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Educating to observe. Pedagogic considerations on picturebooks

Authors:

Abstract and Figures

Picturebooks are a valuable educational resource in the children's growth. Thanks to the peculiar language of the iconic narration, children can demonstrate, if properly stimulated, unexpected critical reading skills. In recent years, the Italian production of picturebooks has not only been aimed at preschool children, but has also been enriched by original and daring proposals, that seem to favourably meet the interest of more mature readers (until adolescents and young adults). This article proposes a critical reflection on the educational potential of picturebooks in primary school, focusing both on the multiplicity of the iconic languages represented in picturebooks (denotative and connotative iconic language) and on the visual literacy skills the young reader has to master to be able to "read pictures "and hermeneutically penetrate the symbolic meanings of a visual narration.
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DOI: 10.4442/ency_35_13_04
Abstract
Gli albi illustrati rappresentano una preziosa risorsa educativa nel percorso di crescita
di un bambino. Grazie al peculiare linguaggio della narrazione iconica, i bambini
possono dimostrare, se adeguatamente sollecitati, insospettabili abilità di lettura criti-
ca. Negli ultimi anni, la produzione editoriale italiana di albi illustrati non si è rivolta
esclusivamente ai bambini della scuola dell’infanzia, ma si è arricchita di originali e
audaci proposte che sembrano favorevolmente incontrare l’interesse di lettori più matu-
ri, sino a raggiungere la fascia degli adolescenti e giovani adulti. L’articolo propone una
riflessione critica sul potenziale educativo degli albi illustrati nella scuola primaria,
focalizzandosi sia sulla molteplicità dei linguaggi iconici presenti negli albi illustrati
(linguaggio iconico denotativo e linguaggio iconico connotativo), sia sulle competenze
di alfabetizzazione visiva richieste al giovane lettore per “leggere le figuree penetrare
ermeneuticamente i significati simbolici di una trama visiva.
Parole chiave: Albi illustrati Immaginazione Illustrazione Alfabetizzazione
visiva – Letteratura per l’infanzia
Educating to Observe. Pedagogic Considerations on Picturebooks
Picturebooks are a valuable educational resource in the childrens growth. Thanks to
the peculiar language of the iconic narration, children can demonstrate, if properly
stimulated, unexpected critical reading skills. In recent years, the Italian production of
picturebooks has not only been aimed at preschool children, but has also been enriched
by original and daring proposals, that seem to favourably meet the interest of more
mature readers (until adolescents and young adults). This article proposes a critical
reflection on the educational potential of picturebooks in primary school, focusing both
on the multiplicity of the iconic languages represented in picturebooks (denotative and
connotative iconic language) and on the visual literacy skills the young reader has to
master to be able to read pictures “and hermeneutically penetrate the symbolic mean-
ings of a visual narration.
Educare lo sguardo.
Riflessioni pedagogiche sugli albi illustrati
Marnie Campagnaro
Università di Padova
encyclopaideia XVII (35), 89-108, 2013, ISSN 1590-492X
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Marnie Campagnaro
Keywords: Picturebooks Imagination Illustration – Visual Literacy Children’s
Literature
Gli albi illustrati rappresentano una preziosa risorsa educativa nell’ambito
dei contesti di condivisione e socializzazione di spazi narrativi. I contribu-
ti critici, che si soffermano sul valore educativo delle figure nei libri per
bambini, sono numerosi ed eterogenei sia in Italia (Faeti, 1972; Lumbelli,
Salvadori, 1977; Catarsi, 1999; Cardarello, 2002, 2004; Farnè, 2002, 2006;
Dallari, 2008, 2011; Hamelin, 2012; Terrusi, 2012) sia all’estero (Schwar-
cz, 1982; Nodelman, 1988; Kiefer, 1995; Evans, 1998; Lewis, 2001; Niko-
lajeva, Scott, 2006; Van der Linden, 2006; Sipe, Pantaleo, 2008; Colomer,
Kümmerling-Meibauer, Silva-Diaz, 2010; Beckett, 2011; Salisbury, Styles,
2012). Tuttavia, è soprattutto a livello internazionale che si è affermata la
centralità degli studi e delle ricerche osservative che indagano le modalità
di interazione dei bambini con gli albi illustrati nella scuola primaria e se-
condaria (Marriott, 1991; Baddeley, Eddershaw, 1994; Sipe, 2000; Walsh,
2000, 2003; Arizpe, Styles, 2003; Pantaleo, 2004, 2005, 2008; Sipe, Panta-
leo, 2008; Evans 2009; Farrell, Arizpe, McAdam, 2010; Arizpe, McAdam,
2011). Da questi studi emerge che le immagini di un picturebook creano
uno spazio condiviso e di libera discussione in cui i bambini, anche quelli
più piccoli (6-7 anni) o con difficoltà di lettura e apprendimento, hanno
maggiori possibilità di accesso. Nell’esperienza formativa della lettura, l’im-
mersione in un libro con immagini alimenta il coinvolgimento emotivo
di un bambino, perché gli consente di godere doppiamente, nelle opere
più riuscite, dell’esperienza del racconto: il testo soddisfa il suo bisogno di
storie, le figure alimentano la sua dimensione immaginativa. Infine, taluni
albi illustrati, quelli in cui, per intenderci, l’intreccio di metafore, inferenze
e rimandi intertestuali permettono alle immagini di instaurare una relazione
semantica dinamica e articolata con il testo, offrono la possibilità ai giova-
ni lettori, se opportunamente accompagnati da insegnanti appassionati e
preparati nella scelta e nelle proposte di opere di letteratura per l’infanzia,
di esperire un percorso di crescita e sviluppo delle proprie competenze nar-
rative.
Educare lo sguardo attraverso l’esperienza estetica del fantastico nei
libri di figure (fiction), oltre a contribuire al consolidamento dell’alfabetiz-
zazione visiva, può favorire nel bambino un atteggiamento di rinnovato
stupore e meraviglia anche rispetto all’ambiente reale che lo circonda:
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Educare lo sguardo. Riessioni pedagogiche sugli albi illustra
la molteplicità di sollecitazioni immaginative che si addensano attorno ai
beni culturali e ambientali del nostro paesaggio (Bonifacio, 2008, p. 75)
può essere più facilmente compresa, se l’adulto mediatore ha coltivato nel
bambino l’attitudine a conferire un senso, seppure nelle pagine di un libro,
alle esperienze del visibile. Con capace preveggenza, studiosi di letteratura
per l’infanzia del calibro di Antonio Faeti e Anna Maria Bernardinis (Fae-
ti, 1972; Bernardinis, 1976) illustrarono con largo anticipo le potenzialità
educative dei libri e degli albi illustrati.
