriscono un valore di cut-off per
gli anziani > di 65 anni di < 24 come BMI a ri-
schio di malnutrizione 10.
Va comunque sottolineato il valore del BMI non
come misura “statica”; un determinato valore di
BMI infatti acquisisce un significato solo se è in-
serito all’interno di un monitoraggio nel quale
sia stato acquisito il dato iniziale al momento
dell’ingresso nella struttura 11 e che esso venga
poi monitorato nel tempo. Più interessante ap-
pare invece la valutazione che pur essendo di-
versi in modo significativo i valori di BMI fra
maschi e femmine, invece i valori di circonfe-
renza del braccio e del polpaccio non differisca-
no in modo significativo tra i sessi, adombrando
quindi che le differenze di BMI siano più da im-
putare a diversa consistenza della cosiddetta
massa grassa (FM = Fat Mass) piuttosto che del-
la massa magra (FFM) 12.
La suddivisione dei pazienti per score MNA ha
dimostrato che su 70 degenti, 19 (27,1%) sono ri-
sultati malnutriti, 39 (55,7%) sono risultati “a ri-
schio nutrizionale”, mentre solo 12 (17,2%) sono
risultati normonutriti. Questo dato, ancor più al-
larmante considerando che la somma dei sogget-
ti malnutriti e a rischio nutrizionale è del 82,8%,
dato tuttavia confermato in altri lavori in residen-
ze sanitarie assistite sia in Italia che all’estero 13.
Va anche considerato come l’utilizzo di parame-
tri diversi per la determinazione della malnutri-
zione dia inevitabilmente dati diversi sui mede-
simi pazienti a seconda del valore di cut-off uti-
lizzato (Tab. VII).
Un dato assai interessante è costituito dal fatto
che dei 4 pazienti nutriti tramite una PEG, nes-
suno veniva classificato all’interno dei normo-
nutriti o dei soggetti a rischio nutrizionale, ma
tutti erano all’interno dei soggetti malnutriti, fa-
cendo presagire due possibilità non mutuamen-
te esclusive: o che si sia incominciata una Nutri-
zione Enterale per via Gastrostomica troppo tar-
di (a malnutrizione ormai conclamata) o che in-
vece la nutrizione sia stata incominciata a tempo
debito ma non sia stata efficace.
Per quanto riguarda il DMFT, i valori risultati
sono molto elevati in media 26,24 per i pazienti
con denti propri e 28 per gli altri due gruppi. Si
è ritenuto opportuno valutare questo indice per
tutti e 3 i gruppi non tanto per mettere in evi-
denza differenze tra chi non ha nessun dente e
chi ne ha, ma per indagare accuratamente la
consistenza di carie 14, di otturazioni e di denti
mancanti: il valore di DFMT è comunque eleva-
to in tutti i gruppi.
VALUTAZIONE ORALE DEI RESIDENTI IN RSA 77
Tab. VII. Diagnosi di malnutrizione a seconda di diversi
criteri di valutazione su 123 soggetti residenti in RSA del
Trentino valutati in modo consecutivo (da Pedrolli e Costa,
dati non pubblicati).
Valore di cut off per diagnosi di malnutrizione
n/123 %
Short MNA (score < 11) 98 79,67
MNA < 17 43 34,96
MNA < 17 + MNA 17-23,5 114 92,68
Albumina < 3,5 (g/dl) 60 48,78
Transferrina < 2,00 (g/l) 18 14,63
Prealbumina < 0,18 mg/dl 73 59,35
BMI < 18,4 kg/m229 23,58
L’esame clinico del cavo orale ha messo in evi-
denza lo stato della lingua, dei denti, l’anda-
mento parodontale, il livello della gengiva, e il
mantenimento della protesi.
Una valutazione approfondita della lingua è uti-
le per escludere eventuali lesioni precancerose
a carico del dorso della lingua.
Non si sono osservate lesioni od anomalie della
lingua dei degenti esaminati, questi si suddivi-
dono nel seguente modo: il 54% ha una lingua
sporca-patinosa talvolta ricoperta da croste e re-
sidui di cibo, il 46% ha una lingua sana e pulita;
questi dati rassicurano dal momento che esclu-
dono eventuali lesioni della mucosa, anche se è
necessario puntare ad una maggiore detersione
della lingua, possibile solo se il personale infer-
mieristico ed assistenziale viene adeguatamente
preparato e formato 15.
