ArticlePDF Available

ANGIOLO DEL LUCCHESE, ELISABETTA STARNINI, 2015, AGGIORNAMENTI SULLA FASE ANTICA DELLA CULTURA DEI VASI A BOCCA QUADRATA IN LIGURIA DA UNA REVISIONE DEI MATERIALI CERAMICI IN CORSO, Archeolgia in Liguria V, 2012-2013, pp. 27-37

Authors:

Abstract and Figures

In questo lavoro vengono presentate nuove considerazioni sul Neolitico Medio della Liguria, conseguenti al riallestimento delle sale dedicate al Neolitico del Museo Archeologico del Finale, che ha comportato una revisione dei materiali degli scavi del secolo scorso eseguiti dalla Soprintendenza alle caverne delle Arene Candide e Pollera, integrate dai risultati degli scavi recentemente condotti al Riparo di Pian del Ciliegio, sull’altipiano delle Manie. Ne deriva che la proposta dell’esistenza di una fase culturale indipendente, caratterizzata da ceramica graffita (il cosiddetto “stile Pollera”) collocabile cronologicamente tra la fine della Cultura della Ceramica Impressa e gli inizi di quella dei Vasi a Bocca Quadrata, non presenta consistenza archeologica.
No caption available
… 
No caption available
… 
No caption available
… 
No caption available
… 
Content may be subject to copyright.
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO
SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA DELLA LIGURIA
ARCHEOLOGIA IN LIGURIA
NUOVA SERIE, VOLUME V · 2012-2013
A CURA DI
MARTA COVENTI
ANGIOLO DEL LUCCHESE
ALEXANDRE GARDINI
SEGRETARIATO REGIONALE DEL MINISTERO
DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E
DEL TURISMO PER LA LIGURIA
SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA
DELLA LIGURIA
ARCHEOLOGIA IN LIGURIA
NUOVA SERIE, VOLUME V, 2012-2013
A cura di Marta Conventi, Angiolo Del Lucchese, Alexandre Gardini
DIREZIONE
Soprintendente per i Beni Archeologici della Liguria
Bruno Massabò
RIPRODUZIONE E TRATTAMENTO DELLE IMMAGINI
Sandro Paba
RIELABORAZIONI GRAFICHE
Laura Tomasi
Le fotografie, quando non diversamente indicato,
provengono dall’archivio della Soprintendenza
Archeologia della Liguria.
PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE
Sagep Editori
COORDINAMENTO EDITORIALE
© by Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza
Archeologia della Liguria
I diritti di riproduzione, di memorizzazione e di adattamento totale DATI E LOGO Sagep
o parziale con qualsiasi mezzo, compresi microfilm e le copie fotostatiche,
sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta senza
l’autorizzazione della Soprintendenza Archeologia della Liguria.
Ministero
dei beni e delle
attività culturali
e del turismo
27
INTRODUZIONE
Lo studio dei materiali rinvenuti nel corso dello scavo
del Riparo di Pian del Ciliegio (Finale L. - SV) e il la-
voro di revisione dei complessi provenienti dagli scavi
eseguiti negli anni ’70 quali la caverna delle Arene
Candide e la grotta Pollera, condotto allo scopo di in-
dividuare nuovi reperti per allestire le sale dedicate al
Neolitico presso il Museo Archeologico del Finale
(AROBBA et al. 2010), hanno offerto l’opportunità di ri-
vedere alcune problematiche inerenti al Neolitico del
Finalese, in particolare, e, più in generale, della Ligu-
ria.
La caverna delle Arene Candide e la grotta Pollera
furono indagate nel corso degli anni ’70 dal prof. San-
to Tiné, per conto dell’allora Soprintendenza Archeo-
logica della Liguria. Dopo la conclusione dello studio
e la pubblicazione dei materiali (ODETTI 1991; TINÉ
1999), questi erano stati depositati ormai da tempo
nei magazzini della Soprintendenza per i Beni Ar-
cheologici della Liguria.
Il nuovo percorso espositivo del Museo Archeolo-
gico del Finale (AROBBA et al. 2010) ha offerto dunque
l’opportunità di esporre per la prima volta questi ma-
teriali restaurati, ricomposti da frammenti vascolari
provenienti non solo dall’area dello scavo degli anni
’70, ma anche con i reperti delle vecchie collezioni
conservate presso i Musei Civici di Genova-Pegli e Fi-
nale, provenienti dalle ricerche condotte da L. BERNA-
BREA (1946; 1956) e, in precedenza, dai primi
esploratori della fine dell’Ottocento (MORELLI 1889;
ISSEL 1908).
Queste circostanze hanno fornito l’opportunità di
rivedere le collezioni fittili nel loro insieme e di inizia-
re a riconsiderare criticamente le attuali conoscenze
sul Neolitico della Liguria, a partire dai livelli del Neo-
litico Antico della Cultura della Ceramica Impressa
(DEL LUCCHESE, STARNINI 2010).
Con questi complessi è stato messo a confronto il
materiale proveniente dal riparo di Pian del Ciliegio.
Questo sito, che è ubicato sull’altipiano delle Manie,
presentava una stratigrafia con tracce di occupazione
26
AGGIORNAMENTI SULLA FASE ANTICA DELLA CULTURA DEI VASI A
BOCCA QUADRATA IN LIGURIA DA UNA REVISIONE DEI MATERIALI
CERAMICI IN CORSO*
ANGIOLO DEL LUCCHESE, ELISABETTA STARNINI
In questo lavoro vengono presentate nuo-
ve considerazioni sul Neolitico Medio
della Liguria, conseguenti al riallesti-
mento delle sale dedicate al Neolitico del
Museo Archeologico del Finale, che ha
comportato una revisione dei materiali
degli scavi del secolo scorso eseguiti dalla
Soprintendenza alle caverne delle Arene
Candide e Pollera, integrate dai risult ati
degli scavi recentemente condotti al Ripa-
ro di Pian del Ciliegio, sull’altipiano della
Manie. Ne deriva che la proposta del-
l’esistenza di una fase culturale indip en-
dente, caratterizzata da ceramica graffita
(il cosiddetto “stile Pollera”) collocabile
cronologicamente tra la fine della Cultura
della Ceramica Impressa e gli inizi di
quella dei Vasi a Bocca Quadrata, non
presenta consistenza archeologica.
This paper reconsiders the Middle Ne-
olithic period in Liguria, in the light of
the results obtained from both the refit-
ting of the vessel fragments fro m the old
excavatio ns at the Arene Candide and
Pollera caves, restored for the new per-
manent exhibition at the Archaeological
Museum of Finale (SV), and the recent
excavatio ns carried out a t Pian Ciliegio
rock-shel ter (SV). According to the re-
sults so far o btained, the prop osal of the
exis tence of a c hrono-cu ltural ph ase
characterised by scratched-o rnamented
ceramics (the so-called “Pollera style”)
preceding the affirmation of the earli est
Square-Mou thed Potter y Culture a s-
pects, does not find any con firmation in
the arch aeological remains.
Cet étude présente des nouvelles réflexions
autour de la période concernant le début du
Néolithique moyen en Ligurie élaborées à
partir des résultats apportés par la récente
restauration des céramiques, réalisée à l’oc-
casion de la rénovation de l’exposition per-
manente des matériels du Néolithique au
Musée Archéologique de Finale (SV); ceci à
entraîné la révision des données des fouilles
du XX siècle dans les grottes des Arènes
Candides et de la Pollera, avec l’intégration
des données de la récent fouille dans l’abri de
Pian del Ciliegio (plateau de Le Mànie). La
théorie de la présence d’une phase chronolo-
gique et culturelle autonome caractérisée par
la céramique gravée (nommée “style Pol-
lera”), située entre la fin de la culture de la
Céramique Imprimée e le début de la culture
du Vase a Bouche Carrée, n’as pas été confir-
mée d’après l’analyse attentive des nou-
veaux données.
29
no) nell’esemplare lavoro di L. H. BARFIELD (1972). Le
ceramiche liguri caratteristiche della fase antica o di
“Finale-Quinzano” (BARFIELD 1972, p. 194), trovano
infatti i loro migliori riscontri nel sito veneto eponimo
di Quinzano Veronese, dove, insieme ai fiaschi, sono
ben rappresentati i vasi a peduccio con motivi lineari
graffiti (BIAGI 1974, figg. 2-3) – tra cui un frammento
identico a quello qui presentato in fig. 2, n. 3, dalle
Arene Candide –, le forme carenate, i motivi incisi a
zig-zag e, infine, le ceramiche che richiamano la tra-
dizione di Fiorano (BIAGI 1974, fig. 17, 1), identiche a
quelle rinvenute alla Pollera (fig. 2, n. 7).
La presenza alle Arene Candide, nello strato 13, di
elementi stilistici e formali delle ceramiche simili, se
non identici, a quelli di Quinzano Veronese, a cui va
aggiunta anche la testina antropomorfa di fig. 4, n. 15
(cfr. BIAGI 1974, fig. 18, n. 22), era già stata osservata
anche da S. TINÉ (1999, pp. 322-323), il quale però la
interpretava solamente come prova di una contempo-
raneità cronologica, e non anche di una sostanziale
identità culturale, che a nostro avviso appare oggi co-
me la più corretta spiegazione del fenomeno.
