Conference PaperPDF Available

MONITORAGGIO A LUNGO TERMINE DEL GEOTRITONE SPELEOMANTES STRINATII NELLA STAZIONE BIOSPELEOLOGICA DI SAN BARTOLOMEO DI SAVIGNONE (GE)

Authors:
  • CESBIN Srl
  • Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure
  • Gruppo Speleologico Ligure "Arturo Issel" -Busalla

Abstract and Figures

Riassunto La Stazione Biospeleologica di San Bartolomeo di Savignone si trova in Valle Scrivia (prov. Genova). Si tratta di un tunnel, con sviluppo orizzontale di oltre 40 m, scavato nella formazione dei calcari dell'Antola durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa cavità è stata spontaneamente colonizzata da una popolazione del geotritone di Strinati (Speleomantes strinatii), la cui etologia e parassitologia vengono studiate da molti anni. L'attività annuale della popolazione ha un netto andamento stagionale con un massimo in estate (luglio) e un minimo in inverno (febbraio). A partire dal 1990, gli esemplari di geotritone attivi sulle pareti della cavità vengono contati nel mese di luglio al fine di ottenere un indice di abbondanza relativa. Dal luglio 1996 viene anche stimata l'abbondanza assoluta tramite esperimenti di rimozione temporanea, in cui gli esemplari vengono catturati in tre occasioni, mantenuti in terrario e poi liberati all'interno della cavità. E' stata osservata una forte relazione tra abbondanza assoluta e relativa della popolazione e pertanto quest'ultimo valore può essere considerato un buon indicatore della dimensione reale della popolazione. Lo studio della variabilità temporale si protrae ormai da 24 anni e rappresenta una delle serie più lunghe registrate in Italia, in ambiente ipogeo. Nel corso degli anni, l'abbondanza della popolazione di geotritone sì è mantenuta costante con un discreto livello di variabilità (coefficiente di variazione CV = 0,29) e una tendenza a fluttuazioni periodiche. La struttura demografica della popolazione (sex ratio, reclutamento dei giovani) sembra restare costante nel tempo, indicando che essa si mantiene prossima alla capacità portante di questo ambiente ipogeo artificiale. Parole chiave: cavità artificiale, geotritone, monitoraggio biologico, serie temporale. Abstract LONG-TERM MONITORING OF THE CAVE SALAMANDER SPELEOMANTES STRINATII AT THE BIOSPELOGICAL STATION OF SAN BARTOLOMEO DI SAVIGNONE (GENOVA PROVINCE)-The Biospelogical Station of San Bartolomeo di Savignone is located in the Scrivia Valley (northwestern Italy). This horizontal tunnel, measuring about 40 m, was excavated in marlstones during World War II, when it was used as an air-raid shelter. This cavity was naturally colonized by a population of the cave salamander Speleomantes strinatii that shows a seasonal pattern of activity, with a summer peak in July. Since 1990, salamanders active on the cave walls are counted and from 1996 the absolute population size is estimated by means of a temporary removal experiment, in which salamanders are captured in three occasions, stored in terraria and released at the end of the experiment. A clear relationship between the estimated population size and the simple salamander count is observed; this latter could be considered an appropriate index of the salamander abundance. Overall, the population size remained constant over the study period, although it showed a certain degree of variability (coefficient of variation CV = 0.29). Moreover, a weak tendency to periodical fluctuations is observed. The demographic population structure (sex ratio and recruitment) appear constant, suggesting that the population is fluctuating near the environmental carrying capacity.
Content may be subject to copyright.
