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Origine, introduzione e grado di naturalizzazione di nove nuove specie vegetali per la Svizzera

Authors:
  • Museo cantonale di storia naturale

Abstract and Figures

Riassunto: Sono presentate le note floristiche relative a nove nuove specie vegetali per la Svizzera rilevate in ambienti antropizzati e disturbati a bassa altitudine nel Ticino meridionale, tra il 2012 e il 2014. Crassula tillaea, elemento submediterraneo-subatlantico, Galium murale, elemento mediterraneo, e le neofite extraeuropee Chenopodium pumilio, Cotula australis, Cyperus lupulinus subsp. macilentus, Eleocharis obtusa, Hydrocotyle sibthorpioides, Mollugo verticillata e Dichondra micrantha, le ultime due potenzialmente invasive: la prima possibilmente pregiudicante la vegetazione alluvionale e la seconda infestante in prati artificiali. Parole chiave: rilevamento precoce, neofite, ambienti disturbati, flora urbana, specie invasive, specie avventizie, flora dei selciati Origin, introduction and naturalisation status of nine plant species new to Switzerland Abstract: Floristic notes concerning nine new species to Switzerland are presented. The plants were discovered in anthropogenic and disturbed habitats in the lowlands of southern Ticino, Switzerland, between 2012 and 2014. Crassula tillaea, asubmediterranean-subatlantic element, Galium murale, a mediterranean element, and the neophytes Chenopodium pumilio, Cotula australis, Cyperus lupulinus subsp. macilentus, Eleocharis obtusa, Hydrocotyle sibthorpioides, Mollugo verticillata and Dichondra micrantha, the latter two potentially invasive: the first by replacing native alluvial flora and the second as a noxious weed in lawns. Keywords: early detection, neophytes, urban flora, invasive species, adventive species, pavement flora, synanthropic species
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27Bollettino della Società ticinese di scienze naturali - 103, 2015, pp. 27-36 (ISSN 0379-1254)
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David Frey
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: Sono presentate le note oristiche relative a nove nuove specie vegetali per la Svizzera rilevate in ambienti antropiz-
zati e disturbati a bassa altitudine nel Ticino meridionale, tra il 2012 e il 2014. Crassula tillaea, elemento submediterraneo-sub-
atlantico, Galium murale, elemento mediterraneo, e le neote extraeuropee Chenopodium pumilio, Cotula australis, Cyperus lupulinus
subsp. macilentus, Eleocharis obtusa, Hydrocotyle sibthorpioides, Mollugo verticillata e Dichondra micrantha, le ultime due potenzialmente
invasive: la prima possibilmente pregiudicante la vegetazione alluvionale e la seconda infestante in prati articiali.
 rilevamento precoce, neote, ambienti disturbati, ora urbana, specie invasive, specie avventizie, ora dei
selciati

: Floristic notes concerning nine new species to Switzerland are presented. The plants were discovered in anthro-
pogenic and disturbed habitats in the lowlands of southern Ticino, Switzerland, between 2012 and 2014. Crassula tillaea, a
submediterranean-subatlantic element, Galium murale, a mediterranean element, and the neophytes Chenopodium pumilio, Cotula
australis, Cyperus lupulinus subsp. macilentus, Eleocharis obtusa, Hydrocotyle sibthorpioides, Mollugo verticillata and Dichondra micrantha, the
latter two potentially invasive: the rst by replacing native alluvial ora and the second as a noxious weed in lawns.
Keywords: early detection, neophytes, urban ora, invasive species, adventive species, pavement ora, synanthropic species
INTRODUZIONE
Il fenomeno dell’introduzione accidentale di piante eso-
tiche attraverso l’attività umana suscita l’interesse degli
scienziati da molto tempo (p. es. De Candolle, 1855;
Darwin, 1859). In Europa, in seguito all’incremento
del commercio e all’estensione delle vie di comunica-
zione, questo fenomeno ha subito un’accelerazione a
partire della seconda metà del XIX secolo (Lambdon
et al., 2008) conducendo numerosi botanici a investiga-
re questi nuovi arrivi esotici (Trepl, 1990). In Svizzera il
botanico Albert Thellung (1881-1928) fu pioniere del-
la ricerca sulle piante non indigene (Kowarik &
Pyšek,
2012). L’importanza del tema sarà invece riconosciuta
più ampiamente soltanto mezzo secolo dopo, grazie
al lavoro dell’ecologo inglese Charles Elton, che per
primo individua l’importanza globale e le conseguenze
dell’introduzione di organismi esotici (Elton, 1958). In-
fatti una piccola parte delle specie esotiche può svilup-
pare un carattere invasivo, inuendo negativamente
sulle funzioni degli ecosistemi e sulla sopravvivenza di
specie indigene, o causando danni economici e alla sa-
lute (
Pyšek
& Richardson, 2010). È riconosciuto che le
specie invasive sono un’importante causa della perdita
di biodiversità su scala mondiale (Millennium Ecosy-
stem Assessment, 2005).
Il rilevamento precoce di specie potenzialmente dan-
nose è quindi di massima importanza. Prevedere l’in-
vasività di una specie particolare generalizzando i tratti
biologici e funzionali di specie invasive conosciute, si è
tuttavia rivelato essere assai difcile, perché un’invasio-
ne non dipende soltanto dalla specie, ma anche dall’ha-
bitat o dalla comunità biologica invasa (Richardson &
Pyšek
, 2006;
Pyšek
& Richardson, 2007). Malgrado
ciò, per valutare nella pratica un possibile futuro impat-
to di una specie di recente introduzione, si è dimostra-
to molto utile esaminarne determinate caratteristiche:
origine biogeograca, tempistica e modalità d’intro-
duzione, invasività in altre regioni, caratteristiche as-
sociate all’invasione (per esempio il tasso di crescita
o la produttività di semi), habitat compatibili e grado
di naturalizzazione (Rejmánek, 2000; van Kleunen et
al., 2010). In tal senso schede descrittive e check-list di
specie esotiche rappresentano strumenti efcienti per
il loro riconoscimento e una loro eventuale gestione
(
Pyšek
et al., 2004). Lavori di questo tipo sono stati
pubblicati in Ticino da Schoenenberger et al. (2011,
2014) e in Italia da Celesti-Grapow et al. (2009) e da
Ban & Galasso (2010).
In questo articolo sono presentati i dati relativi al rileva-
mento in Ticino di nove specie vegetali spontanee e nuo-
ve per la Svizzera con le corrispondenti note oristiche.
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MATERIALE E METODI
I ritrovamenti delle specie presentate scaturiscono da
prospezioni oristiche effettuate tra il 2012 e il 2014 nel
Locarnese e nel Sottoceneri (Cantone Ticino, Svizze-
ra). Le specie sono state rinvenute casualmente grazie
all’abitudine degli autori di osservare la ora con atten-
zione in qualsiasi situazione.