Elementi ornamentali sicuramente caratteristici
della ceramica della fase antica della Cultura dei VBQ
sono anche le teorie di piccoli punti impressi, singole
o doppie, anche su cordoncini plastici poco rilevati,
che corrono orizzontalmente sul corpo dei vasi (fig.
1, nn. 1-4); questo tipo di decorazione compare in-
fatti, oltre che su di un fiasco a bocca quadrilobata ri-
composto e proveniente dalle Arene Candide (MAG-
GI, STARNINI 1997, fig. 21, n. 8), anche su di un
bicchierino inedito a bocca quadrilobata (fig. 1, n. 3),
presente nelle collezioni ottocentesche del Museo di
Archeologia Ligure di Genova (cortesia di G. Rossi).
L’imboccatura dei vasi con andamento non perfetta-
mente quadrato, ma appunto “quadrilobato”, otte-
nuta premendo leggermente sui 4 lati dell’orlo in
modo simmetrico quando l’argilla del recipiente era
ancora morbida (fig. 3, nn. 6, 10), sembra finora es-
sere una componente esclusiva dell’aspetto ligure
della fase antica della Cultura VBQ, mentre nella re-
gione padana sembrano documentate solo le forme
con la bocca decisamente quadrata (fig. 2, n. 9). Tut-
tavia, i recenti ritrovamenti di Ponte Ghiara (PR)
hanno documentato un momento antico della Cul-
tura VBQ (BERNABÒ BREA et al. 2000, p. 278 e fig. 6;
DEL SANTO, MAZZIERI 2010) che significativamente
mostra, nelle ceramiche, confronti formali e stilistici
con questo aspetto ligure sopra richiamato, oltre alla
presenza di ceramica figulina dipinta.
La decorazione graffita, a fini motivi a scaletta o a
bande riempite a graticcio, compare alle Arene Candi-
de oltre che sui peducci (fig. 2, n. 5), anche su forme a
bocca quadrilobata (fig. 1, n. 10), o decisamente qua-
drata (fig. 1, nn. 5-9, 11). Questo stesso tipo di deco-
razione si ritrova pure su frammenti privi di orlo (fig.
1, nn. 12-14, 22-23), o su forme a bocca rotonda (fig.
1, nn. 15, 17), la cui presenza nello strato 13 delle Are-
ne Candide e nello strato II della Pollera è stata all’ori-
gine della proposta di uno “stile Pollera” (MAGGI 1977;
ODETTI 1977).
Gli elementi della fase antica della Cultura VBQ in
Liguria si ritrovano identici a Rivaltella Ca’ Romensini
(RE) radiodatato con metodo convenzionale al
6070±110 BP (I-12519: TIRABASSI 1984, p. 71, nota 11;
TIRABASSI 1987) e che ora dispone di nuove misurazio-
ni sia convenzionali, sia AMS, che, calibrate a due sig-
ma, ricadono in gran parte nell’intervallo 5300-4800
CAL BC (TIRABASSI 2014, tab. 1); a Rivaltella si segnala
in particolare la presenza di un orlo a listello forato
(TIRABASSI 1987, fig. 2, n. 8) in ceramica figulina, di for-
ma analoga ad un esemplare in ceramica fine dalle
Arene Candide, con decorazione graffita (fig. 4, n. 5).
L’uso di recipienti di ceramica figulina (SPATARO 2009)
costituisce un altro degli elementi di retaggio dei
Gruppi culturali del precedente Neolitico Antico pa-
dano, ereditati dalla Cultura VBQ. In Liguria essa
compare alle Arene Candide (fig. 4, nn. 6-9) e a Pian
del Ciliegio. In quest’ultimo sito, in particolare, questa
classe ceramica è rappresentata da un piccolo vasetto
sferico, dipinto, con orlo ingrossato e forato (fig. 4, n.
4), identico per forma ad altri esemplari in ceramica
d’impasto fine rinvenuti alle Arene Candide (fig. 4,
nn. 1-3), ed anche in contesti non Liguri, come Pizzo
di Bodio (VA), dove è presente un esemplare in cera-
mica figulina con orlo con foro passante (BANCHIERI
2000, Tav. III, n. 1; BANCHIERI, BALISTA 1994, fig. 12, n.
30 e p. 221: il disegno del frammento, definito come
orlo rientrante, è orientato, a nostro avviso, in maniera
non corretta), a Ponte Ghiara (PR), da cui proviene un
frammento d’orlo, correttamente orientato, di “… ol-
letta con orlo ingrossato che conserva 2 fori in prossimità
del bordo…” (DEL SANTO, MAZZIERI 2010, pp. 11-113 e
fig. 3, n. 2).
Orli appartenenti a vasetti sferici con orlo ingros-
sato e forato ma in ceramica d’impasto fine, identici a
quelli presenti alle Arene Candide (fig. 4, nn. 1-3), so-
no presenti anche tra i materiali di Pizzo di Bodio
(BANCHIERI 2000, Tav. III, nn. 6a-6b-7: orientati nel di-
segno non in maniera corretta) provenienti da unità
stratigrafiche della prima fase della Cultura dei Vasi a
Bocca Quadrata.
AGGIORNAMENTI SULLA FASE ANTICA DELLA CULTURA DEI VASI A BOCCA QUADRATA IN LIGURIA DA UNA REVISIONE DEI MATERIALI CERAMICI IN CORSO
28
riferibili principalmente al Neolitico Medio, datate ra-
diometricamente tra 6000±60 (Beta-109796 AMS, fo-
colare) e 5560±130 uncal BP (Beta-77355, strato di fre-
quentazione), ovvero ad un periodo compreso tra la
fase antica della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata
(VBQ) e l’affermazione di quella media (DEL LUCCHE-
SE 2009).
Lo scopo di questo lavoro è quello di illustrare bre-
vemente e in via preliminare, dal momento che il la-
voro di revisione dei complessi e ricomposizione dei
recipienti ceramici è ben lungi dall’essere terminato1,
i nuovi dati emersi per la fase antica della Cultura del
Vaso a Bocca Quadrata in Liguria, che ci consentono
di proporre nuove interpretazioni e di presentare in
maniera più aggiornata, sulla base delle più recenti
acquisizioni, il quadro delle conoscenze frutto dei pre-
cedenti studi, soprattutto per quanto riguarda il pro-
blema del cosiddetto “stile Pollera” (MAGGI 1977; TINÉ
V. 1999; ODETTI 2001).
INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA
Durante la prima metà degli anni ’70, B. Bagolini e P.
Biagi, all’inizio del lavoro di revisione del Neolitico
dell’Italia settentrionale, ritennero che fosse “… possi-
bile vedere un’influenza della Cultura di Fiorano in com-
plessi della fase antica della Cultura dei vasi a bocca qua-
drata nell’area padano veneta…” (BAGOLINI, BIAGI 1973,
p. 84) e che questo fenomeno fosse ben rappresentato
anche in Liguria, dove gli elementi di tradizione Fio-
rano (BAGOLINI, BIAGI 1974, p. 151), secondo questi au-
tori, si palesano “… principalmente nelle primissime ma-
nifestazioni della Cultura dei vasi a bocca quadrata.
(BAGOLINI, BIAGI 1973, p. 85). Nonostante gli autori so-
praccitati fossero giunti a riconoscere, attraverso l’esa-
me delle ricche collezioni presenti al Museo di Geno-
va Pegli (BAGOLINI, BIAGI 1973, p. 84), l’esistenza anche
alla caverna Pollera di ceramiche VBQ con “influssi”
Fiorano, i successivi scavi condotti in questa cavità ne-
gli anni ’70 (ODETTI 1977; 1991) su di un’estensione li-
mitata in verità a pochissimi m2 (cfr. ODETTI 1991, fig.
11, d), portarono altri autori a formulare un’ipotesi di-
versa, corroborata anche dalle testimonianze raccolte
alle Arene Candide (MAGGI 1977; TINÉ V. 1999) negli
stessi anni. Venne così proposta l’esistenza di uno “sti-
le Pollera”, caratterizzato da “decorazioni eseguite con
graffito tecnicamente accurato (ODETTI 1977, p. 215), che
si distinguono da quelli della sovrastante Cultura VBQ
che presentano un “tratto rudimentale, molto incerto
(ODETTI 1974), stile la cui origine veniva addirittura ri-
condotta ad una possibile diffusione di elementi culturali
dalla costa adriatica della Puglia”(TINÉ S. 1977, p. 238),
e considerato cronologicamente antecedente alla Cul-
tura VBQ (MAGGI 1977, p. 210; ODETTI 2001, fig. 11).
