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Il Complesso monumentale
di Colle Ameno a Bologna
(Alessandra Alvisi)
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Il Complesso monumentale di Colle Ameno a Bologna
Il confronto tra ieri e oggi per la conoscenza dello stato di conservazione
del costruito storico. Il complesso monumentale di Colle Ameno fra incuria e
discutibilità degli interventi
La conoscenza dell’architettura storica nalizzata alla sua conservazione e trasmissione al fu-
turo presuppone un’approfondita analisi dello stato di fatto in cui il costruito si trova oggi. Nu-
merose problematiche e situazioni critiche individuabili sull’edicio, però, trovano dicilmente
giusticazione e comprensione se il progetto conoscitivo si limita a indagare solamente la veste
in cui il manufatto ci arriva dal passato. Una sintesi completa ed esaustiva sulle straticazioni, le
modiche, le alterazioni, le perdite che l’architettura può aver subito nel tempo, nonché sulle
problematiche di degrado strutturale e superciale che potrebbero aver interessato l’edicio in
passato o ancora oggi, deve estendere il campo di conoscenza lungo il tempo-vita del manufat-
to, cercando di ricostruirne le fasi salienti che lo hanno portato alla situazione in cui lo vediamo
oggi.
Un contributo utile a questo scopo è fornito dalla documentazione fotograca pregressa, sia
che si tratti di cartoline storiche e fotograe d’epoca, sia che la nostra risorsa si limiti a immagini
relative a pochi decenni prima. Nel giro di questo pur breve intervallo di tempo, l’architettura
può infatti aver subito notevoli modiche, specialmente se si è trovata in condizioni di inutilizzo
e abbandono.
Lo studio e la conoscenza del complesso monumentale di Colle Ameno1 a Sasso Marconi
(provincia di Bologna) hanno trovato nella fotograa un utile strumento per l’inquadramento
e la denizione delle problematiche di degrado. Il complesso architettonico composto da villa
padronale e adiacente borgo rurale, un tempo perno sul territorio della campagna bolognese,
si è trovato per decenni in condizioni di incuria e abbandono e, solo nel corso degli anni ’90
del Novecento, è stato oggetto di un intervento di restauro e rifunzionalizzazione, limitato però
solamente agli edici del borgo, tralasciando del tutto l’imponente corpo della villa senatoria.
1 Il complesso di Colle Ameno è stato oggetto di una tesi di Laurea in Architettura svolta presso l’Università degli Studi di Ferrara,
a.a. 2005/06 dal titolo Il complesso monumentale di Colle Ameno: dal restauro della villa padronale al progetto di un nuovo polo
culturale nella provincia di Bologna. Laureande: arch. Alessandra Alvisi, arch. Elena Gentilini; relatori: prof. arch. Nicola Santo-
puoli, prof. arch. Spiridione Alessandro Curuni. Sul rapporto villa-borgo si vedano anche: Alessandra Alvisi, Elena Gentilini,
Federica Maietti, Dal rudere alla reintegrazione dell’immagine attraverso il trattamento della lacuna, in “Kermes - La rivista del
restauro”, Nardini editore, anno XXI, n. 70, aprile-giugno 2008, pp. 55-65 e Nicola Santopuoli, Federica Maietti, A cosa servono
le indagini scientiche? Dalle indagini preliminari agli interventi di restauro lologico dei fronti esterni del borgo di Colle Ameno di
Sasso Marconi a Bologna in “Paesaggio Urbano”, n. 6, nov-dic 2005, pp. XIV-XVII.
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Il reperimento di fotograe acquisite alla ne degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta
del XX secolo (comunque prima della realizzazione degli interventi di restauro del borgo) si è
rivelato un interessante punto di partenza per riessioni sull’evoluzione del degrado e sulle mo-
diche subite dall’architettura del complesso. Al ne di rendere la documentazione fotograca
reperita davvero signicativa, sono state acquisite oggi fotograe che hanno previsto la stessa
inquadratura di quelle pregresse. In questo modo il confronto tra la situazione odierna e quella
precedente è, spesso, immediata: è possibile individuare parti andate perdute o piuttosto ag-
giunte, valutare l’apertura o la tamponatura di porte e nestre, il cambiamento delle cromie di -
nitura, il miglioramento o il peggioramento delle lesioni e l’evoluzione di altre forme di degrado.