In Italia, la produzione editoriale di albi illustrati è attualmente molto
vasta, il che maggiormente impegna il delicato lavoro di riflessione critica e
di selezione da parte degli insegnanti e degli educatori. Essi, travolti spesso da
una produzione editoriale perniciosa, caratterizzata da stereotipi letterari e fi-
gurativi, si trovano impreparati a valutare criticamente l’imperare ineluttabi-
le di coniglietti, orsetti, gattini o topolini che, a dispetto di diversificate fogge
e colori, sono tutti ugualmente sorridenti e vispi, ripetitivamente impegnati
a fare le stesse cose. Questi albi sono ben lontani dallo sfamare il bisogno di
storie dei bambini: sono produzioni editoriali pensate perlopiù per la scuola
dell’infanzia, per il primo ciclo della scuola primaria e per essere acquistate o
proposte da un adulto che, al di là della valenza di una trama, cerca anzitut-
to una rassicurazione sulla neutralità emozionale del testo e sull’adeguatezza
delle immagini rispetto all’età del bambino, come sovente librai, bibliotecari
specializzati e insegnanti in formazione ci hanno confermato durante i per-
corsi di specializzazione sulla Letteratura per l’infanzia dell’Università di Pa-
dova. Nella scelta dei libri per bambini più grandi (secondo ciclo della scuola
primaria e/o secondaria di primo grado), gli adulti a diverso titolo impegnati
nell’educazione dei ragazzi sono spesso restii ad offrire, oltre alle opere di nar-
rativa, anche albi illustrati e graphic novels. Le ragioni possono essere diverse.
Si ritiene che il testo narrativo troppo breve o l’assenza di testo (come nel
caso dei silent o wordless picturebooks) non siano in grado di alimentare il va-
lore educativodella lettura: si pensi al contrario alla portatanarrativa del-
le opere illustrate da autorevoli artisti italiani quali Bruno Munari, Roberto
Innocenti, Fabian Negrin, Lorenzo Mattotti, o stranieri, quali, ad esempio,
Peter Sis, Shaun Tan o David Wiesner. Si ipotizza che la presenza di codici
stilistici e iconografici originali e innovativi risulti di difficile interpretazione
e inadeguata a un pubblico di giovani lettori, come spesso accade ai lavori di
autori quali, ad esempio, Chiara Carrer, Federico Maggioni, Arianna Papini
o, a livello internazionale, alle opere di Atak, Joanna Concejo, Dave McKean
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Marnie Campagnaro
o Kvêta Pacovska, oppure che i temi affrontati inducano nel lettore un pro-
fondo senso di inquietudine e spaesamento: si vedano, ad esempio, le opere,
di grande tensione emotiva, di Kitty Crowther, Geert De Kockere, Armin
Greder o Stian Hole. Timorosi di non coglierne la corretta interpretazione,
di non sapervi leggere il vero significato, o semplicemente convinti che
talune immagini sono troppo raffinate o complesse per poter essere proposte
ai bambini delle scuole primarie, l’adulto spesso rifugge da albi illustrati in-
novativi e trova riparo in lidi molto più standardizzati e convenzionali.
Sembra dunque importante, a questo punto, individuare un orizzon-
te, oltre che pedagogico, specificamente morfologico, entro cui collocare
la varietà dei picturebooks, che ci permetta di valorizzare e comprendere la
molteplicità e la variabilità dei linguaggi testuali e iconici utilizzati negli albi
illustrati contemporanei. L’obiettivo è di offrire agli insegnanti della scuola
primaria un utile terreno di confronto su cui costruire una maggiore consa-
pevolezza sul valore narrativo e iconografico degli albi illustrati, sulle ragioni
e sul gustoestetico che, implicitamente o esplicitamente, guidano l’adulto
nella scelta dei libri di figure da proporre ai ragazzi.
Denotare o connotare: linguaggi iconici a confronto
Nell’analizzare il linguaggio iconico nella narrativa fantastica per ragazzi si
intende utilizzare, quale sfondo teorico, la nota formula della rappresentazio-
ne visiva di Gombrich, secondo cui “vedere uguale interpretare” (Gombrich,
1965, p. XIII). L’azione del vedere, qui intesa come l’atto dell’osservare, impli-
ca un atteggiamento attivo del soggetto, che osserva intenzionalmente e cer-
ca di scandagliare, al di dell’evidente, l’oggetto osservato, per attualizzarlo
(Eco, 1986) e per imprimergli una direzione di senso. Quando un bambino,
opportunamente sollecitato, guarda con attenzione e rinnovato interesse un
oggetto, lo osserva con uno sguardo nuovo: la possibilità di esperire l’oggetto
secondo una nuova modalità interpretativa carica l’oggetto di un plusvalore di
senso, che conduce a nuove dimensioni conoscitive. Un sentimento di auten-
tico stupore investe il bambino, che vive un senso di positivo disorientamen-
to e fascinazione, come accade, ad esempio, quando bambini e ragazzi (ma
anche gli adulti) osservano la splendida illustrazione di un paesaggio inglese
immerso nel verde con colline, montagne, boschetti, pascoli, radure, case,
castelli, rovine greco-romane tratta dall’opera Imagine dell’illustratore inglese
Norman Messenger. Lo sguardo nuovo disvela un mondo “altro”, sconosciu-
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to, solcato da strade sino a quel momento ignorate, che lo possono condurre
a esplorare orizzonti sensoriali inusuali e a intraprendere percorsi ermeneutici
arricchenti e formativi (il siffatto paesaggio, infatti, dai tratti apparentemente
bucolici, si rivelerà essere, ad uno sguardo indagatore, un paesaggio costruito
esclusivamente su profili di giganti).