Consultando la banca dati di Info Flora nell’ambito
della stesura di questo articolo, abbiamo costatato che
alcune specie erano già state segnalate prima in Sviz-
zera. Queste informazioni sono quindi state integrate
nella discussione.
Le dimensioni delle popolazioni sono state determinate
attraverso il conteggio degli individui (per le popolazio-
ni piccole di <50 individui) e stimate per le popolazioni
di grandi dimensioni. La stima si basa sul conteggio
degli individui presenti in una supercie parziale e rap-
presentativa a livello di densità della popolazione, mol-
tiplicata per la supercie totale occupata dalla specie in
questione. Per le specie clonali tappezzanti è data una
stima dell’area totale occupata.
Le specie sono state identicate grazie alle ore dei pa-
esi limitro, alla ora dell’America del Nord (Flora of
North America Editorial Committee [FNA], 1993), o
all’aiuto di specialisti dei singoli gruppi (si veda il capi-
tolo dei ringraziamenti a tal proposito).
Sono stati raccolti e depositati dei campioni nell’erba-
rio del Museo cantonale di storia naturale (codice in-
ternazionale: LUG). La nomenclatura segue (in ordine
d’importanza): l’indice sinonimico della ora svizzera
(Aeschimann & Heitz, 2005), Ban & Galasso (2010) e
Pignatti (1982).
Le note relative alle singole specie sono presentate ri-
spettando il seguente ordine: genere, specie, nome ver-
nacolare, sinonimi, comune, toponimo e data del ritro-
vamento, numero di individui (ind.) o superci totale
occupata, coordinate svizzere della stazione, altitudine
e numero del campione essiccato depositato in erbario.
Seguono la descrizione morfologica, l’origine geogra-
ca, il tempo, la modalità d’introduzione e l’ecologia
delle specie.
RISULTATI E DISCUSSIONE
Chenopodium pumilio
farinello minore
Ambrina pumilio Moq., Blitum glandulosum Moq., Blitum
pumilio (R. Br.) C.A. Mey, Chenopodium glandulosum
(Moq.) F. Muell, Dysphania pumilio (R. Br.) Mosyakin
& Clemants, Teloxys pumilio (R. Br.) W.A. Weber. Da
notare che non si distingue sempre tra C. pumilio e C.
carinatum (Lhotská & Hejný, 1979). Il nome attualmente
accettato è Dysphania pumilio (R. Br.) Mosyakin & Cle-
mants, un taxon non ancora seguito dall’indice sinoni-
mico della ora svizzera (Aeschimann & Heitz, 2005).
Locarno, Piazza Grande, lastricati stradali, 20.06.2013,
>100 ind. E 704’804, N 114’032; 199 m. LUG 20020
e 20058.
È una terota (annuale) che raggiunge 40 cm, con un
portamento generalmente prostrato (g. 1).
Figura 1: Chenopodium pumilio nei selciati di Piazza Grande, Lo-
carno.
I numerosi fusti sono ricoperti di peli pluricellulari e
peli ghiandolari sessili, che conferiscono alle piante un
odore aromatico e le rendono appiccicose. Le foglie
lanceolate e sinuate hanno 3-4 lobi per lato e non su-
perano i 3 cm di lunghezza e gli 1.5 cm di larghezza.
Le inorescenze sono costituite da numerosi glomeruli
sessili, situati nelle ascelle delle foglie.
È molto simile a Chenopodium botrys L., con la quale è
spesso confusa. Quest’ultima si distingue per le foglie
più grandi (1-2.5 x 2-4 cm), da lirate-sinuate a pennati-
de, con 4-6 lobi per lato.
Specie originaria dell’Australia, dove è una delle pian-
te infestanti più diffuse nelle colture agricole della co-
siddetta Wheatbelt («cintura del frumento»), regione
dell’Australia Occidentale caratterizzata da un clima
mediterraneo (Wilson, 1984; Michael et al., 2010). È
naturalizzata in gran parte d’Europa (Uotila, 2011), in
America del Nord (USDA, NRCS, 2014), in Africa del
Sud (African Plants Database, 2014) ed è anche stata
segnalata in Giappone (Iwatsuki et al., 1993) e in Iran
(Rahminiejad et al., 2004).
La sua introduzione in Europa risale al XIX secolo e
avvenne con l’importazione della lana australiana. In
effetti, i primi luoghi di ritrovamenti in Europa sono
legati a lanici (Lhotská & Hejný, 1979). In Svizzera
è stata trovata per la prima volta nel 1907 presso la
“Kammgarnfabrik” (fabbrica di latura della lana) di
Derendingen (SO) (Hegi, 1906-1931), dove formava
pochi popolamenti efmeri. Non fu quindi annovera-
ta nelle ore, come d’altronde fu il caso per altre spe-
cie di Chenopodium (Hess et al., 1976). A partire dagli
anni 1990 si moltiplicano le segnalazioni dei luoghi
di ritrovamento in Svizzera e, attualmente, la specie è
D. Frey et al.: Origine, introduzione e grado di naturalizzazione di nove nuove specie vegetali per la Svizzera
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naturalizzata a Basilea (dal 1990), Ginevra (dal 1995),
Lucerna (dal 2005), Locarno (dal 2009) e Lutry (2011)
dove colonizza luoghi calpestati, lastricati stradali e par-
cheggi (Info Flora, 2014).
Si diffonde grazie alle attività umane, in particolare al
trafco veicolare che trasporta piante intere, frutti e
semi (Lhotská & Hejný, 1979).
Cotula australis 
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Anacyclus australis Sieber ex Spreng., Cotula venosa Colen-
so, Cotula villosa DC., Cotula multida DC., Lancisia aus-
tralis (Sieber ex Spreng.) Rydb., Soliva tenella A. Cunn.
Muralto, lungolago, su suolo nudo sotto gli alberi or-
namentali, 28.04.2012, 200 ind. E 705’405, N 114’267;
196 m. LUG 20062.
È una terota alta no a 20 cm, villosa-cenerina, muni-
ta di fusti eretti o decombenti (Fig 2).
Figura 2: Cotula australis sul lungolago di Muralto.
Le foglie sono alterne, misurano (1-)2-3(-6) cm e hanno
una lamina divisa, con incisioni profonde 1/2-4/5 della
semilamina. Il capolino è terminale o ascellare, lunga-
mente peduncolato e ha un diametro di 4-5 mm. L’in-
volucro è composto da 2-3 serie di brattee involucrali.
I ori sono tutti tubulosi e di colore biancastro-giallo.
Gli esterni sono femminili e privi di corolla, mentre
gli interni sono ermafroditi o funzionalmente maschili.
L’achenio prodotto dal ore femminile è compresso,
più o meno alato e largo 1-1.2 mm; quello prodotto
dal ore ermafrodito è privo di ali e largo 0.8-1 mm. Il
pappo è assente.