Sensibilizzare all’utilizzo di un raschietto per la
pulizia della lingua è una buona metodica per
diminuire la carica batterica del cavo orale e per
prevenire l’alitosi.
In tale studio i residenti con dentizione perma-
nente hanno in media 8 denti su 32, masticano
in pratica con 1/4 delle loro potenzialità. I valo-
ri diventano ancor più significativi se confronta-
ti con uno studio analogo condotto su 120 pa-
zienti 16 che rileva il numero medio dei denti di-
stintamente nell’arcata superiore e in quella in-
feriore. La metà dei soggetti, nell’arcata superio-
re, ha almeno un dente ed in media 4,41 ± 5,2
denti ed i restanti portano la protesi parziale ed
hanno in media 6,8 ± 4,2 denti. Nello stesso stu-
dio nell’arcata inferiore 71 soggetti hanno in
media 6,9 ± 5,2 denti ed i restanti portano la
protesi parziale con in media 6,5 ± 4,6 denti.
L’esame del cavo orale ha evidenziato una situa-
zione precaria con pochi denti completamente
integri, con sospette carie, otturazioni 17 e pre-
senza di residui radicolari. Questi ultimi sono
fonte di batteri estremamente pericolosa perché
rappresentano un collegamento diretto tra l’ester-
no e l’organismo; in particolare i canali radicolari
sono corsie preferenziali dove i batteri si dirigono
nel sangue dell’individuo; problematica che lascia
ancora più pensare se consideriamo che queste
radici ritenute sono con sospette carie.
In uno studio simile condotto India 18 è stato
constatato che la seconda causa più comune
della perdita dei denti è la carie dentale mentre
al primo posto c’è la malattia parodontale. Le
condizioni sistemiche dell’individuo e la relativa
terapia, la xerostomia, la sindrome di Sjogren
comportano maggiori rischi; questi soggetti
spesso si sottopongono all’osservazione di un
medico solo quando si ha la formazione di un
ascesso o un grave dolore pulpitico destinando
così questi denti a venire estratti. L’attitudine
dei soggetti in esame con dentizione permanen-
te all’Igiene orale non è molto elevata, in media
hanno una percentuale di placca 19 del 73% e di
tartaro del 74%; questi valori danno un’idea del
lavoro di motivazione e istruzione che l’igienista
dentale deve fare in tali situazioni.
Il tessuto di supporto osseo è in parte compro-
messo, infatti la mobilità totale (1°, 2°, 3°) rap-
presenta il 56%.
Le recessioni gengivali sono presenti nell’88% dei
casi; la percentuale evidenziata è molto alta e in-
dica un abbassamento del tessuto osseo e quindi
una riduzione del livello di attacco clinico.
Complessivamente il quadro risulta non confor-
tante. La placca crea una serie di conseguenze a
cascata che sono inevitabili se non si interviene,
portando così alla precoce perdita dei denti 20.
All’osservazione si sono presentati solamente
soggetti con protesi totale, si è così escluso la
trattazione delle protesi parziali e le problemati-
che ad esse collegate.
Alcune caratteristiche di questo gruppo: il 71%
ha la protesi incongrua (nessuno però riporta
lesioni ai tessuti orali) molti di loro riferiscono
infatti di utilizzare la protesi solo per mangiare
perché oramai diventata troppo grande, altri la
portano con loro avvolta in un fazzoletto in ta-
sca o talvolta viene dimenticata nei cassetti.
La continua riduzione della grandezza della cre-
sta residua porta alla perdita di sostegno della
protesi, alla perdita dell’altezza facciale e del so-
stegno delle labbra, all’aumentata protuberanza
del mento, con possibili manifestazioni a carico
dell’articolazione temporo-mandibolare, e disar-
monie occlusali. I cambiamenti della densità os-
sea sono strettamente collegati all’età del sog-
getto e vengono riflessi nel cavo orale e nell’o-
steoporosi 21. Cause principali delle lesioni da
protesi sono la cattiva aderenza della protesi (i
rimodellamenti dei tessuti avvengono lentamen-
te e per questo il paziente all’inizio può non ac-
corgersi di questo fenomeno) la mancanza di
igiene orale (nel gruppo studiato il 72% e 67%
rappresentano le percentuali di placca e tartaro)
e protesi portate continuamente, è necessario far
riposare la mucosa sottoposta alla pressione del
materiale acrilico durante l’occlusione, il digri-
gnamento e lo stringimento dei denti. Il periodo
di riposo permette ai tessuti di riprendersi nel
suo ambiente naturale. Questa problematica è
C. PEDROLLI, F. RIZZI
78
emersa nelle domande dello screening orale do-
ve il 52% porta la protesi anche durante la notte.
