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76 E V I D E N Z E C L I N I C H E
RI A S S U N TO
PA R O L E C H I AV E
TECARTERAPIA NEI LINFEDEMI DEGLI ARTI:
INDICAZIONI, PRIME APPLICAZIONI CLINICHE
E RISULTATI
V. Gasbarro, C. Medini, A.Cataldi, R. Soverini, P.Teutonico.
Unità Operativa di Chirurgia Vascolare
Arcispedale S.Anna Ferrara
La tecnologia biomedica ha raggiunto un importantissimo traguardo: la scoperta di un metodo assolutamente rivo-
luzionario, la TECARTERAPIA, destinato a diventare un ausilio terapeutico indispensabile nella patologia trau-
matologica non chirurgica, nella terapia del dolore, nella flebolinfologia e nella medicina estetica.
Sinteticamente si tratta di un’apparecchiatura a radiofrequenze che utilizza un segnale di frequenza relativamente
basso, 0,5 Mhz, e sfrutta per il trasferimento energetico un principio del tutto nuovo e originale mediante il quale
richiama energia dall’interno delle biostrutture in modo omogeneo.
Questo ha consentito di velocizzare i risultati terapeutici, evitando alcuni effetti collaterali tipici delle terapie radian-
ti. L’azione si svolge in modo semplice e rapido, coinvolgendo in maniera omogenea e selettiva sia gli strati profondi
che superficiali del tessuto e si traduce in:
●riequilibrio del potenziale elettrico della membrana cellulare e del glicocalice
●riequilibrio dei processi elettrici che regolano il passaggio gel/sol della matrice
●incremento della temperatura, prodotto dal movimento degli elettroliti tissutali, che si propaga dall’interno del tes-
suto stesso verso la superficie cutanea, contribuendo alla dinamica dei processi rigenerativi.
Sulla scorta di queste premesse, abbiamo condotto uno studio clinico e strumentale al fine di verificarne l’efficacia nei
pazienti affetti da linfedema degli arti. I risultati ottenuti su un numero di 20 pazienti, hanno confermato che tale
principio potrà avere un ruolo importante nel trattamento di una patologia così complessa e difficile.
Flebolinfologia, linfedema
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Teca rt er apia 2003
PRINCI PI FISICI DELLA TECAR
Il sistema TECAR (acronimo di Trasferimento
Energetico Capacitivo e Resistivo) si basa su un
principio molto noto in fisica e in elettrologia
che però trova per la prima volta un’applicazio-
ne biologica: il trasferimento energetico per con-
tatto capacitivo e resistivo.
Questo sistema ha consentito di raggiungere
risultati terapeutici estremamente rapidi evitan-
do alcuni effetti collaterali tipici delle terapie
radianti. L'ulteriore valutazione della
Tecarterapia riguarda gli aspetti bioelettrici per i
quali è possibile formulare solo delle ipotesi di
studio, mancando ancora una letteratura di dati
scientifici al riguardo.
Dal punto di vista dell’ultrastruttura l’azione si
svolge in modo semplice e rapido e si traduce in:
✔ Riequilibrio del potenziale elettrico della
membrana cellulare e del glicocalice. Il glicocali-
ce, importante elemento della struttura della
membrana cellulare, è dotato di un proprio
potenziale, detto potenziale z, che ha una
importanza decisiva per la trasmissione diretta di
informazioni al citoscheletro (filtraggio delle
informazioni, attivazione dei secondi messagge-
ri citoplasmatici cAMP e cGMP, ecc.).
✔Riequilibrio dei processi elettrici che regolano
il passaggio gel/sol della matrice extracellulare.
Il tutto è reso possibile da una variazione
momentanea della carica elettrica dei proteogli-
cani, componenti fondamentali della matrice,
che hanno le proprietà dei gel tixotropici, cioè in
grado di riassumere lo stato fisico iniziale una
volta tolto l’insulto stesso e opportunamente sti-
molati.
✔Incremento della temperatura, conseguenza
del movimento degli elettroliti tissutali, che si
propaga dall’interno del tessuto stesso verso la
superficie cutanea. Questa termogenesi profon-
da permette il manifestarsi di una efficace azio-
ne biostimolante sulle soglie energetiche dei pro-
cessi metabolici ultrastrutturali e produce, sia
direttamente sia attraverso la stimolazione delle
terminazioni nervose e dei mediatori chimici,
una vasodilatazione.
EFFETTI CLI NICI DELLA TECAR
Dal punto di vista biologico l’effetto può essere
sintetizzato in un’azione fondamentale:
Sviluppo di una Endotermia profonda ed omo-
genea in grado di riossigenare velocemente i tes-
suti sofferenti attraverso l’attivazione del micro-
circolo.
Si ottiene così uno spiccato aumento del flusso
sanguigno e linfatico con una pronta rimozione
dei cataboliti pre-infiammatori e una precoce
riossigenazione dei tessuti lesi.
