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ACCIPITRIFORMI E FALCONIFORMI IN UN'AREA DEL VENETO ORIENTALE

Authors:
  • associazione faunisti veneti

Abstract

Accipitriformes and Falconiformes in an area of Eastern Veneto, Italy NE A breeding population of birds of prey has been monitored in an extended area of the plains of Eastern Veneto (Northeastern Italy) from 1993 on. The number of species has increased as well as the number of breeding couples. Currently six species of the Accipitridae and four species of the Falconidae are breeding in the study area. The Sparrowhawk Accipiter nisus, Buzzard Buteo buteo and Hobby Falco subbuteo populations have increased significantly and are proofed breeders of recent colonisation. The Montagu’s Harrier Circus pygargus and Red-footed Falcon Falco vespertinus are present in small numbers. The size of the occupied territories/couple and density of breeding couples are analyzed over the years.
Alula XVI (1-2): 109-111 (2009)
109
ACCIPITRIFORMI E FALCONIFORMI IN UN’AREA
DEL VENETO ORIENTALE
angElo nardo (1) & giacoMo sgorlon (2)
Associazione Faunisti Veneti, c/o Museo Civico di Storia Naturale di Venezia
Santa Croce, 1730 – 30100 Venezia
(aves.falco@email.it) (1) (giacomo.sgorlon@email.it) (2)
Le popolazioni di rapaci diurni nidicanti, in una vasta area di pianura del Veneto
Orientale, è stata monitorata negli ultimi quindici anni e le ricerche effettuate hanno
evidenziato un incremento generale delle diverse specie. Attualmente nell’area, ni-
dicano dieci specie, mentre no al 2000 erano solo cinque. Il presente lavoro vuole
testimoniare l’attuale trend delle specie nidicanti.
L’area di studio (baricentro Long. E 12°22’ - Lat. N 45°29’) è compresa tra le pro-
vince di Treviso e Venezia ed in particolare si estende tra la laguna nord di Venezia
ed il Fiume Tagliamento, con una altitudine media di 4-5 m s.l.m.. Sono presenti
ambienti vari, rappresentati soprattutto da: cordoni dunali, spiagge, aeree lagunari,
aree di bonica della pianura alluvionale. Il territorio è intensamente coltivato e sono
presenti importanti siti di valenza naturalistica ed incluse nella rete Natura 2000,
rappresentati da ambienti umidi e da relitti di foresta planiziale.
Il monitoraggio ha avuto inizio nel 1993, ma censimenti accurati sono stati effettuati
dalla ne degli anni ’90 e sono tuttora in corso. Sono stati utilizzati sia metodi diretti,
con il conteggio e la mappatura delle coppie e dei territori, sia indiretti, attraverso
l’osservazione di nidi già usati. Le indagini sono state svolte tra il mese di marzo e
l’inizio di settembre per monitorare anche le specie nidicanti tardive. Per il calcolo
delle densità si sono scelte delle sub-aree, superiori ai 100 km², diverse per ogni
specie dove queste erano maggiormente presenti.
Sono state rilevate dieci specie, sei di Accipitriformi e quattro di Falconiformi; sette
sono risultate nidicanti certe e tre probabili. Pernis apivorus e Milvus migrans,
hanno mostrato una presenza irregolare negli anni, mentre tutte le altre sono state
regolari con effettivi e territori occupati parzialmente in crescita. Falco vespertinus è
presente con 1-2 coppie e la sua nidicazione rappresenta l’unico caso per la regione
Veneto; nel 1996 aveva nidicato per la prima volta a Tron - Roncade (TV) (Nar-
do & Mezzavilla 1997). La Tab. 1 mostra l’elenco delle specie rilevate con il numero
delle coppie/territori occupati per anno. Nella Tab. 2 sono evidenziate i valori della
densità espressa come numero di coppie/territori per 100 km² e confrontati con la
densità di uno studio precedente nel Veneto Orientale (cfr. Nardo & Panzarin 2001).
La Fig. 1, utilizzando i valori massimi del periodo 2001/2009, mette in evidenza la
frequenza percentuale delle specie in rapporto all’intera comunità dei rapaci diurni
censiti. È da notare come tra le specie nidicanti Falco tinnunculus domina sulle al-
110
tre, rappresentando da sola il 63%, men-
tre è seguita da Buteo buteo con solo il
12%. Delle specie regolarmente nidi-
canti, cinque hanno mostrato un eviden-
te incremento negli anni, vericato sta-
tisticamente dal Test di Spearman (rs).