Problemi relativi alle mucose orali sono di faci-
le riscontro, la loro nomenclatura è stata esegui-
ta utilizzando la classificazione del CODE (Cli-
nical Disorder in Elders) 22.
In questi soggetti la perdita di dimensione verti-
cale porta alla formazione di cheilite angolare.
Essa appare come una fissurazione agli angoli
della bocca con screpolature, ulcerazioni ed eri-
tema. A volte è asciutta con una crosta, altre vol-
te è inumidita dalla saliva. In alcuni casi posso-
no avvenire delle complicanze con infezione da
Candida Albicans o da altri microrganismi.
Nei pazienti che rientrano in questa fascia d’età 23
è di facile riscontro la xerostomia o quella sen-
sazione definita dal paziente come “bocca sec-
ca” essa è associata alla difficoltà di masticare,
inghiottire e parlare. Sono più di 500 i medici-
nali che possono causare la xerostomia, essi
rientrano nelle seguenti categorie: antidepressi-
vi, antistaminici, antiipertensivi, antipsicotici,
antiparkinsoniani, sedativi e molti altri.
Anche per i pazienti edentuli è importante il
concetto della pulizia quotidiana delle mucose
mediante garze. La frequenza ottimale risulta es-
sere almeno 2 volte al giorno; se il paziente è
informato sa che ogni volta che mangia o beve
qualcosa di zuccherato è necessario detergere il
cavo orale, nessuno dei pazienti edentuli ha ri-
sposto nel suddetto modo, il 71% ha dichiarato
di non eseguire mai la pulizia quotidiana e i re-
stanti si dividono equamente tra coloro che la
eseguono raramente e una volta al giorno (è
considerata dalla letteratura un valore di soglia
minima per mantenere una situazione orale sot-
to controllo).
La maggioranza dei pazienti con dentizione per-
manente risultano autonomi nell’igiene orale
giornaliera, la frequenza risulta essere equa-
mente distribuita tra le risposte 1 volta al gior-
no, raramente, mai; solo una persona ha rispo-
sto con almeno 2 volte al giorno. Gli strumenti
utilizzati sono per il 68% lo spazzolino manuale
mentre i pazienti restanti non utilizzano alcuno
strumento. Nessuno di questi utilizza strumenti
ausiliari di igiene come lo scovolino, il filo in-
terdentale, il superfloss.
Si sottopongono a controlli odontoiatrici solo il
12% dei pazienti intervistati con dentizione per-
manente.
Per quanto riguarda poi il rapporto fra situazio-
ne nutrizionale e condizione odontoiatrica, la
distribuzione degli score nutrizionali (MNA) e
del BMI non mostra delle chiare differenze a se-
conda della condizione dentato/edentulo con
protesi e edentulo non portatore di protesi; ciò
potrebbe essere giustificato dal fatto che la per-
centuale di portatori di denti è molto bassa e an-
che all’interno di questa categoria il numero dei
denti è così esiguo da essere molto distante dal
numero minimo di denti che possano giustifica-
re una “sufficiente” funzione masticatoria stima-
ti in 20 e più 24, mentre valori di denti residui in-
feriori si accompagnano ad una maggiore inci-
denza di sottopeso e paradossalmente di obe-
sità. Quest’ultimo dato appare ancora più strano
dal momento che i pazienti dentati assumono
quantitativi statisticamente superiori di fibra,
verdura, beta carotene e vitamina C rispetto agli
edentuli portatori di protesi parziale o totale 25.
Conclusioni
Da uno studio su 70 residenti in una RSA del
Trentino emerge una situazione orale piuttosto
preoccupante che non può non condizionare an-
che l’aspetto dietologico anche se i rapporti sta-
to dentale-stato nutrizionale sono difficili da tra-
sformare in entità statisticamente raffrontabili.