Nonostante già B. BAGOLINI (1977, pp.180-181) avesse
a suo tempo confutato la consistenza dello “stile Pol-
lera”, riconducendolo nell’ambito dei primi aspetti di
Cultura VBQ, la sua esistenza è stata recentemente ri-
proposta in occasione dell’edizione completa degli
scavi degli anni ’70 alle Arene Candide da V. TINÉ
(1999, p. 174), dove questo autore ribadisce “l’inqua-
dramento crono-stratigrafico dell’orizzonte a ceramiche
graffite… tra il Neolitico Antico a ceramiche impressee
il neolitico Medio a VBQ…”, e discute tutte le possibili
zone di influenza che possono aver portato alla for-
mazione di questo stile in Liguria. Tuttavia, nelle con-
clusioni generali, S. TINÉ (1999, p. 333) sottolinea co-
me questo stile, alla luce di quanto successivamente
maturato nelle conoscenze del Neolitico italiano,
sembri meglio rappresentare un momento sia di di-
scontinuità col mondo del Neolitico Antico, sia un
momento iniziale del Neolitico Medio, dove le com-
ponenti padane sono ben evidenziate anche dalla
presenza di selce Lessinea nella sequenza stratigrafi-
ca, che compare proprio a partire da questo livello
(STARNINI, VOYTEK 1997; STARNINI 1999; NEGRINO, STAR-
NINI 2010).
I MATERIALI CERAMICI DELLA FASE ANTICA DELLA
CULTURAVBQ IN LIGURIA
In seguito al lavoro di ricomposizione dei reperti va-
scolari provenienti dalle Arene Candide e dalla Polle-
ra, si è resa necessaria una nuova documentazione
grafica delle forme e dei frammenti riassemblati. Sono
state riconosciute, in alcuni casi, alcune novità sostan-
ziali, che ci hanno portato a rivedere opinioni prece-
dentemente espresse da altri autori. Ad esempio un
recipiente presentato come un frammento di tazza ca-
ratteristico dello “stile Pollera” da G. ODETTI (1991, fig.
28, n. 9), dopo il ricongiungimento di ulteriori fram-
menti è risultato essere invece un fiaschetto ansato
(fig. 1, n. 19), che trova confronti molto precisi per for-
ma ed ornamentazione con un analogo esemplare
dallo strato 23G” delle Arene Candide (MAGGI, STAR-
NINI 1997, fig. 26, n. 1). Questo tipo di contenitore è,
peraltro, una delle forme caratteristiche della fase an-
tica della Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata, di stile
geometrico-lineare (BAGOLINI et al. 1979), così come
definita nei suoi tratti principali (fase Finale-Quinza-
ANGIOLO DEL LUCCHESE, ELISABETTA STARNINI
31
12519: 6070±110 BP; TIRABASSI 2014, tab. 1) via Rivo-
luzione d’Ottobre (RE) (6050±110 BP, I-12518: TIRA-
BASSI 1984, p. 71, nota 10), e da S. Andrea di Travo
(PC) (MAZZIERI, 2012, tab. 1: Hd-23010: 6011±26 BP)
confermerebbero l’inizio della fase antica della Cul-
tura VBQ alla fine del VII millennio uncal BP; mentre
le date più avanzate restituite da contesti certamente
coevi dal punto di vista della facies ceramica, quali
Bancole (MN) (STARNINI, VOYTEK 2005: Tomba 2, GrA-
9755: 5710±50 BP) e Ponte Ghiara (PR) (MAZZIERI
2012: Tomba 5, LTL-4572A: 5842±40 BP) si possono
spiegare col fatto che esse sono entrambe da sepoltu-
re, le quali possono dunque testimoniare una fase più
recente dell’uso dell’area, che in entrambi i casi è ac-
certata dalla posizione delle tombe datate, deposte al
tetto di un pozzetto-rifiutaia precedentemente col-
mato (STARNINI, VOYTEK 2005, fig. 2; DEL SANTO, MAZ-
ZIERI 2010, p. 107). Non è escluso pertanto che l’uso
sepolcrale coincida proprio con la fine del ciclo abita-
tivo delle aree in questione. Purtroppo questo proble-
ma potrà essere risolto solamente con l’esecuzione di
molteplici datazioni per ogni sito e possibilmente per
ogni struttura individuata, in modo da applicare fi-
nalmente anche in Italia il metodo Bayesiano (BRONK
RAMSEY 2009) di valutazione statistica per la stima
della durata delle singole fasi insediamentali.
CONCLUSIONI
Nel Finalese, dopo il tramonto della Cultura della Ce-
ramica Impressa, le cui scarse tracce attribuibili alle
ultime fasi sembrano indicare una minore intensità di
frequentazione dei siti in grotta finora noti, già con le
primissime testimonianze del VBQ si entra, come evi-
denziato a suo tempo anche da L. BERNABÒ BREA
(1946; 1956), in un nuovo contesto, caratterizzato da
tutt’altri riferimenti culturali, che ci riportano al mon-
do padano e da questo a quello dalmata e centro ita-
lico, con la comparsa di elementi estranei alla Cerami-
ca Impressa tirrenica, (come statuette, pintaderas (DE
PASCALE 2014), ceramica figulina), nell’ambito dei
quali (soprattutto Vhò-Fiorano) va cercata la prove-
nienza più probabile di alcune forme vascolari nuove,
degli stilemi decorativi e della tecnica graffita (Vhò),
tradizione ornamentale che sembra giungere in Ligu-
ria già compiutamente sviluppata.
L’ipotesi di una transizione evolutiva diretta dal
mondo della Ceramica Impressa (ipotizzata da V. TINÉ,
1999) alla Cultura VBQ sembra assai improbabile,
mentre alla luce di quanto finora noto è più verosimile
una cesura, con l’arrivo di nuove popolazioni dal ba-
cino Padano.
Alla luce dei dati archeologici a nostra disposizio-
ne per la Liguria, e da quanto è emerso dalla revisione
e ricomposizione dei materiali ceramici, si può oggi
affermare che la serie dei depositi olocenici scavati alle
Arene Candide rappresenta un palese palinsesto e, in
particolare, i resti della cultura materiale rinvenuti
nello strato 13 non sono altro che una commistione di
elementi riconducibili a più fasi occupazionali distin-
te, una riferibile alla tarda Ceramica Impressa e l’altra
agli inizi della Cultura VBQ, non distinguibili strati-
graficamente e compattate, se si osserva il profilo stra-
tigrafico pubblicato in TINÉ S. (1999, tav. X), in un uni-
co livello di poche decine di cm da un lato della
caverna, mentre dall’altro è accumulato lungo il pen-
dio per scivolamento (DEL LUCCHESE, STARNINI 2010),
come peraltro già suggerito anche dalle analisi micro-
morfologiche (MACPHAIL et al. 1997).
D’altronde nessuno scavo eseguito negli ultimi 30-
40 anni ha restituito un complesso di cultura materia-
le coerente ed attribuibile a questa ipotetica fase “a ce-
ramiche graffite”, in Liguria, né altrove; al
contrario, gli scavi recentemente condotti al Pian del
Ciliegio e in Emilia occidentale dimostrano inequivo-
cabilmente che l’associazione di elementi quali vasi su
piede/decorazione graffita/vasi a bocca quadrata di ti-
po arcaico/ceramica figulina dipinta, oltre che ripro-
porsi in modo costante, si colloca in un orizzonte cro-
nologico datato, in base alle date radiometriche
attualmente disponibili, a 6000-5800 uncal BP.
AGGIORNAMENTI SULLA FASE ANTICA DELLA CULTURA DEI VASI A BOCCA QUADRATA IN LIGURIA DA UNA REVISIONE DEI MATERIALI CERAMICI IN CORSO
30
CONSIDERAZIONI SULLA CRONOLOGIA RADIOME-
TRICA DELLA PRIMA FASEVBQ IN LIGURIA
Una breve disamina delle numerose date radiocar-
boniche ottenute da diversi livelli antropici della se-
quenza delle Arene Candide può contribuire a fare
chiarezza, anche sulla base della sintesi e delle consi-
derazioni proposte nel quadro del riesame dei mate-
riali degli scavi di L. Bernabò Brea, coordinato da R.
Maggi alla fine degli anni ’90 (MAGGI et al. 1997).
In questa sede, si è proceduto a raggruppare le da-
tazioni radiocarboniche in complessi omogenei per
campagna di scavo e contesto stratigrafico (tabb. 1-2),
effettuando delle medie, previa eliminazione dei dati
dubbi o incongruenti, dal momento che, sulla base
della ricomposizione dei frammenti vascolari recente-
mente eseguita (DEL LUCCHESE, STARNINI 2010), si è in-
dubbiamente riconosciuta una certa commistione di
materiale nelle stratigrafie e, in particolare, si deve ri-
tenere comprovata una sensibile presenza di reperti
residui di fasi precedenti, inglobati negli strati succes-
sivi nel corso della loro formazione, soprattutto per
azione dell’uomo.