Secondo l’approccio ermeneutico, al centro dell’atto di una lettura vi
è un’interrogazione: un’interrogazione del testo e un’interrogazione che il
lettore muove a se stesso. In questa prospettiva, la domanda assurge ad una
posizione gerarchicamente superiore rispetto alla risposta, tanto più se si
considera che, mentre le domande possono essere infinite, non è altrettanto
detto che lo siano le risposte (Ferrieri, 1995, p. 49). Questa prospettiva fa,
dunque, decadere la possibilità di comprensione totale del testo: il testo non
è mai totalmente trasparente, e, anche alla luce di un’analisi puntuale e ap-
profondita, rimane, comunque, adombrato da aree di ambiguità e indeter-
minatezza. Questa condizione, tuttavia, si rivela particolarmente formativa
per il giovane lettore, in quanto, se adeguatamente sollecitato dall’adulto
mediatore, gli permette di trasformare la dimensione dell’indeterminatezza
e dell’ambiguità in un prezioso strumento di conoscenza: le zone d’ombra
vanno colte e interrogate e, proprio perché sono ambigue, possono dare
luogo a diverse forme di lettura, di interpretazione e di costruzione di senso
(Bertolini, 1988). L’ambiguità si prefigura come un viatico munifico per
il lettore, in quanto lo sensibilizza rispetto ad alcuni valori imprescindibili
della letteratura quali, ad esempio, la relatività di uno sguardo, la facoltà di
un testo di originare molteplici letture e interpretazioni. Inoltre, essa met-
te in luce la costitutiva natura bidirezionale del dialogo fra testo e lettore:
il lettore interroga il testo, ma anche il testo interroga il lettore (Ferrieri,
1995). È in questa relazione dialogica che il lettore esercita il proprio potere
co-autoriale. Anche se vincolato dalle norme e dalle regole del gioco testua-
le, il lettore ha la possibilità di costruire il proprio testo: le zone d’ombra, il
non visibile”, l’indeterminato, lasciano al lettore lo spazio di esercitare la
propria direzionalità nella lettura che viene esplicitata attraverso la dialettica
della scoperta, dell’analogia, dell’assonanza, della memoria. Orientando il
proprio pensiero critico e il conseguente processo inferenziale, il lettore at-
tribuisce al testo una progettualità e traccia un disegno di senso frutto della
scelta tra le possibili letture evocate dal testo.
Come si declina questa prospettiva rispetto all’universo degli albi illu-
strati?
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Marnie Campagnaro
Il processo conoscitivo, che interroga il testo e il lettore, si attua solo se l’al-
bo illustrato dispone di un adeguato livello di indeterminatezza: gli albi carat-
terizzati da un linguaggio iconico ad alto livello di referenzialità generalmente
non alimentano la dimensione dell’ambiguo. Quando le immagini offrono
una lettura puramente letterale e denotativa di un testo, ogni possibilità di
ambivalenza e di rilancio interpretativo della lettura è preclusa: il sole acce-
cante annulla le zone d’ombra. Al contrario, è nella flessibilità, nell’instabilità,
nell’apertura del rapporto testo/immagine che scaturisce l’accesso conoscitivo
al nuovo, come dimostra l’esemplare intreccio fra testo e immagini dell’albo
Voglio il mio cappello, in cui l’autore e illustratore Jon Klassen invita il giovane
lettore ad essere smaliziato e arguto, e a saper leggere il visibile fra le righe del
non detto”. La comprensione di un testo è un processo molto più complesso
della semplice comprensione di una sequenza di frasi e richiede delle cono-
scenze che vanno ben oltre la padronanza della lingua o delle competenze di
letto-scrittura. Il testo narrativo rappresenta un microcosmo (Levorato, 2000,
p. 19); il lettore è in grado di penetrarlo, se dispone di un adeguato bagaglio di
conoscenze del mondo che gli consentano di trascendere il significato letterale
e di cogliere anche quello simbolico. Nel mettere in relazione ambientazioni,
personaggi, stato delle cose, scopi, azioni ed eventi imprevisti della trama, nel
cogliere inferenze e nel generare ipotesi, il lettore costruisce la propria alfa-
betizzazione letteraria. Tale processo si sviluppa, analogamente, anche nella
comprensione della narrazione iconica. In essa, il bambino deve mettere in
relazione la singola immagine con le diverse sequenze visive per riuscire a
cogliere connessioni e significati. Non è affatto detto che il riconoscimento
visivo delle figure e degli oggetti, quello cioè legato al primo livello di lettura
di un’immagine (il più superficiale), conduca poi alla lettura autenticadel
testo, ovvero alla penetrazione ermeneutica del codice simbolico contenuto
nel testo e alla conseguente produzione di senso, ossia alla lettura interpretati-
va. Ciò avviene solo se i bambini avvertono l’esistenza di più piani di lettura in
una storia. Volendo esemplificare, si potrebbe così tradurre l’iter processuale
che un bambino frequentante il primo ciclo della scuola primaria pone in es-
sere: nella prima fase, egli riconosce i personaggi, gli oggetti e l’ambientazione
della storia, li nomina o li enumera; in una fase successiva, coglie le relazioni
all’interno di una singola immagine e in rapporto alla sequenza di immagi-
ni (precedenti e successive) e si sofferma su alcuni dettagli apparentemente
senza senso”; realizza, dall’analisi di tali dettagli, che è necessario attivare un
salto interpretativo (passaggio a un livello più profondo di lettura); formula
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un’ipotesi di interpretazione della trama narrativa “sotterranea”, che egli infe-
risce indugiando proprio sui dettagli senza senso”: illuminati dal sensodella
sua nuova interpretazione, questi dettagli disvelano i significati simbolici del
non detto”, del non manifestodella storia, e accompagnano il bambino alla
comprensioneautenticadel testo.
Alla luce di quanto detto, può essere utile individuare, nella grande fa-
miglia degli albi illustrati, non ai fini di una logica di semplice opposizione
o di categorizzazione, ma con l’obiettivo di enfatizzare il ruolo della dimen-
sione sensoriale e della plurivocità semantica di un testo (Barthes, 1981),
due tipologie, che, per certi aspetti, recuperano le due vie classiche della
rappresentazione figurale della storia dell’arte (Sciolla, 2001), vale a dire il
linguaggio iconico che si prefigge la mimesi della realtà naturale (assimila-
bile al concetto di denotazione, vale a dire ad un rapporto univoco e diretto
con la realtà) e il linguaggio iconico che offre una interpretazione, una rap-
presentazione allegorica di essa (assimilabile al concetto di connotazione).
Tali tipologie si fondano sulla constatazione che, nell’architettura generale
dell’albo illustrato, esistono, per l’appunto, un linguaggio che potremmo
definire prevalentemente denotativo (dal latino denotare, ovvero segnare,
distinguere) caratterizzato da segni che disegnano, e un linguaggio connota-
tivo (dal latino connotare, ovvero segnare insieme o in aggiunta), caratteriz-
zato da segni che prevalentemente designano.