Originaria delle zone mediterranee e temperate del-
la Nuova Zelanda e dell’Australia, è naturalizzata in
America del Nord, Centrale e Sud (FNA, 1993) e in
Africa del Sud (incluso Madagascar) (African Plants
Database, 2014). In Europa è naturalizzata nell’area
mediterranea ed è avventizia (con presenza casuale ed
efmera) più a nord (Greuter, 2006).
In Europa si è naturalizzata dapprima in Portogallo
(Tutin et al., 1990-1992), ma era già nota in preceden-
za come pianta esotica legata ai lanici. Infatti, come
nel caso di Chenopodium pumilio, è stata rilevata per la
prima volta in Svizzera sui depositi di residui di lana
[“Kompost der Kammgarnfabrik”] della landa di De-
rendingen (SO) nel 1907 (Hegi, 1906-1931).
Colonizza habitat antropogenici e disturbati come luo-
ghi ruderali, selciati, tappeti erbosi e aiuole (Ban &
Galasso, 2010), preferendo un ambiente piuttosto umi-
do (Parsons & Cuthbertson, 2001).
Crassula tillaea

Crassula muscosa (L.) Roth, Tillaea muscosa L.
Caslano, selciati al lago, 10.04.2014, >200 ind. E
712’020, N 91’987; 272 m. LUG 20025 e 20026.
È una terota con un ciclo di vita breve, munita di fu-
sto ramicato, prostrato o ascendente, alto 1-5 cm (g.
3). Su suoli secchi la pianta si colora spesso di rosso
durante lo sviluppo. Le foglie succulenti sono ovato-
lanceolate, lunghe ca. 2 mm, acute e ravvicinate. I ori,
che sono di solito trimeri, si trovano raggruppati a 2-4
in glomeruli ascellari e sono guarniti di petali bianchi o
rosei, lunghi ca. 1 mm.
Figura 3: Crassula tillaea nelle pavimentazioni di Caslano.
Neota di origine mediterranea, è diffusa anche in tutta
la fascia atlantica dell’Europa, dal Portogallo alla Scozia
(Tutin et al., 1990-1992), dove non è chiaro se è nativa
oppure naturalizzata (Marhold, 2011; DAISIE, 2014).
Popolazioni isolate, estinte al giorno d’oggi, esistevano
nell’Ottocento in Germania, dove la pianta cresceva
in alcune brughiere e in campi sabbiosi (Hegi, 1906-
1931). Tuttavia è conosciuta una singola popolazione
presso Karlsruhe, che rappresenta verosimilmente l’u-
nica stazione della Germania meridionale. Si è espansa
in Gran Bretagna negli ultimi decenni, probabilmente
favorita dalle attività umane (Preston et al., 2002).
Colonizza luoghi calpestati come strade non asfaltate e
selciati e sembra diffondersi con il trafco motorizzato.
Infatti è frequente su posteggi di roulotte in Inghilterra
D. Frey et al.: Origine, introduzione e grado di naturalizzazione di nove nuove specie vegetali per la Svizzera
30 Bollettino della Società ticinese di scienze naturali - 103, 2015, pp. 27-36 (ISSN 0379-1254)
(Preston et al., 2002). Analogamente, in Svizzera, è sta-
ta rilevata per la prima volta nel 2013 in un campeggio
a Ginevra (Info Flora, 2014). La seconda popolazione
nota in Svizzera, scoperta nel 2014 (sopraccitato), si
trova a Caslano.
Crassula tillaea è anche naturalizzata lungo la costa paci-
ca dell’America del Nord, dove localmente è comune.
Attualmente si sta espandendo verso nord. L’espansio-
ne sembra però non avere un impatto negativo sull’am-
biente (FNA, 1993).
Cyperus lupulinus  macilentus 

Cyperus bushii Britton, Cyperus liculmis var. macilentus Fer-
nald, Cyperus macilentus (Fernald) E.P.Bicknell, Mariscus
cyperiformis (Muhl.) Torr., Mariscus glomeratus W.Barton,
Scirpus cyperiformis Muhl.
Tegna, bordo del sentiero che costeggia la Melezza,
11.07.2014, >200 ind. E 700’436, N 115’428; 234 m.
LUG 20069-20072.
È una pianta erbacea graminoide perenne alta (3-)10-
50 cm, cespitosa (g. 4). Il fusto è sottile, trigono, gla-
bro e largo 0.5-1.2 mm sotto l’apice, ispessito alla base
in un rizoma globoso. Le foglie sono lunghe 5-40 cm e
larghe 1-3.5 mm. Le spighe sono riunite in glomeruli
densi, sferici-ovoidali.
Figura 4: Cyperus lupulinus subsp. macilentus a Tegna.
I glomeruli sono larghi 1.2-3.5 cm e circondati da 2-4
brattee lunghe 6-25 cm, orizzontali o riesse. Raramen-
te sono presenti da 1 a 4 rami che portano ognuno un
glomerulo. Le spighe sono composte da 3-7 ori mu-
niti di 3 stigmi. Le glume aristate sono lunghe 1.8-2.5
mm, di colore grigio chiaro a marrone verdastro, con
3-5 nervature laterali. Il frutto (achenio) misura 1.5-1.8
x 0.6-0.8 mm (Marcks, 1974).
Cyperus lupulinus subsp. macilentus è una pianta ruderale
di origine nordamericana, dove è ampiamente diffusa
nel nord-ovest e colonizza suoli leggeri nudi (FNA,
1993). All’interno del genere Cyperus L., fa parte della
sezione tassonomicamente complessa Laxiglumi C.B.
Clarke. In origine infatti, Cyperus lupulinus era incluso in
un altro taxon, Cyperus liculmis Vahl., ed è riconosciuto
da poco come specie a sé stante. Si riconoscono due
sottospecie, la subsp. lupulinus e la subsp. macilentus, che
sono morfologicamente ben distinte e che hanno una
distribuzione diversa nella loro area d’origine. Una del-
le caratteristiche che distingue la sottospecie lupulinus è
il maggior numero di ori (6-22) per spiga (Marcks,
1972, 1974; FNA, 1993).
La scoperta di Cyperus lupulinus subsp. macilentus a Te -
gna è notevole perché, secondo le nostre conoscenze,
non esistono segnalazioni di popolazioni recenti in
Europa. Fu segnalata soltanto in Tirolo, Austria, alla
ne dell’Ottocento (Walter et al., 2002). Ora estinta,
vi cresceva spontaneamente in un solo luogo, presso
un sedime ferroviario. È però probabile che fosse più
diffusa poiché all’epoca non veniva distinta da C. li-
culmis. Pianta avventizia, C. liculmis fu trovata a Basi-
lea sul terrapieno della ferrovia ed era anche segnalata
in Olanda tra il 1897 and 1922 (Thellung, 1919; F.
