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Selvicoltura e alberi habitat: un metodo per rilevarne quantità e qualità ecologica applicato a due formazioni a faggio e a cerro

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Abstract

Gli alberi habitat - definiti come alberi in piedi vivi o morti che forniscono nicchie ecologiche (microhabitat) quali cavità, tasche di corteccia, grossi rami secchi, epifite, crepe o colate di linfa - costituiscono un elemento cardine della gestione forestale sostenibile. A questo riguardo una migliore comprensione dei processi che consentono lo sviluppo ed il mantenimento di microhabitat all’interno di foreste gestite è di forte interesse sia per i selvicoltori sia per i decisori. È fondamentale capire come la presenza di alberi habitat sia influenzata dai trattamenti selvicolturali e come il tipo di gestione condizioni la loro distribuzione. Per arrivare a questo risultato è importante disporre di uno strumento per la rilevazione di alberi habitat che sia di semplice applicazione nella pratica selvicolturale quotidiana. Con questi intenti l’obiettivo di questo lavoro è stato quello di testare uno strumento in grado di favorire il compito dei selvicoltori chiamati a decidere quali alberi rilasciare - la tabella Radar (acronimo di Ricerca Alberi DA Riservare) - strumento grazie al quale si tenta di stimare il valore ecologico di un albero, ossia la sua potenziale capacità di assolvere al ruolo di albero habitat. Il metodo si propone di mettere il selvicoltore nella condizione di valutare il valore ecologico dei popolamenti forestali attraverso uno strumento agile, economicamente sostenibile e facilmente utilizzabile contemporaneamente agli altri rilievi da fare in bosco. In questo lavoro la tabella RADAR è stata applicata in due formazioni forestali tipiche dell’appennino italiano: una faggeta (Vallombrosa) ed un bosco misto a dominanza di cerro (Bosco Pennataro). L’applicazione ha consentito di rilevare la presenza e la distribuzione degli alberi habitat da rilasciare e confrontare il popolamento che si otterrebbe rilasciando gli alberi habitat individuati grazie all’applicazione della tabella RADAR con i popolamenti che si otterrebbero dopo l’applicazione di generiche prescrizioni basate sull’individuazione di una soglia diametrica o sull’individuazione di un numero minimo di piante ad ettaro, o entrambe congiuntamente. Il metodo applicato ha evidenziato una stretta correlazione tra presenza di microhabitat e caratteristiche della chioma permettendo di dare ulteriori indicazioni circa i caratteri tipici degli alberi habitat
Fenditure lunghe Essudati non resinosi
Cos’è un albero habitat?
Legno morto
nella chioma
CHIOMA
Branche rotte
Cavità da picchio
Cavità nelle cicatrizzazioni
Edera e liane
Cretti o scortecciature
Colate di linfa
Funghi legnosi
a mensola
TRONCO
Cavità basali piene di acqua
Scortecciature basali
senza carie
Cavità ai piedi
dell’albero
CEPPAIA
Nicchie ai piedi
dell’albero
Tabella RADAR e Valore Ecologico del Soprassuolo: strumenti per
l’individuazione e la gestione innovativa degli alberi habitat.
Conservare la biodiversità rappresenta una priorità della gestione forestale sostenibile ed un importante ruolo viene svolto dal legno morto e dagli “alberi
habitat”, capaci di fornire nicchie ecologiche (microhabitat) in cui molti esseri viventi possono trovare nutrimento e ospitalità.
I microhabitat sono spesso considerati difetti che riducono il valore commerciale dei tronchi e nei boschi regolarmente utilizzati, la presenza di alberi con
microhabitat, di quelli morti o deperienti e dei grandi alberi, ha subìto una costante contrazione.
Questo lavoro illustra la tabella RADAR (Ricerca Alberi DA Riservare) che rappresenta, per l’Italia, la prima proposta del genere. Ideata come strumento
tecnico ha come principali prerogative semplicità d’uso e flessibilità: il suo utilizzo avvicinerebbe l’Italia ad altri paesi europei, che sugli alberi habitat hanno
già impostato politiche di tutela.