1-2. Il borgo di Colle Ameno in due fotograe a
confronto relative alla situazione prima e dopo i lavori di
“restauro” che hanno gravemente alterato l’impaginato
architettonico e l’assetto cromatico dei fronti (Fotograa
1994; fotograa di F. Barone e M. Fontana, 2004).
3-4. Confronto relativo al borgo di Colle Ameno prima
e dopo l’intervento di “restauro”, ancora parzialmente
in corso d’opera: osservando il voltone di collegamento
fra villa Ghisilieri e il borgo vero e proprio, risulta
evidente la scelta cromatica di progetto che si distacca
completamente e discutibilmente dai colori che hanno
caratterizzato la storia del complesso architettonico;
l’edicio puntellato prima dell’intervento è stato demolito
per via delle gravi condizioni strutturali, probabilmente
ritenute non recuperabili (Fotograa S. Marchioni, 1990
circa; fotograa A. Alvisi ed E. Gentilini, 2005).
5. Il complesso monumentale di Colle Ameno è un raro
esempio di centro urbano e artigiano sviluppato attorno
alla villa signorile di campagna in un assetto tipico
dell’illuminismo bolognese (Fotograa IBC, 1981).
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6-7. L’aspetto della chiesa nei primi anni ‘90 del Novecento e
oggi, messe a confronto: la geometria della facciata principale
(fronte ovest) è rimasta inalterata, mentre dell’originale
bicromia di nitura non si vede più traccia, dato che le scelte
progettuali per la nitura si sono indirizzate verso un rosso
cupo, peraltro completamente avulso dalle fasi storiche
del complesso architettonico e dalle tecniche costruttive
documentate sul territorio della campagna bolognese (Foto U.
Guidoreni, 1990 circa; foto A. Alvisi ed E. Gentilini, 2005).
8-9. Le ex-scuderie, quindici anni fa in stato di completo
abbandono e oggi, restaurate e rifunzionalizzate per
accogliere uci e appartamenti. Il fronte est dell’edicio, preso
dalla stessa distanza e angolazione, mostra chiaramente le
modiche che hanno interessato l’architettura nel tempo:
nell’immagine a sinistra emergono lo stato di incuria e
la mancanza di manutenzione che le ex-scuderie hanno
subito per decenni, prive di utilizzo e destinazione d’uso. In
quella a destra, si riscontrano chiare tracce degli interventi
attuati per restituire una destinazione coerente alla fabbrica
abbandonata ma, allo stesso tempo, si evince la supercialità
della lettura della sintassi di facciata che ha risolto il progetto
di ritinteggiatura con scelte cromatiche semplicistiche che
annullano la scansione delle lesene rispetto ai fondi, nonchè la
scelta di un tipo di nitura pellicolante che non lascia respirare
la muratura provocando, nel giro di pochi anni, evidenti
manifestazioni di problematiche di umidità di risalita (Foto U.
Guidoreni, 1990; foto A. Alvisi ed E. Gentilini, 2005).
10-11. L’ala nord di villa Ghisilieri vista dalla corte: le
condizioni già fortemente degradate vent’anni prima si sono
progressivamente aggravate, no alla situazione odierna:
le poche parti rimaste in opera vengono gradualmente
inghiottite dalla vegetazione infestante, con gli ambienti
interni decorati ormai esposti costantemente all’azione
delle intemperie (Foto U. Guidoreni, 1990; foto A. Alvisi ed E.
Gentilini, 2005).
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La ricongurazione dell’architettura attraverso la realizzazione di fotopiani
conoscitivi. Il rilievo critico del rudere architettonico
Gli attuali orientamenti condivisi dalla comunità scientica nel campo del restauro tendono
a considerare il rilievo come momento di prediagnosi, oltre che come indispensabile strumento
di analisi della consistenza materica e dello stato conservativo del costruito. La fase conoscitiva,
infatti, momento di approccio al manufatto, di lettura e comprensione dell’architettura storica,
costituisce un passaggio indispensabile al ne della conoscenza delle problematiche che lo ri-
guardano e, quindi, dell’elaborazione di un progetto di restauro in grado di salvaguardarne i
valori.