CONGRESSO NAZIONALE DI SPELEOLOGIA “CONDIVIDERE I DATI PERTOSA-AULETTA (SA), 30/05-02/06/2015
S
ESSIONE SCIENZA C3
MONITORAGGIO A LUNGO TERMINE DEL GEOTRITONE SPELEOMANTES STRINATII
NELLA
STAZIONE BIOSPELEOLOGICA DI SAN BARTOLOMEO DI SAVIGNONE (GE)
S
EBASTIANO SALVIDIO
1,2
, FABRIZIO ONETO
2
, DARIO OTTONELLO
1
, MAURO VALERIO PASTORINO
2
1
DISTAV-Università di Genova, Corso Europa 26, 16132-Genova; salvidio@dipteris.unige.it
2
Gruppo Speleologico Ligure Arturo Issel, Villa ex-Borzino, Busalla (GE); mvpastor@tiscali.it
Riassunto
La Stazione Biospeleologica di San Bartolomeo di Savignone si trova in Valle Scrivia (prov. Genova). Si tratta
di un tunnel, con sviluppo orizzontale di oltre 40 m, scavato nella formazione dei calcari dell'Antola durante la
Seconda Guerra Mondiale. Questa cavità è stata spontaneamente colonizzata da una popolazione del geotritone
di Strinati (Speleomantes strinatii), la cui etologia e parassitologia vengono studiate da molti anni. L'attività
annuale della popolazione ha un netto andamento stagionale con un massimo in estate (luglio) e un minimo in
inverno (febbraio). A partire dal 1990, gli esemplari di geotritone attivi sulle pareti della cavità vengono contati
nel mese di luglio al fine di ottenere un indice di abbondanza relativa. Dal luglio 1996 viene anche stimata
l'abbondanza assoluta tramite esperimenti di rimozione temporanea, in cui gli esemplari vengono catturati in tre
occasioni, mantenuti in terrario e poi liberati all'interno della cavità. E' stata osservata una forte relazione tra
abbondanza assoluta e relativa della popolazione e pertanto quest’ultimo valore può essere considerato un buon
indicatore della dimensione reale della popolazione. Lo studio della variabilità temporale si protrae ormai da 24
anni e rappresenta una delle serie più lunghe registrate in Italia, in ambiente ipogeo. Nel corso degli anni,
l'abbondanza della popolazione di geotritone sì è mantenuta costante con un discreto livello di variabilità
(coefficiente di variazione CV = 0,29) e una tendenza a fluttuazioni periodiche. La struttura demografica della
popolazione (sex ratio, reclutamento dei giovani) sembra restare costante nel tempo, indicando che essa si
mantiene prossima alla capacità portante di questo ambiente ipogeo artificiale.
Parole chiave: cavità artificiale, geotritone, monitoraggio biologico, serie temporale.
Abstract
L
ONG-TERM MONITORING OF THE CAVE SALAMANDER SPELEOMANTES STRINATII AT THE BIOSPELOGICAL
STATION OF
SAN BARTOLOMEO DI SAVIGNONE (GENOVA PROVINCE) - The Biospelogical Station of San
Bartolomeo di Savignone is located in the Scrivia Valley (north-western Italy). This horizontal tunnel,
measuring about 40 m, was excavated in marlstones during World War II, when it was used as an air-raid
shelter. This cavity was naturally colonized by a population of the cave salamander Speleomantes strinatii that
shows a seasonal pattern of activity, with a summer peak in July. Since 1990, salamanders active on the cave
walls are counted and from 1996 the absolute population size is estimated by means of a temporary removal
experiment, in which salamanders are captured in three occasions, stored in terraria and released at the end of
the experiment. A clear relationship between the estimated population size and the simple salamander count is
observed; this latter could be considered an appropriate index of the salamander abundance. Overall, the
population size remained constant over the study period, although it showed a certain degree of variability
(coefficient of variation CV = 0.29). Moreover, a weak tendency to periodical fluctuations is observed. The
demographic population structure (sex ratio and recruitment) appear constant, suggesting that the population is
fluctuating near the environmental carrying capacity.
Key words: artificial cave, biological monitoring, cave salamanders, time series.
Introduzione
Il geotritone di Strinati, Speleomantes strinatii (A
ELLEN, 1958), è un anfibio urodelo appartenente alla famiglia
dei Plethodontidae, endemico della regione compresa tra la Valle del fiume Var, nel SE della Francia e la parte
occidentale delle province di Parma e Piacenza, nell'Appennino settentrionale (L
ANZA, 2007). La specie ha
dimensioni massime che si aggirano intorno ai 120 mm, coda compresa (SINDACO et al., 2006; LANZA, 2007) e,
CONGRESSO NAZIONALE DI SPELEOLOGIA “CONDIVIDERE I DATI PERTOSA-AULETTA (SA), 30/05-02/06/2015
S
ESSIONE SCIENZA C3
come tutti i pletodontidi, è completamente sprovvista di polmoni e respira esclusivamente attraverso la cute e la
mucosa boccale. La biologia riproduttiva è relativamente ben studiata, in particolare in condizioni controllate
(D
URAND, 1967; SALVIDIO et al., 1994; ONETO et al., 2010). La deposizione delle uova (in numero da 7 a 11)
avviene in inverno, su terreno umido o in cavità ipogee. Le cure parentali della femmina sono complesse e
prolungate. La femmina si acciambella intorno alle uova che vengono difese attivamente contro eventuali
predatori fino alla schiusa (O
NETO et al., 2010). Per circa 40 giorni dopo la schiusa, si osservano contatti fisici
tra la femmina e i piccoli che in alcuni casi salgono sul corpo della madre, forse per mantenere elevato il livello
d’idratazione della cute (O
NETO et al., 2014).
