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96 DOLORE E RIABILITAZIONE 6 • mEZZI fISICI – ELETTROTERApIA E DOLORE
ELETTROTERAPIA E DOLORE
M. IOCCO
HIGHLIGHTS
1. Si definisce corrente elettrica lo “Spostamento di cariche elettriche in un mezzo conduttore, che si
determina qualora si stabilisca una differenza di potenziale tra le sue estremità”.
2. Il passaggio di corrente elettrica nell’organismo produce quattro tipologie di effetti, che possono va-
riare sia in termini qualitativi che quantitativi a seconda del tipo di corrente utilizzato: effetto chimico,
iperemia, effetto antalgico, effetto eccitomotorio.
3. Esistono indicazioni comuni alle varie correnti quali le artralgie di varia origine e natura (artrosiche,
post-traumatiche), mialgie, tendiniti sia indicazioni particolari di ciascun tipo di corrente, specificate
di seguito.
4. Esistono correnti prevalentemente eccitomotorie, correnti con effetto prevalentemente antalgico e
correnti miste, con effetto sia eccitomotorio che analgesico.
5. La corrente galvanica è una corrente unidirezionale, continua a intensità costante. Essa ha effetto
trofico al polo negativo e analgesico al polo positivo. Questa tipologia di elettroterapia antalgica, visto
il notevole rischio delle ustioni chimiche polari da un lato e l’esistenza di tipologie di corrente più
sofisticale dall’altro, è ormai desueta nei servizi di terapia fisica strumentale.
6. La corrente interferenziale di Nemec è una corrente bidirezionale, a bassa frequenza, modulata in in-
tensità ed endogena, derivante cioè dalla risultante della somministrazione nei tessuti di due correnti
elettriche. Essendo una corrente bidirezionale, non ha effetti elettrolitici e pertanto, secondo alcuni
autori, può essere utilizzata anche in presenza di mezzi di sintesi metallica. Inoltre, si è dimostrata
utile nel trattamento dell’osteoporosi perché induce anabolismo osseo.
7. Le correnti diadinamiche di Bernard sono correnti unidirezionali emisinuisoidali a bassa frequenza
(50-100 Hz). L’effetto antalgico prodotto dalle correnti diadinamiche è prodotto con meccanismi
non completamente chiari: avviene per l’iperpolarizzazione di membrana e la conseguente inibizio-
ne dei nociocettori all’anodo ma probabilmente anche per l’attivazione del sistema endorfinico. Per
evitare l’assuefazione occorre utilizzare almeno due tipi di corrente a seduta.
8. Correnti con effetto puramente antalgico/analgesico sono la Ionoforesi (Dielettrolisi medicamento-
sa) e la Iontoforesi.
9. Le basi scientifiche della ionoforesi sono le seguenti: il campo elettrico prodotto dal generatore di
corrente è in grado di effettuare la dissociazione elettrolitica di tutte quelle sostanze che, se poste in
soluzione acquosa, si ionizzano; in base alla legge della polarità, gli ioni si spostano verso l’elettrodo
di polarità opposta. Le vie di penetrazione dei farmaci attraverso la cute sono rappresentate princi-
palmente dagli sbocchi delle ghiandole sudoripare, in minor misura attraverso le ghiandole sebacee
e gli orifizi piliferi; la penetrazione dei farmaci dipende dal loro peso molecolare: quanto più è basso,
tanto più facilmente attraversano la barriera cutanea.
10. La iontoforesi utilizza la corrente galvanica interrotta con frequenze di 200-500 Hz con lo scopo di
evitare l’eccessiva polarizzazione della cute e dunque gli effetti collaterali polari.
11. La Horizontal Therapy (HT) è una forma di corrente alternata ad intensità costante e frequenza me-
dia modulata tra 4400 e 12300 Hz. Queste caratteristiche consentono di ottenere simultaneamente
in tutta l’area di trattamento, sia effetti bioelettrici che biochimici. L’effetto di riequilibrio biochimico
e bioelettrico prodotto dall’HT è particolarmente utile nel trattamento della patologia degenerativa
artrosica, nei traumi distorsivi, nonché nell’osteoporosi.