Nell’ambito del percorso appena descritto, la fotograa, quale strumento di indagine, cono-
scenza e documentazione dell’architettura, può orire un valido contributo alla denizione del
costruito storico, alla comprensione delle sue caratteristiche materiche e costruttive e del suo
stato di conservazione. Il settecentesco complesso monumentale di Colle Ameno presenta un’e-
stensione, un’eterogeneità delle situazioni di degrado riscontrate e una consistenza delle parti
perdute talmente estesa, da rendere dicile la comprensione dell’aspetto, della volumetria e
delle caratteristiche che ne facevano una sontuosa residenza signorile di campagna con borgo
rurale e un importante punto di riferimento sul territorio bolognese.
La fotograa è stata qui utilizzata come ecace strumento per la rappresentazione del rudere
12-13. Cupola dell’oratorio, uno degli ambienti
maggiormente impreziositi dall’apparato decorativo
della villa: confronto tra la situazione all’inizio degli
anni ‘90 del Novecento, quando la nta cupola in
incannucciato era integra, e oggi, quando restano solo
due dei pennacchi alla base (Fotograa S. Marchioni,
1990; fotograa A. Alvisi ed Elena Gentilini, 2005).
14. Dall’osservazione e dal confronto delle situazioni di
ieri e di oggi è possibile tracciare schemi e diagrammi
in cui gracizzare l’andamento delle problematiche
che hanno interessato e che interessano il costuito
storico nel tempo. L’immagine mostra la dislocazione
temporale dei crolli che il complesso architettonico ha
subito (tratta da tesi di Laurea, vedi nota 1).
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del complesso nello stato in cui si trovava al momento del suo rilievo, cercando di dare però, allo
stesso tempo, percezione della volumetria e del fasto ora non più visibili, attraverso il disegno a
l di ferro opportunamente integrato con l’inserimento di fotopiani delle porzioni di architettura
sopravvissute.
L’approfondita ricerca storica portata avanti negli archivi bolognesi parallelamente alla con-
duzione del rilievo, nonchè il reperimento di una consistente documentazione fotograca ri-
salente a circa trent’anni fa, quando le lacune e le parti crollate erano di entità minore, hanno
permesso di ricostruire gracamente, sulla base di dati certi, ciò che ora è andato perduto. Gli
elaborati prodotti ricongurano le geometrie e gli ingombri che andavano a costituire la villa
senatoria a corte e, allo stesso tempo, mostrano un chiaro e immediato quadro delle problema-
tiche di degrado che investono il costruito.
La scelta di lasciare l’architettura a colori e di trattare la vegetazione infestante in toni di grigio
si giustica nel tentativo di far passare in secondo piano, rispetto alle strutture architettoniche,
le piante e la vegetazione la cui crescita incontrollata, in diverse zone, le ha portate a rivestire
interamente le murature.
Gli elaborati si prestano, inoltre, a contenere ulteriori informazioni conoscitive: l’utilizzo di
colori dierenti, per campire le porzioni di muratura sezionate, permette di distinguere ciò che
è stato rilevato (grigio) e ciò che è stato ricostruito sulla base dei documenti (rosso); lo stesso
trattamento è stato eettuato in prospetto, laddove la documentazione fotograca acquisita,
riferita a trent’anni prima, ne ha permesso la ricongurazione graca.
L’acquisizione fotograca in fase di rilievo ha comportato la scelta di una distanza dai pro-
spetti oggetto di studio tale da ridurre al minimo la distorsione delle immagini, cercando quindi
di disporsi in posizione ortogonale alle superci da fotografare. La scelta del momento della
giornata in cui eettuare l’operazione si è rivolta alle ore in cui i raggi del sole non colpivano in
maniera diretta le super ci e la luce era diusa. In fase di post-processing, le singole fotograe
sono state unite mediante il software Adobe Photoshop tenendone controllate le dimensioni e
le proporzioni grazie a sistemi di riferimento posti in situ al momento del rilievo (aste metriche).