Da ciò emerge con grande urgenza la necessità
che sia all’ingresso in RSA che nel monitoraggio
periodico si abbia una valutazione specialistica
da parte di una igienista dentale che possa valu-
tare la situazione e porre in atto provvedimenti
in modo tempestivo alle situazioni che lo per-
mettono.
VALUTAZIONE ORALE DEI RESIDENTI IN RSA 79
Obiettivo. Valutare stato orale e nutrizionale in
residenti in RSA e le loro relazioni e la possibile
utilità di un igienista dentale al suo interno.
Metodi. Lo studio ha riguardato 70 (50 F, 20 M)
residenti nella RSA di Nomi (prov. TN), se-
lezionati in modo randomizzato, sui quali è stato
praticato lo score nutrizionale Mini Nutritional
Assessment; sono poi stati ricercati i pazienti den-
tati (Gruppo A), gli edentuli senza protesi (Grup-
po B), gli edentuli protesizzati (Gruppo C) e sono
state valutate alcune loro caratteristiche odon-
toiatriche e nutrizionali e eventuali relazioni fra
nutrizione e dentizione.
Risultati. Lo score Mini Nutritional Assessment
ha permesso di riscontrare il 27,1% di malnutriti,
il 55,7% di residenti a rischio nutrizionale, e solo
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il 17,1% di normonutriti. I soggetti sono stati
suddivisi a seconda della loro situazione dentaria
in 3 gruppi: Gruppo A (n = 25), dei residenti con
dei denti propri, Gruppo B soggetti edentuli non
protesizzati (n = 14), Gruppo C edentuli protesiz-
zati (n = 21). Il gruppo A ha presentato un nu-
mero medio di denti residui di 6,04 ± 6,17, dei
quali mediamente integri 0,7 ± 3,4 con una % di
placca e di tartaro rispettivamente 72,7 ± 16,7 e
rispettivamente del 74,3 ± 15,7%. Nel gruppo B il
DFMT è risultato ovviamente 28 ± 0.
Il gruppo C non riguardava alcun caso di protesi
parziale, ma nel 12% era presente una protesi su-
periore, nell’80% una protesi inferiore ed inferi-
ore, solo nel 6% una protesi inferiore. Nel 70%
dei casi la protesi è risultata incongrua e pertan-
to spesso utilizzata solo durante il pasto. I prote-
sizzati hanno dimostrato una % di placca e di tar-
taro rispettivamente 71,6 ± 17,4 e rispettiva-
mente del 63,3 ± 17,2%.
Conclusioni. La situazione nutrizionale e den-
taria in RSA presenta una realtà non tranquilliz-
zante; anche se è intuitivo che una cattiva con-
dizione dei denti porti a delle difficoltà nell’ali-
mentazione, non si è potuto dimostrare un rap-
porto diretto e significativo fra alterata den-
tizione e stato nutrizionale. Ne consegue tuttavia
l’importanza della figura dell’igienista dentale al-
l’interno della RSA e del suo ruolo insostituibile
nel monitoraggio della situazione orale che si sti-
ma indispensabile all’ingresso del residente in
RSA e con frequenza almeno annuale.
Parole chiave: Mini Nutritional Assessment
(MNA) • Valutazione orale • Stato nutrizionale •
Residenze Sanitarie Assistite
C. PEDROLLI, F. RIZZI
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Article
Background. Direct observation of care is an important data source for nursing home (NH) quality assessment, especially in light of evidence that chart information is inaccurate or incomplete for many daily care areas. The purpose of this study was to describe a standardized feeding assistance observational protocol that is designed for routine use by external (survey teams) and internal (licensed NH staff) quality assurance personnel to (i) maximize the amount Of useful information gained from relatively brief observational periods; (ii) provide specific rules of measurement, which allow for replication and valid comparisons between NHs; and (iii) provide specific scoring rules that allow defensible categorical statements to be made about feeding assistance care quality within the NH. Methods. Four feeding assistance care quality indicators (QIs) were defined and operationalized in this study for 302 long-term residents in 10 skilled NHs: (i) Staff ability to accurately identify residents with clinically significant low oral food and fluid intake during mealtime; (ii) Staff ability to provide feeding assistance to at-risk residents during mealtime; (iii) Staff ability to provide feeding assistance to residents identified by the Minimum Data Set as requiring staff assistance to eat; and (iv) Staff ability to provide a verbal prompt to residents who receive physical assistance at mealtimes. Results. There were significant differences between facilities for three of the four QIs. The proportion of participants in each facility where staff "failed" the QIs ranged as follows: (Quality Indicator i) 42% to 91%; (ii) 25% to 73%; (iii) 11% to 82%; and (iv) 0% to 100%. Conclusions. A standardized observational protocol can be used to accurately measure the quality of feeding assistance care in NHs. This protocol is replicable and shows significant differences between facilities with respect to accuracy of oral intake documentation and the adequacy and quality of feeding assistance during mealtimes.