Il primo gruppo di date di tab. 1 (cluster 1) mostra
come le misure relative ai momenti iniziali della cul-
tura VBQ (scavi Bernabò Brea, strati 24-22), si concen-
trino nell’arco di circa un secolo (6010-5910 uncal BP)
o al massimo due, se si fa riferimento alla media rica-
librata a due sigma (4983-4783 cal BC), fornendo un
risultato molto affidabile a livello di probabilità, so-
stanzialmente confermato anche dalle date degli strati
immediatamente soprastanti (strati 20-18), che si di-
stribuiscono nell’arco di circa due secoli (tab. 1, cluster
2), anche se si guarda alla loro media (4710-4533 cal
BC). Meno univoche, e quindi meno attendibili in ge-
nerale, le date relative alla seconda fase VBQ (strati
17-16), attestata in grotta da rari, ma caratteristici,
frammenti vascolari decorati con motivi ad excisione
(fig. 4, nn. 16-18), anche se ci consentono comunque
di avanzare ipotesi abbastanza verosimili, almeno per
quanto riguarda l’inizio del periodo (tab. 1, cluster 3).
Questa successione trova un riscontro puntuale e
convincente al Riparo di Pian del Ciliegio (DEL LUCCHE-
SE 2009), dove lo strato più profondo ha fornito una da-
ta di 6000±60 uncal BP (Beta-109796: 5038-4728 cal
BC), un livello intermedio 5810±70 uncal BP (Beta-
77356; ETH 13181) e un campione situato vicino alla
sommità della serie 5560±130 uncal BP (Beta-77355).
Da notare che il livello più basso ha restituito un piede
graffito e orli a lobi, che in un livello poco superiore so-
no presenti frammenti di vasi a bocca quadrata, e che
alla sommità della serie sono stati raccolti rari elementi
riferibili alla fase media della Cultura VBQ.
I risultati delle datazioni radiocarboniche degli
scavi Tiné alle Arene Candide, se da un lato offrono
per lo strato 12 una corrispondenza abbastanza pun-
tuale (5940-5700 uncal BP; media 4825-4557 cal BC)
con quelle degli strati 20-18 di Bernabò Brea, dall’al-
tro presentano, per lo strato 13 (c.d. ceramica graffita
“stile Pollera”), una distribuzione cronologica che
copre quasi cinque secoli, poco verosimile per un
contesto di così ridotto spessore, se lo si considera
rappresentativo di un ciclo continuo di frequentazio-
ne. Un primo gruppo di date riferibili allo strato 13
(tab. 2, cluster 1) pare correlabile alla fase finale (Epi-
cardiale) della Cultura della Ceramica Impressa
(6345-6205 BP; media 5315-5049 cal BC), alcuni ca-
ratteristici elementi della quale sono individuabili tra
i materiali dello strato, anche se non particolarmente
numerosi, ma in alcuni casi è indicativo il fatto che
siano stati riassemblati con frammenti provenienti
da livelli inferiori (DEL LUCCHESE, STARNINI 2010). Un
secondo gruppo (tab. 2, cluster 2) corrisponde in mo-
do particolarmente significativo (6090–5855 BP; me-
dia 5000-4782 cal BC) con le date delle fasi iniziali
della cultura del Vaso a Bocca Quadrata (scavi Berna-
bò Brea, strati 24-22).
Non fornisce ulteriori dati la grotta Pollera, unico si-
to dove era stata proposta la medesima successione
“ceramica graffita”/VBQ (ODETTI 1991; 2001), con due
date ottenute dai livelli con “ceramica graffita” corri-
spondenti al cluster 2 di cui sopra (MC-759: 6050±100
BP; MC-758: 6000±100 BP) e una più di un secolo an-
tecedente (MC-1144: 6170±100 BP), che potrebbe an-
che essere residuo di una frequentazione più antica. La
data del successivo strato VBQ 1 (strato Ib: Odetti 1991)
è inoltre leggermente pantica delle due precedenti
(MC-1145: 6080±100 BP), e non risulta utile alla rico-
struzione cronologica di una sequenza significativa.
Se riteniamo dunque che il penultimo secolo del
VII millennio uncal BP sia ancora caratterizzato dalle
fasi più tarde della Ceramica Impressa, come già ipo-
tizzato da Maggi anche sulla base dei dati di altri siti
liguri (MAGGI 1997, p. 38), mentre a partire da fine del
VII-inizio VI millennio uncal BP sia già attestata la
Cultura VBQ, non esiste uno spazio cronologico nel
quale inserire lo sviluppo dello stile a ceramica graffi-
ta, a meno che questo non abbia perdurato solo per
qualche decennio.
Le date provenienti da Rivaltella Ca’ Romensini
(RE) (TIRABASSI 1984, p. 71, nota 11; TIRABASSI 1987: I-
ANGIOLO DEL LUCCHESE, ELISABETTA STARNINI
Note
* Dedicato con affetto a Lawrence H. Barfield. Questo lavoro
rappresenta una versione aggiornata, nelle more della pubbli-
cazione, del testo inviato per gli atti del Convegno “Vasi a bocca
quadrata: evoluzione delle conoscenze, nuovi approcci inter-
pretativi’ tenutosi a Riva del Garda (TN) nel 2009.
1Il lavoro non è al momento concluso e manca ancora il comple-
tamento e la verifica degli assemblaggi dei frammenti delle diver-
se campagne di scavi con i materiali del rimaneggiato ottocente-
sco degli scavi Tiné, che riguardano migliaia di frammenti, solo
recentemente lavati e ordinati, che comprendono una notevole
quantità di reperti ceramici attribuibili alla Cultura VBQ.
Si ringraziano innanzitutto la restauratrice Patrizia Buonadon-
na che ha eseguito i rimontaggi e il restauro dei materiali e
tutti i tirocinanti che hanno partecipato a questa operazione di
valorizzazione delle collezioni, in particolare le dott.sse Chiara
Cassotta, Serena Fassone, Serena Montaldo ed Elisa Leger.
33
AGGIORNAMENTI SULLA FASE ANTICA DELLA CULTURA DEI VASI A BOCCA QUADRATA IN LIGURIA DA UNA REVISIONE DEI MATERIALI CERAMICI IN CORSO
32
Bibliografia
AROBBA D., DEPASCALE A., DEL LUCCHESE A., MANAGLIA R., MURIALDO G.,
STARNINI E. 2010, Il Neolitico al Museo Archeologico del Finale: riallestimento
delle sale espositive, “Archeologia in Liguria”, n. s. II (2006-2007), pp. 391-392.
BAGOLINI B. 1977, Le ceramiche graffite nel Neolitico dell’Italia settentrionale,
“Preistoria Alpina”, 13, pp. 168-182.
BAGOLINI B., BIAGI P. 1974, Rapporti tra la Cultura di Fiorano e il Neolitico
della Liguria e aspetti occidentali tra Liguria e Padania, in Atti della XVI Riu-
nione Scientifica dell’IIPP, Firenze, pp. 151-158.
BAGOLINI B., BIAGI P. 1973, Influssi della cultura di Fiorano nel Neolitico della
Liguria, “Preistoria Alpina”, 9, pp. 69-90.
BAGOLINI B., BARBACOVI F., BIAGI P. 1979, Le Basse di Valcalaona (Colli Euga-
nei). Alcune considerazioni su una facies con Vasi a Bocca Quadrata e sulla sua
collocazione cronologico-culturale, Monografie di “Natura Bresciana”, 3.
BANCHIERI D. 2000, Considerazioni sul Neolitico della Lombardia nord-occi-
dentale, Sibrium”, XXIII (1994-2000), pp. 1-29.
BANCHIERI D.G., BALISTA C. 1994, Note sugli scavi di Pizzo di Bodio (Varese)
1985-88, “Preistoria Alpina”, 27 (1991), pp. 197-242.
BARFIELD L.H. 1972, The First Neolithic Cultures of North Eastern Italy, in
H. SCHWABEDISSEN (a c. di), Die Anfänge des Neolithikums vom Orient bis
Nordeuropa, VII. Fundamenta A/3, Böhlau, Köln-Wien, pp. 182-216.
BERNABÒ BREA L. 1946, Gli scavi nella caverna delle Arene Candide. Parte I.
Gli strati con ceramiche, Collezione di Monografie Preistoriche ed Ar-
cheologiche,1, Istituto di Studi Liguri, Bordighera.
BERNABÒ BREA L. 1956, Gli scavi nella caverna delle Arene Candide (Finale
Ligure). Parte I. Gli strati con ceramiche, Vol. 2°: Campagne di scavo 1948-50,
Collezione di Monografie Preistoriche ed Archeologiche,1, Istituto di
Studi Liguri, Bordighera.
BERNABÒ BREA M., BATTISTON C., MAZZIERI P., OTTOMANO C. 2000, Un
gruppo di figurine fittili dal sito di Ponte Ghiara (Parma), in A. PESSINA, G.
MUSCIO (a c. di), La Neolitizzazione tra Oriente e Occidente,Museo Friulano
di Storia Naturale, Udine, pp. 269-287.
BRONK RAMSEY C. 2009, Bayesian Analysis of Radiocarbon Dates,“Radio-
carbon”, 51, n. 1, pp. 337-360.
DEL LUCCHESE A. (a c. di) 2009, Il Riparo di Pian del Ciliegio. Un sito neoli-
tico sull’altopiano delle Mànie, Quaderni del Museo Archeologico del Fi-
nale, n. 5.
DEL LUCCHESE A., STARNINI E. 2010, Aggiornamenti sulla cultura della Ce-
ramica Impressa in Liguria. Nuovi dati dall’assemblaggio della ceramica delle
Arene Candide, “Archeologia in Liguria”, n. s. II (2006-2007), pp. 11-25.
