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Biologia riproduttiva del Falco cuculo (Falco vespertinus) in provincia di Venezia

Authors:
  • associazione faunisti veneti

Abstract

Key Words: Red footed falcon Falco vespertinus*Breeding biology* Cooperative breeding*Veneto*NE Italy Il falco cuculo Falco vespertinus è una specie monotipica a distribuzione eurosibirica. La popolazione europea è stimata in 18.000-44.000 cp maggiormente distribuite in Russia (40.000 cp) ed in Ungheria (2200 cp) (Cramp e Simmons 1980). In Italia è migratore regolare, più comune durante il passo primaverile e nidificante. La colonizzazione ha avuto luogo dal 1995 con la prima nidificazione accertata in provincia di Parma. Attualmente è comune come nidificante in Emilia-Romagna, in particolare nella provincia di Ferrara con 70 cp nidificanti nel 2000 (Brichetti e Fracasso 2003). Il suo stato di conservazione è ritenuto vulnerabile in Italia (Peronace et al. 2012) e nel Paleartico Occidentale, in quanto ha manifestato un ampio declino in seguito alla trasformazione dell'habitat, l'uso di pesticidi in agricoltura, la persecuzione venatoria dei corvidi (BirdLife International 2004). La Bonifica di Loncon, assieme alla Bonifica delle Sette Sorelle, costituisce un'ampia zona agricola ricadente nei comuni di San Stino di Livenza e Concordia Sagittaria, siti nella parte orientale della provincia di Venezia. Soggetta all'ultimo dei grandi processi di bonifica negli anni 1940-50, attualmente supporta colture agricole di tipo intensivo-estensivo di natura cerealicola e vitivinicola, con alberature scarse ed alcuni pioppeti artificiali. La riproduzione del falco cuculo è stata accertata nell'area di indagine durante la stagione riproduttiva del 2003 (Sgorlon e Panzarin 2003), l'area è stata in seguito controllata ogni anno durante la migrazione primaverile allo scopo di individuare i gruppi in sosta trofica e dalla seconda decade di giugno, per ricercare eventuali coppie riproduttive, dopo il passo dei migratori. Una volta individuato il sito riproduttivo, il controllo al nido è stato effettuato fino all'involo dei giovani con l'uso di binocoli e cannocchiali e, quando possibile, è stato verificato l'abbandono del territorio da parte del gruppo familiare. Sono stati ottenuti dati sui tempi della riproduzione, sull'attività al nido oltre che sull'apporto trofico dei pulli. A partire dal 2003 l'area di studio è stata interessata dalla riproduzione del falco cuculo (n min:1-2 cp), che ha utilizzato esclusivamente strutture arboree quali il platano Platanus hybrida, il pioppo cipressino Populus nigra var.Italica, il pioppo bianco Populus alba e l'acacia Robinia pseudoacacia. Sono stati occupati i nidi abbandonati di cornacchia grigia Corvus cornix, ed un singolo nido di gazza Pica pica, costruiti su alberi isolati oltre che su un filare di platani delimitante una strada provinciale ad alto flusso veicolare. Tale filare, occupato a partire dal 2007, risulta interessante per la specie in quanto presenta un'alta densità di nidi di corvide (48 nidi in un tratto lineare di 6 km) garantendo una buona scelta di siti riproduttivi per il rapace. La data media di arrivo in Bonifica di Loncon è il 10 maggio mentre l'abbandono dei gruppi familiari avviene attorno alla terza decade di luglio con ritardi fino alla prima decade di settembre. Dal 2003 al 2012 è stata accertata la riproduzione di 13 cp, distribuite nel territorio con una densità pari a 0,18 cp/kmq. Le coppie hanno allevato ed involato 20 pulli, con un successo riproduttivo pari a 2,2 pulli/nido. La data media di deposizione, considerando un periodo d'incubazione di 22-23 giorni (Cramp e Simmons 1980), ricade l '11 giugno (n:9, min 24 maggio –max 20 giugno) mentre l'involo dei giovani dal nido interessa in media l'ultima decade di luglio. In Tab 1 viene riportato l'andamento numerico delle coppie nel periodo in esame. 