Sono stati trovati valori molto elevati
del coefciente di correlazione per Ac-
cipiter nisus (rs = 0,942; P>0,01), Buteo
buteo (rs = 0,996; P>0,01) e Falco sub-
buteo (rs = 0,883; P>0,01), tutte specie
di recente insediamento ed in continua
espansione. Circus aeruginosus se pure
mostri un signicativo incremento (rs = 0,756; P>0,01), confermando l’espansione
già registrata negli anni ’90 (Nardo & Panzarin 2001), sembra aumenti lentamente
nonostante i molti siti adatti alla nidicazione a disposizione presenti nell’area di
studio. Il valore del coefciente di correlazione per Falco tinnunculus (rs = 0,583;
P<0,05) è invece risultato scarsamente signicativo, a dimostrazione che questo
falconide sta avvicinandosi al livello di saturazione e di consolidamento della popo-
lazione. Infatti lo confermerebbe la massima densità di 32,6 territori/coppie per 100
km², tra le più alte in Italia e in Europa (cfr. Brichetti & Fracasso 2003, Village 1990).
Dai dati esposti emerge una attuale situazione favorevole per i rapaci che dopo
decenni stanno ritornando ad occupare territori storici come in altre parti d’Europa,
nonostante l’intensicazione delle pratiche agricole, la passata persecuzione diretta
ed indiretta riservata ai cosiddetti “nocivi”, la bonica di zone umide ed altri distur-
bi dovuti alla caccia e ad altre attività creative. In particolare dagli anni ottanta, si
è assistito ad una lenta ma continua ripresa che ha aumentato la ricchezza specica
Specie
Pernis apivorus
Milvus migrans
Circus aeruginosus
Circus pygargus
Accipiter nisus
Buteo buteo
Falco tinnunculus
Falco vespertinus
Falco subbuteo
Falco peregrinus
2001
8
1
2
6
113
8
1
2002
2
1
7
1
2
7
115
11
1
2006
1
8
4
6
13
133
1
14
2
2004
7
3
4
10
133
1
15
2
2008
1
9
4
10
19
138
1
15
2
N. max
4
1
11
4
12
26
142
2
17
5
%
1,8
0,4
4,9
1,8
5,4
11,6
63,4
0,9
7,6
2,2
2003
8
3
4
10
118
1
13
1
2007
10
4
7
17
135
2
16
2
Media
2,33
1,00
8,56
2,78
5,56
13,22
129,11
1,14
13,78
1,89
2005
9
4
3
11
135
1
15
5
2009
4
11
1
12
26
142
1
17
1
Tab. 1. Andamento numerico delle coppie/territori di Accipitriformi e Falconiformi nidicanti in una
area del Veneto Orientale.
Specie
Circus aeruginosus
Accipiter nisus
Buteo buteo
Falco tinnunculus
Falco subbuteo
1996/2000 (1)
4,5
5,5
21,8
0,9
2001/2009
7,3
2,8
10
32,6
4,1
Tab. 2. Densità (cpp/terr per 100 km²) Accipitri-
formi e Falconiformi nidicanti in un’area del
Veneto Orientale.
(1) Confronto con precedente studio (Nardo & Panzarin
2001)
111
ed il valore naturalistico dell’area in studio. I motivi di tale occupazione con la
conseguente espansione sono da ricercare in primis dalla protezione accordata nei
vari paesi europei e dal conseguente incremento generale delle specie che nell’al-
largare il loro areale (vedasi ad esempio specie rupicoli o forestali) si sono adattati
all’ambiente di pianura fortemente antropizzato ed urbanizzato, nonché alle condi-
zioni favorevoli determinate dalle disponibilità di prede e di siti per la nidicazione.
Infatti le specie che si sono insediate nel recente passato e che hanno raggiunto un
buon grado di diffusione come Accipiter nisus, Buteo buteo, Falco tinnunculus e F.
subbuteo rilevate dal presente studio, sono specie ubiquitarie e bene sopportano la
presenza dell’uomo. Diversi siti di Accipiter nisus sono stati rinvenuti in giardini
privati mentre siti di Buteo buteo e Falco subbuteo sono stati osservati limitro ad
aree con un certo grado di disturbo da attività agricole. Al contrario rimangono vul-
nerabili Circus aeruginosus e C. pygargus, verosimilmente per il forte disturbo dei
loro siti di nidicazione. Per la conservazione sarebbe auspicabile ridurre a minimo
il disturbo presso i siti di nidicazione, mentre per favorire la nidicazione di Falco
peregrinus si potrebbero installare nidi articiali su strutture elevate come piloni o
campanili.
Ringraziamenti. Desideriamo ringraziare per la loro preziosa collaborazione Fran-
cesco Mezzavilla, Ursula Veken, Lucio Panzarin e Ruggero Toffoletto.