Article
This study aimed to (1) record the plaque and gingival status on sound and carious approximal surfaces and (2) investigate whether the two parameters could predict approximal lesion progression. For this purpose two samples were selected among 18- to 25-year-old patients at the Dental Faculty in Copenhagen. Sample 1 consisted of 45 patients, each having an approximal posterior surface requiring operative treatment and a contralateral approximal space, where both surfaces were radiographically sound. Sample 2 consisted of 25 patients, each having a posterior approximal tooth surface with an enamel/initial dentinal lesion recorded on a bitewing. Plaque and gingival status were classified using 4-point ranked scales. The recordings were performed once on each participant in sample 1. The recordings in sample 2 were repeated 5 times during a 15-month period. In order to assess lesion progression in sample 2, two serial intraoral examinations were performed, i.e. at the beginning and end of the study. Less than 10% of the sound and carious surfaces were recorded as plaque-free, while about 40% had a thick or heavy plaque accumulation. No significant difference was observed between plaque scores on sound and carious surfaces (p = 0.5), in contrast to findings representing the gingival status (p 0.05). Similar analyses concerning gingival status showed that bleeding of the gingiva was related to cases with progressing caries. Analyses also disclosed no direct association between plaque and gingival status (Spearman correlation coefficient 0.39). Thus, the occurrence of plaque does not have the same predictive power as bleeding after probing in decision-making as to whether or not a lesion progresses.
Article
The Subjective Global Assessment, the Nutrition Risk Score and a Danish counterpart are simple screening methods to detect patients at risk of nutrition-related complications. The cut-off points used in the screening are a body mass index (BMI) less than 20 kg/m2 (18. 5 kg/m2 in the Danish version) and weight loss more than 5% during the last 1-6 months - regardless of age. This review of the literature indicates that the optimal range of BMI for elderly people is increasing from 20 to 25 kg/m2 to 24-29 kg/m2. It also suggests that a clinically significant weight loss for the elderly is around 5% annually, less than in younger age groups. And finally, even though intervention studies have shown an overall positive effect of nutritional support of the elderly patients, there seems to be a high percentage of the old, especially those initially malnourished, who will not benefit from the support. The conclusion is that other cut-off points should be used for the elderly (65+ years) patients, i.e. BMI less than 24 kg/m2 or any degree of weight loss. This means that nutritional support will be initiated in time to reduce the nutrition related complications.
Article
Changes in bone structure as a function of age have been studied by simple inspection, x-ray imaging, stereo-photography, deep field optical microscopy, circularly polarised light microscopy, and scanning electron microscopy (SEM), including both topographic and compositional backscattered electron (BSE) imaging modes. The study of bone as a three-dimensional object, rather than in thin sections, enables us to envisage modelling and remodelling processes in context. The study of ultra-flat block surfaces permits the acquisition of data from an effectively very thin layer in the block face, and to examine bone as a spectrum of tissue types varying in the degree of mineralisation. Particular attention has been paid in our earlier studies to the iliac crest, lumbar vertebral bodies, femoral mid-shaft, neck and head and parietal and frontal skull bones. Recently, we have compared findings from these sites with observations on the mandible. We conclude, from our new imaging data, that common generalisations about the changes in bone in ageing and osteoporosis are too simplified, and that the mandible differs sufficiently from post-cranial skeletal sites that it would be unwise to extrapolate from findings in the jaw to the circumstances elsewhere.