1 Negli anni in cui sono state accertate almeno 2 coppie nidificanti (2007,2008,2010), è stato possibile calcolare la NND, risultata pari a 3 km/cp con una media totale di 3,7 km/cp (n:8 cp). Le cure parentali sono state svolte da entrambi gli adulti, con i compiti legati alla caccia ed alla difesa del territorio per opera del maschio, che ha partecipato in modo attivo anche alla cova, sebbene tale attività sia una prerogativa della femmina. L'alimentazione dei pulli è stata garantita dagli adulti tramite l'apporto di Microtidi e Murini con l'aggiunta di insetti quali Ortotteri, Lepidotteri ed Odonati. E' stata verificata la partecipazione di soggetti estranei alla coppia, intervenuti in particolare nell'imbeccata ai pulli. Nel dettaglio sono stati osservati una femmina adulta ed un immaturo nel 2003, una femmina adulta nel 2005 ed una femmina immatura nel 2008. La popolazione nidificante in provincia di Venezia rispetta i normali tempi riproduttivi noti in bibliografia (Cramp e Simmons 1980, Glutz Von Blotzheim et al.1971). Le coppie nidificanti in provincia di Venezia, pur avendo una distribuzione di tipo puntiforme ed una densità relativamente bassa, presentano un buon successo riproduttivo pari ai territori dove le popolazioni si distribuiscono in modo coloniale, come del resto rilevato da Haraszthy e Bagyura (1993). Tale dato è paragonabile alle principali indagini relative alle popolazioni orientali oltre che al principale nucleo riproduttivo italiano (Tab 2) (Ferrari e Gustin 2009, Haraszthy e Bagyura, 1993). L'apporto degli insetti durante l'allevamento dei pulli è noto in letteratura (Glutz Von Blotzheim et al.1971, Purger 1998), in particolare, durante le nostre indagini, è stato appurato il prelievo di Odonati (generi Zygoptera e Anisoptera) oltre che della Mantis religiosa. Inedito per la specie sembra essere la presenza di individui estranei alla coppia che aiutano nelle attività al nido, secondo il fenomeno del cooperative breeding (Kimball et al 2003). La presenza di individui aiutanti al nido (helpers) non viene citato da Cramp e Simmons (1980) per il falco cuculo, appare comunque comune nei rapaci diurni (Newton 1979) presente, inoltre, in altre specie del genere Falco quali il lodolaio Falco subbuteo, il pellegrino Falco peregrinus e lo smeriglio Falco columbarius (Zuberogoitia e Martinez 2003, Kurosawa e Kurosawa 2003, Kimball et al 2003). Attualmente le coppie nidificanti nell'area di indagine appaiono stabili con tendenza all'incremento (1 coppia nidificante certa e due possibili nel 2012). Dimostrano una risposta tendenzialmente negativa nei confronti delle attività umane sia di tipo agricolo che legate alla situazione antropica dato che nel 2008 si è verificato l'abbandono di un nido a seguito di una ristrutturazione edilizia. Da considerare inoltre, il rischio di decesso degli adulti da impatto verso il traffico veicolare, in particolare nelle coppie che utilizzano i nidi lungo il filare delimitante la strada provinciale. E' stato confermato che tale evento può causare l'abbandono del nido e la conseguente riduzione del successo riproduttivo (Purger, 1997). Ringraziamenti: si ringrazia Angelo Nardo ed Adriano De Faveri per la condivisione dei dati e la collaborazione sul campo.Giuseppe Bogliani e Francesco Mezzavilla per la ricerca bibliografica. Alice Bassetto per la traduzione in lingua inglese.