Verloove, com. pers.). La sua introduzione in Europa
potrebbe essere avvenuta accidentalmente con cereali
americani (Thellung, 1919), l’ulteriore diffusione sem-
bra avvenire tramite la ferrovia. Cyperus lupulinus s.str.,
invece, è stata trovata in uno scalo merci ferroviario
nella Provinca di Torino per la prima volta nel 2009
(Verloove & Soldano, 2011).
Attualmente Cyperus lupulinus subsp. macilentus è una
presenza avventizia in Ticino (e in Svizzera). Benché si-
ano stati osservati numerosi individui fertili, e la popo-
lazione sembri in crescita e in procinto di naturalizzarsi,
il rischio d’estinzione locale rimane ancora elevato per
via dell’unicità della stazione.
Dichondra micrantha
dicondra
Dichondra repens var. micrantha (Urb.) Lu [da notare: D.
micrantha è spesso erroneamente determinata come D.
repens s.str.].
Lugano, prato presso il parcheggio dell’Ospedale Italia-
no, 18.07.2013. E 717’932, N 96’555 [stazione distrutta
nel 2014]; 280 m. Lugano, tappeto erboso e zone cal-
pestate davanti all’Università di Lugano, 20.10.2013,
ca. 6 m2. E 717’797, N 96’623; 280 m. LUG 20060,
20061 e 20067.
È una pianta perenne, strisciante e tappezzante, con
fusti lunghi no a 50 cm radicanti ai nodi (g. 5). La
lamina delle foglie è orbicolare a reniforme, dal dia-
metro di 5-30 mm, e caratterizzata da una pubescenza
appressata. I ori solitari sono inseriti nelle ascelle delle
foglie. La corolla biancastro-verdognola è incisa con 5
lobi eretti, lunghi di 2-2.5 mm.
Originaria dei Caraibi e della parte subtropicale dell’A-
merica del Nord, è stata diffusa dall’uomo lungo le
rotte commerciali marittime tra l’America e l’Asia ed è
anche naturalizzata in diversi paesi africani (Lawalrée,
1970; Austin, 1998). Le ripetute introduzioni delibera-
te e involontarie hanno reso difcile l’identicazione
esatta della sua area d’origine (Austin, 1998).
In Cina è usata come pianta medicinale (Wu Zheng-Yi
& Raven P.H., 1994). Nel giardinaggio in regioni tro-
picali e subtropicali, viene usata in sostituzione del tap-
peto erboso perché è di facile manutenzione (Huxley,
1992). È stato sperimentato con successo il suo uso
come copertura del suolo nei frutteti, perché impedi-
sce la crescita di piante indesiderate (Harrington et al.,
D. Frey et al.: Origine, introduzione e grado di naturalizzazione di nove nuove specie vegetali per la Svizzera
31Bollettino della Società ticinese di scienze naturali - 103, 2015, pp. 27-36 (ISSN 0379-1254)
1999). È anche diffusa accidentalmente con le semenze
di graminacee per i tappeti erbosi (Lawalrée, 1970).
In Europa, è naturalizzata nell’area mediterranea e so-
prattutto in diverse isole (Azzorre, Madeira, Isole Ca-
narie, Creta, Kos) (Bergmeier, 2007; DAISIE, 2014).
Grazie alla vigorosa crescita vegetativa colonizza luo-
ghi calpestati, tappeti erbosi, giunture nelle pavimen-
tazioni e suoli sabbiosi nudi (Tutin et al., 1990-1992).
Curiosamente, la sua capacità di naturalizzarsi è nota
già da più di 200 anni: Swartz, nel 1797, infatti scrisse:
«cultura etiam magia nitentiora evadunt» (coltivata e
scappata con successo) (Austin, 1998).
In Svizzera è presente esclusivamente a sud ed è sta-
ta rilevata sulle Isole di Brissago (nel 2006), a Melide
(alla Swiss Miniature nel 2009), a Lugano (nel 2010)
e in vari posti sul lungolago tra Locarno e Minusio
(nel 2011) (Info Flora, 2014). Può essere considerata
naturalizzata.
Da notare che sopporta temperature sotto lo zero ma
non tollera il gelo dell’apparato radicale e il calpestio
troppo intenso (Huxley, 1992). Cresce spesso insieme
a Oxalis corniculata, a Cynodon dactylon e ad altre neo-
te termole caratteristiche dei luoghi calpestati aridi.
A differenza di queste ultime è maggiormente igrola
(Huxley, 1992). La sua naturalizzazione al di fuori di
microclimi miti e umidi sembra perciò poco probabile.
Eleocharis obtusa

Scirpus obtusus Willd. Trichophyllum obtusum (Willd.)
House.
Novazzano, Torazzo, 29.08.2002, depressione tempo-
raneamente inondata, <10 ind. E 720’884, N 77’741;
255 m [inizialmente identicata come E. ovata. Stazione
oggigiorno occupata da una fabbrica]. Bioggio, fossato
al bordo di un campo e parte più umida del campo,
21.05.2014, >1000 ind. E 714’498, N 97’083; 282 m.
LUG 20102, 20016, 20023 e 20024.
È una terota dall’aspetto graminoide, alta 30-60 cm,
che forma cespi composti da numerosi fusti sottili ter-
minanti all’apice in una spiga ovoidale, di colore bruno
chiaro, lunga 8-15 mm (g. 6). Le foglie sono ridotte
alla sola guaina basale. Le glume arrotondate racchiu-
dono ciascuna un ovario involucrato da 4-8 setole, che
a maturità superano di 1.3-1.5 volte la lunghezza dell’a-
chenio.
Figura 6: Eleocharis obtusa in una palude nel New England, USA
(foto: Arthur Haines).
Sopra quest’ultimo si trova uno stilopodio, che consiste
in un allargamento dello stilo nel punto di inserzione
sull’ovario. Lo stilopodio è, alla base, largo almeno i
3/4 dell’achenio e misura 0.5-0.9 mm (g. 7). Sono pre-
senti generalmente 3 stigmi, raramente 2.
Può essere confusa con Eleocharis atropurpurea (Retz.) J.
& C. Presl e soprattutto con E. ovata (Roth) Roem. &
Schult, che sono specie morfologicamente simili e che
crescono in ambienti comparabili. Tuttavia esse sono
più piccole in tutte le loro parti, si distinguono per la
presenza di 2 stigmi e per lo stilopodio che, alla base,
è largo non più della metà dell’achenio (Larson & Cat-
ling, 1996).
Originaria dell’America settentrionale, è stata segnalata
in Svizzera per la prima volta nel 1999 a Port-Valais
(VS), sul Lago Lemano, dove la sua presenza è attual-
mente confermata in diversi luoghi (Info Flora, 2014).
Nel 2014 è stata scoperta una popolazione a Bioggio
(TI) lungo un fossato temporaneamente inondato al
bordo di un campo di mais (sopraccitato).