12. La tecnologia FREMS è costituita da impulsi di bassa frequenza organizzati in treni di sequenze di
impulsi con forma tipo spikes di tipo bifasico, asimmetrico, modulati automaticamente in frequenza,
durata e ampiezza. È indicata oltre che nell’osteoartrosi in fase acuta, nelle tendinopatie infiamma-
torie e nelle lesioni muscolari anche nelle radicolopatie, nella sindrome miofasciale, nelle sindromi
neuroalgodistrofiche, nelle neuropatie, nelle vasculopatie e nel trattamento delle ulcere.
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DOLORE E RIABILITAZIONE
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6 • mEZZI fISICI – ELETTROTERApIA E DOLORE
STORIA
Il fenomeno dell’elettricità statica era già
noto agli antichi greci i quali notarono che
stronando l’ambra (resina fossile da cui de-
riva il termine “elettricità”), essa assumeva la
proprietà di attirare i corpi leggeri come ad
esempio le piume, fenomeno descritto da Ta-
lete e poi da Platone ed Aristotele.
Le prime rudimentali applicazioni del-
l’elettroterapia antalgica risalgono all’utiliz-
zo delle torpedini di mare nell’epoca egizio-
greco-romana per la cura delle cefalee e delle
patologie dell’apparato locomotore, come te-
stimoniato dagli scritti del latino Scribornio
Largo e poi di Plinio il Vecchio.
Si deve aspettare il XVIII secolo anché
si assista alla costruzione delle prime macchi-
ne per elettroterapia in grado di trasformare
l’energia meccanica in energia elettrica stati-
ca per sfregamento; da allora si susseguirono
numerose scoperte sui fenomeni elettro-ma-
gnetici e numerose invenzioni che gettarono
le basi dell’elettrologia moderna.
Nel 1831, Faraday scoprì il fenomeno
dell’induzione elettrica e in seguito costruì
la corrente faradica; nel 1832 con Ampère,
l’energia statica fu soppiantata da quella in-
dotta, seguì la costruzione della pila di Vol-
ta. successivamente nel 1802 Rossi di Torino
pensò di utilizzare la corrente elettrica per
veicolare medicamenti nell’organismo.
Fu con i lavori del francese Guillame Du -
chenne de Boulogne nella sua opera “Del-
l’elettrizzazione prolungata e della sua ap-
plicazione alla siologia, alla patologia e alla
terapia”, (1855) e poi del suo discente Plinio
Schivardi nel suo “Manuale di Elettroterapia”,
(1864) che si hanno le prime spiegazioni de-
gli eetti biologici della corrente elettrica fa-
radica e delle sue indicazioni.
Da allora, grazie anche alla sosticazione
delle apparecchiature in grado di generare le
diverse tipologie di corrente, parallelamente
alle ricerche cliniche, si sono moltiplicati gli
strumenti di elettroterapia, ciascuno carat-
terizzato da un particolare meccanismo di
azione, peraltro spesso non completamente
noto, eetto ed indicazione.
Di seguito esporremo sistematicamente le
diverse tipologie di corrente oggi disponibili.
LA CORRENTE ELETTRICA:
NOZIONI DI FISICA
Si denisce corrente elettrica lo “spostamen-
to di cariche elettriche in un mezzo conduttore,
che si determina qualora si stabilisca una dif-
ferenza di potenziale tra le sue estremità” 1. La
dierenza di potenziale che dà origine al us-
so di cariche viene denita “forza elettromo-
trice”. I parametri che deniscono i segnali
elettrici utilizzati in ambito terapeutico sono:
–intensità: quantità di carica che attraversa
il conduttore nell’unità di tempo; si misura
in Ampere nel SI. In base alla prima legge
di Ohm essa è direttamente proporzionale
alla dierenza di potenziale DV che si sta-
bilisce alle estremità del conduttore e in-
versamente proporzionale alla resistenza R
del conduttore stesso secondo la relazione
i=DV/R;
–direzione: la direzione della corrente può
essere in campo positivo o in campo ne-
gativo. Essa dipende dalla polarità della
dierenza di potenziale: se la corrente ha
sempre la stessa polarità, si dice che la cor-
rente è unidirezionale; se la polarità cambia
la corrente è bidirezionale;
–durata: Intervallo di tempo che intercorre
tra apertura e chiusura del circuito;
–forma: caratteristica del tipo di corrente
utilizzata;
–frequenza: numero di impulsi nell’unità
di tempo, misurata in Hertz; le corren-
ti a bassa frequenza vanno da 0-800 Hz,
media frequenza 800-10.000 Hz, alta fre-
quenza >10.000 Hz; Alle basse frequen-
ze, si determinano “eetti bioelettrici” in
quanto, attraverso l’incremento o la ridu-
zione dell’intensità di corrente, lo stimolo
elettrico è in grado di generare potenziali
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d’azione intracellulari (Eetti stimolato-
ri, bioelettrici); alle frequenze medio-alte
(1000-100000 Hz) con intensità costante
prevalgono le reazioni a livello elettrobio-
chimico ed elettrosiologico in quanto
raggiunti senza la produzione di potenzia-
li d’azione forzati (Eetti non-stimolatori,
biochimici) 4;
–modulazione: un parametro della corrente
(intensità, durata, frequenza) è modicato
nel tempo.