Biologia riproduttiva del Falco cuculo (Falco vespertinus) in provincia di Venezia
GIACOMO SGORLON*, LUCIO PANZARIN*
* Associazione Faunisti Veneti, c/o Museo Civico di Storia Naturale di Venezia, S. Croce 1730,
30135 Venezia, giacomo.sgorlon@email.it
Key Words: Red footed falcon Falco vespertinus*Breeding biology* Cooperative
breeding*Veneto*NE Italy
Il falco cuculo Falco vespertinus è una specie monotipica a distribuzione eurosibirica. La
popolazione europea è stimata in 18.000-44.000 cp maggiormente distribuite in Russia (40.000 cp)
ed in Ungheria (2200 cp) (Cramp e Simmons 1980). In Italia è migratore regolare, più comune
durante il passo primaverile e nidificante. La colonizzazione ha avuto luogo dal 1995 con la prima
nidificazione accertata in provincia di Parma. Attualmente è comune come nidificante in Emilia-
Romagna, in particolare nella provincia di Ferrara con 70 cp nidificanti nel 2000 (Brichetti e
Fracasso 2003).
Il suo stato di conservazione è ritenuto vulnerabile in Italia (Peronace et al. 2012) e nel Paleartico
Occidentale, in quanto ha manifestato un ampio declino in seguito alla trasformazione dell’habitat,
l’uso di pesticidi in agricoltura, la persecuzione venatoria dei corvidi (BirdLife International 2004).
La Bonifica di Loncon, assieme alla Bonifica delle Sette Sorelle, costituisce un’ampia zona agricola
ricadente nei comuni di San Stino di Livenza e Concordia Sagittaria, siti nella parte orientale della
provincia di Venezia. Soggetta all’ultimo dei grandi processi di bonifica negli anni 1940-50,
attualmente supporta colture agricole di tipo intensivo-estensivo di natura cerealicola e vitivinicola,
con alberature scarse ed alcuni pioppeti artificiali.
La riproduzione del falco cuculo è stata accertata nell’area di indagine durante la stagione
riproduttiva del 2003 (Sgorlon e Panzarin 2003), l’area è stata in seguito controllata ogni anno
durante la migrazione primaverile allo scopo di individuare i gruppi in sosta trofica e dalla seconda
decade di giugno, per ricercare eventuali coppie riproduttive, dopo il passo dei migratori. Una volta
individuato il sito riproduttivo, il controllo al nido è stato effettuato fino all’involo dei giovani con
l’uso di binocoli e cannocchiali e, quando possibile, è stato verificato l’abbandono del territorio da
parte del gruppo familiare. Sono stati ottenuti dati sui tempi della riproduzione, sull’attività al nido
oltre che sull’apporto trofico dei pulli.
A partire dal 2003 l’area di studio è stata interessata dalla riproduzione del falco cuculo (n min:1-2
cp), che ha utilizzato esclusivamente strutture arboree quali il platano Platanus hybrida, il pioppo
cipressino Populus nigra var.Italica, il pioppo bianco Populus alba e l’acacia Robinia
pseudoacacia. Sono stati occupati i nidi abbandonati di cornacchia grigia Corvus cornix, ed un
singolo nido di gazza Pica pica, costruiti su alberi isolati oltre che su un filare di platani delimitante
una strada provinciale ad alto flusso veicolare. Tale filare, occupato a partire dal 2007, risulta
interessante per la specie in quanto presenta un’alta densità di nidi di corvide (48 nidi in un tratto
lineare di 6 km) garantendo una buona scelta di siti riproduttivi per il rapace.
La data media di arrivo in Bonifica di Loncon è il 10 maggio mentre l’abbandono dei gruppi
familiari avviene attorno alla terza decade di luglio con ritardi fino alla prima decade di settembre.
Dal 2003 al 2012 è stata accertata la riproduzione di 13 cp, distribuite nel territorio con una densità
pari a 0,18 cp/kmq. Le coppie hanno allevato ed involato 20 pulli, con un successo riproduttivo pari
a 2,2 pulli/nido. La data media di deposizione, considerando un periodo d’incubazione di 22-23
giorni (Cramp e Simmons 1980), ricade l ‘11 giugno (n:9, min 24 maggio –max 20 giugno) mentre
l’involo dei giovani dal nido interessa in media l’ultima decade di luglio. In Tab 1 viene riportato
l’andamento numerico delle coppie nel periodo in esame.