Summary
Accipitriformes and Falconiformes in an area of Eastern Veneto, Italy NE
A breeding population of birds of prey has been monitored in an extended area of
the plains of Eastern Veneto (Northeastern Italy) from 1993 on. The number of spe-
cies has increased as well as the number of breeding couples. Currently six species
of the Accipitridae and four species of the Falconidae are breeding in the study area.
The Sparrowhawk Accipiter nisus, Buzzard Buteo buteo and Hobby Falco sub-
buteo populations have increased signicantly and are proofed breeders of recent
colonisation. The Montagu’s Harrier Circus pygargus and Red-footed Falcon Falco
vespertinus are present in small numbers. The size of the occupied territories/couple
and density of breeding couples are analyzed over the years.
BIBLIOGRAFIA
• Brichetti P. & Fracasso G., 2003. Ornitologia italiana. Vol.1 - Gavidae-Falconidae. Alberto Perdisa
Editore, Bologna.
• Nardo A. & Mezzavilla F., 1997. Nidicazione del Falco cuculo, Falco vespertinus, in Veneto. Riv.
ital. Orn., 67 (2): 169-174.
• Nardo A. & Panzarin F., 2001. Accipitriformi e Falconiformi in un’area della provincia di Venezia.
In: Bon M. & Scarton F. (red.). Atti 3° Convegno Faunisti Veneti. Associazione Faunisti Veneti,
Boll. Mus. Civ. St. Nat. Venezia, suppl. al vol. 51 (2000), pp. 1-256.
• Village A., 1990. The Kestrel. T. & A D Poyser, London. Pp. 352.
Article
Full-text available
Key Words: Red footed falcon Falco vespertinus*Breeding biology* Cooperative breeding*Veneto*NE Italy Il falco cuculo Falco vespertinus è una specie monotipica a distribuzione eurosibirica. La popolazione europea è stimata in 18.000-44.000 cp maggiormente distribuite in Russia (40.000 cp) ed in Ungheria (2200 cp) (Cramp e Simmons 1980). In Italia è migratore regolare, più comune durante il passo primaverile e nidificante. La colonizzazione ha avuto luogo dal 1995 con la prima nidificazione accertata in provincia di Parma. Attualmente è comune come nidificante in Emilia-Romagna, in particolare nella provincia di Ferrara con 70 cp nidificanti nel 2000 (Brichetti e Fracasso 2003). Il suo stato di conservazione è ritenuto vulnerabile in Italia (Peronace et al. 2012) e nel Paleartico Occidentale, in quanto ha manifestato un ampio declino in seguito alla trasformazione dell'habitat, l'uso di pesticidi in agricoltura, la persecuzione venatoria dei corvidi (BirdLife International 2004). La Bonifica di Loncon, assieme alla Bonifica delle Sette Sorelle, costituisce un'ampia zona agricola ricadente nei comuni di San Stino di Livenza e Concordia Sagittaria, siti nella parte orientale della provincia di Venezia. Soggetta all'ultimo dei grandi processi di bonifica negli anni 1940-50, attualmente supporta colture agricole di tipo intensivo-estensivo di natura cerealicola e vitivinicola, con alberature scarse ed alcuni pioppeti artificiali. La riproduzione del falco cuculo è stata accertata nell'area di indagine durante la stagione riproduttiva del 2003 (Sgorlon e Panzarin 2003), l'area è stata in seguito controllata ogni anno durante la migrazione primaverile allo scopo di individuare i gruppi in sosta trofica e dalla seconda decade di giugno, per ricercare eventuali coppie riproduttive, dopo il passo dei migratori. Una volta individuato il sito riproduttivo, il controllo al nido è stato effettuato fino all'involo dei giovani con l'uso di binocoli e cannocchiali e, quando possibile, è stato verificato l'abbandono del territorio da parte del gruppo familiare. Sono stati ottenuti dati sui tempi della riproduzione, sull'attività al nido oltre che sull'apporto trofico dei pulli. A partire dal 2003 l'area di studio è stata interessata dalla riproduzione del falco cuculo (n min:1-2 cp), che ha utilizzato esclusivamente strutture arboree quali il platano Platanus hybrida, il pioppo cipressino Populus nigra var.Italica, il pioppo bianco Populus alba e l'acacia Robinia pseudoacacia. Sono stati occupati i nidi abbandonati di cornacchia grigia Corvus cornix, ed un singolo nido di gazza Pica pica, costruiti su alberi isolati oltre che su un filare di platani delimitante una strada provinciale ad alto flusso veicolare. Tale filare, occupato a partire dal 2007, risulta interessante per la specie in quanto presenta un'alta densità di nidi di