Il rilascio di un certo numero di alberi habitat per superficie coniuga e riassume in sé gli aspetti conservazionistici e gestionali e la RADAR, pensata per la
realtà forestale italiana, può essere di supporto agli uffici forestali e naturalistici, incaricati dell’emissione di pareri, nullaosta o autorizzazioni al taglio che
prevedono il rilascio di alberi ad invecchiamento indefinito, ma anche per la diffusione di tali concetti presso gli stakeholders che ancora vedono gli alberi
habitat come nemici del bosco e dei suoi fruitori (incidenti, patologie, incendi).
La tabella RADAR risponde inoltre, in maniera innovativa, alla richiesta del D.Lgs. 227/2001 di rilasciare alberi ad invecchiamento indefinito e al decreto
MIPAAF sugli alberi monumentali che prevede, tra i criteri per l’attribuzione della monumentalità anche il “valore ecologico” relativo alle presenze
faunistiche che si insediano sull’albero monumentale.
Mantenere alberi habitat rappresenta una sfida per i gestori forestali perché tali alberi non corrispondono ai classici e consolidati dettami selvicolturali,
elaborati per massimizzare alcune funzioni tra cui la principale deve restare quella produttiva; si possono tuttavia coniugare esigenze economiche e
ecologiche poiché, anche nell’ambito forestale più produttivo e meglio pianificato per questa funzione, rimangono molti alberi con un valore economico basso
o trascurabile, il cui taglio non è necessario, ma che rivestono un alto valore ecologico.
RIASSUNTO
Paolo Perrella Ph.D. – dottore forestale – Parco Naturale Regionale Monti Aurunci (Campodimele, LT) – Regione Lazio – pperrella@regione.lazio.it
Puddu Giuseppe Ph.D. – dottore forestale – Riserva Naturale Regionale Monterano – (Canale Monterano, RM) – Regione Lazio – gpuddu@regione.lazio.it
Rami morti Funghi a mensola
Ferite lunghe
Fori di picchio
Nella pratica
Lobaria pulmonaria
Tabella RADAR
Dimensioni Epifite Caratteristiche Funghi
Diametro in cm Edera, muschio, vitalba, vischio, grandi licheni (es.
Lobaria), essudati, cancri (d 10 cm) Sporadicità, isolamento, capitozzarura, biforcazione, ruolo
di copertura (prossimità a tronco con d > 30 cm) Corpi fungini
con d 5cm
punti punti punti punti
d < 30 0non presente 0non presente 0nessuno 0
30 d 60 1presente 1presente 1 1 1
61 d 90 2edera diametro > 5 cm 2albero di castagno -1 2 2
91 d 120 333
121d 150 4
151 d 180 5
d >180 6
Cavità Legno morto Posizione Nidi
Fori di picchio, ferite non rimarginate, cavità,
sollevamento corteccia, fenditure Legno morto
con lunghezza >1 m Distanza da sentieri, strade e altre vie di comunicazione Nidi di uccelli
punti punti punti punti
nessuna 0non presente 0distanza > 1,5 volte altezza 0nessuno 0
altezza < 50 cm 1solo branche piccole (d < 10 cm) 1adiacenza sentieri segnati -1 almeno uno di medie
dimensioni (es. cornacchia) 1
50h 200 cm 2fino a 3 branche grandi (d 10 cm) 2prossimità strade (> 0,5 h < 1,5 h) -3 almeno uno grandi dimensioni 2
altezza > 200 cm 3oltre 3 branche grandi 3adiacenza strade (< 0,5 h) -7
COME UTILIZZARE LA TABELLA RADAR
La tabella prende in esame 8 aspetti degli alberi: per ogni aspetto bisogna
attribuire un unico punteggio (il più grande in valore assoluto).
La somma algebrica dei punteggi conseguiti permette attribuire all’albero
habitat un “valore ecologico”.