1
Negli anni in cui sono state accertate almeno 2 coppie nidificanti (2007,2008,2010), è stato
possibile calcolare la NND, risultata pari a 3 km/cp con una media totale di 3,7 km/cp (n:8 cp).
Le cure parentali sono state svolte da entrambi gli adulti, con i compiti legati alla caccia ed alla
difesa del territorio per opera del maschio, che ha partecipato in modo attivo anche alla cova,
sebbene tale attività sia una prerogativa della femmina.
L’alimentazione dei pulli è stata garantita dagli adulti tramite l’apporto di Microtidi e Murini con
l’aggiunta di insetti quali Ortotteri, Lepidotteri ed Odonati. E’ stata verificata la partecipazione di
soggetti estranei alla coppia, intervenuti in particolare nell’imbeccata ai pulli. Nel dettaglio sono
stati osservati una femmina adulta ed un immaturo nel 2003, una femmina adulta nel 2005 ed una
femmina immatura nel 2008.
La popolazione nidificante in provincia di Venezia rispetta i normali tempi riproduttivi noti in
bibliografia (Cramp e Simmons 1980, Glutz Von Blotzheim et al.1971). Le coppie nidificanti in
provincia di Venezia, pur avendo una distribuzione di tipo puntiforme ed una densità relativamente
bassa, presentano un buon successo riproduttivo pari ai territori dove le popolazioni si
distribuiscono in modo coloniale, come del resto rilevato da Haraszthy e Bagyura (1993). Tale dato
è paragonabile alle principali indagini relative alle popolazioni orientali oltre che al principale
nucleo riproduttivo italiano (Tab 2) ( Ferrari e Gustin 2009, Haraszthy e Bagyura, 1993).
L’apporto degli insetti durante l’allevamento dei pulli è noto in letteratura (Glutz Von Blotzheim et
al.1971, Purger 1998), in particolare, durante le nostre indagini, è stato appurato il prelievo di
Odonati (generi Zygoptera e Anisoptera) oltre che della Mantis religiosa.
Inedito per la specie sembra essere la presenza di individui estranei alla coppia che aiutano nelle
attività al nido, secondo il fenomeno del cooperative breeding (Kimball et al 2003). La presenza di
individui aiutanti al nido (helpers) non viene citato da Cramp e Simmons (1980) per il falco cuculo,
appare comunque comune nei rapaci diurni (Newton 1979) presente, inoltre, in altre specie del
genere Falco quali il lodolaio Falco subbuteo, il pellegrino Falco peregrinus e lo smeriglio Falco
columbarius (Zuberogoitia e Martinez 2003, Kurosawa e Kurosawa 2003, Kimball et al 2003).
Attualmente le coppie nidificanti nell’area di indagine appaiono stabili con tendenza all’incremento
(1 coppia nidificante certa e due possibili nel 2012). Dimostrano una risposta tendenzialmente
negativa nei confronti delle attività umane sia di tipo agricolo che legate alla situazione antropica
dato che nel 2008 si è verificato l’abbandono di un nido a seguito di una ristrutturazione edilizia.
Da considerare inoltre, il rischio di decesso degli adulti da impatto verso il traffico veicolare, in
particolare nelle coppie che utilizzano i nidi lungo il filare delimitante la strada provinciale. E’ stato
confermato che tale evento può causare l’abbandono del nido e la conseguente riduzione del
successo riproduttivo (Purger, 1997).
Ringraziamenti: si ringrazia Angelo Nardo ed Adriano De Faveri per la condivisione dei dati e la
collaborazione sul campo.Giuseppe Bogliani e Francesco Mezzavilla per la ricerca bibliografica.
Alice Bassetto per la traduzione in lingua inglese.