Il linguaggio iconico denotativo è segnato da una esplicita referenziali-
rispetto al testo: l’immagine è originata da un processo di “imitazione
e aderenza al contenuto testuale della narrazione, che concorre a rendere
tale contenuto chiaro ed esplicito: l’immagine convoglia il significato con-
venzionale, ovvio, primario, letterale del testo. Il rapporto testo/immagine
si contraddistingue per essere monosemico, fisso, stabile, chiuso; vi è una
pressoché totale contiguità fra testo e immagine che, ovviamente, azzera
le zone d’ombra: il significato veicolato è tendenzialmente unico, preciso,
inequivocabile. Gli albi illustrati governati da siffatto linguaggio si caratte-
rizzano per un impianto in cui vige il primato del testo sull’illustrazione: le
figure lo richiamano con forte aderenza e hanno per lo più una funzione di
rispecchiamento”, di supporto al testo narrativo. Predomina la dimensione
della ridondanza. In questi albi si ritrova una marcata referenzialità dell’im-
magine rispetto al testo: le illustrazioni sono strettamente ancorate alla real-
tà testuale descritta e utilizzano un linguaggio iconico figurativo, imitativo,
aderente alla trama (“fabula”). L’interpretazione della storia non adito a
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Marnie Campagnaro
rimandi e a inferenze polisemiche, in quanto il significato della narrazione è
esplicito e il finale chiuso non sollecita dubbi, domande, perplessità, e non
lascia spazio a eventuali e/o ulteriori sviluppi della storia. È importante se-
gnalare che il linguaggio iconico denotativo si può declinare secondo diversi
livelli qualitativi: vi sono, infatti, illustratori, quali Lisbeth Zwerger o Paul
Zelinsky per citare alcuni affermati illustratori internazionali, che hanno
dato vita ad opere di assoluto rilievo e di straordinario valore estetico. La
varietà qualitativa degli albi illustrati caratterizzati da questa tipologia di lin-
guaggio è assai variabile. Si vedano, a titolo esemplificativo, le figure 1 e 2.
Figure 1 e 2. Esempi di linguaggio iconico denotativo a confronto che palesano diversi livelli di
qualità iconica e valenza estetica.
Figura 1. Grimm, J., Grimm, W., & Valentinis P. (2005). Cappuccetto Rosso. Milano: Fabbri.
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Il linguaggio iconico connotativo è, invece, il frutto di un’implicita libertà
interpretativa del testo: l’immagine è il risultato di un processo di interpre-
tazione del testo, che produce, in aggiunta al significato ovvio e primario del
testo, un plusvalore di significato. Nella connotazione risiede la valorizza-
zione della dimensione empatica, emozionale, simbolica, culturale del con-
tenuto di una narrazione. Per raccontare, con immediatezza e drammaticità
narrativa, ad esempio, lo stato di imprigionamento, paura, ansia, impotenza
e solitudine che vive un bambino abbandonato in una foresta, la sequenza
di immagini di un gigantesco groviglio nero (o rosso sangue) di rami intri-
Figura 2. Grimm, J., Grimm, W., & Orecchia G. (2005). Hansel e Gretel. Milano: Fabbri.
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catissimi che si avvicinano e si chiudono, in maniera soffocante, sull’esile e
minuscola figura di un bambino è molto più eloquente di un’intera pagina
di testo, come alcune suggestive versioni illustrate di Cappuccetto Rosso o
di Hansel e Gretel dimostrano (figure 3 e 4). Il rapporto testo/immagine è
governato dalla flessibilità, dall’instabilità, dall’apertura, dalla polisemia, il
potenziale narrativo della storia si amplifica: non essendo in diretta relazio-
ne con la referenzialità, esso lascia al lettore lo spazio per vagare e affronta-
re nuovi sentieri inferenziali e, quindi, raggiungere una nuova, interessata,
personale, e proprio per questo, coinvolgente e significativa lettura del testo.
Al lettore viene aperto il regno dell’inconsueto, dell’imprevedibile, dell’inat-
teso, dell’equivoco, della discontinuità fra testo e immagine; le immagini
violano le aspettative del testo, finanche a creare inganni e illusioni, salti e
incongruenze narrative, e invitano il lettore, opportunamente sostenuto da
un’adeguata alfabetizzazione, ad iniziare una ricerca di attribuzione di senso.
Gli albi illustrati, che utilizzano il linguaggio iconico connotativo, presenta-
no, sovente, una sensibile rivisitazione e un’originale combinazione dei con-
tenuti, degli stili e delle tecniche di rappresentazione figurale in rapporto al
testo (fra i principali precursori ricordiamo autori quali Bruno Munari, Leo
Lionni, Maurice Sendak, che hanno fatto scuola sin dagli anni ’50 e ’60).
In essi, le immagini non hanno più solamente una funzione di decoro o di
supporto al testo, non sono più un ritratto “fedele” della realtà testuale, ma
raccontano una storia parallela, colmando i silenzi, le lacune, le reticenze
della parte letteraria: il bambino è invitato a caderenella storia. In essi
entrano con prepotenza i nuovi codici iconografici legati all’astrattismo, al
simbolismo, al surrealismo: l’albo illustrato diventa un luogo di sperimenta-
zione grafico-visiva, il progetto tipografico assume un suo intrinseco valore
narrativo. L’intertestualità, il simbolismo, la parodia e la dimensione gio-
cosadel testo iconico diventano uno spazio semiotico di sperimentazione,
non solo per l’illustratore impegnato a restituire la valenza letteraria di una
storia, ma anche per il giovane lettore che prova ad avventurarsi in nuovi
viluppi iconografici (figure 5 e 6). Nel testo iconico è ravvisabile, in tal caso,
una fusione simbolica o ironica, ma sempre sapiente, delle diverse tecni-
che grafico-visivo-letterarie (ad es.: uso estensivo del collage, elaborazione
digitale, contaminazioni fra narrativa, cinema, arte, fotografia, scultura).
L’interpretazione della storia non è più univoca, ma rimanda ad altro: riferi-
menti spazio-temporali, artistici, culturali ed esperienziali. Gli albi illustrati
sono strutturati in modo da provocare un forte impatto emotivo nel bambi-
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Educare lo sguardo. Riessioni pedagogiche sugli albi illustra
no: le originali e ingegnose metafore visive lo sollecitano a guardare le figure
con stupore, curiosità e rinnovato interesse. Vi predomina l’importanza di
offrire al lettore molteplici possibilità di accesso ai significati della storia
attraverso differenziati percorsi di lettura e interpretazione, come accade, ad
esempio, nell’albo Cappuccetto Rosso. Una fiaba moderna, una “fiaba a carica
realistica(per usare un’espressione cara a Vittorini), ideata e illustrata da
Roberto Innocenti e accompagnata dal testo di Aaron Frisch. I finali sono
spesso lasciati aperti o senza soluzione. I meccanismi letterari di metafiction,
che permettono di indagare la relazione tra finzione e realtà (tali meccani-
smi possono essere ravvisabili, ad esempio, nell’albo illustrato La vera storia
dei 3 porcellini!: di A. Wolf, raccontata da Jon Scieszka ed illustrata da Lane
Smith, nell’albo La bambina nel castello dentro il museo, di Kate Bernheimer
e Nicoletta Ceccoli, o ancora in Wolves, l’ironica opera dal finale spiazzante
di Emily Gravett), tra contenitore e contenuto, e di esplorare le molteplici
possibilità fornite dalle tecniche d’incastro narrativo, offrono al lettore spazi
di dialogo e riflessione sullo sviluppo narrativo e sul valore educativo del
processo di co-costruzione di una storia.