Il geotritone di Strinati, come tutte le altre specie appartenenti al genere Speleomantes, manca di fase larvale
acquatica ed è completamente terrestre. Questa specie vive in ambienti umidi epigei: sulle pareti rocciose lungo
torrenti e forre e nella lettiera di boschi mesofili e nel sistema interstiziale di superficie. É diffuso anche in
ambienti ipogei, come grotte, miniere e altre cavità artificiali (L
ANZA, 2007). I geotritoni di solito vengono
classificati nella categoria degli organismi eutroglofili (B
OLOGNA, 1982; LANZA, 2007), cioè animali epigei che
possono persistere e riprodursi anche in ambiente sotterraneo (S
KET, 2008), mentre altri autori li definiscono
come subtroglofili, animali legati all’ambiente ipogeo ma che svolgono parte del ciclo vitale anche all’esterno
(L
UNGHI et al., 2012). Hanno anche capacità di colonizzare ambienti artificiali di recente costruzione come
muretti a secco, sotterranei e cantine; spesso in questi ambienti si osservano popolazioni con elevate densità
(P
ASTORINO & PEDEMONTE, 1975; SALVIDIO & PASTORINO, 2002; MANENTI, 2014).
In questo lavoro si presentano i dati riguardanti le fluttuazioni temporali della popolazione di geotritone che ha
colonizzato spontaneamente un sotterraneo artificiale che è monitorato sistematicamente a partire dal 1990. Lo
studio, ancora in corso, costituisce, a nostra conoscenza uno dei monitoraggi biologici di maggior durata
eseguiti in ambiente sotterraneo in Italia.
Inquadramento geologico e climatico del sito e caratteristiche della popolazione di studio
Il sito di studio è un tunnel orizzontale lungo circa 40 m, scavato con cariche di mina, e utilizzato come riparo
antiaereo durante la II Guerra Mondiale. La Stazione Biospeleologica di San Bartolomeo di Savignone si trova
in Valle Scrivia, presso l'abitato di S. Bartolomeo (prov. Genova) a 395 m s.l.m. Il substrato geologico è
costituito da torbiditi pelitico-arenacee e siltiti appartenenti al Flysch di Busalla e databili al Campaniano. Il
rifugio ha due entrate poste a circa quindici metri di distanza; una delle due è franata prima dell'inizio di questa
ricerca, mentre l'altra fu chiusa da un cancello in metallo dal Gruppo Speleologico Ligure “Arturo Issel” che dal
1987 gestisce il sotterraneo, avendo stipulato una convenzione con i proprietari. La Figura 1 illustra in modo
schematico l'andamento a “ferro di cavallo” del rifugio che presenta lungo il corridoio principale due
diramazioni a fondo cieco di forma sub-rettangolare. L'ingresso si trova a circa due metri sotto il livello del
terreno con esposizione E.
Figura 1. Planimetria schematica della Stazione Biospeleologica di Savignone.
Figure 1. Plan of the Biospeleological Station at Savignone.
Le variazioni di temperatura a 0, 4, 8, 12 e 16 m dall'esterno sono state misurate tramite datalogger da ottobre
2001 a settembre 2002 e confrontate con quelle registrate dalla stazione meteo-climatica della città di Busalla
CONGRESSO NAZIONALE DI SPELEOLOGIA “CONDIVIDERE I DATI PERTOSA-AULETTA (SA), 30/05-02/06/2015
S
ESSIONE SCIENZA C3
nello stesso periodo (ONETO et al., 2003; SALVIDIO, dati inediti). Si tratta di 7600 misurazioni effettuate ogni
ora nell'arco dell'anno (Tabella 1).
T °C Media Deviazione standard CV
Busalla 12,608 8,500 0,670
Stazione Biospeleologica
0 m dall'esterno 9,992 2,939 0,294
4 m dall'esterno 11,262 2,734 0,243
8 m dall'esterno 11,154 2,413 0,216
12 m dall'esterno 11,115 2,110 0,190
16 m dall'esterno 10,950 1,657 0,151
Tabella 1. Variazione della temperatura media annuale nel periodo ottobre 2001-settembre 2002 in varie zone della
Stazione Biospeleologica. I dati della stazione di Busalla sono stati ottenuti dal sito ARPAL.