Le correnti elettriche utilizzate in terapia
possono essere rappresentate su un sistema
di assi cartesiani in cui sull’asse delle ascisse
è ragurata la durata dell’impulso, sull’asse
delle ordinate l’intensità; su tale sistema di
assi è possibile leggere tutti gli altri parametri.
GLI EFFETTI BIOLOGICI DELLA
CORRENTE ELETTRICA
Il passaggio di corrente elettrica nell’or-
ganismo produce quattro tipologie di eetti,
che possono variare sia in termini qualitativi
che quantitativi a seconda del tipo di corrente
utilizzato 2, 3:
– eetto chimico;
– iperemia;
– eetto antalgico;
– eetto eccito motorio;
Effetto chimico
L’applicazione di una dierenza di poten-
ziale su di un tessuto determina una migra-
zione di cariche positive verso il polo nega-
tivo (catodo) e viceversa di cariche negative
verso il polo positivo (anodo); tale fenomeno
è proporzionale all’intensità e alla durata del-
l’impulso.
Tale fenomeno è responsabile degli eetti
collaterali polari delle correnti dopo la quale
applicazione, specie se prolungata e di forte
intensità, si possono provocare ustioni chimi-
che ai poli: necrosi coagulativa all’anodo per
formazione di acido cloridrico formatesi dalla
migrazione degli ioni Cl- verso gli idrogenio-
ni e formazione di un escara dura e bianca-
stra; necrosi colliquativa al catodo per for-
mazione di idrossido di sodio formatosi dalla
migrazione di ioni Na+ verso gli ossidrilioni
con formazione di un escara molle e grigia-
stra. D’altro canto, tale eetto viene sfruttato
ai ni terapeutici per veicolare farmaci ioniz-
zabili all’interno dei tessuti attraverso una
particolare tecnica, che sarà descritta oltre,
denita ionoforesi.
Iperemia
Tutti i tipi di corrente agiscono determi-
nando vasodilatazione. Sulla cute vengono
stimolate le bre nervose simpatiche con
arrossamento superciale, in profondità il
riscaldamento dei tessuti provoca la vasodi-
latazione e dunque un netto aumento del me-
tabolismo tissutale con maggiore apporto di
sostanze nutritizie e maggiore rimozione dei
cataboliti e delle sostanze algogene. La vaso-
dilatazione profonda s’instaura più lentamen-
te, ma è più duratura rispetto alla vasodilata-
zione superciale.
Inoltre, si verica il fenomeno della capil-
larizzazione, ossia il reclutamento dei capilla-
ri collabiti a riposo.
Effetto antalgico
Esso si realizza grazie a diversi meccani-
smi:
– rimozione di sostanze algogene per vasodi-
latazione come già descritto;
–iperpolarizzazione di membrana: al polo
positivo vi è un accumulo di cariche ne-
gative e pertanto avviene un innalzamento
della soglia di eccitazione delle bre nervo-
se e dei nocicettori, impedendo o renden-
do più dicile la trasmissione degli impul-
si dolorici;
–gate-control: secondo la teoria del cancello,
formulata da Melzack e Wall (1965), lo sti-
molo elettivo delle bre nervose mieliniche
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6 • mEZZI fISICI – ELETTROTERApIA E DOLORE
protesi articolare d’anca non costituisce una
controindicazione reale all’utilizzo di correnti
antalgiche a livello, ad esempio, dell’artico-
lazione scapolo-omerale, mentre lo sono per
un analogo trattamento a livello dell’anca o
dell’arto inferiore, sintetizzato o protesizzato.