corvide (48 nidi in un tratto lineare di 6 km) garantendo una buona scelta di siti riproduttivi per il rapace. La data media di arrivo in Bonifica di Loncon è il 10 maggio mentre l'abbandono dei gruppi familiari avviene attorno alla terza decade di luglio con ritardi fino alla prima decade di settembre. Dal 2003 al 2012 è stata accertata la riproduzione di 13 cp, distribuite nel territorio con una densità pari a 0,18 cp/kmq. Le coppie hanno allevato ed involato 20 pulli, con un successo riproduttivo pari a 2,2 pulli/nido. La data media di deposizione, considerando un periodo d'incubazione di 22-23 giorni (Cramp e Simmons 1980), ricade l '11 giugno (n:9, min 24 maggio –max 20 giugno) mentre l'involo dei giovani dal nido interessa in media l'ultima decade di luglio. In Tab 1 viene riportato l'andamento numerico delle coppie nel periodo in esame. 1 Negli anni in cui sono state accertate almeno 2 coppie nidificanti (2007,2008,2010), è stato possibile calcolare la NND, risultata pari a 3 km/cp con una media totale di 3,7 km/cp (n:8 cp). Le cure parentali sono state svolte da entrambi gli adulti, con i compiti legati alla caccia ed alla difesa del territorio per opera del maschio, che ha partecipato in modo attivo anche alla cova, sebbene tale attività sia una prerogativa della femmina. L'alimentazione dei pulli è stata garantita dagli adulti tramite l'apporto di Microtidi e Murini con l'aggiunta di insetti quali Ortotteri, Lepidotteri ed Odonati. E' stata verificata la partecipazione di soggetti estranei alla coppia, intervenuti in particolare nell'imbeccata ai pulli. Nel dettaglio sono stati osservati una femmina adulta ed un immaturo nel 2003, una femmina adulta nel 2005 ed una femmina immatura nel 2008. La popolazione nidificante in provincia di Venezia rispetta i normali tempi riproduttivi noti in bibliografia (Cramp e Simmons 1980, Glutz Von Blotzheim et al.1971). Le coppie nidificanti in provincia di Venezia, pur avendo una distribuzione di tipo puntiforme ed una densità relativamente bassa, presentano un buon successo riproduttivo pari ai territori dove le popolazioni si distribuiscono in modo coloniale, come del resto rilevato da Haraszthy e Bagyura (1993). Tale dato è paragonabile alle principali indagini relative alle popolazioni orientali oltre che al principale nucleo riproduttivo italiano (Tab 2) (Ferrari e Gustin 2009, Haraszthy e Bagyura, 1993). L'apporto degli insetti durante l'allevamento dei pulli è noto in letteratura (Glutz Von Blotzheim et al.1971, Purger 1998), in particolare, durante le nostre indagini, è stato appurato il prelievo di Odonati (generi Zygoptera e Anisoptera) oltre che della Mantis religiosa. Inedito per la specie sembra essere la presenza di individui estranei alla coppia che aiutano nelle attività al nido, secondo il fenomeno del cooperative breeding (Kimball et al 2003). La presenza di individui aiutanti al nido (helpers) non viene citato da Cramp e Simmons (1980) per il falco cuculo, appare comunque comune nei rapaci diurni (Newton 1979) presente, inoltre, in altre specie del genere Falco quali il lodolaio Falco subbuteo, il pellegrino Falco peregrinus e lo smeriglio Falco columbarius (Zuberogoitia e Martinez 2003, Kurosawa e Kurosawa 2003, Kimball et al 2003). Attualmente le coppie nidificanti nell'area di indagine appaiono stabili con tendenza all'incremento (1 coppia nidificante certa e due possibili nel 2012). Dimostrano una risposta tendenzialmente negativa nei confronti delle attività umane sia di tipo agricolo che legate alla situazione antropica dato che nel 2008 si è verificato l'abbandono di un nido a seguito di una ristrutturazione edilizia. Da considerare inoltre, il rischio di decesso degli adulti da impatto verso il traffico veicolare, in particolare nelle coppie che utilizzano i nidi lungo il filare delimitante la strada provinciale. E' stato confermato che tale evento può causare l'abbandono del nido e la conseguente riduzione del successo riproduttivo (Purger, 1997). Ringraziamenti: si ringrazia Angelo Nardo ed Adriano De Faveri per la condivisione dei dati e la collaborazione sul campo.Giuseppe Bogliani e Francesco Mezzavilla per la ricerca bibliografica. Alice Bassetto per la traduzione in lingua inglese.
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