Table 1. Mean annual temperature changes in the period october 2001 - september 2002 in different points of the
Biospeleological Station. The Busalla data were derived from the ARPAL website.
L'umidità relativa dell'aria è sempre molto alta e si stabilizza in prossimità del 95% nel corridoio principale
(S
ALVIDIO et al., 1994). La presenza del geotritone di Strinati, Speleomantes strinatii, è stata segnalata per la
prima volte all'interno del sito nel 1972 quando venne descritta come “colonizzazione imponente nel periodo
estivo” (P
ASTORINO & PEDEMONTE, 1974). Pertanto, si può affermare con certezza che la popolazione risiede
stabilmente all'interno della Stazione Biospeleologica da almeno 40 anni. Il ciclo di attività della popolazione è
chiaramente stagionale con un massimo nel mese di luglio e un minimo in febbraio (S
ALVIDIO et al., 1994;
O
NETO et al., 2003). Durante l'estate, la struttura demografica della popolazione può essere scomposta in classi
dimensionali ben separate, sulla base degli istogrammi di taglia (S
ALVIDIO & PASTORINO, 2002); si riconoscono
tre classi di immaturi: i nati nell'anno in corso, quelli nel secondo anno di vita, un gruppo intermedio (subadulti)
che sono nel terzo anno di vita e gli individui maturi sessualmente (Fig. 3). La maturità sessuale viene raggiunta
dai maschi nel quarto anno, mentre le femmine cominciano lo sviluppo delle uova a cinque anni di età. I maschi
riproduttivi si riconoscono in quanto presentano una ghiandola mentoniera ben evidente, mentre le femmine,
sprovviste di ghiandola sono riconoscibili dai subadulti per le dimensioni muso-cloaca > 57 mm (S
ALVIDIO,
1993; S
ALVIDIO & PASTORINO, 2002).
Metodi
Lo studio della popolazione di geotritone è iniziato nel 1990, viene condotto annualmente sempre nel mese di
luglio fino al 2013 ed è ancora in corso. Le variazioni nel tempo della popolazione di geotritone sono state
stimate con due metodologie diverse. Nel primo caso, gli individui di geotritone attivi sulle pareti sono stati
contati durante un periodo di ricerca di due ore con l'aiuto di torce elettrice. Con questo metodo è stato ottenuto
un semplice indice relativo di abbondanza o di attività, in quanto non si tiene conto degli individui non catturati
perché inattivi o nascosti nelle fessure delle pareti. Pertanto, a partire dal 1996, è stata stimata l'abbondanza
assoluta della popolazione con il metodo delle rimozioni temporanee (W
HITE et al., 1982; WILLIAMS et al.,
2001). Questo metodo prevede la cattura e rimozione di tutti gli individui attivi sulle pareti ogni due giorni, per
almeno tre successive occasioni. Gli animali catturati sono misurati e mantenuti in scatole di plastica areate
all'interno della Stazione fino al termine dello studio, quando vengono liberati nel loro ambiente. Il metodo delle
rimozioni temporanee assume che la popolazione sia demograficamente chiusa (assenza di mortalità, natalità,
immigrazione ed emigrazione durante il periodo di campionamento), che lo sforzo di cattura (numero di
operatori e tempo di ricerca) resti costante e che una percentuale significativa della popolazione sia catturata a
ogni occasione (W
HITE et al., 1982; WILLIAMS et al., 2001). Se gli assunti sono verificati, è possibile calcolare
la probabilità di cattura (da 0 a 1), che permette di stimare l'abbondanza assoluta della popolazione. La prima
cattura di ogni anno è stata realizzata in modo simile ai conteggi eseguiti nel periodo 1990-1995, rendendo così
possibile il confronto tra i due metodi.
Infine, la serie temporale della popolazione di geotritoni è stata analizzata tramite la funzione di
autocorrelazione (FAC). Questa metodo misura il grado di dipendenza tra una serie di dati e diversi intervalli di
CONGRESSO NAZIONALE DI SPELEOLOGIA “CONDIVIDERE I DATI PERTOSA-AULETTA (SA), 30/05-02/06/2015
S
ESSIONE SCIENZA C3
tempo (BROCKWELL & DAVIES, 2002). Questa funzione è molto utile nello studio della dinamica delle
popolazioni (R
OYAMA, 1992), in quanto un’autocorrelazione positiva indica che a un valore elevato ne seguirà
un altro simile e viceversa. La FAC permette di capire se all'interno della serie di dati esiste una componente
oscillatoria periodica (ciclica) che caratterizza la dinamica di alcune popolazioni come quella famosa delle linci
canadesi (R
OYAMA, 1992).