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SummaryReproductive biology of the Red-footed Falcon (Falco vespertinus) in the
province of Venice.The Red Footed Falcon Falco vespertinus nests in Veneto, only in the
countryside of Loncon. The first data for the reproductive area has been confirmed since 2003.
Then the couples were followed in the years between 2003 and 2012. The breeding of 13 pairs was
checked, representing an average of 1.3 cp / year, distributed in the studied area with a density equal
to 0,18 cp / sq. km. Among the nesting, 9 pairs have bred and fledged 20 chicks with reproductive
success of 2.2 chicks / nest. The observation of the reproductive allowed to verify an active parental
care by both sexes. Subjects were observed helpers at the nest (females and immature individuals)
attributable to the phenomenon of cooperative breeding (helpers), who worked in food at the chicks
with the help of small mammals (mice) and Odonata, Lepidoptera and Carabidae The conservation
of this small breeding population is linked to factors related to human activity such as the
management of agricultural land, hunting corvids and excessive human disturbance.
Bibliografia
Birdlife International 2004. Birds in Europe: population estimates, trends and conservation status.
Cambridge, UK: BirdLife International. (BirdLife Conservation Series No.12)
Brichetti P., Fracasso G. 2003.Ornitologia italiana.Vol.1-Gaviidae-Falconidae. Alberto Perdisa
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3
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Zuberogitia I., Martinez J.A. 2003.Two cases of cooperative breeding in Eurasian Hobbies. J.Raptor
Res.37 (4):342-344
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Supplementary resource (1)

... In Italia è migratrice nidificante (estiva) di recente immigrazione. La prima nidificazione accertata è avvenuta in Emilia-Romagna, provincia di Parma, nel 1995 (Ravasini, 1995;Sponza et al., 2001;Sgorlon & Panzarin, 2012), ripetuta negli anni seguenti con espansione territoriale in provincia di Ferrara, Modena (Tinarelli, 1997), Piacenza (Ambrogio et al., 2001) e in Veneto, in provincia di Treviso (Nardo & Mezzavilla, 1997). Attualmente il nucleo in Pianura Padana rappresenta il limite più occidentale dell'areale di riproduzione delle specie (Calabrese et al., 2020) e, benché ridotto, è considerato stabile (Palatitz et al., 2009). ...
... La piccola popolazione isolata stabilita negli anni '90 in Italia è stabile. A partire da 2 coppie nel 1995 (Ravasini, 1995;Sponza et al., 2001;Sgorlon & Panzarin, 2012) fino a 50-70 coppie nel 2000 che si riproducono in provincia Parma in nidi artificiali (BirdLife International, 2004;Palatitz et al., 2009;Calabrese et al., 2020). Nonostante le ridotte dimensioni della popolazione, l'aumento continuo in Italia negli ultimi anni rende ipotizzabile che l'immigrazione di nuovi individui da fuori regione continui anche nel prossimo futuro; per questi motivi la specie è inserita nella categoria di minaccia "Vulnerable" (Rondinini et al., 2022), come avviene per la situazione europea (BirdLife International, 2021). ...
... Nonostante gli individui al secondo anno di calendario di età vengano considerati maturi, raramente si riproducono(Palatitz et al., 2009).Oltre il 90% della popolazione nazionale è concentrata in Emilia-Romagna (circa 50 coppie nella sola provincia di Parma nel 2013). L'installazione di cassette nido e la protezione delle piccole colonie riproduttive o delle singole coppie, attraverso il costante controllo dei siti di nidificazione, hanno contribuito all'incremento numerico e al consolidamento dell'area come sorgente dal quale si sono diffuse negli ultimi anni le poche coppie nidificanti nelle regioni limitrofe (Figura 16)(Sgorlon & Panzarin, 2012;Nardelli et al., 2015;Calabrese et al., 2020). ...