Riteniamo comunque che un accurato
esame clinico ed un’adeguata documentazio-
ne morfologica siano d’obbligo prima di una
prescrizione o di un utilizzo di forme di elet-
troterapia.
CORRENTI CON EFFETTO MISTO:
ANALGESICO ED ECCITOMOTORIO
Esistono correnti prevalentemente eccito-
motorie, correnti con eetto prevalentemen-
te antalgico e correnti miste, con eetto sia
eccitomotorio che analgesico. Le correnti con
eetto misto sono rappresentate dalla corren-
te galvanica, dalle correnti interferenziali di
Nemec e dalle correnti diadinamiche di Ber-
nard.
Galvanizzazione
La corrente galvanica è una corrente uni-
direzionale, continua a intensità costante. Per
i fenomeni già descritti, essa ha eetto troco
al polo negativo e analgesico al polo positivo.
Le modalità di galvanizzazione sono:
–longitudinale: un elettrodo è posto sul ra-
chide, l’altro all’estremità distale dell’arto.
La polarità dell’elettrodo distale determina
l’eetto; poiché per convenzione la corren-
te si sposta dal polo positivo a quello ne-
gativo, nella galvanizzazione longitudinale
discendente in cui l’elettrodo positivo è
sul rachide e quello negativo all’estremità
distale, l’eetto è troco; nella galvanizza-
zione longitudinale ascendente l’elettrodo
positivo è all’estremità distale con eetto
antalgico. Quest’ultima modalità è partico-
larmente utile nelle sciatalgie e brachialgie;
–trasversale: gli elettrodi sono sistemati sul-
le superci opposte di un’articolazione.
Aβ (propriocettori) di grande diametro
(responsabili della sensibilità tattile), esalta
l’attività inibitoria degli interneuroni sulle
piccole bre mieliniche Aδ e C dello stesso
metamero e sui neuroni del fascio spino-
talamico, determinando un blocco degli
impulsi nocicettivi;
–liberazione delle Endorne: correnti con
parametri specici (durata >60 ms; f <10
Hz) si sono dimostrate capaci di stimolare
la liberazione di endorne, come la sero-
tonina.
Effetto eccitomotorio
Al catodo, l’accumulo di cariche positive,
induce una depolarizzazione delle membra-
ne, la quale, se ecace, secondo la legge del
tutto o nulla, induce l’instaurarsi di un po-
tenziale d’azione in grado di stimolare le -
bre del motoneurone; l’eetto eccitomotorio
può essere prodotto direttamente sul musco-
lo; in presenza di muscoli normoinnervati o
parzialmente innervati, la risposta nervosa
prevarica e non permette l’espressione della
risposta muscolare che si rivela, invece, nei
muscoli denervati a valori di intensità più ele-
vati.
Indicazioni
Esistono indicazioni comuni alle varie cor-
renti quali le atralgie di varia origine e natura
(artrosiche, post-traumatiche), mialgie, tendi-
niti e indicazioni particolari di ciascun tipo
di corrente, specicate di seguito.
Controindicazioni
Presenza di pace-maker, protesi articolari
ed osteosintesi metalliche, lesioni della cute
tra cui dermatiti, ipoestesia cutanea, epilessia,
spasticità.