Risultati
L'andamento temporale dell'abbondanza relativa e assoluta della popolazione di geotritone monitorata nella
Stazione Biospeleologica, dal 1990 al 2013, è illustrato in figura 2. Le due serie evidenziano un andamento
molto simile, anche se esistono localmente differenze minori.
Figura 2. Abbondanza relativa (cerchi
neri) e assoluta (cerchi bianchi) della
popolazione di geotritone.
Figure 2. Relative (black dots) and
absolute (white dots) abundance of the
cave salamander population.
Per quanto riguarda il periodo 1996-2013, in cui tutti i geotritoni catturati sono stati misurati, è possibile
analizzare la percentuale di giovani (reclutamento) che ogni anno incrementa la popolazione. La percentuale
media dei neonati risulta essere del 24% sull'intera popolazione (range 10-50%, Fig. 3). Tali valori indicano che
non solo il tasso riproduttivo della popolazione sia relativamente elevato, ma che il sito di studio risulta
particolarmente idoneo, come già evidenziato in passato (S
ALVIDIO & PASTORINO, 2002). Ad una prima analisi
statistica, la percentuale di giovani sul totale della popolazione, sembra risultare relativamente costante nel
tempo (Test non-parametrico di Friedman per misure ripetute S = 20,20, g.l. = 17, P = 0,264).
Figura 3. Percentuale di giovani nel
primo anno di vita della popolazione
di geotritone Speleomantes strinatii
nella Stazione Biospeleologica di
Besolagno (GE). La linea tratteggiata
indica il valore medio.
Figura 3. Percentage of young cave
salamanders in the first year of life
(population of Speleomantes strinatii
in the Biospeleological Station).
Dashed line indicates the average
value.
L'analisi della serie dei dati più completa (1990-2013) tramite FAC mostra un andamento oscillatorio dei valori
di autocorrelazione, che non è significativo nei massimi della funzione, mentre è statisticamente significativo
per i valori minimi, in particolare intorno a 8-9 anni (Fig. 4). Questi risultati suggeriscono che la dinamica della
CONGRESSO NAZIONALE DI SPELEOLOGIA “CONDIVIDERE I DATI PERTOSA-AULETTA (SA), 30/05-02/06/2015
S
ESSIONE SCIENZA C3
popolazione sembra possedere una componente ciclica intrinseca.
Discussione e Conclusione
La presenza di un’abbondante popolazione di geotritone nella Stazione Biospeleologica di Savignone
rappresenta un'importante opportunità di monitoraggio biologico in ambiente ipogeo. Gli studi a lungo termine,
infatti, hanno grande interesse scientifico perché possono permettere di evidenziare processi ecologici a
sviluppo molto lento, a elevata variabilità temporale e anche di studiare e analizzare eventi rari o addirittura
eccezionali, che non sono rilevabili da studi molto intensi ma di breve durata (L
IKENS, 1989).
Iniziato nel 1990 con una semplice tesi di laurea, il monitoraggio della popolazione di geotritoni è diventato nel
tempo un vero e proprio esperimento osservazionale di lunga durata sulla dinamica e variabilità della struttura
demografica di una popolazione animale in ambiente sotterraneo. L'utilizzo di un indice di abbondanza assoluta
ha permesso di validare il semplice indice relativo utilizzato nei primi anni e permette di analizzare una serie
completa di dati raccolti sin dal 1990.
Figura 4. Funzione di autocorrelazione della serie temporale del geotritone Speleomantes strinatii nella Stazione
Biospeleologica di Besolagno (GE). Le linee tratteggiate indicano il valore dell'intervallo di confidenza al 95%.
Figure 4. Self-correlation function of the time series of Speleomantes strinatii. Dashed lines indicate the 95% confidence
interval.
Dopo 24 anni consecutivi di monitoraggio si è osservato in primo luogo che la popolazione di geotritoni si è ben
adattata all'ambiente ipogeo artificiale. Le femmine vi depongono le uova (S
ALVIDIO et al., 1994; ONETO et al.,
2010, 2014) e tutte le classi di taglia vi sono ben rappresentate, in particolare i piccoli nati nell'anno, che
rappresentano un’elevata percentuale dell'intera popolazione.
