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Biologia riproduttiva del Falco cuculo (Falco vespertinus) in provincia di Venezia
GIACOMO SGORLON*, LUCIO PANZARIN*
* Associazione Faunisti Veneti, c/o Museo Civico di Storia Naturale di Venezia, S. Croce 1730,
30135 Venezia, giacomo.sgorlon@email.it
Key Words: Red footed falcon Falco vespertinus*Breeding biology* Cooperative
breeding*Veneto*NE Italy
Il falco cuculo Falco vespertinus è una specie monotipica a distribuzione eurosibirica. La
popolazione europea è stimata in 18.000-44.000 cp maggiormente distribuite in Russia (40.000 cp)
ed in Ungheria (2200 cp) (Cramp e Simmons 1980). In Italia è migratore regolare, più comune
durante il passo primaverile e nidificante. La colonizzazione ha avuto luogo dal 1995 con la prima
nidificazione accertata in provincia di Parma. Attualmente è comune come nidificante in Emilia-
Romagna, in particolare nella provincia di Ferrara con 70 cp nidificanti nel 2000 (Brichetti e
Fracasso 2003).
Il suo stato di conservazione è ritenuto vulnerabile in Italia (Peronace et al. 2012) e nel Paleartico
Occidentale, in quanto ha manifestato un ampio declino in seguito alla trasformazione dell’habitat,
l’uso di pesticidi in agricoltura, la persecuzione venatoria dei corvidi (BirdLife International 2004).
La Bonifica di Loncon, assieme alla Bonifica delle Sette Sorelle, costituisce un’ampia zona agricola
ricadente nei comuni di San Stino di Livenza e Concordia Sagittaria, siti nella parte orientale della
provincia di Venezia. Soggetta all’ultimo dei grandi processi di bonifica negli anni 1940-50,
attualmente supporta colture agricole di tipo intensivo-estensivo di natura cerealicola e vitivinicola,
con alberature scarse ed alcuni pioppeti artificiali.
La riproduzione del falco cuculo è stata accertata nell’area di indagine durante la stagione
riproduttiva del 2003 (Sgorlon e Panzarin 2003), l’area è stata in seguito controllata ogni anno
durante la migrazione primaverile allo scopo di individuare i gruppi in sosta trofica e dalla seconda
decade di giugno, per ricercare eventuali coppie riproduttive, dopo il passo dei migratori. Una volta
individuato il sito riproduttivo, il controllo al nido è stato effettuato fino all’involo dei giovani con
l’uso di binocoli e cannocchiali e, quando possibile, è stato verificato l’abbandono del territorio da
parte del gruppo familiare. Sono stati ottenuti dati sui tempi della riproduzione, sull’attività al nido
oltre che sull’apporto trofico dei pulli.
A partire dal 2003 l’area di studio è stata interessata dalla riproduzione del falco cuculo (n min:1-2
cp), che ha utilizzato esclusivamente strutture arboree quali il platano Platanus hybrida, il pioppo
cipressino Populus nigra var.Italica, il pioppo bianco Populus alba e l’acacia Robinia
pseudoacacia. Sono stati occupati i nidi abbandonati di cornacchia grigia Corvus cornix, ed un
singolo nido di gazza Pica pica, costruiti su alberi isolati oltre che su un filare di platani delimitante
una strada provinciale ad alto flusso veicolare. Tale filare, occupato a partire dal 2007, risulta
interessante per la specie in quanto presenta un’alta densità di nidi di corvide (48 nidi in un tratto
lineare di 6 km) garantendo una buona scelta di siti riproduttivi per il rapace.
La data media di arrivo in Bonifica di Loncon è il 10 maggio mentre l’abbandono dei gruppi
familiari avviene attorno alla terza decade di luglio con ritardi fino alla prima decade di settembre.
Dal 2003 al 2012 è stata accertata la riproduzione di 13 cp, distribuite nel territorio con una densità
pari a 0,18 cp/kmq. Le coppie hanno allevato ed involato 20 pulli, con un successo riproduttivo pari
a 2,2 pulli/nido. La data media di deposizione, considerando un periodo d’incubazione di 22-23
giorni (Cramp e Simmons 1980), ricade l ‘11 giugno (n:9, min 24 maggio –max 20 giugno) mentre
l’involo dei giovani dal nido interessa in media l’ultima decade di luglio. In Tab 1 viene riportato
l’andamento numerico delle coppie nel periodo in esame.
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Negli anni in cui sono state accertate almeno 2 coppie nidificanti (2007,2008,2010), è stato
possibile calcolare la NND, risultata pari a 3 km/cp con una media totale di 3,7 km/cp (n:8 cp).