Il punteggio va interpretato nel seguente modo:
Punti totale
P < 2 albero non interessante
2 P < 4 albero con potenzialità per un futuro lontano
4 P < 6 alberi habitat interessanti per un futuro prossimo
6 P <8 alberi habitat il cui rilascio è subordinato al contesto (densità alberi
habitat > 10/ha)
8 P 10 alberi habitat il cui rilascio è sempre auspicabile
P 10 alberi habitat da rilasciare e da segnalare con coordinate
geografiche
CONCLUSIONI
Determinare il valore ecologico di un albero secondo la tabella RADAR, permette di individuare gli alberi habitat propriamente detti, il cui Valore Ecologico (VE) è maggiore o
uguale a 6 punti. Il Valore Ecologico del Soprassuolo (VES) si ottiene poi sommando il punteggio degli alberi habitat propriamente detti (VE
6) presenti in un ettaro.
Il valore VES, approssima, quale variabile proxy, la valutazione globale del popolamento forestale, evitando la costosa (e difficoltosa) operazione, tipica di altri metodi, di
sommare i valori ecologici di tutti alberi presenti, la cui caratterizzazione vede oltre gli alberi habitat propriamente, anche la presenza di alberi d'avvenire, alberi standard e
alberi potenziali.
Il VES può essere utilizzato, ad esempio, per confrontare le modalità di gestione di diversi popolamenti o può essere di aiuto nell’individuare i siti migliori al rilascio di isole di
biodiversità (siano esse isole di senescenza o isole di invecchiamento). La sua prima applicazione rimane comunque quella di individuare le piante da destinare ad invecchiamento
indefinito. Infatti, anziché stabilire a priori un prefissato numero degli alberi da rilasciare ad invecchiamento indefinito, e/o quale diametro minimo questi debbano avere, è
possibile fissare un limite minimo di Valore Ecologico del Soprassuolo ad ettaro (quale “valore target” desiderato) da mantenere in ogni particella o compressa, tramite la
conservazione dei migliori alberi habitat. Resta fissata, così, anche una soglia al disotto del quale non è possibile effettuare il taglio degli alberi habitat (AH), pena non
raggiungere il valore prefissato.
Al contempo, in caso di VES superiore alla soglia desiderata, è possibile modulare il taglio degli alberi habitat ragionando per singole nicchie da rilasciare entro la soglia minima
di VES stabilito. Al momento attuale è opportuno ritenere che per i cedui regolarmente gestiti un adeguato valore target di VES sia di 30 punti ha-1,mentre per le fustaie in
produzione (e per le fustaie transitorie) detto valore di soglia minima di VES sia fissato a 50 punti ha-1.
In questa fase la previsione di distinti valori al variare della forma di governo trova giustificazione non nella presenza dei singoli microhabitat nei diversi governi selvicolturali, in
quanto non vi è alcuna associazione statisticamente significativa tra forma di governo e presenza di microhabitat o Alberi Habitat, ma nel diverso diametro medio delle piante
costituenti il popolamento interessato dall'utilizzazione. Coniugare esigenze economiche e ecologiche rimane, in assoluto, facilmente realizzabile poiché, anche nell’ambito
forestale più produttivo e meglio pianificato per questa funzione, rimangono molti alberi habitat con un valore economico basso o trascurabile ma che rivestono un alto valore
ecologico, i quali, sebbene questo valore sia sempre più riconosciuto, sono però ancora regolarmente rimossi durante le operazioni selvicolturali più comuni.
Faggio con valore ecologico 10:
119 cm diametro (3 punti);
presenza di epifite (edera sul tronco e rami (1 punto);
pianta capitozzata (1 punto);
cavità oltre i 200 cm di altezza (3 punti);
presenza da 1 a 3 branche grandi morte (2 punti).).
MICROHABITAT
Cerro con valore ecologico 7:
101 cm diametro (3 punti);
presenza di edera con diametro > 5 cm (2 punti);
cavità in basso (< 50 cm)(1 punto);
presenza di rami morti di medie dimensioni (1 punto).
DUE ESEMPI
Emberger C., Larrieu L.,Gonin P. (2013) Dix facteurs clés pour la diversité des espèces en forêt. Comprendre l’Indice de Biodiversité Potentielle (IBP). Document technique,
Paris, Institut pour le developpement forestier, 56 pp.
Perrella P., Puddu G. (2015) Uno strumento innovativo per l’individuazione e la gestione degli “alberi habitat”: la tabella RADAR. Gazzetta Ambiente 1: 107-128.
Collocazione: c10.13.9
Sessione poster 01 - Biodiversità, disturbi e adattamento
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