Thesis
Full-text available
Il cleptoparassitismo è una forma di competizione, intra o interspecifica, che si riferisce al furto di cibo da parte di un individuo (cleptoparassita) ai danni di un altro (vittima). Le specie che effettuano il cleptoparassitismo possono ottimizzare la loro strategia di alimentazione concentrandosi su vittime più arrendevoli o modificando il loro comportamento per consumare meno energie rispetto al foraggiamento indipendente. Al fine di comprendere le interazioni tra vittima e cleptoparassita sono necessari studi che identifichino i fattori che modulano il rischio di cleptoparassitismo. In questo studio è stato indagato il comportamento di furto di cibo tra due specie di falconiformi: il grillaio (Falco naumanni) e il falco cuculo (Falco vespertinus), due piccoli rapaci che hanno recentemente colonizzato gli stessi ambienti per la prima volta nel contesto agricolo della Pianura Padana centroorientale. Nonostante nei sistemi naturali o seminaturali non sia raro osservare specie cacciare nello stesso ambiente senza alcun tipo di interazioni, la stretta presenza dei due falconiformi nello stesso habitat, soprattutto durante il foraggiamento, ha permesso di osservare comportamenti aggressivi di cleptoparassitismo del falco cuculo nei confronti del grillaio, un comportamento mai descritto prima. Gli obiettivi di questo studio sono stati (1) quantificare il comportamento di cleptoparassitismo, (2) identificare i fattori ecologici determinanti la probabilità di attacco e (3) evidenziare quali caratteristiche individuali promuovono un furto. Nel corso di 3 stagioni riproduttive (2020, 2021 e 2022) sono stati osservati i gruppi misti di grillaio e falco cuculo in alimentazione. Durante la compresenza delle due specie, un attacco di cleptoparassitismo avviene nel 45.8% dei casi e risultano di successo nel 34.7% dei casi. La probabilità di furto sul grillaio risulta pari al 15.9%. L’analisi dei dati raccolti ha permesso di definire come gli attacchi di cleptoparassitismo sono più probabili quando l’efficienza di foraggiamento del grillaio, misurata come il tasso di cattura delle prede, è maggiore e all’inizio della stagione riproduttiva del grillaio. Durante l’intero periodo di studio, eventi di foraggiamento del grillaio conclusi nel furto della preda da parte del falco 10 cuculo sono associati a un numero di cleptoparassiti partecipanti all’attacco maggiore, foraggiamento individuale della vittima e dimensione medio-grande della preda catturata del grillaio. Questo lavoro di ricerca ha messo in luce che il cleptoparassitismo è un comportamento adottato con frequenza dal falco cuculo in questa recente area di simpatria. È necessario tenere in considerazione, nei progetti di conservazione, gli effetti delle interazioni tra specie, in quanto hanno importanza nel definire le dinamiche ecologiche ed evolutive delle comunità animali
... The Redfooted Falcon usually exploits rookeries and solitary corvid nests (i.e. Pica pica, Corvus cornix) for breeding (Palatitz et al. 2009, Chavko & Krištín 2017, and has become a regular migrant and a breeding resident in the Italian rural landscapes since 1995 (Brichetti & Fracasso 2003, Sgorlon et al. 2013. As of 2015, over 90% of the Italian population bred in the alfalfa crops in the Parma province of the Emilia-Romagna region (Nardelli et al. 2015), two of the largest breeding colonies of this species in Italy (Ferrarini & Gustin 2022). ...
Article
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Ectoparasite fauna of Falco vespertinus breeding colonies was investigated in a system of artificial nests in the Po valley (Parma province), Italy, during four subsequent breeding seasons (2019 – 2022). Conservation actions regarding Falco vespertinus led to a great increase in its presence in the area. This rise was believed to coincide with an increase in the prevalence of hematophagous ectoparasites breeding in the nests, with a potential negative impact on the attractiveness of the breeding site. Ectoparasites collected from the nestlings’ bodies almost entirely belonged to a single species, Diptera Carnus hemapterus, with a quite variable prevalence in different years. Maximum ectoparasite load was consistently linked to younger than two weeks old chicks. Carnus hemapterus may pose a threat to less resilient specimens of Falco vespertinus because it feeds on live tissues, increases metabolic expenditure, and can introduce blood parasites. Nonetheless, this species is part of the ecosystem shared with the falcon and might have a conservational value itself. We propose that higher occurrence of this ectoparasite might be linked to diet parameters, especially the availability of small mammals and the lingering of prey remnants in the nests, as well as to the age of the parasitized nestlings. These findings might have important implications for the conservation of this rare Falco species.