Le popolazioni svizzere provengono, con tutta proba-
bilità, dall’Italia del Nord, dove la specie è presente da
almeno cinquant’anni. Introdotta con i risi americani
e naturalizzata nelle risaie, colonizza oggigiorno anche
le zone umide naturali (Ban & Galasso, 2010). Inizial-
mente confusa con E. ovata, è stata rilevata 2006 an-
che in Belgio in un’area militare (Lambinon & Mause,
2010). In Portogallo è considerata estinta (Tutin et al.,
1990-1992; DAISIE, 2014).
Nella sua area d’origine è molto diffusa e cresce lungo
Figura 5: Tappeto tto di Dichondra micrantha a Viganello.
D. Frey et al.: Origine, introduzione e grado di naturalizzazione di nove nuove specie vegetali per la Svizzera
32 Bollettino della Società ticinese di scienze naturali - 103, 2015, pp. 27-36 (ISSN 0379-1254)
le rive, le zone umide e in luoghi perturbati e tempora-
neamente inondati (FNA, 1993), e può essere infestan-
te nelle risaie (Seaman, 1983).
La sua introduzione in Svizzera potrebbe essere avve-
nuta tramite uccelli acquatici, visto che la popolazione
sulla riva del Lemano si trova all’interno di una riserva
ornitologica d’importanza internazionale (sito Ramsar
CH-05, Les Grangettes) (Ufcio Federale dell’ambien-
te, 2009). A più riprese sono state osservate delle ana-
tre su queste superci quando erano inondate, e anche
in uno studio effettuato negli Stati Uniti è stato dimo-
strato il trasporto di semi di questa specie da parte di
uccelli acquatici (Powers et al., 1978).
Galium murale

Aparinanthus muralis (L.) Fourr., Aparine minima All. ex
DC., Galium apsheronicum Pobed., Galium calvipes Pau,
Galium liforme (Aiton) Roem. & Schult., Galium fragile
Pourr. ex DC., Sherardia muralis L., Valantia liformis Ai-
ton, Valantia rupestris Lam.
Agno, bordo di strada nel campeggio TCS, 22.04.2014,
ca. 10 ind. E 713’936, N 94’848, 272 m. Erbario priva-
to A. Persico.
È una terota di 5-20 cm, con il fusto prostrato-ascen-
dente fortemente ramicato alla base e generalmente
privo di ramicazioni in alto (g. 8). Le foglie sono
oblanceolate, da pelose a glabrescenti, verticillate a 3-5
e misurano 0.8-2.5 x 4-10 mm. I ori sono solitari o
appaiati formando un’inorescenza sostenuta da un
peduncolo corto, ricurvo verso il basso dopo la oritu-
ra. La corolla giallastra ha un diametro di ca. 0.7 mm.
I frutti cilindrici sono muniti di peli uncinati che ne
fanno una specie zoocora.
È un elemento mediterraneo ampiamente diffuso tra
l’Europa del Sud-Ovest e il Mar Nero (Pignatti, 1982).
Specie tipicamente ruderale, cresce lungo strade e muri,
in luoghi incolti, su suolo nudo e arido, come anche nei
pascoli (Tutin et al., 1990-1992).
È stata introdotta accidentalmente e da parecchio tem-
po in altre regioni caratterizzate da un clima mediter-
raneo come la California (Robbins, 1940) e l’Australia
(Black, 1909), dove è ormai naturalizzata.
La sua presenza avventizia in Europa centrale è cono-
sciuta già dall’Ottocento, quando fu introdotta proba-
bilmente con la lana, ma senza che si sia naturalizza-
ta. Esistono segnalazioni dal Belgio (1902) (Verloove,
2006) e dalla Germania (Porto uviale del Reno di
Mannheim) (Hegi, 1906-1931). In Svizzera è stata tro-
vata per la prima volta a Losanna (1997) (Info Flora,
2014). In Ticino è segnalata nel 2014 a Locarno e Agno
(sopraccitato; Info Flora, 2014). La specie è avventizia,
probabilmente trasportata da un turista sotto le scarpe
o sugli pneumatici o da un animale. Una naturalizza-
zione è probabile.
Hydrocotyle sibthorpioides
soldinella delle Mascarene
Hydrocotyle japonica Makino, Hydrocotyle monticola Hook.f.,
Hydrocotyle nitidula A. Rich., Hydrocotyle rotundifolia Roxb.
ex DC., Hydrocotyle yabei Makino.
Muralto, lungolago, nel tappeto verde, 30.06.2014,
0.25 m2, E 705’550, N 114’238; 197 m. Muralto, lun-
golago, nel tappeto verde, 17.10.2014, ca. 0.33 m2, E
705’440, N 114’245; 197 m. LUG 20057.
È una minuta erba perenne, alta 10-30 mm, con fusti
striscianti e radicanti ai nodi. Le foglie sono suborbicu-
lari a reniformi, hanno un diametro che può raggiun-
gere 1 cm e hanno il margine crenato (con incisioni
arrotondate). L’inorescenza è un’ombrella composta
di 3-8(-10) ori con petali bianchi, portata su un lungo
peduncolo di ca. 2 cm. Il frutto consiste in una drupa
secca ellissoidale e fortemente compressa, munita di co-
ste laterali prominenti (Ban & Galasso, 2010) (g. 9).
Figura 7: Frutti maturi di Eleocharis obtusa. Lo stilopodio corri-
sponde a un allargamento dello stilo nel punto di inserzione
sull’ovario ed è, alla sua base, tipicamente largo almeno 3/4 del
frutto.
Figura 8: Galium murale nel centro abitato di Cortemaggiore, pro-
vincia di Piacenza, Italia (foto: Enrico Romani).
D. Frey et al.: Origine, introduzione e grado di naturalizzazione di nove nuove specie vegetali per la Svizzera
33Bollettino della Società ticinese di scienze naturali - 103, 2015, pp. 27-36 (ISSN 0379-1254)
Figura 9: Hydrocotyle sibthorpioides in un prato articiale a Muralto.
L’origine geograca di questa specie è incerta. Si tratta
presumibilmente di un elemento paleotropicale, prove-
niente dalla regione biogeograca che comprende le
zone tropicali tra l’Africa e l’Asia, dove è molto diffusa
(Wu Zheng-Yi & Raven P.H., 1994; African Plants Da-
tabase, 2014). Infatti la specie è stata descritta diverse
volte e la tassonomia è quindi complicata. Il nome vol-
gare, soldinella delle Mascarene, deriva dal fatto che
la descrizione accettata di questa specie da parte del
famoso scienziato Jean-Baptiste de Lamarck è basata
su piante provenienti dall’isola di Mauritius (Lamarck,
1789).
Usata come pianta tappezzante e d’acquario, è natu-
ralizzata nelle zone subtropicali dell’America del Nord
(USDA, NRCS, 2014).