Inoltre, la popolazione fluttua nel tempo però senza discostarsi troppo da un valore medio che deve essere
considerato come quello di equilibrio. E' interessante notare che le variazioni numeriche, benché relativamente
contenute, seguono un andamento periodico o semi-periodico ben evidenziato dalla funzione di
autocorrelazione. Tale andamento oscillatorio, leggermente asimmetrico, viene definito come “debole evidenza
di ciclicità statistica” (T
URCHIN, 2003, pag. 181). Le fluttuazioni cicliche sono caratteristiche di alcune
popolazioni che, a causa di interazioni con fattori ambientali, prede o predatori fluttuano periodicamente nel
tempo come ad esempio la lince e la lepre canadesi, alcuni roditori in Scandinavia e molti insetti forestali
defoliatori nell'emisfero settentrionale (R
OYAMA, 1992; TURCHIN, 2003).
In conclusione, possiamo notare che il caso del geotritone nella Stazione Biospeleologica di S. Bartolomeo
costituisce, a nostra conoscenza, l'unico caso di variabilità ciclica seppur debole, in una popolazione di un
organismo che vive in ambiente ipogeo, dove gli ecosistemi sono di solito ritenuti poco variabili almeno dal
punto di vista delle comunità animali che vi abitano (D
I RUSSO et al., 1997).
CONGRESSO NAZIONALE DI SPELEOLOGIA “CONDIVIDERE I DATI PERTOSA-AULETTA (SA), 30/05-02/06/2015
S
ESSIONE SCIENZA C3
Ringraziamenti
Le ricerche sull'ecologia dei geotritoni sono autorizzate dal Ministero dell'Ambiente e della Protezione del
Territorio e del Mare (DPN- 0042466 per il 2013-2015). S ringrazia l'Amministrazione Provinciale di Genova
per aver messo in sicurezza l'ingresso della Stazione.
Bibliografia
BOLOGNA M.A., 1982. Anfibi cavernicoli con particolare riguardo alle specie italiane. Lavori Soc. It. Biogeogr., 7, 451-
463.
B
OX G.E.P., Jenkins G.M., Reinsel G.C., 1994. Time series analysis – Forecasting and control. Prentice Hall, New York.
B
ROCKWELL P.J., DAVIES R., 2002. Introduction to time series analysis and forecasting. Springer, New York.
D
I RUSSO C., CARCHINI G., RAMPINI M., LUCARELLI M., SBORDONI V., 1997. Long-term stability of a terrestral cave
community. Int. J. Speleol., 26, 75-88.
D
URAND J.P., 1967. Sur la reproduction ovipare d'Hydromantes italicus strinatii Aellen (Urodele, Plethodontidae). C.R.
Academie des Sciences, Paris, 264, 854-856.
L
ANZA B., 2007. Speleomantes striantii (Aellen, 2007). In: B. LANZA, F., ANDREONE, BOLOGNA M.A., C. CORTI & E.
RAZZETTI (Eds.), Fauna d'Italia – Amphibia. Edizioni Calderini, Bologna, pp. 152-156.
L
IKENS G.E., 1989. Long-term studies in Ecology. Springer-Verlag, New York..
L
UNGHI E., MANENTI R., FICETOLA G.F., 2012. Do cave features affect underground habitat exploitation by non-troglobite
species? Acta Oecologica, 55, 29-35.
M
ANENTI R. 2014 . Dry stone-walls favour biodiversity: a case-study from the Appennines. Biodivesrity and Conservation, 23,
1879-1893.
O
NETO F, SALVIDIO S., PASTORINO M.V., 2003. Studio preliminare sul ciclo annuale di Speleomantes strinatii e delle sue prede
in una cavità artificiale della Liguria. Atti XIX Congresso Nazionale di Speleologia, Bologna, 27-31 Agosto 2003, 177-
182.
O
NETO F., OTTONELLO D., PASTORINO M.V., SALVIDIO S., 2010. Post-hatching parental care in salamanders revealed by
infrared video surveillance. Journal of Herpetology, 44 (4), 649-653.
O
NETO F., OTTONELLO D., PASTORINO M.V., SALVIDIO S., 2014. Maternal care and defence of young by the plethodontid
salamander Speleomantes strinatii (Aellen, 1951). Scripta Herpetologica. Studies on Amphibians and Reptiles in honour
of Benedetto Lanza. Monografie Societas Herpetologica Italica III, pp. 129-136.