Queste le controindicazioni comunemente
riscontrabili in letteratura, alcune delle quali
vanno però prese in considerazione con molta
attenzione al contesto. Intendiamo dire che
la presenza di una sintesi metallica o di una
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100 DOLORE E RIABILITAZIONE 6 • mEZZI fISICI – ELETTROTERApIA E DOLORE
rente interferenziale di Nemec caratteristiche
peculiari:
–profondità degli eetti: le correnti a media
frequenza penetrano più in profondità per-
ché la cute oppone minore impedenza;
–amplicazione dell’intensità: le correnti
erogate dai due generatori si sommano, se-
condo l’equazione: I = √ (i12+i22);
–maggiore tollerabilità da parte del paziente:
essendo una corrente bidirezionale e i cui
eetti sono profondi, la corrente di Ne-
mec, non produce reazioni fastidiose agli
elettrodi;
–azione eccitomotoria e vasodilatazione: a fre-
quenza inferiore ai 50 Hz, viene provocata
una contrazione vigorosa in profondità,
valida solo per i muscoli normoinnervati
e non per i denervati vista la brevità della
durata dell’impulso; a frequenze superiori
ai 50 Hz vi è vasodilatazione per blocco
delle bre simpatiche;
–azione antalgica: Provocando la liberazione
delle endorne (f=1-6 Hz), il blocco degli
impulsi nocicettivi delle bre Aδ e C (im-
pulsi di durata=100-200 μs e f>50 Hz), va-
sodilatazione da simpaticolisi (f>50 Hz).
Essendo una corrente bidirezionale, non
ha eetti elettrolitici e pertanto, secondo
alcuni autori, può essere utilizzata anche in
presenza di mezzi di sintesi metallica.
Inoltre, si è dimostrata utile nel trattamen-
to dell’osteoporosi perché induce anabolismo
osseo.
I tessuti, attraversati dal campo elettrico,
ricevono un’esaltazione del metabolismo
cellulare;
–bagno galvanico: questa tecnica consen-
te il trattamento di superci corporee più
ampie e disomogenee nella forma, quali
le mani e i piedi. Essa consiste nel porre
in bacinelle contenenti acqua tiepida, gli
elettrodi e le estremità corporee da tratta-
re. L’eetto ottenuto dipende dalla polari-
tà dell’elettrodo; è possibile fare un bagno
quadricellulare, con una bacinella per
estremità distale, e distribuire gli elettrodi
in varie combinazioni a seconda l’eetto
desiderato.
Questa tipologia di elettroterapia antal-
gica, visto il notevole rischio delle ustioni
chimiche polari da un lato e l’esistenza di ti-
pologie di corrente più sosticale dall’altro, è
ormai desueta nei servizi di terapia sica stru-
mentale.
Trova ancora qualche indicazione nelle
ipotroe muscolari.
Corrente interferenziale
di Nemec
Inventata nel 1950 dal sico australiano
Nemec, questo tipo di corrente è una corren-
te bidirezionale, a bassa frequenza, modulata
in intensità ed endogena, derivante cioè dalla
risultante della somministrazione nei tessuti
di due correnti elettriche. Le correnti sommi-
nistrate sono rappresentate da correnti alter-
nate a media frequenza, l’una con frequenza
costante di 4000 Hz, l’altra ha una frequenza
oscillante di 4000+1-100 Hz: le due corren-
ti, intersecandosi nei tessuti, producono una
sommatoria dei loro campi elettrici tali che,
il campo elettrico risultante deriva dalla dif-
ferenza delle loro frequenze (1-100 Hz), pro-
ducendo una corrente ondulante, bidirezio-
nale a bassa frequenza e modulata in intensità
(Fig. 6.4).
Questi parametri conferiscono alla cor-
Figura 6.4 – Correnti Interferenziali, viste all’oscil-
loscopio di misura.
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6 • mEZZI fISICI – ELETTROTERApIA E DOLORE
2. corrente difase ssa: Impulsi emisinusoidali
con frequenza 100 Hz, della durata di 10
ms e non seguiti da pausa;
3. corrente corto periodo: ad ogni secondo si
alternano la corrente monofase e la difase;
4. corrente lungo periodo: la corrente mono-
fase e difase si alternano per un periodo
maggiore e variabile (es.: 6s di MF e 10 s
di DF);
5. corrente sincopata lenta e rapida: Nella
corrente sincopata lenta, la corrente viene
erogata per 2,5 s e interrotta per un ugual
periodo di tempo; nella corrente sincopata
rapida la durata è di 1 s.