In Europa non gura tra le piante ornamentali abitual-
mente coltivate (Cullen et al., 2011) ed è raramente
naturalizzata, verosimilmente a causa dei climi poco
adatti. È presente a Milano e a Pavia, dove è naturaliz-
zata in aiuole fresche, tappeti erbosi di cortili e giardini
interni, specialmente di vecchie ville in città. La sua
presenza a Milano è documentata dagli anni ’20 del se-
colo scorso, ma il modo d’introduzione è ignoto (Ban
& Galasso, 2010). Inoltre è stata trovata a Parigi, dove
cresce spontaneamente in un tappeto erboso nel Jardin
des Plantes (Longévialle, 1971).
In Svizzera è stata rilevata per la prima volta nel 2014
in un tappeto erboso sul lungolago di Muralto (soprac-
citato). È una specie termola e igrola che, in Europa
centrale, sembra incapace di affermarsi fuori dal micro-
clima caldo generato dalle infrastrutture urbane (Ban
& Galasso, 2010).
Mollugo verticillata

Mollugo arenaria Kunth, Mollugo axillaris Schlecht. ex
Rohrb. in Mart., Mollugo costata Y.T. Chang & C.F. Wei,
Mollugo dichotoma Schrank, Mollugo diffusa Willd. ex
Fenzl, Mollugo hoffmannseggiana Ser. in DC., Mollugo jun-
cea Fenzl, Mollugo schrankii Ser. ex DC., Mollugo spergulae-
folia Willd. ex Fenzl, Mollugo triphylla Schrank ex Steud.
Locarno, Piazza Grande, lastricati stradali, 20.06.2013,
>100 ind. E 704’804, N 114’0; 199 m. LUG 20063,
20064.
È una terota di 5-15 cm, con un fusto prostrato o
ascendente, ramicato e glabro (g. 10). Le foglie sono
verticillate a 3-5 e munite di una lamina lanceolata-
spatolata. Le foglie inferiori sono larghe 3-10 mm. I
piccoli ori, inseriti su pedicelli corti, sono riuniti in
ombrelle da 3-6 ori nelle ascelle delle foglie. I sepali,
verdi all’esterno e bianchi all’interno, sono caratterizza-
ti da un bordo membranoso (scarioso) e non superano
i 2.5 mm; i petali sono assenti. Possiede 5 stami e 3
stigmi. Il frutto è una capsula trivalve.
Figura 10: Mollugo verticillata nei selciati di Piazza Grande a Lo-
carno.
Il genere Mollugo comprende almeno 11 specie delle
zone tropicali e subtropicali (The Plant List, 2010).
Due specie sono presenti in Europa, compresa Mollugo
verticillata, che è originaria dell’America tropicale (FNA,
1993). Pianta ruderale dei luoghi perturbati, si è diffusa
verso l’America del Nord grazie all’uomo già in epoca
precolombiana (2500-3000 anni fa). Non possedendo
valore alimentare, rappresentava verosimilmente una
pianta diffusa involontariamente che cresceva intorno
alle abitazioni dei Nativi Americani (Chapman et al.,
1973).
Attualmente è diffusa in tutti i continenti (FNA, 1993).
La sua prima introduzione in Europa avvenne proba-
bilmente in Italia: era coltivata nell’Orto Botanico di
Torino sin dal 1772 (Ban & Galasso, 2010). Le prime
segnalazioni spontanee riguardano il Belgio, dove fu
introdotta accidentalmente nel 1887 con i materiali di
costruzione della ferrovia (Verloove, 2006), e il Porto-
gallo dove fu rilevata nel 1898 a Villa do Condo, una
storica città portuaria (Corillon, 1958). Oggi è consi-
derata naturalizzata in Portogallo, Spagna, Francia e in
Italia, e casuale in Belgio (DAISIE, 2014).
In Svizzera è stata scoperta nel 2007 tra i selciati della
piazza della stazione di Locarno-Muralto ed è natura-
lizzata attualmente tra Piazza Grande e il lungolago
(Info Flora, 2014).
Con l’eccezione di Mollugo verticillata nessuna delle nove
specie descritte è considerata dannosa e il loro impatto
sugli ecosistemi è giudicato irrilevante in Lombardia
(Ban & Galasso, 2010). Mollugo verticillata predilige i
suoli ghiaiosi, secchi o temporaneamente bagnati in
situazioni soleggiate, fatto che la rende competitiva
nelle zone alluvionali. Infatti Ban e Galasso (2010) la
D. Frey et al.: Origine, introduzione e grado di naturalizzazione di nove nuove specie vegetali per la Svizzera
34 Bollettino della Società ticinese di scienze naturali - 103, 2015, pp. 27-36 (ISSN 0379-1254)
giudicano come pianta invasiva dannosa perché “la sua
diffusione pregiudica la biodiversità dei siti di greto in
cui si insedia”. Il ritrovamento di Mollugo verticillata in
Piazza Grande a Locarno lascia presagire una possibile
diffusione ulteriore verso i greti della Maggia (zona al-
luvionale di importanza nazionale), viste le numerose
persone che transitano in ambedue i luoghi.
Benché non siano considerate dannose in Lombardia
(Ban & Galasso, 2010), le specie australiane Chenopo-
dium pumilio e Cotula australis hanno un certo potenziale
di diventare infestanti negli ecosistemi agricoli. La pri-
ma grazie alle sue proprietà allelopatiche può impedi-
re lo sviluppo di piante concorrenti ed è tossica per il
bestiame (pianta cianogena) (Everist, 1974), la seconda
può essere infestante nei pascoli eccessivamente distur-
bati, per esempio dopo boniche, o su campi a umidità
variabile (Parsons & Cuthbertson, 2001). Va menzio-
nata anche Dicondra micrantha che, con la sua competiti-
vità e la sua capacità di diffondersi, potrebbe in futuro
presentare qualche impatto indesiderabile, per esempio
invadendo tappeti erbosi e prati articiali.
RINGRAZIAMENTI
Siamo grati a Michael Jutzi, Info Flora, per l’estratto
della banca dati nazionale relativo alle specie descritte;
a Filip Verloove, National Botanic Garden of Belgium,
per la conferma della determinazione di Cyperus lupuli-
nus, a Reto Nyffeler, Institut für Systematische Botanik
der Universität Zürich, per la consultazione dell’erbario
A. Thellung; a Laurent Gautier, Conservatoire et Jardin
botaniques de Genève, per la consultazione dell’erbario
P. Aellen; Annekäthi Heitz-Weniger, per la consultazio-
ne dell’erbario della Società botanica di Basilea, a Neria
Römer e Marco Antognini, Museo cantonale di storia
naturale, per l’aiuto con la microfotograa e Photoshop;
a Adrian Möhl, Info Flora, a Claire Archer, South Afri-
can National Biodiversity Institute, a Karen Wilson,
National Herbarium of New South Wales, a Christo-
pher Reid, Louisiana State University Herbarium, e a
Gabriele Galasso, Museo di Storia Naturale di Milano,
per i loro consigli preziosi; a Arthur Haines, New En-
gland Wild Flower Society, per la foto di Eleocharis obtusa;
e a Enrico Romani, per la foto di Galium murale.