Le cure parentali sono state svolte da entrambi gli adulti, con i compiti legati alla caccia ed alla
difesa del territorio per opera del maschio, che ha partecipato in modo attivo anche alla cova,
sebbene tale attività sia una prerogativa della femmina.
L’alimentazione dei pulli è stata garantita dagli adulti tramite l’apporto di Microtidi e Murini con
l’aggiunta di insetti quali Ortotteri, Lepidotteri ed Odonati. E’ stata verificata la partecipazione di
soggetti estranei alla coppia, intervenuti in particolare nell’imbeccata ai pulli. Nel dettaglio sono
stati osservati una femmina adulta ed un immaturo nel 2003, una femmina adulta nel 2005 ed una
femmina immatura nel 2008.
La popolazione nidificante in provincia di Venezia rispetta i normali tempi riproduttivi noti in
bibliografia (Cramp e Simmons 1980, Glutz Von Blotzheim et al.1971). Le coppie nidificanti in
provincia di Venezia, pur avendo una distribuzione di tipo puntiforme ed una densità relativamente
bassa, presentano un buon successo riproduttivo pari ai territori dove le popolazioni si
distribuiscono in modo coloniale, come del resto rilevato da Haraszthy e Bagyura (1993). Tale dato
è paragonabile alle principali indagini relative alle popolazioni orientali oltre che al principale
nucleo riproduttivo italiano (Tab 2) ( Ferrari e Gustin 2009, Haraszthy e Bagyura, 1993).
L’apporto degli insetti durante l’allevamento dei pulli è noto in letteratura (Glutz Von Blotzheim et
al.1971, Purger 1998), in particolare, durante le nostre indagini, è stato appurato il prelievo di
Odonati (generi Zygoptera e Anisoptera) oltre che della Mantis religiosa.
Inedito per la specie sembra essere la presenza di individui estranei alla coppia che aiutano nelle
attività al nido, secondo il fenomeno del cooperative breeding (Kimball et al 2003). La presenza di
individui aiutanti al nido (helpers) non viene citato da Cramp e Simmons (1980) per il falco cuculo,
appare comunque comune nei rapaci diurni (Newton 1979) presente, inoltre, in altre specie del
genere Falco quali il lodolaio Falco subbuteo, il pellegrino Falco peregrinus e lo smeriglio Falco
columbarius (Zuberogoitia e Martinez 2003, Kurosawa e Kurosawa 2003, Kimball et al 2003).
Attualmente le coppie nidificanti nell’area di indagine appaiono stabili con tendenza all’incremento
(1 coppia nidificante certa e due possibili nel 2012). Dimostrano una risposta tendenzialmente
negativa nei confronti delle attività umane sia di tipo agricolo che legate alla situazione antropica
dato che nel 2008 si è verificato l’abbandono di un nido a seguito di una ristrutturazione edilizia.
Da considerare inoltre, il rischio di decesso degli adulti da impatto verso il traffico veicolare, in
particolare nelle coppie che utilizzano i nidi lungo il filare delimitante la strada provinciale. E’ stato
confermato che tale evento può causare l’abbandono del nido e la conseguente riduzione del
successo riproduttivo (Purger, 1997).
Ringraziamenti: si ringrazia Angelo Nardo ed Adriano De Faveri per la condivisione dei dati e la
collaborazione sul campo.Giuseppe Bogliani e Francesco Mezzavilla per la ricerca bibliografica.
Alice Bassetto per la traduzione in lingua inglese.
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Summary – Reproductive biology of the Red-footed Falcon (Falco vespertinus) in the
province of Venice.The Red Footed Falcon Falco vespertinus nests in Veneto, only in the
countryside of Loncon. The first data for the reproductive area has been confirmed since 2003.
Then the couples were followed in the years between 2003 and 2012. The breeding of 13 pairs was
checked, representing an average of 1.3 cp / year, distributed in the studied area with a density equal
to 0,18 cp / sq. km. Among the nesting, 9 pairs have bred and fledged 20 chicks with reproductive
success of 2.2 chicks / nest. The observation of the reproductive allowed to verify an active parental
care by both sexes. Subjects were observed helpers at the nest (females and immature individuals)
attributable to the phenomenon of cooperative breeding (helpers), who worked in food at the chicks
with the help of small mammals (mice) and Odonata, Lepidoptera and Carabidae The conservation
of this small breeding population is linked to factors related to human activity such as the
management of agricultural land, hunting corvids and excessive human disturbance.
Bibliografia
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