Article
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Accipitriformes and Falconiformes in an area of Eastern Veneto, Italy NE A breeding population of birds of prey has been monitored in an extended area of the plains of Eastern Veneto (Northeastern Italy) from 1993 on. The number of species has increased as well as the number of breeding couples. Currently six species of the Accipitridae and four species of the Falconidae are breeding in the study area. The Sparrowhawk Accipiter nisus, Buzzard Buteo buteo and Hobby Falco subbuteo populations have increased significantly and are proofed breeders of recent colonisation. The Montagu’s Harrier Circus pygargus and Red-footed Falcon Falco vespertinus are present in small numbers. The size of the occupied territories/couple and density of breeding couples are analyzed over the years.
Article
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The diet of Red-footed Falcon Falco vespertinus nestlings was studied continually from their hatching to fledging in four nests during 1991, near the village Melenci in the province of Voivodina, Yugoslavia. In four nests, nestlings were present for 26, 32, 26 and 27 days, respectively. Only 8 of the 13 nestlings lived to fledge, and the death of the remaining 5 coincided with cool, rainy days. Remains of an average of 2.72 prey items per day were found, from which 302 prey items were identified. These included 17 (6%) vertebrate items, while the remaining 285 (94%) were insects. Sixty percent of the insect food were orthopteran species (Orthoptera), 36% were beetles (Coleoptera), and 4% were dragonflies (Odonata). A significant difference was found between the proportion of vertebrate vs. insect prey in the four nests. The food composition of downy, pin feathered and fully feathered nestlings was different. Orthopterans and beatles dominated the diet. The role of dragonflies in the feeding of the nestlings grew as a function of nestling age, while vertebrates played a role in the feeding of nestlings only in the downy and pin feathered stages.
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La cría cooperativa, en que más de dos individuos viven en un grupo y crían progenie (generalmente en un solo nido), se observa en sólo el 3 % de las especies de aves. Con base en una revisión bibliográfica, encontramos reportes de grupos (tríos en su mayoría) en los nidos de 42 especies de rapaces diurnas. Al menos un ejemplo de cría cooperativa se encontró en el 29 % de los géneros y el 14 % de las especies, tanto en Accipitridae como en Falconidae. Dada la dificultad de obtener las observaciones etológicas necesarias para detectar cría cooperativa en la mayoría de las aves de presa, además del gran número de especies que no ha sido estudiado, pudiera ser que este fenómeno fuese más común de lo que sugiere nuestro estudio. Sin embargo, cuando se tuvo información sobre el sexo de las aves excedentes o sobre el parentesco entre los miembros del grupo, se detectaron una variedad de patrones. En 7 de las 13 especies, los grupos estuvieron conformados por machos adultos; 3 de esas especies también tuvieron grupos compuestos en su mayoría por progenie que postergó su dispersión. En 3 especies hubo una presencia modesta, pero regular, de varias hembras (las hembras depositaron sus huevos en el mismo nido). Las 3 especies restantes se caracterizaron por tener aves de un año o subadultos. En más de la mitad de las especies, los grupos no parecían estar compuestos por individuos emparentados, contrario a lo que se observa en muchas aves paserinas que crían cooperativamente donde los grupos se conforman principalmente de progenie que ha postergado su dispersión. Nuestra revisión sugiere que en muchas rapaces la evolución de la convivencia grupal puede ser independiente de la dispersión postergada, y que los factores más importantes que explican la evolución de este comportamiento dependen de los beneficios que ofrece la vida en grupo.
Article
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