P
ASTORINO M.V., PEDEMONTE S., 1974. Nuove stazioni di raccolta del geotritone nell'oltregiogo genovese. Atti XI Congresso
Nazionale di Speleologia, Genova 1972, pp: 81-82.
R
OYAMA T., 1992. Analytical population dynamics. Chapman & Hall, London.
T
URCHIN P., 2003. Complex population dynamics A theoretical/empirical synthesis. Princeton University Press, Princeton.
S
ALVIDIO S., 1993. Life history of the european plethodontid salamander Speleomantes ambrosii. Herpetological Journal,
London, 3, 55-59.
S
ALVIDIO S., LATTES A., TAVANO M., MELODIA F., 1994. Ecology of a Speleomantes ambrosii population inhabiting an
artificial tunnel. Amphibia-Reptilia, 15, 35-45.
S
ALVIDIO S., PASTORINO M.V., 2002. Spatial segregation in the European plethodontid salamander Speleomantes strinatii
in relation to age and sex. Amphibia-Reptilia, Leiden, 23(4), 505-510.
S
KET, B. 2008. Can we agree on an ecological classification of subterranean animals? J. Nat. Hist., 21-22, 1549-1563.
S
INDACO R., DORIA G., RAZZETTI E., BERNINI F., 2006. Atlante degli Anfibi e Rettili d’ItaliaAtlas of Amphibians and Reptiles
in Italy, SHI, Edizioni Polistampa Firenze.
W
HITE G.C., ANDERSON D.R., BURNHAM K.P., OTIS D.L., 1982. Capture-recapture removal methods for sampling closed
populations. Los Alamos National Laboratory 8787 NERP, Los Alamos, New Mexico.
W
ILLIAMS B.K., CONROY M.J., NICHOLS J.D., 2001. Analysis and Management of Animal Populations. Academic Press. San
Diego.
... The site was excavated in a geological substratum composed by thin layers of siltstone and claystone, attributed to a late Cretaceous period known as Campanian [22]. This cave was excavated to be used as an air-raid shelter during World War II (i.e., in the period 1941-1943) and originally had two large entrances [20,23], but one of them collapsed soon after the shelter construction. Since 1987, the only cave entrance left was closed by an iron gate and the tunnel's walls were equipped with a permanent grid with a 1 × 1 m mesh, to allow studying the salamander population that lives in the cave [24]. ...
... In this particular case, air temperatures measured over 12 consecutive months in different parts of the study cave showed a similar, but much more buffered pattern of variation, in comparison to those recorded outside at the nearest meteorological station (Figure 1). In fact, the coefficient of variation (CV) of the air temperature at the cave entrance was already halved (CV = 0.29) and more than fourfold lower at 16 m deep inside (CV = 0.15), when compared with the corresponding temperature variation (CV = 0.67) measured at the surface [23] (Table 1). In this study, three environmental parameters characterizing the different parts of the cave were quantified. ...
... Busalla refers to the meteo-station of Busalla (Province of Genova).Table 1. Number of temperature records, minimum, maximum, mean, standard deviation and coefficient of variation of the annual temperatures recorded outside and inside the study site of the "Biospeleological Station of San Bartolomeo", from October 2002 to October 2003. Table modified from reference[23]. ...
Article
Full-text available
Subterranean habitats are characterized by buffered climatic conditions in comparison to contiguous surface environments and, in general, subterranean biological communities are considered to be relatively constant. However, although several studies have described the seasonal variation of subterranean communities, few analyzed their variability over successive years. The present research was conducted inside an artificial cave during seven successive summers, from 2013 to 2019. The parietal faunal community was sampled at regular intervals from outside to 21 m deep inside the cave. The community top predator is the cave salamander Speleomantes strinatii, while invertebrates, mainly adult flies, make up the rest of the faunal assemblage. Our findings indicate that the taxonomic composition and the spatial distribution of this community remained relatively constant over the seven-year study period, supporting previous findings. However, different environmental factors were shaping the distribution of predators and prey along the cave. Invertebrates were mainly affected by the illuminance, while salamanders were influenced by both illuminance and distance from the cave's entrance. The inter-annual spatial distribution of the salamander population was highly repeatable and age specific, confirming a gradual shift towards the deeper parts of the cave with an increasing age. In general, the spatial distribution along the cave of this prey-predator system remained relatively constant during the seven-year study, suggesting that strong selective constraints were in action, even in this relatively recent subterranean ecosystem.