Bernard descrisse gli eetti biologici delle
correnti diadinamiche con i seguenti termini:
–reazione dimanogena ossia stimolante la
muscolatura e la sensibilità;
–reazione inibitoria sulla sensibilità (analge-
sia) e sulla muscolatura (miorilassamento);
–reazione di assuefazione: lo scomparire de-
gli eetti biologici dopo breve tempo dalla
somministrazione di una corrente diadina-
mica con costante frequenza ed intensità
(Fig. 6.5).
Correnti diadinamiche
di Bernard
Le correnti diadinamiche sono correnti
unidirezionali emisinuisoidali a bassa fre-
quenza (50-100 Hz). Furono scoperte da
Pierre Bernard nel 1929 casualmente quando
un suo paziente, mentre eseguiva ionoforesi
dentaria, disse che la seduta non era fastidio-
sa come di consueto, anzi aveva eliminato il
dolore e Bernard, controllando la macchina
generatrice di corrente, si rese conto che per
un guasto di rete anziché erogare corrente
continua, erogava corrente ondulata; appro-
fondì allora le sue curiosità e si rese conto
che le correnti sinusoidali a bassa frequenza
producevano un eetto antalgico, che però si
esauriva in pochi minuti. Così pensò di mo-
dulare la corrente in frequenza ed intensità e
alla ne propose due tipi di corrente, combi-
nate in dierenti modi per ottenere 5 brust
di impulsi:
1. corrente monofase ssa: impulsi emisinusoi-
dali con frequenza 50 Hz, della durata di
10 ms, seguiti da pause della stessa durata;
eetto antalgico contenuto;
Figura 6.5 – Rappresentazione grafica sinottica delle correnti diadinamiche di Bernard: A) monofase; B)
difase; C) corto periodo; D) lungo periodo; E) sincopata.
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102 DOLORE E RIABILITAZIONE
stanze con proprietà ioniche erano in grado
di attraversare la cute se indotte dalla corren-
te elettrica ma per ottenere ciò era necessario
che la polarità della corrente combaciasse con
la polarità della sostanza farmacologica.
le seguenti: il campo elettrico prodotto dal
-
re la dissociazione elettrolitica di tutte quelle
sostanze che, se poste in soluzione acquosa,
si ionizzano; in base alla legge della polari-
tà, gli ioni si spostano verso l’elettrodo di
polarità opposta. Le vie di penetrazione dei
farmaci attraverso la cute sono rappresentate
principalmente dagli sbocchi delle ghiando-
le sudoripare, in minor misura attraverso le
-
netrazione dei farmaci dipende dal loro peso
molecolare: quanto più è basso, tanto più fa-
cilmente attraversano la barriera cutanea. La
quantità di farmaco che penetra della cute di-
pende dall’intensità della corrente (che deve
essere <0,2 mA/cm2), dalla durata dell’appli-
cazione (che deve essere prolungata) e dalla
concentrazione del farmaco (che deve essere
bassa <1%-5%). Il farmaco penetra nella su-
-
to, andando in parte nel circolo capillare e
in parte depositandosi nel derma creando dei
depositi a lenta cessione; il farmaco si con-
centra principalmente nel primo centimetro
di cute arrivando a una profondità massima
di 2,3-3 cm.
Questa tecnica di elettroterapia antalgica
mano, ginocchio e tibio-tarsica.
Le sostanze medicamentose più frequen-
-
La iontoforesi utilizza la corrente galvanica
interrotta con frequenze di 200-500 Hz con
lo scopo di evitare l’eccessiva polarizzazione
-
lari.
La la corrente corto
periodo e la corrente sincopata, hanno preva-
molto intenso; la e la cor-
rente lungo periodo
reazione di assuefazione.
-
ti diadinamiche è prodotto con meccanismi
non completamente chiari: avviene per l’iper-
polarizzazione di membrana e la conseguente
inibizione dei nociocettori all’anodo ma pro-
babilmente anche per l’attivazione del sistema
utilizzare almeno due tipi di corrente a seduta.
-
te dalla corrente corto periodo che promuove
la contrazione dei muscoli striati, migliora lo
stato di nutrizione dei tessuti e facilita il rias-
sorbimento degli edemi; la corrente sincopata
non viene molto utilizzata per questa indica-
zione a favore di altre tipologie di corrente.