DEL SANTON., MAZZIERIP.2010, Il sito di VBQ iniziale di Ponte Ghiara (Parma).
Le industrie litiche e ceramiche, “Origini”, XXXII, n. s. IV, pp. 105-160.
DEPASCALE A. 2014 Le pintadere neolitiche nelle collezioni del Museo Ar-
cheologico del Finale, in Atti del Convegno “Il pieno sviluppo del Neolitico in
Italia” (Finalborgo 2009), “RStLig”, LXXVII-LXXIX, 2011-2013, pp. 203-
210.
ISSEL A. 1908, Liguria preistorica,Atti della Società Ligure di Storia Pa-
tria”, XL, Genova.
MACPHAIL R.I., COURTY M.-A., HATHER J., WATTEZ G. 1997, The soil micro-
morphological evidence of domestic occupation and stabling activities, in Are-
ne Candide: a functional and environmental assessment of the Holocene se-
quence excavated by L. Bernabò Brea (1940-50), a c. di R. MAGGI, E.
STARNINI, B. VOYTEK, “Memorie dell’Istituto Italiano di Paleontologia
Umana”, n.s. 5, Roma, pp. 11-30.
MAGGI R. 1977, Lo strato a ceramiche graffite delle Arene Candide, “Preisto-
ria Alpina”, 13, pp. 205-211.
MAGGI R. 1997, The radiocarbon chronology, in Arene Candide: a functional
and environmental assessment of the Holocene sequence excavated by L. Ber-
nabò Brea (1940-50), a c. di R. MAGGI, E. STARNINI, B. VOYTEK, “Memorie
dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana”, n.s. 5, Roma, pp. 31-52.
MAGGI R., STARNINI E. 1997, Some aspects of the pottery production, in Arene
Candide: a functional and environmental assessment of the Holocene sequence
excavated by L. Bernabò Brea (1940-50), a c. di R. MAGGI, E. STARNINI, B.
VOYTEK, “Memorie dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana”, n.s. 5,
Roma, pp. 279-337.
MAGGI R., STARNINI E., VOYTEK B. 1997 (a c. di), Arene Candide: a functional
and environmental assessment of the Holocene sequence excavated by L. Ber-
nabò Brea (1940-50), “Memorie dell’Istituto Italiano di Paleontologia
Umana”, n.s. 5, Roma.
MAZZIERI P. 2012, Nuovi dati per una rilettura della cultura vbq in Emilia oc-
cidentale, “ RScPreist”, LXII, pp. 83-120.
MORELLI N. 1889, Resti organici rinvenuti nella caverna delle Arene Candi-
de, “Atti della Società Ligustica di Scienze naturali e geografiche”, vol. I,
Genova.
NEGRINO F., STARNINI E. 2010. Dinamiche di sfruttamento e circolazione delle
materie prime silicee per l’industria litica scheggiata in Liguria tra Paleolitico
inferiore ed Età del Rame, in L’uomo e la terra ligure: la trasformazione e
l’adeguamento delle popolazioni umane al territorio della Liguria nel corso dei
millenni, Atti della Tavola rotonda (Genova 2005), a c. di G. ODETTI, Uni-
versità degli Studi di Genova, Genova, pp. 21-34.
ODETTIG. 1974, Gli strati neolitici della Grotta Pollera, in Atti della XVI Riunio-
ne Scientifica dell’IIPP, Firenze, pp. 141-150.
ODETTIG. 1977, Le ceramiche graffite nella grotta della Pollera, “Preistoria Alpi-
na”, 13, pp. 212-216.
ODETTI G. 1991, Saggio nei livelli neolitici della grotta Pollera, “RIngIntern”,
XLV, n. 4, gennaio-dicembre 1990, pp. 107-147.
ODETTI G. 2001, L’horizon a céramique gravée en Ligurie: état de la question,
“BullSPF”, 98, n. 3, pp. 459-469.
SPATARO M. 2009, The First Specialised Potters of the Adriatic Region: The Ma-
kers of Neolithic Figulina Ware, in A Connecting Sea: Maritime Interaction in
Adriatic Prehistory, a c. di S. FORENBAHER, BAR international Series, 2037, Ox-
ford, pp. 59-72.
STARNINI E. 1999, L’industria litica scheggiata, in Il Neolitico nella Caverna
delle Arene Candide, a c. di S. TINÉ, Collezione di Monografie Preistoriche
ed Archeologiche, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, pp.
219-236; 450-471
STARNINI E., VOYTEKB. 1997, The Neolithic chipped stone artefacts from the Ber-
nabò Brea-Cardini excavations, in Arene Candide: a functional and environmen-
tal assessment of the Holocene sequence excavated by L. Bernabò Brea (1940-50),
a c. di R. MAGGI, E. STARNINI, B. VOYTEK, “Memorie dell’Istituto Italiano di Pa-
leontologia Umana”, n.s. 5, Roma, pp. 279-337.
STARNINI E., VOYTEK B. 2005, Bancole (Porto Mantovano, Mantova): aspetti tipo-
logici e funzionali di un’industria litica della prima fase della Cultura dei Vasi a
Bocca Quadrata in Val Padana Centrale, in. Askategi, miscellanea in memoria di
Georges Laplace, a c. di F. MARTINI“RScPreist”, supplemento 1, Firenze, pp.
395-419.
STUIVERM., REIMER P.J. 1993, Extended 14C data base and revised CALIB 3.0 14C
age calibration program, “ Radiocarbon”, 35, pp. 215-230.
TINÉ S. 1977 (a c. di), Le ceramiche graffite nel neolitico del Mediterraneo centro-
occidentale, “Preistoria Alpina”, 13, pp. 161-238.
TINÉ S. 1999 (a c. di), Il Neolitico nella Caverna delle Arene Candide (scavi 1972-
1977), Collezione di Monografie Preistoriche ed Archeologiche X. Istituto
Internazionale di Studi Liguri, Bordighera.
TINÉV. 1999, Transizione tra Neolitico Antico e Neolitico Medio: le ceramiche del-
lo stile Pollera. Strato 13, in Il Neolitico nella Caverna delle Arene Candide (scavi
1972-1977), a c. di S. TINÈ,Collezione di Monografie Preistoriche ed Archeo-
logiche, X. Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, pp. 142-180.
TIRABASSI J. 1984, Pozzo neolitico di Via Rivoluzione d’ottobre - I materiali, “Emilia
Preromana”, 9/10 (1981/82), pp. 47-71.
TIRABASSI J. 1987, Relazione preliminare della prima campagna di scavi a Rival-
tella-Ca’ Romensini (RE) – 1981-83, in Atti della XXVI Riunione Scientifica del-
l’I.I.P.P. “ Il Neolitico in Italia”, vol. II. Firenze, pp. 582-594.
TIRABASSI J. 2014, La fase iniziale della Cultura VBQ documentata a Rivaltella –
Ca’ Romensini (RE) in Atti del Convegno “Il pieno sviluppo del Neolitico in Italia
(Finalborgo 2009), “RStLig”, LXXVII-LXXIX, 2011-2013, pp.429-438.
ANGIOLO DEL LUCCHESE, ELISABETTA STARNINI
Tabella 1 - Datazioni relative alle frequentazioni degli inizi del Neolitico Medio alle Arene Candide eseguite su cam-
pioni provenienti dagli scavi L. Bernabò Brea. Sono indicate quelle ottenute all'acceleratore su semi o singoli fram-
menti (Calib Rev. 6.0.1, curva di calibrazione secondo Stuiver M., Reimer P.J. 1993, Radiocarbon 35, pp. 215-230).
Tabella 2 - Datazioni radiocarboniche relative alle frequentazioni degli inizi del Neolitico Medio alle Arene Can-
dide eseguite su carboni dagli scavi Tiné. (Calib Rev. 6.0.1, curva di calibrazione secondo Stuiver M., Reimer P.J.
1993, Radiocarbon 35, pp. 215-230).