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D. Frey et al.: Origine, introduzione e grado di naturalizzazione di nove nuove specie vegetali per la Svizzera
... 41 (1) Serbia was mapped in a UTM (10 × 10 km) grid system (Lampinen 2001). The presence of the species in other European countries was ascertained by consulting the relevant floristic literature (Grozeva 2007;Brandes 2010;Dzhus 2011;Sîrbu et al. 2011;Uotila 2011;Gederaas et al. 2012;Frey et al. 2015). Its invasiveness status was determined using the terminology according to Lambdon et al. (2008). ...
... Dysphania botrys is strongly aromatic, with an erect stem and profuse, curved, dichotomously branched inflorescences and pinnatifid leaves with 4-6 lobes on each side. Dysphania pumilio is generally a shorter plant, weakly aromatic, with proportionally smaller leaves that are sinuate with 3-4 lobes and with tiny spherical inflorescences situated in axils of the leaves (Frey et al. 2015). Characteristics of the perianth are considered a supplementary character for identification, since in D. botrys the perianth contains five yellowishgreen segments that do not harden when ripe, while the perianth in D. pumilio contains 4-5 light green segments that harden and turn white as the fruit ripens (Grozeva & Cvetanova 2013). ...
Article
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Dysphania pumilio (Amaranthaceae) is a new allochthonous species in the flora of Serbia. During the period of 2006-2016, it was recorded at three localities in the valley of the Pčinja River in southeastern Serbia. On the basis of the number of populations and the period of time elapsed since it was recorded for the first time in 2006, we assume that this species is now naturalised in Serbia. Dysphania pumilio in Serbia is found in ruderal habitats within settlements, on sand and gravel riverbanks, in well-trodden places along roads, in abandoned cultivated fields, etc., usually within the Sysimbrion officinalis, Hordeion murini and Eragrostidion vegetation alliances. The populations of D. pumilio that have been established to date do not show an invasive character in relation to preserved natural habitats in Serbia.
... In Ticino gli ambienti antropici disturbati di bassa altitudine sono dei siti importanti per il rilevamento di specie vegetali esotiche (i.e. neofite) nuove per la Svizzera, come documentato da diverse pubblicazioni recenti (Schoenenberger & Giorgetti Franscini, 2004;Bellosi et al., 2011;Schoenenberger et al., 2011;Bellosi et al., 2013;Frey et al., 2015). Questi ambienti di origine umana presentano generalmente un microclima caldo, una disponibilità elevata di nutrimenti e abbondanza di suolo aperto a causa delle perturbazioni antropiche ricorrenti. ...
... I ritrovamenti di A. australis e F. communis sono avvenuti casualmente grazie all'abitudine degli autori di osservare la flora con attenzione in qualsiasi situazione. Lythrum portula, specie considerata regionalmente scomparsa, e la neofita C. difformis sono state scoperte grazie a ripetute prospezioni floristiche effettuate tra il 2014 e il 2015 nel Luganese (a Bioggio, Cantone Ticino, Svizzera); in seguito al ritrovamento sul posto di Eleocharis obtusa, specie nuova per la Svizzera (Frey et al., 2015). I dati floristici per il territorio svizzero riguardanti le quattro specie sono stati richiesti alla banca dati di Info Flora (novembre 2015). ...
Article
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This article presents the floristic notes concerning three plant species new to Switzerland: the neophytes Acalypha australis, Cyperus difformis and Ferula communis, and the rare and threatened Lythrum portula, considered regionally missing. The plants were discovered in anthropogenic and disturbed habitats in the lowlands of southern Ticino, Switzerland, in 2014 and 2015. Origin, geographic distribution, possible introduction modes, invasion potential, and, for the rare species, threat and conservation status are discussed. Cyperus difformis is considered a weed in agricultural systems and has a high propagation potential. Thus a further expansion of this species is probable. The population of Lythrum portula has a great naturalistic value, but the long term survival is low because of the uniqueness of the station.
... The individual observed probably came from some plants grown as ornamentals hanging from the balconies above. Dysphania pumilio, native to Australia, is known as noxious weed in several countries all over the world [86][87][88][89][90]. In Italy it was found for the first time in Milan (Lombardia) in 1939 [91]. ...
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A single paragraph of about 200 words maximum. For research articles, abstracts should give a pertinent overview of the work. We strongly encourage authors to use the following style of structured abstracts, but without headings: (1) Background: Place the question addressed in a broad context and highlight the purpose of the study; (2) Methods: briefly describe the main methods or treatments applied; (3) Results: summarize the article’s main findings; (4) Conclusions: indicate the main conclusions or interpretations. The abstract should be an objective representation of the article and it must not contain results that are not presented and substantiated in the main text and should not exaggerate the main conclusions.
... T.Durand & Schinz and scattered specimens of Euphorbia rigida M.Bieb. Dysphania pumilio, native to Australia, is known as a noxious weed in several countries all over the world [87][88][89][90][91]. In Italy, it was found for the first time in Milan (Lombardia) in 1939 [92]. ...
Article
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Despite the wide amount of scientific contributions published on alien plant species, their diffusion dynamics, and their interactions with native taxa, it is increasingly difficult to slow down their spreading and their negative impact on habitats. Last recent years, in fact, a sharp rise in the number of new alien plant taxa introduced in Italy and Europe has been recorded. The aim of this work is to investigate most of the Italian territory in order to verify whether this alarming trend is still underway. Specimen collections and/or observations of alien plants have been performed in as many as 12 Italian regions. All the collected specimens are stored in public or private herbaria. Taxa have been identified according to the literature from the countries of origin of the investigated taxa, while the nomenclature followed the current international references. Updates on 106 taxa are reported. In particular, among 117 new records, 89 are first records, 27 are changes to status and there is 1 extinction. Seven new taxa for Italian alien flora are reported, two of which are new to Europe. The administrative regions with the highest number of records are Calabria (48), Sardegna (17) and Sicilia (15). Five of the surveyed taxa, for the first time, have been considered invasive aliens to Italian territory. The unfrequent amount of originalresults provided by this work, overthe simple importance of data itself, proves how floristic investigation, still today, represents one of the most effective tools in broadening the current knowledge about alien taxa and their dynamics.