Article
The combined influence of age-associated factors such as general health, degree of dependency, diminished odor perception, and poor oral health on the risk for malnutrition was explored. A total of 81 persons living in retirement homes took part in the study (mean age 83.4 years, SD = 6.6, range 61-98). The Mini-Nutritional Assessment (MNA) was used to evaluate the risk of malnutrition. Odor perception was measured by the detection threshold for isoamylacetate. The number of drugs taken by each person was counted. General health status was determined by the Medical Outcome Study (MOS) scores. Oral examinations were carried out to count the number of natural teeth and type of dentures. On average, women had slightly, but significantly, lower MNA scores than men (respectively, 23.4, SD = 2.8; and 24.6, SD = 2.6; p = .048). The correlations between age and MNA score and between odor perception and MNA score were not significant. Significant correlations were found between age and number of natural teeth (r = -.26, p = .001) and between MNA score and number of natural teeth (r = .27, p = .001). The mean MNA score of complete denture wearers (22.8, SD = 2.9) was significantly lower than that of partial denture wearers (25.8, SD = 2.9; p = .0005). The total MOS and MNA scores were not correlated, but a significant correlation was found with the subscales mental functioning (r = .29, p = .003), social functioning (r = . 19, p = .045), and perceived health (r = .19, p = .047). No relation was found between the activities of daily living (ADL) and MNA scores. A significant negative correlation was observed between number of drugs taken and the MNA score (r = -.34, p = .001). When participants without risk of malnutrition (MNA > or = 24) were compared with those at risk (MNA = 17-23.5), again, the number of drugs taken was significantly different (on average, respectively, 4.5, SD = 2.9; and 7.0, SD = 2.6; p < .0005). Using multiple regression to test the separate effects of the different independent variables, the number of drugs taken showed a significant negative regression coefficient (beta = -.31, p = .008), as did the mental health score (beta = .27, p =.02), giving a total R2 = .32. The other parameters did not contribute significantly. Among the elderly in retirement homes, the health state (as measured by the MOS subscale mental health and by the medication use) appears to be the most clinically relevant parameter to explain the risk for malnutrition. Loss of natural teeth and perceived health are less independently contributing, whereas no contribution derives from decline of odor perception, degree of dependency, and age itself.
Article
Attempts to construct an index of oral health or disorder suitable for older adults have been limited in clinical scope or based on the judgement of very few individuals. Consequently, we present here a multidimensional index of Clinical Oral Disorder in Elders (CODE) based on a breadth of clinical measures relevant to elders. The data for the index are derived from a clinical examination of jaw function, dentures, mucosa, teeth, and periodontium. Weighting or ranking for each disorder within the context of an elderly person was established as mild, moderate or severe by experienced dental clinicians and dental hygienists. Subsequently, the index was constructed by transforming the weights into a numerical value for each clinical measure. Individual scores can relate to the heaviest weight identified during the examination or to the sum of the weights assigned throughout the examination, and the average score during a series of examinations will reflect the clinical status of a particular population. Clinical applications in elderly residential-care populations indicate that the index can be constructed efficiently and with reasonable reliability. We suggest, therefore, that the CODE index is suitable for descriptive and comparative research by providing a clinical format for measuring oral disorder in disabled elders, and, when combined with a psychosocial index, it should be very comprehensive indicator of oral dysfunction in older adults.
Article
To assess the relationship between self-perceived change in oral health status and the provision of dental treatment in an older adult population. A longitudinal study with data collection at baseline and after three years. Information on change in oral health was obtained by interviews with study subjects and information on dental treatment over three years was obtained from subjects' dentists. Nine hundred and seven subjects took part at baseline and 611 at follow-up. Of the latter, 495 reported at least one dental visit during the three-year observation period and dental treatment information was available for 408. Outcome measures Global transition judgements and change scores derived from four oral health indexes were used to assess change in oral health status. Over the three-year period, one-tenth of subjects reported that their oral health had improved and one-fifth that it had deteriorated. Those who improved made significantly more dental visits and received significantly more dental services that those who deteriorated or did not change (P<0.0001). They also received a broader range of diagnostic, preventive and therapeutic services. The association between change and dental service provision remained after controlling for other potential determinants of oral health. The study suggests that improvements in the oral health of older adults depend upon access to comprehensive dental treatments which can address fully their clinical and self-perceived needs.