STRATO
SCAVO
materiale
LABORATORIO
DATAZIONE uncal BP calibrazione a 2σ
(Calib Rev 6.0.1)
24 G
Bernabò Brea 1940-50
carbone
Beta 60688
6010 ± 110 5218-4619 BC
24 C
Bernabò Brea 1940-50
osso
Beta 48692
6010 ± 100 5211-4696 BC
24 C 1
Bernabò Brea 1940-50
osso
Beta 48691/ETH 9055
6000 ± 60 5038-4728 BC
24 C
Bernabò Brea 1940-50
osso
Beta 48693
5980 ± 160 5295-4504 BC
22 H
Bernabò Brea 1940-50
carbone
Beta 60699
5970 ± 100 5207-4606 BC
24 G 1
Bernabò Brea 1940-50
carbone
Beta 60686
5910 ± 90 4999-4549 BC
sum probability 5209-4606 cal BC media: 4983-4783 cal BC
Cluster 2
20 H
Bernabò Brea 1940-50
carbone
Beta 60698
5860 ± 70 4902-4543 BC
19 H
Bernabò Brea 1940-50
carbone
Beta 60697
5850 ± 90 4934-4500 BC
18 I
Bernabò Brea 1940-50
carbone
Beta 48683
5740 ± 80 4783-4375 BC
18 H
Bernabò Brea 1940-50
osso
Beta 48689
5710 ± 100 4777-4355 BC
18 H
Bernabò Brea 1940-50
osso
Beta 48690
5700 ± 90 4725-4353 BC
18 H
Bernabò Brea 1940-50
carbone
Beta 60696
5650 ± 100 4718-4331 BC
sum probability 4842-4355 cal BC media: 4710-4533 cal BC
Cluster 3
16 AB
Bernabò Brea 1940-50
seme
Beta 65307/CAMS 8990
5620 ± 70 4647-4336 BC
17 C
Bernabò Brea 1940-50
carbone
Beta 65241
5580 ± 120 4714-4077 BC
16 AB
Bernabò Brea 1940-50
seme
Beta 65257/CAMS 8554
5390 ± 80 4363-3998 BC
sum probability 4667-4046 cal BC media: 4461-4267 cal BC
STRATO SCAVO LABORATORIO DATAZIONE uncal BP calibrazione a 2σ(Calib Rev 6.0.1)
Cluster 1
13C Tiné 1972-77 UB 2422 6345 ± 180 5625-4851 BC
13B Tiné 1972-77 LJ 4139 6230 ± 90 5461-4944 BC
13C Tiné 1972-77 LJ 4141 6220 ± 100 5464-4859 BC
13A Tiné 1972-77 UB 2420 6205 ± 100 5457-4851 BC
sum probability 5489-4851 cal BC media: 5315-5049cal BC
Cluster 2
13 B Tiné 1972-77 LJ 4140 6090 ± 90 5291-4788 BC
13 C Tiné 1972-77 LJ 4142 6070 ± 90 5220-4730 BC
13 Tiné 1972-77 MC 720 6000 ± 120 5218-4605 BC
13 A Tiné 1972-77 LJ 4138 5940 ± 100 5194-4548 BC
13 B Tiné 1972-77 UB 2421 5855 ± 95 4947-4491 BC
sum probability 5214-4555 cal BC media: 5000-4782 cal BC
Cluster 3
12 Tiné 1972-77 LJ 4136 5940 ± 80 5027-4614 BC
12 Tiné 1972-77 UB 2417 5885 ± 95 4995-4529 BC
12 C Tiné 1972-77 MC 755 5860 ± 120 5023-4454 BC
12 A Tiné 1972-77 MC 753 5800 ± 120 4937-4371 BC
12 Tiné 1972-77 LJ 4137 5700 ± 90 4725-4353 BC
sum probability 4994-4373 cal BC media: 4825-4557 cal BC
35
2. Forme ricostruite e d ecorazioni caratteristiche degli strati del
Neolitico Medio in iziale-fase antica della Cultura VBQ in L iguria
dalle Arene Candide (nn. 1, 3, 5-6, 9-10), Pian del Ciliegio (n. 2) e
Pollera (nn. 4, 7-8). 1) bicchiere monoansato, i nornato su peduc-
cio, ricomposto da vari fr. (scavi anni ’70, strato 13, ex cat. 180);
2) peduccio con d ecorazione graffita; 3) bicchiere su ped uccio
con decorazione graffita (scavi anni ’70, strato 13, ex cat. 181); 4)
fr. di peduccio graffito (scavi anni ’70, strato II, tagli XVII+XVIII); 5)
peduccio con decorazione graffita (s cavi anni ’70, strato 13aI, ex
cat. 183); 6) orlo decorato ad incisioni zig -zag e puntini impressi
(scavi anni ’70, strato 13, ex cat. 169); 7) fiasco biansato decorato
a motivi incisi a zig-zag (scavi anni ’ 70, strato II, tagli X VI+XVII); 8)
fr. di parete carenata con decorazion e incisa a zig-zag (sca vi anni
’70, st rato II, taglio XVIII); 9) vaso a bocca qua drata ricompost o
(scavi anni ’70, strato 11+rim+testimone, ex cat. 401); 10) f iasco
biansato (scavi anni ’70, strato 12, ex cat. 310) (disegni di Laura
Rando, eccetto n n. 2, 5; n. di cat. corrispondenti a TINÈ 1999).
AGGIORNAMENTI SULLA FASE ANTICA DELLA CULTURA DEI VASI A BOCCA QUADRATA IN LIGURIA DA UNA REVISIONE DEI MATERIALI CERAMICI IN CORSO
34
1. Forme ricostruite e decorazioni caratteristiche degli strati del Neolitico
Medio iniziale-fase antica della Cultura VBQ in Liguria dalle Arene Candide
(nn. 1-2, 4-18, 20-24), Pollera (n.19) e località ignota della Liguria (n. 3).
Decorazioni a fini puntini impressi: 1) fr. di bicchiere con cordoncino a
punti impressi (scavi anni ’70, strato 12+13); 2) parte di fiasco ansato
(scavi anni ’70, strato 12c, ex cat. 356); 3) località ignota della Liguria, pic-
colo vaso a bocca quadrilobata, Museo Civico di Genova Pegli, vecchie
collezioni; 4) orcio biansato (ricomposto da vari fr. dagli scavi anni ’70,
rim., ex cat. 234+scavi L.B.B., strato 22A-B). Decorazioni graffite: 5) fr. di
beccuccio di vaso a bocca quadrata (scavi L.B.B., strato 23); 6) orlo di
vaso a bocca quadrata (scavi L.B.B., strato 24); 7) orlo di vaso a bocca
quadrata (scavi L.B.B., strato 21); 8) orlo di vaso a bocca quadrata (scavi
L.B.B., strato 21); 9) fr. di vaso a bocca quadrata, (scavi anni ’70, strato
12b, ex cat. 317); 10) orlo di vaso a bocca quadrilobata (scavi L.B.B.,
strato 22H); 11) beccuccio di vaso a bocca quadrata (scavi L.B.B., strato
21 I); 12) fr. di parete (scavi L.B.B., strato 18H); 13) fr. di parete (scavi anni
’70, senza strato); 14) fr. di parete (scavi anni ’70, strato 2, ex cat. 467);
15) fr. di scodella con motivo graffito (scavi anni ’70, strato 13b, ex cat.
170+ scavi L.B.B., strato 17I+17C); 16) fr. di fiaschetto ansato (scavi anni
’70, rimaneggiato); 17, 20, 21) fr. di bicchiere (n. 17= scavi anni ’70, strato
13; n. 20=strato 24-25C+22A-B e n. 21=24C+22A-B+22F, scavi L.B.B.);
18) fr. di parete (scavi anni ’70, strato 13); 19) fr. di fiasco ansato con mo-
tivo graffito (scavi anni ’70, strato II, tagli XVI+XVII); 22-23) 2 fr. di parete
(scavi anni ’70, strato 12); 24) fondo di vaso (scavi anni ’70, strato 12c,
ex cat. 354) [disegni di Laura Rando ed Elisabetta Starnini(nn. 3, 5-8, 10-
12, 17-18, 20-21) n. di cat. corrispondenti a TINÈ 1999].
ANGIOLO DEL LUCCHESE, ELISABETTA STARNINI
0 5 cm 0 5 cm
37
4. Elementi caratteristici degli strati del Neolitico Medio, prima (nn. 1-
15) e seconda (nn. 16-18) fase VBQ in Liguria dalle Arene Candide
(nn. 1-3, 5- 9, 11-18), Pian del Ciliegio (n. 4) e Pollera (n. 10). 1) orlo
forato di vasetto sferico con orlo ingrossato, (scavi anni ’70, strato
12); 2) orlo forato di vasetto sferico con orlo ingrossato (scavi L.B.B.,
strato 20G’); 3) orlo forato di vasetto sferico con orlo ingrossato (scavi
anni ’70, strato 12); 4) orlo forato di vasetto sferico con orlo ingros-
sato in figulina dipinta; 5) orlo forato di vasetto sferico (scavi anni ’70,
strato 12); 6-8) fr. di fiaschetto ansato in figulina dipinta (scavi anni
’70, strato 13+14+15, ex cat. 221); 9) fr. di fiaschetto ansato in figu-
lina dipinta (scavi anni ’70, strato 13, ex cat. 222); 10) fr. di pintadera
a rullo (scavi anni ’70, taglio XVI); 11) fr. di pintadera (scavi anni ’70,
strato 12b, ex cat. 380); 12) fr. di pintadera (scavi anni ’70, rim); 12)
fr. di pintadera (scavi anni ’70, rim); 13) fr. di pintadera (scavi anni ’70,
strato 12a, ex cat. 382); 14) pintadera (scavi anni ’70, rim., ex cat.
383); 15) fr. di figurina antropomorfa (scavi anni ’70, strato 13c1); 16-
17-18) fr. decorati nello stile ad excisione della seconda fase della
Cultura VBQ (n. 16=rimaneggiato, n. 17= scavi anni ’70, strato 11,
ex cat. 407; n. 18=scavi L.B.B., strato 17C) (disegni di Laura Rando,
eccetto n. 4; n. di cat. corrispondenti a TINÈ 1999).