Giovani lettori crescono
Le immagini, grazie al loro elevato grado di narratività, svolgono un pecu-
liare ruolo di stimolo nel processo di comprensione e di interpretazione di
un’opera. Molteplici sono i fattori che possono favorire questi processi mul-
tiformi nella lettura di un albo illustrato di genere fantastico: l’equilibrato
intreccio semantico di testo e immagini, la modalità di interazione dei vari
codici interpretativi racchiusi nelle pagine di un albo illustrato, la ricchezza
e la varietà delle proposte editoriali, l’adeguata progettazione di percorsi per
l’alfabetizzazione letteraria e iconica del bambino.
Le illustrazioni possono sensibilmente arricchire il processo di compren-
sione, di interpretazione e di valutazione di un testo, e l’educatore ha, in
tal senso, un ruolo fondamentale nel trasformare i bambini in lettori ap-
passionati. L’educazione dello sguardo è una pratica che va costruita con
assiduità e frequentata con sistematicità: è importante garantire ai bambini
il contatto e la frequentazione di linguaggi iconici attraverso tutta una serie
di sollecitazioni che lo allenino a sviluppare attività ermeneutiche, solleci-
tandolo a percepire visivamente similitudini, differenze, associazioni visive
talvolta inusitate.
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Figure 3 e 4. Esempi di linguaggio iconico connotativo, caratterizzati da linguaggi iconografici mar-
catamente simbolici e di forte impatto emotivo.
Figura 3. Grimm, F., & Pacovská K. (2008). Cappuccetto rosso. Milano: Nord-Sud.
Figura 4. Grimm, J., Grimm, W., & Mattotti, L. (2009). Hänsel e Gretel. Roma: Orecchio acerbo.
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Figura 6. Disegno tratto dal
diario di bordo di Billy, 10
anni, redatto durante una ri-
cerca osservativa sugli albi illu-
strati realizzata nel 2010 in una
scuola primaria del Veneto con
bambini di 6, 8 e 10 anni. Il
bambino ha raccontato l’espe-
rienza vissuta a scuola, accom-
pagnando il testo con un di-
segno: Alla fine mi è piaciuto
anche le strane illustrazioni del
libro di Cappuccetto Rosso che
mi hanno fatto ricordare quan-
do io disegnavo all’asilo. […]
Insomma mi è piaciuto tutti
i lavori che abbiamo fatto ma
il più bello è stato quello che
ci hai detto di vedere e poi
guardare” perché è una bella
tecnica di pittura” (Campagna-
ro, 2012, pp. 162-163).
Figure 5 e 6. Il testo iconico diventa uno spazio semiotico di sperimentazione, non solo per l’illustra-
tore, ma anche per il giovane lettore che, se adeguatamente sollecitato, trae piacere nell’intraprendere
nuovi e originali percorsi iconografici.
Figura 5. Almodóvar, A.R., Taeger, M. (2009). La vera storia di Cappuccetto Rosso. Firenze: Kalan-
draka.
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Marnie Campagnaro
“È impossibile disegnare uno specchio”.
Silenzio. Non rispondo mai alle provocazioni di mio figlio: la chiarezza di idee che
gli danno i suoi undici anni mi mette in svantaggio. Inoltre, in quel momento sto
cercando di disegnare uno specchio.
“È molto bello quello che hai detto” devo ammettere.
“Beh, sì, si può ma dovresti essere uno di quelli che disegnano come se fosse una
fotografia, che stanno lì ore e ore a fare un disegno. Come si chiama quello che ha
fatto Pinocchio, con tutti i dettagli?”.
“Innocenti?”.
“Innocenti, quello sì potrebbe disegnare uno specchio”.
Mio figlio ritiene che fuori dal realismo non ci sia salvezza. Inutile parlargli di Hen-
ry Matisse quando c’è Norman Rockwell.
Questo straordinario scambio di battute fra un padre ed un figlio è parti-
colarmente significativo dal momento che il padre in questione non è un
dilettante allo sbaraglio che si dedica saltuariamente alla pittura nel tempo
libero, ma un affermato illustratore che da anni ci continua a regalare opere
di rara intelligenza e bellezza: Fabian Negrin (Negrin, 2009, p. 134). Ciò
a testimoniare che il desiderio dei bambini di guardare figure di spiccata
aderenza realistica, soprattutto con l’avvicinarsi dell’età preadolescenziale, è
un bisogno pressante che va assecondato. Se è raccomandabile mettere a di-
sposizione dei giovani lettori opere che gratifichino il loro naturale bisogno
di concretezza e di realismo, l’insegnante si dovrebbe, tuttavia, impegnare
a rendere loro possibile anche un’adeguata ed equilibrata fruizione di opere
più astratte, con immagini caratterizzate da intrecci simbolici e metaforici.
Il grado di maggiore o minore familiarità del bambino con alcune tipolo-
gie di immagini influisce sulla sua comprensione e sul suo coinvolgimento
emozionale nei confronti di un libro. Solitamente, il lettore “immaturo
sceglie albi illustrati con figure rasserenanti, prevedibili, familiari, come an-
che una ricerca osservativa condotta dal gruppo di ricerca sulla Letteratura
per l’Infanzia dell’Università di Padova ha avvalorato (Campagnaro, Dallari,
2013). Se si vogliono offrire nuovi orizzonti formativi, è necessario proget-
tare itinerari di lettura che, da un lato, offrano rassicurazioni al naturale
bisogno di referenzialità del bambino, e che, dall’altro, porgano opportune e
continuative occasioni di confronto con albi illustrati in grado di sollecitare
processi di lettura più complessi, che portino a rinnovati approdi interpreta-
tivi sempre più arricchenti. È evidente che la conoscenza dell’ampia offerta
editoriale per ragazzi sostiene il compito dell’insegnante nella scelta di opere
103
Educare lo sguardo. Riessioni pedagogiche sugli albi illustra
di qualità che, dal punto di vista della narrazione iconica, non devono esclu-
sivamente essere sbilanciate a favore del linguaggio referenziale e denotativo.