Ne consegue una immediata riduzione del dolo-
re che si mantiene nel tempo, grazie alla attiva-
zione dei processi riparativi connessi all’aumen-
to del metabolismo cellulare distrettuale.
Tali effetti sono modulabili attraverso differenti
livelli di potenza consentendo all’operatore un
completo monitoraggio del trattamento.
Da notare che l’effetto termico, essendo propor-
zionale all’intensità delle correnti di spostamen-
to, non raggiunge mai livelli dannosi.
Questi effetti sono stati comprovati dagli studi
clinici e offrono prospettive molto promettenti
in campo fisioterapico e riabilitativo data l’effi-
cacia terapeutica di questa metodica sul sintomo
doloroso e sull’impotenza funzionale la cui rapi-
da remissione permette di anticipare i tempi di
inizio delle manovre riabilitative specifiche.
MATERIALI E M ETODI
Presso la U.O di Chirurgia Vascolare di Ferrara,
sono stati valutati 20 pazienti con età compresa
tra i 18 e 40 anni, affetti da linfedema congenito
monolaterale dell’arto inferiore. Tutti i pazienti
sono stati esaminati, prima dell’arruolamento,
con un esame clinico accurato ed esami stru-
mentali (linfoscintigrafia, ecografia tessuti molli,
ecodoppler). Venivano determinati prima del-
l’applicazione con Tecar sia la circonferenza, sia
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gli spessori ecografici in determinati punti del-
l’arto inferiore affetto. I pazienti compilavano
un modulo per la qualità della vita con specifi-
che domande riguardo al loro stato e all’applica-
bilità della macchina.
Il grado di linfedema era tra il II e III stadio
secondo la classificazione clinica operativa.
L’ecografia veniva effettuata con sonda da 7,5
MHz con apparecchio tipo ACUSON 128 X10.
I parametri ecografici presi in considerazione
sono stati: lo spessore del tessuto sottocutaneo,
la presenza di ipoecogenicità nel sottocute
(espressione di linfa libera), la variazione di con-
sistenza tissutale espressa come il rapporto tra la
compressione che la sonda esplicava al massimo
sul punto di valutazione (A) e il valore con com-
pressione zero (B), utilizzando uno spessore
ecografico per migliorare la rilevazione dell’in-
terfaccia sonda-cute.
Abbiamo preso in considerazione le trabecola-
ture interstiziali che in questi stadi si presentano
ispessite ed iperecogeniche e se ne è valutato il
loro spessore in millimetri e la loro disposizione
geometrica. Con un mapping ecografico dell’ar-
to si sono osservate le aree di maggiore fibrosi e
di maggior accumulo linfatico e si è rivalutato lo
stesso dopo applicazione della metodica.
L’applicazione della Tecarterapia è stata effettua-
ta seguendo le vie del drenaggio linfatico, asso-
ciando così sia il beneficio del drenaggio linfati-
co manuale, in questo caso effettuato con gli
elettrodi resistivi e capacitativi, sia l’energia
applicata dalla macchina. Lo zero veniva effet-
tuato trattando i pazienti (gruppo 0) prima della
metodica vera è propria con il solo drenaggio
linfatico manuale con elettrodi senza applica-
zione della corrente.
Per applicazione secondo gli schemi correnti del
drenaggio linfatico manuale (D.L.M.) si intende
il seguire le fasi principali di detta applicazione
ovvero: preparazione delle stazioni linfonodali
centrali e periferiche e successivo drenaggio
verso questi linfocentri seguendo le vie di flusso
linfatico e prevalendo sulle aree di maggior
accumulo linfatico.
L’applicazione della Tecarterapia era compresa
tra i 50 ed i 60 minuti e il ciclo era ripetuto 2
volte la settimana per 2 mesi.
Lo studio è stato protratto per 2 anni per valu-
tare eventuali effetti negativi a distanza nell’ap-
plicazione di questa metodica.
La macchina per la Tecarterapia presenta una fre-
quenza di lavoro di 485 KHZ ± 5 % , con una
potenza di uscita con elettrodo capacitivo di
235W sopra i 1000 Ohm e di 200 Watt sopra i
47 Ohm (elettrodo resistivo). La tensione effica-
ce di uscita con elettrodo resistivo con carico
normale è di 100Volt, mentre la tensione effica-
ce con un carico normale è di 485Volt (elettro-
do capacitativo). Durante l’applicazione viene
utilizzata una specifica pasta elettrolitica.
L’analisi statistica è stata effettuata con il
GraphPad Prism ®.
RISULTATI E CONCLUSIONI
I risultati sono molto interessanti in quanto in
tutti i pazienti si è osservato alla fine di ogni
applicazione sia la riduzione della circonferenza
(1,1 ± 0,6 cm) sia la riduzione degli spessori eco-
grafici (0,45 ± 0,32 cm). Dopo il ciclo di tratta-
mento si è osservato in ogni paziente un miglio-
ramento della consistenza dell’arto trattato con
diminuzione del rapporto ecografico a livello
mediale del terzo medio di coscia e di gamba
(Tabella 1).