Article
Full-text available
A Speleomantes ambrosii population living in an artificial tunnel in NW Italy was studied for two consecutive years. Activity on the walls varied cyclically in relation to seasonal temperatures and food abundance. The main food item was the trogloxenic dipteran Limonia nubeculosa, which accounted for more than 80% of the total ingested prey by volume. Juvenile cave salamanders had a broader trophic nich than adults. Oviposition and juvenile recruitment appeared to be seasonal. The spatial distribution inside the tunnel was related to microhabitat heterogeneity and particularly to the distance from the entrance. Juveniles were observed outside or close to the entrance more often than adults. Movement of adult salamanders were generally low and averaged 7 cm/day; some repeatedly recaptured individuals had a mean home range of 6 m2.
Article
Full-text available
Posthatching parental care is known in amphibians for frogs and caecilians but, thus far, has never been reported for salamanders. Here, we describe the parental behavior of a female Northwest Italian Cave Salamander, Speleomantes strinatii, from egg deposition to nest site abandonment. The female was kept in seminatural conditions and filmed in complete darkness by an infrared video camera. In November 2007, the female laid nine eggs in a small depression of the terrarium floor, displaced the clutch with hind limbs, and showed antipredator behaviors toward a conspecific female and an intruding Roof Rat (Rattus rattus). During egg brooding, the female remained in contact with the clutch for about 98% of the time. In September 2008, two young hatched and shared the nesting site for six weeks with the female, which attended the nesting site for 87% of the time. Hatchlings repeatedly climbed over the female's body, lying on her for hours. The female walked out of the nesting site with a young on its back twice. These prolonged skin contacts between parent and offspring should be considered as the first certain case of young attendance in salamanders. This behavior may be related to increased survival of hatchlings during their first weeks of life, when young are particularly vulnerable to predation, skin infection, and dehydration.
Article
Full-text available
We report data on the spatial structure and seasonal variation of the community of Valmarino cave, a medium sized sandstone cave, located a few kilometres from the coast line, in Central Italy. Due to both its habitat features and its relatively recent geological history, Valmarino cave is only inhabited by terrestrial, troglophilic elements, i.e facultative cave dwellers. By means of monthly censuses and density plot estimates we have investigated species abundance, diversity and their spatial organization, by considering separately samples from different cave sectors. Homogeneous sampling design allowed to compare series of samplings performed in 1974 and 1994. On the whole 21 arthropods and one snail species constitute the cave community. Ordination plots resulting from correspondence analyses of monthly samples outline a distinct spatial and temporal structure. Two main sub-communities can be identified: a inner subcommunity, mainly represented by eu-troglophilic species, showing a remarkable stability throughout the year and an outer sub-community, mainly represented by sub-troglophilic species, showing strong seasonal variation. Both spatial and temporal vectors show similar importance in shaping the community structure. An interesting result of this study is the long term stability of both spatial and seasonal components of the community structure which remained almost identical after 20 years, as shown by the comparison of ordination plots obtained from 1974 and 1994 sampling series. Therefore this study provides empirical evidence of a frequently hypothesised, albeit never demonstrated feature of the cave ecosystem.
Article
Many biospeleological studies focus on organisms that are exclusive inhabitants of the subterranean realm, but organisms that are not obligate cave-dwellers are frequent in caves, and may account for a substantial portion of biomass. Moreover, several taxa that are usually epigeous are regularly found inside caves, but for most of them it is unknown whether they accidentally enter them, or whether they actively select caves for specific environmental features. In this study we analysed the community of non-strict cave-dwelling organisms (amphibians, gastropods, spiders and orthopterans) in 33 caves from Central Italy, to assess how environmental factors determine community structure. Cave features strongly affected the distribution of the taxa considered. The combined effect of cave morphology and microclimate explained nearly 50% of the variation of community structure. Most of community variation occurred along a gradient from deep, dark and humid caves, to dry caves with wider entrances and extended photic areas. Most of species were associated with humid, deep and dark caves. Most of the non-troglobiont amphibians and invertebrates did not occur randomly in caves, but were associated to caves with specific environmental features. Analysing relationships between cave-dwelling species and environmental variables can allow a more ecological and objective classification of cave-dwelling organisms. Ó 2013 Elsevier Masson SAS. All rights reserved.
Anfibi cavernicoli con particolare riguardo alle specie italiane
BOLOGNA M.A., 1982. Anfibi cavernicoli con particolare riguardo alle specie italiane. Lavori Soc. It. Biogeogr., 7, 451463.