AGGIORNAMENTI SULLA FASE ANTICA DELLA CULTURA DEI VASI A BOCCA QUADRATA IN LIGURIA DA UNA REVISIONE DEI MATERIALI CERAMICI IN CORSO
36
3. Caverna delle Arene Candide, forme ricostruite e decorazioni
caratteristiche degli strati del Neolitico Medio iniziale fase antica
della Cultura VBQ in Liguria. 1) frammenti di fiasco biansato, care-
nato, con decorazione graffita (scavi anni ’70, strato 12c+ rim
‘800, ex cat. 314); 2) fiasco biansato carenato (inedito, scavi anni
’70, settore R6, strato 12); 3) tazza sferoidale (scavi anni ’70, strato
13b+13bII, ex cat. 148); 4) vaso a cucchiaio (scavi anni ’70, rim,
ex cat. 362); 5) tazza ovoidale con bugnette plastiche sul ventre
ANGIOLO DEL LUCCHESE, ELISABETTA STARNINI
(scavi anni ’70, buca 2-3-4/13, ex cat. 155); 6) vaso monoansato
a bocca quadrilobata (scavi anni ’70, strato 12, ex cat. 341); 7) taz-
za sferoidale (scavi anni ’70, buca 2/13, ex cat. 154); 8) vasetto a
pipa (scavi anni ’70, rim, ex cat. 378); 9) tazza monoansata con
bugnetta plastica (scavi anni ’70, strato 13B+13C, ex cat. 156);
10) vaso monoansato a bocca quadrilobata (scavi anni ’70, strato
12c+12d1+12d2, ex cat. 342) (disegni di Laura Rando, n. di cat.
corrispondenti a TINÈ 1999).
0 5 cm
0 5 cm
... The western spread of the Neolithic from the Near East reached southern Italy c. 6000-5800 BCE, and by 5800-5600 BCE people belonging to the Impresso-Cardial cultural complex (ICC) were settled in the Liguro-Provençal Arc (Binder et al., 2017). Beginning c. 5000 BCE, the Square Mouthed Pottery culture spread in Liguria and in northern Italy during the fifth millennium BCE (SMP; c. 5000-4300 BCE; Barfield, 1972;Binder and Sénépart, 2010;Del Lucchese and Starnini, 2015;Maggi, 1997a;Pearce, 2013). Later, Liguria was the gateway for the diffusion of the Chasséen in northern Italy from France (c. ...
... Results indicate that most Neolithic remains, i.e. chronologically overlapping with the successions of Neolithic cultural traditions of Liguria, belong to the period c. 5000-4300 BCE, when the Square Mouthed Pottery Culture (SMP) was attested in this area (Binder and Sénépart, 2010;Del Lucchese and Starnini, 2015;Maggi, 1997a). A few burials whose 95.4% calibrated 14 C range spans across the ending of the sixth and beginning of the fifth millennium BCE were tentatively attributed to the early phases of this culture, as suggested in Del Lucchese and Starnini (2015). ...
... Results indicate that most Neolithic remains, i.e. chronologically overlapping with the successions of Neolithic cultural traditions of Liguria, belong to the period c. 5000-4300 BCE, when the Square Mouthed Pottery Culture (SMP) was attested in this area (Binder and Sénépart, 2010;Del Lucchese and Starnini, 2015;Maggi, 1997a). A few burials whose 95.4% calibrated 14 C range spans across the ending of the sixth and beginning of the fifth millennium BCE were tentatively attributed to the early phases of this culture, as suggested in Del Lucchese and Starnini (2015). In the two largest assemblages from Arene Candide Cave (n = 38, including the two dates for Tiné's burials, Table 1) and Grotta Pollera (n = 43, including the date for Pollera 21; Sparacello et al., 2017; Table 1), the vast majority of burials and partial skeletons belong to this phase (84% and 95%, respectively). ...
... 17). 22 La fase a "Ceramica Graffita" (Tinè V. 1999) è come noto discussa (es: Del Lucchese, Starnini 2015). I nuovi scavi hanno indagato livelli postcardiali e VBQ1 ma le elaborazioni post-scavo si sono finora concentrate nello studio della serie Impresso-Cardiale, sostenuto dal progetto CIMO (Céramiques Imprimées de Méditerranée Occidentale) coordinato da uno degli scriventi (DB). ...
... The middle Neolithic Square Mouth Pottery society of northern Italy (Bernabò Brea, 1946; Barfield, 1972;Bagolini & Biagi, 1977;Bernabò Brea et al., 2010;Del Lucchese & Starnini, 2015;Laviosa Zambotti, 1943;Maggi, Starnini, & Voytek, 1997) shows, on the contrary, a change in the conceptualization of personal ornaments in favor of shaped beads and pendants manufactured from black steatite, which become an identity element of distinction among these communities (Mazzieri & Micheli, 2014;Micheli, 2014). In the same period, in the central-Tyrrhenian area, the use of steatite ornaments increases, probably due to the influence of northern cultures, but without a specific color preference. ...
Conference Paper
Full-text available
When the first farmers landed on the eastern coast of the Italian peninsula (end of seventh millennium cal BC), they brought with them a system of knowledge and technologies that quickly spread along both the Tyrrhenian and Adriatic coasts. The study of the material culture, therefore, assumes an important role in understanding the social and cultural identity of these incoming groups. Analyses of ornament production – involving manufacture technology, raw materials, and stylistic choices – may supply information about the cultural choices and the technical skills of human groups and shed light on the social and symbolic system of these ancient populations. Data obtained from this work show that the ornaments became symbols of a growing cultural identity, which began to be developed within Italian territory. In the ornamental assemblages of the newcomers, the relevance of shaped lithic items is clearly visible, and there was the development of types that will become more and more standardized during the Neolithic period. However, elements in the symbolic culture of these first settlers, such as the use of Columbella rustica and the exclusive production of hard animal matter ornaments in some sites, recall previous traditions. This study intends to extend our knowledge on the ornamental customs of the first Italian Neolithic communities. It will attempt to establish if the chronological and the geographical differences that emerge from our analyses reflect diversities in the cultural and symbolic systems of the incoming farmers and different possible interactions with the native population.
... The middle Neolithic Square Mouth Pottery society of northern Italy (Bernabò Brea, 1946; Barfield, 1972;Bagolini & Biagi, 1977;Bernabò Brea et al., 2010;Del Lucchese & Starnini, 2015;Laviosa Zambotti, 1943;Maggi, Starnini, & Voytek, 1997) shows, on the contrary, a change in the conceptualization of personal ornaments in favor of shaped beads and pendants manufactured from black steatite, which become an identity element of distinction among these communities (Mazzieri & Micheli, 2014;Micheli, 2014). In the same period, in the central-Tyrrhenian area, the use of steatite ornaments increases, probably due to the influence of northern cultures, but without a specific color preference. ...
Article
Full-text available
When the first farmers landed on the eastern coast of the Italian peninsula (end of seventh millennium cal BC), they brought with them a system of knowledge and technologies that quickly spread along both the Tyrrhenian and Adriatic coasts. The study of the material culture, therefore, assumes an important role in understanding the social and cultural identity of these incoming groups. Analyses of ornament production – involving manufacture technology, raw materials, and stylistic choices – may supply information about the cultural choices and the technical skills of human groups and shed light on the social and symbolic system of these ancient populations. Data obtained from this work show that the ornaments became symbols of a growing cultural identity, which began to be developed within Italian territory. In the ornamental assemblages of the newcomers, the relevance of shaped lithic items is clearly visible, and there was the development of types that will become more and more standardized during the Neolithic period. However, elements in the symbolic culture of these first settlers, such as the use of Columbella rustica and the exclusive production of hard animal matter ornaments in some sites, recall previous traditions. This study intends to extend our knowledge on the ornamental customs of the first Italian Neolithic communities. It will attempt to establish if the chronological and the geographical differences that emerge from our analyses reflect diversities in the cultural and symbolic systems of the incoming farmers and different possible interactions with the native population.
... 17). 22 La fase a "Ceramica Graffita" (Tinè V. 1999) è come noto discussa (es: Del Lucchese, Starnini 2015). I nuovi scavi hanno indagato livelli postcardiali e VBQ1 ma le elaborazioni post-scavo si sono finora concentrate nello studio della serie Impresso-Cardiale, sostenuto dal progetto CIMO (Céramiques Imprimées de Méditerranée Occidentale) coordinato da uno degli scriventi (DB). ...
... Few regions in Europe show such a concentration of prehistoric sites from the Upper Palaeolithic to the Metal Ages as western Liguria (northwestern Italy): Neolithic funerary sites are especially numerous and concentrated mostly around the municipality of Finale Ligure, where hundreds of karstic caves can be found within a radius of a few kilometers. After the early arrival of the Neolithic Impresso-Cardial Complex (ICC; c. 5800-5000 cal BC; [15][16][17]), Liguria saw the spread of the Square-Mouthed Pottery (SMP; 5000-4300 cal BC; [16,[18][19][20]), followed by the access road for the diffusion of the Chassean in northern Italy from France (4300-3700 cal BC; [18,21]). This small strip of land between the mountains and the sea is therefore a pivotal region for our understanding of the cultural and biological dynamics that came into play during the spread and establishment of the Neolithic way of life in the western Mediterranean [15,16,[22][23][24][25]. ...