Si è osservata inoltre la netta diminuzione del-
l’edema sovrafasciale in queste sedi (Tabella 2).
Riguardo alla trabecolatura interstiziale si è
osservata in pratica una omogeneizzazione del
sottocute nelle sedi dove le trabecole superava-
no il millimetro, con netta riduzione dei tralci
fibrotici in tutti i casi (Figure 1 e2).
I pazienti hanno espresso un parere positivo a
livello dell’applicazione con il massimo del pun-
teggio riguardo all’applicazione (scala da 0 per
insoddisfazione totale a 10 per massima gratifi-
cazione). Alla domanda se questa terapia era
COSCIA (p<0,05)
GAMBA (p<0,05)
PRIMA
15,32 ± 11,5 mm
11,24 ± 9,32 mm
DOPO
3,5 ± 8,6 mm
2,34 ± 7,1 mm
TABELLA 2- RIDU ZIO NE DE LL
’EDE MA SOVRAFASCIALE A LIVELLO DEL 1/3 M EDI O DI COS CIA
E DEL 1/3 MED IO DI GAM BA.
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migliore rispetto al drenaggio linfatico manuale
il parere è stato intorno ad 8.
Non sono stati osservati effetti collaterali duran-
te l’applicazione. Un elemento che si osserva
dopo il drenaggio linfatico manuale è quello di
un aumentata diuresi che si protrae durante la
notte, in pazienti senza altre patologie concomi-
tanti. In questi casi si è osservato un quadro
sovrapponibile, in quanto tutti i pazienti aveva-
no effettuato in precedenza dei cicli di drenag-
gio linfatico manuale sec. Vodder o Leduc.
Il mapping linfatico era completamente sovver-
tito con scomparsa dei laghi linfatici dove pre-
senti, ridistribuzione della linfa con aumento di
attività a livello dei linfonodi nelle sedute suc-
cessive.
Al termine di questo lavoro clinico si può espri-
mere un parere positivo nell’applicabilità della
metodica Tecar nel linfedema, parere che è già
condiviso in campo sportivo-traumatologico e
riabilitativo dove già da vari anni è applicata.
La soddisfazione dei pazienti all’applicazione
della metodica, il miglioramento dei dati stru-
mentali la propongono come metodica alterna-
COSCIA (p=0,01)
GAMBA (p=0,01)
PRIMA
1,45 ± 0,13
1,12 ± 0,09
DOPO
1,6 ± 0,12
1,3 ± 0,1
TABELLA 1- VALUTAZION E DE L VALORE DEI RAPP ORTI (A/B) A LIVELLO DE L 1/3 M EDI O DI COS CIA
E DEL 1/3 MED IO DI GAM BA.
Figure. 1-2 A destra, prima del trattamento, a sinistra dopo trattamento.
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tiva al trattamento del paziente con linfedema.
Le azioni esplicate si esprimono in sintesi su
quattro livelli tissutali:
●azione sul microcircolo,
●azione sugli adipociti,
●azione sul gel mucopolisaccaridico,
●azione sulla trama interstiziale.
Azione sul microcircolo: la Tecarterapia stimola
una microiperemia che consente di superare il
deficit arterio-arteriolare e di incrementare la
velocità di flusso nei capillari.
In questo modo viene risolta la stasi microcirco-
latoria e regredisce l’inondazione edematosa del-
l’interstizio.
Azione sugli adipociti: la ripresa del microcircolo
innalza il gradiente termico ed enzimatico, riat-
tivando così la lipolisi.
Inoltre l’attrito provocato dalle correnti di spo-
stamento prodotte dalle cariche ioniche in movi-
mento all’interno del tessuto, produce un
aumento localizzato e omogeneo della tempera-
tura, che ripristina il normale turn-over atto a
mantenere sempre qualitativamente giovane il
grasso contenuto negli adipociti.
Azione sul gel mucopolisaccaridico: restituisce la
corretta fluidità al gel sia intervenendo sulle
sostanze che lo compongono, sia ripristinando
la selettività di membrana che regola l’osmosi fra
i compartimenti endoluminale, vasale e intersti-
ziale.
Azione sulla trama interstiziale: aumentando la
temperatura riduce la compatezza delle fibre
connettivali con conseguente riduzione dell’eco-
genicità, e conseguente miglioramento degli
scambi microcircolatori e cellulari poiché è
lungo le travate di sostegno che questi si eplica-
no fisiologicamente.
Come già citato, il rapporto dei pazienti con la
macchina ed il beneficio ottenuto è notevole:
infatti tutti hanno espresso un parere molto
favorevole alla metodica. La cessione di energia
biocompatibile, attiva sulle soglie energetiche
del metabolismo cellulare e subcellulare, l’effica-
cia terapeutica anche sui tessuti poco reattivi per
la loro natura fibrotica e resistente ai trattamen-
ti e la specificità di azione in base alla tipologia
del tessuto offrono una nuova prospettiva di
applicazione in questa grave patologia.
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