Quali considerazioni finali possiamo, dunque, ora avanzare?
Il narrare per immagini va offerto non solo ai bambini della scuola
dell’infanzia o del primo ciclo della scuola primaria, ma anche ai ragazzi
più grandi: quelli, per intenderci, che stanno transitando da una fase infan-
tile ad una fase pre-adolescenziale. Il viaggio visivo attraverso la narrazione
fantastica può destare interesse e meraviglia anche nei ragazzi più grandi, e
configurarsi come un’autentica esperienza educativa.
È necessario, tuttavia, fare un lavoro capillare e costante con i giovani
lettori. Gli itinerari di lettura devono essere progettati in maniera adeguata:
le opere ed i tempi di fruizione vanno scelti con grande cura. Si tratta di
progettare un vero e proprio ambiente di apprendimento di matrice co-
struttivista, in cui i bambini hanno la possibilità di riflettere ed interagire
con il libro di figure (testo e immagini) e con i propri compagni attraverso
diverse tipologie di narrazioni iconiche e la mediazione dell’insegnante che
li sollecita in inusuali percorsi di scoperta e ricerca di senso.
Il picturebook è uno strumento preziosissimo perché, se adeguatamente
proposto, consente di operare su tre livelli del pensiero umano: linguistico,
visivo-spaziale, metacognitivo.
C’è molto lavoro da fare. I bambini hanno bisogno di essere accompagnati,
in maniera progressiva, in questo percorso formativo: la capaci di indagare
un testo complesso, sia esso letterario che iconico, non è immediata, tan-
to meno scontata. Anche se l’immagine può essere fruita in maniera diretta,
immediata, istintiva, la lettura ermeneutica di una narrazione iconica implica
un processo di lettura, comprensione e interpretazione dei significati il cui
valore non può essere semplicemente ricondotto alla dimensione evocativa o
emozionale. La lettura di un libro con legure mette in gioco tutta la sogget-
tividel bambino, in quanto le immagini non si limitano a rappresentare
qualcosa di oggettivamente dato, ma chiedono al bambino di essere interpre-
tate e riconosciute all’interno di una lettura di senso (Far, 2002, p. 134).
Si può affermare che, contrariamente a quel che si potrebbe credere, lo
zoccolo più duro è rappresentato dai bambini più grandi nei quali i modelli
culturali e visivo-estetici, assimilati attraverso una più forte e continuativa
esposizione ai condizionamenti mediatici, si sono già radicati (Campagna-
ro, Dallari, 2013). Gli stereotipi visivi e i pregiudizi culturali da combatte-
re sono numerosi: non solo rispetto all’importanza di assaggiaremodelli
104
Marnie Campagnaro
iconografici diversi e divergenti ma, e soprattutto, in rapporto alle resisten-
ze manifestate dagli insegnanti nei confronti di alcune opere di letteratura
ritenute inadeguate, incomprensibili, difficilmente recepibili” da parte dei
bambini. È necessario un lavoro puntuale e appassionato, attraverso il quale
saper coinvolgere e contagiare i bambini, ma soprattutto è fondamentale
affrontare uno snodo cruciale: la formazione degli insegnanti. Essi si trova-
no spesso impreparati, e non attrezzati, ad affrontare un mercato editoriale
in continua crescita e inondato da centinaia di novità, che destabilizzano e
creano forti dubbi e incertezze. È necessario, pertanto, investire in adeguati
percorsi formativi che permettano all’insegnante di acquisire nuove compe-
tenze: letterarie, visive ed estetiche.
Nel racconto C’è nessuno? (Gaardner, 1999), Joakim, il giovane prota-
gonista rimasto solo in casa, incontra Mika, un piccolo bambino extrater-
restre. Fra i due bambini inizia un dialogo intenso. Ad un certo punto,
Joakim, profondamente colpito da una risposta saggia dell’amico marziano,
si inchina. Offeso dall’inchino, Mika chiede la ragione di tale azione. “Per-
ché hai risposto in modo molto intelligente alla mia domanda” (Ivi, p. 22),
spiega il bambino terrestre. Risoluto e diretto, Mika profetizza all’amico una
magistrale lezione di vita: “Una risposta non merita mai un inchino: per
quanto intelligente e giusta ci possa sembrare, non dobbiamo mai inchinar-
ci a una risposta. […] Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle
spalle. Solo una domanda può puntare oltre” (Ibidem).
Ci sembra una riflessione pedagogica particolarmente valida anche per
affrontare con maggiore serenità e consapevolezza la scelta di albi illustrati
da offrire ai nostri allievi nei percorsi di promozione della lettura a scuola.
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Marnie Campagnaro ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Scuola
di Dottorato in Scienze Pedagogiche, dell’Educazione e della Formazione
dell’Università di Padova. Attualmente, sta conducendo una ricerca osser-
vativa post doc sulla lettura e l’interpretazione degli albi illustrati contem-
poranei nella scuola primaria. È membro dell’IRSCL International Research
Society of Childrens Literature.
Contatti: marnie.campagnaro@unipd.it
Article
The research here told is the Italian contribution to the international project Visual Journeys: Understanding Immigrant Children's Response to Visual Images in Picturebooks, Conducted in Scotland, Arizona, Spain and Australia as an Observation of the Response of Migrant ten-eleven years old Readers to the Wordless Book The Arrival by Shaun Tan (2006). Reflections are made about co-construction and negotiation of meaning in a shared reading; wordless book is experienced as occasion of empowerment for those involved, giving value to individual stories and showing a positive outcome in school life, as for self-esteem and reciprocal relationships; it promotes discussion and increases interest in books, it shows an important effect on learning a foreign language and creating a group. The perspective of the whole experience is an interdisciplinary approach. The reading of wordless or silent book can be a true practice of right and belonging to the international community, and therefore a precious means for an education to global citizenship.