Article
Full-text available
This study offers a combined analysis of longbone mechanical properties (cross-sectional geometry, CSG), upper-limb enthesopathies (entheseal changes, ECs), and external auditory exostoses (EAEs) among Neolithic people from Liguria (Italy). Previous CSG studies have suggested a high degree of mobility in mountainous terrain and sexual dimorphism in the upper limbs, with males being more oriented toward unimanual activities and females performing strenuous bimanual tasks. The aims of the study were to: 1) increase the sample size of the CSG analysis via the acquisition of surface 3D models, 2) provide a solid chronological framework through direct dating in order to allow for subsampling of individuals dated to the Impresso-Cardial Complex (ICC, c. 5800–5000 BCE) and the Square-Mouthed Pottery culture (c. 5000–4300 BCE), 3) integrate the results of CSG analysis with information on ECs of the humeral epicondyles, and 4) assess possible marine activities through analysis of EAEs. Results from the CSG analysis confirmed those of previous studies, with no significant diachronic change. ECs in the humeral medial epicondyle parallelled CSG adaptations: males tended to display more changes, especially unilaterally. Only one individual from the ICC period showed bilateral EAE, suggesting that marine activities were not prevalent. This study adds to our knowledge on activity patterns in the Neolithic in Liguria, and shows that integrating structural adaptations with information from specific entheseal alterations and exostoses can improve reconstructions of past habitual activities.
... The Square Mouthed Pottery culture (SMP) developed later and spread throughout Liguria and Northern Italy during the fifth millennium BCE (c. 5000-4300 BCE; Binder and Sénépart, 2010;Del Lucchese and Starnini, 2015). Later, Liguria was the access road for the spread of the Chassean in northern Italy from France (c. ...
Article
Objective To reconstruct breastfeeding and weaning practices, metabolic stress including tuberculosis-induced wasting, and residential mobility of children in Neolithic and Metal Ages to infer their local ecologies. Materials Seven permanent teeth from individuals dated to the Neolithic, Copper, Bronze, and Iron Ages buried in nearby caves in western Liguria, Italy. Methods Carbon, nitrogen, and sulfur stable isotope analyses on dentine microsections. Tooth maturation was used to calculate age at death. Results Two Neolithic children present longer pattern of weaning and appear to have been weaned using animal protein in contrast to the earlier weaning of Metal Ages children, which were probably weaned with vegetable resources. Sulfur isotopes suggest local origin of Neolithic and Cooper Age children, and non-local origins for Bronze and Iron Age children. Intense catabolism in the last two years is apparent in the adolescent with tuberculosis. Conclusions Shortening in weaning patterns during the Metal Ages are likely driven by the intensification of agricultural practices and cultivation of new crops during Bronze and Iron Ages. Neolithic food choices and delayed weaning patterns may represent one of the strategies to maximize growth and immune potential in a local economy/ecology with high-infectious load. Tuberculosis was a chronic and long-lasting disease. Significance The first combined carbon, nitrogen, and sulfur analysis on prehistoric dentine microsections revealing changing human life history adaptations within the same region. Limitations Small sample size. Suggestions for further research Increase the sulfur isotope dataset, use new EA-IRMS equipment, and provide data on amino acid to better define weaning food composition. Keywords Breastfeeding Weaning Neolithic Metal ages Infectious disease Incremental dentine analysis
Article
Full-text available
Abstract - The paper illustrates the two main routes of diffusion of the iconography of the anthropomorphic vessel with a chin-mark, a model that appears in various cultural phenomena of the Near East, where it originated, and of Europe, between the end of the 7th and the 6th millennium cal BCE. The so-called “collective anthropomorphic” motif, of which a detailed overview is presented, supports the hypothesis of two diffusion routes: one termed “continental”, which ends in central-eastern Europe, and the other, defined as “maritime”, which arrives in the south-east of the Italian peninsula. The routes and tempo of spread, as well as the longevity of these particular decorative patterns, highlight the possible links between the newly established farming groups in Europe and the communities of origin, and suggest an ideological and spiritual orientation based on a supra-regional communication system.
Article
Full-text available
For the past four decades, the ‘Secondary Products Revolution’ model, i.e., the exploitation of animal resources that do not involve killing the animal, such as the production of milk and wool and the use of animals for physical labour has been the object of heated discussion between Neolithic scholars. According to this model, the use of animal strength arrived relatively late in Europe—during the socio-economic changes of the Late Neolithic in the 4th millennium BCE. Plough marks are the most convincing direct evidence of the use of animal traction. However, few are preserved making them relatively rare throughout Europe and dating them is difficult and often imprecise. Recent research at the Anciens Arsenaux site in Sion, Valais, Switzerland has revealed the presence of the oldest known plough marks in Europe, dating from the beginning of the 5th millennium BCE. They bear witness to the use of animal traction quite soon after the establishment of an agro-pastoral economy in the Alpine region. This is corroborated by recent archaeozoological studies and suggests that this important innovation could already be part of the Neolithic package introduced into Europe during the 6th millennium BCE.
Conference Paper
Full-text available
New results from sourcing the early Neolithic obsidian artefacts from the Pollera Cave (Finale Ligure, SV)-This paper presents the results of a new chemical characterization conducted on early Neolithic obsidian artefacts from the excavations carried out in 1971-73 at Pollera Cave, in western Liguria. We re-analysed four artefacts from the impresso-cardial deposit (layer III, level XXII), already analysed by means of neutron activation (INAA) at the end of the '70s during Lawrence H. Barfield's pioneering obsidian circulation research in northern Italy. In addition, three previously unpublished artefacts have been analysed with the same method. The scope of the new characterizations was to solve some problems raised from previous publications, in which contradictory information did not allow us to identify each analysed artefact and attribute it to its original source (at that time determined as Lipari and Sardinia). Therefore, the four artefacts have been re-analysed by non-destructive methods: PIXE at LP2i Bordeaux (AIFIRA platform) and EDXRF at Ar-chéosciences Bordeaux. The results of these analyses were compared to the data obtained with similar analytical methods from obsidian geological samples of potential "island-sources" in the Western Mediterranean. The study established that all the four re-analysed obsidian artefacts from Pollera Cave can now be ascribed to only two different chemical compositional groups (SB2, SC) of the Monte Arci Sardinian source and exclude the presence of Lipari obsidian in the early Neolithic horizons of the cave. These new results outline a picture much more coherent with that emerged from the analyses of obsidian artefacts from the Impressa and Cardial levels of the Arene Candide cave and, more generally, from early Neolithic sites of the Liguro-Provençal arc. Finally, this research pinpoints to the need of systematically reviewing the characterizations published during the first pioneering archaeometric obsidian studies with more precise sourcing databases and methods, to be applied especially when they are in contradiction with a new, more reliable archaeological evidence. https://www.openprehistory.org/categoria-prodotto/numeri-speciali/
Article
If radiocarbon measurements are to be used at all for chronological purposes, we have to use statistical methods for calibration. The most widely used method of calibration can be seen as a simple application of Bayesian statistics, which uses both the information from the new measurement and information from the 14 C calibration curve. In most dating applications, however, we have larger numbers of 14 C measurements and we wish to relate those to events in the past. Bayesian statistics provides a coherent framework in which such analysis can be performed and is becoming a core element in many 14 C dating projects. This article gives an overview of the main model components used in chronological analysis, their mathematical formulation, and examples of how such analyses can be performed using the latest version of the OxCal software (v4). Many such models can be put together, in a modular fashion, from simple elements, with defined constraints and groupings. In other cases, the commonly used “uniform phase” models might not be appropriate, and ramped, exponential, or normal distributions of events might be more useful. When considering analyses of these kinds, it is useful to be able run simulations on synthetic data. Methods for performing such tests are discussed here along with other methods of diagnosing possible problems with statistical models of this kind.
1) bicchiere monoansato, inornato su peduccio, ricomposto da vari fr
  • Pollera
Pollera (nn. 4, 7-8). 1) bicchiere monoansato, inornato su peduccio, ricomposto da vari fr. (scavi anni '70, strato 13, ex cat. 180);
155); 6) vaso monoansato a bocca quadrilobata (scavi anni '70, strato 12, ex cat. 341); 7) tazza sferoidale (scavi anni '70, buca 2/13, ex cat. 154); 8) vasetto a pipa (scavi anni '70, rim, ex cat. 378); 9) tazza monoansata con bugnetta plastica
  • Angiolo Del Lucchese
  • Elisabetta Starnini
ANGIOLO DEL LUCCHESE, ELISABETTA STARNINI (scavi anni '70, buca 2-3-4/13, ex cat. 155); 6) vaso monoansato a bocca quadrilobata (scavi anni '70, strato 12, ex cat. 341); 7) tazza sferoidale (scavi anni '70, buca 2/13, ex cat. 154); 8) vasetto a pipa (scavi anni '70, rim, ex cat. 378); 9) tazza monoansata con bugnetta plastica (scavi anni '70, strato 13B+13C, ex cat. 156);