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P MUSICALMENTE: SVILUPPO DI UN PARADIGMA
PER LA VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA
DELLA MUSICOTERAPIA NEL TRATTAMENTO
DELLA DEMENZA
Pigliautile Martina (a), Federici Stefano (b), Delicati Francesco (c), Cecchetti Roberta (a),
Bastiani Patrizia (a), Scamosci Michela (a), Cesarini Simonetta (d), Menculini Giuseppe (e),
Passeri Catia (d), Marcacci Maria Grazia (e), Longo Annalisa (a,c), Mecocci Patrizia (a)
(a) Sezione di Gerontologia e Geriatria, Dipartimento di Medicina, Università degli Studi,
Perugia
(b) Dipartimento di Filosofia, Scienze Umani, Sociali e dell'Educazione, Università degli
Studi, Perugia
(c) Associazione Malattia di Alzheimer e Telefono Alzheimer Umbria, Perugia
(d) Residenza Protetta Fontenuovo, Perugia
(e) Residenza Protetta Creusa Brizi Bittoni, Città della Pieve, Perugia
Il presente studio nasce dall'esigenza di individuare un paradigma di valutazione
dell'efficacia della Musicoterapia (MT) sulla salute delle persone affette da demenza. In
un'ottica biopsicosociale, la metodologia utilizzata consente di raccogliere indicatori di
variazioni del benessere a livello biologico (concentrazione di cortisolo salivare), a livello
psicologico e comportamentale (test e scale) e a livello sociale e relazionale (analisi di
sessioni video di MT).
Trenta soggetti con età media 83,6±9,2 affetti da demenza di grado moderato (MMSE
13,5±5,5; CDR 2,3±0,6) sono stati reclutati presso due residenze protette e randomizzati in
un gruppo sperimentale (20 sessioni MT da 60 minuti a cadenza settimanale) e un gruppo
di controllo (attività previste dalla struttura). Trattandosi di una tipologia di soggetti
caratterizzata da elevata eterogeneità, fluttuazione della prestazione, elevata comorbilità, il
metodo prevede la possibilità di condurre l’analisi su coppie di soggetti caso/controllo
omogenee sul piano clinico.
Nel corso delle sessioni 1, 10 e 20, sono stati effettuati i prelievi di saliva pre e post
trattamento (MT vs altre attività). Per ogni partecipante sono stati raccolti i principali dati
clinici ed è stato calcolato l’indice di riserva cognitiva (Cognitive Reserve Index). Tutti i
soggetti sono stati monitorati per 10 mesi (4 follow-up) rispetto a: terapia farmacologica,
comorbilità (Cumulative Illness Rating Scale), funzionamento (Alzheimer's Disease
Cooperative Study Activities of Daily Living), funzionamento autopercepito (WHO
Disability Assessment Schedule 2.0), disturbi comportamentali (NPI), agitazione (Cohen-
Mansfield Agitation Inventory), depressione (Cornell Scale for Depression in Dementia),
deficit cognitivi (MMSE e/o Severe Ipairment Battery) e qualità della vita (Quality of Life
Alzheimer Disease).
Gli strumenti individuati permettono di integrare le risposte del soggetto con il punto di
vista di un caregiver (operatore della struttura). Dieci sessioni sono state videoregistrate. In
linea col metodo di Ridder et al, per ciascun soggetto è stato costruito un grafico della
singola sessione, in cui è stato codificato ciò che avviene tra soggetto e terapeuta nei singoli
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minuti. A partire da tali grafici, il terapeuta seleziona le sequenze video più significative
che sono poi sottoposte ad un’analisi più approfondita (microanalisi) del percorso
effettuato. La presente metodologia appare innovativa nel tenere in considerazione una
valutazione del benessere multidimensionale, senza trascurare ciò che spesso è tralasciato:
la relazione tra il musicoterapeuta e il soggetto.