Book
Full-text available
Leggere e ascoltare storie, rinarrarle, immaginarne di nuove permette al bambino di familiarizzare con le chiavi di lettura che gli consentono di aprirsi alla comprensione e all’interpretazione del mondo, dell’interiorità propria e altrui, e, quindi, in definitiva, che lo aiutano a vivere in modo più sereno e costruttivo. I libri di figure e gli albi illustrati, in particolar modo, possono avere per bambini e ragazzi un fascino irresistibile perché la narrazione figurale porta con sé una carica dirompente, trasgressiva, sensuale. Essa richiama alla memoria sensazioni conturbanti come il rosso avvelenato della mela di Biancaneve, il giallo bizzoso della parrucca di Geppetto, l’arancio impertinente delle trecce di Pippi Calzelunghe. Eppure, sorprendentemente, per una strana legge del contrappasso, i nostri bambini, figli della civiltà delle immagini, sembrano meno attrezzati a leggere e interpretare i libri di figure. Arricchito di proposte metodologiche, esempi pratici ed esperienze sul campo, il volume offre una riflessione attenta e coinvolgente sul valore della narrazione come pratica di cura, sull’importanza del pensiero analogico e metaforico nella vita e a scuola, sul ruolo che gli albi illustrati giocano nell’alimentare la dimensione immaginifica dei bambini, sui criteri e sulle modalità più appropriate per scegliere e proporre un albo illustrato. I contributi internazionali di alcuni colleghi spagnoli corredano il libro di percorsi operativi dedicati allo sviluppo delle competenze letterarie ed intertestuali a scuola e in altri contesti educativi.
Book
Full-text available
Il contributo pedagogico della narrazione figurale - in termini di formazione estetica e sviluppo delle potenzialità cognitive ed immaginifiche nei bambini - è un tema molto dibattuto nel panorama internazionale della Letteratura per l'infanzia. In Italia, tuttavia, esso rappresenta un ambito di ricerca ancora poco esplorato: gli studi scientifici, le indagini e le ricerche osservative sul campo dedicate specificatamente ai libri e agli albi illustrati per bambini e ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado sono agli albori e necessitano, con crescente intensità, di contributi critici, approfondimenti e strumenti di analisi. Nel volume si pone l'accento sull'importante ruolo che i libri di figure possono giocare sul percorso di crescita non solo dei bambini della scuola dell'infanzia, ma anche nei lettori più grandi, offrendo una lettura puntuale degli elementi strutturali, delle caratteristiche morfologiche e delle potenzialità educative all'albo illustrato. Il volume, altresì, raccoglie e organizza i diversi orientamenti teorico-critici sulla narrazione iconica a livello nazionale ed internazionale, che si propone sia come punto di riferimento per gli studiosi della letteratura per l'infanzia, sia come piattaforma di studio per arricchire il dibattito pedagogico relativo all'esperienza di fruizione estetica degli albi illustrati da parte degli esperti e da parte dei bambini.
Article
This book situates the picturebook genre within the widespread international phenomenon of crossover literature, examining an international corpus of picturebooks — including artists’ books, wordless picturebooks, and celebrity picturebooks — that appeal to readers of all ages. Focusing on contemporary picturebooks, Sandra Beckett shows that the picturebook has traditionally been seen as a children’s genre, but in the eyes of many authors, illustrators, and publishers, it is a narrative form that can address any and all age groups. Innovative graphics and formats as well as the creative, often complex dialogue between text and image provide multiple levels of meaning and invite readers of all ages to consider texts that are primarily marketed as children’s books. The interplay of text and image that distinguishes the picturebook from other forms of fiction and makes it a unique art form also makes it the ultimate crossover genre. Crossover picturebooks are often very complex texts that are challenging for adults as well as children. Many are characterized by difficult “adult” themes, genre blending, metafictive discourse, intertextuality, sophisticated graphics, and complex text-image interplay. Exciting experiments with new formats and techniques, as well as novel interactions with new media and technologies have made the picturebook one of the most vibrant and innovative contemporary literary genres, one that seems to know no boundaries. Crossover Picturebooks is a valuable addition to the study of a genre that is gaining increasing recognition and appreciation, and contributes significantly to the field of children’s literature as a whole.
Article
How Picturebooks Work is an innovative and engaging look at the interplay between text and image in picturebooks. The authors explore picturebooks as a specific medium or genre in literature and culture, one that prepares children for other media of communication, and they argue that picturebooks may be the most influential media of all in the socialization and representation of children. Spanning an international range of children's books, this book examine such favorites as Curious George and Frog and Toad Are Friends, along with the works of authors and illustrators including Maurice Sendak and Tove Jansson, among others. With 116 illustrations, How Picturebooks Work offers the student of children's literature a new methodology, new theories, and a new set of critical tools for examining the picturebook form.
Article
The Radical Change conceptual framework provides theory for understanding, appreciating, and evaluating three types of significant change in contemporary literature for children and youth: changing forms and formats, changing perspectives, and changing boundaries. A paucity of research has explored primary students' literary understandings of and responses to books with Radical Change characteristics. This article uses transcript excerpts from small-group interactive read-aloud sessions with grade 1 children to illustrate their understandings of and responses to the Radical Change characteristics in two picture books. The characteristics of Type One Radical Change (graphics in new forms and formats, words and pictures reaching new levels of synergy, nonlinear organization and format, nonsequential organization and format, multiple layers of meaning, and interactive formats), and one characteristics of Type Two Radical Change (multiple perspectives, visual and verbal), are used as a framework to discuss the grade 1 students' oral responses to and interpretations of the two books. The article also discusses the possibilities for language, literacy, and literary development afforded by picture books with Radical Change characteristics.