Il risultato è un elaborato critico, che fornisce informazioni relativamente alle dimensioni, ai
Le fotograe acquisite da metà degli anni ’80 all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso da appassionati della cultura e
della storia del luogo hanno contribuito a facilitare la comprensione e la lettura dell’architettura di alcune delle parti
oggi andate perdute. Nelle immagini, il Salone di rappresentanza con lo stemma della famiglia Ghisilieri e la parte
centrale dell’ala est, lungo la quale si snodava la “Sala degli Imperatori”, ovvero il “Paseggio del Marchese”. Fotograe Ugo
Guidoreni, 1990 circa.
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Elaborati tratti dalla tesi di Laurea che ha arontato il progetto di restauro del complesso (vedi nota 1): il rilievo del costruito
ha sfruttato fotopiani dei prospetti appositamente predisposti, ai quali si sovrappongono, con linea a l di ferro, le porzioni di
architettura andate perdute e ricostruite sulla base delle fotograe d’epoca e della documentazione storica reperita.
I fotopiani sono stati utilizzati sia in fase di rilievo, che nello studio del progetto, sempre integrandoli al disegno a
l di ferro che gracizza le scelte progettuali. Nella sezione di rilievo, sono state inserite, in toni di rosso, anche le
fotograe degli anno ’80-’90 del secolo scorso, relative a parti del costruito successivamente crollate.
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materiali, ai sistemi costruttivi e alle forme di degrado dell’edicio, nonché dati di carattere sto-
rico, utili a impostare le opportune riessioni sui valori del costruito, preliminari alle scelte pro-
gettuali.
Dalla ricerca d’archivio all’indagine sul territorio: il confronto critico attraverso
l’interpretazione fotograca. I luoghi della conservazione del cibo: lo studio
della conserva da neve di Colle Ameno
La pratica della conservazione di cibo e bevande costituisce una problematica che da sem-
pre l’uomo ha dovuto arontare per potersi garantire adeguate fonti di sostentamento durante
l’intero ciclo delle stagioni e i periodi di carestia. Di conseguenza, l’attenzione riposta nell’edica-
zione di cisterne, pozzi e in generale degli spazi ipogei porta, nel corso dei secoli, ad anare e a
dierenziare i sistemi costruttivi, i materiali impiegati e gli accorgimenti relativi al mantenimen-
to del microclima per dare luogo a soluzioni architettoniche costruttive speciche.
L’identicazione della presenza di una cisterna da neve all’interno del complesso monumen-
tale di Colle Ameno costituisce un interessante caso di studio e indagine nell’ambito del quale la
fotograa ha giocato un ruolo determinante.
Le vicende storiche che hanno visto Colle Ameno protagonista sono state ricostruite sulla
base di un’approfondita ricerca di archivio che ha permesso di dedurre - e in alcuni casi solo di
ipotizzare - la consistenza del costruito nel corso delle dierenti fasi evolutive del complesso,
che purtroppo verte oggi nella condizione di rudere.
Una descrizione piuttosto dettagliata di Colle Ameno viene fornita dal Catasto Gregoriano
relativo al Comune di Pontecchio, redatto nel 1818. Dal confronto tra il brogliardo e la relativa
mappa, si evince che il complesso possedeva una conserva da neve, rappresentata nella car-
tograa come una costruzione circolare localizzata fra il complesso architettonico stesso e la
Strada Comunale - l’attuale via Porrettana - (gg. 1 e 4). Tale struttura, oggi non più esistente - al-
meno per quanto riguarda la parte fuori terra -, non compare nemmeno nelle fotograe aeree di
inizio ‘900, periodo di piena decadenza e abbandono di villa e borgo, condizioni che porteranno
al crollo di numerose porzioni del costruito: dall’osservazione della documentazione fotograca
reperita, è però possibile trovare riscontro della presenza dei resti della conserva da neve analiz-
zando le immagini aeree.