... Per ogni specie presentiamo una descrizione morfologica e del luogo di ritrovamento e discutiamo le possibili vie d'introduzione, il grado di naturalizzazione e il potenziale invasivo. Queste note floristiche fanno seguito a una serie di articoli aventi lo stesso obiettivo e pubblicati negli scorsi anni (Schoenenberger et al. 2011;Frey et al. 2015;Mangili et al. 2016Mangili et al. , 2018. I ritrovamenti sono avvenuti casualmente grazie all'abitudine degli autori di osservare la flora con attenzione. ...
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This study presents five spontaneously growing alien plant species (neophytes) discovered in 2015-2019 in low-altitude anthropogenic and natural habitats of Canton Ticino, Switzerland. Three taxa (Salpichroa origanifolia, Solanaceae; Sal-vinia molesta, Salviniaceae; and Soliva sessilis, Asteraceae) are new to Switzerland. Two taxa (Celastrus orbiculatus, Celastraceae, and Veronica cymbalaria, Plantaginaceae) are new to the Canton Ticino. The introduction mode, naturalisation status and invasion potential are discussed for each species. Celastrus orbiculatus and Salvinia molesta have a high invasion potential and, therefore, discovered individuals were already removed. Preventive measures are recommended for both species to avoid future introductions. Salpichroa origanifolia has an unclear invasive potential due to data deficiency. Invasion potential was evaluated to be moderate for Soliva sessilis. Both species should be monitored. Veronica cymbalaria is not expected to cause damages.
Article
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This study presents five spontaneously growing alien plant species (neophytes) discovered in 2015-2019 in low-altitude anthropogenic and natural habitats of Canton Ticino, Switzerland. Three taxa (Salpichroa origanifolia, Solanaceae; Sal-vinia molesta, Salviniaceae; and Soliva sessilis, Asteraceae) are new to Switzerland. Two taxa (Celastrus orbiculatus, Celastraceae, and Veronica cymbalaria, Plantaginaceae) are new to the Canton Ticino. The introduction mode, naturalisation status and invasion potential are discussed for each species. Celastrus orbiculatus and Salvinia molesta have a high invasion potential and, therefore, discovered individuals were already removed. Preventive measures are recommended for both species to avoid future introductions. Salpichroa origanifolia has an unclear invasive potential due to data deficiency. Invasion potential was evaluated to be moderate for Soliva sessilis. Both species should be monitored. Veronica cymbalaria is not expected to cause damages.
Article
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A catalogue of Belgian neophytes has been compiled for the first time on the basis of a thorough and critical revision of the main public and some smaller but nevertheless relevant Belgian herbaria. All non-native vascular plant species, recorded in Belgium since 1800, are included regardless of degree of naturalization (including occasional garden escapes and casual aliens as well as invasive taxa). Taxa that were already naturalized in Belgium in pre-Columbian times, are excluded. The following data are provided for each taxon: scientific name, synonym, family, mode of intro duction (accidental/deliberate), date of the first collection (except if earlier reliable records are available), date of the most recent record, native geographic area, presence or absence in Flanders, Brussels Capital Region and Wallonia (the three main political units), degree of naturalization and (main) vector(s) of introduction. 1,969 taxa are included. More than 20 % appears to be "new" for the Belgian flora. On the other hand, at least 30 taxa were erroneously included in the present-day Flora and need to be omitted in a future edition. Assessing the exact status of many taxa of the "Belgian" flora proved to be problematic. On the one hand, the distinction between native and non-native turned out to be often critical (for instance: interpretation of natural range extensions). On the other hand, assessing archaeophytic or neophytic status for (presumed) non-native taxa turned out not to be always obvious. Similarly, the assessment of the degree of naturalization (measurement of a taxon's success) was not always straightforward. In practice, and despite numerous recent international papers on this subject, the distinction between "naturalized" and "invasive" regularly proved to be arbitrary. The Belgian non-native vascular flora is remarkably wealthy and diverse: no less than 139 families are represented but most families count for only (very) few taxa. Poaceae and Asteraceae are the largest families and represent more than a quarter of the total number of alien taxa in Belgium. A huge number of the aliens were initially introduced deliberately, primarily for horticultural reasons. Among the naturalized and/or invasive taxa the proportion of deliberate introductions is even more important (ca. 60 %). Introductions from Europe and temperate Asia are most common. To a lesser extent, Africa (especially North-Africa) and America (especially North-America) are also important sources. As expected, the number of introductions from Australia, tropical Asia and the (sub-) tropics as a whole is limited. A large majority, at least 75 %, of the introductions remains strictly casual. At most 20 % is able to become naturalized, locally as well as widespread. At present, the number of invasive taxa (spreading fast in more or less natural habitats) and noxious taxa (harmful in terms of biodiversity, public health or for economic reasons) is limited. Currently, the main vector for plant introductions appears to be horticulture (garden escapes). Until the 1960's wool-importation was chiefly responsible for the occurrence of accidental aliens. Nowadays, accidental aliens are usually brought in with cereals and grains. The number of new introductions has much increased in the course of the past decades. Similarly, the number of newly naturalized taxa has increased.
Article
Demonstrates the logic of the development of research into anthropogenic plant migration (hemerochory) and naturalisation, and shows the origins of some of the current problems, particularly methodological ones. -from Author
Article
Several species have been confused with Dichondra repens J. R. & G. Foster, which is strictly confined to S. E. Australia, Tasmania, and New Zealand. D.micrantha Urban is the most widely distributed Dichondra and is known from Arabia, eastern Asia and, evidently introduced, from Africa, N. America, and Europe. It seems to be originally from eastern Asia.
Article
Field surveys were conducted on 319 sites of the Western Australian grain belt in 2006 to determine the occurrence and distribution of summer fallow weed species. Sites were located across five growing season regions (north, north central, central, south central, and south) and three annual rainfall zones (high, medium, and low). A total of 51 species (or species groups) from 18 families were identified, with the large majority of species (35%) belonging to the Poaceae family. The most prevalent species found, being present at more than 10% of all sites, were wheat, “melons” (weedy watermelon and paddymelon), rigid ryegrass, capeweed, clover, mintweed, wild radish, fleabane, windmill grass, and rolypoly. Correspondence analysis revealed that the north, central, and southern regions of the grain belt could be predominately segregated according to dominant weed species occurrence; however, no segregation by rainfall zone was apparent. This study has given an overview of summer fallow weed occurrence in the Western Australian grain belt and highlights those weed species that are common and yet lack sufficient research into their ecology and management. Nomenclature: Wheat, Triticum aestivum L.; weedy watermelon, Citrullus lanatus (Thunb.) Matsumura & Nakai; paddymelon, Cucumis myriocarpus E. Mey. ex Naud.; rigid ryegrass, Lolium rigidum Gaudin; capeweed, Arctotheca calendula (L.) Levyns; clover, Trifolium spp.; mintweed, Dysphania pumilio R. Br.; wild radish, Raphanus raphanistrum L.; fleabane, Conyza spp.; windmill grass, Chloris truncata R. Br.; rolypoly, Salsola australis R. Br.