Article
In the context of the common, but potentially rich situation of classroom storybook readalouds, this study describes what constituted literary understanding for one classroom interpretive community of first and second graders by analyzing their oral responses as picture storybooks were read aloud to them. Over seven months, field notes and transcripted audiotapes of 83 read-alouds were collected; 45 representative readalouds were selected for intensive analysis. The findings indicated five types of literary understanding: (a) textual analysis, (b) intertextual connections, (c) personal connections, (d) becoming engaged in the story to such an extent that the world of the story and the children's world were transparent to each other, and (e) using the text as a platform or pretext for creative expression. A grounded theory of literary understanding was developed, differentiating and relating the five aspects of literary understanding by (a) the stances assumed by the children, (b) the actions performed by the children and (c) the various functions of the text. The five aspects were further conceptualized as the enactments of three basic literary impulses that interact synergistically. The hermeneutic impulse is the drive to understand the story and interpret it. The aesthetic impulse consists of either receptively responding to the story as a lived-through experience or using the story as the platform for one's own creative expression. The personalizing impulse is the impulse to link the story to the self and personal experience. The study suggests that the impressive literary critical abilities of children as young as first and second grade are appropriately understood through a wide variety of theoretical perspectives. The resulting grounded theory unifies and integrates these perspectives as well as focuses specifically on the literary understanding of young children. En el contexto de la común, pero potencialmente rica situación de lectura de cuentos en voz alta en el aula, este estudio describe lo que constituyó la comprensión literaria para la comunidad de un aula de niños de primero y segundo grado, analizando las respuestas orales a libros de cuentos ilustrados que les fueron leídos en voz alta. Durante siete meses, se recolectaron notas de campo y transcripciones de 83 lecturas en voz alta audiograbadas. Se seleccionaron 45 lecturas en voz alta representativas para ser analizadas en profundidad. Los hallazgos indicaron cinco tipos de comprensión literaria: (a) análisis textual, (b) conexiones intertextuales, (c) conexiones personales, (d) involucrarse en la historia a tal punto que el mundo de la historia y el mundo del niño se volvieron transparentes y (e) usar el texto como plataforma o pretexto para la expresión creativa. Se desarrolló una teoría fundamentada de la comprensión literaria, diferenciando y relacionando los cinco aspectos de la comprensión literaria por medio de (a) las posiciones asumidas por los niños, (b) las acciones llevadas a cabo por los niños y (c) las varias funciones del texto. Los cinco aspectos se conceptualizaron como las realizaciones de tres impulsos literarios básicos que interactúan en sinergía. El impulso hermenéutico es la tendencia a comprender la historia e interpretarla. El impulso estético consiste en responder receptivamente a la historia como una experiencia vivida o bien usar la historia como plataforma para la propia expresión creativa. El impulso personalizador es el impulso de vincular la historia con uno mismo y la experiencia personal. El estudio sugiere que las impresionantes habilidades críticas literarias de los niños, aún desde primero y segundo grado, pueden comprenderse adecuadamente a través de una amplia variedad de perspectivas teóricas. La teoría resultante unifica e integra estas perspectivas y se centra específicamente en la comprensión literaria de los niños pequeños. Im Zusammenhang der allgemein üblichen, jedoch potentiell reichhaltigen Situation von lautem Vorlesen im Klassenraum aus Büchern beschreibt diese Studie, was unter Lese- und Schreibverständnis in der interpretativen Gemeinschaft eines Klassenraumes von Erst- und Zweitkläßlern durch Analysieren ihrer mündlichen Wiedergaben sich konstituierte, während ihnen aus Bilderbüchern laut vorgelesen wurde. Über die Dauer von sieben Monaten wurden Notizen und ins Schriftliche übertragene, besprochene Audio-Tonbänder von 83 lauten Vorlesungen gesammelt; 45 repräsentative Vorlesungen wurden für eine intensive Analyse ausgewählt. Die Ergebnisse deuteten auf fünf Arten des Lese- und Schreibverstehens: (a) textliche Analyse; (b) inter-textliche Verbindungen; (c) persönliche Verbindungen; (d) Engagement und Anteilnahme an der Erzählung bis zu einem Grade, daß die Welt der Erzählung und die Welt der Kinder zueinander transarent wurden; und (e) Benutzung des Textes als Grundlage oder Vorlage zum kreativen Ausdruck. Eine in sich begründete Theorie des Lese- und Schreibverständnisses wurde entwickelt, durch Unterscheiden voneinander und in Bezugsetzung dieser fünf Aspekte des Lese- und Schreibverständnisses zueinander, durch (a) die von den Kindern aufgenommenen Stanzen; (b) die von den Kindern ausgeführten Aktionen; und (c) die unterschiedlichen Funktionen des Textes. Die fünf Aspekte wurden weiter als das Nachvollziehen von drei grundlegenden Lese- und Schreibimpulsen konzeptualisiert, die untereinander und gegenseitig synergetisch in Beziehung stehen. Der hermeneutische Impuls ist der Antrieb zum Verstehen der Geschichte und zur Interpretation. Der ästhetische Impuls besteht entweder aus rezeptiver Erwiderung auf die Geschichte als eine durchlebte Erfahrung oder aus der Nutzung der Erzählung als Plattform für den eigenen kreativen Ausdruck. Der personifizierte Impuls ist der Impuls, die Erzählung mit sich selbst und eigener persönlicher Erfahrung zu verbinden. Die Studie schlägt vor, daß die eindrucksvollen kritischen Lese- und Schreibfähigkeiten der Kinder bereits im frühen Alter der ersten und zweiten Klasse durch eine breite Variation von theoretischen Perspektiven angemessen verstanden werden. Die im Ergebnis begründete Theorie vereinigt und integriert diese Perspektiven und richtet ihren Blick ebenfalls besonders auf das Lese- und Schreibverstehen von jungen Kindern. Dans le contexte, banal mais riche, d'une situation de lecture à haute voix de livres d'histoire, cette recherche décrit comment s'est effectuée la compréhension de la littérarité dans une communauté scolaire interprétative d'enfants de première et seconde année en analysant leurs réponses orales alors qu'on leur lisait des livres à haute voix. Pendant sept mois, on a pris des notes de terrain et transcrit les bandes audio de 83 lectures à haute voix qui avaient été collectées; on a sélectionné 45 lectures à haute voix en vue d'une analyse approfondie. Les résultats montrent cinq types de compréhension de la littérarité: a) analyse textuelle; b) connexions intertextuelles; c) connexions personnelles; d) engagement progressif dans l'histoire jusqu'à ce que le monde de l'histoire et le monde de l'enfant soient transparents l'un pour l'autre; e) utilisation du texte comme plate-forme ou prétexte pour une expression créative. On a développé une théorie de terrain de la compréhension de la littérarité, en différenciant et mettant en relation les cinq aspects de la com préhension de la littérarité par a) les positions prises par les enfants; b) les actions effectuées par les enfants; et c) les différentes fonctions du texte. Les cinq aspects ont été ensuite conceptualisés comme manifestations de trois impulsions littéraires fondamentales qui interagissent en synergie. L'impulsion herméneutique est la pulsion pour comprendre l'histoire et l'interpréter. L'impulsion esthétique consiste soit à répondre réceptivement à l'histoire en tant qu'expérience vécue, soit à utiliser l'histoire comme plate-forme pour sa propre expression créative. L'impulsion de personnalisation est l'impulsion consistant à lier l'histoire à soi et à son expérience personnelle. La recherche suggère que les impressionnantes capacités littéraires critiques d'enfants aussi jeunes que des enfants de première et deuxième année peuvent être appréhendées par toutes sortes de perspectives théoriques. La théorie de terrain produite unifie et intègre ces perspectives tout autant qu'elle se centre spécifiquement sur la compréhension littéraire des jeunes enfants.