L’interpretazione della fotograa aerea che mostra l’insieme dei fabbricati del complesso ar-
Le fotograe scattate tra la ne degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 del secolo scorso da Ugo Guidoreni e Davide
Marchioni di Sasso Marconi alle strutture e agli ambienti del complesso architettonico permettono di conoscere parti del
costruito ora non più esistenti. Le vedute prospettiche sono state utilizzate per comprendere la spazialità dei vani mentre
le prese ortogonali che documentano le nte architettura dipinte sono state inserite all’interno degli elaborati graci
(sezioni-prospetto). Fotograe U. Guidoreni, 1990.
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chitettonico (gg. 2 e 5), suggerisce l’ipotesi che l’anomalia nella texture individuata dal circolo
rosso nel particolare della gura 2 (g. 5) sia da attribuire ai resti ancora presenti della struttura
muraria della neviera, probabilmente di forma circolare. Si può constatare, infatti, che l’anomalia
nella texture è caratterizzata da archi concentrici la cui dimensione e posizione sembrano cor-
rispondere alla stessa neviera. È inoltre interessante osservare che, in un’altra fotograa aerea
(gg. 3 e 6), tali resti non appaiono più direttamente individuabili, ma, come spesso accade, la
mancanza di vegetazione e la presenza di una curvatura anomala nel sentiero ghiaioso che cir-
conda il fabbricato ne mantengono la memoria.
L’esempio di Colle Ameno2 vuole essere un monito su come la conoscenza costituisca lo stru-
mento primo ed essenziale per muoversi in un ambito ancora inesplorato come quello dei luo-
ghi per la conservazione del cibo. Occorre avvicinarsi alla struttura oggetto d’indagine inqua-
drandola nel suo contesto territoriale e cronologico attraverso un’analisi condotta in parallelo
sul piano storico e tecnico. Se da una parte, infatti, un’approfondita ricerca bibliograca, archi-
vistica e iconograca permette di stabilirne una più certa datazione e comprenderne eventuali
modiche apportate nel corso del tempo, dall’altra parte l’esecuzione di un’accurata campagna
fotograca e di un rilievo condotto in maniera critica sono in grado di raccontarne la geometria,
la metrologia, la consistenza e lo stato di conservazione.
2 Il caso studio della ghiacciaia di Colle Ameno è stato analizzato in: Nicola Santopuoli, Alessandra Alvisi, I luoghi della conserva-
zione del cibo: dalla conoscenza alla valorizzazione delle strutture architettoniche, in “Conservare il cibo da Columella ad Artusi. I
luoghi della conservazione” a cura di Annamaria Ciarallo e Barbara Vernia, Felici ed., Pisa 2009, pp. 81-97.
Catasto Gregoriano, stralcio di mappa relativo a Colle
Ameno: «n°19 “Palazzo di Villeggiatura”, n°20 “Casa ad
uso del Fattore con una bottega”, n°21 “Casa ad uso
di Stalla”, n°22 “Ghiacciaia” (…)» (Archivio di Stato di
Bologna, Catasto Gregoriano, Inventario delle Mappe,
Cartella n°125 “Pontecchio”, 1811-14).
Fotograa aerea del complesso di Colle Ameno scattata nel
1970 (foto da http://www.auladellamemoria.it/).
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Vista aerea del
complesso di
Colle Ameno: la
settecentesca
villa Ghisilieri,
impostata sulla
preesistente
palazzina Davia, si
trovava in stretto
rapporto con gli
edici del borgo
(in P. Guidotti,
Colle Ameno,
Bologna 1986, p.
12, fotograa di M.
Rebeschini).
Evidenziazione della ghiacchiaia di Colle Ameno.
A titolo esemplicativo, le sezioni delle
ghiacchiaie di Mondaio e Montescudo
(RN) ne mostrano dimensioni e
struttura (disegni tratti da: Conservare
il cibo da Columella ad Artusi. I luoghi
della conservazione a cura di Annamaria
Ciarallo e Barbara Vernia, Felici ed., Pisa
2009).