CORRENTI CON EFFETTO
PURAMENTE
ANTALGICO/ANALGESICO
Ionoforesi (dielettrolisi
medicamentosa) e iontoforesi
Questa tecnica utilizza la corrente conti-
nua per trasportare sostanze medicamentose
La sua scoperta risale agli esperimenti di
Leduc nel 1900 il quale utilizzò due conigli
collegati tra due elettrodi da un lato e dall’al-
tro collegati ai poli di un generatore di cor-
rente continua: sull’elettrodo positivo pose
una sostanza imbevuta di solfato di strictina,
sull’elettrodo negativo una sostanza imbevu-
ta di cianuro di potassio; erogando la corren-
te, i due conigli morivano l’uno intossicato
dalla strictina, l’altro dal cianuro; invertendo
-
cun evento. Leduc dunque dedusse che: so-
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DOLORE E RIABILITAZIONE
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6 • mEZZI fISICI – ELETTROTERApIA E DOLORE
sere utilizzata anche in presenza di mezzi di
sintesi metallica.
Horizontal Therapy
L’Horizontal erapy (HT) è una forma di
corrente alternata ad intensità costante e fre-
quenza media modulata tra 4400 e 12300
Hz. Queste caratteristiche consentono di ot-
tenere simultaneamente in tutta l’area di trat-
tamento, sia eetti bioelettrici che biochimici.
In particolare 4:
–eetto biostimolante: esaltazione del meta-
bolismo cellulare prodotto dal meccani-
smo di “scuotimento” biochimico prodot-
to dallo stimolo elettrico, inoltre: maggiori
processi di diusione, che riportano una
normalizzazione delle concentrazioni;
maggiori processi enzimatici, accelerata ri-
mozione delle sostanze algogene, riduzione
degli edemi;
–depolarizzazione reversibile: questa partico-
lare applicazione della HT determina un
blocco reversibile della conduzione nervosa
(analgesia immediata) e, quando desidera-
to, una contrazione diretta della bra mu-
scolare;
–azione di eccitabilità transitoria (TEA):
l’impulso di HT genera risposte bioelettri-
che naturali delle cellule, producendo pat-
tern di depolarizzazione-ripolarizzazione
compresi tra la soglia di stimolo e la soglia
di depolarizzazione (soglia di conduzione
- blocco della conduzione nervosa); questa
“eccitabilità transitoria” costituisce per i
tessuti uno stimolo irritante che evoca la
sopravvenienza dell’eetto analgesico cen-
trale (stimolazione del rilascio di endor-
ne nel sistema nervoso centrale-analgesia
ritardata).
L’eetto di riequilibrio biochimico e bio-
elettrico prodotto dall’HT è particolarmente
utile nel trattamento della patologia degene-
rativa artrosica, nei traumi discorsivi, nonché
nell’osteoporosi 5, 6.
Transcutaneous Electrical
Nerve Stimulator (TENS)
Questa tecnica di elettroterapia nacque
alla ne degli anni ’70 con il ne di evocare
l’eetto antalgico stimolando elettivamente
le bre Aβ secondo la teoria del gate-control
di Melzack e Wall. Esse sono costituiti da
impulsi di forma rettangolare della durata di
50-200 μs a bassa frequenza (impulsi mono-
fasici), i quali però, producono l’accomoda-
zione delle bre nervose nonché danni alle
membrane cellulari dopo 40 minuti di appli-
cazione. Per tale motivo sono stati introdotti
impulsi difasici che non producono l’acco-
modazione delle bre nervose né danni alle
membrane cellulari dopo parecchie ore di
applicazione; essi sono impulsi bidireziona-
li costituiti da un’onda rettangolare positiva
equivalente all’impulso monofasico, seguiti
da una piccola onda negativa la cui area è
equivalente all’area dell’onda positiva.
Esistono due modalità di realizzazione di
una elettroterapia antalgica con TENS:
–TENS classica (bassa intensità e durata ed
alta frequenza): impulsi della durata di 30-
150 μs, con frequenza di 10-150 Hz, sti-
molano elettivamente le bre Aβ e provo-
cando analgesia attraverso il meccanismo
del gate-control, ad eetto rapido e localiz-
zato al metamero di applicazione;
–TENS endornica (elevata intensità e du-
rata e bassa frequenza): impulsi della du-
rata di 200 μs, con frequenza di 1-5 Hz,
produce analgesia attraverso la liberazione
di endorne. Tale eetto ha un’insorgen-
za lenta ma duratura nel tempo, perché il
meccanismo d’azione è sovraspinale; es-
sendo la durata dell’impulso prolungata,
vengono prodotte anche delle contrazioni
muscolari.
La TENS è particolarmente utile nei do-
lori radicolari. Al pari della corrente interfe-
renziale, essendo una corrente bidirezionale,
non ha eetti elettrolitici e pertanto può es-
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sidera “arruolare” nell’azione programmata
e sono in grado di attuare dei sincronismi e
delle ritmiche nelle strutture eccitabili atti-
vando un meccanismo di “ripristino” funzio-
nale dell’area coinvolta nel trattamento.
L’elettroterapia antalgica FREMS per le
sue fondamentali caratteristiche è in grado di
inuenzare sistematicamente strutture fun-
zionali sottocutanee producendo degli eventi
determinati e ripetitivi come, per esempio:
– l’attivazione vasomotoria del microcirco-
lo, intesa come attività ritmica pulsatile
dei vasi, attraverso il coinvolgimento de-
gli snteri precapillari del microcirco-
lo 7, 8, 9, con eetti di attivazione del micro-
circolo 10;
– aumento della perfusione sanguigna e del-
lo scambio di O2-CO2;
– induzione e modulazione di sostanze, qua-
li: NO, VEGF, b-FGF.
Per tali caratteristiche, FREMS è indicata
oltre che nell’osteoartrosi in fase acuta 11,12,
nelle tendinopatie inammatorie 13 e nelle
lesioni muscolari anche nelle radicolopatie 14,
nella sindrome miofasciale 15, nelle sindromi
neuroalgodistroche, nelle neuropatie, nelle
vasculopatie e nel trattamento delle ulcere
(Fig. 6.6).
Frequency Rhythmic Electrical
Modulation System (FREMS)
La tecnologia FREMS è costituita da im-
pulsi di bassa frequenza organizzati in treni
di sequenze di impulsi con forma tipo spikes
di tipo bifasico, asimmetrico, modulati auto-
maticamente in frequenza, durata e ampiez-
za.L’impulso base è bidirezionale a valore me-
dio nullo composto da una prima fase di alto
voltaggio negativa (max -300 V) a brevissima
durata (10-100 sec) detta fase attiva e una se-
conda fase, positiva, a bassa intensità e lunga
durata (0,9 - 999 msec) detta fase di recupero.
L’alto voltaggio negativo permette la depo-
larizzazione della membrana cellulare e apre i
canali ionici stimolando il recupero dello sta-
to di equilibrio naturale (omeostasi), attraver-
so il meccanismo di “reset”. Il recupero lento
e di bassa intensità permette il bilanciamento
elettrico. In questo modo il tessuto né si cari-
ca né si scarica di ioni.
I brevissimi impulsi negativi ad alta inten-
sità, con recupero lungo e a bassa intensità,
permettono alla corrente di essere ecace e
non dannosa.
Gli impulsi sono somministrati in sequen-
ze organizzate in più sotto-fasi successive. In
ogni sotto-fase avviene la variazione di tre pa-
rametri dell’impulso di stimolazione:
– tempo di somministrazione (T);
– durata dell’impulso (d);
– frequenza degli impulsi (f).
Più sottofasi erogate in continuo denisco-
no una fase di stimolazione FREMS.
L’ampiezza dell’impulso è pressata me-
diante un controllo remoto dall’operatore in
base alla soglia di sensibilità del paziente e del
tessuto stimolato. Il segnale del trattamento
non è periodico, ma percepito come casuale
per evitare il fenomeno d’adattamento dei
nervi.
Le sequenze d’impulsi sono concepite in
base alle caratteristiche dei tessuti che si de- Figura 6.6 – Applicazione di FREMS per una lom-
bosciatalgia.
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DOLORE E RIABILITAZIONE
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